Cinema Rondinella presenta: LA SCUOLA A TEATRO. Rassegna teatrale per le scuole dell infanzia, primarie e secondarie di I Grado

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2 Cinema Rondinella presenta: LA SCUOLA A TEATRO Rassegna teatrale per le scuole dell infanzia, primarie e secondarie di I Grado in collaborazione con con il contributo di Biglietto d ingresso: euro 5,00. CALENDARIO DEGLI SPETTACOLI Venerdì 6 febbraio ore OTELLO Cooperativa AttivaMente Età consigliata: dagli 11 anni Venerdì 13 febbraio ore IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI Fondazione TRG Età consigliata: 6-10 anni Venerdì 27 Febbraio ore A PROPOSITO DI PITER PAN Compagnia Teatrale Stilema Età consigliata: dai 3 anni Martedì 3 Marzo ore I LOVE FRANKENSTEIN Eccentrici Dadarò Età consigliata: 6-11 anni Venerdì 6 Marzo ore NON SONO STATO IO Fondazione Sipario Toscana Età consigliata: 8-13 anni Martedì 10 Marzo ore BABEBIBO BLU Teatro del Buratto Età consigliata: 4-7 anni Le PRENOTAZIONI verranno raccolte entro VENERDÌ 14 novembre 2014 INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI presso il CINEMA RONDINELLA (dal lunedì al venerdì in orari d ufficio) Tel Fax info@cinemarondinella.it

3 Venerdì 6 Febbraio ore COOPERATIVA ATTIVAMENTE OTELLO Grandi storie, Piccoli Spettatori Età consigliata: dagli 11 anni Drammaturgia: Jacopo Boschini; Regia: Stefano Andreoli; Con Stefano Dragone, Alessia Melfi, Stefano Panzeri. Dopo il successo di Romeo e Giulietta torna al Rondinella la compagnia teatrale Cooperativa AttivaMente, con una nuova grande storia per piccoli spettatori. Otello, lo spettacolo Otello è un valoroso guerriero, stimato da tutti per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua determinazione. E Desdemona è una giovane donna, dotata di grande sensibilità, di coraggio, ma soprattutto profondamente innamorata del suo Otello. Tuttavia, nonostante tutti i nobili di Venezia attribuiscano ad Otello un grande merito, il matrimonio tra Otello e Desdemona, celebrato in segreto, non può essere visto con occhio benevolo. Il colore scuro della pelle di Otello infatti ricorda a tutti le sue origini africane, origini oscure che non possono essere né ignorate né tantomeno dimenticate. L unica in tutta Venezia a vedere Otello per ciò che è, semplicemente un essere umano, è proprio Desdemona. Otello Grandi Storie, Piccoli Spettatori è il racconto di come un amore sfiorisce, distrutto dal seme della gelosia e della paura. La distruzione di questo amore avviene fondamentalmente per opera delle trame di Iago, che gioca abilmente con le emozioni di Otello, tanto da farlo cader preda nella gelosia più cupa, tanto cupa da non poter far altro che abbandonarsi ad azioni di violenza e vendetta. Shakespeare descrive «l intelligenza emotiva» di Iago con precisione notevole, in quanto mostra quanto sia in grado, attraverso un sottile e delicato gioco psicologico, di far perdere ad Otello il

4 controllo delle proprie azioni, fino a spingerlo all omicidio prima e al suicidio poi. Lo spettacolo ha proprio come chiave di lettura principale la capacità di riconoscere le proprie emozioni quanto quelle dell altro, di saperle comprendere, di agire di conseguenza. Perché riconoscere le emozioni degli altri ci conferisce un grande potere. Otello, la storia Notte, Venezia. Otello, dalla pelle d ebano come il buio che lo avvolge, sposa di nascosto Desdemona dalla pelle candida. Nascosto nell'ombra, Iago freme di rabbia. Otello ha nominato suo luogotenente Cassio e non lui. Ma non solo. Qualcuno mormora che Otello abbia amato in segreto Emilia, balia di Desdemona e moglie di Iago. Anche se sono solo voci, Iago vuole la sua vendetta. Ma i Turchi si preparano ad invadere l isola di Cipro e l assemblea dei senatori convoca Otello: vogliono che sia proprio il moro a guidare la flotta per respingere l attacco. Otello accetta la pericolosa missione e Desdemona insiste per partire con lui. Notte, Cipro. La flotta turca è stata spazzata via da una tempesta. I veneziani festeggiano. Iago è pronto alla sua prima mossa: fa bere un bicchiere di troppo a Cassio; poi un complice provoca il luogotenente, che in preda ai fumi dell alcol perde il controllo di sé. Proprio lui, Cassio, a cui Otello ha dato l incarico di controllare che nulla turbi la tranquillità di quella notte, sfida con la spada chiunque provi a calmarlo. Ed Otello interviene: lo punisce, revocandogli la carica. Tutto incomincia con un sussurro: Iago, che sussurra a Cassio di chiedere aiuto a Desdemona per convincere Otello a ridargli il suo incarico; Desdemona, che sussurra ad Otello di perdonare Cassio; di nuovo Iago, che sussurra ad Otello che l affetto di Desdemona per Cassio forse non nasce da una semplice amicizia... Poi il sussurro diventa un dubbio. Come mai Desdemona continua a difendere ostinatamente Cassio? Iago dice di averlo sentito parlare nel sonno, chiamare Desdemona amore, deridere Otello... E allora il dubbio diventa gelosia. Ormai è necessario fornire delle prove: Iago convince sua moglie Emilia a rubare a Desdemona un fazzoletto che le ha dato Otello, un fazzoletto prezioso, il primo regalo che le ha fatto. Fa in modo che sia proprio Cassio a trovare il fazzoletto. E allora i sospetti di Otello diventano certezze quando vede la sua mano stringere proprio quel fazzoletto. Infine la gelosia diventa follia. Otello incarica l onesto Iago di uccidere Cassio. Poi si ritira in camera con Desdemona. È ormai certo che lei sia l amante dell ex luogotenente; a nulla valgono le sue suppliche, i giuramenti di fedeltà, le dichiarazioni d amore. Mentre Otello piange, la soffoca sdraiata sulle lenzuola della loro prima notte di nozze. Emilia entra in camera e vede la sua padrona sul letto, morta. Sconvolta, dà l allarme e rivela al moro la verità: è stata lei a rubare il fazzoletto per conto del marito, Desdemona è sempre stata una moglie fedele e la gelosia del condottiero è fondata su una bugia. Iago viene arrestato ma ad Otello non interessa. Sconvolto per quello che ha fatto, si toglie la vita.

5 Venerdì 13 Febbraio ore Fondazione TRG IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI regia e drammaturgia Luigina Dagostino ; con Daniel Lascar, Claudio Dughera, Claudia Martore Età consigliata: 6-10 anni La trama "Un buon inglese non scherza mai, quando si tratta di una cosa seria come una scommessa" J. Verne Il giro del mondo in 80 giorni è un romanzo avventuroso pubblicato per la prima volta nel Il londinese Phileas Fogg ed il suo cameriere francese Passepartout tentano di circumnavigare il globo terrestre in soli 80 giorni, utilizzando ogni mezzo di trasporto, antico e moderno, per vincere una scommessa di sterline fatta con i compagni del Reform Club. Uno spettacolo dinamico, ricco di suggestioni gestuali e musicali, provenienti da vari continenti. Gli spettatori verranno coinvolti in una grande favola moderna: Phileas Fogg e Passepartout accompagneranno grandi e piccini attraverso terre lontane e luoghi misteriosi. Ma non sarà un viaggio tranquillo... chissà quali trabocchetti studierà l ispettore Fix per ostacolare l incredibile impresa! Le tematiche principali Lo spettacolo IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI è un percorso teatrale rivolto ai ragazzi sul tema della conoscenza il gusto per le avventure e il tema del viaggio. Il diario di viaggio è la cornice dentro la quale scoprire luoghi e le persone che vivono in posti lontani diversi dai nostri. Il romanzo è considerato una favola della modernità attraverso il quale l autore ha voluto trasmettere ai giovani del suo tempo la grandezza del mondo e, conseguentemente, il valore del viaggio come strumento attraverso il quale ampliare i

6 propri orizzonti in modo da conoscere e familiarizzare con i differenti popoli verso un educazione interculturale. Una favola avventurosa scientifica, dove il c era una volta può scomparire. Chi entra nella storia è continuamente sollecitato ad oltrepassare la cornice realista per immergersi nel mondo immaginario di cui i prodigi della tecnica sono parte integrante. Il viaggio di Fogg si basa su una scommessa stupida e folle, come la giudicano per altro i membri del Reform Club: gettare al vento sterline al semplice scopo di provare che la terra non è più vasta come un tempo e che percorrerla è il massimo dell eccentricità per gli aristocratici di quel periodo. Verne diventa quindi il cantore della civiltà industriale, offre ai suoi contemporanei un ritratto lusinghiero del suo tempo, dà la prova che il globo terrestre è ormai sotto controllo della tecnica umana. Il personaggio principale, Fogg, simboleggia il desiderio di dominio dell uomo moderno sul mondo. In realtà il viaggio, fin dalla partenza, è già un ritorno. La magica linea retta lungo la quale i viaggiatori si sono incamminati, ha la sola funzione di ricondurli a casa. L unica reale ricompensa che modifica la vita del protagonista è la donna: Auda, principessa indiana destinata a completare la perfetta interpretazione sociale dell eroe. L avventuriero, in fondo, aspira solo ad una vita tranquilla, alla fine delle sue avventure. Come nella battuta finale dello spettacolo ciò che modifica realmente la vita di Fogg è l arricchimento di una relazione umana: l'amore e l'amicizia vale la pena di attraversare tutto il mondo per trovare qualcosa di tanto prezioso!!. Approfondimenti possibili Innovazioni tecnologiche Le innovazioni tecnologiche del XIX secolo avevano aperto la possibilità di circumnavigare il mondo rapidamente e la prospettiva affascinò Verne ed il suo pubblico. Allievi ed insegnanti possono provare ad individuare insieme, nel romanzo, quali sono state le scoperte tecniche che ha usato Phileas Fogg per intraprendere il suo viaggio intorno al mondo. I mezzi di trasporto e la loro evoluzione Sistemi che fanno diventare il nostro mondo più piccolo Senza i mezzi di trasporto la nostra civiltà non esisterebbe. Da migliaia di anni l uomo ha sperimentato strumenti diversissimi per trasferire oggetti o persone. Terra, acqua, cielo, non vi è ambiente che non conosca propri mezzi di trasporto. Nel corso della storia si è passati dalla prevalenza, per le grandi distanze, del trasporto navale fino al XIX secolo a quella dei trasporti su rotaia, fino a quella del trasporto su gomma e di quello aereo. Ai giorni nostri spostarsi è, nello stesso tempo, naturale e indispensabile. Si prendono i mezzi pubblici per andare a scuola o al lavoro, si usa la macchina per andare dal dentista, si va in vacanza con il treno, con l aereo o con il traghetto. Le materie prime vengono trasportate fino ai luoghi dove sono presenti le fabbriche e i prodotti finiti sono trasportati presso i luoghi dove vengono venduti. I nostri stili di vita o i nostri modelli di consumo non potrebbero essere quelli che sono senza un sistema di trasporti organizzato come il nostro, e d altra parte i nostri trasporti sono a immagine dei nostri stili di vita e dei nostri modelli di consumo. In altre parole, il problema dei trasporti non può essere affrontato se non si considerano tutte le caratteristiche di una società; a loro volta le scelte che operiamo nel settore dei trasporti possono essere determinanti per lo sviluppo futuro della nostra società. Si suggerisce di lavorare con i ragazzi su come è avvenuta l evoluzione del trasporto nei diversi periodi storici. I libri d avventura di ieri e di oggi La classe può decidere di confrontare un romanzo d avventura scritto nel secolo precedente con uno scritto ai giorni nostri. Quali sono le differenze? Le avventure reali ed immaginarie Il romanzo di avventura è un genere letterario che nasce nel XVIII secolo e che narra di viaggi in terre lontane e quindi celebra il coraggio e l ingegno umano. L incontro fra diverse culture offre uno spunto per riflettere e criticare la società in cui l autore vive, ma anche per esaltarne i valori. Si può decidere di far inventare agli allievi il proprio romanzo d avventura, spronando la fantasia e compiere viaggi fantastici.

7 Venerdì 27 Febbraio ore Compagnia Teatrale Stilema A PROPOSITO DI PITER PAN Di: Silvano Antonelli; Con: Silvano Antonelli e Laura Righi Età consigliata: dai 3 anni La trama: Ci sono dei libri che quando li leggi, quando te li leggono, e come se tutte le parole, le figure, i colori e anche il profumo della carta, uscissero dal libro e ti entrassero nella testa, nella pancia,nel cuore... Ha inizio così A PROPOSITO DI PiTER PAN. Due personaggi entrano in scena legati da un passato comune, si sono incontrati molto tempo fa in un libro, Lui era un bambino affascinato dalle gesta di Peter Pan, Lei la fata che lo aiutava ad affrontare avventure fantastiche. Lui è diventato grande volendo restare piccolo, Lei è rimasta al suo fianco accompagnandolo nella crescita e aiutandolo nelle piccole e grandi avventure della vita. Lui novello PiTER, Lei la sua campanellino... Lo spettacolo non segue la storia originale di Barrie ma ne è una divagazione, Del libro utilizza solo alcune suggestioni : il desiderio di volare, la paura di diventare grande. La finestra diventa il tramite sul mondo; quel mondo che ci chiede di diventare grandi rinunciando, spesso, ai nostri sogni. L'eterna lotta tra Peter Pan e Capitan Uncino diviene, allora, metafora della vita e delle figure adulte che la popolano. Quel vivere in cui c'è sempre un orologio che ti insegue ma anche un cuore che batte. Nel teatro, però, si può FARE FINTA, ci si può circondare di piccole magie, magari di una finta fata che ci aiuti a pensare che i sogni e la vita possano stare insieme.

8 Un classico: I cosiddetti classici hanno la caratteristica di parlare al cuore delle persone oltre il tempo nei quali sono stati scritti. Contengono un seme di eternità. Parlano alla condizione profonda dell'essere umano. Peter Pan di J. M. Barrie parla del volare, della voglia di spiccare il volo dalla finestra della propria camera. Parla del desiderio di ritornare e di finestre chiuse. Parla dell'ombra, della paura di chi cerca di continuare a volare ma è assalito dalla nostalgia per la sicurezza perduta. Peter Pan si presta a tantissime interpretazioni, non tutte solari, ma come ogni grande classico può essere guardato da tante angolazioni, a cercarne quel particolare riverbero di luce, che illumina quel particolare aspetto. Ho cercato nel corso dell'allestimento di sviluppare del testo, il rapporto tra desideri e paure ; tra l'esigenza di stare coi piedi per terra e il bisogno di immaginare altri mondi. Un tema contemporaneo: Nel tempo smarrito in cui ci troviamo a vivere, in questa modernità liquida di cui parla il sociologo Baumann, è difficile capire quali possano essere i riferimenti che possano guidare il nostro cammino. E' come se immaginare un futuro fosse difficilissimo, quasi impossibile. E' come se tutti gli attrezzi che fino a poco tempo fa bastavano per leggere il mondo non servissero più. Come se ne occorressero altri: altre bussole, altri valori, altre relazioni, altri sentimenti, altri strumenti. I bambini sono il futuro per antonomasia. I bambini vivranno il futuro, qualunque esso sia. La loro capacità di immaginare e di avventurarsi nel futuro, di non averne paura, è l'unica cosa che può far pensare a un domani. Mi affascina il rapporto tra desiderio e paura ; l'uno a dare la voglia di andare avanti e l'altra a frenarla. Vale per gli individui e vale per la società. Inventare uno spettacolo non è trovare un argomento e confezionare un prodotto. Inventare uno spettacolo penso sia innanzitutto percepire un bisogno che crei la necessità di affrontare un certo argomento. Penso sia il cercare più suggestioni possibili intorno all' argomento a questo proposito abbiamo coinvolto nel nostro percorso alcune classi del territorio eporediese con cui abbiano giocato al teatro il loro contributo è stato essenziale e ci preme ringraziarli tutti. Il teatro non penso sia l'elaborazione di un saggio, il teatro penso sia condividere un'emozione. Tanto più l'emozione tocca un tema universale, che ci riguarda profondamente, tanto più è importante. Il teatro non penso sia raccontare qualcosa, penso sia celebrare qualcosa ; penso sia recuperarne la sua dimensione rituale. E allora spero con questo spettacolo, di essere riuscito a celebrare quell'intricato sentimento contemporaneo ed eterno che ingarbuglia in modo inestricabile desideri e paure ; la voglia di volare e la paura di cadere.

9 Martedì 3 Marzo ore Eccentrici Dadarò I LOVE FRANKENSTEIN di Fabrizio Visconti, Rossella Rapisarda, Davide Visconti; regia Fabrizio Visconti; con Rossella Rapisarda, Davide Visconti; voce narrante Saverio Marconi Età consigliata: 6-11 anni Lei, lui, una carrozza, un cocchiere muto. Un viaggio di nozze da.. romanzo. Ma piove. Piove da 200 anni su questa storia. Una storia che ha un titolo che fa venire i brividi. Forse per colpa di tutta questa pioggia. O forse per i suoi protagonisti: le anime del Dott. Frankenstein, della moglie Elisabeth, e, alla guida della carrozza, di uno strano servo che parla solo con la musica. Ma Frankenstein è anche una grande storia d amore, perché l amore reclama il suo posto. E questa storia ci farà ridere, commuovere, pensare, raccontando, tra clownerie e colpi di scena, la storia della Creatura più famosa al mondo. La storia di una necessaria riconciliazione tra creatore e creatura, tra padre e figlio, perché anche l altro amore, quello tra marito e moglie, possa finalmente essere liberato, costruendo una strana famiglia, in cui vivere tutti finalmente felici e contenti.. Una storia modernissima, in cui si alternano colpi di scena a rotazione, momenti di suspance, momenti commoventi, comici, temi importanti come la fame di conoscenza, il bisogno di amore e di comprensione, la necessità di non essere giudicati dalle apparenze, la responsabilità per le proprie azioni. Un classico della letteratura riletto per i ragazzi, giocando con l avventura del testo nelle sue diverse sfaccettature. I TEMI Molti sono i temi trattati nello spettacolo che possono essere spunto di discussione in classe. Ecco alcuni suggerimenti per le insegnanti: "BRUTTO e CATTIVO" Un binomio sentito spesso. Forse troppo. Ce l'hanno detto i genitori quando si disobbediva o si combinava

10 qualche pasticcio, l'hanno sottolineato i film e i cartoni animati. L'aspetto fisico viene molto spesso legato a caratteristiche caratteriali negative. Tutto questo apre un'altra domanda, sempre più attuale in una società come la nostra: "ESSERE o APPARIRE"? Che significato danno i bambini a queste due parole? Nella storia del Frankenstein, il creatore abbandona la sua creatura perché orrenda. Nel corso del libro la creatura sarà veramente "mostruosa" ma, nell'unico capitolo in cui viene data voce al mostro, questi racconterà di essere diventato crudele per colpa dell'abbandono e dei rifiuti subiti. La paura dell'abbandono e di non essere amati tocca tutti quanti. Anche questo tema apre nuovi spunti di riflessione: "IL BISOGNO D AMORE", cosa significa? "LA DIVERSITA', essere diversi, sentirsi diversi". Cosa significa "diverso"? Cosa significa essere soli perché diversi? Come ci si sente o ci si può sentire senza neanche un amico? Quante storie sono state raccontate su questi temi? (Il brutto anatroccolo, La bella e la bestia..) Parlare della BELLEZZA della diversità: siamo tutti diversi, per fortuna! L'AMORE come "cura" Nella nostra storia la "soluzione" di tutto è un atto d'amore. "OMNIA VINCIT AMOR" dicevano i Latini. Qual è l'idea dell'amore nei bambini? Perché l'amore può guarire? Quali personaggi possono venire alla mente parlando d'amore? Chi ha saputo fare rivoluzioni senza la violenza ma con la forza dell'amore? Potrebbe essere anche interessante chiedere ai bambini di scrivere le loro definizioni della parola "AMORE", raccoglierle, magari fare un quaderno, come un libro di " ricette mediche" da usare.. in caso di bisogno. 2. ATTIVITA' SUGGERITE DOPO LA VISIONE DELLO SPETTACOLO COMPRENSIONE: I personaggi - Nella nostra storia ci sono tre personaggi. Chi sono? Scrivere tre aggettivi per ogni personaggio Chi è il protagonista? Metti il nome e disegnalo Chi è l'antagonista? Metti il nome e disegnalo Qual è la funzione del personaggio di Elisabeth? - Nello spettacolo c'è un libro misterioso. Disegnalo e scrivi anche tu una pagina del segreto del Dott. Frankenstein - Per raccontare una storia servono almeno tre punti: INIZIO, EVENTO(che fa cambiare il corso della storia) e FINE. Sapresti trovare inizio, evento e fine dello spettacolo "I LOVE FRANKENSTEIN"? LINGUAGGI Nello spettacolo sono usati linguaggi diversi. Il teatro d'attore, la clownerie e la musica. Quale personaggio non parla? E con quale mezzo comunica? Con il corpo e la musica. Il corpo racconta? La musica racconta? Ci sono tre "linee"musicali nello spettacolo: DESCRITTIVA: che racconta le situazioni, quello che accade..un pò come in un film. EMOTIVA: che racconta, supporta e amplifica le emozioni dei personaggi e le trasmette al pubblico "PROPRIA DELLA CREATURA": vi siete accorti che c'è una musica che torna sempre? E la musica che racconta il lato più solo del"mostro". Ti ricordi quando viene usata e chi riesce a capirla? Far notare ai bambini come in teatro tutto racconta. Le luci raccontano? Gli spazi raccontano? La scenografia?

11 Venerdì 6 Marzo ore Fondazione Sipario Toscana NON SONO STATO IO di Tommaso Triolo e Matteo Visconti; supervisione drammaturgica Donatella Diamanti; con Francesca Pompeo; regia Letizia Pardi Età consigliata: 8-13 anni Francesco è un bambino giudizioso, corretto, tranquillo. È anche un tipo curioso, molto curioso. Non gli piace affatto fermarsi sulla superficie delle cose, ma tuffarsi in profondità e superare la prima impressione. Luca invece è un bambino irrequieto e agitato. È un tipo tosto, uno di quei bambini terribili di cui perfino qualche adulto ha paura. Luca e Francesco sono amici, molto amici ed è per questo che il giorno in cui a scuola accade il "fattaccio", e Luca viene accusato di esserne il responsabile, Francesco è pronto a tutto per difenderlo. Certo non è facile. Luca è il bambino di cui tutti parlano male, è un bambino da evitare perchè, dicono i grandi, è un bambino cattivo. Luca è quello che cammina sulle mani in classe, è quello che sbaglia le prove Invalsi e costruisce frasi strampalate. Ma una cosa strampalata non per forza è senza senso. Francesco lo ha imparato proprio grazie a Luca. La loro amicizia è più forte anche delle grida e dei rimproveri degli adulti. Questa volta però pare che Luca l'abbia combinata davvero grossa e a dimostrare la sua "colpevolezza" arriva anche una temibile e infallibile "Cattivologa". La protesta di Francesco resterà inascoltata e Luca verrà allontanato dalla scuola. Non sono stato io è il grido di Luca contro tutti quelli che lo accusano ed è anche il grido di tutti quei bambini che troppo spesso vengono etichettati come "bambini cattivi" e per questo ingiustamente discriminati. Ma che cosa significa essere un bambino cattivo? E soprattutto: esiste davvero la cattiveria dei bambini o esistono invece adulti distratti che non sanno ascoltare e guardare oltre rimproveri e punizioni?

12 Attraverso la narrazione di un fatto che può accadere ogni giorno in qualunque scuola, lo spettacolo non pretende di dare risposte certe a un tema tanto complesso, ma con toni lievi e divertenti guarda le cose con gli occhi di un bambino che prova a far valere le sue ragioni su quelle dei grandi. TEMI PREVALENTI / Esiste davvero la cattiveria dei bambini o esistono invece adulti che non sanno ascoltare e guardare oltre rimproveri e punizioni? Partendo da questa domanda lo spettacolo, senza pretendere di dare risposte certe, prova ad indagare il tema della cattiveria infantile attraverso gli occhi di un bambino svelando un campionario di comportamenti adulti inaccettabili che antepongono il rifiuto, le discriminazioni e le stigmatizzazioni all ascolto, all accoglienza e all inclusione. La scuola è di tutti recita la scritta che si legge a caratteri giganti sullo striscione di protesta che invade la scena alla fine dello spettacolo. Ma è davvero così? TECNICHE E LINGUAGGI / Lo spettacolo è interpretato da un unica attrice che dà voce a Francesco e a tutti gli altri personaggi protagonisti della storia: Luca, la maestra, il dirigente scolastico, la bidella, i vari genitori e la Cattivologa. Tutti i personaggi, tranne la Cattivologa che esibisce un look sorprendente, sono efficacemente restituiti senza l uso di travestimenti o posticci grazie alle mirabili doti di trasfigurazione mimiche e vocali dell attrice. La narrazione procede così a ritmo incalzante alternando momenti di estrema comicità e ironia a momenti di poesia e commozione. La scenografia evoca l interno di una classe ma i vari elementi, interamente foderati di cartone e appesi a corde sottili, sono mobili, instabili e producono un effetto di leggerezza e fragilità a contrasto con il realismo dei fatti narrati. La musica e le luci scandiscono i passaggi tra le varie scene sottolineando e sostenendo i climi che alternano momenti di leggerezza, comicità e poesia. METODO DI LAVORO / Lo spettacolo si avvale di una drammaturgia originale che ha sviluppato e arricchito l idea iniziale della storia anche in rapporto al lavoro di ricerca sviluppato sulla scena dall attrice e dalla regista durante il periodo di studio propedeutico allo spettacolo e durante le prove. Preziosi anche i contributi testuali e grafici forniti da alcune classi di scuola primaria in risposta ad una serie di domande sul tema della cattiveria. (Si riporta di seguito il Questionario proposto ad alcune scuole). 1) Quand è che ti senti cattivo/a? 2) Quali sono le azioni che fai e che ti fanno sentire cattivo/a? 3) Quand è che ti dicono che sei cattivo/a? 4) Cosa fa un bambino/a cattivo/a? 5) Mi racconti l ultima volta che sei stato cattivo/a? 6) Che cosa ti dicono quando sei stato cattivo/a? Chi te lo dice? 7) Sei mai stato punito/a? Per quale motivo? 8) Quali punizioni conosci? 9) Conosci bambini/e cattivi/e? 10) Conosci persone grandi cattive? 11) Cosa fa una persona grande cattiva? 12) Cosa dovrebbe succedere alle persone cattive? 13) Mi racconti l ultima volta che qualcuno è stato cattivo con te? 14) prova a scrivere o a dire dieci parole cattive 15) Cos è che ti fa arrabbiare? 16) Come ti senti quando sei arrabbiato? 17) Conosci persone che si arrabbiano facilmente? 18) Prova a fare un disegno dal titolo La Cattiveria 19) Prova a fare un disegno dal titolo I miei pensieri cattivi 20) Prova a fare un disegno dal titolo La mia rabbia.

13 Martedì 10 Marzo ore Teatro del Buratto BABEBIBO BLU testo e regia Renata Coluccini; in scena Benedetta Brambilla e Serena Crocco;ideazione di immagini e forme Lucia Menegazzo; realizzazione delle sagome Nadia Milani; scene Marco Muzzolon; musiche originali Andrea Mormina; disegno luci Marco Zennaro; direttore di produzione Franco Spadavecchia Età consigliata: 4-7 anni «Un tempo anch io ero piccola, piccola come voi. Me ne stavo chiusa nella mia stanza e giocavo con le mie parole; le parole erano immagini, fantasie che riempivano la mia stanza, si disegnavano sulle pareti» La storia è quella di una bambina che non si sente ancora pronta ad affrontare il mondo. Nella sua solitudine gioca con suoni e parole in associazione libera e attraverso questi giochi scopre e riconosce, nominandole, alcune emozioni di cui fa tesoro. Solo allora sarà pronta ad affrontare il mondo, ad uscire dalla sua stanza. Le parole sono i sassi che ci fanno percorrere strade, sono chiavi che aprono porte, sono il respiro dei sogni, sono disegni nell aria ma prima di essere parole sono suoni. Ogni giorno posso cambiarle, scegliere le più importanti. Mi serve una parola per ridere, una per dormire, una per essere felice, una per quando sono triste e un altra per arrabbiarmi. Nello spettacolo si compie un viaggio insieme agli spettatori, per scoprire quanto i suoni delle parole importanti siano vitali, come nella musica: procurano sentimenti di

14 piacere e gioia, malinconia e tristezza, esuberanza e vitalità, a seconda di come si combinano fra di loro. Nella creazione delle immagini ci siamo ispirati a Kandinskij alla sua Teoria armonica dei colori, in cui diversi colori vengono associati a vari strumenti musicali; così abbiamo provato ad associare parole dai differenti suoni (duri/morbidi, aggressivi/suadenti ) a emozioni e colori. Abbiamo attraversato con parole e immagini le suggestioni della tristezza, della paura e del coraggio, della forza, della rabbia e infine della felicità. Per la felicità, così difficile da esprimere a parole, abbiamo creato una partitura in cui le note sono segni, forme e colori che evocano suoni. Con i bambini, spesso in modo spontaneo, parliamo usando parole che in apparenza non hanno significato, ma che descrivono il mondo attraverso versi e rumori. Come in una matrioska, dentro il suono si nasconde il significato, il nocciolo della parola, che diventa in questo modo facilmente comprensibile anche da chi ha un bagaglio lessicale ancora in costruzione. Le onomatopee danno ritmo, trasmettono emozioni e fanno ridere. (Mara Pace)

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