Consulenza Psico-pedagogica IC San Pellegrino Terme Ass. Centro per l Età Evolutiva Bergamo

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1 Consulenza Psico-pedagogica IC San Pellegrino Terme Ass. Centro per l Età Evolutiva Bergamo La consulenza psico-pedagogica si è articolata in un servizio di consulenza agli insegnanti e una serie di laboratori psico-educativi, realizzati grazie al finanziamento della Fondazione della Comunità Bergamasca e al lavoro volontario di alcune tirocinanti psicologhe del Centro per l Età Evolutiva (oltre al contributo della Comunità Montana). 1) La consulenza psico-educativa agli insegnanti è stata realizzata dallo psicologo, Gian Marco Marzocchi e dalla logopedista Elena Moglia e ha permesso di realizzare un servizio in rete tra le famiglie e le scuole degli alunni con difficoltà. Complessivamente sono state fornite consulenze per 17 diverse segnalazione di alunni nell arco di 50 ore di colloqui con gli insegnanti. Le problematiche dei bambini di scuola primaria hanno riguardato le problematiche di linguaggio, di apprendimento, di comportamento e di regolazione emotiva. Quelle dei bambini della scuola secondaria hanno riguardato soprattutto gli aspetti comportamentali e relazionali. Durante i colloqui con gli insegnanti sono state fornite alcune indicazioni in merito alla gravità del problema, sono state date alcune indicazioni di lavoro ed in alcuni casi è stata suggerita una valutazione clinica di approfondimento. 2) I laboratori con i bambini sono stati realizzati in 15 gruppi-classe nei tre ordini di scuola: Infanzia, Primaria e Secondaria. Hanno consentito di lavorare sui pre-requisiti scolastici, sull attenzione in classe, sul metodo di studio, sulle regole comportamentali, sulle competenze emotive- relazionali tra pari e sull orientamento scolastico. a) Presso la scuola di Infanzia di San Pellegrino è stato realizzato un laboratorio strutturato in 9 incontri e proposto a due gruppi di 16 bambini ciascuno sui pre-requisiti scolastici (Paola Zanchi e Elena Moglia). Parallelamente ci si è proposti di osservare le abilità dei diversi bambini in modo da offrire un ulteriore punto di vista, oltre a quello fondamentale delle maestre, sui bambini stessi, e di individuare eventuali soggetti a rischio. Alla fine del percorso le osservazioni raccolte sono state trasmesse alle maestre della scuola primaria di San Pellegrino, in un'ottica di continuità nel passaggio Scuola dell'infanzia- Scuola Elementare. Nello specifico per l'anno 2010, in accordo con le maestre della Scuola, si è deciso di lavorare sulle seguenti aree: metafonologia, abilità logicomatematica, ascolto e attenzione. b) Presso la scuola dell Infanzia di Dossena è stato realizzato un laboratorio sulla consapevolezza emotiva (Ilaria Rota e Laura Dentella). La finalità del laboratorio è stata quella di introdurre i bambini al mondo emozionale, educandoli al riconoscimento e alla modulazione delle proprie ed altrui emozioni. Il laboratorio è stato rivolto a 12 bambini di 4 e 5 anni per un totale di 10 incontri di un ora ciascuno. I bambini hanno partecipato attivamente e con interesse alle attività proposte. A tal proposito fondamentale è risultato il ruolo della maestra, la quale ha stimolato la partecipazione dei bambini spingendoli a riflettere non solo durante il laboratorio, ma anche durante il resto della settimana, cogliendo gli spunti che emergevano spontaneamente durante il gioco libero. In generale si è rilevata una grande variabilità tra i bambini rispetto alle competenze emotive, nonché una difficoltà maggiore nell'ultima parte del laboratorio (relazione tra pensiero, 1

2 emozione e comportamento), nella quale i bambini sono stati maggiormente guidati nello svolgimento delle attività. c) In tre classi prime della scuola primaria di San Pellegrino Terme e Santa Croce è stato realizzato un laboratorio sulle capacità di ascolto e attenzione (Valeria Renzetti e Monica Benicchio). Il progetto Tutti in allerta: arriva Tiramolla! ha perseguito le finalità indicate: dare supporto e nuovi strumenti agli insegnanti per gestire in modo più efficace gli aspetti legati all attenzione e all ascolto; esercitare i bambini sotto forma di gioco al controllo progressivo dell attenzione in modo che imparino a gestire in corso d opera e flessibilmente l economia attentiva in relazione all obiettivo da raggiungere. Gli alunni hanno dimostrato notevole interesse e partecipazione attiva durante tutti gli incontri svolti. La storia di Tiramolla è risultato un elemento stimolante e un filo conduttore, utilizzato anche dalle insegnanti durante le attività curricolari, per aiutare i bambini, in particolare quelli in difficoltà, a dirigere l attenzione su uno stimolo e a focalizzare i particolari rilevanti di esso, inibendo parzialmente altre fonti di informazione. I bambini hanno potuto sperimentare le strategie, che via via venivano presentate, durante lo svolgimento di giochi di movimento o di espressione corporea, e hanno operato un attività di auto-riflessione sul proprio atteggiamento in forma semplice e adeguata all età. E stato riscontrato dalle insegnanti che, durante il susseguirsi dei vari incontri, il gruppo classe mostrava tempi di attenzione sempre più lunghi durante l esecuzione di un lavoro; anche in bambini particolarmente disattenti, si è rilevato l impegno e lo sforzo di mettere in atto le strategie di ascolto attivo indicate (ad esempio chiudere gli occhi quando devo ascoltare un racconto) con i correlati comportamentali più adeguati. La presenza di più operatori si è rivelata essere un punto di forza per il progetto, in quanto ha potenziato il momento di osservazione e ha permesso di integrare punti di vista differenti. d) Nel periodo di tempo compreso tra i mesi di gennaio e maggio 2010, nelle classi seconde della scuola primaria dell Istituto Comprensivo di San Pellegrino Terme è stato attuato un intervento cognitivo-comportamentale (Laura Dentella e Francesca Chionni) con lo scopo di migliorare la gestione ed il clima che caratterizzava le classi coinvolte, sulla base delle segnalazioni fornite dalle insegnanti. L intervento cognitivo-comportamentale si è basato sui principi della gradualità o raggiungimento graduale degli obiettivi e della gratificazione ovvero il rinforzo dei comportamenti positivi. Si è, inoltre, lavorato con i gruppi classe proponendo ai bambini delle semplici regole da rispettare, concordate con le maestre e, sulla base delle quali, le insegnanti avrebbero attribuito un punto fino al raggiungimento di un obiettivo finale scelto con i bambini. Inoltre si è cercato di fare in modo che nelle classi interessate si potessero costruire degli ambienti che favorissero forme di apprendimento cooperativo attraverso il quale l obiettivo prefissato non sarebbe stato raggiunto solo dal singolo ma dall intero gruppo classe. In un primo momento, le operatrici hanno svolto per ciascuna classe, un totale di sedici ore di osservazione così suddivise: otto ore di osservazione occasionale, quattro ore di osservazione sistematica e quattro ore di osservazione funzionale. Rispettare il proprio turno per parlare, ascoltare in silenzio chi sta parlando senza interromperlo sono state le regole presentate alle classi dalle operatrici e dalle insegnanti in due incontri di due ore ciascuno. Per poter fare in modo che le regole fossero concepite dai bambini come utili a migliorare il loro benessere in classe, le insegnanti hanno fatto visionare un filmato che riprendeva come nella normalità si svolgono le lezioni: per esempio, i bambini si sono potuti rivedere mentre chiacchieravano e mentre cercavano di intervenire senza rispettare il loro turno. Tutto ciò ha permesso, nel secondo incontro, di sottoscrivere un contratto con il quale gli alunni si impegnavano a seguire le regole concordate e le insegnanti, alla fine delle proprie ore, in alcune giornate prestabilite e per dieci settimane consecutive, ad attribuire un punto sulla base del rispetto delle regole da parte della maggior parte del gruppo classe. Alle fine delle dieci settimane, i bambini avrebbero ottenuto un premio al conseguimento di almeno il 70% dei punti totali. Per entrambe le classi è stato scelto, come premio finale, una gita con picnic. In entrambe le classi si è potuta notare una diminuzione delle frequenze dei comportamenti disturbanti, i bambini sono stati favorevolmente influenzati dall assegnazione del punto e dal raggiungimento del premio finale. 2

3 e) Nella pluriclasse di 14 alunni di Santa Croce (2^-5^) è stato realizzato un laboratorio (Laura Dentella e Ilaria Rota) per il potenziamento lessicale. Gli obiettivi erano: Sperimentare il piacere di giocare con le parole; Ampliare il proprio vocabolario; Padroneggiare la struttura della frase; Sviluppare la lingua orale, attraverso il potenziamento delle capacità espressive e comunicative; Imparare a comunicare in modo comprensibile e corretto. Il percorso si è composto di 10 incontri della durata di un ora, per un totale di 10 ore, svolte a partire dal mese di marzo fino a maggio Il laboratorio è iniziato con un incontro in cui sono state proposte attività ludiche per favorire la conoscenza dei bambini tra loro e con le operatrici e per motivarli ad intraprendere il percorso. Successivamente, sono stati proposti esercizi e giochi mirati al consolidamento e/o apprendimento di vocaboli (per esempio tombola dei sinonimi e contrari, gioco della parola intrusa, paroliere, esercizi sul grado di intensità degli aggettivi). In seguito i bambini si sono impegnati in giochi logico-linguistici anche a squadre, quali rebus, cruciverba, cruci-puzzle, anagrammi e acrostici. Infine, si è lavorato sulla struttura della frase e sulle competenze comunicative. A tal proposito sono state proposte attività per aiutare i bambini a comunicare in modo chiaro ed efficace. I bambini hanno partecipato attivamente e con interesse alle attività proposte. Trattandosi di una pluriclasse, le attività erano sempre proposte con grado crescente di difficoltà e cercando di individuare un livello medio di complessità. In generale, il laboratorio si è strutturato come una riflessione sulla lingua e sulla possibilità di giocare con le parole, piuttosto che come un vero e proprio potenziamento lessicale, data la variabilità delle competenze possedute dai partecipanti. Si ritiene che potrebbe essere utile basare queste attività sul lessico che i bambini quotidianamente incontrano nell attività didattica, focalizzando l attenzione su quelle parole che risultano loro particolarmente difficili. f) Nelle classi quinte di San Pellegrino Terme e Santa Croce è stato realizzato un laboratorio sul metodo di studio (Laura Dentella e Ilaria Rota), perché molti ragazzi presentavano problemi nell apprendimento non tanto perché privi delle capacità cognitive di base necessarie, quanto perché mancavano di un atteggiamento adeguato verso l apprendimento e di un metodo di studio flessibile, che li mettesse in grado di affrontare i diversi compiti che la scuola richiede. Gli obiettivi specifici erano: Alimentare la motivazione all apprendimento di un metodo di studio; Aumentare la metacognizione circa le proprie modalità di studio e il proprio processo di apprendimento; Conoscere nuove strategie di studio, provare ad applicarle e riflettere sulla loro utilità; Accrescere la consapevolezza rispetto all organizzazione di tempi e luoghi più idonei allo studio. Il percorso si è composto di 10 incontri della durata di un ora, per un totale di 10 ore per classe ed è stato svolto dal mese di marzo fino a maggio Il percorso è iniziato con un incontro in cui sono state proposte attività ludiche per favorire la conoscenza dei bambini tra loro e con le operatrici e per motivare al miglioramento del proprio metodo di studio. A tal fine è stato proposto ai bambini lo slogan studiare meglio... per studiare meno, per far loro comprendere che l utilizzo di un buon metodo di studio non vuole appesantire il loro lavoro ma, al contrario, facilitarlo, portando ad un utilizzo migliore del tempo e quindi ad un suo risparmio. Successivamente i bambini sono stati aiutati a riflettere sulle strategie che autonomamente mettono in atto quando studiano, attraverso una prova pratica di studio individuale e successivo brainstorming rispetto alle strategie utilizzate. Nella fase centrale del laboratorio sono state presentate ai bambini nuove strategie di studio, accompagnate da esercitazioni pratiche e riflessione sull utilità concreta di quanto sperimentato. Le strategie proposte sono state: sottolineare le parti più importanti del brano solo dopo averlo letto una o più volte, pensare a quali domande l insegnante potrebbe fare per verificare lo studio e provare a rispondere, analizzare tutti gli elementi che compongono il testo (per esempio immagini, didascalie, parole chiave) per anticipare i contenuti del brano, collegare l idea centrale del brano con 3

4 conoscenze personali che si posseggono a riguardo, dividere il brano in sequenze e dare un titolo ad ognuna di esse. Nell ultima parte del percorso si è riflettuto sulla gestione dello spazio e del tempo, aiutando i bambini a comprendere che alcuni elementi dello spazio possono favorire o ostacolare la loro concentrazione e che è importante pianificare ed organizzare il lavoro prima di mettersi all opera. Alla fine di ogni incontro i bambini sono stati invitati a compilare una scheda di riflessione sull attività svolta. Tali schede sono andate a formare per ciascun bambino il Diario del mio apprendimento, che è stato consegnato come promemoria di quanto svolto. I bambini hanno partecipato attivamente e con interesse alle attività proposte, dimostrando una buona capacità di riflessione su quanto sperimentato. Le insegnanti presenti in classe hanno stimolato la partecipazione degli alunni, intervenendo laddove ritenevano utile fare collegamenti con l attività didattica da loro svolta in classe. g) Nelle due classi seconde della scuola secondaria di San Pellegrino Terme è stato realizzato il laboratorio Conoscersi. Primi passi del percorso orientativo (Simone Algisi e Elena Tironi). Il lavoro si è svolto a partire dal 26 marzo fino al 30 aprile Gli incontri si sono svolti durante l orario scolastico con il gruppo classe e in alcuni momenti in presenza del personale docente. Attraverso un percorso di alfabetizzazione emotiva, il progetto aveva lo scopo di lavorare secondo due direzioni: da un lato avviare un processo di consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, dall altro cercare di sviluppare nell adolescente la capacità di saper affrontare e risolvere in modo costruttivo situazioni interpersonali problematiche, insegnando strategie di pensiero fondate su accurate valutazioni delle proprie e altrui azioni che potessero permettere l acquisizione di maggiori competenze nell ambito della gestione dei conflitti, promuovendo nuove ed efficaci modalità relazionali. A livello concreto, poiché in entrambe le classi erano presenti forti problematiche di tipo relazionale tra compagni o tra compagni e insegnanti, si è sviluppato maggiormente un lavoro di problem-solving interpersonale. I primi incontri hanno avuto un carattere prettamente teorico al fine di creare un linguaggio comune che servisse a descrivere l esperienza emotiva. Negli incontri successivi entrambe le classi hanno esplicitato la presenza di conflittualità all interno della classe che sono state affrontate cercando di mettere in luce i comportamenti problematici, i pensieri e le emozioni del singolo e della classe relativamente alla situazione-problema, le conseguenze delle azioni e le proposte circa la possibilità di creare un cambiamento positivo. In una delle due classi i ragazzi hanno riportato episodi di conflittualità con il gruppo insegnanti: oltre ad offrire uno spazio di riflessione e condivisione delle problematiche, si è avviato un dialogo proficuo circa le modalità di fronteggiamento positivo di tali situazioni. La classe ha partecipato attivamente alla definizione di problemi e soluzioni efficaci attraverso modalità di lavoro diversificate (circle-time, role playing, compilazione di schede scritte). Sono emerse inoltre problematiche di isolamento di alcuni compagni. Anche in questo caso la discussione è stata affrontata cercando di offrire uno spazio di ascolto attivo ma anche promuovendo in loro la capacità di saper accettare gli altri, empatizzare con gli stati d animo altrui e proporre soluzioni positive che possano creare un cambiamento nei rapporti tra compagni di classe. L attività di role-playing in particolare (drammatizzazione scenica di alcune situazioniproblema, ripresa della stessa attraverso la videocamera e possibilità di rivedersi e discutere insieme delle situazioni rappresentate) è stata di particolare impatto sulle due classi e ha permesso di lavorare concretamente sulle dinamiche conflittuali presenti. Nell altra seconda, nella quale si rileva la presenza di una ragazza diversamente abile, la conflittualità riportata riguardava prettamente le relazioni tra i membri del gruppo-classe, in particolare è emersa con forza la problematica dell isolamento sociale nei confronti di alcuni compagni ed episodi di forte tensione tra la ragazza disabile e alcuni compagni. Anche in questo caso, attraverso modalità di lavoro differenziate (role playing, circle-time, drammatizzazioni, elaborazione di testi scritti), si è cercato di affrontare tali tematiche offrendo uno spazio di condivisione, ascolto, ma anche di gestione attiva delle strategie utili per il superamento di tali difficoltà in grado di provocare nella classe forti turbamenti. Il gruppo classe, seppur con alcune difficoltà iniziali, ha saputo creare occasioni di scambio utile al cambiamento della situazione: riflettendo sui comportamenti problema, su ciò che causavano tali 4

5 comportamenti, sulle conseguenze reali e su pensieri ed emozioni collegati, sono state condivise le strategie più efficaci per gestire i momenti di tensione in classe. Poiché le problematiche riportate dai ragazzi e dagli insegnanti erano da tempo radicate e causavano grandi difficoltà sia nelle relazioni tra compagni, sia tra compagni e insegnanti e tra insegnanti e genitori, si è ritenuto opportuno programmare un incontro rivolto ai genitori alla presenza degli operatori del Centro, della dirigenza e del corpo insegnante al fine di rendere più espliciti le finalità del progetto e gli obiettivi raggiunti. Si è così offerto uno spazio di comunicazione e dialogo tra scuola e famiglia al fine di rendere esplicita l importanza della collaborazione di entrambe le parti al fine di contribuire alla crescita educativa dei ragazzi. h) Nelle due classi terze della scuola secondaria di San Pellegrino Terme si è realizzato il laboratorio ORIENTA-MENTE, Un percorso di auto-orientamento per una scelta consapevole (Elena Tironi e Simone Algisi). Gli incontri con il gruppo classe si sono svolti durante l orario scolastico e hanno visto una buona partecipazione da parte degli alunni. Attivi e propositivi, gli studenti di entrambe le classi hanno collaborato positivamente tra loro durante i momenti di lavoro in gruppo e si sono lasciati facilmente coinvolgere nei momenti di riflessione e condivisione delle proprie speranze, paure e scelte possibili. Hanno pienamente collaborato a tutte le attività proposte secondo modalità diverse: una classe facilmente coinvolgibile anche ad un livello teorico e astratto, mentre l altra più attivabile in momenti di proposte di lavoro concrete. Attraverso attività di gioco e momenti più riflessivi, gli studenti hanno potuto riflettere sulle variabili importanti da considerare per una scelta consapevole. In una prima fase, dopo aver riflettuto su ciò che si intende per orientamento nel primo incontro, gli studenti hanno analizzato in gruppo alcuni casi di coetanei alle prese con la scelta della scuola superiore, al fine di farli riflettere su quali sono le variabili che fanno propendere per una scelta piuttosto che per un altra. Hanno in seguito riflettuto sulle proprie caratteristiche individuali, sulle proprie attitudini, sui propri interessi scolastici ed extra-scolastici attraverso un lavoro di collage artistico. Attraverso immagini, disegni e fotografie, gli studenti sono stati invitati a pensare alla propria personalità e alle proprie inclinazioni. Dopo questa prima fase, sono state proposte attività mirate alla conoscenza delle tipologie di lavoro presenti sul territorio: dopo aver costruito in piccoli gruppi la traccia di un intervista, gli studenti l hanno somministrata a conoscenti già inseriti nel mondo del lavoro. Tale attività aveva come obiettivo la conoscenza di un mondo del lavoro che implica saperi, competenze che possono essere raggiunti attraverso il raggiungimento di un diploma o di una laurea specifica, e attraverso l esperienza. Inoltre hanno capito quali lavori implicano maggiori competenze manuali e quali più competenze teoriche. Questa attività ha permesso loro di entrare maggiormente in contatto con quel mondo lavorativo che ancora percepiscono lontano, ma con il quale entreranno presto in contatto. La terza parte del percorso ha avuto come obiettivo la conoscenza approfondita delle scuole presenti nella provincia di Bergamo, le competenze che ciascuna richiede, le modalità di raggiungimento delle stesse anche da un punto di vista prettamente logistico, la tipologia di saperi e conoscenze che si propone di trasmettere. Tali attività hanno previsto il coinvolgimento attivo degli studenti nella fase di ricerca delle informazioni: una scelta consapevole non può contemplare la passività, per cui, una volta forniti gli strumenti e le indicazioni, gli studenti si sono impegnati nella ricerca delle informazioni sia a livello informatico, si a a livello esperienziale attraverso la partecipazione agli open day previsti dalle scuole. L ultima parte del lavoro si è concentrata sull indicazione delle novità introdotte dalla nuova riforma. Tale attività è stata particolarmente difficoltosa a causa della frammentarietà delle notizie e sull introduzione della nuova riforma scolastica. Parallelamente alle attività con l intero gruppo classe, è stato attivato uno sportello di counseling per l orientamento scolastico al fine di rispondere in maniera specifica alle esigenze, dubbi e richieste dello studente e della famiglia. Il servizio di sportello ha avuto inizio martedì 17 novembre 2009 ed è terminato il 2 febbraio Tale servizio ha visto una buona partecipazione da parte degli utenti e delle famiglie. Alcuni di loro hanno ripetuto più volte il momento di consulenza. Si delineano in seguito i punti di forma e i punti di debolezza del progetto: Punti di forza: 5

6 - aver condiviso un certo tipo di linguaggio e aver conosciuto ciascuno di loro nell anno precedente ha sicuramente agevolato la prosecuzione del progetto attuale; - buona partecipazione da parte degli studenti; - interesse da parte degli studenti e delle famiglie per il percorso orientativo; - i colloqui individuali hanno permesso di dedicare tempo e spazio privilegiato per lo studente e la famiglia indispensabili per una buona scelta. Punti di debolezza: - frammentarietà delle notizie relative all introduzione della nuova riforma a partire dall anno scolastico ; - necessità di una maggiore condivisione delle attività di orientamento proposte dai docenti e dagli operatori del progetto. 6

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