DELIBERAZIONE N X / 2565 Seduta del 31/10/2014

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1 DELIBERAZIONE N X / 2565 Seduta del 31/10/2014 Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali MARIO MANTOVANI Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI PAOLA BULBARELLI MARIA CRISTINA CANTU' CRISTINA CAPPELLINI ALBERTO CAVALLI GIOVANNI FAVA MASSIMO GARAVAGLIA MARIO MELAZZINI MAURO PAROLINI ANTONIO ROSSI CLAUDIA TERZI Con l'assistenza del Segretario Fabrizio De Vecchi Su proposta dell'assessore Mario Mantovani Oggetto RECEPIMENTO DELL ACCORDO STATO/REGIONI DEL 6/12/2012 (REP. ATTI N. 233/CSR) E ULTERIORI INDICAZIONI IN ORDINE ALLA PREVENZIONE E CURA DELLA MALATTIA DIABETICA Si esprime parere di regolarità amministrativa ai sensi dell'art.4, comma 1, l.r. n.17/2014: Il Dirigente Luca Merlino Il Direttore Generale Walter Bergamaschi L'atto si compone di 13 pagine di cui / pagine di allegati parte integrante

2 PREMESSO che: il diabete è una delle patologie a più ampia diffusione nel mondo, in particolare nei Paesi industrializzati e costituisce una delle più rilevanti e costose malattie sociali della nostra epoca, soprattutto per il suo carattere di cronicità, per la tendenza a determinare complicanze nel lungo periodo e per il progressivo spostamento dell insorgenza verso età giovanili; l assistenza alle persone affette da diabete rappresenta nel mondo, ormai anche nei Paesi in via di sviluppo, uno dei principali problemi di organizzazione dei sistemi sanitari; il diabete è in aumento, sia come incidenza che come prevalenza, è causa di scarsa qualità di vita, determina spesso morte prematura ed è tra le maggiori cause di morte; è la seconda causa di insufficienza renale terminale; è la più comune causa di cecità, di amputazioni non traumatiche e la più comune malattia cronica fra i bambini; nella malattia diabetica il considerevole impatto sociale, economico e sanitario impone la ricerca di percorsi organizzativi in grado di minimizzare il più possibile l incidenza degli eventi acuti o delle complicanze invalidanti che comportano costi elevatissimi, diretti ed indiretti; attualmente, in Italia, vivono almeno tre milioni di persone con diabete a cui si aggiunge una quota di persone, stimabile in circa un milione, che, pur essendo già affette dalla malattia, non ne sono però ancora a conoscenza; le disuguaglianze sociali agiscono fortemente sul rischio diabete: la prevalenza della malattia è, infatti, più elevata nelle classi sociali maggiormente disagiate e tale effetto è evidente in tutte le classi di età; le indicazioni internazionali ed europee Risoluzione ONU 2006 e 2009; Forum di New York 2007; Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Piano d azione ; Consiglio dell Unione Europea (EPSCO) del 2/6/2006; lavori della Commissione Europea su Information to patient ; risoluzioni del Parlamento Europeo del 2011 e del evidenziano la necessità di sviluppare politiche nazionali per la prevenzione, il trattamento e la cura del diabete in linea con lo sviluppo sostenibile dei vari sistemi sanitari, nonché di elaborare strumenti adeguati per il raggiungimento di livelli di assistenza appropriati che abbiano l obiettivo di stabilizzare la malattia e migliorare la qualità di vita del paziente; VISTI: la Legge n. 115 del 16/03/1987 Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito che: considera il diabete come malattia di alto interesse sociale, sia per l'impatto 1

3 sulla vita di relazione della persona, che per le notevoli influenze sulla società e raccomanda di favorire l'inserimento delle persone con diabete nelle attività scolastiche, sportive e lavorative; all'art. 2 dispone che vengano stabiliti con atto di indirizzo e coordinamento, gli interventi operativi più idonei per individuare le fasce di popolazione a rischio diabetico e per programmare gli interventi sanitari su tali fasce; all art. 5 prevede che vengano stabiliti criteri di uniformità validi per tutto il territorio nazionale, relativamente a strutture e parametri organizzativi dei servizi diabetologici, metodi di indagine clinica, criteri di diagnosi e terapia, anche in armonia con i suggerimenti dell'oms; impegna le Regioni a predisporre idonee iniziative dirette a fronteggiare la malattia; il Protocollo d'intesa tra il Ministro della Sanità ed il Presidente del Consiglio dei Ministri del 30/07/1991 che, in attuazione dell'articolo 5 della richiamata legge n. 115/1987, ha definito le azioni più idonee per individuare le fasce di popolazione a rischio diabetico e programmare i relativi interventi e che ha individuato criteri uniformi su tutto il territorio nazionale relativamente a strutture e parametri organizzativi dei servizi diabetologici, metodi di indagine clinica, criteri di diagnosi e terapia della malattia diabetica; il Piano Sanitario Nazionale che al punto Il diabete e le malattie metaboliche evidenzia l opportunità di attivare programmi di prevenzione primaria e secondaria con l obiettivo di ridurre i tassi di ospedalizzazione ed i tassi di menomazione permanente, nonché strategie per migliorare la qualità di vita dei pazienti, attraverso programmi di educazione ed informazione sanitaria; il Piano Nazionale della Prevenzione che considera, quali aree di intervento prioritarie, le complicanze del diabete e prevede la realizzazione di progetti regionali basati su linee operative messe a punto dal Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM) e finalizzati, appunto, a prevenirne le complicanze tramite l'adozione di programmi di gestione integrata della patologia sull'esempio del disease management e/o del chronic care mode. In questo contesto metodologico si colloca il progetto IGEA dedicato all Integrazione, gestione e assistenza per la malattia diabetica a cui ha partecipato, tra gli altri, Regione Lombardia; il Piano Sanitario Nazionale che al fine di incrementare l adesione del paziente ai protocolli diagnostici terapeutici, dichiara che lo Stato e le Regioni hanno concordato sull attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione che prevede, tra l altro, l iscrizione dei pazienti diabetici in appositi registri e 2

4 l integrazione in rete delle strutture territoriali deputate alla prevenzione e alla gestione del paziente diabetico; il Piano Nazionale della Prevenzione che definisce i seguenti obiettivi : individuare precocemente la malattia nella popolazione a rischio aumentato, secondo criteri e caratteristiche di appropriatezza; predisporre protocolli per il controllo e la gestione integrata del diabete, secondo criteri di evidenza di efficacia e analisi costi-benefici, anche con riguardo alla fornitura di presidi per il monitoraggio della glicemia; definire percorsi assistenziali con particolare riguardo all'appropriatezza del ricovero o trattamento ambulatoriale, della gestione da parte del medico di assistenza primaria o specialistica e dell'educazione terapeutica dei pazienti, considerando anche la frequente presenza di comorbosità; valutare, per ciascuna Regione, la rete assistenziale per l'acuzie e la cronicità e introdurre criteri di standardizzazione e razionalizzazione; favorire l'implementazione di sistemi informativi e banche dati che facilitino la gestione e la valutazione dei programmi; il Piano Sanitario Nazionale che pone il diabete fra le priorità per il Sistema Sanitario Nazionale, insieme ad altre malattie croniche non trasmissibili; VISTA la legge regionale n. 33/2009 Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità e s.m.i. che abroga e sostituisce la precedente legge regionale n. 8/1992 e che detta norme in materia di diabete nel Titolo IV - Capo IV Prevenzione e cura del diabete mellito, in particolare: istituisce un sistema di prevenzione e cura del diabete mellito in attuazione della Legge n. 115/1987, strutturato su 4 livelli: - Centro di Riferimento Regionale per il diabete; - Unità Operativa di diabetologia; - Sezioni specialistiche di diabetologia; - Cure primarie a livello di distretto; elenca, fra le finalità del sistema, la promozione della profilassi delle malattie diabetiche e l educazione sanitaria dei diabetici e delle loro famiglie; assicura la formazione ed educazione permanente rivolta ai malati diabetici, secondo modalità definite dalle competenti strutture. Ogni Unità Operativa o Sezione specialistica cura la partecipazione dei pazienti e dei famigliari a momenti educativi; RICHIAMATE: la d.g.r. n. VI/48301 del 21/2/2000 Indirizzi funzionali ed organizzativi per la 3

5 prevenzione e la cura del diabete mellito che fornisce linee guida diagnostico-terapeutiche per la prevenzione e cura del diabete e delinea un modello organizzativo che prevede una forte integrazione tra equipe diabetologica e Medico di Medicina Generale (MMG), con adozione del Disease Management come strumento di analisi del percorso assistenziale; la d.g.r. n. VII/8678 del 9/4/2002 Definizione delle procedure per la gestione integrata del paziente diabetico che ribadisce l importanza della gestione integrata attraverso un approccio globale alla malattia misurato con indicatori di qualità, sia per il MMG, che per il Centro Diabetologico; la d.g.r. n. VIII/217 del 27/06/2005 Determinazioni inerenti il Piano Regionale della Prevenzione Attiva ai sensi dell intesa fra il Governo, le Regioni e Province Autonome del 23 marzo 2005 che: pianifica e programma, per il triennio , gli interventi di prevenzione ed, in particolare per quanto riguarda la patologia diabetica, fornisce indicazioni relativamente ai percorsi da adottare per rendere operativi gli indirizzi contenuti negli atti di programmazione regionale sulla gestione integrata del diabete; identifica le ASL e le AO quali responsabili del monitoraggio della qualità dell assistenza che deve essere effettuata tramite dati epidemiologici di popolazione, analisi dei consumi (farmaci, ricoveri, specialistica ambulatoriale ecc.) e attraverso indicatori che permettano di valutare la corretta applicazione dei Percorsi Diagnostico Terapeutici (PDT) da parte degli operatori sanitari (MMG e CDO Centri Diabetologici Ospedalieri); la d.g.r. n. VIII/1258 del 30/11/2005 Prevenzione attiva del diabete mellito e delle sue complicanze: Piano Regionale di dettaglio ai sensi della d.g.r. n. VIII/217 del che: recepisce le indicazioni nazionali ed internazionali, affermando la necessità di identificare requisiti di qualità per le prestazioni erogate, definiti e misurabili attraverso indicatori di processo e di risultato, non solo per garantire un adeguato livello delle cure, ma anche per garantire il mantenimento dell appropriatezza dei percorsi di presa in carico ed un coerente uso delle risorse; identifica i soggetti (Regione ed ASL) che, all interno del Sistema Sanitario Regionale, devono contribuire alla realizzazione della gestione integrata del diabete e ne definisce i rispettivi ruoli; la Circolare 30/SAN 2005: Linee guida sul diabete giovanile per favorire l inserimento del bambino diabetico in ambito scolastico ; 4

6 RICHIAMATA, in particolare, la d.g.r. n. X/888 del 31/10/2013 Proposta di accordo con le farmacie per l erogazione di ausili e presidi per il controllo della glicemia per i pazienti diabetici nelle more della definizione delle gare da parte di ARCA per la relativa fornitura e distribuzione che consentirà, per i prossimi 3 anni agli oltre lombardi affetti da diabete, di recarsi in qualsiasi farmacia del territorio regionale e ritirare gratuitamente il kit di autocontrollo della glicemia in ottemperanza al principio che l autocontrollo del malato rappresenta un importantissimo supporto alla terapia che permette al paziente e al medico il raggiungimento e la verifica costante di molti obiettivi clinici ed educativi. Infatti, l automonitoraggio della glicemia è parte integrante della cura del paziente diabetico; i suoi risultati vengono utilizzati dallo stesso paziente e dal personale sanitario per valutare l efficacia della terapia, per personalizzare la dieta, l attività fisica e la somministrazione dei farmaci, in modo da ottenere e mantenere nel tempo un adeguato controllo metabolico e raggiungere un miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete, contribuendo a ridurre, in ultima analisi, i costi per il Sistema Sanitario; RICHIAMATI in particolare i seguenti atti di programmazione sanitaria; il Piano Socio Sanitario Regionale approvato con d.c.r. n. VII/462 del 13/03/2002 che prevede, nell ambito delle linee di intervento prioritario, tra gli obiettivi di salute e di benessere sociale, il controllo e la cura delle malattie ad ampio impatto sociale, tra le quali il diabete, patologia ad elevata morbilità e mortalità; il Piano Socio Sanitario Regionale approvato con d.c.r. n. VIII/257 del 26/10/2006, che, nel capitolo Le linee di intervento prioritario : riconosce la necessità di aumentare la sistematicità ed il coordinamento della gestione dei pazienti diabetici da parte dei MMG e delle strutture diabetologiche ospedaliere, integrando le competenze di primo e secondo livello, anche attraverso la creazione di reti di patologia; ritiene fondamentale l interazione di diverse professionalità per la prevenzione e la cura delle complicanze diabetiche ed a tal fine, promuove il coinvolgimento di tutte le professionalità, dai MMG ai medici specialisti ospedalieri ed ambulatoriali, valorizzando anche il contributo delle associazioni dei pazienti diabetici; il Piano Socio Sanitario Regionale approvato con d.c.r. n. X/88 del 17/11/2010 che: riconosce come l area della cronicità, in progressiva crescita, è senza dubbio il tema meritevole di maggiori attenzioni in quanto rappresenta più della metà del fabbisogno di servizi e di assorbimento di risorse; sottolinea l opportunità di utilizzare strutture territoriali che consentano la 5

7 gestione integrata della cronicità sul territorio per quelle fasi della patologia cronica che non necessitano del potenziale diagnostico e terapeutico dell ospedale per acuti; sottolinea l importanza del ruolo del MMG, i quali rappresentano lo snodo organizzativo in grado di garantire la migliore adesione ai percorsi diagnostico-terapeutici, sia in termini di compliance con le terapie farmacologiche, sia in termini di tempestiva effettuazione delle diagnostiche di monitoraggio; ribadisce la continuità del processo di diagnosi e cura programmato in filiera domicilio territorio ospedale territorio domicilio, per la gestione delle patologie della cronicità; RICHIAMATE, inoltre, le seguenti determinazioni annuali in ordine alla definizione delle regole di gestione del Sistema Sanitario Regionale: d.g.r. n. VIII/1375 del 14/12/2005 Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l esercizio 2006 che ribadisce l importanza di definire operativamente le attività di prevenzione da condurre nelle diverse aree del territorio e l importanza delle azioni dirette alla gestione integrata del diabetico che devono contemplare una forte integrazione tra MMG e Specialista; d.g.r. n. VIII/3776 del 13/12/2006 Determinazione in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario regionale per l esercizio 2007 la quale indica, per quanto riguarda la prevenzione, diagnosi e cura della patologia diabetica, l attuazione da parte delle ASL nel corso del 2007, della gestione integrata del paziente diabetico con l utilizzo di specifici indicatori definiti a livello regionale; d.g.r. n. VIII/8501 del 26/11/2008 Determinazione in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l esercizio 2009 che: sottolinea l interesse per alcuni aspetti peculiari relativi alla gestione del paziente diabetico, ovvero l uniformità delle prescrizioni e dei percorsi di assistenza e l identificazione delle specificità della rete diabetologica; stabilisce il proseguimento della raccolta di indicatori di risultato relativamente alla gestione integrata dei pazienti diabetici attuata nel 2008; d.g.r. n. VIII/10804 del 16/12/2009 Determinazione in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l esercizio 2010 che: indica la prosecuzione per tutto il 2010, dell attività di raccolta ed analisi degli indicatori da parte delle ASL; indica il consolidamento della gestione integrata dei pazienti affetti da 6

8 malattie del metabolismo tra gli operatori della Primary Care e la rete dei servizi specialistici di diabetologia e malattie del metabolismo; d.g.r. n. IX/937 dell 1/12/2010 Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l esercizio 2011 che, prevede di implementare sperimentalmente il CReG (Chronic Related Group), quale innovativa modalità di presa in carico dei pazienti affetti da malattie croniche che consente di garantire l insieme dei servizi extra-ospedalieri necessari per una buona gestione clinico-organizzativa delle patologie croniche (prevenzione secondaria, follow-up, monitoraggio della persistenza terapeutica, specialistica ambulatoriale, protesica, farmaceutica); d.g.r. n. IX/1479 del 30/03/2011 Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l'esercizio II Provvedimento di aggiornamento in ambito sanitario che fornisce, ulteriori indicazioni per l implementazione del CReG; d.g.r. n. IX/4334 del 26/10/2012 "Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale per l'esercizio 2013" che prevede di proseguire nel 2013 la sperimentazione CReG; d.g.r. n. X/1185 del 20/12/2013 Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l'esercizio 2014 che stabilisce l ulteriore prosecuzione della sperimentazione CReG nelle 5 ASL individuate (Bergamo, Como, Lecco, Milano e Milano 2) attraverso il follow-up attivo della coorte di pazienti già arruolati, con l obiettivo di valutare l impatto della presa in carico in base ad indicatori di qualità e di salute, nonché in base ai consumi e alla spesa sanitaria; DATO ATTO che la d.g.r. X/1465 del 06/03/2014, dà attuazione a quanto stabilito dalla d.g.r. n. X/1185/2013 impegnando le ASL di Bergamo, Como, Lecco, Milano e Milano2 a proseguire la sperimentazione CReG attraverso il follow-up attivo della coorte dei pazienti già arruolati e istituendo un Comitato Regionale finalizzato al monitoraggio della sperimentazione; DATO ATTO che Regione Lombardia ha partecipato a programmi ministeriali di ricerca sanitaria e a progettualità/studi nazionali in tema di diabete che qui vengono elencati: Studio QUADRI : nel corso del 2004, l Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha coordinato lo studio epidemiologico QUADRI (QUalità dell Assistenza alle persone Diabetiche nelle Regioni Italiane), con l obiettivo di fornire un immagine della qualità e delle modalità dell assistenza dal punto di vista dei pazienti diabetici. In particolare, lo studio si è focalizzato sui seguenti parametri: 7

9 caratteristiche sociodemografiche delle persone con diabete in Italia frequenza delle complicanze e i relativi fattori di rischio modelli di assistenza e follow-up clinici aderenza alle linee guida in uso in Italia conoscenze sulla malattia misure comportamentali e terapeutiche intraprese dai pazienti per controllare la malattia, la loro percezione sulla qualità dell assistenza erogata e il grado di informazione sui propri diritti; Progetto IGEA: il Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM) e l'istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno predisposto, a partire dal 2006, il progetto IGEA con l obiettivo di ottimizzare i percorsi diagnostici e terapeutici, ponendo il paziente e non il sistema, al centro dell organizzazione assistenziale e operando attraverso la realizzazione di un modello che: garantisca interventi efficaci per la totalità dei diabetici attui gli interventi secondo i principi della medicina basata sulle prove assicuri la possibilità di misurare sia la qualità delle cure, che il miglioramento degli esiti assicuri la possibilità di attivare gradualmente un modello di assistenza su tutto il territorio nazionale, tenendo conto delle diverse realtà territoriali, ma garantendo comunque, uniformità negli interventi. Regione Lombardia nell ambito del progetto IGEA, ha realizzato un insieme di azioni volte a favorire il miglioramento dell assistenza al paziente diabetico attraverso il consolidamento, nelle singole ASL, del modello organizzativo di gestione integrata e attraverso il monitoraggio e la valutazione degli interventi su scala regionale; Progetto RADICI: nell ambito del programma di ricerca sanitaria finalizzata 2004, in attuazione degli articoli 12 e 12 bis del D.lgs n. 502/1992 e s.m.i. il Ministero approva il progetto RADICI - Reti A Diversa Intensità di Cura Integrate con i seguenti obiettivi: censire programmi e modelli di assistenza valutare le esperienze di assistenza definendo criteri e indicatori di misurazione uniformi e confrontabili creare un modello di rete per l erogazione di servizi sanitari secondo differenti livelli di intensità di diagnosi e cura applicare il modello attraverso percorsi-tipo definire una tariffazione sperimentale per i percorsi-tipo che verranno identificati; 8

10 DATO ATTO che Regione Lombardia dopo avere delineato i criteri organizzativi e fornito linee di indirizzo alle ASL per l appropriatezza dell approccio globale alla malattia diabetica, ha realizzato un intensa attività di monitoraggio iniziata nel 2003, al fine di riscontrare a livello territoriale, il grado di attuazione della gestione integrata; DATO ATTO che Regione Lombardia Direzione Generale Salute, attraverso i documenti dal titolo: La gestione integrata del diabetico nelle ASL lombarde. Dati 2007, pubblicato nell ottobre del 2009; La gestione integrata del diabetico nelle ASL lombarde. Dati Confronto dati , pubblicato nel novembre 2011; La gestione integrata del diabetico nelle ASL lombarde Dati 2009 pubblicato nell agosto 2012, ha definito un quadro globale e condiviso di informazioni sulla patologia diabetica e sulla sua gestione, come esito della raccolta di un set di indicatori di monitoraggio, relativi all anno 2007, 2008 e 2009, richiesti alle ASL e alle Strutture di ricovero accreditate; DATO ATTO che dalla complessa e articolata attività di monitoraggio e verifica testé menzionata, si è rilevato che l assistenza diabetologia in Lombardia ha raggiunto ragguardevoli livelli in relazione sia agli standard nazionali, che internazionali e che tutte le ASL lombarde hanno attuato esperienze o programmi di gestione integrata del diabete con una sostanziale uniformità di indicazioni operative, in coerenza con le indicazioni programmatiche regionali; EVIDENZIATO che Regione Lombardia ha da sempre affrontato le tematiche della prevenzione e dell approccio diagnostico-terapeutico della malattia diabetica, attraverso l apporto tecnico-scientifico di Gruppi di Lavoro altamente qualificati composti da professionisti e associazioni di pazienti, in particolare: Gruppo di lavoro per la predisposizione di un documento che definisca gli strumenti per la trasferibilità nella pratica degli indirizzi di gestione integrata del paziente diabetico, in attuazione delle d.g.r. 21 febbraio 2000 n e 9 aprile 202 n 8678 costituito con decreto della DG Sanità (ora DG Salute) n 8219 del 21/05/2003; Gruppo di lavoro prevenzione diagnosi e cura della patologia diabetica costituito con decreto DG Sanità n del 17/10/2005 con i seguenti obiettivi: 1) definire gli strumenti per valutare la trasferibilità nella pratica clinica degli indirizzi di gestione integrata del diabetico; 2) definire le procedure di 9

11 monitoraggio; Gruppo di Approfondimento tecnico (GAT) Diabete attivato con nota del Direttore Generale della DG Sanità del 26/02/ prot. H con i seguenti obiettivi: 1) uniformità delle prescrizioni; 2) percorso di assistenza diabetologica al paziente fragile; 3) razionalizzazione della rete diabetologica; VISTO l Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano del 6/12/2012 sul documento recante Piano sulla malattia diabetica, (Rep. Atti n. 233/CSR) che: sottolinea il valore imprescindibile della prevenzione primaria per salvaguardare la salute e la sostenibilità del sistema per ridurre il peso della malattia con un miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete e per ridurre, infine, i costi per il Sistema Sanitario: afferma l importanza di un approccio multidisciplinare e multiprofessionale; illustra le principali vie per affrontare le problematiche relative alla malattia, individuando obiettivi centrati prioritariamente sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce, sulla gestione della malattia e delle complicanze, sul miglioramento dell assistenza e degli esiti; disegna un modello razionale di assistenza, da adottare da parte delle Regioni italiane per aggiornare i propri approcci di assistenza che consente, in un ottica di razionalizzazione delle risorse, di ridurre i costosi ricoveri dovuti a scompensi glicemici e a complicanze; prevede, in un cambiamento di paradigma assistenziale, un passaggio dal curare al prendersi cura : la necessità di ricercare differenti e nuovi equilibri in cui la persona, e non la malattia, sia al centro del percorso assistenziale; individua le modalità per perseguire buoni risultati nell assistenza ed evidenzia la necessità di implementare i Livelli Essenziali di Assistenza secondo le priorità di salute delle persone con diabete nel rispetto delle evidenze scientifiche, dell Health Technology Assessment, dell appropriatezza delle prestazioni e della condivisione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA); individua, quali elementi essenziali, l organizzazione e la corretta allocazione delle risorse umane e strutturali per sviluppare linee di lavoro che portino all integrazione fra ospedale e territorio, alla salvaguardia della funzione della rete specialistica e alla rivalutazione del ruolo del Medico di Medicina Generale (MMG) e del Pediatra di Libera Scelta (PLS), nonché di tutti gli altri interlocutori sanitari i quali devono migliorare le loro conoscenze per fornire appropriate indicazioni ed assumere, ove necessario, comportamenti in grado di garantire anche un supporto psicosociale; 10

12 sottolinea il ruolo del Volontariato, che è interlocutore stabile nelle attività di programmazione e verifica e che, attraverso specifici processi di qualificazione, può divenire partner per lo sviluppo di programmi e attività di informazione/educazione dei pazienti e dei caregiver; DATO ATTO che, l Accordo di cui trattasi, stabilisce che le Regioni si impegnano a recepire con propri provvedimenti il "Piano sulla malattia diabetica" e a dare attuazione ai suoi contenuti nei rispettivi ambiti territoriali nel rispetto dei modelli organizzativi e operativi delle singole Regioni e delle specificità dei contesti locali; RITENUTO, pertanto, di recepire i contenuti dell Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano del 6/12/2012 (Rep. Atti n. 233/CSR) concernente il Piano sulla malattia diabetica ; EVIDENZIATO che Regione Lombardia, attraverso la propria programmazione sanitaria e attraverso i provvedimenti di attuazione e le iniziative sopra richiamate, ha attivato già da anni, un approccio globale e integrato alla malattia diabetica che si pone coerentemente nel solco culturale e metodologico del Piano nazionale; EVIDENZIATO, inoltre, che l approccio di Regione Lombardia nei confronti della gestione della malattia diabetica, ha anticipato l impostazione del Piano diabete e che la costante azione di governo regionale, ha già prodotto un elevato grado di realizzazione delle indicazioni nazionali, anche mediante l avvio della sperimentazione del CREG (Chronic Related Group) quale nuovo modello organizzativo per coordinare e integrare i servizi extra-ospedalieri a favore dei pazienti cronici; DATO ATTO che il GAT Diabete sopra menzionato, ha il compito di elaborare ulteriori documenti tecnici a supporto della definizione di percorsi diagnostico-terapeuticoassistenziali, nonché linee guida per il costante miglioramento di percorsi organizzativi finalizzati allo sviluppo della rete dei professionisti delle diverse strutture sanitarie, per una corretta presa in carico globale del paziente diabetico in una prospettiva di appropriatezza, continuità assistenziale e integrazione tra la medicina territoriale e quella specialistica; RITENUTO di dare mandato alla DG Salute di validare e approvare con propri successivi provvedimenti, i documenti tecnici elaborati dal GAT Diabete, coerenti con le indicazioni programmatiche del Piano Nazionale sulla malattia diabetica del 11

13 quale ne costituiscono un ulteriore attuazione e sviluppo; RITENUTO di disporre la pubblicazione del presente provvedimento sul sito web della DG Salute; VAGLIATE e fatte proprie le predette considerazioni; A VOTI UNANIMI espressi nelle forme di legge; DELIBERA 1) di recepire i contenuti del Piano sulla malattia diabetica, approvato con l Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano del 6/12/2012 (Rep. Atti n. 233/CSR); 2) di dare mandato alla DG Salute di validare e approvare con propri successivi provvedimenti, i documenti tecnici elaborati dal Gruppo di Approfondimento Tecnico (GAT) Diabete coerenti con le indicazioni programmatiche del Piano Nazionale sulla malattia diabetica del quale ne costituiscono un ulteriore attuazione e sviluppo; 3) di disporre la pubblicazione del presente provvedimento sul sito web della DG Salute. IL SEGRETARIO FABRIZIO DE VECCHI 12

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