IL CLUB. In questo numero. Editoriale pag. 3

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2 IL CLUB Anno XIX n. 110 (gennaio/febbraio 2011) Bimestrale di informazione per i soci del Club Plein Air BdS Pubblicazione periodica a circolazione interna inviata anche ad altre associazioni di campeggio e alla stampa Responsabile editoriale Maurizio Karra Associazione dei camperisti e degli amanti del plein air del Rapporti associativi con Redazione Mimma Ferrante, Giangiacomo Sideli e Alfio Triolo Hanno collaborato a questo numero Emanuele Amenta, Luigi Fiscella, Enza Messina, Larisa Ponomareva, Giuseppe Eduardo Spadoni e Pasquale Zaffina In questo numero Editoriale pag. 3 Vita del Club Fra auguri e ceramiche d arte 4 Un brindisi lungo un anno 9 Passando da Caltagirone 12 Un tuffo nel medioevo 13 Sede sociale Via Rosolino Pilo n Palermo Tel Internet: info@pleinairbds.it Facebook: pages/club-plein-air- BdS/ Comitato di Coordinamento Maurizio Karra (Presidente); Giangiacomo Sideli (Vice Presidente); Pippo Campo, Massimiliano Magno, Luigi Pastorelli, Giovanni Pitré ed Elio Rea (Consiglieri); Emanuele Amenta, Rossella Costanza Romano, Mimma Ferrante, Pietro Messina, Marcello Oddo, Vittorio Parrino e Alfio Triolo (Collaboratori) Collegio sindacale Luigi Fiscella (Presidente); Sergio Campagna e Adele Crivello (Componenti) Collegio dei Probiviri Rino Tortorici (Presidente); Giuseppe Carollo e Pietro Inzerillo (Componenti) Tecnica e Mercato Parliamo di tecnica 16 Compatto e innovativo 17 No limits 20 Viaggi e Turismo Il nostro viaggio in Russia 22 Il fascino segreto delle Alpi 27 Terra di Sicilia Le fortezze medievali del trapanese 34 Il castello di Calatabiano 37 La leggenda di Ciane 38 Rubriche Terza pagina 40 Viaggiare in modo responsabile 42 Il mio camper 43 Musica in camper 55 Riflessioni 46 Cucina in camper 46 Internet, che passione 47 News, notizie in breve 49 L ultima parola 52 In copertina Fiori sul lago Annecy (Francia) Foto di Maurizio Karra Questo numero è anche on-line sul nostro sito Internet IL CLUB n. 110 pag. 2

3 I Editoriale l settore dei viaggi e del turismo è stato uno di quelli che ha tenuto banco nel mondo dell editoria per decenni. Non parlo solo delle pubblicazioni specifiche, come carte stradali e guide dedicate da case editrici specializzate (come TCI, Loney Planet, Michelin, ecc.) a nazioni o regioni, ma parlo anche di tutte quelle riviste che hanno fatto sognare tanti di noi già ammirandone la copertina quando passavamo davanti a un edicola. Pleinair, Autocaravan, Camper & Caravan, In Camper, Turismo all aria aperta, Viaggiare in camper...; e poi TuttoTurismo, Gente Viaggi, Qui Touring, Viaggi e sapori, Meridiani, Airone, Dove, Week-end, Bell Italia, Bell Europa, Viaggiare : potrei scrivere righe su righe solo per citare il nome dei mensili di turismo, specializzati e non, che hanno fatto la storia in questi anni del giornalismo italiano di settore. Diciamo pure che per anni non solo c è stato l imbarazzo della scelta da parte dei lettori, ma forse c è stata anche un euforia da parte degli editori (anche persone senza esperienza) nel gettarsi nella mischia, nel proporre una nuova rivista magari con articoli targetizzati in modo specifico per specifici lettori; questo ha causato la proliferazione delle riviste per camperisti, per enoturisti, per cicloturisti, per viaggiatori snob in cerca solo di hotel di charme, per naturalisti, ecc.. Tutto è andato bene fin quando i primi venti di crisi non hanno iniziato a soffiare. Ma ben presto ai venti sono seguiti gli uragani e in pochi anni, in effetti, tutto è cambiato e sta continuando a cambiare nel mondo dell editoria (e non solo, com è ovvio, in quella dedicata al turismo): la crisi economica ha dato la spallata finale alla spietata concorrenza delle testate fra loro e la carta stampata ha trovato sempre più filo da torcere nelle potenzialità straripanti della rete, all interno della quale siti web specializzati, giornali on line, blog e community di viaggiatori si mescolano in una guazzabuglio nel quale i motori di ricerca di Internet riescono comunque sempre a trovare il bandolo della matassa e a fornire a chiunque i risultati desiderati. Che bisogno c è, quindi, di andare in edicola ad acquistare una rivista se gratuitamente e da casa puoi soddisfare curiosità o voglia di leggere o l esigenza di trovare informazioni utili solo utilizzando il tuo computer? E d altronde, che bisogno c è di andare in un agenzia di viaggi o in un agenzia marittima a prenotare o acquistare un tour, un biglietto aereo o di un traghetto, se tutto questo ormai lo puoi fare da casa e pure risparmiando soldi? E ovvio che sono in crisi le redazioni giornalistiche, gli editori, così come le agenzie di viaggio. Insomma, se è vero che dopo questa crisi nulla rimarrà com era, anche in questo mondo sicuramente tutto è cambiato (e cambierà ancora). Con che risultati? Hanno finito col chiudere grandi tour operator come I Viaggi del Ventaglio, sono entrate in crisi compagnie aeree e marittime (pensate all Alitalia o negli USA a PanAm e TWA ormai chiuse, a Tirrenia e Siremar, ecc.) e non dovrebbero essere in crisi i giornali di turismo? Se a chiudere, pochi mesi fa, è stato perfino il mensile TuttoTurismo, che per decenni è stato il più blasonato in Italia (io ho a casa, meticolosamente raccolti e archiviati, tutti i numeri nel tempo pubblicati!), se un altro mensile famoso come Gente Viaggi non è più pubblicato su carta ma solo sul web e se anche Turismo all aria aperta ha comunicato il passaggio al web, se perfino Bell Italia e Bell Europa che escono ancora in edicola da parecchio lo fanno con un numero di pagine che fa sorridere, capirete che davvero lo tsunami sta devastando tutto e tutti. Francamente, anche come giornalista, mi vengono i brividi e non so cosa pensare. Io per primo sono un grande navigatore della rete e sfrutto IL CLUB n. 110 pag. 3 ogni angolo del web per reperire informazioni per un viaggio o per un semplice week-end (anche in favore del nostro Club); ma cerco di valutare con serenità se un diario di viaggio di un camperista sia affidabile oltre che interessante dal punto di vista dei contenuti o se invece sia più o meno inutile (cosa che ovviamente può accadere anche per un articolo scritto da un giornalista iscritto all albo professionale, ma ovviamente è molto più raro che accada). Cosa voglio dire? Quante volte vi sarà capitato di leggere un diario di viaggio su internet o anche su AutoCaravan (nella sezione dei diari dei lettori, dove almeno già sono selezionati dalla redazione); e quante volte sarete rimasti delusi dalla mancanza di informazioni vere (concrete, che possono essere utili a tutti), mentre le pagine del diario sono piene di aneddoti personali di chi scrive, inutili per chiunque altro? Ovviamente ci deve pur essere una differenza fra un giornalista (di turismo o di altro) e uno che non scrive per professione. Anche se a volte capita di leggere cose scritte da non giornalisti che sono fantastiche e, al contrario, articoli di giornalisti anche famosi che straparlano senza dire nulla... L esperienza maturata con questo nostro bimestrale, giunto al suo 19 anno di vita, mi rincuora: noi abbiamo una redazione vera e tanti nostri soci, pur non essendo giornalisti, hanno imparato pian piano a scrivere proprio come veri giornalisti, puntando a essere utili a chi legge, interessanti nei contenuti, arricchendo i testi con belle immagini. E chi impagina e partorisce ogni numero de IL CLUB ha lavorato in tutti questi anni con grande soddisfazione non per un compenso ma solo per il piacere di farlo e di condividere con gli altri le varie esperienze. E ovvio che un editore non può operare senza fini di lucro, né un giornalista che lavora in una redazione può lavorare gratis. Ma, anche con tutto il potenziale di Internet di cui ormai non potremmo fare a meno, pensate che se non ci fossero più i giornali e le riviste, il nostro mondo sarebbe lo stesso? Io onestamente non lo credo, e mi viene l angoscia a pensare a un mondo che riesca a fare a meno della carta; o peggio della lettura. Maurizio Karra

4 Fra auguri e ceramiche d arte Serenità e armonia hanno contraddistinto il week-end prenatalizio del nostro Club fra Castel di Tusa e Santo Stefano di Camastra, un week-end nel quale ci siamo scambiati gli auguri per l imminente Natale nel corso della cena sociale di fine anno presso il ristorante Da Giannino, dove gli ottimi piatti hanno fatto da contraltare alle splendide ceramiche della cittadina e agli spazi emozionali del particolarissimo Atelier sul mare di Castel di Tusa L anno che si è chiuso, il 2010, è stato decisamente un anno pieno di colpi di scena, di mutamenti, in poche parole di transizione, che hanno toccato l aspetto sociale, economico e spesso anche lavorativo delle famiglie, portando un carico di novità non sempre positivo; in questo clima incerto i problemi sembrano aumentare a dismisura, grazie ad un contesto sociale in grado di dare ben poche certezze, ed è con sincero piacere che invece all interno del nostro Club si assiste ad una inversione di tendenza, dato che l anno si è concluso in un clima di serenità ed armonia che non può passare inosservato. E chi ha partecipato al raduno di Santo Stefano di Camastra, propiziato anche da un tempo atmosferico bellissimo e ben lontano dalle nevicate impietose che si sono abbattute sul nord Italia e su mezza Europa, si è accorto ampiamente della piacevolissima atmosfera che ha permeato tutto il week-end, tra scoperte artistiche, gioia di vivere L incontro dei nostri soci con Antonio Presti, l ideatore dell Atelier sul Mare di Castel di Tusa; in basso una delle tante camere dell hotel-museo IL CLUB n. 110 pag. 4 e mangiate pantagrueliche che hanno fatto da sottofondo allo scambio di auguri per le imminenti festività natalizie. Ma andiamo per ordine: l appuntamento per la carovana di camper partecipanti al raduno era la mattina di sabato 18 dicembre sul suggestivo lungomare di Castel di Tusa, lungo il litorale messinese; qui, dopo i saluti di rito e il pranzo di magra consigliato nel programma (in previsione dell abbondante cena prevista per la sera), si è dato il via alla visita di un autentica chicca, l hotel Atelier sul mare, un albergo-museo di arte contemporanea unico al mondo. Tra le mura di questa eclettica costruzione voluta da Antonio Presti alberga l utopia dell arte, grazie alla presenza di 20 delle 40 camere disponibili che sono state trasformate in capolavori unici, frutto del talento e dell ispirazione di artisti internazionali, sotto la regia di Presti, ispiratore anche della vicina Fiumara d Arte, il parco di sculture di arte moderna all aperto più grande d Europa. Così, all interno dell hotel, cultura, paesaggio e arte si fondono per far vivere ai visitatori l indimenticabile emozione dell arte vissuta come un sogno; in questo modo si può passare la notte all interno di un museo per addormentarsi dentro un opera d arte, entrando a farne parte. Ed è davvero un esperienza unica penetrare all interno di questi spazi emozionali, vivendo una nuova dimensione dello spirito ed immergendosi nella pura creatività che dà vita ad un universo onirico. E un luogo dove il viaggio comincia tra le sale incantate della struttura, lungo le scale, dentro le stanze, in un crescendo di stupore e di meraviglia. Si susseguono davanti agli occhi stupefatti dei visitatori la hall, un antro foderato di carta stampata, che mostra gli articoli nazionali ed internazionali dedicati a Fiumara d Arte, lo splendido hamman mediorientale di Sislej Xhafa, il bianco assoluto del Nido

5 Ancora due immagini dell hotel-museo di Castel di Tusa: ogni camera, realizzata con la collaborazione di alcuni dei più grandi artisti internazionali, è essa stessa un opera d arte unica di Paolo Icaro, con un letto irreale, immenso, a galla sul mare, la Camera del profeta, dedicata a Pier Paolo Pasolini, dalle suggestioni mediorientali e dai muri di terra e paglia su cui si inseguono caratteri arabi, l isola celeste della Linea d ombra, con un letto immenso lambito dalla vasca da bagno che si affaccia sul mare e così via lungo una carrellata di sogni trasformati in realtà. E dall originale struttura, che ingloba anche un laboratorio di ceramica, si esce con la sensazione di risvegliarsi da un sogno, reso possibile ancora una volta dal nostro camper che ci permette di scoprire incredibili tesori anche a pochi chilometri da casa. Non è stato facile concludere questa visita affascinante, ma eravamo a Santo Stefano di Camastra dall Assessore Fausto Pellegrino e dalla signora Caterina Palmisano, responabile dell Ufficio Turistico del Comune, che ci hanno dato il benvenuto insieme alla guida Pippo Bianca - che è poi stata un autentico angelo custode nel corso della successiva visita della cittadina - e alla Polizia Municipale che ci attendeva per accompagnarci nel vasto spazio di parcheggio a noi riservato. Il tempo di sistemare i camper e subito hanno avuto inizio le esplorazioni dell abitato, costruito presso la costa lungo le terre del duca di Camastra in seguito ad una rovinosa frana che nel 1682 distrusse il precedente insediamento; la nuova pianta dell abitato attuava le utopie urbanistiche del tempo, con due rombi iscritti nei quadrati a caratterizzare il centro storico, scandito anche dal lungo corso che lo attraversa da Porta Palermo a Porta Messina. Santo Stefano di Camastra è una delle più importanti città della ceramica della nostra bell Italia: qui la tradizione dell arte ceramica risale al 400, come dimostra la presenza di numerose fabbriche e di coloratissimi negozi che mettono in mostra un ricchissimo repertorio di forme, figure e colori che coesistono con i motivi tradizionali. E anche l arredo urbano rispecchia questa peculiarità, dato che molti angoli del paese sono in maiolica, come le targhe delle vie, i pannelli che si ammirano nelle ville o sui marciapiedi, i fregi che corrono sui palazzi e il Muro della Storia, un rivestimento in mattonelle che racconta la sequenza degli avvenimenti della conquista normanna in Sicilia. IL CLUB n. 110 pag. 5

6 E sempre inseguendo il filo di Arianna della ceramica abbiamo ammirato già nel corso del pomeriggio la facciata di Palazzo Armao, la cui sommità è caratterizzata da due fregi di mattoni maiolicati sul primo dei quali sono raffigurate coppie di leoni insieme a vasi greci, mentre sul secondo vi è raccontata la morte di Ettore. Anche l interno del palazzo, che ospita la biblioteca comunale, merita una visita per ammirare i pavimenti in maiolica e i tetti affrescati in stile liberty di grande eleganza, che ben testimoniano la ricchezza e il buon gusto della classe nobiliare della cittadina. Quindi siamo andati a zonzo tra le vie cittadine, ammirando le vetrine delle botteghe dei maestri ceramisti e alcuni presepi in terracotta, su cui ancora non era visibile il bambinello perché la sua nascita era ancora da venire. Con l oscurità è giunto anche il momento più atteso, quello dell appuntamento con la cena sociale che si sarebbe svolta presso il ristorante Da Giannino, situato nel cuore del centro storico; e qui si è svolta una delle cene sociali più memorabili dei quasi 19 anni di vita del nostro Club, sia per la qualità e la quantità del menù che per l atmosfera di armonia e di serenità che è subito scesa e ha riscaldato a dovere l ambiente. I nostri soci nel cortile di Palazzo Armao a Santo Stefano di Camastra; in basso uno dei saloni del palazzo, che ospita adesso la Biblioteca Comunale Il piatto degli antipasti servito durante la cena sociale al ristorante Da Giannino Infatti, cominciando dalla successione dei piatti, c è stato pane e abbondante companatico per le nostre cavallette, che si sono viste sfilare davanti agli occhi estasiati, per poi essere spazzolate a tempo di record, un insieme di pietanze di raffinati sapori, a cominciare dal prosecco con i vol au vent con i gameri, dai numerosi antipasti mare e monti al paradisiaco risotto ai crostacei profumato di agrumi, dai garganelli con carciofi e speck e profumo di finocchietto selvatico al girello di vitello IL CLUB n. 110 pag. 6

7 Il ristorante Da Giannino a Santo Stefano di Camastra, che ha ospitato la cena sociale di fine anno del nostro Club; in basso Emanuele Amenta, premiato come socio dell anno 2011 Amenta, ai quali è stato certificato così l apprezzamento per la grande disponibilità e voglia di fare in seno al nostro Club. Il ritorno all accampamento di camper è avvenuto in una dimensione trasognata, complici sia le migliaia di calorie ingurgitate che l atmosfera della serata trascorsa bene insieme; e poi c è stato soltanto il placido ronfare che proveniva dagli oltre trenta camper presenti. La mattina della domenica ci siamo spostati con qualche camper fino all ingresso della cittadina, fermandoci nella fabbrica di ceramiche Serravalle, dove la proprietaria ci ha diffusamente spiegato come nascono le coloratissime ceramiche che poi vanno ad ornare le nostre case e quanto lavoro richiedano tra l impasto, l essiccatura, la prima cottura, il decoro e la seconda cottura; il che ci ha portato a comprendere meglio come poi si arrivi ai costi richiesti per queste vere e proprie opere d arte in miniatura. Sempre a bordo dei camper siamo poi tornati verso il centro storico, fermandoci a visitare Palazzo Trabia, risalente al 700, che ospita il Museo della Ceramica in alcuni ed eleganti saloni dai pavimenti maiolicati e dai soffitti affrescati, in un mix di antico e di moderno che ingloba la raccolta di opere dei migliori ceramisti nazionali, esposte nelle diverse edizioni della mostra che il comune dedica ogni anno alla ceramica. che si scioglieva in bocca, per concludere con la composta di frutta fresca e il panettone artigianale e il brindisi con il Moscato Passito, caffè e amaro, in una goduria i- percalorica crescente. E alla fine, con le panze debitamente ricolme e le mandibole sfinite c è stato anche il discorso di apprezzamento del presidente per le attività svolte nel corso dell anno e per l atmosfera di serenità che si è respirata nel corso della cena sociale, cui è seguito un brindisi collettivo con gli auguri reciproci per le imminenti festività natalizie. E stata poi la volta delle premiazioni per i soci più presenti alla vita associativa, come Eduardo Spadoni, Alfio Triolo, Francesco Bonsangue e Paolo Carabillò, culminate con la premiazione del socio dell anno, premio che quest anno è andato meritatamente a Larisa ed Emanuele Ceramiche di Santo Stefano di Camastra IL CLUB n. 110 pag. 7

8 E seguita poi una piacevole passeggiata tra le viuzze del centro storico, su cui si notano diversi pannelli di ceramica decorata, e il lungo corso su cui si affacciano numerose vetrine e la sagoma della Chiesa Madre, davanti a cui vi era un presepe in terracotta a grandezza naturale che ricordava la tradizione locale e le atmosfere natalizie. Il nostro giro esplorativo si è concluso poi davanti alla villa comunale, in cui i pilastri di terracotta e le formelle in maiolica che raccontano gli antichi mestieri ci hanno dato l arrivederci della cittadina votata alla ceramica, in un crescendo di arte e bellezza. Tre momenti della visita di Santo Stefano di Camastra dei nostri soci: in all interno della fabbrica di ceramiche Serravalle, al centro fra le vie del centro storico, in basso in una delle sale del museo della ceramica ospitato all interno di Palazzo Trabia Alcune delle più belle botteghe dei maestri ceramisti del paese E sono stati proprio i magnifici colori della ceramica dei maestri camastrensi, la cui brillantezza sembra voler catturare il caldo sole anche invernale - della nostra splendida isola, a rimanerci dentro l anima mentre, nel pomeriggio dopo il pranzo, abbiamo iniziato pian piano a metterci su strada per il ritorno verso casa, grati di questa rasserenante fuga dalla realtà quotidiana e già pronti a cominciare a sognare la prossima Testo di Mimma Ferrante Foto di Maurizio Karra IL CLUB n. 110 pag. 8

9 O Un brindisi lungo un anno Il Capodanno 2011 in camper fra Piazza Armerina e Centuripe gni occasione è buona per trascorrere il tempo libero a bordo dei nostri camper e non fa certo eccezione la fine dell anno, tempo di bilanci, ma anche di cambio pagina : è infatti il momento delle speranze, dei buoni propositi, della voglia di rinnovare la propria vita, cancellando magari i brutti ricordi dell anno appena trascorso per fare posto alle nuove aspettative per l anno che sta per iniziare. E perché allora non festeggiare questo momento magico tutti insieme all interno delle nostre case su ruote? Su queste basi si è organizzato anche l ultimo raduno a cavallo fra 2010 e 2011, sia come segno di continuità delle attività sociali, sia per il genuino piacere di stare insieme e di scambiarsi gli auguri anche nella notte di Capodanno. Anche se alcuni nostri soci si erano dati una bella premessa al raduno, ritrovandosi già il 30 dicembre a Caltagirone per visitare la città nella magica atmosfera natalizia (cfr. box), l appuntamento per tutti i partecipanti era stato fissato nel pomeriggio del 31 dicembre nel parcheggio alle spalle del campo sportivo di Piazza Armerina, distante poche centinaia di metri dall hotel Villa Romana, al cui interno si sarebbe svolto il cenone di fine anno. Il pomeriggio è trascorso passeggiando a zonzo nel cuore della cittadina, prima di ritornare ai camper per tirarsi a lucido per il cenone; e all inizio della serata Due immagini del cenone di San Silvestro a Piazza Armerina IL CLUB n. 110 pag. 9 eravamo tutti presenti nell elegante salone dell hotel, che ci aveva riservato un angolo tutto per noi. Quindi, in un clima di grande allegria, ha avuto inizio il rito dell ultimo pasto dell anno, consumato con un menù a base di pesce, tra rollò di salmone, tortino di neonata, tonno fumè, cestino di verdure in pastella, sformato di riso al nero di seppia, ravioloni con ripieno di cernia, dentice al pepe rosa, spigola con crema al pistacchio, sorbetto al limone, cassatelle di ricotta, pera al marsala e panettone con cioccolata, senza dimenticare la tradizionale coppa di lenticchie per evocare tanti bei soldini e lo spumante con cui brindare alla mezzanotte dell anno nuovo. Indubbiamente un menù ricco e adeguato all occasione, anche se l esagerata ricercatezza dei piatti ha secondo alcuni soci presenti coperto a tratti il sapore delle pietanze, mentre la musica a tutto volume rendeva difficile la conversazione. Allo scoccare della mezzanotte c è stato il brindisi augurale tra tutti i presenti, con baci, abbracci e propositi per il nuovo anno che, come sempre, si spera sia migliore di quello che se ne va. E poi, per i più volenterosi, musica e danze fino alle ore piccole, mentre il ritorno ai camper avveniva alla spicciolata. Il mattino dopo ci siamo svegliati sotto un cielo nuvoloso ed incombente che ci ha ricordato che ormai eravamo a gennaio; pian piano ci siamo messi in moto, spostandoci a Centuripe, piccolo borgo adagiato scenograficamente su un sistema montuoso a 700 metri di altitudine e racchiuso da cinque ampie vallate che conferiscono all abitato l aspetto di una grande stella, circondata da cinque grandi C. Le sue origini sono remote, dato che le prime frequentazioni umane risalgono ai siculi e ancora più indietro nel tempo; ma la cittadina è stata anche un fiorente centro romano, in particolare in epoca ellenistica, quando la città di Kentoripa visse anni floridi, grazie all economia basata sull agricoltura e sulle pregevoli opere di terracotta giunte fino a noi, come le maschere teatrali e i vasi decorati. Il passato cittadino è testimoniato ai nostri giorni dai numerosi siti di interesse archeologico

10 che punteggiano il borgo, come i resti monumentali di una tomba di età ellenistica chiamata di Corradino, visibile nei pressi del parcheggio di viale Corradino, dove la carovana di camper si è sistemata con l aiuto dei gentilissimi vigili urbani che ci attendevano puntuali all ingresso del paese. D altro canto le testimonianze archeologiche locali sono rimaste cristallizzate e perfettamente conservate, grazie al fatto che la cittadina venne abbandonata nel XIII secolo, per rinascere solamente nel 1548 come centro agricolo; così i suoi tesori in pietra, che coprono un intervallo temporale che va dal VIII secolo a.c fino al XIII secolo d.c., si sono perfettamente conservati giungendo fino a noi. Ma la cittadina è famosa anche per la tradizione dei presepi che ornano nel periodo fra fine anno e l Epifania ogni angolo dell abitato, dovuti all impegno di parrocchie, associazioni, scuole, negozianti e comitati di quartiere, che quest anno ne hanno allestito ben 37 in ogni parte del borgo, scandito da vicoli acciottolati, da archi e da facciate barocche. Davanti ai nostri occhi meravigliati sono sfilati così presepi di ogni dimensione, da quelli lillipuziane a quelli a grandezza naturale, in ogni tipo di materiale e di ambientazione che ci ha fatto tornare tutti bambini. Le guide che ci hanno accompagnato nella visita del borgo, Maria Chiechio e Graziella Valore (del Progetto Centuripe Nostra), ci hanno condotto per mano a visitare i più interessanti fra i 37 presepi allestiti nei vari rioni, dal piccolo presepe sormontato dalla sagoma sbuffante dell Etna al presepe in lana, da quello racchiuso tra pentole e posate a quello in tessuti pregiati, da quello che occupava un intero angolo cittadino, circondato dalle botteghe artigiane e visitato dai Re Magi, a quello incorniciato da un intero villaggio in miniatura in cui l interno di ogni casetta era arredato e corredato dagli oggetti di un determinato mestiere, come quelli di una piccola sartoria o quelli di un minuscolo caseificio fino a quelli di un fabbro e così via; per proseguire con il piccolo presepe sorvegliato da un autentica colonna romana nell atrio del Municipio e concludere con il grandioso presepe sistemato in una grotta nella scenografia che ripercorreva perfettamente piazza Duomo, distante appena poche centinaia di metri, con la rosa facciata barocca della chiesa madre e gli edifici che la circondano ripresi con perfetta dovizia di particolari. Insomma, tutta Centuripe, con le sue scalinate e le sue strade in perenne salita e discesa, si è mostrata a noi con tanti presepi, anche quelli minuscoli incorniciati in un angolo di balcone o dietro una finestra e commoventi nella loro essenzialità, data spesso da un semplice cesto di vimini che faceva da quinta scenografica alla Sacra Famiglia, mentre numerose edicole votive incorniciate da ghirlande di arance benedette segnavano gli angoli delle novene che dal 16 al 24 dicembre la banda cittadina intonava nell attesa di Gesù Bambino. Dopo aver esplorato l intero borgo nel corso di un faticoso e continuo saliscendi che segue le diverse colline su cui l abitato è costruito, siamo giunti attorno alla vasta piazza Duomo, sui cui si affacciano anche alcune pasticcerie, prese d assalto dalle cavallette nostrane, La particolare pianta di Centuripe I nostri soci a Centuripe davanti ai ruderi del Castello di Corradino, per le vie del paese e, in basso, davanti a uno dei più bei presepi IL CLUB n. 110 pag. 10

11 Un altro bellissimo presepe allestito a Centuripe In basso una sala del ricchissimo Museo Archeologico del paese alla ricerca dei biscotti al cioccolato tipici del paese, i cosiddetti bersaglieri, ma anche dei biscotti al burro e di ogni delizia disponibile, non smentendo anche questa volta la nostra voglia di cultura a 360 gradi. E quindi ci siamo recati, sempre in compagnia di Maria Chiechio e Graziella Valore, che ci hanno fatto da angeli custodi nel corso dell intera visita cittadina, al vicino Museo Civico, che racchiude un importante pagina della storia di Centuripe. Dicevamo, infatti, delle origine remote del borgo e delle sue numerose testimonianze dell epoca imperiale romana, quando la cittadina, punto strategico lungo una grande via di comunicazione tra la piana di Catania e le montagne dell interno, era talmente importante da battere moneta, importanza dimostrata anche da vari edifici pubblici a carattere civile dell epoca ritrovati nelle sue viscere, come i cosiddetti Augustales, edifici a pianta rettangolare che si affacciavano su una strada colonnata e che erano ornati da una teoria di notevoli statue di marmo e da un gran IL CLUB n. 110 pag. 11 numero di iscrizioni, in buona parte visibili proprio nella sezione archeologica del vicino Museo Civico. La visita di quest ultimo è stata, quindi, una tappa fondamentale delle esplorazioni cittadine, grazie alla notevole collezione di manufatti visibili, a cominciare dall insieme di statue di marmo ritrovate negli Augustales, a cui si accoppiavano numerose teste di imperatori, oltre ad una teoria di statuette, di splendide maschere teatrali e di notevoli vasi decorati che lasciano attoniti per la loro bellezza. E a questo proposito non si può fare a meno di ricordare la peculiare attività cittadina di sfornare autentici falsi storici dei ritrovamenti archeologici, dando vita ad imitazioni di artigianato artistico di buona qualità che hanno fatto il giro del mondo, consentendo di portare a casa repliche di oggetti ammirati nei musei o nei libri di storia, grazie alla bravura di alcuni artigiani locali. Così Centuripe è divenuta, nell immaginario collettivo, la capitale dei falsi e dei tombaroli, proprio a causa dell attività dei numerosi anticari, termine locale rivolto a chi si occupa di scavo, commercio e falsificazione di oggetti archeologici, dovuta a partire dall inizio del 900 alla crescente richiesta di materiali da parte di collezionisti spesso stranieri. Così si è creata una tradizione di artigiani specializzati nell imitazione di statuette antiche e di vasi decorati, plasmati e dipinti con l argilla proveniente dalle stesse cave utilizzate nell antichità; come dire che corsi e ricorsi storici si rincorrono nel corso dei millenni E dopo tanta cultura non ci è rimasto che tornare alle nostre casette su ruote, dove riposare le stanche membra e riscaldarle contemporaneamente dal freddo pungente della sera. La mattina di domenica 2 gennaio la carovana dei camper ha infine lasciato la cittadina, puntualmente scortata dai gentilissimi vigili urbani, per dirigersi verso l autostrada Palermo-Catania dove, allo svincolo di Dittaino, ci attendeva la visita al nuovo Centro Sicilia Outlet, formato da oltre centro eleganti boutique delle grandi firme della moda italiana ed internazionale con tanti prodotti griffati in vendita con notevoli sconti. Così, dopo aver lasciato i camper nel parcheggio riservato, ci siamo dedicati all esplorazione di questo paradiso dello shopping, scandito da una sorta di villaggio di costruzioni color pastello che richiama le dimore gentilizie di inizio 900 e che ospita, oltre a sontuosi negozi di abbigliamento, anche golose pasticcerie, profumerie, librerie e tutto quanto il moderno capitalismo ci impone di desiderare, anche laddove non esattamente necessario e nemmeno funzionale. E, tra eleganti vetrine, stand di prodotti tipici e leccornie varie, ciascuno dei partecipanti ha partecipato al rito dello shopping più o meno compulsivo, non riuscendo a fare a meno di tornare comunque ai camper con qualche sacchetto in mano e con gli occhi pieni di questa sorta di fiera della vanità. Dopo un pranzo veloce è giunto infine il momento di riprendere la rotta verso casa, giusto in tempo per non venire fagocitati dalle migliaia di auto giunte sul posto per dare l assalto ai saldi appena iniziati; mentre noi, autentiche lumachine con la casa sul guscio, tornavamo a ritroso sul cammino già percorso, godendoci gli effluvi di due giorni di libertà con cui iniziare il nuovo anno. Testo di Mimma Ferrante Foto di Maurizio Karra e Larisa Ponomareva

12 Passando da Caltagirone Un giorno a Caltagirone coi suoi presepi e il complesso monumentale dei Frati Minori Conventuali A nche quest anno è stato organizzato il veglione di San Silvestro dal nostro Presidente per festeggiare il Capodanno insieme con gli amici del Club. Nel trasferirmi a Piazza Armerina per il cenone di fine anno, mi sono fermato anch io un giorno a Caltagirone, ed ho avuto la fortuna di vedere alcuni presepi e il complesso Monumentale dei Frati Minori Conventuali. Sono rimasto affascinato così dalla bellezza di questo centro, nel vedere la cristallizzazione per eccellenza della sacra rappresentazione della Natività in cui ognuno ha narrato e creato delle scene e dei personaggi al proprio mondo con la società reale e il suo tempo. Ogni presepe è un teatro dove ognuno può inventare la scena e i dialoghi e diventare coprotagonista di una vicenda che ha modificato il corso della storia. Il presepe, nel suo piccolo, è un ancoraggio alla radice per un mondo popolare che paurosamente scivola verso la perdita della propria identità. Caltagirone, da sempre, è stato uno dei centri più importanti nella creazione di queste figurine, che generalmente erano fatte in creta e argilla. Ricordo da bambino, come tanti altri bambini, che era solito risparmiare per mesi ogni soldino possibile per avere una somma bastante a comprare le figurine con cui costruire i nostri piccoli presepi, che i venditori di pastori, I Pasturari come si chiamavano - mettevano in bella mostra nelle bottegucce e nelle fiere paesane almeno un mese prima del Natale. Ricordo che i primi manufatti, probabilmente, furono estremamente semplici e si limitarono alla sola rappresentazione dei protagonisti fondamentali dell evento sacro. Fu nel corso degli anni che divennero sempre più complessi, specialmente dopo che gli artigiani cominciarono a conoscere e imitare i grandiosi presepi napoletani, più ricchi e articolati. Il presepe era anche tradizione fabbricarlo in casa e gareggiare così con chi lo realizzasse più bello e interessante. E s invitavano amici e conoscenti a venirlo a vedere e con essi i vicini di casa e perfino i passanti affinché si facesse il paragone con quello degli altri. Oggi si è diffuso il gusto per la rappresentazione teatrale e per l azione scenica con il presepe all aperto così da avere per spettatori l intera popolazione. E di questa tradizione Caltagirone è in Sicilia il paese più rappresentativo. Passeggiando per Caltagirone ci siamo fermati sul ponte San Francesco per qualche foto e siamo stati attratti dalla meraviglia del prospetto della Chiesa di San Francesco. La Chiesa subì sensibili danni a seguito del tragico terremoto del 1693 ma era già ricostruita nel 1724, anno in cui si rese necessaria l edificazione della facciata, secondo un primo progetto. Nelle quattro nicchie sono rappresentati i santi francescani, nei partiti laterali della facciata, con altrettanti attributi mariani entro tabelloni a rilievo, quasi a far da corona alla nicchia centrale con la statua dell Immacolata. In basso, da sinistra, la palma e il cedro; nel secondo ordine la porta del cielo e la torre di Davide. In alto, nella lunetta campeggia l emblema francescano con le braccia incrociate di Cristo e San Francesco davanti alla Croce. Il prospetto è giudicato uno fra i più interessanti fra le facciate barocche di Caltagirone. La cupola si articola all esterno in otto grandi finestroni ed è coronata da una sequenza di sfere in terracotta smaltata. E sprovvista della calotta e del lanternino che non furono mai realizzati dopo il rovinoso crollo, avvenuto nel corso dei lavori di completamento (anno 1702). La facciata della chiesa di San Francesco Noi stavamo ammirando dall esterno il prospetto, preoccupati di entrare all interno con il nostro cane, che era al guinzaglio con me; ma a un certo punto mi sento chiamare dal custode del complesso monumentale che ci invita ad entrare unitamente al cane dicendomi: Non si preoccupi per il cane: questi luoghi sono di San Francesco e quindi gli animali sono accettati. E stato così che all interno della chiesa abbiamo potuto osservare pregevoli lavori artistici, opera dei fratelli Vaccaro. Vi si trova anche l angelica statua processionale dell Immacolata, vestita di ricchi paludamenti ricamati in oro, cui la città da secoli tributa profonda devozione. IL CLUB n. 110 pag. 12 Il chiostro del Complesso Monumentale dei Frati Minori Conventuali Adiacente alla chiesa si trova Il Complesso Monumentale dei Frati Minori Conventuali, che è anche sede Vescovile ed è visitabile tutti i giorni dalle ore 9,30 alle ore 12,30 e dalle ore alle ore E il più vasto fra i conventi di Caltagirone e culturalmente fu tra i più impegnati. Il chiostro, centro attorno a cui si organizzava la vita dei frati e frontiera aperta sulla città nella missione evangelizzatrice, mostra in tutte le sue parti una chiara adesione alla cultura artistica manierista. I prospetti esterni, affacciati sul pozzo, contano numerose finestre e quattro balconi, ciascuno inquadrato da discrete paraste ioniche. Dal chiostro si accede agli appartamenti vescovili. Sempre dal chiostro si accede alla Cappella Neogotica attraversando un androne. Il portale è a sesto acuto nel cui timpano è raffigurata la chiamata degli apostoli in riva al lago di Tiberiade. L artista impiegò tinte brillanti ottenendo effetti di forte spiritualità e tratteggiando figure ieratiche ispirate ai mosaici bizantini. Ai due lati del portale d ingresso sono rappresentate le insegne papali di Pio XI e lo stemma vescovile di Mons. Bargiggia. Nel catino dell abside, all interno di una mandorla in oro zecchino, simbolo di regalità e Luce Divina, è raffigurato Cristo che discopre il cuore con accanto schiere di Angeli e lo Spirito Santo rappresentato da una colomba. Più in basso le vetrate istoriate con la Vergine Maria, San Giuseppe e San Carlo Borromeo. La cappella, dedicata a Maria Bambina e a San Carlo Borromeo, patrono dei seminari, è il luogo in cui per generazioni chierici e seminaristi hanno sperimentato la propria vocazione; qui del resto, per secoli sono venuti a pregare e a santificarsi i discepoli di San Francesco d Assisi. Felici di questa visita, nel pomeriggio ci siamo diretti a Piazza Armerina per festeggiare insieme agli amici del club il Capodanno. Testo di Emanuele Amenta Foto di Larisa Ponomareva

13 Un tuffo nel medioevo Alla scoperta del borgo collinare di Monforte San Giorgio, della sua pittoresca Katabba e del castello di Spadafora, che si innalza sul mare come un autentica sentinelle in pietra N Il gruppo dei nostri soci durante l escursione al Colle dell Immacolata che sovrasta Monforte San Giorgio on è facile, dopo quasi vent anni di felice girovagare in camper lungo la nostra splendida isola, riuscire ancora a scoprire qualcosa di mai visitato; eppure è quello che ci è capitato nel corso del primo fine-settimana di febbraio, quando ci siamo recati nel pittoresco borgo di Monforte San Giorgio, per assistere alla manifestazione della Katabba, e poi nel suggestivo maniero di Spadafora, entrambi a ridosso di Milazzo. Il raduno è stato organizzato, ancora una volta impeccabilmente, dal nostro super Vittorio Parrino, che ci ha permesso di avere un comodo supporto logistico e un accoglienza davvero molto ospitale nelle due località, facendoci godere un magnifico week-end, reso ancora più piacevole da un sole caraibico che ci ha fatto dimenticare di trovarci ancora nel cuore dell inverno. L appuntamento per la carovana dei camper era già nel pomeriggio di venerdì 4 sul lungomare di Oliveri, in modo tale da spostarsi la mattina dell indomani di buon ora a Monforte San Giorgio, dove ad attenderci alle 9,30 c era già la Polizia Municipale che ha fatto da staffetta alla ventina di camper presenti per farli sistemare all interno del campo sportivo, la cui eccellente collocazione, proprio in mezzo all abitato, ci ha poi permesso di girare in lungo e in largo nel borgo in piena autonomia, godendo a pieno di tutte le fasi della manifestazione in corso. L accoglienza è stata delle migliori, grazie alla sapiente organizzazione del presidente della Pro Loco dottor Recupero, che ci ha fatto da guida e angelo custode, ammaliandoci letteralmente con le sue notevoli doti di fabulatore e di grande appassionato della storia e delle tradizioni del suo paese. In effetti il piccolo borgo, disteso su alcune colline con vista sul golfo di Milazzo e sulle Eolie, è stato un autentica scoperta per le opere d arte, di archeologia e di folclore che custodisce nel suo nucleo. Le sue origini si fanno risalire ai Sicani, come dimostrano alcuni ritrovamenti di reperti nei dintorni, anche se l abitato giunto fino a noi si rifà al tempo della conquista araba, quando una fortezza situata sul punto più alto del colle dominava la piana sottostante, rendendo il luogo decisamente appetibile per la facilità di difesa di tutto il contado. E anche il nome, Monforte, testimonia la funzione difensiva, mentre è dal nome del patrono locale (San Giorgio) che è completato il nome. L altare del SS. Sacramento all interno della Chiesa Madre di Monforte IL CLUB n. 110 pag. 13 Per i nostri soci l esplorazione del paese ha avuto inizio dai suoi vicoletti acciottolati, sovrastati da archi e scalinate di impronta araba, che seguono l andamento in forte pendenza delle case addossate le une alle altre, fino a formare una sorta di gomitolo di costruzioni che copre le colline in un insieme di pietre e tegole; la piazza principale è dominata dalla facciata della Chiesa Madre, risalente al 400, con un portale tardo-gotico e un interno ricco di pale d altare e di statue di scuola gaginiana, oltre al pezzo forte ospitato nella cappella del SS. Sacramento, che mostra il magnifico altare, una notevole opera di scultura cinquecentesca, impreziosito da dorature e sormontato da una stanza in miniatura che raffigura l Ultima Cena, racchiusa da un insieme di decorazioni di grande impatto. La tappa seguente è stata presso il Colle dell Immacolata, che domina l abitato e che è scandito da una serie di grotte usate nell età del bronzo come tombe e divenute attorno all VIII secolo rifugio per i monaci basiliani fuggiti dal vicino oriente per sfuggire alla furia degli iconoclasti, che non tolleravano che si raffigurasse il divino; in seguito al loro arrivo le grotte divennero celle di eremitaggio e piccole cappelle, prima di essere trasformate nei secoli successivi in stalle per il bestiame, tutti usi chiaramente delineati al loro interno, tanto che la loro visita equivale ad una sorta di viaggio indietro nel tempo di grande interesse, dato che si distinguono i loculi tombali, ma anche gli scarsi resti di affreschi e gli angoli destinati alle mangiatoie.

14 Un momento della sfilata in costume che rievoca l ingresso del conte Ruggero a Monforte San Giorgio Alle pendici del colle perfino le case addossate le une alle altre inglobano al loro interno delle cavità di roccia, tanto da essere per metà case costruite e per metà grotte. Un altra delle caratteristiche che abbiamo notato nel corso della salita verso la sommità del colle è stata la presenza di diverse edicole votive della Via Crucis, sormontate da decorazioni di impronta pagana, in una sorta di affascinante commistione di sacro e profano che testimonia come anche da queste parti vi sia stato nei secoli antichi parecchio sincretismo religioso prima dell affermazione definitiva del cristianesimo a scapito del paganesimo. Nel punto più alto del colle, insieme ai resti del castello distrutto da un terremoto, si innalza un piccolo santuario dedicato all Immacolata, sotto il quale vi è una grotta adibita a cripta e ad ossario, mentre alle sue pendici vi sono ancora grotte degli eremiti basiliani e la Fontana di A- bramo, sorvegliata da un antica testa in pietra. Dopo questo affascinante excursus nel passato cittadino, reso ancora più intrigante dalle appassionate spiegazioni del dottor Recupero, siamo tornati nel cuore del borgo, dove già si allestivano gli stand di prodotti tipici, alimentari e non, per la manifestazione del pomeriggio, in parte sistemati anche all interno di una ennesima e suggestiva grotta. E poi, dopo un pranzo veloce, ci siamo spostati di nuovo lungo le viuzze medievali che, quasi per magia, si sono pian piano popolate di nobili in costume dell XI secolo, di crociati, di pulzelle, di dame, di cavalieri, di musici e di sbandieratori, dando vita ad un suggestivo viaggio indietro nel tempo, fino all epoca di Ruggero il normanno, venuto a liberare la Sicilia dalla dominazione araba. Eravamo ormai proiettati nel cuore della Katabba, la manifestazione organizzata ogni anno dalla Pro Loco di Monforte dalla metà di gennaio al 5 febbraio per rievocare l ingresso nell abitato del conte Ruggero e la conseguente liberazione dai mussulmani. Il nome katabba deriva da una sonata tradizionale che è un affascinante succedersi di ritmi realizzati da campane e da tamburi che viene eseguita un ora prima dell alba e un ora dopo il tramonto e che simboleggia quello che avvenne con l arrivo di Ruggero il normanno, dato che la katabba inizia con l imitazione del passo del cavallo del messaggero che annuncia l arrivo del liberatore, proseguendo poi con il passo del cammello cavalcato da Ruggero, ed il ritmo aumenta sempre di più per imitare il galoppo dei cavalli dell esercito conquistatore e la fuga disordinata degli infedeli. Nel corso dei vari week-end in cui si svolge la manifestazione si svolgono spettacoli di falconeria, caroselli equestri, giostre medievali e degustazioni di piatti medievali, mentre l ultimo giorno, che è per l appunto il 5 febbraio, ha luogo lo sfarzoso corteo storico che vede sfilare il conte Ruggero insieme alla sua coloratissima corte inguainata nei costumi che riproducono fedelmente le atmosfere medievali dell XI secolo, in un tripudio di suoni e colori che è un autentica gioia per gli occhi. Sembra di essere trascinati davvero indietro fino al medioevo, mentre gli sbandieratori lanciano le bandiere verso il cielo, le odalische ballano al suono delle ciaramelle e gli artisti di strada si esibiscono insieme ai mangiafuoco, fino al gran finale, quando in piazza IV Novembre, davanti alla scenografia della Chiesa Madre, vengono consegnate le chiavi della città al Conte Ruggero che solennemente le accetta, cambiando il futuro della Sicilia, che viene così sottratta alla sfera mussulmana. Dopo questo entusiasmante spettacolo ci siamo dispersi attraverso le viuzze del centro, impegnati a seguire visite guidate del cuore cittadino, o ad assaggiare i piatti medievali in vendita nei vari stand, a base di arancine dell emiro, di quaglio di madonna Concella, cioè ceci e cotiche, o di panem et porcus, cioè di pane con salsiccia o porchetta, ma non prima di aver cambiato gli euro con la moneta medievale presso il Banco del Cambio, in un completo tuffo nel medioevo. E poi dopo esserci così rifocillati c è stato l imba-razzo della scelta per continuare a godersi la serata, tra concerti d arpa, levature del malocchio per mano di una signora esperta nel contrastare la sfortuna, investiture di giovani Cavalieri dell Ordine della Katabba, che ha visto come protagonisti anche i nostri Willy e Giulio, in un crescendo di animazione, folclore e divertimento che ci ha conquistato completamente. Uno degli stand preso d assalto dai nostri soci IL CLUB n. 110 pag. 14

15 Il momento culminante della Katabba, con la consegna delle chiavi del paese al conte Ruggero, liberatore dai mussulmani Grazie al servizio di bus navetta siamo poi tornati al nostro accampamento con i piedi completamenti cotti dall intensa giornata per sprofondare nel sonno del giusto, interrotto un ora prima dell alba nuovamente dal suono della katabba che rievocava ancora una volta l arrivo del gran conte Ruggero e del suo esercito liberatore La mattina della domenica siamo prosaicamente tornati al nostro presente, svegliandoci da questo magnifico sogno ad occhi aperti, ma per fortuna il programma prevedeva ulteriori piacevoli scoperte. Così la carovana dei camper si è spostata fino al vicino borgo marinaro di Spadafora, su cui si innalza un suggestivo castellofortezza, sorto intorno ad un originaria torre medievale a pianta quadrata, riadatta per la difesa dalle incursioni saracene e la segnalazione costiera alla fine del 500 e trasformata infine in residenza nobiliare nel 700. Ai giorni nostri il maniero, dopo attenti restauri, è tornato a nuova vita per essere al centro di numerosi eventi culturali. In particolare noi abbiamo potuto ammirare un interessante mostra sui fari siciliani e sui guardiani dei fari, attraverso una visita guidata organizzata con il benvenuto del presidente della Pro Loco di Spadafora dottor Piero Giacobella e resa interessantissima dalle competenti spiegazioni del maresciallo della Marina Militare Bonfiglio, che ci ha accompagnato lungo un interessante excursus sui 49 fari principali che circondano la Sicilia e sugli oltre 100 fari secondari delle sue coste, facendoci realizzare una volta di più l importanza di questo tipo di istallazioni per la sicurezza della navigazione. Ne è seguita una interessante dissertazione sulla storia di questo tipo di istallazioni, sulle caratteristiche costruttive e sulla loro evoluzione, sull importanza cruciale delle luci che alla loro sommità di notte avvertono della presenza della costa e sul legame simbiotico che accomuna i fari ai loro guardiani, uomini sospesi tra mare e cielo, padroni di una nave ancorata al terreno, destinati alla solitudine, ma temprati dal coraggio che li fa assistere anche a terribili tempeste, facendo in modo che non si spenga mai quella minuscola luce nella notte che avvisa i naviganti del pericolo imminente o della salvifica presenza della costa Un angolo della mostra allestita dalla marina Militare al castello di Spadafora sui fari di Sicilia Dopo aver visitato anche il piano nobile del castello, ancora in attesa di una definitiva sistemazione, il gruppo si è sciolto, tra chi prendeva la via di casa e chi rimaneva a godersi ancora per qualche ora il sole nella splendida spiaggia cittadina sotto il cielo azzurro porcellana; ma tutti ci siamo ritrovati a percorrere la rotta del ritorno con le batterie vitali decisamente cariche, soddisfatti più che mai di questo paio di giorni trascorsi alla scoperta dei tesori della nostra isola, in fuga dalla vita quotidiana e anche dal grigio presente: destinazione medioevo Il presidente della Pro Loco di Spadafora Piero Giacobella fra i nostri Maurizio Karra e Alfio Triolo Testo di Mimma Ferrante Foto di Maurizio Karra e Larisa Ponomareva IL CLUB n. 110 pag. 15

16 Parliamo di tecnica A In camper col freddo e la neve bbiamo dormito (per una volta!) in una suite nella più bella, armonica e leggiadra piazza del mondo: quella di San Marco a Venezia. Vi posso assicurare che, a parte lo storico caffé Cipriani, ricco di specchiere dell'800 e seducenti tavolini, ma dove un normale e- spresso da 80 centesimi di euro arriva a costare una dozzina di volte in più, il pensiero era solo diretto al mio camper posteggiato sotto la neve di Padova. Ora bisogna pensare che siamo nella stagione invernale e non tutto procede come nei mesi estivi. Qualsiasi camper con il migliore isolamento, come lo stirofoam, con spessore adeguato, dopo due giorni assume in ogni anfratto la stessa temperatura alla quale sia stato sottoposto e- sternamente. Se non si prendono adeguate precauzioni si perde l'acqua dal boiler attraverso l'elettrovalvola apposita: molti la bloccano con l'apposita forchettina, ma in caso di freddo intenso l'acqua spinge sull'antiritorno della pompa e ne distrugge i gommini; il serbatoio principale può anche ghiacciare, ed essendo ora costruito in vetroresina, tutte le incrostazioni si distaccano sfaldandosi e può non bastare il ripulirlo accuratamente perché si intasano i tubi e la deformazione dei gommini della pompa, molto delicati; e questo non ne assicura più il buon funzionamento. Tutti i tubi si irrigidiscono, allentando le fascette: un vero disastro. Bisogna quindi prevenire quando si è in tempo evitando che si ghiacci tutto. Come? Continuando a tenere caldo l'ambiente interno del proprio camper. Se si disponesse di una fonte energetica esterna quale una colonnina a 220 volt, non ci sarebbero problemi insormontabili; ma in un area priva di allacciamento elettrico o in un parcheggio, e quindi lontano da campeggi, si può ricorrere alle fonti interne di energia, cioè bombole di gas, rigorosamente di propano, o nafta, che alimentano la stufa di bordo. Purtroppo i ventilatori che diffondono strategicamente il calore assorbono solo energia dalla batteria ausiliaria che, pur se in ottime condizioni, con il freddo dimezza le proprie prestazioni dando una autonomia di qualche ora, che non è eufemistico dire irrisoria. E' possibile ricaricarla con uno o più pannelli fotovoltaici, ma non deve nevicare né ci deve essere cielo nuvoloso, perché il loro rendimento è ottimale solo con una buona insolazione diretta. Si può solo sperare nella messa in moto, per almeno un'ora, del motore usato come carica batterie. E' indubbio che il camper sia un mezzo che va usato sempre come mezzo di trasporto e di vita, e più è usato, più esso è caldo all'interno; certo, in alcune condizioni potrebbe usarsi un generatore autonomo per la ricarica delle batterie; i gruppi più moderni godono di un'ottima insonorizzazione, ma il rumore personalmente lo trovo insopportabile e poi, in ogni caso, c'è bisogno di una presenza costante. Adoperando continuamente il camper non ho mai sentito codeste necessità. A questo punto è conveniente ricercare un vicino sito coperto e con colonnina presente; si può anche svuotare tutto l'impianto idrico per il tempo necessario; e per un'uscita sulla neve basta solo aver previsto un rigoroso controllo meccanico con sostituzione dell'olio motore di gradazione adeguata: un 5/40 multigrado è sufficiente fino a -25, come il liquido refrigerante, o quello lavavetro. Per quanto riguarda la nafta, essa è prevista già additivata per evitare la coagulazione delle paraffine, che se riuscissero a formarsi distruggerebbero la meccanica. Rimane il controllo della trazione: le gomme dovrebbero essere nuove, cioè con un massimo di tre anni di vita e con non più di trentamila chilometri, e possibilmente da neve, cioè con mescola morbida eliminando i normali pneumatici-camping nati contro le deformazioni da lunghe stasi; ad evitare il montaggio delle catene, da tenersi sempre comunque a bordo, evitare i viaggi durante le ore nelle quali può presentarsi il ghiaccio, come le ore notturne e le prime ore del mattino. E allora si può soggiornare senza pensieri; perfino a Piazza San Marco! Camper e neve: un accoppiata non sempre facile, sia in corso di viaggio che in sosta Giuseppe Eduardo Spadoni IL CLUB n. 110 pag. 16

17 Compatto e innovativo Fra i modelli 2011 della nuova serie T-Loft di Elnagh, semintegrali con un letto matrimoniale basculante in più, ecco il T-Loft 31, comodo pur senza essere molto lungo, elegante pur se con costi contenuti F Elnagh T-Loft 31 ra tutte le aziende del Gruppo SEA, Elnagh è quella che si è dotata, all interno della sua produzione di semintegrali, di una intera linea di modelli la T-Loft - con un letto matrimoniale basculante in più adatto a ospitare ogni tanto amici o figli o un altra coppia: una soluzione innovativa che consente di avere all occorrenza due posti letto in più (un secondo matrimoniale) nelle ore notturne senza rubare spazio interno durante il giorno. A Parma è stato presentato, fra gli altri modelli, il T- Loft 31, un veicolo abbastanza compatto, lungo poco più di sei metri e mezzo, che si fa davvero ammirare per le soluzioni adottate e per il prezzo di sicuro interesse. Il T-Loft 31, nuovo semintegrale con letto basculante della Elnagh. In basso un immagine d insieme del veicolo scattata dalla cabina di guida IL CLUB n. 110 pag. 17 Tipologia: semintegrale Meccanica: Fiat Ducato cv Lunghezza: m. 6,58 Larghezza: m. 2,35 Altezza: m. 2,87 Posti omologati: n. 4 Posti letto: n. 4 (1 matrimoniale alla francese + 1 matrimoniale basculante) Serbatoio acque chiare: l. 100 Serbatoio acque grigie: l. 100 WC: kasset l. 18 Riscaldamento e boiler: sistema integrato a gas Truma Combi C40 Frigorifero: trivalente l. 117 Cucina: piano cottura 3 fuochi Oblò: 1 cm. 70x cm. 40x funghetto di sfiato in bagno Prezzo: chiavi in mano Diciamo subito che, come gli altri modelli di questa linea, l eleganza del veicolo emerge subito fin dall e- sterno, dato che la cabina anteriore parliamo di una meccanica Fiat Ducato da 2,3 litri non è bianca ma colorata in grigio argento, con due strisce colorate che raccordano in alto e in basso la cabina alla cellula abitativa. La pianta interna vede nella zona anteriore divisa fra la doppia dinette classica dietro il sedile di guida e il vano di lavoro con cucina, lavello e frigo basso dietro il sedile del passeggero. Al di sopra delle finestre laterali una coppia di pensili per lato e il

18 basculante, di dimensioni generose (è largo 145 cm.), che si abbassa attraverso delle guide mentre di giorno funge da tetto dell abitacolo con le luci a led incorporate. L unico prezzo che si paga con questa soluzione (ma un po in tutti i semintegrali così strutturati) è la capienza dei pensili sotto il basculante, ovviamente un po più piccoli sia in altezza che in profondità rispetto a quelli di un veicolo normale. Nella parte posteriore del mezzo troviamo a destra, dietro la dinette, il letto basso alla francese; a sinistra, accanto alla porta di ingresso alla cellula, l armadio e a seguire la porta che dà accesso al bagnetto, con lavandino angolare, w.c. girevole e vano doccia separato e richiudibile con porta a soffietto rigida. Fra le dotazioni del mezzo segnaliamo lo spessore di 70 mm. Il piano di lavoro accanto alla dinette con piano cottura, frigo e lavello del pavimento con le pareti e il tetto in fibra di vetro che assicurano ottime capacità di coibentazione e insonorizzazione; la tappezzeria coordinata fra dinette e sedili della cabina, l interessante connubio nel colore ciliegio e bianco dei mobili, il sistema integrato per il riscaldamento della cellula e dell acqua Truma Combi C40 a gas. Tutto questo con meno di La zona anteriore del veicolo con il basculante chiuso e, in basso, aperto Il bagnetto del T-Loft euro, chiavi in mano, con motorizzazione Ducato da 130 cavalli, telaio ribassato e asse posteriore allargato per offrire la massima stabilità nella guida anche in caso di strada con molte curve o con vento laterale. Maurizio Karra IL CLUB n. 110 pag. 18

19 IL CLUB n. 110 pag. 19

20 No limits Un mansardato al top della produzione italiana, che potremmo definire spettacolare per la sua linea e i suoi interni: ma ovviamente, dato il costo, riservato davvero a pochi... M obilvetta ha presentato all ultimo Salone del Camper di Parma una nuova linea di veicoli, i motorhome della serie S-Yacht, con lo scopo per nulla malcelato di collocarli nella fascia più alta della produzione italiana, affiancandoli alla serie già esistente di motorhome (la linea K- Yacht) che era entrata in produzione già da oltre un anno e che aveva portato alla casa del Gruppo SEA ottimi riscontri; ma, vi chiederete, dato che i numeri data la tipologia del prodotto non possono assolutamente garantire gli stessi ritorni in termini di vendite rispetto a quelli dei mansardati e dei semintegrali, che bisogno c era di strafare con una nuova serie Mobilvetta S-Yacht 103 Il nuovissimo motorhome di Mobilvetta: una linea filante e nel contempo imponente Tipologia: motorhome Meccanica: Fiat Ducato cv Lunghezza: m. 7,49 Larghezza: m. 2,35 Altezza: m. 2,89 Posti omologati: n. 4 Posti letto: n. 4 (2 matrimoniali, il primo in coda a isola, il secondo basculante) Serbatoio acque chiare: l. 130 Serbatoio acque grigie: l. 130 WC: kasset l. 19 Riscaldamento: Alde a gasolio Boiler: a gas ed elettrico Frigorifero: trivalente l. 150 Cucina: piano cottura 3 fuochi + forno Oblò: 1 cm. 90x cm. 70x cm. 40x cm. 28x28 con ventola in bagno Prezzo: chiavi in mano di motorhome ancor più elegante e ricca di quella già esistente, soprattutto in un periodo di crisi? E evidente che la strategia di marketing messa in campo da Mobilvetta tende a superare questo periodo di magra e a spostare l attenzione del veicolo ricreazionale su una nuova fascia di pubblico, molto esigente, diciamo pure abbastanza ricca da potersi permettere veicoli da 100 mila euro, ma che dal veicolo acquistato pretendono tutto IL CLUB n. 110 pag. 20 e al top. E evidente che i numeri previsti nelle vendite non sono quelli della produzione per il segmento mass market, ma quelli assai più modesti di un pubblico di nicchia, che si può permettere questo registro di spesa senza battere ciglio, magari al posto di uno yacht di mare, ma nutrendo verso lo yacht di terra (non per nulla il nome della linea è proprio quello) delle aspettative di lusso e stile uguali a quelle che sfoggerebbe se fosse un imbarcazione.