L obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro correlato
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- Vittore Pellegrino
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1 RSPP-DDL aggiornamento 2013 L obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro correlato Federico Vegetti La tutela della salute dei lavoratori, obbligo generale del datore di lavoro, passa anche attraverso la salvaguardia del benessere psicofisico, principio già sancito dal codice civile (art. 2087) e ribadito più recentemente dal Testo Unico della Sicurezza I l D.Lgs 81/08 definisce la salute come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un assenza di malattia o d infermità. In maniera più esplicita, l art. 28 obbliga il datore di lavoro a valutare tutti i rischi, ivi compresi quelli collegati allo stress lavoro-correlato. Esso stabilisce anche che la valutazione deve avvenire secondo i contenuti dell Accordo Quadro Europeo dell 8 ottobre 2004 e delle indicazioni della Commissione consultiva permanente. L Accordo in particolare specifica che il Rischio da stress lavorocorrelato è un rischio così detto trasversale e cioè che può colpire qualunque tipo di attività, in qualunque settore e qualsiasi azienda, indipendentemente anche dalla grandezza di questa. Ogni datore di lavoro quindi lo deve valutare tenendo presente comunque che non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro vanno considerate causate dal lavoro stesso. Dopo alcune proroghe nelle tempistiche di attuazione di questo adempimento, la valutazione dello stress lavoro-correlato è diventata vigente a partire dal 1 gennaio Perché si è incominciato a parlare di stress lavoro correlato L Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul lavoro (OSHA) ha stimato che: 66 m a g g i o
2 Circa il 50-60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuto allo stress Il costo economico è valutabile intorno ai 20 miliardi di euro persi all anno (EU-15) Il numero di persone che soffrono di stress legato all attività lavorativa è destinato ad aumentare (globalizzazione, più competizione, differenti culture a contatto, maggiore precarietà sia dei posti di lavoro, sia delle aziende stesse, scarso equilibrio tra lavoro e vita privata, ecc.) Da una ricerca condotta nel 2000 dall EUROFOUND - Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro - è emerso che un lavoratore europeo su 4 (tra quelli che denunciano di avere problemi legati all attività lavorativa) riferisce di avere disturbi dovuti allo stress, correlabili all attività lavorativa svolta. Cos è lo stress lavoro-correlato Secondo la definizione dell Accordo Europeo, lo stress è uno stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali e consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti. La Commissione Europea ribadisce che lo stress è una reazione ad aspetti avversi e nocivi del contenuto dell ambiente e dell organizzazione del lavoro e che è uno stato caratterizzato da elevati livelli di eccitazione ed ansia, spesso accompagnati da senso di inadeguatezza. Gli effetti principali sullo stato psicofisico della persona sono costituiti da: Risposte fisiologiche: emicrania, stanchezza, mal di schiena, disturbi alimentari, irrequietezza, disturbi digestivi, tic, nevrosi, sonno irregolare Risposte psicologiche: Ansia, suscettibilità, tristezza, irritabilità, mancanza di fiducia, distacco affettivo, difficoltà ad affrontare le situazioni della vita normale Risposte comportamentali: Isolamento, frequenti dimenticanze o conflitti, assenteismo, indifferenza verso gli altri Come si manifesta lo stress Lo stress è un fenomeno che, a partire da uno stato di completo benessere fisico e mentale, ha un evoluzione nelle seguenti fasi: Reazione di allarme comprende tutti i fenomeni che si verificano quando l agente stressante (stressor) interagisce con l organismo. All inizio l agente ha quasi sempre un effetto negativo perché cambia la condizione globale in cui si trova l organismo. Quasi subito però l individuo mette in atto i propri meccanismi di difesa; Adattamento rappresenta il periodo durante il quale l organismo si adatta a sopportare l azione svolta dall agente stressante. È una fase di resistenza la cui durata varia da persona a persona in rapporto alle proprie risorse individuali (salute, età, denaro, competenze, risorse emotive, ecc ), sociali (famiglia, amici, ecc ) o alle strategie comportamentali che l individuo riesce a mettere in atto; Esaurimento l organismo, nel caso l azione dell agente stressogeno continui, a un certo punto non riesce più a sopportare questa condizione, non avendo più risorse da investire, e collassa. Si parla quindi di esaurimento. 67
3 Se la fase di adattamento ha successo, lo stress può dirsi superato e non determina quindi necessariamente un effetto negativo sull organismo. L esaurimento arriva unicamente in condizioni particolari quando la risposta di adattamento non è più in grado di soddisfare l obiettivo: questo può accadere o perché le richieste sono eccessivamente intense o perché si prolungano per un tempo eccessivo. È evidente quindi che lo stress non è una malattia, ma un esposizione prolungata allo stress può ridurre l efficienza sul lavoro e causare problemi di salute, nella sua accezione più vasta. Elementi di stress lavoro-correlato negli hotel Negli alberghi sono presenti numerosi fattori che possono incidere sui livelli di stress dei lavoratori, tra i quali: Il ritmo di lavoro imposto da fattori esterni (affluenza pubblico) lo svolgimento dell attività a contatto con terzi (la clientela) turni di lavoro serali, notturni o nei fine settimana la ripetitività del lavoro (per alcune mansioni) Naturalmente ciò non significa che il lavoratore di un albergo è quindi sicuramente stressato, ma che il datore di lavoro deve tenere conto di questi elementi per valutare lo stress lavoro-correlato. Chi fa la valutazione dello stress lavoro-correlato? La valutazione dello stress lavoro-correlato va effettuata, come per tutti gli altri rischi, dal datore di lavoro avvalendosi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione con il coinvolgimento del medico competente, ove nominato, e previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. È naturalmente facoltà del datore di lavoro coinvolgere nella valutazione altre figure professionali. Come valutare il rischio da stress lavoro correlato? Con Lettera Circolare del 18/11/10, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha approvato le indicazioni della Commissione Consultiva permanente che forniscono i criteri per effettuare la valutazione dello stress lavoro-correlato. Innanzi tutto viene precisato che la valutazione va elaborata per gruppi omogenei di lavoratori che siano esposti alla stessa tipologia di rischio, quali per esempio i lavoratori adibiti alla stessa mansione o quelli che svolgono la propria attività nel medesimo reparto (ristorazione, addetti alle pulizie, reception, ecc ). Questo perché il target di riferimento per la valutazione dello stress non è il singolo lavoratore, ma l organizzazione aziendale stessa. Il datore di lavoro non deve misurare lo stress dei lavoratori bensì se la propria organizzazione aziendale, in rapporto anche all attività svolta, può causare dei rischi da stress lavoro-correlato, indipendentemente dal fatto che i propri lavoratori siano stressati o meno. La Commissione Consultiva permanente propone una valutazione in due fasi distinte delle quali la prima è preliminare e sempre necessaria, mentre la seconda, indicata come approfondita, è subordinata all esito della prima. In particolare questa andrà effettuata unicamente nel caso in cui i risultati della valutazione preliminare abbiano evidenziato la presenza di elementi di rischio e le azioni correttive adottate di conseguenza siano risultate inefficaci. 1 a fase La valutazione preliminare La prima fase della valutazione consiste nell indagare le tre aree di fattori indicati di seguito: Eventi sentinella: quali ad esempio: indici infortunistici, assenze per malattia, turnover, procedimenti e sanzioni, segnalazioni da parte del Medico competente, ecc Contenuto del lavoro: quali ad esempio: ambiente di lavoro e attrezzature, carichi e ritmi di lavoro, orario di lavoro e turni, ecc Contesto del lavoro: quali ad esempio: ruolo nell ambito dell organizzazione, autonomia decisionale e controllo, conflitti interpersonali, evoluzione e sviluppo della carriera, comunicazione (es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste). In questa fase è necessario adottare una metodologia basata il più possibile su dati oggettivi, e quindi misurabili. Pur fornendo indicazioni e criteri per effettuare la valutazione dei rischi da stress lavoro-correlato, le Linee guida della Commissione consultiva permanente non sono di per sé uno strumento pratico per eseguire la valutazione, poiché non forniscono numeri, formule o altro per arrivare ad attribuire un livello di rischio basso, medio, alto o comunque in linea con quanto richiesto dalla normativa. In questa sede viene quindi proposto il metodo di valutazione dello stress lavoro correlato elaborato dall ISPESL (ora INAIL) nel Marzo 2010 e rispondente ai criteri indicati della Commissione consultiva permanente. Il datore di lavoro potrà in ogni caso utilizzare uno strumento diverso sempre se in linea con le indicazioni della Commissione consultiva permanente. Il metodo ISPESL Il metodo dell ISPESL propone delle check-list suddivise in tre aree tematiche ognuna corrispondente ai tre campi d indagine indicati dalla Commissione consultiva permanente. Per ogni area tematica vengono proposti degli indicatori oggettivi, cioè verificabili, selezionati tra quelli che la letteratura associa allo stress lavoro-correlato, che concorrono all assegnazione di punteggi totali di area. I punteggi delle tre aree sommati daranno il risultato della valutazione classificando l azienda (o meglio il gruppo omogeneo di lavoratori) in una delle classi di rischio basso, medio o alto. Di seguito vengono evidenziati gli Indicatori (o fattori di rischio) relativi alla prima area di indagine (eventi sentinella).
4 INDICATORI AZIENDALI n. INDICATORE DIMINUITO INALTERATO AUMENTATO PUNTEGGIO NOTE 1 Indici infortunistici 0 1 (*) 4. 2 Assenza per malattia (non maternità, allattamento, congedo matrimoniale) Assenze del lavoro % ferie non godute % trasferimenti interni richiesti dal personale % rotazione del personale (usciti-entrati) 0 1 (*) 4. 7 Procedimenti, sanzioni disciplinari 0 1 (*) 4. 8 N, di visite su richiesta del lavoratore al medico competente (d.lgs. 81/08, art. 41, c. 2, lett. c) 0 1 (*) 4. 9 Segnalazione formalizzate del medico competente di condizioni stress al lavoro 0 - NO 4 - SI. 10 Istanze giudiziarie per licenziamento / demansionamento 0 - NO 4 - SI. Contenuto del lavoro TOTALE PUNTEGGIO Il punteggio va inserito facendo un confronto con l andamento degli indicatori nell arco degli ultimi tre anni. Laddove vi è un asterisco, se l indicatore è rimasto invariato ma uguale a zero, bisognerà assegnare il punteggio come se fosse diminuito. Nell area Indicatori aziendali c è poi un indicatore relativo all eventualità che ci siano state istanze di molestie morali o sessuali. In questo caso, indipendentemente del punteggio finale risultante con il metodo di valutazione, sarà necessario procedere con la valutazione approfondita (seconda fase). Per quanto riguarda le aree tematiche relative al contenuto del lavoro e al contesto del lavoro, nelle Tabelle che seguono sono indicate le sottocategorie di indagine e i relativi indicatori.. CATEGORIA Funzione e cultura organizzativa Ruolo nell ambito dell organizzazione Evoluzione della carriera Autonomia decisionale/controllo Rapporti interpersonali sul lavoro Interfaccia casa/lavoro CONDIZIONI DI DEFINIZIONE DEL RISCHIO Scarsa comunicazione, livelli bassi di sostegno per la risoluzione dei problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi Ambiguità e conflitto di ruolo, Responsabilità Incertezza o fase di stasi per la carriera, promozione insufficiente o eccessiva, retribuzione bassa, insicurezza dell impiego, scarso valore sociale attribuito al lavoro Partecipazione ridotta al processo decisionale, mancanza di controllo sul lavoro (partecipazione) Isolamento fisico o sociale, rapporti limitati con i superiori, conflitto, mancanza di supporto sociale Richieste contrastanti tra casa lavoro, Scarso appoggio in ambito lavorativo, problemi di doppio lavoro Contesto del lavoro CATEGORIA Ambiente di lavoro ed attrezzature di lavoro Pianificazione dei compiti Carico di lavoro / ritmo di lavoro Orario di lavoro CONDIZIONI DI DEFINIZIONE DEL RISCHIO Problemi inerenti l affidabilità, la disponibilità, l idoneità, la manutenzione o la riparazione di strutture ed attrezzature di lavoro Monotonia, cicli di lavoro brevi, lavoro frammentato o inutile, sottoutilizzo delle capacità, incertezza elevata Carico di lavoro eccessivo o ridotto, mancanza di controllo sul ritmo, livelli elevati di pressione in relazione al tempo Lavoro a turni, orari di lavoro senza flessibilità, orari imprevedibili, orari di lavoro lunghi 69
5 Per una consultazione completa del metodo di valutazione si rimanda alla pubblicazione ISPESL. Il metodo, come da Tabella seguente, prevede infine la classificazione dell azienda, o meglio, del gruppo omogeneo di lavoratori, in tre classi di rischio. Il punteggio ottenuto è espresso in valore percentuale rispetto al punteggio massimo. DA A LIVELLI DI RISCHIO NOTE RISCHIO BASSO 25% RISCHIO MEDIO > 25% 50% RISCHIO ALTO > 50% L analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Ripetere la valutazione in caso di cambiamenti organizzativi aziendali o comunque ogni 2 anni. L analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Per ogni condizione identificata si devono adottare comunque le azioni di miglioramento mirate. Monitoraggio annuale degli indicatori. Se queste non determinano un miglioramento entro un anno, sarà necessaria la somministrazione di questionari soggettivi. L analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative con sicura presenza di stress correlato al lavoro. Si deve effettuare una valutazione della percezione dello stress dei lavoratori. E necessaria oltre al monitoraggio delle condizioni di stress la verifica di efficacia delle azioni di miglioramento. Rischio basso: Nel caso la valutazione del rischio stress lavorocorrelato abbia dato il risultato BASSO, non sarà necessario procedere con la valutazione approfondita. Per il principio del miglioramento continuo l azienda deve comunque ricercare misure di miglioramento e monitorare il rischio. Rischio medio: L azienda deve pianificare delle azioni di miglioramento andando ad incidere su quegli indicatori, o aree, che hanno indicato i valori di rischio stress più elevati. È necessaria inoltre una verifica dopo un anno dall attuazione delle misure di miglioramento per vedere se la condizione di rischio è superata. In caso contrario sarà necessario procedere con la seconda fase (la valutazione approfondita). Esempio In un albergo con un livello complessivo di rischio medio per la mansione Receptionist, l analisi degli indicatori evidenzia come criticità il ruolo nell ambito dell organizzazione (rischio alto) e i rapporti interpersonali (rischio medio). L albergo, per pianificare le azioni di miglioramento, utilizzerà gli indicatori della check-list che ne rappresentano l area di analisi; quindi, per intervenire sul RUOLO NELL AMBITO DELL ORGANIZZAZIONE, lavorerà sulla conoscenza della linea gerarchica aziendale, la definizione dei ruoli e la gestione delle sovrapposizioni di ruoli differenti sulle stesse persone (capo turno/preposto). Gli interventi necessari per apportare miglioramenti in indicatori come il RUOLO NELL AMBITO DELL ORGANIZZAZIONE necessitano invece di un processo culturale che assorbirà tempi non molto brevi. In questa logica è opportuno che nel monitoraggio del rischio effettuato a distanza di un anno con la check-list si tenga presente che la conferma del risultato di rischio medio, (nonostante gli interventi di miglioramento), implicherà il necessario approfondimento con la valutazione della percezione dello stress da parte dei lavoratori. Rischio alto: L azienda deve provvedere ad adottare misure miglioramento per quelle situazioni che hanno dato come risultato un rischio medio o alto. In ogni caso sarà necessario procedere ad una valutazione approfondita. 2 a fase La valutazione approfondita La valutazione approfondita, fermo restando che l elaborazione dei dati raccolti deve essere riferita all organizzazione aziendale nel suo insieme e non al singolo individuo, è finalizzata all individuazione del livello di stress percepito dai lavoratori. Essa è necessaria, secondo la metodologia ISPESL, nei seguenti casi: quando la valutazione di cui alla fase 1 ha evidenziato un rischio medio dopo aver adottato le misure di miglioramento identificate o alto. in presenza di una o più istanze per molestie morali e/o sessuali; in presenza di casi di disagio lavorativo clinicamente accertati dai centri clinici pubblici di riferimento; in presenza di condizioni di stress segnalate dal medico competente. Nell affrontare questa fase è necessario possedere competenze psicologiche specifiche; è quindi opportuno coinvolgere professionisti in materia quale ad es. uno psicologo. Nelle imprese con meno di cinque lavoratori tra gli strumenti utilizzabili per valutare il livello di stress percepito, la Commissione consultiva permanente suggerisce dei focus group o interviste mirate che garantiscano il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella ricerca delle soluzioni e nella verifica della loro efficacia. L ISPESL, nella pubblicazione della proposta metodologica riporta una tabella di sintesi di alcuni dei questionari attualmente in uso in Italia. È compito del Datore di lavoro / RSPP quindi scegliere la metodologia di valutazione approfondita più adeguata alla propria realtà. Tra i questionari, uno dei modelli più utilizzati in Europa è il Job Content Questionnaire (JCQ) di Karasek. Il JCQ standard è composto da 49 items (domande), articolate in 8 macrovariabili: 3 sulla dimensione del controllo, 3 sulla dimensione domanda e 2 sugli aspetti relazionali. 70
6 Il JCQ ha il vantaggio di essere un metodo standardizzato e riconosciuto ed è apparentemente facile da usare. Di contro è un metodo messo a punto negli anni 80 e quindi, dopo trent anni, le condizioni lavorative sono molto variate rendendo alcuni items obsoleti. Periodicità della valutazione La valutazione dello stress lavoro-correlato va effettuata ogniqualvolta ci siano variazioni strutturali / organizzative significative. La metodologia dell ISPESL prevede comunque una periodicità biennale. Sanzioni Nella Tabella che segue sono indicate le principali sanzioni corrisposte al datore di lavoro in caso di mancata valutazione del rischio stress lavoro-correlato o di errata modalità di elaborazione del documento. Articolo Violazione Sanzione per datore di lavoro 55, comma 1, lett. a) Mancata valutazione del rischio ed elaborazione del Documento Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2500 a 6400 euro 55, comma 3 Mancata redazione del DVR secondo le modalità di legge Ammenda da 2000 a 4000 euro 55, comma 4 Valutazione effettuata senza specificare i criteri adottati Ammenda da 1000 a 2000 euro RIPRODUZIONE RISERVATA Test di apprendimento La normativa vigente prevede che il test debba essere sostenuto obbligatoriamente online. Le domande e le risposte nel test online appariranno in ordine casuale, diverso a ogni accesso al sito. Per il superamento del test è necessario rispondere correttamente all 80% delle domande (8 su 10). 1 Il rischio da stress lavoro-correlato può colpire: Solo i lavoratori predisposti Solo i dirigenti o comunque le alte funzioni aziendali Qualunque tipo di attività indipendentemente dal numero di lavoratori 6 Per valutare lo stress lavoro-correlato il datore di lavoro può utilizzare: Qualunque metodologia che risponda alle Indicazioni della Commissione Consultiva Permanente Unicamente la proposta dell ISPESL del Marzo 2010 Qualunque metodo proposto dal RSPP 2 Lo stress può causare: Disfunzioni fisiche, psicologiche e comportamentali Unicamente ansia e depressione Nessun danno permanente 7 La valutazione dello stress lavoro-correlato va effettuata: Su ogni singolo lavoratore Su gruppi omogenei di lavoratori Sull azienda nel suo insieme La manifestazione di stress ha un evoluzione nelle fasi di: Allarme, adattamento ed esaurimento Inibizione e collasso Allarme e resistenza fino al superamento dello stato di stress Negli alberghi, tipici fattori che possono incidere sui livelli di stress lavoro-correlato sono: L attività di ristorazione La movimentazione manuale dei carichi Il lavoro a turni e nel weekend La valutazione dello stress lavoro-correlato è effettuata da: Medico competente Datore di lavoro Psicologo La valutazione preliminare consiste in: Visite del Medico competente ai lavoratori per escludere stati di stress Un analisi basata su indicatori il più possibile oggettivi Una valutazione effettuata da uno psicologo sul livello di stress percepito La valutazione approfondita: È sempre necessaria qualunque sia il risultato della valutazione preliminare È facoltativa: il datore di lavoro può decidere se farla o meno È obbligatoria nel caso in cui la valutazione preliminare la renda necessaria La sanzione più elevata per il datore di lavoro, in merito allo stress lavoro-correlato, è la: Mancata valutazione del rischio da stress lavoro-correlato Mancata indicazione nel documento delle misure di prevenzione adottate Mancata indicazione dei criteri adottati nella valutazione del rischio 71
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