Marketing e negoziazione (come fare una ricerca di mercato; come negoziare efficacemente, etc.);

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1 I corsi di formazione rivolti alla creazione d impresa e i seminari di orientamento all autoimprenditorialità sono delle iniziative brevi di orientamento al mettersi in proprio rivolte ad aspiranti e neo-imprenditori su diverse aree legate all auto-imprenditorialità e al lavoro autonomo: Marketing e negoziazione (come fare una ricerca di mercato; come negoziare efficacemente, etc.); Amministrazione, Contabilità e Finanza (bilancio, controllo di gestione, analisi dei costi, rapporto bancaimpresa; e gli aspetti fiscali e contabili); Quando vogliamo avviare una attività imprenditoriale dobbiamo rispondere ad una serie di domande : 1. Come aprire una nuova impresa in diversi settori e in quale vorrei avviare la mia attività (turismo, servizi per l infanzia, sicurezza/qualità e ambiente, franchising, etc..)? 2. Che tipo di impresa voglio costituire (le diverse forme giuridiche e come aprire una cooperativa)? L'imprenditorialità concerne nella capacità di una persona di tradurre le idee in azione. In ciò rientra la creatività, l'innovazione e l'assunzione di rischi come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. L'educazione all'imprenditorialità è la promozione della creatività, dell'innovazione e del lavoro autonomo. Può essere utile distinguere tra: competenze imprenditoriali generali, che ciascuno dovrebbe acquisire; competenze manageriali specifiche, necessarie per avviare un'impresa. Gli obiettivi comuni generali sono ad esempio: onale; delle reti con l esterno; le risorse e il denaro a disposizione; e organizzazioni operano nella società. Per valutare l'opportunità di "mettersi in proprio", è bene sapere che i primi passaggi sono: comprendere come l'attività che si intende svolgere in maniera autonoma possa essere inquadrata a livello giuridico (ed anche fiscale): quindi scegliere se avviare attività in forma imprenditoriale oppure come attività libero professionale stabilire se si abbia intenzione di svolgere l'attività individualmente oppure vi siano più soggetti che intendano riunirsi in un'unica entità giuridica. FARE IMPRESA - Le attività economiche Le attività economiche si dividono in: attività d'impresa (che si concretizza in cessione di beni o servizi); attività svolte da liberi professionisti, in cui non vi è la cessione di beni o servizi, ma la prestazione (consulenza) di un'attività intellettuale o artistica o tecnica. Attività d'impresa 1

2 Le attività di impresa, richiedono a) sempre l'iscrizione alla Camera di Commercio, ù b) l'apertura di una partita IVA e delle relative posizioni fiscali/amministrative/contributive. L'attività di impresa può essere svolta tramite: impresa individuale (attività svolte dal singolo imprenditore) oppure società di persone (attività svolte da un gruppo di persone) oppure società di capitali (più persone-soci costituiscono un ente giuridico apportando, in genere, capitali). Le società di persone possono essere lucrative o mutualistiche (cooperative e società di mutua assicurazione). Le attività di impresa richiedono un'iniziale disponibilità economica, tuttavia esistono forme di finanza agevolata, grazie alle quali lo Stato o la Regione erogano fondi. La libera professione Per quanto riguarda le attività svolte dai liberi professionisti è obbligatorio richiedere l'apertura di una partita IVA invece non è necessaria l'iscrizione alla Camera di Commercio. Per le attività libero professionali è necessario: un titolo di studio (per esempio laurea o specifico diploma), un titolo abilitativo (esame di stato), se esistente, l'iscrizione ad uno specifico Ordine (per esempio Medici, Avvocati, Architetti, Dottori Commercialisti, Geometri ecc.) per le professioni regolamentate, per tutte le altre non è richiesto. Le attività professionali possono essere svolte sia dal singolo soggetto, sia da un gruppo di professionisti che possono costituire un'associazione professionale o una società tra professionisti. Pur essendo un'attività economica, l'attività libero professionale differisce, a livello giuridico, rispetto all'attività d'impresa. Coworking Se si è alla ricerca di bassi costi per contenere gli investimenti iniziali, si può cambiare il modo di concepire l ufficio e cercare un centro di coworking.per coworking si intende uno stile lavorativo che presuppone la condivisione di un ambiente fisico, ufficio o spazio generico, mantenendo un'attività indipendente ad un prezzo contenuto. E' anche condivisione di idee, scambio di informazioni e nascita di collaborazioni. Per la ricerca di spazi in coworking può essere utile consultare il motore di ricerca Coworkingfor.com. Il coworking è uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un'attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d'ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. Attrae tipicamente professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente e finiscono per lavorare in relativo isolamento. L'attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento. Alcuni spazi di coworking sono stati sviluppati da imprenditori di Internet nomadi alla ricerca di un'alternativa al lavorare nei bar e nei caffè, o all'isolamento in un ufficio proprio o a casa. Il coworking offre una soluzione al problema dell'isolamento, che tanti freelance sperimentavano lavorando in casa, mentre allo stesso tempo permette loro di sfuggire alle distrazioni dell'ambiente domestico. 2

3 Il coworking è spesso confuso con altre modalità di lavoro, come gli acceleratori di affari, gli incubatori di impresa, business center e le suite per dirigenti, degli spazi che non sembrano adattarsi al modello di coworking perché spesso manca loro l'aspetto del processo sociale, collaborativo e informale con pratiche di gestione più vicine a quella di una cooperativa, tra cui la focalizzazione sulla comunità piuttosto che sul profitto. Molti di coloro che partecipano al coworking sono anche partecipanti dei BarCamp e di altre attività connesse alle tecnologie open source. Il coworking non riguarda solo lo spazio fisico, ma inizialmente e soprattutto l'istituzione della comunità di coworking. I vantaggi del coworking possono ormai essere vissuti al di fuori degli spazi di coworking e viene raccomandato in genere di iniziare con la costruzione di una comunità di coworking prima di considerare l'apertura di uno spazio coworking. Tuttavia, alcuni spazi di coworking non costruiscono una comunità, ma costituiscono piuttosto una parte di una comunità già esistente, combinando la loro apertura con un evento che attiri il loro gruppo di riferimento. Numerose comunità di coworking si formano attraverso l'organizzazione di eventi di coworking casuale (ad esempio dei Jelly) che può avvenire nel soggiorno delle persone o in luoghi pubblici come bar adatti, gallerie o spazi multifunzionali. Durante questi avvenimenti I collaboratori possono sperimentare i vantaggi del coworking e conoscersi l'un l'altro, il che abbassa le barriere per entrare in un spazio di coworking in seguito. Spesso i principali promotori del coworking sono le nuove imprese startup, poiché grazie ai suoi bassi costi è accessibile e alla portata di tutte le tasche. Sono imprenditore e imprenditrice quanti esercitano professionalmente un attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi (art del Codice Civile). Si può quindi parlare di impresa quando si tratta di un attività stabile e continuativa dotata di un organizzazione che coordina risorse finanziarie, tecniche, logistiche e persone che lavorano nell impresa. Come vedremo, la gestione d impresa comporta anche costi fissi, indipendenti dal reddito effettivo, che sono maggiori di quelli per un attività di lavoro autonomo (per esempio come libero professionista o come prestatore d opera). È perciò consigliabile valutare attentamente opportunità e rischi, vantaggi e svantaggi della scelta imprenditoriale per l attività che si intende svolgere. Il Codice Civile italiano evidenzia diverse categorie di imprenditori: l imprenditore agricolo: imprenditore agricolo è chi esercita un attività di coltivazione di un fondo, un attività boschiva, l allevamento di animali o altre attività connesse. L attività può essere svolta come coltivatore diretto (se l'imprenditore opera in prevalenza con il lavoro proprio e dei familiari) oppure come imprenditore agricolo professionale il piccolo imprenditore: l imprenditore individuale che esercita l attività prevalentemente con il lavoro proprio o dei componenti della famiglia (in generale i piccoli imprenditori sono gli artigiani, i coltivatori diretti, i piccoli commercianti) l imprenditore artigiano: è chi esercita professionalmente e personalmente (ma anche in società o con l aiuto di personale dipendente) un attività di produzione di beni o prestazione di servizi. L artigiano deve svolgere prevalentemente in prima persona il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo. l imprenditore commerciale: è chi esercita un attività di produzione o di scambio di beni o servizi. L impresa può essere in forma individuale o collettiva (società). LE FORME GIURIDICHE DI IMPRESA 3

4 impresa individuale: una persona fisica intraprende un attività, di cui si assume personalmente i rischi e risponde personalmente, anche con il proprio patrimonio. società di persone: due o più persone (i soci) decidono di svolgere un attività economica comune, vi conferiscono beni o servizi, ne dividono gli utili e ne rispondono con il patrimonio societario ma di regola anche con il patrimonio individuale. Possono essere di tre tipi: società semplice (solamente per attività non commerciale), società in nome collettivo (snc), società in accomandita semplice (sas). società di capitali: assume una sua personalità giuridica autonoma dai soci, il che significa che è la società, e quindi il solo patrimonio societario, il soggetto titolare di diritti e obblighi. I soci pertanto rispondono alle obbligazioni societarie con i soli beni o capitali conferiti nella società. Possono essere di tre tipi: società a responsabilità limitata (srl), società per azioni (spa), consorzi o società consortili. Andiamo a rappresentarle singolarmente nel dettaglio. Impresa individuale Titolare dell attività è il singolo imprenditore, unico responsabile della gestione. Per lo svolgimento dell attività, l impresa individuale può avvalersi di dipendenti e collaboratori. Se il titolare gestisce l attività con la collaborazione dei familiari (fino al 2 grado di parentela) dà vita alla c.d. impresa familiare. Gli obblighi fiscali che l'imprenditore deve assolvere sono relativi all'irpef e all'irap. I contributi previdenziali INPS incidono per un 17% sul reddito con un minimale di euro. Vantaggi a. estrema semplicità della costituzione dell impresa (iscrizione alla Camera di Commercio della provincia in cui intende avviare l attività) b. autonomia e velocità le decisione c. velocità di costituzione d impresa d. tenuta della contabilità estremamente semplice Svantaggi a. responsabilità illimitata nei confronti dei terzi (il titolare risponde con tutto il proprio patrimonio personale nei confronti di eventuali creditori. Ciò significa che in caso di fallimento i creditori possono rivalersi sui suoi beni personali (la casa, l auto e su quelli del coniuge se c è il regime di comunione dei beni). b. vi sono infine alcuni svantaggi di tipo fiscale: infatti, sono inferiori rispetto ad altre forme, le spese che possono essere dedotte dal reddito (IRPEF) e, nel caso in cui si realizzino utili ingenti, questi si travasano interamente sul reddito del titolare il quale in tal caso incorre in imposte piuttosto cospicue. Per avviare una impresa individuale è necessario: o richiedere eventuali licenze o autorizzazioni amministrative, sanitarie, ecc. o denuncia all Agenzia delle Entrate (Attribuzione Partita I.V.A o codice fiscale) entro 30 giorni dall inizio dell attività o iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia in cui ha la sede legale o iscriversi all INPS (i contributi incidono per un 17% circa sul reddito con un minimale fisso di euro) o iscriversi eventualmente all INAIL Costi e formalità burocratiche e amministrative sono: Iscrizione annuale alla CCIAA ( per le imprese artigiane) Attribuzione partita IVA o codice fiscale 2.60 Libri contabili (fatture) Esenti da imposta Iscrizione INPS 17% del reddito con un minimale di Eventuale iscrizione all INAIL Proporzionale al rischio dell attività svolta Pagamento dell IRPEF Il titolare è soggetto all IRPEF per la quota di reddito derivante dall attività d impresa 4

5 Pagamento IRAP 4.25% su un imponibile che comprende anche il costo del lavoro ed oneri finanziari L IMPRESA FAMILIARE E una forma particolare dell impresa individuale. Chi avvia un'impresa può avvalersi dell'ausilio e della collaborazione dei suoi familiari. Si può trattare di una piccola impresa (articolo 2083 del codice civile), oppure di una impresa commerciale che di solito non ha grandi dimensioni. La legge, nel prevedere questa forma giuridica d'impresa, ha stabilito alcune norme per tutelare la posizione dei familiari che collaborano con l'imprenditore. Perchè l'impresa possa considerarsi familiare è necessario che i familiari prestino in modo continuativo e prevalente la loro attività, cui viene attribuita una quota di partecipazione agli utili non superiore al 49%. Con il termine familiari si intende il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo. Quanto alla natura giuridica, nel caso dell'impresa familiare, pur trattandosi di una gestione comunitaria dell'attività economica, non si dà luogo ad una società, ma si resta nell ambito dell'impresa individuale. L'imprenditore risponde con i propri beni alle obbligazioni dell'impresa familiare. Gli obblighi fiscali sono gli stessi di una ditta individuale. Vantaggi A. la costituzione e la tenuta della contabilità sono relativamente semplici e poco costose: è possibile far partecipare i propri familiari all attività d impresa senza dover costituire un società B. rapidità di decisione. Le scelte spettano solo all imprenditore C. Oneri amministrativi e contabili ridotti ai minimi termini D. Pochi oneri fiscali E. il reddito non grava su una sola persona, ma è ripartito fra i familiari Svantaggi 1. Il fallimento dell impresa comporta il fallimento del titolare che risponde solidalmente e illimitatamente con i propri beni personali 2. Il reddito di impresa coincide con quello dell imprenditore. 3. In caso di forti guadagni le imposte sono elevate e le possibilità di scaricare le spese sono molto inferiori rispetto alle Società. Per avviare una impresa familiare è necessario: scrittura privata autenticata da un notaio richiedere eventuali licenze o autorizzazioni amministrative, sanitarie, ecc. denuncia all Agenzia delle Entrate (Attribuzione Partita I.V.A o codice fiscale) entro 30 giorni dall inizio dell attività iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia in cui ha la sede legale iscriversi all INPS (i contributi incidono per un 17% circa sul reddito con un minimale fisso di euro) eventualmente all INAIL Costi e formalità burocratiche e amministrative Spese notarili di costituzione C i r c a Iscrizione alla C.C.I.A.A. annuale (80.00 per le imprese artigiane) Attribuzione partita IVA o codice fiscale Libri contabili E s e n ti da imposta Pagamento dell IRPEF in base al reddito Pagamento IRAP Pari al 4.25% su un imponibile che comprende anche il costo del lavoro ed oneri finanziari Contributi INPS In base al reddito, e versati anche per i familiari, ma sono corrisposti dal titolare Impresa artigiana 5

6 L impresa artigiana è un particolare tipo d impresa, definito da una specifica legge (la n. 443/85). Essa si qualifica per essere esercitata da una persona fisica, l artigiano, il quale svolge personalmente e prevalentemente il proprio lavoro, anche di tipo manuale, nell ambito del processo produttivo dell impresa assumendone la piena responsabilità. A tal fine egli deve esse dotato di specifiche competenze tecnico-professionali. L impresa artigiana deve avere come scopo prevalente quello di produrre beni, con l esclusione di quelli di tipo agricolo, o di fornire servizi, con l esclusione di quelli di tipo commerciale. Possono rientrare perciò in tale tipologia, ad esempio, le imprese edili, o quelle che costruiscono impianti elettrici; o ancora imprese che producono oggetti in ceramica, mobili ecc. L impresa artigiana è soggetta a dei limiti dimensionali, perciò, secondo i diversi ambiti d attività, non possono essere occupati più di un certo numero di dipendenti. Si tenga infine presente che l impresa artigiana può essere anche un impresa collettiva, purché assuma la forma della società di persone o della società cooperativa e purché l apporto dei soci sia prevalentemente in termini di lavoro personale nell ambito del processo produttivo. Presso le Camere di Commercio è istituito un apposito Albo delle imprese artigiane. L'attività d'impresa può essere anche per esempio un'impresa artigianale quale una gelateria, un'officina meccanica, una panetteria, un ristorante etnico etc L IMPRESA COMMERCIALE E commerciante quel soggetto (persona fisica o società) che esercita un attività economica consistente nell acquisto di merci allo scopo di rivenderle ai consumatori in sede fissa (commercio fisso al dettaglio) o mobile (commercio ambulante al minuto o dettaglio) oppure può rivenderle ad altre imprese commerciali (commercio all ingrosso). Nel 1998 con decreto legislativo n.114 si è attuata la riforma del commercio in applicazione della legge 5/3/97 n.59. Il Decreto disciplina i requisiti di accesso all'attività commerciale, l'esercizio dell'attività di commercio al dettaglio in sede fissa e sulle aree pubbliche, le forme speciali di vendita, il regime degli orari e delle vendite straordinarie. Vengono inoltre definite le nuove caratteristiche delle strutture di vendita. Nell'attività commerciale viene introdotto il principio della libertà di iniziativa economica privata. Con la riforma spariscono le 14 tabelle merceologiche e vengono introdotti due soli settori: 1) settore alimentare 2) settore non alimentare. Il decreto non si applica a: (art. 4): 1) Farmacie - tabaccherie - associazioni di produttori ortofrutticoli produttori agricoli per la vendita di prodotti agricoli - vendita di carburanti effettuata negli appositi impianti - artigiani iscritti all'albo per la vendita nei locali di produzione o nei locali a questi adiacenti dei beni di produzione propria, pescatori e cacciatori che vendano al pubblico, al dettaglio, i prodotti della loro attività - vendita o esposizione per la vendita delle proprie opere d'arte - vendita di beni del fallimento - vendita in fiere campionarie e mostre di oggetti connessi; 2) Pubblici esercizi (Bar, Ristoranti). Per i quali restano in vigore le precedenti normative. L'attività d'impresa può essere anche l'attività commerciale in proprio, ad esempio un bed & breakfast, un bar, un'agenzia viaggi, vendita di prodotti on line etc. Anche eventualmente in franchising. Società Se due o più persone si accordano per svolgere insieme un attività economica allo scopo di dividerne gli utili, si crea un impresa collettiva, ossia una società, come stabilisce l articolo 2247 del Codice civile. Ogni socio ha l obbligo di conferire beni o servizi, deve cioè dare un contributo alla società sotto una o più delle seguenti forme: - denaro contante - crediti 6

7 - beni in natura (locali, attrezzature) - prestazioni di lavoro (per alcuni tipi di società). In genere il suddetto accordo risulta formalmente dall atto costitutivo, dove è indicato l oggetto sociale, quindi l attività che la società può svolgere. Lo statuto, invece, detta le regole generali per il funzionamento della società e degli organi sociali. Le società si distinguono in società di persone e società di capitali. Le società di persone si caratterizzano per il rilievo centrale della persona del socio, nella responsabilità per le obbligazioni sociali, nella partecipazione sociale e nell amministrazione della società e per il fatto di non avere personalità giuridica; infatti, è sempre presente un certo grado di separazione patrimoniale tra il patrimonio della società e quello dei soci alla principale e, alla responsabilità della società per tutti i suoi debiti, si aggiunge la responsabilità sussidiaria e, di regola, illimitata dei suoi soci. Nelle società di persone le qualità dei soci (competenze, abilità, idee, fiducia reciproca, ecc.) sono più importanti dei beni che questi apportano alla società (denaro, attrezzature, ecc.). Infatti, normalmente, il capitale conferito dai soci non è molto elevato, mentre è importante il loro contributo in termini di lavoro prestato. Rispetto alle società di capitali, le procedure burocratiche, fiscali e contabili sono molto più semplici e anche i costi di costituzione e gestione sono inferiori. Tuttavia il rischio in caso di fallimento o di inadempimento è alto, perché tutti i soci devono rispondere anche con il proprio patrimonio personale per i debiti della società. Infatti, al proposito, si parla di responsabilità illimitata dei soci. Le società di capitali, invece, hanno personalità giuridica, ed è quindi la società e non il singolo socio ad essere titolare di diritti e obblighi che nascono dallo svolgimento dell attività d impresa. Nelle società di capitali la responsabilità dei soci è limitata al capitale sottoscritto. Le società di capitali sono la forma associata più adeguata rispetto alle società di persone, se l attività dell impresa è molto complessa, se gli investimenti richiesti sono notevoli, se è elevato il volume di affari, se il rischio ed i guadagni ipotizzati sono alti. Rispetto al caso precedente, le qualità e le competenze personali dei soci sono meno rilevanti, in quanto il loro apporto principale se non unico, riguarda i capitali conferiti. Per quanto riguarda la gestione e l amministrazione spesso non se ne incaricano direttamente i soci, ma il personale qualificato (manager) assunto dalla società. Per i soci la responsabilità è limitata al capitale sottoscritto. Ciò significa che, in caso di perdite o fallimento, i creditori possono rivalersi esclusivamente sul patrimonio della società e non su quello personale dei soci. Infine si deve tenere presente che le società di capitali sono piuttosto complesse ed onerose, sia per ciò che riguarda la loro costituzione, sia per ciò che riguarda la loro gestione. Sono molti gli adempimenti fiscali e burocratici che sono richiesti; come pure sono cospicue le spese che debbono essere sostenute prima e durante l attività. Ciò significa che, in caso di perdite o fallimento, i creditori possono rivalersi esclusivamente sul patrimonio della società e non su quello personale dei soci. Le società di persone, a loro volta, si dividono in: Società semplice (s.s.): il reddito imputato ai soci è proporzionale alle quote di partecipazione, non è richiesto un capitale minimo, l amministrazione può essere affidata a tutti i soci o solo ad alcuni (congiuntamente o disgiuntamente), tutti i soci sono illimitatamente e solidalmente responsabili, non può avere per oggetto l esercizio di un attività commerciale. La società semplice è una società di persone ed è il tipo più elementare di impresa con almeno due o più soci. Essa non può essere utilizzata per l'esercizio di attività commerciali, non è soggetta all'iscrizione presso il Registro delle ditte e, in caso di insolvenza, non può essere dichiarata fallita. La società semplice è utilizzata per l'esercizio di attività di modeste dimensioni e per lo svolgimento di attività agricola o professionale. La società semplice, da un punto di vista giuridico, ha un ruolo importante perché la normativa applicata ad essa (articoli del codice civile) costituisce un nucleo di norme applicabili, in linea di massima, anche alle altre società di persone. La responsabilità dei soci per i debiti sociali, in una società semplice, è illimitata e solidale. Tutti i soci hanno potere di rappresentanza e di amministrazione 7

8 Società in nome collettivo (s.n.c.): è utilizzata per le imprese che svolgono attività commerciale, cioè le imprese che producono e scambiano beni e servizi, non è richiesto un capitale minimo, l amministrazione spetta ai soci disgiuntamente; tutti i soci sono illimitatamente e solidalmente responsabili. Tutti i soci sono illimitatamente responsabili. Per costituire questo tipo di società occorre sottoscrivere un atto pubblico davanti ad un notaio, o una scrittura privata autenticata da un pubblico ufficiale. La ragione sociale dell azienda deve riportare i nomi di tutti i soci. I successivi passaggi sono: o denuncia all Ufficio delle Entrate entro 30 giorni dall inizio dell attività; o iscrizione nel Registro delle imprese presso la Camera di Commercio della provincia in cui l impresa ha la sede legale; o invio copia dell atto costitutivo all Ufficio Unico delle Entrate entro 3 mesi dall iscrizione dell atto alla Camera di Commercio. E vietato per legge assumere familiari dell amministratore o dei soci. Vantaggi: poco costosa: la legge non prevede il versamento di un capitale minimo da parte dei soci, l importo è stabilito dal contratto sociale. Svantaggi: Tutti i soci sono illimitatamente responsabili: il fallimento della società comporta il fallimento di tutti i soci. Le norme specifiche applicate alla società in nome collettivo sono gli articoli del codice civile. Queste norme, però, vanno integrate con quelle previste per la società semplice. Costi e formalità burocratiche Atto notarile 1.600,00. circa Iscrizione alla CCIAA 170,00. Registrazione dell atto costitutivo Attribuzione della partita I.V.A. 2,60. Libri contabili Esenti da imposta Iscrizione all INPS 17% del reddito d impresa con un minimo fisso variabile ogni anno di circa indipendentemente dal reddito dichiarato Pagamento IRPEF Imputato individualmente al singolo socio Pagamento IRAP 4.25% su un imponibile che comprende anche il costo del lavoro ed oneri finanziari (Paga la società) Società in accomandita semplice (s.a.s.): viene posta in essere quando i soggetti finanziatori vogliono investire i loro capitali in un'attività di impresa senza volersene assumere i rischi. Tali soci, detti accomandanti, affidano in gestione i loro capitali ad altri soci, detti accomandatari, i quali si assumono in forma illimitata e solidale le responsabilità connesse all'esercizio dell'impresa. Nella società in accomandita semplice perciò, alcuni soci esercitano l attività imprenditoriale (accomandatari,), mentre altri sono apportatori di capitale (accomandanti). E disciplinata dalle stesse norme della S.n.c., ma la responsabilità è diversa secondo la natura dei soci. I soci si dividono in accomandatari ed accomandanti. Gli accomandatari possono gestire l azienda e rispondono illimitatamente dei debiti sociali. Quindi in caso di fallimento oltre che per la quota conferita in società rispondono anche con i propri beni personali. I soci accomandanti, invece, sono responsabili entro i limiti della quota conferita, cioè il capitale investito, pertanto non hanno poteri di amministrazione o rappresentanza. Questa formula può essere utilizzata, per esempio, da coniugi che lavorano insieme. In caso di fallimento, infatti, si preserva il patrimonio di uno dei due. La ragione sociale deve riportare solo i nomi dei soci gestori (accomandatari). Per costituire questo tipo di società gli adempimenti sono gli stessi della società di persone. Vantaggi - Le procedure burocratiche, fiscali, contabili e tributarie sono agevolate; - I costi di costituzione e di gestione sono contenuti. 8

9 Svantaggi - I soci sono soggetti a responsabilità illimitata (tranne gli accomandanti della S.a.s.) personale e solidale. Ciò significa che in caso di fallimento, i creditori potranno rivalersi anche sul patrimonio privato di ciascun membro della Società. Se uno o più soci non adempie, il debito dovrà essere saldato da altri. - I rischi sono strettamente legati alla competenza, onestà, abilità, lealtà e professionalità dei soci. Sbagliare i partner può compromettere il successo dell impresa. Costi e formalità burocratiche Atto notarile circa iscrizione alla Camera di Commercio Attribuzione della partita IVA 2,60 Pagamento dell INPS 17% del reddito d impresa con un minimo fisso variabile ogni anno di circa indipendentemente dal reddito dichiarato Pagamento dell IRPEF Pagamento ILOR Solo se superano 3 dipendenti Pagamento IRAP 4.25% su un imponibile che comprende anche il costo del lavoro ed oneri finanziari (Paga la società) A loro volta le società di capitali si dividono in: Società per azioni (s.p.a.): esercitano un'attività di impresa utilizzando il patrimonio conferito dai soci mediante quote di partecipazione, che hanno lo stesso valore e sono rappresentate da un titolo nominativo detto azione. Il capitale non può essere inferiore a euro oggi con ultimo decreto dl 91/2014 il capitale minimo è stato portato a ,00. È adatta alle grandi imprese. Ha due elementi fondamentali: Il primo riguarda l'autonomia patrimoniale perfetta, ciò significa che risponde esclusivamente la società delle obbligazioni sociali senza intaccare il patrimonio personale dei soci (società con propria personalità giuridica). Il secondo elemento riguarda le quote di partecipazione che sono rappresentate dalle azioni. Questo criterio di partecipazione si distingue dalla società a responsabilità limitata nella quale non vi sono azioni. Il valore complessivo delle azioni (capitale sociale) per costituire una società per azioni deve essere almeno di ,00 Euro : di cui il 25% ovvero i 2,5 decimi devono essere obbligatoriamente versati all atto della costituzione. Le azioni attribuiscono al loro possessore sia diritti patrimoniali che diritti amministrativi. La società deve essere costituita per atto pubblico; se viene redatto uno statuto sociale questo deve essere allegato all atto costitutivo. L atto costitutivo deve necessariamente contenere: dati anagrafici dei soci e numero azioni sottoscritte, sede sociale, denominazione con l indicazione di SPA, oggetto sociale, valore del capitale sottoscritto e versato, valore nominale e numero delle azioni, norme per la ripartizione degli utili numero degli amministratori e loro poteri, numero dei componenti il collegio sindacale, durata della società. Gli organi della SPA sono: assemblea dei soci, consiglio di amministrazione, collegio sindacale. La SPA è soggetta ad IRAP ed IRES; i soci sono sottoposti a tassazione IRPEF, che colpisce solo per gli utili effettivamente percepiti. Esiste un meccanismo di credito d imposta per evitare la doppia tassazione in capo alla società e al socio. Società in accomandita per azioni (s.a.p.a.): hanno le stesse caratteristiche delle società in accomandita semplice e delle società per azioni. È poco diffusa in Italia. Si tratta di un mix fra S.a.s. e S.p.a. La S.a.p.a. deve essere iscritta all'ufficio del Registro delle ditte presso la Camera di Commercio. E' previsto un capitale sociale minimo pari a ,00 Euro. Alla S.a.p.a. sono applicabili le norme sulla società per azioni. Il patrimonio sociale è costituito da azioni, ma i soci si distinguono in: 9

10 a) accomandatari, che hanno il potere di amministrare la società e la conseguente responsabilità illimitata, solidale e sussidiaria, b) accomandanti, che sono obbligati nei limiti delle azioni sottoscritte e non possono svolgere attività di amministrazione della società, non sono coinvolti in caso di dissesto o fallimento della società Vantaggi - La responsabilità dei soci non è personale, ma limitata alla quota di capitale conferita. Il patrimonio privato di ogni socio è inattaccabile dai creditori, a meno che non si siano commessi degli illeciti. Svantaggi: - Gli adempimenti sono numerosi e complessi; - Le spese sono elevate Società a responsabilità limitata (s.r.l.): si presenta come un modello intermedio e "ibrido" tra la S.p.A. e le società di persone: vi sono alcuni elementi, come la deroga completa del principio della responsabilità patrimoniale, che la avvicinano alla S.p.A., assieme ad altri fattori, come la flessibilità organizzativa o la personalità delle quote, che sono propri delle società di persone. Le quote sociali non sono rappresentate da azioni e il capitale minimo, per la costituzione, è pari a euro. L adozione di questa forma societaria viene preferita alla società per azioni per lo svolgimento di attività di impresa di media dimensione. E la forma più accessibile e diffusa. Si chiama in questo modo perché ciascuno dei soci risponde solo per il capitale versato o sottoscritto e quindi sono responsabili nei confronti dei creditori solo con il capitale societario e non con il patrimonio personale. Questa forma di società è stata riformata dalla legge delega 366/2001 e dal conseguente decreto legislativo n. 6/2003, c.d. Riforma delle società, che è entrata in vigore il 1 gennaio 2004 ed è regolamentata dagli artt del codice civile. La S.r.l può avere anche un solo socio, in questo caso si chiama s.r.l. unipersonale. La S.r.l. ha una autonomia patrimoniale perfetta, ciò significa che risponde esclusivamente la società delle obbligazioni sociali senza intaccare il patrimonio dei soci. Questo beneficio deriva dal fatto che la S.r.l. ha una propria personalità giuridica. Una S.r.l. può essere costituita con un capitale sociale relativamente modesto (minimo Euro), di cui almeno il 25% ovvero i 2,5 decimi vanno versati o può essere sostituito dalla prestazione di una polizza di assicurazione o di una fideiussione bancaria che ne garantisca l esecuzione e allo stesso tempo beneficiare della responsabilità limitata. In caso di S.r.l. unipersonale il capitale sociale deve essere versato interamente al momento della costituzione della società. Però quando la società debba ricorrere al prestito di terzi (es.banche) frequentemente accade che qualora non abbiano nel proprio patrimonio beni sufficienti a garantire l affidamento, l erogazione del prestito venga subordinata alla firma di fideiussioni personali dei soci che diventano responsabili della restituzione del prestito anche con il proprio patrimonio personale. Queste caratteristiche la rendono particolarmente adatta all'esercizio di attività economiche di medie dimensioni e da parte di un piccolo numero di soci, legati da vincoli di famiglia o comunque di conoscenza e fiducia reciproca. La società deve essere costituita con atto pubblico da redigersi presso un notaio che predispone la redazione e la sottoscrizione dell atto costitutivo e dello statuto. L atto costitutivo deve riportare: i dati anagrafici dei soci, la denominazione recante l indicazione S.r.l., l indicazione della sede sociale, l ammontare del capitale sottoscritto e versato, la quota di conferimento di ogni socio, le norme per la ripartizione degli utili, i dati indentificativi degli amministratori e, dove previsto, dei componenti del collegio sindacale, la durata della società e l importo globale delle spese di costituzione a carico della società. Con la Riforma del diritto societario l intera organizzazione della società a responsabilità limitata è radicalmente cambiata. Secondo il nuovo modello è infatti rimesso all atto costitutivo di determinare le norme relative al funzionamento della società quali per esempio: concentrare tutti i poteri in capo ai soci ed attribuire ad essi anche l amministrazione della società (in modo disgiunto o congiunto, come è nella società di persone) oppure dissociare il potere di amministrazione dalla qualità di socio o attribuire l amministrazione ad uno o più soci soltanto, nominati con decisione della collettività dei soci; è possibile, inoltre, affidare l amministrazione della società ad un terzo estraneo. 10

11 Sono riservate, in ogni caso, alla competenza della collettività dei soci, mediante una delibera assembleare o con la raccolta di adesioni scritte: l approvazione del bilancio e la distribuzione degli utili, le modificazioni dell atto costitutivo e le decisioni che comportano una sostanziale modificazione dell oggetto sociale o una rilevante modificazione dei diritti dei soci. Il voto di ciascun socio vale in misura proporzionale alla sua partecipazione al capitale sociale, e le decisioni sono prese con il voto favorevole dei soci che rappresentano Almeno la metà del capitale. I soci che non partecipano all amministrazione hanno diritto ad avere dagli Amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare i libri sociali ed i documenti relativi all amministrazione. La S.r.l. è soggetta al pagamento dell IRAP e il reddito di impresa è sottoposto all IRES; gli utili netti che risultano dopo il pagamento delle imposte possono essere distribuiti ai soci. La quota di utile che spetta al socio rientra nella sua dichiarazione personale, alla voce reddito di capitale, ed è assoggettata ad IRPEF. Per evitare la doppia tassazione sulla stesso reddito subentra un meccanismo per cui l IRES pagata dalla società diventa un credito utilizzabile dal socio per diminuire la sua IRPEF. Per avviare l attività occorre: la denuncia all Ufficio Unico delle Entrate entro 30 gg dall inizio dell attività; l iscrizione nel registro delle Imprese presso la Camera di Commercio della provincia in cui l impresa ha sede legale (adempimento svolto dal notaio che ha ricevuto l atto costitutivo; l invio della copia dell atto costitutivo all Ufficio Unico delle Entrate entro 3 mesi dall iscrizione dell atto alla CCIAA; Non è più necessario il procedimento di omologazione da parte del Tribunale. Vantaggi la possibilità di suddividere i costi e di salvaguardare il patrimonio dei singoli soci; la possibilità di assumere familiari dell amministratore o dei soci. Svantaggi elevata pressione fiscale: non esistono, come per le società di persone, agevolazioni sull IRAP (ex Ilor); inoltre è necessario pagare l IRES (ex Irpeg). Complessivamente queste due imposte incidono circa sul 52,5 % degli utili; in fase costitutiva è obbligatorio il versamento, presso un istituto bancario, del 25% del capitale iniziale; sono previsti maggiori vincoli e costi di costituzione più elevati; le società di capitali devono tenere obbligatoriamente la contabilità ordinaria, questo comporta maggiori costi e maggiori sforzi organizzativi. Costi e formalità burocratiche Atto notarile Iscrizione alla CCIAA Quota fissa di 373,00 + una percentuale del fatturato in base agli scaglioni Apertura della partita IVA 2,60 Deposito annuale del Bilancio presso la CCIAA, accompagnato dalla relazione dell organo amministratore Pagamento dell IRES 33% del reddito imponibile Pagamento IRAP 4.25% su un imponibile che comprende anche il costo del lavoro ed oneri finanziari S.r.l. semplificata per i giovani imprenditori e S.r.l. a capitale ridotto: dal 29 agosto 2012 è operativa la normativa riguardante la società a responsabilità limitata semplificata, introdotta con l obiettivo di agevolare l accesso all attività d impresa da parte dei giovani di età non superiore a 35 anni. La Legge 99/2013, di conversione del D. L. 76/2013, ha esteso il regime anche agli over 35. Caratteristica del nuovo tipo di società è un regime particolarmente agevolato, sia per l ammontare del capitale sociale necessario per la sua costituzione (basta un euro), sia per i minori costi da sostenere. Il nuovo tipo di s.r.l. è disciplinato dall art. 2463bis del Codice civile, introdotto dall art.3 del D.L. 24 gennaio 2012 n.1, convertito con la Legge n. 27/

12 L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico in conformità al modello standard tipizzato con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico (modello adottato con il decreto n.138/2012 ). Di seguito alcune caratteristiche: la società a responsabilità limitata semplificata può essere costituita con contratto o atto unilaterale da persone fisiche che non abbiano compiuto i trentacinque anni di età alla data della costituzione; l'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico in conformità al modello standard tipizzato; l'ammontare del capitale sociale deve essere pari all'importo di almeno 1 euro e inferiore a euro, sottoscritto e interamente versato alla data della costituzione; il conferimento deve farsi in denaro ed essere versato all'organo amministrativo. Nel nuovo tipo di società gli amministratori devono essere scelti tra i soci; l'atto costitutivo e l'iscrizione nel registro delle imprese sono esenti da diritto di bollo e di segreteria e non sono dovuti onorari notarili. Molte sono quindi le differenze con la normale s.r.l., dove il capitale sociale non può essere inferiore all importo di euro (art. 2463, comma 2, c.c.) ed i conferimenti possono essere fatti da ciascun socio anche attraverso il versamento di crediti o con le altre modalità prescritte dall art del c.c. La s.r.l. semplificata non può essere costituita da persone giuridiche, come società, associazioni o consorzi ed è vietato cedere le quote a soci non aventi i requisiti di età richiesti, cioè 35 anni, a pena di nullità. Sarà il notaio, nel ricevere l atto costitutivo, ad accertare la sussistenza del requisito dell età. Accanto alla suddetta s.r.l., il decreto sviluppo (convertito con la Legge 7 agosto 2012, n. 134) ha introdotto la cd. società a responsabilità limitata con capitale ridotto, in favore dei soggetti over 35 anni. La norma di riferimento (art. 44) recita testualmente: Fermo quanto previsto dall articolo 2463-bis del codice civile, la società a responsabilità limitata a capitale ridotto può essere costituita con contratto o atto unilaterale da persone fisiche che abbiano compiuto i trentacinque anni di età alla data della costituzione. Come per la s.r.l. semplificata, anche per la s.r.l. a capitale ridotto, l atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico, ma non si fa espressa menzione al fatto che, come per le s.r.l. semplificate, l atto costitutivo in oggetto deve essere redatto secondo il modello di statuto standard. L atto costitutivo può prevedere che l amministrazione della s.r.l. a capitale ridotto possa essere affidata a una o più persone fisiche anche diverse dai soci, mentre nella s.r.l. semplificata gli amministratori possono essere solo i soci. Società cooperative Un cenno a parte meritano le società cooperative che esercitano l attività di impresa perseguendo uno scopo mutualistico, tale scopo si traduce nel fornire beni e servizi o occasioni di lavoro direttamente ai soci a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero sul mercato. Con la riforma del diritto societario avvenuta con decreto legislativo n. 6 del 2003 si è ridisegnato interamente la disciplina delle cooperative. Le nuove cooperative sono suddivise in due grandi categorie: a) cooperativa a mutualità prevalente, alle quali sono riservate le agevolazioni fiscali; b) cooperative diverse, alle quali si applicano le regole dettate per le società di capitali. Per la costituzione di una società cooperativa è necessaria la presenza di almeno nove soci: il numero minimo è ridotto a tre soci per le cooperative che adottano le regole della s.r.l. e se i soci sono delle persone fisiche. 12

13 Nelle cooperative a mutualità prevalente il patrimonio societario non appartiene ai soci ma, in caso di liquidazione, deve essere devoluto al fondo per lo sviluppo della cooperazione. Nelle assemblee hanno diritto di voto tutti coloro che risultano regolarmente iscritti nel libro dei soci da almeno tre mesi. In assemblea vale la regola del voto capitario secondo cui ciascun socio cooperatore ha un voto, qualunque sia il valore della quota o il numero delle azioni possedute. L atto costitutivo può attribuire: un diritto di voto plurimo ai titolari degli strumenti finanziari offerti in sottoscrizione ai soci cooperatori; più voti, ma non oltre cinque, in relazione all ammontare della quota oppure al numero dei loro membri, ai soci cooperatori persone giuridiche; il voto plurimo ai soci che realizzano lo scopo mutualistico attraverso l integrazione delle rispettive imprese o di talune fasi di esse ( in ogni caso, ad essi non può essere attribuito più di un terzo dei voti spettanti all insieme dei soci presenti o rappresentati in ciascuna assemblea generale). Le azioni o quota possono avere un valore non inferiore a 25 euro e un valore superiore a 500 euro per ciascuna azione. Uno stesso socio non può avere una quota superiore a ,00 euro La cooperativa si costituisce con atto pubblico, ossia alla presenza di un notaio. Parte integrante dell atto costitutivo è lo Statuto che stabilisce le norme relative al funzionamento della società. Lo Statuto e l atto costitutivo devono essere sottoscritti dai soci della cooperativa. La società cooperativa deve iscriversi all albo delle società cooperative presso il Ministero delle attività produttive: l albo è composto da due sezioni: I - Cooperative a mutualità prevalente art.2512,2513 e 2514 del cc II Cooperative diverse La domanda va presentata alla Camera di Commercio dove ha sede legale la cooperativa. L iscrizione comporta l attribuzione alla società cooperativa di un numero di iscrizione con l indicazione della sezione di appartenenza. Tale numero va indicato negli atti della società cooperativa e nella propria corrispondenza. Per avviare l attività la cooperativa deve anche essere iscritta: Al registro prefettizio delle cooperative; Al Registro Ditte presso la Camera di Commercio; All ufficio I.V.A. Le Cooperative possono essere: 1. di consumo: acquistano merci all ingrosso per venderle ai soci e a terzi a prezzi vantaggiosi; 2. di produzione e lavoro: producono beni e servizi. Si tratta di particolari forme di impresa. Le cooperative di produzione e lavoro sono costituite da più soci che uniscono il loro lavoro e i loro risparmi, sostituendosi agli imprenditori e quindi assumendosi in comune gli oneri e i rischi, nonché i vantaggi connessi alla gestione dell impresa. In questo caso i soci sono sia imprenditori che lavoratori. Le cooperative di produzione e lavoro si distinguono inoltre in: Cooperative industriali; Cooperative di lavoro; Cooperative agricole. 3. edilizie: mirano a fornire ai soci abitazioni con prezzi favorevoli e condizioni di acquisto agevolate 4. di credito: hanno lo scopo di agevolare il credito ai singoli associati, agli artigiani, e agli imprenditori di piccole industrie. Vantaggi o L attività dei soci è prestata a loro vantaggio e consente di ottenere beni e servizi a condizioni vantaggiose; o Il trattamento fiscale è favorevole (agevolazioni e minori tasse); o Il reperimento di finanziamenti è agevolato. 13

14 Svantaggi - L utile ripartibile fra i soci non può essere superiore a una percentuale minima prestabilita dal capitale sociale. I guadagni dei soci perciò provengono dagli stipendi. I Soci I fondatori della cooperativa acquistano la qualità di soci fondatori apponendo la firma all atto di costituzione. Lo statuto della cooperativa deve contenere le condizioni per l ammissione dei nuovi soci, nonché i modi con cui vanno eseguiti i conferimenti. I soci possono o meno rispondere con il proprio patrimonio personale ai debiti sociali, a seconda che nell atto costitutivo la società si costituisce come una cooperativa a responsabilità illimitata o una cooperativa a responsabilità limitata. Nel secondo caso il socio risponde solo per il capitale conferito all atto di iscrizione. Per quanto riguarda il socio lavoratore: a) in quanto lavoratore è vincolato da determinati obblighi (osservare gli orari di lavoro, svolgere determinate mansioni, ecc.) analogamente a quanto previsto nel caso di lavoratore dipendente; in quanto imprenditore può partecipare alle attività sociali (ad esempio al consiglio di amministrazione ed all assemblea dei soci) in cui vengono collettivamente prese le scelte strategiche ed operative dell impresa. Tale responsabilità espone il socio lavoratore anche al rischio d impresa. Ciò significa che la sua retribuzione può variare secondo l andamento dell impresa. b) Dal punto di vista fiscale (IRPEF) i redditi percepiti dal socio lavoratore sono assimilati a quelli di lavoratore dipendente; dal punto di vista previdenziale e assistenziale, invece, il regime previsto si colloca in un area intermedia tra il lavoro dipendente ed il lavoro autonomo. LA COOPERATIVA SOCIALE Le cooperative sociali sono una delle espressioni più significative del settore non profit (o terzo settore) che comprende molteplici e diversificate attività e strutture organizzative. Tra tali attività rientra la produzione di beni di interesse collettivo che possono essere i più vari: servizi educativi, formativi, culturali, ricreativi, sociali e assistenziali. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi si va dalle associazioni basate unicamente sul volontariato (cioè sulle prestazioni di lavoro a titolo gratuito) degli aderenti alle cooperative sociali, dove oltre a volontari ritroviamo anche soci lavoratori e lavoratori dipendenti. Il carattere comune che qualifica tutte queste attività è dato dal fatto che è del tutto escluso (per statuto o in base alla prassi) l obiettivo del profitto, né è possibile distribuire gli eventuali utili ricavati nel corso delle attività. Caratteristiche e differenze rispetto alle cooperative ordinarie Le cooperative sociali sono una nuova forma di impresa cooperativa, prevista dalla legge n.381/91. Rispetto alla cooperativa ordinaria, il cui scopo è quello di soddisfare l interesse dei soci, essa ha lo scopo di rispondere all interesse generale della comunità, si tratta quindi di uno scopo solidaristico orientato all esterno della compagine sociale. Per quanto riguarda gli adempimenti richiesti per la costituzione delle cooperative sociali valgono le stesse regole previste per le cooperative ordinarie. I Soci 1. I soci lavoratori sono quelli che partecipano alle attività della cooperativa svolgendo una normale attività lavorativa remunerata; 2. I soci lavoratori disagiati, sono quei soci che operando all interno della cooperativa ottengono il soddisfacimento di due fondamentali bisogni: a) l inserimento e l addestramento lavorativo e la relativa retribuzione; b) l inserimento sociale 14

15 Tali soci devono appartenere a determinate categorie di soggetti svantaggiati quali ad esempio: ex alcolisti, ex tossicodipendenti, disabili fisici, disabili psichici, ecc.; 3. I soci volontari sono quei soci che operano in modo spontaneo e gratuito per fini di solidarietà. Tipi di cooperativa Le cooperative sociali sono essenzialmente di due tipi: a) Tipo A quelle che forniscono servizi socio sanitari ed educativi (impiegano soltanto soci lavoratori e soci volontari); b) Tipo B quelle che prevedono attività produttive finalizzate all inserimento lavorativo di persone svantaggiate (debbono quindi impiegare anche soci lavoratori disagiati). Le categorie di soci delle cooperative sono: a) soci cooperatori b) soci ordinari che partecipano direttamente alla gestione dell impresa (soci-lavoratori, etc.) c) soci sovventori, ossia soci che conferiscono capitale sociale al fine di sviluppare l attività della cooperativa e di riceverne una remunerazione (esclusi per le cooperative di edilizia abitativa) azionisti di partecipazione cooperativa d) soci che conferiscono capitale al fine esclusivo di riceverne una remunerazione e) soci elementi tecnici elementi tecnici ed amministrativi nel numero strettamente necessario al funzionamento della cooperativa (non oltre il 12% dei soci complessivi) f) soci svantaggiati Nelle cooperative sociali di tipo B abbiamo invece: a) soci ordinari con le seguenti caratteristiche, soggettive: invalidi fisici, invalidi psichici e sensoriali, ex degenti istituti psichiatrici, in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazione di difficoltà familiare, condannati ammessi a misure alternative a detenzione Non ci soci volontari nelle cooperative sociali di tipo A o B che prestano la loro attività gratuitamente, esclusivamente per fini di solidarietà In genere, le società devono iscriversi al Registro delle imprese prima di iniziare l attività. La Legge 99/2013, di conversione del D. L. 76/2013, prevede che le società a responsabilità limitata a capitale ridotto iscritte nel registro delle imprese siano qualificate come società a responsabilità limitata semplificata. Contrariamente a quanto accade per l impresa individuale, la società consente di: rischioso reperire altrimenti. Quando l utile di gestione comincia ad essere significativo la società presenta anche vantaggi fiscali, consentendo la ripartizione del reddito in parti uguali tra i soci (cosiddetto abbattimento dell aliquota: meno reddito imputato pro capite = meno tasse); nell impresa familiare, invece, al titolare si deve comunque imputare la metà del reddito, e ciò riduce la possibilità di beneficiare dell abbattimento dell aliquota. Optare per un impresa individuale o collettiva, e scegliere in quest ultimo caso un tipo di società piuttosto che un altro, non è una decisione da prendersi a cuor leggero: una forma giuridica sbagliata può pregiudicare il successo dell iniziativa. Nel caso non si abbiano competenze dirette è opportuno rivolgersi a un professionista di fiducia. 15

16 Registro delle imprese Il registro delle imprese, per la legge italiana, è un registro in cui le imprese italiane sono tenute all'iscrizione, e che costituisce la fonte primaria di certificazione dei loro dati costitutivi, così come le anagrafi comunali lo sono per i dati dei cittadini. Chi svolge in Italia un attività economica sotto forma di impresa deve iscriversi al registro delle imprese tenuto dalle camere di commercio italiane (una per ogni provincia), interconnesse tramite la loro società di informatica, InfoCamere S.c.p. A. Istituto Previsto inizialmente dal Codice civile del 1942, venne attuato completamente soltanto con la legge 29 dicembre 1993, n. 580, e reso operativo con il DPR n. 581 del 1995; il registro delle imprese è pubblico ed unifica quelli che un tempo erano il registro delle società - tenuto dalle cancellerie commerciali dei tribunali - e il registro ditte, tenuto originariamente dalle camere di commercio. In esso sono conservati tutti gli atti e documenti inerenti alla vita delle imprese, assicurando la completezza ed organicità della pubblicità legale per tutte le imprese soggette ad iscrizione. Dal 1 aprile 2010 per effettuare iscrizioni o variazioni nel registro delle imprese delle Camere (ma anche per gli archivi pubblici di Inps, Inail e Agenzia delle entrate) va utilizzata obbligatoriamente la procedura telematica chiamata "ComUnica". [1] Il registro imprese è diviso in una sezione ordinaria e una sezione speciale (inizialmente erano previste 4 sezioni speciali successivamente accorpate a partire dal 1998) Sezione ordinaria Nella sezione ordinaria si iscrivono: imprenditori individuali esercenti imprese commerciali di non modeste dimensioni (ex art.2195 c.c.); società di persone (tranne la società semplice); società di capitali; consorzi fra imprenditori con attività esterna; i gruppi europei di interesse economico con sede in Italia (G.E.I.E.); gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale un'attività commerciale; le società estere che hanno in Italia la sede dell'amministrazione, ovvero l'oggetto principale della loro attività; L'iscrizione alla sezione ordinaria produce effetti di pubblicità legale dichiarativa per tutti gli imprenditori iscritti eccetto le società di capitali, per le quali l'iscrizione ha effetto di pubblicità legale costitutiva. Sezione speciale Alla I sezione speciale si iscrivono, con diverse qualifiche: imprenditori agricoli individuali (persone fisiche e persone giuridiche) piccoli imprenditori commerciali le società semplici imprenditori artigiani Nella II sezione speciale si iscrivono: società tra professionisti (società tra avvocati) 16

17 La III sezione speciale è destinata alla pubblicità dei legami di gruppo: società o enti che esercitano attività di direzione e coordinamento e quelle che vi sono soggette La IV sezione speciale è destinata invece alle imprese sociali (Art. 5 D.Lgs. 155/2006): Le organizzazioni private qualificabili come imprese sociali ai sensi del D. Lgs. 155/2006 sono tenute ad iscriversi nella sezione speciale delle imprese sociali. Nella V ed ultima sezione speciale vanno iscritti: Gli atti di società di capitali in lingua comunitaria diversa dall italiano Art c.c. (come modificato dall'art. 42 della legge 88/2009) Le società di capitali hanno la facoltà di pubblicare in questa sezione speciale la versione in lingua comunitaria diversa dall italiano degli atti iscritti o depositati nel registro imprese. L'efficacia di questo adempimento è asimmetrica: la società non può opporre a terzi le eventuali difformità tra la versione italiana e quella in lingua straniera, mentre i terzi possono avvalersene (in sostanza, i terzi possono scegliere tra le due versioni quella per essi più vantaggiosa). L'iscrizione alla sezione speciale ha effetti di pubblicità notizia per tutte le imprese eccetto le società semplici esercenti attività agricola e gli imprenditori agricoli individuali anche piccoli (d.lgs. 228/2001) Dal registro delle imprese è possibile ottenere informazioni dettagliate su singole imprese (natura giuridica, data di costituzione e capitale sociale, codice fiscale, attività svolta, organi sociali, poteri di rappresentanza associati agli organi sociali, numero addetti, eccetera), elenchi di aziende selezionate in base a vari parametri di ricerca combinabili tra loro (localizzazione geografica, natura giuridica, settore di attività) e conoscere le variazioni più importanti relative alla vita delle singole aziende (cessazione, liquidazione, fallimento, variazioni delle cariche, trasferimenti). I prospetti ottenibili dal registro imprese sono: tutti i tipi di certificati e visure (ordinari, storici, di deposito ecc.) copie degli atti e dei bilanci elenchi di imprese schede sintetiche sulle persone e sulle imprese iscritte schede sui soci. Accanto al registro delle imprese, e in modo ad esso complementare, viene tenuto il repertorio economico amministrativo: si tratta della raccolta di notizie economiche ed amministrative, come unità locali, attività economica effettivamente svolta nella sede legale, classificazioni Istat, ecc. Altre forme giuridiche sono le Associazioni, Fondazioni, Comitati Si crea un associazione quando due o più persone si uniscono per il raggiungimento di un determinato scopo non lucrativo e non mutualistico, ma ad esempio etico, culturale, assistenziale, ricreativo, sociale, educativo, religioso, sportivo. Le associazioni svolgono la loro attività prevalentemente attraverso prestazioni lavorative o in denaro, volontarie o meno, degli aderenti (associati). Associazioni riconosciute sono quelle che hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento dello Stato: allo Stato spetta cioè di emettere un provvedimento, il riconoscimento appunto, che concede 17

18 specifiche prerogative alle associazioni che lo hanno chiesto e che si trovino in determinate condizioni. Le prerogative principali che l'associazione acquista col riconoscimento sono tre: 1) la prima consiste nella cosiddetta autonomia patrimoniale, in base alla quale il patrimonio dell'associazione si presenta distinto e autonomo rispetto a quello degli associati e degli amministratori; 2) la seconda si può ritrovare nella concessione di una limitazione di responsabilità degli amministratori per le obbligazioni assunte per conto dell'associazione; 3) la terza infine consiste nella possibilità per l'associazione di accettare eredità, legati e donazioni e di acquistare beni immobili. Le associazioni non riconosciute non possono godere di tali prerogative: la loro autonomia patrimoniale non è perfetta, inoltre per le obbligazioni assunte in nome e per conto dell'associazione rispondono anche le persone che le hanno contratte, e infine è molto dubbio che possano accettare legati e donazioni. Per conseguire il riconoscimento è necessario che lo scopo dell associazione sia definito e lecito, che il patrimonio sia adeguato alle finalità che intende perseguire e che l atto costitutivo e lo statuto contengano indicazioni precise in ordine alla denominazione, alla sede ed all ordinamento interno; in particolare, nello statuto dovranno essere disciplinate le modalità di costituzione e di funzionamento degli organi ed indicati i poteri attribuiti ai loro componenti. Infine, dovranno essere disciplinate le modalità di estinzione dell associazione e di devoluzione del patrimonio. Si ha una fondazione, invece, nel caso in cui un fondatore metta a disposizione un patrimonio per determinati scopi diversi da quello di lucro: culturali, educativi, religiosi, sociali, scientifici o comunque di utilità pubblica. Anche la fondazione per ottenere il riconoscimento deve costituirsi con atto pubblico (l atto di fondazione) e redigere uno statuto. Un comitato raccoglie persone che perseguono uno scopo altruistico o di pubblica utilità, le quali, non disponendo di mezzi patrimoniali adeguati, promuovono pubbliche sottoscrizioni per raccogliere i fondi necessari: comitati di soccorso o di beneficenza, comitati promotori di opere pubbliche, monumenti, esposizioni, mostre, festeggiamenti e così via. Il consorzio è un contratto con cui più imprenditori istituiscono un organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. La differenza sostanziale tra il consorzio e la società è che la seconda è finalizzata all esercizio di un impresa, mentre il primo è costituito da più imprese per condividere risorse o servizi o per meglio organizzare un attività economica. Anziché con un consorzio vero e proprio, l attività svolta con finalità consortili può essere perseguita anche con una società (in genere società per azioni oppure società a responsabilità limitata, che assumono rispettivamente la denominazione di società consortile per azioni o società consortile a responsabilità limitata ). Dalle valutazioni al business plan Abbiamo pensato di visualizzare le varie tappe del processo di creazione d impresa integrandole in un percorso guidato, in modo che ad ogni fase problematica corrisponda una specifica metodologia di intervento. Il percorso di avviamento alla creazione di una nuova impresa può essere articolato in cinque macro-fasi: 1a fase - Valutazione delle attitudini imprenditoriali 2a fase - Definizione dell idea imprenditoriale 3a fase - Analisi del mercato e del prodotto 4a fase - Organizzazione dell azienda 5a fase - Redazione del piano d impresa (Business plan) 18

19 1. La valutazione delle attitudini imprenditoriali Va considerato che il centro dell impresa - specialmente della microimpresa, che coincide spesso con la ditta individuale o poco più è l imprenditore o aspirante tale: le sue attitudini a svolgere un attività in proprio incidono in modo determinante sul successo dell iniziativa. In questa prima fase occorre perciò richiamare l attenzione sulle capacità personali dell aspirante imprenditore. Queste si rivelano di grande importanza al fine di: impresa; momenti successivi all avvio E dunque essenziale, per chiunque voglia affrontare l avventura di costituire una nuova impresa, valutare il proprio profilo dal punto di vista: psicologico, con riferimento alla personalità imprenditoriale che si possiede; 19

20 tecnico, con riferimento al mestiere specifico nel settore di interesse. In questa fase occorre: individuare i punti forti e i punti deboli della propria personalità imprenditoriale; valorizzare i primi e migliorare i secondi. Imprenditori si nasce o si diventa? E uno dei dilemmi classici. In realtà la questione se esistano o meno delle doti naturali per svolgere un attività in proprio è un falso problema. E dimostrato infatti che imprenditori si può diventare, sia con l esperienza che con lo studio. Essere imprenditore è sempre meno un fatto genetico, funzionale alla personalità e sempre più dipendente dall apprendimento e dai propri progetti di vita. Non si può fare molto per cambiare la personalità, ma si può invece imparare a stare con gli altri, a dirigere, a rischiare, a negoziare o ad essere creativi. Bisogna quindi valutare le proprie attitudini e interrogarsi sulle motivazioni a mettersi in proprio e ad avviare, in particolare, quel particolare tipo di attività Mettersi in proprio infatti non significa solo cambiare attività: nella maggior parte dei casi significa anche cambiare le proprie abitudini (e in qualche misura quelle della propria famiglia). Il tempo libero verrà drasticamente ridotto, e occorrerà abituarsi a non avere orari. Ma anche i ritmi di lavoro saranno completamente diversi, così come diverse saranno le nuove responsabilità e l assiduità dell impegno: e tutto ciò senza che vi sia la certezza di avere successo. Dal punto di vista tecnico, occorre accertarsi di possedere in grado adeguato le competenze e il know-how richiesto per svolgere quel particolare tipo di attività: ad esempio sarà molto difficile avviare un agriturismo o un officina da meccanico senza una minima esperienza nel settore. Cosa fare se non si ha esperienza, Se non si è mai operato nel comparto specifico, è consigliabile: effettuare, ove possibile, stage presso aziende già operanti; frequentare corsi di formazione professionale; associarsi con persone esperte del ramo. Dove trovare i dati sui concorrenti Il Sistema camerale mette a disposizione diverse banche dati di informazione sulle imprese. Questo strumento di ricerca informazioni è indispensabile per conoscere, nella specifica zona di riferimento, i caratteri strutturali e le condizioni di funzionamento delle neo-imprese, nonché le opportunità (ed i vincoli) che ne favoriscono (o ne ostacolano) lo sviluppo. 2. La definizione dell idea imprenditoriale La business idea o idea d impresa è d importanza cruciale. Una buona idea d impresa non si può improvvisare. Importante è verificare la quanto la sua realizzabilità. In questa fase è quanto mai opportuno compiere un primo studio di prefattibilità, che consente di: valutare i punti forti e i punti deboli dell idea d impresa (fattori di rischio); stimare il grado di rischio complessivo. Nella prima fase, quella di valutazione delle attitudini a mettersi in proprio, eravamo di fronte a fattori soggettivi, cioè alle nostre caratteristiche personali. Ora dobbiamo invece prendere in considerazione tutti quei fattori che influiscono oggettivamente sul successo della nostra impresa: ad es. la concorrenza nel nostro settore di grandi imprese multinazionali, la localizzazione dell iniziativa, l andamento del mercato, la copertura finanziaria dell investimento, ecc. Se non teniamo conto di questi fondamentali fattori di rischio, alla prima tempesta del mercato il naufragio della nostra iniziativa è quantomeno probabile. Effettuando una prima analisi di fattibilità, invece, ci sarà possibile procedere - prima di essere effettivamente partiti - a tutte le correzioni di tiro che si renderanno necessarie. Più avanti, quello che avremo imparato in questa fase ci sarà molto utile per affrontare l ultimo tratto del percorso, il più difficile: la redazione del business plan. 3. L analisi del mercato e del prodotto La formula imprenditoriale appena sbozzata nella fase precedente deve essere ora compiutamente delineata. Non siamo ancora pronti a far nascere la nostra impresa. 20

21 Prima di andare avanti, infatti, dobbiamo dare una risposta a tre fondamentali domande: a chi vendere > quale mercato cosa vendere > quale prodotto come produrre > con quale struttura aziendale In questo capitolo prenderemo in considerazione il problema del mercato e del prodotto, mentre nel prossimo esamineremo la questione dell organizzazione aziendale. Il mercato: a chi vendere Prima di scegliere il prodotto (o servizio) da vendere è bene chiedersi: chi può essere interessato al nostro prodotto? Una buona conoscenza della domanda (reale e potenziale) è un presupposto indispensabile per chi intende mettersi in proprio. Eppure, sono pochissime le imprese che iniziano l attività con un soddisfacente grado di conoscenza del mercato verso il quale si vogliono rivolgere. E un grave errore. Al contrario è indispensabile: orientarsi al mercato: comprendere cioè le esigenze del consumatore e fare il possibile per soddisfarle; individuare il tipo di clientela a cui ci vogliamo rivolgere, perché in ragione di ciò può cambiare il nostro modo di «presentarci» ed il tipo di servizio che deve essere reso; analizzare il mercato potenziale: è sufficientemente grande? E in espansione? Ci sono molti concorrenti? A tutti questi problemi dedica la propria attenzione l attività di marketing. Il marketing non serve a vendere qualsiasi cosa si produca, ma a produrre ciò di cui il consumatore ha bisogno. Si può definire come un attività volta ad offrire: prodotto «giusto», prezzo «giusto», distribuzione «giusta», comunicazione «giusta», cliente «giusto». La nostra offerta è un «tutto», una combinazione di prodotto, prezzo, distribuzione e comunicazione. Questi quattro elementi devono essere in armonia l uno con l altro. Ad esempio: prodotto e prezzo: non si possono vendere pellicce di visone a cento Euro, o rasoi «usa e getta» a dieci Euro l uno; prodotto e distribuzione: non si possono vendere gioielli in una bancarella, o latte fresco per posta; prodotto e comunicazione: non si può pubblicizzare un negozio di ferramenta alla RAI, o far promuovere un olio dietetico a Maurizio Costanzo; comunicazione e distribuzione: non si può pubblicizzare un prodotto tre mesi prima che sia distribuito nei negozi; prodotto e cliente: non si può vendere whisky ai bambini o prosciutti ai musulmani. Occorre poi rendersi conto che la nostra impresa non vivrà da single, ma si troverà all interno di un ambiente che la condizionerà e che da essa verrà influenzato. Occorre prima cercare di capire la situazione economica e sociale complessiva ( macroambiente ) e, subito dopo, quella del mercato che ci interessa più da vicino ( microambiente ). Il macroambiente riguarda tutto ciò che l impresa non può controllare direttamente: la pubblica amministrazione; il clima politico, sociale, economico, culturale ecc. Il microambiente riguarda tutto ciò che può essere influenzato più o meno direttamente dall impresa: clienti; fornitori; concorrenti; 21

22 intermediari commerciali (trasportatori; rivenditori all ingrosso e al dettaglio; agenti e rappresentanti; mediatori; agenzie di pubblicità, ecc.). Si tratta in pratica del settore specifico di attività, che rappresenta il campo di battaglia in cui si cimenterà la nostra impresa. Dobbiamo sforzarci di individuare, fra i tanti mutamenti del macro e del microambiente, quelli che possono rappresentare per la nostra azienda una opportunità (ad es. una legge particolarmente favorevole) o una minaccia (ad es. un cambiamento nei gusti dei consumatori). Solo comprendendo pienamente quali sono le opportunità e le minacce possiamo sperare di avere successo. (ANALI SWOT) Il prodotto: cosa vendere Scelti i nostri potenziali clienti dobbiamo trovare il prodotto che meglio risponda alle loro esigenze. E questo il corretto modo di agire: Un altra riflessione fondamentale che dobbiamo fare è che non vendiamo solo un prodotto, materiale o immateriale che sia. Vendiamo qualità, prestigio, varietà di scelta, assistenza nella fase di acquisto, assistenza dopo l acquisto e altro ancora. Insomma, per dirla in due parole, quello che vendiamo è un sistema prodotto. Alcuni di questi fattori possono risultare veramente importanti per il decollo della nostra attività. I prodotti vincenti sono sempre i più nuovi? Il successo dell iniziativa non richiede necessariamente l introduzione di un prodotto «nuovo». Sono numerosi, al contrario, i casi di imprese di successo che hanno rivitalizzato prodotti già esistenti proponendone utilizzazioni diverse o anche solo migliori: ad esempio la Star «resuscitò» il vecchio dado da brodo rilanciandolo come «insaporitore per eccellenza» di tutti i piatti. Ogni prodotto, proprio come gli uomini, ha un suo «ciclo di vita»: attraversa cioè delle fasi alle quali corrispondono opportunità e caratteristiche diverse. E importante sapere in che fase del ciclo di vita si trova il nostro prodotto: potremo così renderci conto delle sue possibilità future e scegliere la strategia più adatta. Quali siano i fattori critici di successo, nel nostro caso particolare, potremo capirlo solo studiando con attenzione le forze che agiscono nel sistema in cui abbiamo scelto di competere. distribuzione commerciale, fattori di successo sono il prezzo, la qualità del prodotto, l assistenza postvendita. conciario, invece, sono importantissimi la reperibilità di materie prime a prezzi e quantità soddisfacenti e la rete di vendita: l assistenza post-vendita, al contrario, non ha quasi alcuna importanza. Ma a cosa ci serve conoscere i fattori critici di successo? Poniamo, ad esempio, di voler aprire un officina di riparazione autovetture e di aver individuato i fattori critici di successo del settore: la qualità dell assistenza; il prezzo del servizio; la puntualità e i tempi di attesa per le riparazioni. E chiaro che non possiamo pretendere di avere la stessa forza su tutti i fronti, di essere i primi in tutto. Dobbiamo allora renderci conto di quali potranno essere, rispetto ai fattori di successo, i nostri punti di forza e di debolezza, non dimenticando che essi non saranno tali in assoluto, ma in relazione alle abilità ed ai difetti dei concorrenti. Nella nostra futura impresa di riparazioni e assistenza autoveicoli si potrebbe riscontrare che gli addetti all officina sono particolarmente bravi. Sarà questo, allora, un nostro punto di forza. Bravi ma, proprio per questo, da pagare bene. Da qui prezzi più alti di quelli della concorrenza. Ecco un nostro punto di debolezza. Conoscere quali sono i nostri pregi e difetti principali ci servirà, in sostanza, a mettere a fuoco delle strategie compatibili con le nostre possibilità: se la nostra officina facesse una campagna pubblicitaria vantando prezzi imbattibili, ad esempio, commetterebbe un tragico errore. Avrebbe certo un maggior successo spiegando ai potenziali clienti che spendere un po di più per avere un buon servizio di assistenza può essere un ottimo affare. 22

23 Come fare una prima analisi di mercato? Effettuare una analisi di mercato completa ed esaustiva nel settore in cui abbiamo scelto di competere non è semplice. Per una corretta analisi bisogna definire le c o m b i n a z i o n i prodotto/mercato/tecnologia attorno a cui costruire la nuova impresa. Consente inoltre di iniziare a valutare razionalmente le dimensioni della nostra offerta, in termini di prezzi e di volumi di produzione. Anche questi dati ci saranno molto utili quando affronteremo l ultimo tratto del percorso, cioè quando dovremo redigere i bilanci previsionali del business plan. Mai come in questo momento, poi, è bene guardare a cosa fanno gli altri per avere un idea delle principali componenti del sistema competitivo e del sistema prodotto, relativamente ad alcuni ambiti di attività economica. 4. L organizzazione dell azienda Abbiamo risposto alle domande a chi vendere e cosa vendere. Ora dobbiamo pensare anche come realizzare quello che vogliamo vendere. Viceversa, la nostra idea non riuscirà mai a concretizzarsi. Occorre, quindi, pensare anche a costituire la struttura della nostra azienda, intesa come lo strumento necessario per svolgere l attività produttiva Che differenza c è tra impresa, azienda e ditta? Nel linguaggio comune, «impresa», «azienda» e «ditta» sono usati come sinonimi. Giuridicamente tali termini definiscono, invece, tre concetti diversi: impresa è l attività svolta dall imprenditore; azienda è lo strumento necessario per svolgere tale attività: locali, mobili, macchinari, attrezzature, ecc.; ditta è la denominazione commerciale dell imprenditore (es.: La Veloce Sas, Bianchi & Rossi Snc), cioè il nome con cui egli esercita l impresa distinguendola dalle imprese concorrenti: così come le persone devono avere un nome e un cognome, anche l impresa deve avere una ditta L azienda: come produrre? Ogni azienda è composta di quattro ingredienti base: risorse materiali (locali, mobili, macchinari, attrezzature, materie prime ); risorse umane (personale); risorse finanziarie; risorse tecnologiche e know-how. E essenziale essere tecnologicamente avanzati? «Tecnologia» non significa necessariamente utilizzo di strumenti sofisticati (elettronica, informatica, robotica, ecc.). La tecnologia è quel sistema di conoscenze, procedure, strumenti, che consentono all impresa di produrre nel modo più efficiente possibile, compatibilmente con le risorse disponibili. La scelta della tecnologia di produzione ha delle ripercussioni notevoli sull azienda. In particolare, ha effetti: redditività, perché adottare un tipo di processo al posto di un altro comporta, generalmente, costi diversi; fabbisogno di finanziamenti, a seconda dell investimento che si rende necessario; sulla capacità di rispondere ad eventuali cambiamenti di mercato, perché certe scelte tecnologiche possono comportare una rigidità nel tipo di produzione effettuata. Quindi, attenzione! Quando l impresa nasce solo per «vestire» un idea nata su tecnologie avveniristiche, certo potremo guadagnare molto, se tutto va bene, ma anche i vincoli ed i rischi da affrontare saranno assai numerosi. Per quanto riguarda l azienda, le scelte da compiere sono numerose e delicate. In particolare, dovremo stabilire: se costituire ex novo la struttura o acquisirne una già esistente; quale dimensione dargli; dove localizzarla; che veste giuridica assumere; come organizzare i fattori produttivi. 23

24 L azienda: acquistarla o crearne una nuova? E questa la prima domanda che, spesso, si pone l aspirante imprenditore. Acquistare (o affittare) un azienda, invece di costituirne una nuova, può rivelarsi in certe condizioni una mossa vincente. La scelta di acquistare un azienda presenta naturalmente vantaggi e svantaggi. I vantaggi dell acquisto. Trattandosi di aziende già avviate ed inserite nel mercato, e disponendo di dati storici, risulta più agevole effettuare previsioni attendibili circa la capacità dell azienda di produrre reddito sufficiente. E possibile quindi stabilire in breve tempo il grado di rischio e di convenienza dell investimento. Anche per un azienda acquistata esiste comunque un periodo di avviamento, che è però - rispetto a un impresa appena nata - assai meno impegnativo in termini di complessità tecnica, costi e tempi. Gli svantaggi dell acquisto. Il costo complessivo di una simile operazione comprende non solo il costo di acquisto, ma anche il costo di trasformazione. L acquisto è conveniente solo a condizione che gli adattamenti ed i miglioramenti da apportare alla struttura siano di modesta entità. In caso contrario, una ristrutturazione radicale potrebbe rivelarsi troppo costosa e rendere sconsigliabile l acquisizione dell azienda, anche se il prezzo fosse, a prima vista, interessante. L errore in cui è più facile incorrere in situazioni di questo tipo è quello di ritenere di poter lasciare assolutamente inalterata la struttura originaria. Interventi di adattamento, per quanto modesti, sono sempre necessari. Diametralmente opposte le considerazioni che si possono fare sulla costituzione di una nuova azienda. I vantaggi della costituzione. Il vantaggio principale è la possibilità di creare una struttura più moderna e «ad hoc», cioè che meglio si adatti agli obiettivi del neo-imprenditore. Un altro vantaggio non indifferente è la necessità di un minore investimento iniziale, in quanto non avremo da pagare avviamenti di nessun genere.1 Gli svantaggi della costituzione. Lo svantaggio principale è l assenza di qualsiasi esperienza e la conseguente difficoltà di effettuare previsioni attendibili. E chiaro, inoltre, che acquistando un azienda si acquista anche un «nome» ed una clientela affezionata: nel caso di una nuova impresa, invece, bisognerà farsi conoscere ed acquisire nuovi clienti. La dimensione iniziale Quale che sia la via di acquisizione, occorre stabilire la giusta dimensione della nostra azienda. Il problema della giusta dimensione, comunque, non è tipico della fase costitutiva, ma si ripresenta costantemente all attenzione dell imprenditore. Esso non potrà mai considerarsi definitivamente risolto. Il criterio ispiratore nella ricerca della dimensione ottimale deve essere quello della ricerca della massima flessibilità possibile: occorre creare una struttura in grado di adattarsi senza traumi al mutare delle condizioni esterne. In genere, comunque, data la situazione di estrema vulnerabilità dall azienda nei primi momenti di vita, è consigliabile agire con prudenza. Meglio contenere le dimensioni all inizio, riservandosi di procedere ad eventuali ampliamenti solo quando l impresa sia già avviata ed abbia dimostrato di poter sopportare nuovi investimenti. Non importa stabilire subito qual è la dimensione ottimale dell azienda. Ciò che è fondamentale, piuttosto, è impostare razionalmente il problema fin dall inizio, predisponendo le condizioni per i successivi adattamenti. L ampliamento delle dimensioni iniziali, se opportunamente predisposto, è del tutto fisiologico. Un ridimensionamento obbligato rappresenta un fatto estremamente negativo, ed è il risultato di una pianificazione errata fin dall origine. In certi casi, però, può essere preferibile sovra-dimensionare alcuni fattori produttivi: ad esempio, per certi impianti o macchinari può risultare difficoltoso realizzare successivamente gli ampliamenti necessari. Le riserve di capacità produttiva che si vengono in questo modo a creare devono però avere «carattere funzionale», essere cioè sostenibili dal punto di vista economico e finanziario ed essere costituite in base ad una buona probabilità di utilizzo futuro 24

25 La localizzazione E un altro problema di importanza centrale. Dipende da tutta una serie di fattori: la vicinanza ai mercati di «approvvigionamento» (dove ci si rifornisce di materie prime) o di «sbocco» (dove si vende il prodotto finito); la presenza di infrastrutture (autostrade, ferrovie, acquedotti, linee elettriche, telefoniche, ecc.); la reperibilità di personale qualificato in zona; la possibilità di accedere alle agevolazioni previste per determinate aree territoriali (ad esempio la Legge «De Vito» concede finanziamenti alle nuove imprese giovanili nel Mezzogiorno); la presenza di vincoli ambientali o di altra natura, che rendano sconveniente o impossibile una certa ubicazione aziendale (un cementificio in una zona di interesse archeologico o naturalistico; un impianto per il trattamento di scorie radioattive in un Comune denuclearizzato). In generale, questi fattori hanno importanza diversa a seconda del tipo di attività svolta: per un impresa tessile, ad esempio, è fondamentale la vicinanza ad un corso d acqua; per un negozio di lusso è importante essere situato in una zona di prestigio come il centro cittadino; per un corriere l ubicazione ideale è in corrispondenza dei grandi nodi autostradali. La disponibilità di locali in una determinata zona. Spesso la localizzazione viene scelta in ragione del fatto che già si posseggono dei locali dove potrebbe essere svolta l attività di impresa. Questo criterio, anche se appare il più economico, può rivelarsi controproducente perché non è detto che risponda alla localizzazione ottimale. In ogni caso, indipendentemente dal fatto che già si abbia un immobile o meno, risulta spesso necessario acquisire un locale. Si pone allora il problema se acquistarli o prenderli in affitto (vedi riquadro). Acquisto di un locale Vantaggi è migliore se si prevede di rimanere a lungo nella stessa sede il capitale si rivaluta continuamente la proprietà di un immobile è una buona garanzia per i finanziatori Svantaggi è peggiore se si prevede di cambiare sede a breve termine il capitale resta immobilizzato e non può essere investito in cose più utili la spesa è spesso insostenibile per una nuova impresa Affitto di un locale Vantaggi è migliore se si prevede di cambiare spesso sede il capitale non resta immobilizzato e può essere impiegato diversamente il canone pagato in un anno è deducibile dalla dichiarazione dei redditi Svantaggi è peggiore se si prevede di mantenere la stessa sede per lungo tempo il capitale impiegato non frutta in alcun modo il canone da pagare è molto alto, specie nelle zone di prestigio delle grandi città Dove andare se non si dispone di una sede? Una soluzione innovativa ed interessante al problema della localizzazione è rappresentata dagli «incubatoi». Si tratta di strutture concesse in locazione alle nuove imprese soprattutto in aree economicamente depresse. Le neo-imprese ospitate nell incubatore possono usufruire di un complesso di servizi comuni (reception, centralino telefonico, fotocopiatrici, sale riunioni, centri elaborazione dati, segreteria) e di assistenza e consulenza personalizzata (a livello amministrativo, finanziario, commerciale, giuridico, ecc.). Questa formula consente un notevole contenimento dei costi di impianto. La veste giuridica: impresa individuale o società? 25

26 Un altro problema importante in fase di costituzione dell azienda è rappresentato dagli aspetti legali. L impresa può essere strutturata giuridicamente in modi diversi. Nella scelta che dovremo fare è bene stare attenti: cambiare veste giuridica è possibile, ma è costoso e comporta dei problemi, anche fiscali. Per questo è meglio non essere miopi ma guardare a quello che dovrà essere la nostra azienda nell arco dei prossimi anni. Indubbiamente molte sono le variabili di cui tener conto nella scelta della forma giuridica da dare all impresa. Ma il problema di fondo è comunque riassumibile in una domanda: da soli o in società? La forma più semplice è quella dell impresa individuale (detta impropriamente «ditta individuale»), che può configurarsi anche come «impresa familiare». Se invece due o più persone si accordano per svolgere insieme un attività economica siamo di fronte ad un impresa collettiva, cioè a una società. L organizzazione e la gestione delle risorse umane Qualsiasi prodotto o servizio è opera dell uomo. Per questo u n a t t e n t a g e s t i o n e d e l l e r i s o r s e u m a n e r a p p r e s e n t a s p e s s o q u e l «qualcosa in più» che permette di raggiungere il successo. Un personale preparato e motivato, che si impegna nella produzione e dedica attenzione ai clienti, sarà certo apprezzato dal mercato. Per questo ogni buon imprenditore deve prestare molta attenzione alla gestione dei propri dipendenti, per far sì che comprendano e condividano i suoi obiettivi. Per quanto riguarda l organizzazione, qual è la formula più opportuna? Le formule in uso sono molteplici (organizzazione gerarchica, funzionale, per prodotto ecc.) e tutte possono, a seconda dei casi, risultare più o meno adatte alle esigenze del neo-imprenditore. Per una nuova piccola impresa, però, il modello organizzativo più adatto è quello della «struttura semplice», cioè non formalizzata, elastica, incentrata su una sola persona che ha il ruolo di leader. Le imprese che adottano una «struttura semplice» sono generalmente aziende giovani e di piccola dimensione, in cui il ruolo di leader viene riconosciuto alla figura dell imprenditorefondatore. Come organizzare una nuova impresa di piccolissime dimensioni Il modello di organizzazione aziendale più adatto alle nuove microimprese è la «struttura semplice», le cui caratteristiche possono essere così sintetizzate: di pianificazione e controllo; La struttura semplice può dimostrarsi efficace all inizio: con il trascorrere del tempo, però, sarà necessario modificarla. Se l azienda aumenta di dimensioni l imprenditore non potrà più decidere tutto da solo: altrimenti verranno inevitabilmente perse le ulteriori opportunità di sviluppo. Si attraverserà, allora, una fase delicata nella vita dell azienda. Sarà proprio l imprenditore a resistere al necessario cambiamento. Spesso, infatti, gli imprenditori hanno due grandi difetti: non vogliono cambiarli anche quando è indispensabile. Sono reazioni naturali e comprensibili, presenti nell animo di ognuno di noi. Ma è necessario superare questa fase. Se l impresa cresce, l imprenditore non avrà più il tempo per occuparsi di tutto, e se lo farà rischierà di commettere degli errori. Ed il suo comportamento, comunque, sarà demotivante per i suoi collaboratori migliori. Le funzioni aziendali Perché l azienda abbia successo è necessario che l attenzione dell imprenditore non sia squilibrata. Spesso accade, infatti, che chi si mette in proprio si concentra solo ed esclusivamente su quella che gli sembra l attività principale, cioè la produzione (non necessariamente di beni materiali, ma anche di servizi). 26

27 Si possono individuare, invece, almeno tre funzioni fondamentali, che certamente assumono rilievo diverso in base all attività svolta, ma che comunque sono sempre presenti: funzione produttiva; funzione commerciale o di marketing; funzione amministrativa. La funzione produttiva Per quanto riguarda la funzione produttiva, gli elementi da cui partire li abbiamo già decisi definendo l attività (il prodotto e la tecnologia da utilizzare). Organizzando la produzione è necessario specificare: messa a punto della produzione; -out) degli impianti; he si vogliono avere in magazzino; La funzione commerciale/marketing Per quanto riguarda la funzione marketing, anche nell organizzare l apparato commerciale sarà necessario tener conto di tutta una serie di fattori. Sono estremamente importanti, per la corretta strutturazione dell apparato commerciale, le indicazioni derivanti dallo studio del mercato e le conseguenti scelte di marketing, con particolare riferimento all adozione di determinati canali di approvvigionamento e di distribuzione. Si dovrà precisare: ed i tempi di inserimento; prodotti; del punto vendita. La funzione amministrativa Riguardo alla funzione amministrativa, frequentemente il neo-imprenditore possiede competenze di tipo tecnico o commerciale. Quasi mai, al contrario, è competente in materia gestionale, amministrativa e, soprattutto, finanziaria. In questi casi è possibile ricorrere a: soci esperti in materia: spesso la soluzione ottimale è proprio collaborare con un socio esperto in gestione aziendale. Ci sono anche dei rischi (per esempio l incomprensione, soprattutto se le cose non vanno bene) ma questo tipo di collaborazione può rivelarsi l arma vincente; collaboratori interni: molti imprenditori si affidano, per tutte le loro questioni amministrative, contabili e finanziarie ad un dipendente di fiducia. Anche questa può essere una buona soluzione: abbiamo detto che delegare è positivo. Bisogna stare attenti, però: lasciare tutto in mano ad una persona non sempre è un bene. Questa persona, per un motivo o per un altro, può lasciare l azienda senza preavviso; oppure può essere meno fidato di quanto credevamo; o, ancora, può commettere degli errori. Se il titolare è del tutto digiuno di contabilità e finanza chi se ne accorgerà? consulenti esterni: ricorrere ad un commercialista può essere una buona soluzione. Un bravo commercialista non si lascia sfuggire le novità fiscali, ci aiuta a tenere i conti, conosce le leggi a sostegno delle imprese. Ha un difetto: costa. Anche per questo, è bene avere comunque in azienda qualcuno che tenga almeno la contabilità. 27

28 5. La redazione del piano d impresa Molto spesso una nuova impresa muore di troppa improvvisazione: o perché abbiamo preteso di bruciare le tappe, o perché ci siamo fidati solo ed esclusivamente del nostro fiuto. Sedersi ad un tavolo, cercare di raccogliere tutte le informazioni necessarie per valutare l idea di impresa che abbiamo in testa non è mai tempo perso. Non garantisce di per sé il successo, però permette di ridurre ragionevolmente il rischio di un fallimento. Quello che dobbiamo fare è sforzarci di mettere nero su bianco un vero e proprio «progetto di impresa» (o «business plan»). Abbiamo detto che il business plan è un documento di fondamentale importanza per il neo-imprenditore. Un business plan ben fatto: reale fattibilità dell iniziativa sotto i suoi diversi profili (tecnico, commerciale, economico, finanziario); «guida operativa» per i primi periodi di gestione; «biglietto da visita» insostituibile per qualsiasi contatto con i potenziali finanziatori (è previsto anche da molte leggi di finanziamento per le nuove imprese). Il progetto d impresa consente di determinare, con ragionevole approssimazione, il grado di convenienza e di rischio dell iniziativa, e dà risposta razionale a due domande di fondo: 1) conviene dar vita all impresa? E, se la risposta è affermativa, 2) qual è il modo migliore per realizzarla? 3)Ma come si costruisce un progetto di impresa? Cosa contiene il business plan Ricordiamo che un business plan è composto di tre parti fondamentali: introduttivo; tecnico-operativo; quantitativo-monetario. La parte introduttiva: re una sintetica descrizione dell idea imprenditoriale e di come essa è nata e si è sviluppata; personali (attitudini, aspirazioni, motivazioni) e professionali (studi effettuati, esperienze lavorative ecc.) del soggetto o dei soggetti promotori. In questa parte, dovremo pertanto riflettere sulle nostre: La credibilità dell'aspirante imprenditore è estremamente importante: perciò il progetto d'impresa deve fornire, nella sua prima parte, un profilo significativo del titolare. Vanno messe in evidenza quelle qualità personali che possono costituire veri e propri «assi nella manica» per il successo dell iniziativa: capacità tecniche, doti organizzative ecc. Presentarsi non basta. Occorre anche offrire un quadro chiaro e convincente di quello che vogliamo fare e di come vogliamo farlo. La parte tecnico-operativa La seconda parte, dunque, fa riferimento a fattori di tipo oggettivo, e deve consentire di verificare la fattibilità del progetto sotto i diversi profili (tecnico, commerciale, finanziario), evidenziando, con dati concreti, l esistenza di reali prospettive di successo. Qui occorre prendere in esame, sulla base dell analisi di mercato, fattori come il prodotto (o il servizio), il prezzo, la comunicazione e la distribuzione (cosiddetto marketing-mix ); l azienda (attrezzature, locali, personale...); l organizzazione del processo produttivo, dell apparato commerciale ed amministrativo-gestionale, ecc. La parte quantitativo-monetaria Nella terza parte tutte le scelte inerenti ai diversi componenti della struttura aziendale ed al livello di attività operativa devono essere tradotti in termini quantitativo-monetari, attraverso una serie di prospetti di stato patrimoniale e di conto economico. Questi devono individuare, su un orizzonte di almeno tre anni, l entità di: 28

29 investimenti; finanziamenti; redditi; flussi di cassa. Il bilancio preventivo o pro-forma Focalizziamo ora la nostra attenzione sulla terza parte del progetto d impresa. Diceva un grande filosofo che i fatti sono il tribunale delle idee. In questo percorso che rappresenta il processo di creazione di un impresa, si può dire - parafrasando il filosofo - che i numeri sono il tribunale dell immaginazione. Nella tappa n. 3 abbiamo ipotizzato - tramite adeguati strumenti - il volume di attività da svolgere e le quantità di fattori produttivi da utilizzare. Ora dobbiamo verificare se le nostre ipotesi stanno in piedi dal punto di vista economico e finanziario. L unico modo per farlo è dare la parola ai numeri, redigendo la parte finale e più importante del business plan: il bilancio preventivo (o bilancio pro-forma ). Che cosa significa pro-forma? Il progetto d impresa, naturalmente, non è definito sin dall inizio né è immutabile: al contrario, costituisce una sorta di work in progress, caratterizzato dalla necessità di costante verifica, revisione ed adattamento delle ipotesi di partenza. Creare un impresa è, infatti, cosa graduale, da farsi passo dopo passo. Prima a livello di progetto, poi con il lavoro di tutti i giorni. L espressione pro-forma indica appunto che si tratta di una bozza non definitiva, di un lavoro in continuo divenire; almeno finché non saranno chiarite tutte le zone oscure del progetto e l ipotesi di funzionamento dell impresa nei primi tre anni di vita non apparirà al livello di rischio più basso possibile. Occorre tener presente che la redazione del bilancio preventivo si fonda su determinate ipotesi di svolgimento, in futuro, della gestione. Diventa perciò essenziale riuscire a valutare che cosa accadrebbe alla nostra impresa nel caso in cui le ipotesi formulate non dovessero, o dovessero solo in parte, realizzarsi. Le risorse finanziarie iniziali A questo punto dobbiamo porci un problema non da poco: i soldi per partire. Qualunque progetto imprenditoriale, anche il meglio congegnato, non vale nulla se mancano i mezzi finanziari per realizzarlo. Come è noto il problema del reperimento delle fonti finanziarie è uno dei più importanti, se non il più critico, sia nella fase di nascita che in quella di consolidamento delle imprese. Per prima cosa dovremo stimare con ragionevole approssimazione di quanti soldi avremo bisogno per fare quello che abbiamo deciso. E questo un passaggio cruciale nella redazione dello stesso bilancio preventivo. Anche qui gli strumenti disponibili presso gli sportelli delle Camere di Commercio ci vengono in soccorso, consentendoci di quantificare il fabbisogno finanziario associato alla nostra idea. Una volta stabilito quanti soldi ci servono e per che cosa, dovremo metterci alla ricerca delle fonti di finanziamento più appropriate e più convenienti. Naturalmente possiamo chiedere un prestito alla nostra banca, ma si tratta di una strada non agevole (di solito gli istituti di credito non concedono prestiti con troppa facilità) e non particolarmente economica (gli interessi sono piuttosto elevati). Un altra soluzione può essere quella di prendere in considerazione anche eventuali provvidenze od agevolazioni erogate a diversi livelli (europeo, nazionale, locale). IL BUSINESS PLAN Per tradurre una buona idea in progetto imprenditoriale serve un buon piano d'impresa. Il Business Plan, o piano d impresa, è un documento che descrive l idea imprenditoriale. È uno strumento che consente di valutare prima di iniziare l attività se il progetto ha buone probabilità di successo e se l imprenditore è ingrado di realizzarlo. Sintetizzando, il piano d impresa: permette di verificare la reale fattibilità dell iniziativa imprenditoriale dal punto di vista commerciale, 29

30 economico e finanziario (per comprendere le potenzialità, i possibili costi e i potenziali ricavi); rappresenta un utile guida operativa per i primi periodi di gestione dell attività; rappresenta un biglietto da visita indispensabile per presentare l impresa ai potenziali finanziatori (banche, potenziali soci ) Un buon business plan deve essere: sintetico, ma esauriente; comprensibile anche ai non esperti del settore di interesse dell idea imprenditoriale; credibile, cioè basato su previsioni ragionevoli e facilmente verificabili; realista, ossia consapevole delle difficoltà che attendono l impresa; completo in merito alle informazioni sui ritorni finanziari attesi e sul rientro degli investimenti. Mettere per iscritto il proprio progetto dà all imprenditore l opportunità di valutare con maggiore obiettività e senso critico la sua idea imprenditoriale! Il business plan è generalmente costituito da tre parti: 1) una parte introduttiva che descrive l idea imprenditoriale, l origine dell idea e i soci promotori dell iniziativa; 2) una parte tecnico-operativa che analizza la fattibilità dell idea imprenditoriale sul mercato e l organizzazione dell attività; 3) una parte quantitativa-monetaria che sviluppa le previsioni economico-finanziarie dell impresa. Per la parte descrittiva, tecnico-operativa, in pratica occorre analizzare i seguenti elementi: 1. le caratteristiche tecniche che avrà il prodotto e/o servizio; 2. il tipo di mercato che si intende servire; 3. la concorrenza 4. le tecnologie e le attrezzature necessarie; 5. la localizzazione; 6. l immagine che si vuole dare all impresa e le politiche promozionali che si intendono attivare; 7. le politiche di prezzo; 8. il capitale necessario per avviare e gestire l impresa; 9. i soci e/o le risorse umane da coinvolgere; 10. la forma giuridica più adeguata; 11. gli adempimenti burocratici da espletare; Per la parte quantitativa-monetaria occorre sviluppare un analisi preventiva dei costi e dei ricavi, individuare le voci di entrata e di uscita di cassa, l ammontare degli investimenti necessari e gli eventuali finanziamenti da chiedere. In pratica occorre realizzare: 1. il piano degli investimenti (macchinari, attrezzature, arredi ) 2. la previsione dei ricavi (il volume d affari che si intende realizzare per tutti gli anni in cui si effettua la previsione) 3. la previsione dei costi fissi (non variano al variare della quantità prodotta: affitto, dipendenti, commercialista ) e variabili (strettamente legati al ciclo produttivo e/o servizio erogato: materie prime, trasporto...) 4. il calcolo del punto di pareggio (punto che individua il volume produttivo in corrispondenza del quale i costi totali sono uguali ai ricavi totali, creando una situazione in cui l impresa non realizza né perdite, né utili) 5. il calcolo del margine di contribuzione (l'elemento fondamentale per misurare la redditività di ogni prodotto o servizio) 6. prospetto delle esigenze finanziarie e delle fonti di copertura (previsione del fabbisogno finanziario per la realizzabilità del business e delle modalità di finanziamento (capitale proprio, capitale di rischio). 7. bilancio previsionale (documento di "sintesi" che riporta Il risultato economico conseguito dall impresa in termini di utile o perdita - Conto Economico - e la fotografia del patrimonio che l impresa prevede di avere alla fine del periodo di riferimento - Stato Patrimoniale) 8. prospetto previsionale dei flussi di cassa (riporta le entrate e le uscite monetarie che si prevede deriveranno dalla gestione del progetto d impresa). Alla luce dei dati raccolti si riesce a stabilire se l idea è fattibile, se è remunerativa e se necessita di correzioni ed aggiustamenti. 30

31 Il progetto d impresa non è definitivo né immutabile, al contrario, costituisce una sorta di work in progress, caratterizzato dalla necessità di costante verifica, revisione ed adattamento delle ipotesi iniziali. Vedi file bplan Il punto di arrivo: come acquisire le informazioni mancanti Siamo giunti alla fine del nostro tragitto. Tuttavia non siamo ancora pronti per avviare l impresa. Per quanto chiaro e schematico sia stato il percorso, ci saremo accorti che ci mancano ancora tante competenze per riempire le zone oscure del piano d impresa (ad es. insufficiente conoscenza dei mercati di sbocco o di approvvigionamento, particolari problematiche fiscali legate al tipo specifico di attività, ecc.) e per lanciarci nel vero e proprio varo dell attività. Per colmare le nostre carenze conoscitive, senza perdere tempo prezioso, è possibile: aziendali; Una cosa importante quando si avvia un attività imprenditoriale è ANDAR PER UFFICI per districarsi tra gli sportelli di informazione. In una realtà sempre più complessa, l informazione rappresenta una delle risorse più preziose. Il problema è che bisogna saper orientarsi in mezzo a questa specie di giungla degli sportelli informativi. In ogni caso, per quanto funzionali e disponibili si rivelino tali sportelli, essi non potranno mai sostituirsi all interessato. Gli sportelli presso cui si possono raccogliere le informazioni possono essere pubblici o privati. 1. Tra gli sportelli di informazione pubblici ricordiamo: - Servizi per l impiego; - Centri Informa giovani; - Camere di Commercio. 2. Per quanto concerne gli sportelli di informazione privati, si possono considerare quelli organizzati da: - associazioni di categoria; - associazioni private; - organizzazioni sindacali; I SERVIZI PER L IMPIEGO Un valido punto di riferimento per i lavoratori e le imprese all interno del processo di riforma del mercato del lavoro, sono i Servizi per l Impiego attivati dalla Provincia. I Centri per l Impiego, dislocati sull intero territorio provinciale, promuovono e realizzano attività a supporto di chi è in cerca di prima occupazione, di chi è disoccupato, delle donne che vogliono tornare a lavorare dopo un periodo di inattività, dei disabili, degli immigrati, ma anche di chi vuole avviare un attività in proprio e delle imprese. Insomma, per tutti coloro che ruotano intorno al mondo del lavoro. I Centri per l Impiego gestiscono servizi di informazione e orientamento, attività a sostegno dell occupazione, ricerca di personale per conto delle aziende, consulenza alle imprese, erogazione di contributi per l assunzione di particolari categorie di lavoratori, nonché le procedure amministrative per il collocamento. In particolare l aspirante imprenditore può rivolgersi allo sportello di Orientamento all Imprenditorialità il quale costituisce, all interno del territorio della provincia di Ferrara, un punto di riferimento e d orientamento per tutti coloro che sono interessati ad intraprendere un attività imprenditoriale nei settori dell artigianato, del commercio e dei servizi. In particolare lo sportello fornisce: - informazioni generali per l avvio di un attività autonoma; - analisi dell idea imprenditoriale; - suggerimenti e idee relative al tipo di attività - orientamento su come realizzare una ricerca di mercato con l utilizzo di strumenti informatici; - orientamento sulle varie forme giuridiche di impresa; - informazioni generali sulla pratiche burocratiche amministrative; 31

32 - indirizzi e orientamento sugli ulteriori uffici che interessano l aspirante imprenditore; - analisi di casi specifici, - informazioni generali sulle opportunità di finanziamento. LA CAMERA DI COMMERCIO La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA) è un organismo di carattere economico con funzioni di rappresentanza, consulenza e promozione degli interessi delle diverse categorie economiche (agricoltori, artigiani, commercianti, industriali, etc ) in ambito provinciale. Oltre a tale funzione, la CCIAA svolge un importante ruolo di tipo amministrativo e certificativo, quali: - la tenuta del registro delle ditte ed il rilascio dei relativi certificati; - la raccolte degli usi e consuetudini commerciali ed agrari vigenti nella provincia. Chiunque decida di intraprendere una attività di impresa, grande o piccola che sia, in forma individuale o collettiva, deve recarsi presso gli uffici della CCIAA. Infatti, uno degli adempimenti fondamentali nella costituzione di una impresa è l iscrizione nel Registro delle Ditte. Ma il ruolo della CCIAA non si limita a tali aspetti burocratici. Infatti, in ogni sede è previsto uno sportello di informazione e consulenza, grazie anche al supporto di banche dati di cui tali uffici sono dotati, rivolto a coloro che siano intenzionati a svolgere una attività imprenditoriale. In questa sede si possono reperire informazioni e consulenza circa: - aspetti burocratici: le procedure richieste per avviare una attività in proprio; - aspetti finanziari: gli incentivi e le agevolazioni finanziarie derivanti da leggi statali e regionali, volti a favorire l attività imprenditoriale. L INPS L INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) è un Ente Pubblico, soggetto alla vigilanza del Ministero del Lavoro con un organizzazione amministrativa centrale e un organizzazione periferica, che si articola in sedi regionali e in sedi provinciali. I lavoratori autonomi. Versano all INPS i contributi (in termini di percentuale sul proprio reddito) che sono inferiori rispetto a quelli dei lavoratori dipendenti. Ciò si giustifica anche in base al fatto che le prestazioni che l INPS deve ai lavoratori autonomi si riducono, in pratica, alla sola copertura pensionistica. La normativa è soggetta a continua variazione, al momento, tra i lavoratori autonomi, gli unici che sono esentati dal contributo all INPS (oltre ai lavoratori ed ai professionisti che versano i propri contributi in casse previdenziali autonome) sono coloro i quali sottoscrivono dei contratti di prestazione d opera occasionale (Rapporti di collaborazione). Presso le sedi dell'inps non è previsto uno sportello che fornisca informazioni di carattere generale. Vi sono solo degli sportelli legati ad adempimenti specifici. Per esempio ve n è uno presso il quale è possibile conoscere la propria posizione contributiva (Pensione). L INAIL L INAIL (Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è un ente Pubblico che operativamente si articola in una direzione generale ed in sedi periferiche, regionali e provinciali. Ogni mese sono versati dei premi che vanno nelle casse di questo ente. Di questi premi una parte è a carico del lavoratore (ed è trattenuta in busta paga) un altra parte (quella preponderante) è a carico datore di lavoro. L ammontare complessivo dei premi da versare all INAIL si calcola in percentuale sulla retribuzione lorda secondo un tasso che varia secondo il rischio di infortunio corrispondente alle diverse attività. Tali versamenti servono ad assicurare i lavoratori dipendenti contro eventuali infortuni che si possono verificare sul luogo di lavoro e contro le malattie professionali derivanti cioè dallo svolgimento dell attività lavorativa. Se si verificano infortuni sul lavoro o malattie professionali l INAIL versa un indennità temporanea e, qualora non sia possibile la guarigione, eroga una rendita vitalizia. Le norme sulla sicurezza e la prevenzione degli infortuni sul lavoro. 32

33 Numerose norme (contenute nella Costituzione, nel Codice civile e penale, nelle disposizioni di legge e nei contratti collettivi) obbligano il datore di lavoro ad attuare misure tese ad aumentare la sicurezza del lavoratore prevenendo e riducendo i rischi connessi all attività lavorativa e quindi perseguendo l effettiva tutela della salute e della integrità fisica delle persone. Tra i settori e le attività della prevenzione rientrano: a) prevenzione degli infortuni e degli incidenti, derivanti da impianti, macchine, sostanze o metodi di lavoro; b) attività relative al controllo dei fattori fisici o chimici che possano pregiudicare l igiene del posto di lavoro; c) interventi di medicina del lavoro; d) attività di controllo dei fattori inquinanti provenienti dall azienda, anche con riguardo all impatto sull ambiente esterno; Tali attività possono concretizzarsi in: 1) obbligo dell applicazione di mezzi tecnici, dispositivi e materiali che riducano il rischio di incidenti; 2) obbligo di adottare, laddove si presenti la necessità, mezzi personali di protezione (ad esempio, per la vista, per l udito, per le vie respiratorie, ecc.); 3) obbligo di porre dei cartelli e divieti laddove sussistono delle situazioni di pericolo. IL SISTEMA TRIBUTARIO Esistono due principali categorie di imposte: - le imposte dirette; - le imposte indirette. Le imposte dirette gravano sui redditi posseduti. Le principali sono: l IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche), l IRES (imposta sul reddito delle società), l ILOR (Imposta locale sui redditi), l ICI (Imposta comunale sugli immobili). Le imposte indirette gravano invece sugli impieghi della ricchezza posseduta, cioè i consumi, le spese ed i trasferimenti. La più nota imposta indiretta è l IVA (Imposta sul valore aggiunto). L IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) è la principale imposta diretta gravante sui redditi personali in denaro o in natura, continuativi o occasionali, provenienti da qualsiasi fonte. Più specificatamente essa si applica alle seguenti categorie di reddito: - redditi fondiari; - redditi di capitale; - redditi di lavoro dipendente; - redditi di lavoro autonomo; - redditi d impresa; - redditi diversi. L IRPEF per i lavoratori autonomi. Tra i redditi su cui grava l IRPEF vi sono anche quelli derivanti da lavoro autonomo. Sono soggetti a questa imposta: - i redditi derivanti dall attività di singoli individui (ad esempio ditte individuali, professionisti come gli avvocati o i geometri ma anche chi ha svolto una prestazione d opera occasionale o chi ha sottoscritto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa; - i redditi derivanti dall attività nell ambito di imprese collettive, quando queste assumono la forma giuridica di società di persone. In questo caso, i redditi dell impresa vengono imputati a ciascun socio, in proporzione alla sua quota di partecipazione agli utili. Quando invece l impresa si configura come una società di capitali, l imposta gravante sul reddito prodotto dall impresa stessa non è più l IRPEF, bensì l IRES (Imposta sul reddito delle società). Si tenga presente che a differenza del lavoratore dipendente, il lavoratore autonomo ha la possibilità di dedurre dal proprio reddito imponibile (in misura maggiore o minore, secondo i casi) molte delle spese sostenute per lo svolgimento della propria attività (ad esempio le spese per l acquisto dell automobile della ditta, delle attrezzature, del computer, ecc.). 33

34 L IVA L IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è la principale imposta indiretta. Essa si applica a tutte le compravendite di beni e servizi (resi al di fuori di un rapporto di lavoro subordinato). Il tributo dovuto è proporzionale al prezzo del bene ceduto o del servizio prestato. L aliquota ordinaria è del 20%. Ma sono previste anche aliquote ridotte (ad esempio nel caso di beni di prima necessità) o maggiorate (ad esempio nel caso dei beni di lusso). Quindi, quando si acquista un qualsiasi bene o servizio il prezzo pagato è comprensivo del suo prezzo di base e dell IVA ad esso applicata. Spetterà poi a chi ci ha venduto il bene o servizio versare il tributo nelle casse dello Stato. La partita IVA Nella maggior parte delle attività di lavoro autonomo, sia nel caso di ditte individuali, sia nel caso di imprese in forma societaria, è previsto l obbligo di aprire la partita IVA. A tal fine è necessario fare domanda, compilando un apposito modulo, presso l Ufficio IVA (facente capo al Ministero delle Finanze) della propria circoscrizione fiscale. In questa occasione viene assegnato alla ditta un numero di partita IVA. Si tratta di una specie di codice di identificazione che deve essere obbligatoriamente indicato in ogni fattura o ricevuta emessa. Chi possiede la partita IVA, a differenza del consumatore finale, ha diritto al rimborso dell IVA pagata per l acquisto di beni o servizi necessari per l espletamento della propria attività. Ma, come si è visto, è tenuto anche a versare l IVA incassata, quando vende i propri beni e servizi. In occasione di scadenze periodiche fissate per legge, egli versa un importo pari alla differenza tra l IVA incassata con le vendite e l IVA corrisposta con gli acquisti. Nel caso in cui la seconda superi la prima, il titolare di partita IVA maturerà un credito nei confronti dell Erario ed avrà quindi diritto ad un rimborso. LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA Anche gli imprenditori, così come i lavoratori, hanno costituito delle proprie associazioni che servono a rappresentare e tutelare i loro interessi ed a fornire loro dei servizi collettivi. La distinzione tra le diverse associazioni è legata soprattutto al settore economico di appartenenza, alla dimensione ed alla forma societaria delle imprese. Peraltro, come si potrà notare dall elenco qui di seguito riportato, nell ambito degli stessi settori e delle stesse categorie di impresa può presentarsi più di una associazione. Ciò si spiega prevalentemente in base a ragioni storico-politiche, analogamente a quanto è avvenuto per i sindacati dei lavoratori. Infatti, con il tempo si sono costituite delle associazioni che, pur tutelando e rappresentando medesime categorie di interessi, si sono distinte rispetto agli ideali, alle istanze ed alle alleanze politiche di riferimento. Le principali associazioni di categoria. Le associazioni di categoria maggiormente rappresentative sono: o Confindustria: associa le imprese industriali di grandi dimensioni; o Confapi: associale aziende industriali di medie e piccole dimensioni; o Confcommercio: associa le imprese commerciali e turistiche; o Confesercenti: associa anch essa le imprese commerciali e turistiche; o CNA (Confederazione Nazionale Artigianato): associa imprese artigiane; o Confartigianato: associa anch essa imprese artigiane; o ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili): associa imprese edili; o Confagricoltura: associa agricoltori ed imprese agricole; o Coldiretti: associa agricoltori ed imprese agricole; o CIA (Confederazione Italiana Agricoltori): associa agricoltori ed imprese agricole; Le associazioni che fanno capo a tali confederazioni sono in genere articolate su base provinciale, con possibili ulteriori articolazioni locali che, a volte, possono assumere denominazioni diverse. In taluni casi, inoltre, queste associazioni si fanno promotrici ed organizzano corsi di formazione imprenditoriale. 34

35 Un cenno a parte meritano le associazioni private: - Ordine dei Dottori Commercialisti della Provincia - Ordine dei Consulenti Del Lavoro della Provincia Gli Studi privati non svolgono attività di orientamento e di informazione ma erogano servizi simili a quelli delle Associazioni di Categoria. LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI Le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative sul territorio sono: C.G.I.L. (Confederazione Generale Italiana Lavoratori), C.I.S.L. (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) e U.I.L. (Unione Italiana Lavoratori). Queste organizzazioni erogano tutta una serie di servizi a vantaggio e sostegno della comunità. Sono presenti all interno delle strutture sportelli di supporto ai lavoratori per far conoscere nonché acquisire piena consapevolezza del potere contrattuale di ciascuno e piena conoscenza dei propri diritti nel campo lavorativo. Viene fornita assistenza anche in riferimento alle nuove tipologie contrattuali: lavoratori atipici e interinali, borsisti, collaboratori e consulenti ecc S.U.A.P. LO SPORTELLO UNICO PER LE ATTIVITA PRODUTTIVE Gli Sportelli Unici per le attività produttive, sono nati in risposta al Dpr 447/98 che stabilisce norme nuove per l ampliamento, la ristrutturazione e più in generale per la semplificazione dei procedimenti relativi alle imprese. Gli Sportelli Unici presenti sul territorio svolgono principali compiti che si possono così schematizzare: domande; delle orizzazioni inerenti ai procedimenti; avvio. Le attività principali per le quali ci si deve rivolgere allo Sportello Unico sono ad esempio: te e in sede fissa; LE AGEVOLAZIONI ALLE IMPRESE Per avviare un attività autonoma occorre aver redatto un piano d impresa o business plan, in particolare occorre aver calcolato il fabbisogno finanziario necessario all avvio d impresa. Fatta questa valutazione siamo in grado di stabilire se il denaro a nostra disposizione è sufficiente per partire o abbiamo bisogno di ricorrere a un finanziamento esterno. I finanziamenti ci sono offerti da vari attori del mercato finanziario: pubblici o privati. Per quanto riguarda i finanziamenti di tipo pubblico, possiamo distinguerli in: a) contributo in conto capitale E il cosiddetto contributo a fondo perduto (ovvero non restituibile), calcolato in percentuale alle spese sostenute e ammissibili; b) Contributo in conto interesse E quel contributo concesso ad un tasso agevolato o convenzionato a seguito della stipula di un finanziamento a medio e/o lungo termine. Il contributo viene erogato direttamente all istituto finanziatore, il quale abbasserà il tasso di interesse applicato al finanziamento dell impresa beneficiaria. c) Mutuo agevolato E un contributo in conto interessi, e la stipula del finanziamento e la concessione di agevolazione avvengono contemporaneamente, con eventuale preammortamento. d) Contributo in conto canoni 35

36 Tale agevolazione si applica ad un contratto di locazione finanziaria, in tal modo si riduce il costo dei canoni ed è paragonabile ad un contributo in conto interessi. e) Concessione di garanzia Sono concesse garanzie a sostegno totale a parziale di finanziamento a medio e/o lungo termine richiesti dalle imprese a sostegno degli investimenti. L opportunità di ottenere un finanziamento di tipo pubblico dipende da diverse variabili, quali: il sesso, l ubicazione dell attività, l entità del fabbisogno finanziario, l età e il settore di attività. Ci sono finanziamenti solo per le donne, in quanto si vuole incrementare la presenza delle donne nell ambito imprenditoriale per raggiungere l obiettivo delle pari opportunità uomo donna nell ambito professionale. (es. legge Nazionale 215/92). Ci sono finanziamenti specifici, vale a dire quelle aree che sono depresse dal punto di vista economico e che necessitano di una riqualificazione dell offerta produttiva. Alcuni finanziamenti sono solo per i giovani, intesi come ragazzi con età fino a 36 anni; per aiutare chi ha delle buone idee ma pochi soldi per partire ( Es.: la legge nazionale 95/95). Infine i finanziamenti possono variare in base ai diversi settori di attività di appartenenza dell impresa e possono riguardare uno dei settori: artigiano, commercio, servizi, industria, trasporti, ecc; o estendersi a più settori contemporaneamente. Un altra opportunità di finanziamento pubblico, indiretta, è data dal credito d imposta, conosciuto anche come bonus fiscale. Sono contributi in conto capitale che si concretizzano in sede di pagamento delle imposte. In pratica è uno sconto sulle imposte stesse da versare allo Stato. Ci sono poi i finanziamenti di tipo privati o prestiti bancari: sono opportunità di finanziamento che vanno restituiti alla banca e che sono concessi in proporzione alle garanzie presentate alla stessa. Generalmente non si finanzia l intero ammontare del fabbisogno finanziario perché una parte rimane a garanzia del prestito. Le forme di credito a cui potremmo attingere dipendono da ciò che dobbiamo finanziare: Mutuo bancario: la possibilità di ottenere un finanziamento dando una garanzia ipotecaria e a questo si ricorre per le spese di capitale, per investimenti ingenti. Il prestito concesso è quello proporzionale al valore degli immobili che si possiedono, senza perderne la proprietà. La quantità di credito dipende dal valore del bene ipotecato e dalla capacità di reddito del cliente. I Consorzi fidi e le Cooperative artigiane di garanzia: sono nati dalla necessità e dalla volontà delle piccole imprese di associarsi per affrontare il problema dell acceso al credito con un meccanismo di reciproco aiuto. Fornendo ai giovani imprenditori privi di garanzia patrimoniali la possibilità di accedere a prestiti bancari che altrimenti sarebbero loro negati. I Consorzi fidi coprono dal 30% al 50% delle garanzie necessarie, ottenendo il finanziamento a tassi più convenienti e a condizioni economiche più vantaggiose, grazie alla stipula di specifiche convenzioni che alcuni istituti bancari sottoscrivano con i Confidi. (Es. Cooperativa garanzia dell ascom e della confesercenti, o degli artigiani o la convenzione per l imprenditoria femminile). Apertura di credito in conto corrente e/o assistita da garanzia reale, contratto con il quale la banca si obbliga a tenera a disposizione dell imprenditore una somma di denaro per un periodo di tempo determinato o indeterminato, è utilizzata per temporanei squilibri fra entrate e uscite. L entità del finanziamento dipende dall affidabilità del cliente e dalla eventuali garanzia prestate. E generalmente utilizzata per finanziare le cosiddette spese di gestione. Le opportunità di finanziamento sono appunto delle opportunità che si possono presentare al potenziale neo imprenditore ma che non devono essere la motivazione principale per l avvio d impresa, occorre che ci sia molta determinazione da parte dell imprenditore in quanto bisogna tenere presente che innanzitutto le leggi a favore dell avvio d impresa coprono solo una parte dell investimento e precisano dettagliatamente quali sono le spese ammesse (es. arredi, ristrutturazione, attrezzature, ecc).. Conviene quindi valutare molto bene la convenienza a presentare la domanda, in quanto la compilazione dei moduli è spesso complicata ed è necessaria l assistenza di persone qualificate ed il contributo che potremmo ottenere può essere inferiore alle spese che abbiamo sostenuto per farci assistere nella presentazione della domanda di finanziamento; per il finanziamento pubblico non sono richieste delle garanzie reali, per ottenerlo occorre comunque presentare un progetto a cui saranno attribuite possibilità di successo, per questo va allegato un approfondito business plan e curriculum vitae dei promotori. 36

37 _ Non tutte le opportunità di finanziamento sono cumulabili tra di loro (es. la regola de minimis impone di non superare il finanziamento di uno stesso progetto per più di ,00 euro in tre anni per non ledere il principio della concorrenza esistente fra gli stati membri dell Unione Europea); _ passa diverso tempo, anche uno o due anni, prima che riusciamo ad ottenere effettivamente l erogazione del denaro, anzi spesso è richiesto di aver già pagato le fatture, quindi di presentare la quietanza del pagamento; _ se l attività dovesse chiudere entro un determinato numero di anni, per qualsiasi motivo, l imprenditore dovrà restituire i contributi pubblici che ha ricevuto. Diciamo che l opportunità di finanziamento va valutata e ponderata rispetto alle proprie esigenze, alla complessità della redazione della domanda, ai tempi dell istruttoria, ecc. Il fabbisogno finanziario in fase di start-up Durante la fase di start-up globalmente intesa (seed, start-up e early growth) sono quattro le principali componenti del fabbisogno finanziario: 1) gli investimenti necessari per mettere a punto il progetto; 2) gli investimenti strutturali intrapresi per predisporre la capacità produttiva ed operatività delle altre funzioni aziendali; 3) gli investimenti in capitale circolante per favorire l'avvio dell'attività; 4) gli investimenti aggiuntivi necessari per supportare il successivo sviluppo. di ricerca e sviluppo, brevettazione, analisi di mercato, selezione del management. Il secondo fabbisogno, invece, è composto in prevalenza da investimenti materiali, come immobili, impianti e macchinari, ma in taluni casi anche da investimenti immateriali, quali lanci pubblicitari e promozionali. Il terzo elemento è rappresentato dal capitale circolante netto (la somma di magazzino e crediti verso clienti, al netto dei debiti verso fornitori) necessario per sostenere l'attività operativa ordinaria prevista per la fase iniziale di vita dell'azienda. L'ultimo tipo di fabbisogno è comune a tutte le aziende in espansione e non solo a quelle in fase di start-up. Come detto, nel periodo di concepimento dell'idea del progetto, il fabbisogno di norma non è molto elevato e deriva principalmente dagli investimenti descritti nel primo punto. L'acquisto o la realizzazione delle strutture citate nel secondo punto comportano invece necessità considerevoli e si situano subito prima del lancio dell'iniziativa. L'investimento in circolante, infine, si manifesta in prossimità dell'inizio della produzione e delle vendite ed assume ammontare variabile in funzione della lunghezza del ciclo operativo (acquisto trasformazione - vendita) e del ciclo finanziario (pagamenti - incassi) dell impresa. Il cash flow o flusso di cassa rappresenta il saldo monetario generato o assorbito da un'impresa in un certo arco di tempo. Perciò è facile comprendere come questo valore sia generalmente negativo nelle fasi iniziali del ciclo di vita, a causa dei forti investimenti sostenuti, e come tale deficit sia crescente fino al momento in cui iniziano le vendite; poi esso inizierà a diminuire fino al raggiungimento del break even point, per poi diventare un valore positivo. Il tempo necessario per completare questo ciclo è legato all'ammontare degli investimenti, alla redditività delle vendite e al tasso di crescita del fatturato. La scelta della struttura finanziaria Dopo aver considerato le caratteristiche del fabbisogno finanziario delle imprese nelle loro fasi iniziali di vita, proviamo ora ad analizzare le variabili che condizionano la scelta in tema di struttura finanziaria, cioè la composizione del rapporto tra capitale di rischio e capitale di debito. Una piccola impresa di nuova costituzione, specie se vocata all'innovazione di prodotto, di processo o organizzativa, presenta alcune peculiarità molto rilevanti a tal fine: - un elevato livello di profittabilità attesa; - un altro grado di rischio dovuto all'assenza di riscontri storici sul successo di mercato e sull'esperienza del management (track record); - necessità di flessibilità strutturale ed operativa; 37

38 - opacità informativa verso i finanziatori. Nell'ambito di questo scenario, integrato da alcuni aspetti congiunturali, come l'attuale recessione economica, e da altri tipici del contesto nazionale italiano, come lo scarso sviluppo del mercato dei capitali, la bassa propensione al rischio degli investitori privati e l'atavica prudenza delle banche a finanziare progetti innovativi e rischiosi, le imprese in fase seed e di start-up incontrano spesso notevoli difficoltà nella raccolta di finanziamenti. In realtà nel periodo iniziale della vita di un'impresa non esiste una struttura finanziaria ottimale comune a tutte le fasi (concepimento, sviluppo e studio, lancio dell'iniziativa), ma varie strutture che si rivelano ottimali pro tempore in diversi momenti. Tuttavia, due sono gli aspetti che risultano fondamentali per ogni impresa di nuova costituzione: - avere un adeguata dotazione di capitale proprio iniziale, mobilitando le risorse dei cosiddetti family, friends and fools, cioè la cerchia di persone più vicine all imprenditore e maggiormente dotate di spirito d iniziativa, che consenta di affrontare i primi passi dell'implementazione del progetto e comunichi ai potenziali investitori fiducia, entusiasmo e tenacia nel conseguimento dei risultati prospettati; - predisporre un business plan che presenti con chiarezza e coerenza all'esterno la filosofia e gli elementi portanti del proprio progetto, che sia basato su ipotesi realistiche e che accolga una pianificazione flessibile e tarata su un orizzonte temporale corretto (cioè non limitato alla sola fase di avvio, ma esteso almeno fino al momento in cui si prevede di raggiungere una dimensione ottima minima). Considerando le scelte in merito alla dotazione adeguata di capitale proprio, si ritiene consigliabile utilizzare un grado di leva finanziaria (leverage o rapporto tra mezzi di terzi e mezzi propri) contenuto nelle fasi iniziali, con l'obiettivo poi di incrementare il livello d indebitamento in occasione di piani di sviluppo successivi. Questo per diverse ragioni: in primo luogo è una scelta dettata dalla mancanza di track record e dalla difficoltà di reperire finanziamenti bancari, a cui abbiamo accennato in precedenza. Inoltre, è buona norma cercare di conservare un certo grado di elasticità finanziaria, cioè assicurare all'impresa autonomia decisionale nell'affrontare sia gli scostamenti imprevisti nei piani finanziari, sia le opportunità di crescita che si possano presentare nel tempo. Infine, rileva il fatto che nei primi anni di vita si registrano inevitabilmente risultati economici negativi o comunque non brillanti: ciò induce a contenere l'incidenza degli oneri finanziari che, tra l'altro, non potrebbero godere, in mancanza di utili, di alcun beneficio fiscale. Il tutto senza considerare che, in presenza di bassa redditività operativa, l'effetto leva legato all'indebitamento causa in genere un'amplificazione delle perdite. Ancora, la struttura finanziaria dell impresa deve essere il più possibile coerente con il profilo temporale delle necessità di cassa che l'azienda deve affrontare nello svolgimento delle sue attività: perciò è opportuno disporre di una struttura diversificata, con capitale di debito sia a breve, sia a medio/lungo termine, e valutare attentamente la convenienza e le opportunità offerte dal mercato dei capitali per individuare il mix più adatto ai propri bisogni e progetti di sviluppo. Il capitale paziente, cioè quello disponibile su lunghe scadenze, è la più importante fonte di finanziamento per un'impresa in fase di start-up, poiché l'impresa presumibilmente non sarà in grado di produrre una remunerazione in tempi brevi. Si pensi in particolare al capitale proprio e a passività consolidate, quali i mutui bancari e i debiti verso istituti previdenziali. Da qui nasce la necessità di poter contare su una base finanziaria stabile, investimenti a titolo sia di capitale di rischio sia di capitale di debito, che consenta all'imprenditore di dedicarsi liberamente alle altre attività strategiche connesse all'avvio d impresa. Negli ultimi due decenni, i mercati finanziari hanno conosciuto una forte evoluzione, con la diversificazione per le imprese degli strumenti utilizzabili per finanziare le proprie necessità e per rendere la propria struttura finanziaria più flessibile ed efficiente rispetto ai vincoli del business di riferimento. Quindi per affrontare la sfida imposta dalla nascita di una nuova impresa è necessario conoscere e monitorare il più ampio numero di strumenti di finanziamento disponibili sul mercato. Tuttavia prima di analizzare in dettaglio gli strumenti finanziari più diffusi è bene descrivere le principali differenze tra capitale di rischio e capitale di debito. Nello schema che segue si riporta uno schema semplificato delle diverse fonti finanziarie a disposizione di una startup. Oltre al capitale di rischio e al capitale di debito, sono stati inseriti i finanziamenti pubblici. 38

39 Capitale di rischio: Il capitale di rischio (cosiddetto capitale proprio) è costituito dai conferimenti in denaro o in natura che il proprietario o i soci apportano nell impresa e dall autofinanziamento. È soggetto direttamente al rischio d impresa, cioè non presenta alcun vincolo di restituzione per gli investitori. Non prevede una remunerazione obbligatoria, poiché essa è collegata ai risultati aziendali e alle decisioni gestionali assunte (anche se per le aziende quotate le prospettive di distribuzione di dividendi sono una delle determinanti che influenzano la valutazione del titolo sul mercato). Non è vincolato a scadenza, cioè l investimento dei mezzi propri nell azienda è a tempo indeterminato. Capitale di debito: Il capitale di debito è costituito dai finanziamenti ottenuti dall impresa da un finanziatore esterno. Tali finanziamenti possono essere di due tipi: debiti di funzionamento originati dalle dilazioni di pagamento o debiti di finanziamento costituiti da somme di denaro che soggetti esterni mettono a disposizione dell impresa. Le caratteristiche del capitale di debito sono: di essere soggetto a remunerazione obbligatoria, esplicita con pagamento di interessi, o implicita con aumento del prezzo della merce nel caso di credito di fornitura; di essere soggetto all obbligo del rimborso a scadenza, con modalità e tempi che variano secondo gli strumenti e gli accordi contrattuali; di essere soggetto in via secondaria al rischio d impresa, in quanto solo nei casi di grave insolvenza l impresa si troverà nelle condizioni di non poter rimborsare i finanziatori esterni. Finanz. pubblici e agevolazioni Apporto di soci: A breve termine e A medio - lungo termine Negli ultimi anni si sono affermate anche forme di finanziamento che possono essere definite intermedie tra le due categorie appena viste, cosiddetti strumenti ibridi. Si tratta degli strumenti di finanziamento mezzanino (mezzanine financing o intermediate capital), cioè una tipologia variegata di strumenti finanziari che presentano caratteristiche tecniche differenti, ma che sono accomunati da una remunerazione costituita in parte da un tasso di interesse sul finanziamento e in parte da un compenso legato all'apprezzamento del valore della società alla quale questo tipo di prestito è destinato (componente denominata equity kicker). I principali elementi di interesse di questa forma di finanziamento sono la grande flessibilità, che permette di adattare la propria conformazione alle diverse esigenze dell'impresa finanziata (soprattutto in termini di flussi di cassa previsionali), e la conservazione della capacità di ricorrere al credito delle banche ordinarie, in quanto l'utilizzo di strumenti di debito subordinato (una delle tipologie più diffuse) non pregiudica i rating che valutano il merito di credito. Complessivamente nella scelta della composizione della propria struttura finanziaria vanno tenuti in considerazione alcuni fattori: in primo luogo la compatibilità con l equilibrio finanziario e la convenienza economica, aspetti di cui ci occuperemo di seguito. Non vanno inoltre trascurate valutazioni in merito all imposizione fiscale, in particolare con riferimento agli oneri finanziari, secondo le norme vigenti. Un ulteriore aspetto da considerare riguarda l assetto proprietario e quindi la governance societaria e l autonomia decisionale dell imprenditore. Infatti, il ricorso al capitale di debito consente di preservare il controllo da parte dell imprenditore, ma in alcune fasi critiche del ciclo di vita, come ad esempio in alcuni casi di start-up, può essere gradito l'intervento di un socio che si interessi, anche solo temporaneamente, all'andamento della gestione ed apporti competenze, contatti e know-how, come nel caso dei business angels Di seguito ci soffermiamo sugli aspetti relativi alla compatibilità finanziaria e alla convenienza economica. La compatibilità con l'equilibrio finanziario: è la capacità dell'impresa di raggiungere una adeguata relazione tra il profilo temporale degli impieghi e delle fonti di finanziamento. Facendo riferimento alla riclassificazione dello stato patrimoniale sotto il profilo finanziario, occorre cercare di comporre le proprie scelte nel rispetto della regola generale secondo cui i fabbisogni durevoli dovrebbero essere finanziati da fonti stabili, quali ad esempio capitale proprio e/o passività consolidate, mentre i fabbisogni variabili dovrebbero essere coperti da fonti a breve termine. Questo consente tendenzialmente di rispettare nel tempo gli obblighi legati al debito contratto e di costituire una piccola riserva di liquidità a cui poter attingere in caso di necessità impreviste. 39

40 La riclassificazione finanziaria dello stato patrimoniale ATTIVO Immobilizzazioni nette Magazzino Liquidità differite Liquidità immediate PASSIVO Capitale netto Debiti finanziari a medio - lungo termine Debiti finanziari a breve termine Debiti di regolamento a breve termine Gli indici di bilancio più utilizzati per controllare questo aspetto sono: Capitale circolante netto finanziario: Attività a breve - Passività a breve Graficamente il capitale circolante netto può essere evidenziato nel modo seguente: Questo margine di struttura, dunque, esprime la misura in cui l impresa è in grado di estinguere le passività a breve termine attraverso il realizzo (diretto ed indiretto) di attività a breve termine. Il capitale circolante netto può essere espresso anche come differenza tra fonti consolidate (passività a medio e lungo termine e capitale proprio) e attività immobilizzate. Come è noto, infatti, il totale degli investimenti (I) è uguale al totale dei finanziamenti (F) ad una stessa data. Pertanto: I = F Gli investimenti sono rappresentati da: attività correnti (CCL); attività immobilizzate (AI). I finanziamenti sono costituti da: passività correnti (P); passività consolidate (PC); capitale netto (CN). Pertanto possiamo scrivere che: CCL + AI = P + PC + CN Portando al primo membro P e al secondo AI avremo: CCL P = PC + CN AI Il primo membro non è altro che il capitale circolante netto. Quindi possiamo scrivere anche: CCN = PC + CN AI Quindi il capitale circolante netto esprime quella parte di attività correnti che si può considerare finanziata con il ricorso a fonti durevoli. In genere esso assume valori positivi, mentre nel caso in cui assuma valori negativi sta ad indicare che una parte di attività immobilizzate risulta finanziata con passività a breve termine e ciò indica una situazione anomala sotto il profilo finanziario. 40

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