LA PROGETTAZIONE PER COMPETENZE IN RIFERIMENTO AL CURRICOLO VERTICALE DELLA SCUOLA DI BASE

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2 Premessa Parte I- Adempimenti e strategie dei collegi dei docenti Imperativi categorici dell apprendimento desunti dalle più accreditate teorie ogni conoscenza, per essere significativa, deve scaturire da un problema del soggetto che apprende Come per il percorso della conoscenza, nel corso dei secoli, il dubbio, la curiosità, il coinvolgimento personale hanno giocato un ruolo determinante nella costruzione della conoscenza, allo stesso modo, il singolo soggetto che apprende deve essere motivato a risolvere problemi pratici o conoscitivi concreti che sente propri. Nessun contenuto di una qualsiasi disciplina deve risultare estraneo alla curiosità, altrimenti non vi può essere vero apprendimento. ogni conquista cognitiva del soggetto che apprende non deve mai essere assunta come certa ed inconfutabile. Si è detto che il dubbio è il motore della scienza, ma è anche il motore del vero apprendimento, attraverso quella ricerca continua che sola può garantire l autocoscienza del soggetto che apprende come essere capace di identità strutturata e cittadinanza attiva in un mondo complesso e spesso contraddittorio ed inestricabile. elogio dell errore La scuola del passato tendeva ad evitare, o almeno a limitare l errore. L epistemologia del falsificazionismo lo assume come tappa indispensabile per la riflessione sul proprio apprendimento e sulla progressiva autonomia del soggetto che apprende. perseguire le competenze monocognitive, metacognitive e fantacognitive. Protagonismo attivo Ogni alunno deve poter contare sulla possibilità di essere parte attiva del proprio apprendimento. Digitalizzazione nell apprendimento Gli alunni, per appartenenza generazionale, sono nativi digitali e candidati ad una delle otto competenze chiave, la competenza digitale. Ne conseguono i seguenti corollari organizzativi per le scuole autonome 1. conoscere debitamente le potenzialità formative di ciascun alunno e la sua reale matrice cognitiva; 2. avere almeno una minima conoscenza della famiglia e delle altre agenzie sociali che parallelamente alla scuola stessa incidono sullo sviluppo dell'alunno; 3. stabilire i livelli di partenza e la conseguente domanda formativa intrinseca da parte dell'alunno e tentare di conciliarla anche con quella espressa, allo scopo di incrementarne la motivazione ad apprendere; 2

3 4. stabilire i livelli di competenze da poter far capitalizzare agli alunni e quindi il livello reale di successo formativo da poter raggiungere, tenendo presenti i livelli di cui al p.3, "le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione" (D.P.R.275 cit), gli appelli europei e mondiali lanciati ai sistemi scolastici (si vedano in proposito i dati Censis ed OCSE); 5. organizzare il raccordo interistituzionale, nonché quello con la famiglia e le altre possibili agenzie formative per garantire funzionalità sinergica ai percorsi; 6. tenersi aggiornati circa i risultati della ricerca soprattutto in campo psicologico, didattico, organizzativo, metodologico e disciplinare; 7. interrogare lo statuto epistemologico delle discipline per coglierne la valenza formativa necessaria per quegli specifici alunni in quella peculiare situazione formativa; 8. predisporre eventuali percorsi modulari, tali da consentire a ciascun alunno la situazione formativa più idonea per lui; 9. elaborare e controllare un piano dell'offerta formativa che ottimizzi tutte le risorse; 10. controllare i risultati di pieno conseguimento di efficienza ed efficacia dell azione formativa raggiunti(valutazione formativa), per riorientare efficientemente i percorsi ( progettazione e controllo di sistema). 11. documentare debitamente i risultati significativi dei processi di apprendimento e certificare le competenze acquisite Ma per poter cogliere le modalità operative per le scuole, occorre fare chiarezza in merito alla alla funzione dello Stato che, attraverso la responsabilità politica e tecnica del Ministero dell Istruzione, deve svolgere tre funzioni : - Governare unitariamente il sistema educativo nazionale - Controllare la qualità complessiva del sistema - Intervenire con provvedimenti perequativi per sostenere l azione delle scuole e dei docenti che ne avessero necessità; alla configurazione degli enti territoriali, così come ridisegnati dagli articoli 138 e 139 del D.lgs 31 marzo 1998, n.112 e dall art.117 della Costituzione così come novellato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3. alla funzione delle scuole autonome chiamate a : 1. rilevare con strumenti oggettivi la peculiare domanda formativa soggettiva (personale) ed oggettiva (ambientale). 2. progettare idonee strategie organizzative e didattiche tali da trasformare gli obiettivi generali del processo formativo stabiliti dallo Stato, attraverso le Norme Generali (dalle Indicazioni Nazionali ) in specifiche competenze di ciascun alunno. 3. ad utilizzare le Indicazioni Nazionali in termini di livelli essenziali di prestazione a cui sono tenute tutte le scuole del territorio nazionale 4. considerare flessibili non solo i contenuti delle discipline, ma anche : i tempi: l orario viene considerato in base annua, in quanto le scuole autonome potrebbero ritenere più funzionale privilegiare l offerta diversificata di insegnamento ed attività puntando su una concentrazione periodica, mirata da parte degli allievi su un numero minore di discipline ed attività; le classi: la classe come unità amministrativa primaria, rigida è superata, in quanto la personalizzazione dell offerta formativa esige ed impone forme organizzative più flessibili essenzialmente riconducibili ad attività laboratoriali dei gruppi di livello;. i periodi didattici: non più coincidenti con l anno scolastico. E ciò come ovvia conseguenza della personalizzazione dei percorsi formativi che comporta tempi sempre più distesi, soprattutto in particolari fasi evolutive. Di qui un unico periodo didattico per i primi due anni di frequenza della scuola secondaria di I grado, 3

4 finalizzato a consentire tempi più distesi di formazione prima di emettere un eventuale verdetto di non ammissione alla classe successiva ( salvo casi eccezionali ); gli spazi: atteso che elemento primario costitutivo della nuova organizzazione della scuola sono le persone degli allievi, l ambiente fisico prevalente non è più l aula rigidamente collegata alla classe di frequenza, ma altre possibili aule ( se si adotta la strategia delle classi aperte ) o i laboratori. Essi sono da considerare luoghi privilegiati in cui si realizza una situazione di apprendimento che coniuga conoscenze e abilità specifiche su compiti unitari e significativi per gli alunni, possibilmente in una dimensione operativa e progettuale che li metta in condizione di dovere e potere mobilitare l intero sapere esplicito e tacito di cui dispongono ; le discipline: da considerare come strumenti privilegiati per trasformare le mappe cognitive ingenue degli allievi attraverso gli specifici e raccordati statuti epistemologici, in competenze capitalizzate, spendibili e pronte per continuare ad essere aggiornate e migliorate continuamente. Esse sono da ritenere strumenti duttili e flessibili raccordati all interno delle singole unità di apprendimento, che, a loro volta, costituiscono i piani di studio personalizzati, ispirati ed inquadrati nelle linee strategiche di indirizzo organizzativo del Piano dell offerta formativa. In tale ottica, si può cogliere la funzione del collegio dei docenti di adozione (come allegato al POF triennale) del curricolo verticale, risultato del lavoro dei dipartimenti disciplinari, potenziato dalle possibilità espansive di cui alla L.107/2015 ed offerto ai consigli di classe ai fini della fornitura del tessuto comune con cui costruire i percorsi formativi personalizzati Parte II - Adempimenti e strategie dei dipartimenti disciplinari I dipartimenti disciplinari devono essere costituiti secondo il principio della verticalità, pena il rischio illustrato nella tabella 1 e devono provvedere ai seguenti passaggi: 1. inserire le parti trasversali delle Indicazioni Nazionali nelle singole discipline conformandole ad esse ed organizzarle verticalmente (v. allegati) 2. calibrare e arricchire le determinazioni finali così ottenute rispetto alla realtà soggettiva e oggettiva della scuola 3. individuare, per ogni abilità fissata come traguardo, gli indicatori dei voti Parte III - Adempimenti e strategie dei consigli di classe (o team) I consigli di classe, dopo debita rilevazione della domanda formativa soggettiva degli alunni, individuano nuclei tematici unitari calibrandoli rispetto al profilo degli allievi. L unitarietà delle discipline garantisce trasversalità nell esercizio delle abilità che, debitamente esercitate nei contesti d uso, consentiranno una formazione sempre in progress della persona competente. Di seguito viene fornito uno schema-guida per la costruzione di nuclei tematici unitari. 4

5 tabella 1 rischi della frammentazione dell unità personale dell alunno per la mancanza di CV Unità frammentata Scuola secondaria di I grado Scuola primaria Per evitare la frammentazione, occorre mirare unitariamente ai traguardi di competenze da capitalizzare a 14 anni Scuola dell infanzia Unità originaria della Errore: sorgente del riferimento non trovata 5

6 Tabella 2- Ipotesi di schema-guida di curricolo unitario 6

7 NUCLEO TEMATICO UNITARIO per livelli di.. Abilità da 7

8 Al NUCLEO TEMATICO UNITARIO sopra indicato concorrono anche le seguenti attività di laboratorio, con particolare riferimento a quelle rese possibili dalla L.107/2015: abilità da abilità da abilità da abilità da abilità da abilità da Gli allievi sono impegnati nei seguenti compiti I docenti realizzano Risultati formativi che si intendono conseguire Conoscenze e abilità Prodotti programmati Materiali e sussidi didattici impegnati 8

9 Durata dell attività di apprendimento Accertamento dei traguardi di competenze (strumenti e criteri) 9

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