Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013. Rapporto di Valutazione 2013

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1 Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 Rapporto di Valutazione 2013 Maggio 2013

2 INDICE INDICE 1 1. Sintesi del rapporto, conclusioni e riflessioni 2. Premessa L approccio valutativo La valutazione operativa La descrizione dello stato di avanzamento del programma Le risorse impegnate Lo stato di attuazione dei progetti I destinatari avviati alle attività POR Un approfondimento delle caratteristiche della programmazione Prospettive con l attuale capacità di impegno Capacità di attuazione del programma al 2012 e previsione al La valutazione strategica Premessa 5.2. L aggiornamento dell analisi di contesto e dell analisi SWOT Mercato del lavoro Istruzione e formazione Altre tendenze socio-economiche I destinatari degli interventi cofinanziati dal FSE 5.4. Un approfondimento sulla situazione giovanile I giovani nel contesto socio-economico regionale 72 Box L indicatore Youth friendly I giovani destinatari degli interventi del FSE La valutazione di efficacia degli interventi a sostegno dell occupabilità Cenni sulla metodologia di indagine e sull universo di riferimento I destinatari degli interventi formativi intervistati: le principali caratteristiche Le motivazioni della partecipazione e i canali di conoscenza delle attività formative Il livello di soddisfazione e la percezione dell utilità dell intervento La ricerca di lavoro dopo la conclusione dell attività formativa Esiti occupazionali degli interventi a 12 mesi dalla conclusione dell attività Gli indicatori relativi ai tassi di inserimento occupazionale lordo Le caratteristiche dell occupazione La transizione nell occupazione: lo status professionale a 6 e 12 mesi dalla conclusione dell intervento e al momento dell intervista Riflessioni conclusive La valutazione di efficacia ed efficienza dei servizi erogati dagli SPI 126 Allegato al Rapporto di Valutazione

3 1. Sintesi del rapporto, conclusioni e riflessioni Il Rapporto 2013 di Valutazione Strategica e Operativa è il quarto rapporto annuale che l ATI, costituita dalla Fondazione Giacomo Brodolini e dall Istituto per la Ricerca Sociale, ha predisposto nell ambito del servizio di valutazione in itinere del POR Marche FSE Ob /2013. La valutazione operativa ricostruisce la mappa ordinata della programmazione e della realizzazione dei progetti del POR Marche FSE con l obiettivo di rendere conto dei volumi delle attività erogate. Rispetto al quadro della programmazione vigente, i dati al evidenziano come l azione dell A.d.G. e degli Organismi intermedi si sia avvicinata ad una piena capacità di attuazione, nonostante le mutate esigenze del mondo del lavoro e delle imprese abbiano comportato un sensibile cambiamento della domanda. Il 2012 è stato un anno di grosso impegno, e i volumi di risorse e di attività programmate hanno visto un balzo rispetto alle attività medie degli anni precedenti. Le risorse impegnate ammontano a 206,5 milioni di euro, e raggiungono il 73,3% di quanto programmato; la capacità di spesa, pari a 157,2 milioni di euro, si attesta al 76% delle risorse impegnato. La quota di risorse impegnate sull asse II Occupabilità è superiore alla media, e si nota uno sforzo nell accelerare anche la capacità di spesa, non solo l impegno, per rispondere alle esigenze di lavoratori e imprese nella gestione dell attività anticrisi; mentre sono inferiori alla media regionale le risorse impegnate sugli assi III Inclusione e IV Capitale Umano. In definitiva, rispetto al 2011, la capacità di impegno è salita di 16,3 punti percentuali, mentre quella relativa alla spesa di 5,7 punti. Come già evidenziato negli anni passati, la realizzazione del Programma riflette le differenze della struttura produttiva territoriale e della capacità degli Organismi Intermedi di raccogliere le indicazioni e le domande delle forze sociali: ad Ascoli Piceno si ricorre in modo prevalente a misure focalizzate sull occupabilità e sulle politiche attive del lavoro; ad Ancona e Pesaro Urbino - province in cui è più sviluppata l attività manifatturiera - vi è un maggior ricorso a misure quali inclusione sociale e adattabilità; Nella provincia di Fermo, la maggior parte delle risorse impegnate è riservata alla realizzazione di attività riferibili all Asse I con il 47,7% degli impegni di sua competenza. 2

4 la Regione, infine, svolge prevalentemente un ruolo di rafforzamento del sistema scolastico e formativo, e quindi interviene attraverso le misure di capitale umano, con riferimento a corsi formativi lunghi, IFTS e ITS. Lo stato di attuazione dei progetti appare molto positivo per la forte correlazione tra temi prioritari (ovvero le categorie di spesa) e obiettivi specifici (ovvero le misure della programmazione). Per quanto riguarda la tipologia degli interventi: i progetti formativi assorbono il 30% dell impegnato a livello regionale, e sono effettuati nelle province più industrializzate in misura pari o superiore al 50% delle risorse impegnate; i progetti non formativi assorbono il 32% dell impegnato, e sono concentrati per oltre la metà nella Regione per l acquisto di beni/servizi; le work-experience assorbono il 17% dell impegnato, e sono concentrate ad Ascoli Piceno, e in misura minore a Macerata; gli aiuti alle imprese, la consulenza alle imprese, e la creazione d impresa assorbono meno del 10% dell impegnato, e sono concentrati ad Ascoli Piceno (gli aiuti alle imprese e la consulenza alle imprese), nella Regione (gli aiuti alle imprese) e a Macerata (la creazione d impresa). Alla data del i progetti approvati risultano complessivamente , di cui avviati e conclusi (sul totale degli approvati contano, rispettivamente, per il 98,4% e per il 61,1%). Ciò significa che nel sessennio di programmazione sono stati approvati e avviati ogni anno, in media, rispettivamente e progetti e ne sono stati conclusi oltre Dei quasi 80mila destinatari attivati dal 2007, ben sono stati avviati nel 2012, con un incremento del 47,2% sul Il 51,6% sono donne. Coloro che invece hanno concluso l'attività entro la fine del 2012 rappresentano un aggregato che ammonta a unità (pari al 55,7% degli avviati) di cui il 54,0% appartiene alla componente femminile. I destinatari sono concentrati sugli assi I Adattabilità (46%), II Occupabilità (23%), IV Capitale Umano (16%) e III Inclusione (12%). Circa il 52% dei destinatari sono femmine in media, ma la quota di destinatari donne coinvolta nelle iniziative a livello di provincia è molto differente, e si abbassa nelle province più 3

5 industrializzate, in cui gli occupati sono maggiori, e quindi i destinatari risentono delle differenza strutturale nell occupazione. Il 52,6% dei destinatari sono occupati, il 29,2% disoccupati, il restante 15,6% inattivi. La persistenza della crisi, ormai al quinto anno di recessione, ha spostato le risorse verso lavoratori la cui occupazione sta diventando precaria o insicura. Inoltre, relativamente alle differenze di genere, occorre rilevare come gli occupati siano il 60,2% fra gli uomini, mentre il 45,5% fra le donne. Un discorso opposto vale per le persone in cerca di occupazione molto più frequenti fra la componente femminile piuttosto che all'interno di quella maschile (34,8% versus 23,3%). In relazione all'età, i gruppi più numerosi sono la classe (20,9%) e quella (17,4%). Sensibilmente meno coinvolti appaiono i destinatari con meno di 15 anni e coloro che hanno 45 ed più anni con quote relative al di sotto di un decimo dei casi. Complessivamente, i destinatari coinvolti dalle azioni POR FSE nel 42,9% dei casi hanno una formazione di base, il 34,7% una istruzione secondaria superiore e il 19,2% una istruzione terziaria, universitaria o superiore. Le persone avviate presentano un buon grado di coerenza con la tipologia formativa. Gli avviati con forti svantaggi sono di cui il 71,5% rappresentato da persone con disabilità. Oltre il 40% del totale è coinvolto in azioni realizzate dalla Provincia di Macerata; segue al secondo posto Ancona con il 19,8% e Ascoli Piceno con il 17,4%. La maggior parte (attorno al 55%) ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo specifico IIe, mentre un altro 28,2% rientra nelle azioni riferibili all'obiettivo IIIg. Per quanto riguarda la previsione circa la capacità di impegnare le restanti risorse programmate e di raggiungere gli obiettivi, si parte dai seguenti dati di fatto. Nella spesa certificata dal Ministero per la Coesione Territoriale sul FSE Obiettivo Competitività, la Regione Marche ha un livello di risorse impegnate del 70%, rispetto ad una media del 75,7%. La situazione del pagato appare invece nettamente superiore alla media. FSE - Risorse impegnate e pagate. Marche e media Italiana. Fonte: IGRUE. impegnato pagato Marche Fse IT Marche Fse IT 31/12/ /04/ /12/2012 (Spesa Certificata, estrazione 28 febbraio 2013) /12/2013 (Siform, estrazione 31 marzo 2013)

6 Pare esservi un lieve ritardo rispetto a regioni come Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, ed una capacità superiore o pari a regioni quali Toscana e Veneto. Come detto, la spesa impegnata è comunque superiore al 73% (estrazione dati di marzo). Se si confronta il dato del 2011, si può notare come il ritardo di impegno fosse di ben 13 punti rispetto alla media, e che nel corso di un anno vi è stato un fortissimo recupero. Benchè la diversa velocità di impegno non sia oggetto di analisi specifica a livello regionale, si avanzano alcune considerazioni generali sui fattori che possono influire sulla performance. Anzitutto le regioni operano con diversi livelli di accentramento, sia territoriale che nelle modalità di bando. Da questo punto di vista le Marche si caratterizzano per un elevato decentramento della spesa alle province e per un elevato frazionamento dei bandi di gara. Nella Regione Marche opera poi una ripartizione regionale del patto interno di stabilità, che può comporta uno slittamento nella registrazione di impegno dovuto all attribuzione delle quote ai comuni. Per questa serie di motivi, il dato dell impegno è un indicatore parziale di performance, che va letto congiuntamente a quello dei pagamenti. Qui infatti la performance è migliore, il che significa una forte capacità di aderire alle esigenze delle imprese ed dei lavoratori, specialmente per l attività anticrisi. Come si ripercuote questa situazione circa la prospettiva di conclusione del programma? La previsione effettuata con funzione logistica per gli anni a venire conferma la presenza di un leggero ritardo, pari a circa 2-3 punti percentuali del programmato. Tale ritardo non costituisce tuttavia ragione di preoccupazione. Sarebbe sufficiente un impegno di spesa 2013 anche soltanto inferiore di 10 milioni a quello 2012 per rientrare perfettamente in linea con l utilizzazione di tutte le risorse programmate. La recessione ha avuto profonde ricadute sul sistema dei CIOF marchigiani: al lo stock degli iscritti alle liste di disoccupazione ha raggiunto le unità, a fronte delle unità presenti alla fine del 2007, con un incremento del 53,1%. Per quanto concerne i servizi offerti dai CIOF marchigiani, è più che evidente lo sforzo sostenuto da parte del sistema regionale per far fronte ai maggiori carichi di lavoro generati dal deterioramento del contesto economico. In particolare, aumentano le attività legate all'applicazione del D.Lgs 297/02: nel 2012 le dichiarazioni di immediata disponibilità rilasciate presso i CIOF ammontano a unità, mentre nel 2007 tale aggregato si attestava a unità, con una variazione complessiva del +70,8%. La pressione, peraltro, non accenna a diminuire, tutt'altro: fra il 2011 e il 2012 il flusso delle persone che si recano presso i CIOF per iscriversi alle liste di disoccupazione continua ad 5

7 aumentare ( unità) ad evidenzia di come il tessuto produttivo marchigiano, al pari di quello nazionale, stia attraversando una fase ancora piuttosto critica. Nel 2012 inoltre sono stati realizzati colloqui di orientamento in ottemperanza alla normativa vigente, con un aumento di unità rispetto al 2007, per un +64,5%. Questo sforzo prodotto dai CIOF marchigiani, peraltro, continua a perdurare anche negli ultimi tempi: infatti, fra il 2011 e il 2012 il volume dei colloqui realizzati è aumentato di oltre 8 mila unità per un incremento del 15,9%. Conseguenza dell'aumento delle dichiarazioni di immediata disponibilità è stata, inoltre, la sostanziale crescita del numero di patti di servizio stipulati attraverso i quali vengono stabiliti gli impegni specifici dei contraenti e concordate le future azioni dell'utente all'interno dei servizi offerti dai CIOF (nel 2012 si attestano a unità). In media, ciascun CIOF ha rinviato al servizio di incontro domanda-offerta il 77,0% dei soggetti che hanno sostenuto il colloquio di orientamento, con un valore in leggera diminuzione rispetto a quanto rilevato nell'anno precedente. Se invece si considera il lato della domanda di lavoro che perviene ai CIOF, oltre che la percentuale di segnalazioni che hanno portato all assunzione di uno dei candidati segnalati, emergono inevitabilmente delle criticità. Le segnalazioni sono diminuite nell'ultimo anno passando da a e ciò a causa di una generale diminuzione della domanda di lavoro dovuta agli effetti della crisi (rispetto al 2007 la contrazione è ancora più evidente dal momento che si hanno unità in meno, per una variazione che ammonta al 41,1% in meno). In aggiunta, il sistema dei SPI non sempre è in grado di soddisfare le richieste provenienti dal tessuto produttivo e ciò probabilmente a causa di profili professionali delle persone iscritte nelle liste di disoccupazione non sempre corrispondenti alle esigenze espresse dalle imprese; circa i tre quarti, infatti, del complesso delle segnalazioni non è andato a buon fine con un valore peraltro in leggero aumento rispetto al dato dell'anno precedente. La valutazione strategica è chiamata ad esprimere un giudizio in merito alla coerenza e alla significatività della programmazione/riprogrammazione rispetto all evoluzione del contesto socioeconomico, ovvero rispetto ai bisogni sia rilevati ad inizio programmazione che emersi durante la programmazione in seguito alle mutate condizioni del contesto socio-economico. In specifico, partendo dai punti di forza e dalle criticità evidenziate dall analisi SWOT contenuta nel POR FSE , la valutazione strategica propone un aggiornamento (alla data più recente di aggiornamento dei dati disponibili) dei principali indicatori di contesto socio-economico, in primo luogo per verificare se i punti di forza rimangono tali e se le criticità sono state superate anche alla luce delle minacce sottolineate dalla stessa analisi SWOT; in secondo luogo, per analizzare se le 6

8 priorità strategiche della programmazione sono ancora valide o se sono eventualmente necessari dei correttivi che tengano conto delle mutate condizioni di contesto. L aggiornamento dell analisi SWOT è seguito da una lettura dell attuazione, attraverso gli indicatori e i risultati della valutazione operativa, per verificare a quali target di destinatari sono stati indirizzati gli interventi ad oggi finanziati sui vari Assi e Obiettivi specifici del POR FSE Particolare attenzione viene dedicata a verificare se ed in quale misura le riprogrammazioni hanno soddisfatto bisogni e target considerati, in prima istanza, prioritari nel quadro socioeconomico regionale e nei diversi contesti locali. Inoltre, alla luce dell aggiornamento dell analisi SWOT, si vuole verificare se le riprogrammazioni hanno tenuto conto di eventuali nuovi bisogni e nuovi target rilevanti per effetto di criticità e minacce emergenti, qualora il quadro socio economico regionale e i diversi contesti locali fossero mutati in maniera consistente. Infine, come nel Rapporto di Valutazione dello scorso anno, viene proposto un approfondimento sui giovani, con un analisi volta ad esaminare, da un lato, se ed in che misura il contesto socioeconomico della regione Marche è, nel confronto con le altre regioni italiane, favorevole ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, e, dall altro, ad approfondire (attraverso i dati SIFORM) le caratteristiche socio-anagrafiche dei giovani 15-29enni destinatari degli interventi cofinanziati col FSE, rispetto a quelle dell universo dei destinatari, e la tipologia degli interventi realizzati a loro favore. L analisi dei tassi di copertura relativi alla quota di popolazione residente nelle Marche raggiunta dagli interventi cofinanziati dal FSE mostra che, complessivamente, al 31/12/2012, gli interventi avviati all interno del POR FSE hanno raggiunto il 5,2% del totale della popolazione residente. In dettaglio, i tassi di copertura non mostrano differenze di genere significative (il 5,2% sia per le donne che per gli uomini) e sono più elevati per i giovani tra i 15 e i 24 anni (il 13,7%), gli individui con un livello di istruzione post secondaria e universitaria (il 10,4%) e le persone in cerca di occupazione,sia inoccupati che disoccupati (il 38,7%). Nel caso degli immigrati e delle persone con disabilità, il tasso di copertura è pari rispettivamente al 5,6% e al 3,7%. I tassi di copertura sono in crescita rispetto al 31/12/2011 per tutti i target considerati. Particolarmente consistente è la crescita del tasso di copertura delle persone in cerca di prima occupazione (+4,4 punti percentuali rispetto all anno precedente). 7

9 Tabella Tassi di copertura della popolazione di riferimento per Asse del POR FSE Tassi di copertura Asse I Asse II Asse III Asse IV Asse V Totale Genere Donne 2,02 1,27 0,63 1,01 0,23 5,17 Uomini 2,66 1,08 0,57 0,70 0,15 5,17 Fino a 15 0,02 0,01 1,31 0,11 0,01 1, anni 4,40 2,23 2,34 2,69 2,03 13, ,76 4,21 0,79 2,83 0,004 13,58 Classi di età ,86 1,67 0,36 1,12 0,003 7, ,04 0,95 0,24 0,51 0,0004 4, ,03 0,27 0,08 0, ,48 Over65 0,04 0,01 0,0003 0, ,05 Scuola obbligo 2,21 0,77 0,89 0,52 0,41 4,79 Titolo di studio Diploma 2,99 1,56 0,40 0,81 0,004 5,76 Laurea e post Laurea 3,34 3,11 0,61 3,34 0,004 10,40 Occupato 5,10 0,85 0,06 0,48 0 6,49 Posizione nel mercato del lavoro Inoccupato/Disoccupato 4,68 18,86 5,42 9,75 0,01 38,71 Inattivi (studenti inclusi) 0,00 0,17 1,73 1,22 0,95 4,08 Gruppi svantaggiati Persone disabili -- 2,42 0,84 0, ,68 Migranti 1,80 0,98 2,01 0,69 0,09 5,57 Totale 2,33 1,18 0,60 0,86 0,19 5,17 Fonte: Elaborazioni su dati Siform e ISTAT In sintesi, gli interventi del POR FSE si sono mossi nella direzione di garantire soprattutto: il rispetto delle pari opportunità: 1) le donne sono più della metà (il 51,6%) dei destinatari degli interventi avviati a valere sul POR FSE in tutti gli Assi ad eccezione dell Asse I - Adattabilità; 2) l integrazione nel mercato del lavoro dei migranti e delle persone con disabilità viene garantita in maniera adeguata con interventi abbastanza distribuiti su tutti gli Assi; il supporto ed il sostegno alle persone in cerca di (prima) occupazione, mediante interventi avviati su tutti gli Assi ed in particolare sull Asse II Occupabilità (sul quale si concentra il 48,7% di inoccupati/disoccupati) e sull Asse IV Capitale Umano (il 25,2%); la continuità del processo formativo dei lavoratori e l acquisizione di una adeguata qualificazione dei lavoratori attraverso la formazione sul lavoro, grazie all avvio di progetti di formazione continua per occupati e di formazione nell ambito dell apprendistato (postobbligo formativo) sull Asse I Adattabilità dove il 91,6% dei destinatari è, infatti, occupato; 8

10 la competitività regionale nel medio lungo periodo, grazie al rafforzamento del sistema dell istruzione e della formazione e dell innovazione e del trasferimento tecnologico realizzato mediante le iniziative avviate sull Asse IV Capitale Umano: ad esempio i progetti di formazione permanente - aggiornamento professionale e tecnico (66,5% dei destinatari registrati su questo Asse), di alta formazione universitaria e post universitaria (5,9%) o di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS - 4,2%). A questo proposito, si coglie anche l occasione per segnalare come l analisi di contesto evidenzi, tra l altro, un migliore posizionamento delle Marche rispetto ad una delle criticità di inizio programmazione: la quota di laureati in materie tecnico-scientifiche che è, infatti, cresciuta nel tempo, collocando il dato regionale al di sopra sia di quello nazionale che di quello europeo; una buona copertura dei giovani presenti sul territorio regionale, infatti, il tasso di copertura dei giovani tra i 15 e i 29 anni è pari al 14,8% (in crescita rispetto al 10,8% dello scorso anno); un adeguato sostegno all inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale: infatti, i giovani immigrati e i giovani con disabilità sono sovrarappresentati in questa fascia di età (rispettivamente l 11,1% e il 4,8%, contro il 9,4% e il 3,5%, del totale dei partecipanti agli interventi FSE). A fronte di questo impegno e di questi risultati che risultano molto coerenti con i bisogni evidenziati in sede di programmazione va, tuttavia, evidenziato come, a causa soprattutto del perdurare degli effetti negativi della crisi economica, persistano, nell ambito del mercato del lavoro e del contesto socio-economico marchigiano, alcune criticità e minacce che, rispetto all inizio della programmazione, si sono aggravate o sono emerse ex novo. Data anche la natura non così congiunturale della crisi, è importante che a tali criticità/minacce si presti la dovuta attenzione in sede di programmazione e valutazione ex-ante per il settennio : Il permanere, nonostante i miglioramenti registrati rispetto all inizio della programmazione , di elevati differenziali di genere nei tassi di attività (15,6 punti percentuali), di occupazione (15,9 punti percentuali) e di disoccupazione (2,7 punti percentuali). Al fine di ridurre questi differenziali di genere appare, quindi, opportuno garantire l'attuazione del principio di pari opportunità di genere e non discriminazione nell ambito del POR Fondo Sociale Europeo anche nella futura programmazione regionale, prevedendo non solo interventi rivolti a favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro, ma anche interventi per promuovere la 9

11 partecipazione al mercato del lavoro e per valorizzare la presenza femminile sia nelle aziende che nel lavoro autonomo; Il tasso di occupazione degli over55 (44,3%) che, pur essendo cresciuto nel tempo e collocandosi su un valore superiore a quello medio nazionale (40,4%), è ancora distante da quello medio europeo (48,9% della UE27). Al 31/12/2012 solo il 3,6% del totale dei partecipanti ad iniziative del FSE aveva un età compresa tra i 55 e i 64 anni: in chiave prospettiva, si dovrebbe, quindi, aumentare la quota di persone over55 coinvolte in interventi cofinanziati dal FSE; Il calo dei flussi in entrata nel mercato del lavoro (soprattutto quelli con contratti di lavoro permanente) e l incremento dell incidenza delle posizioni di lavoro temporaneo sul totale delle assunzioni, a conferma di una delle criticità individuate ad inizio programmazione, ovvero il crescente grado di precarietà della forza lavoro; L elevato numero di lavoratori coinvolti in crisi aziendali: nel 2012, i lavoratori in CIG equivalenti a zero ore sono pari a lavoratori 1 (di cui solo nelle attività manifatturiere) e rappresentano il 2,2% dell occupazione dipendente nelle Marche. Nel corso dell attuale programmazione, ai fini del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, hanno assunto particolare rilevanza l'accordo Stato-Regioni del 12 febbraio 2009 e del 20 aprile 2011, che hanno prorogato gli interventi al biennio A fronte dell elevato ricorso alla CIG e della possibilità che i lavoratori coinvolti nella crisi aziendali entrino in mobilità o in disoccupazione, la Regione Marche ha già impegnato tutte le risorse che, nell ambito dei suddetti Accordi e nel corso dell attuale programmazione, sono state destinate al finanziamento degli ammortizzatori sociali. Tuttavia, il cofinanziamento (prima al 30%, poi al 40%) degli ammortizzatori in deroga da parte delle Regioni, grazie all utilizzo del FSE riprogrammato per far fronte alla necessità, ha rappresentato un eccezione. Nel corso della futura programmazione, le risorse comunitarie dovranno identificare nuovi strumenti di politica attiva per sostenere il rientro di questi lavoratori nel mercato del lavoro; La quota di giovani (18-24 anni) che abbandonano prematuramente gli studi ancora superiore alla media europea e lontana da quel 10% previsto tra obiettivi della strategia di Europa 1 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a 0 ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione autorizzate fino a Dicembre In particolare, i lavoratori equivalenti a 0 ore sono stimati rapportando il monte ore utilizzato di CIG all orario di lavoro medio annuale di 1702 ore; le ore effettivamente utilizzate sono state calcolate considerando il tiraggio medio nazionale diffuso dall INPS pari al 44,05% delle ore autorizzate di CIGO e al 49,36% delle ore autorizzate di CIGS e CIGD; si ottiene così un numero (teorico) di lavoratori sospesi integralmente ( a 0 ore ). 10

12 2020: nel 2012, infatti, questa percentuale si attesta al 15,7% nelle Marche, un dato certamente inferiore a quello medio nazionale (17,6%) ed in calo rispetto ad inizio programmazione (era pari al 19,1% nel 2005), ma che rimane, comunque, superiore a quello della UE27 (12,8% 2 ). Inoltre, con riferimento alla scuola secondaria superiore, si registra una crescita dei tassi di abbandono dopo il primo anno rispetto ad inizio programmazione: (dal 6,7% nell anno scolastico 2004/2005 al 9,8% nell anno scolastico 2009/2010) restando, comunque, inferiore al dato nazionale (12,1% nell a.s. 2009/2010) 3. Contro la dispersione scolastica e formativa, da diversi anni la Regione Marche ha attivato differenti azioni e adottato diversi strumenti 4. In particolare, dal 2007 sono stati attivati percorsi triennali di istruzione e formazione professionale rivolti ai giovani in obbligo di istruzione a rischio di abbandono scolastico e percorsi biennali di formazione professionale rivolti a ragazzi che hanno abbandonato la scuola; e dal 2008, percorsi formativi di orientamento finalizzati alla prevenzione della dispersione scolastica. Si noti, inoltre, che, nell ambito del POR FSE, tra i giovani tra i 15 e i 19 anni, al 31/12/2012, la maggior parte (il 38%) è destinataria di interventi di formazione nell ambito dell obbligo formativo. La quota di giovani tra i 30 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio universitario è ancora molto distante dalla media Europea e dal valore target del 40% fissato tra gli obiettivi della strategia di Europa 2020: nel 2011, infatti, solo il 23,8% dei giovani marchigiani tra i 30 e i 34 anni ha conseguito un titolo di studio universitario, contro il 34,6% % della UE27 5. D altra parte, però, è opportuno sottolineare che la percentuale di giovani con un titolo universitario registrata nelle Marche è più alto di quello nazionale (20,3%) e vicino all Abruzzo con il valore regionale più alto (25,8%). Al 31/12/2012, circa 1/5 dei destinatari delle iniziative cofinanziate dal FSE è costituito da persone con un livello di istruzione universitaria (tasso di copertura della popolazione con istruzione terziaria pari al 10,4%). I giovani con un titolo di studio universitario rappresentano una risorsa estremamente importante per la competitività del territorio regionale, sulla quale sarebbe opportuno continuare ad investire anche nella futura programmazione; 2 Dato provvisorio. 3 Ultimo dato disponibile aggiornato all anno scolastico 2009/ Tecnostruttura, Report sulla dispersione scolastica, aggiornato a dicembre Ultimi dati disponibili aggiornati al

13 la quota di adulti tra i 25 e i 64 anni coinvolti in percorsi di natura formativa nelle Marche si attesta al 5% (ISTAT e EUROSTAT, 2011), contro il 5,7% dell Italia e l 8,9% della UE27, un dato quindi molto distante dal valore target del 15%, previsto dalla strategia di Europa Dai dati di monitoraggio del POR Marche si evince, tuttavia, che ben il 9,7% della popolazione residente di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di natura formativa finanziata dal FSE. Un tasso di copertura significativo, dunque, anche se ancora distante dal target Tale sostegno alla formazione della potenziale forza di lavoro rimane un elemento strategico rilevante in un contesto in cui la crisi socio-economica ha prodotto e sta producendo un depauperamento del capitale umano e della popolazione più in generale. Per mantenere e sviluppare ulteriormente anche nella prossima programmazione la formazione a favore della popolazione, in una logica di Life Long Learning, si potrebbe prevedere una maggiore integrazione con i Fondi interprofessionali finalizzati alla formazione continua. Tale soluzione andrebbe, peraltro, monitorata, al fine di evitare fenomeni selettivi rispetto ai lavoratori coinvolti; Infine, l approfondimento sui giovani tra i 15 e i 29 anni conferma che le Marche si caratterizzano per un contesto socio-economico relativamente più favorevole ai giovani rispetto a quello di molte regioni del Centro e del Nord Italia, oltre che nel confronto con il livello nazionale. Ciononostante, gli effetti della crisi economica sui giovani sono da monitorare con estrema attenzione in quanto stanno impattando sempre più sulle possibilità dei giovani di accedere al mercato del lavoro e di restarvi in maniera stabile. Il perdurare della crisi economica sta, infatti, producendo effetti negativi soprattutto sulla componente giovanile della forza lavoro, che devono essere contrastati in maniera adeguata per evitare eventuali rischi di depauperamento del capitale sociale e umano con l aumento, tra i giovani, della disoccupazione di lunga durata e dei NEET (né occupati né in istruzione e formazione) che, nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle prospettive di crescita e competitività dell intero sistema economico, e aumentare la spesa per far fronte agli effetti sociali negativi dell esclusione. In questo contesto, si sottolinea comunque una buona capacità del POR-FSE della Regione Marche nel raggiungere i giovani presenti sul territorio regionale. Gli interventi avviati a valere sul POR FSE mostrano, infatti, tassi di copertura della popolazione giovanile residente nelle Marche pari al 13,7% sia nel caso dei giovani tra i 15 e i 19 anni che di quello dei giovani tra i 20 e i 24 anni e al 16,6% nel caso dei giovani tra i 25 e i 29 anni, per un tasso di copertura medio dei giovani tra i 15 e i 29 anni pari al 14,8%. Si tratta di interventi avviati soprattutto sugli Obiettivi specifici Ia, IVi, IVl 12

14 e Vm, ovvero interventi che si muovono nella direzione di contrastare la dispersione scolastica, i fenomeni di disoccupazione giovanile altamente scolarizzata (incrementando l occupabilità dei giovani laureati che spesso incontrano difficoltà di inserimento anche a causa della mancanza di esperienze lavorative pregresse) e di favorire l inserimento, nel tessuto produttivo locale, di forza lavoro più scolarizzata (anche allo scopo di stimolare l introduzione di innovazioni nei processi produttivi o negli assetti organizzativi delle PMI locali). Inoltre, la quota di svantaggiati (in media) più elevata tra i giovani, piuttosto che tra tutti i destinatari del POR, sottolinea il ruolo importante del POR-FSE della Regione Marche nel sostenere l inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale. L universo di riferimento dell indagine Placement relativa agli interventi per l occupabilità cofinanziati dal Fse a valere sull Asse II conclusi nell anno 2011 si contraddistingue, ancora una volta, per un forte investimento dell Amministrazione Regionale nelle work experience, soprattutto con riferimento alle borse di lavoro e di ricerca, anche se è stata altresì finanziata una quota, comunque, piuttosto rilevante di percorsi formativi in senso stretto (formazione finalizzata al reinserimento lavorativo e, in minor misura, formazione post obbligo formativo e post diploma). I destinatari target degli interventi, considerati nel loro complesso, si contraddistinguono per una forte presenza della componente femminile (oltre il 70% del totale) e per un elevato livello di istruzione medio, ma anche per un coinvolgimento abbastanza limitato dei soggetti più maturi (over 45) e dei cittadini stranieri, con differenze fra le singole tipologie formative in larga parte legate ai vincoli in ingresso fissati dalle linee guida regionali, con un livello di istruzione medio più elevato per i destinatari delle borse e, per contro, una maggiore concentrazione dei destinatari meno giovani e meno istruiti nella formazione finalizzata al reinserimento e nei tirocini. A un anno di distanza dalla conclusione dell intervento formativo, il tasso di inserimento occupazionale lordo complessivo è pari al 46,7% mentre il tasso di successo (pari alla somma di occupati e persone rientrate in percorsi di istruzione e/o formazione) è pari al 51,1%. Si tratta di un risultato occupazionale nettamente inferiore rispetto a quello rilevato nelle due ultime indagini Placement (che per le attività concluse nel 2009 e per quelle terminate nel 2010 registravano rispettivamente un tasso di inserimento lordo complessivo pari al 52% e al 57,3% e tassi di successo del 60,4% e del 62,5%). Tale risultato sembrerebbe, però, in larga parte attribuibile alle maggiori difficoltà rilevate nel contesto regionale, con un tasso di occupazione che 13

15 prosegue il trend decrescente degli ultimi anni e un tasso di disoccupazione che, nel 2012, registra il valore più alto dal 2005, nonché un crescente fenomeno di precarizzazione dell occupazione. Si confermano, ancora una volta, i migliori risultati occupazionali dei destinatari delle work experience rispetto a quelli delle attività di formazione più tradizionali, in parte legati anche alle caratteristiche individuali dell utenza target (livello di istruzione più elevato e maggiore concentrazione nelle classi di età dei giovani adulti): il tasso di inserimento occupazionale lordo a distanza di un anno è pari al 52,8% fra i destinatari delle borse per la realizzazione di progetti di ricerca (finanziate in misura consistente soprattutto dalla Regione e, in numero minore, dalle Province di Fermo e Ascoli Piceno), al 51,8% per i tirocini (interventi, questi, realizzati soprattutto nelle province di Ancona e Pesaro Urbino) e al 45,8% complessivo per le borse di lavoro (con risultati migliori nelle province di Pesaro e Ancona rispetto ad Ascoli Piceno), a fronte di esiti occupazionali inferiori per la formazione finalizzata al reinserimento lavorativo (38,5%) e per la formazione post obbligo e post diploma (38,6%). L analisi dei tassi di inserimento occupazionale lordo per territorio mette in luce, da un lato, le differenti condizioni di contesto socio-economico (più positivo a Pesaro-Urbino ed Ancona, più critico ad Ascoli Piceno e a Macerata, con Fermo in una posizione intermedia), dall altro gli effetti delle scelte programmate - e fattivamente operate - dagli Organismi Intermedi in materia di formazione e politiche attive del lavoro, finanziando interventi caratterizzati (o meno) da una esperienza in azienda e rivolti a target più o meno deboli sul mercato del lavoro, con esiti diversi in termini di possibilità di inserimento nel mondo del lavoro dei destinatari degli interventi. In altri termini, il solo dato di Placement non rende giustizia e non può condizionare le scelte programmatorie. E evidente che risultati occupazionali migliori riguardano più facilmente partecipanti con livelli di istruzione alti e senza particolari situazioni di svantaggio. Così come è evidente che il FSE deve rappresentare un opportunità per tutti, a prescindere dalle condizioni di partenza. Ciò che si vuole, in questa sede, sottolineare, è che l evidenza empirica ci conferma come uno stretto rapporto con le aziende e la possibilità di entrare in una impresa durante il percorso formativo rappresenti una chance forte, in più, di avere un percorso di transizione maggiormente efficace, sia dal punto di vista dei tempi di inserimento, sia dal punto di vista della qualità dell occupazione trovata. Dunque, il suggerimento è di mantenere presente questo principio continuando a privilegiare tipologie di formazione che prevedono questo stretto rapporto con il mondo del lavoro (work experience) e di rinforzare i percorsi formativi più tradizionali rendendo lo stage una vera esperienza di lavoro (non solo orientativa), dunque, con 14

16 più ore e riposizionato nel percorso formativo in modo da avere una maggiore finalità di supporto alla transizione. L indagine evidenzia anche che, a fronte di un mercato del lavoro regionale in cui la componente maschile appare maggiormente in difficoltà ma nel quale persiste, comunque, un differenziale di genere rispetto al tasso di occupazione pari a 15,9 punti percentuali, le donne occupate a distanza di un anno dalla fine dell esperienza formativa/di politica attiva del lavoro sono complessivamente quasi la stessa quota degli uomini (46,4% vs 47,2%). Tale risultato da un lato rispecchia i trend di progressiva riduzione del gap di genere esistenti a livello regionale in conseguenza della crisi, dall altro sembrerebbe testimoniare anche dell efficacia degli interventi formativi e delle politiche attive del lavoro cofinanziati attraverso il Fondo Sociale Europeo in una prospettiva di riduzione del differenziale di genere, soprattutto in corrispondenza di soggetti teoricamente meno forti, ovvero meno giovani e con un livello di istruzione inferiore, con un gap di genere a svantaggio della componente femminile più elevato soprattutto tra chi possiede un istruzione terziaria e fra gli under 30. Anche rispetto agli effetti sempre più negativi prodotti sulla componente giovanile della forza lavoro dal perdurare della crisi economica le attività cofinanziate sembrano offrire un sostegno relativamente efficace, con risultati migliori in termini di placement per gli under 30 rispetto ai lavoratori più maturi (questi ultimi coinvolti, peraltro, in maniera abbastanza marginale dagli interventi per l occupabilità) e una progressiva riduzione nel tempo (da 6 mesi dopo la conclusione dell intervento fino al momento dell intervista) soprattutto della quota di giovani in cerca di primo impiego, che riescono quindi a passare con minori difficoltà alla condizione di occupati rispetto ai più adulti in condizione di disoccupazione. La qualità dell occupazione trovata dai destinatari delle attività, se da un lato riflette le difficoltà più generali del mercato del lavoro regionale e della sua crescente tendenza alla precarizzazione e al progressivo aumento dell incidenza delle forme contrattuali a tempo (a dodici mesi dalla fine dell attività formativa gli occupati con un contratto a tempo indeterminato sono meno di uno su cinque sul totale degli occupati e si rileva una quota molto elevata di lavoro part time involontario, ovvero non frutto di una scelta bensì della mancanza di opportunità a tempo pieno), dall altro mette in luce un aumento rispetto alle precedenti indagini dell occupazione coerente, particolarmente elevata nel caso delle borse di ricerca e di lavoro. Anche il dato relativo alla transizione dalla formazione/politica attiva del lavoro all occupazione, con un tasso di inserimento del 44% a distanza di 6 mesi dalla conclusione degli interventi, del 46,7% a 12 15

17 mesi e del 51,3% al momento dell intervista, mette in luce da un lato la tenuta dell occupazione femminile (il differenziale di genere, seppure sempre leggermente sbilanciato a favore della componente maschile, resta abbastanza ridotto nel tempo) e la migliore occupabilità dei soggetti più giovani (a diminuire nel tempo è principalmente la quota di giovani in cerca di un primo impiego, mentre è più lieve la diminuzione della quota di disoccupati alla ricerca di un nuovo lavoro), dall altro la tendenza ad un inserimento nel mercato del lavoro più rapido per i destinatari delle work experience che risultano già occupati dopo soli 6 mesi dalla conclusione dell intervento in misura superiore ai destinatari delle altre attività formative. A fronte di maggiori difficoltà complessive per i destinatari delle attività cofinanziate nell accesso al mercato del lavoro, come appena detto, lo svolgimento di percorsi formativi on the job sembrerebbe, quindi, continuare ad offrire un sostegno all occupazione favorendo l incontro fra domanda e offerta di lavoro e in parecchi casi la permanenza, seppure non a tempo indeterminato, nella stessa realtà aziendale al termine dell esperienza cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo. In questa direzione, ribadiamo, dunque, l utilità di operare una riflessione sull opportunità, soprattutto di fronte ad un mercato del lavoro ancora pesantemente colpito dalle conseguenze della crisi, di rafforzare le attività di formazione in aula più tradizionali attraverso periodi ben strutturati e, comunque, di una certa durata, a diretto contatto con le realtà produttive locali, rinforzando cioè il ruolo della formazione tradizionale (spesso rivolta anche a soggetti con maggiori difficoltà di inserimento) anche sul piano del rapporto con il mondo del lavoro e di esperienze di stage progettate non soltanto a fini orientativi ma in un ottica di alternanza e di supporto alla transizione nell occupazione. 16

18 2. Premessa Il Rapporto 2013 di Valutazione Strategica e Operativa è il quarto rapporto annuale che l ATI, costituita dalla Fondazione Giacomo Brodolini e dall Istituto per la Ricerca Sociale, predispone nell ambito del servizio di valutazione in itinere del POR Marche FSE Ob /2013. Il Rapporto presenta i risultati dell attività valutativa e di analisi rispetto ai seguenti temi: la valutazione operativa (stato di attuazione del POR con evidenza di come stanno avanzando gli elementi chiave ); la valutazione strategica (rilevanza e adeguatezza del POR rispetto alle evoluzioni del contesto normativo, sociale ed economico); l indagine sugli esiti occupazionali di tutti gli interventi rivolti all occupabilità cofinanziati dal FSE nel corso della programmazione nella regione Marche che ha come universo di riferimento i destinatari effettivi e rendicontabili di tutti gli interventi rivolti all occupabilità cofinanziati dal FSE nel corso della programmazione nella regione Marche e conclusi nel 2011, finanziati a valere sull Asse II Occupabilità; l efficacia e l efficienza dei Servizi per l Impiego. Tali risultati saranno integrati da altri prodotti realizzati dall ATI nel corso del Sarà realizzata la valutazione ex-ante della proposta del POR Marche FSE per evidenziare l adeguatezza della strategia del programma, gli obiettivi generali corrispondenti, gli indicatori, gli obiettivi specifici, e l assegnazione delle risorse. Inoltre, Verranno effettuate analisi di tipo controfattuale per identificare l effetto (o impatto netto) di 4 interventi: le work experiences (borse di lavoro, borse di ricerca e tirocini), la formazione per l inserimento occupazionale, gli incentivi alle assunzioni/stabilizzazioni e la creazione d impresa. 17

19 3. L approccio valutativo I limiti che caratterizzano la tradizionale relazione tra buona programmazione e buoni risultati hanno evidenziato come una buona programmazione sia una condizione necessaria ma non sufficiente a garantire l effettivo raggiungimento di risultati concreti e di un impatto significativo rispetto ai problemi di policy a cui si intende rispondere attraverso la programmazione. In più casi, infatti, si è osservato come lo sforzo indirizzato nella fase programmatoria si sia sostanzialmente indebolito in quella di implementazione e di attuazione, fino a perdere il senso, in alcuni casi, del significato stesso della programmazione. Tale considerazione pare molto pertinente nell attuale ciclo di programmazione FSE La crisi economica e le misure integrate di politiche attive e passive del lavoro, adottate dalle Regioni per contrastare gli effetti socio-economici della recessione, hanno dato un impronta senz altro non prevista in sede di stesura del POR. La valutazione deve fornire elementi conoscitivi in grado di comprendere se la sostanza e lo spirito che hanno guidato la programmazione sono rimasti tali, a prescindere dal fatto che le risorse siano state indirizzate, in particolare, verso ben precise e delimitate tipologie di intervento e target di utenza. L approccio valutativo parte, dunque, da pochi e semplici assunti: Adozione di un punto di vista prioritario (persone, comunità e territori destinatari degli interventi) rispetto alla molteplicità di attori che sono coinvolti nella Programmazione. Ciò non significa che non sia data la giusta rilevanza al punto di vista (obiettivi e risultati attesi) dei diversi attori, ma che si riconosce una gerarchia rispetto al valore di questi risultati; Attenzione ai risultati specifici (connessi alla realizzazione del Programma e dei singoli interventi) e ai risultati complessivi (valore aggiunto della programmazione FSE). Ciò significa che la programmazione non viene assunta come un valore in sé, ma come uno strumento che deve consentire, a fronte di una complessità (procedurale, processuale, gestionale, negoziale, ecc.), precisi risultati a favore degli utenti finali (persone, comunità, territori); Concezione della valutazione come strumento di apprendimento finalizzato alla soluzione dei problemi che, pur nell espressione di un giudizio di merito e valutativo indipendente, ha come finalità quella di accompagnare il Committente nella ricerca dei buoni risultati. Dunque, la valutazione, pur senza confondersi con una impropria assistenza tecnica, per ogni eventuale 18

20 elemento di criticità sollevato non potrà esimersi anche dal proporre soluzioni percorribili e coerenti con il contesto programmatorio oggetto di analisi. La valutazione sui risultati specifici e sui risultati complessivi del Programma deve focalizzare l attenzione anche sulla qualità della programmazione messa in campo e, in particolare, sugli strumenti di governo e di presidio della programmazione stessa. La valutazione è chiamata a svolgere un ruolo centrale a supporto del miglioramento della qualità, dell efficacia e della coerenza del POR, nonché della sua attuazione 6. Diverse, e fra loro strettamente correlate, le finalità della valutazione: conoscenza, nella misura in cui consente di acquisire dati ed informazioni sui risultati e gli effetti delle politiche; supporto alle decisioni, in quanto fornisce ai decisori elementi necessari per orientare le loro scelte; trasparenza, poiché consente di rendere conto di quanto ottenuto e appreso dalla fase di attuazione ai finanziatori a diverso livello, dalla Commissione Europea allo Stato italiano, fino ai partner istituzionali e sociali, agli altri portatori di interessi locali (stakeholder) e alla cittadinanza nel suo complesso. Le valutazioni in itinere (on going) devono esaminare i risultati (valutazione di output) degli interventi, la loro pertinenza rispetto ai bisogni rilevati in sede di programmazione e il grado di conseguimento degli obiettivi e degli indirizzi strategici, ponendo le basi per la valutazione ex-post (valutazione di impatto o di outcome). La valutazione operativa, più strettamente legata alla disponibilità dei dati di monitoraggio, ha l obiettivo di valutare il grado di conseguimento degli Obiettivi specifici del Programma e di eventuali scostamenti, nonché di effettuare approfondimenti specifici/tematici di particolare rilevanza per le strategie di policy espresse dal Programma stesso. Al contrario, la valutazione strategica ha come finalità, oltre alla verifica dei mutamenti intervenuti nel sistema socioeconomico, sia nazionale che comunitario, l analisi della rilevanza e consistenza 6 L art del Reg. (CE) 1083/2006 sottolinea, in proposito, come Le valutazioni sono volte a migliorare la qualità, l'efficacia e la coerenza dell'intervento dei Fondi nonché la strategia e l'attuazione dei programmi operativi con riguardo ai problemi strutturali specifici che caratterizzano gli Stati membri e le regioni interessate. 19

21 della strategia del Programma, l analisi dell impatto e dell integrazione con altri programmi. Rispetto al primo tipo di valutazione, quindi, l accento non è posto tanto sulla conformità del processo di attuazione del POR con quanto definito in sede programmatoria, quanto sul fatto che, alla luce dei mutamenti eventualmente intervenuti, le priorità e gli elementi distintivi individuati nel POR risultino ancora attuali e mantengano un elevata significatività. Di conseguenza, la valutazione del POR Marche FSE 2007/2013 sarà effettuata avendo come punto di riferimento il Programma Operativo, ma valutando anche il processo di attuazione in relazione al quadro più generale delle politiche regionali attuate, agli altri fondi comunitari e alle risorse proprie regionali (strategia generale unitaria). Tale approccio risulta altresì coerente con l impostazione prevista dal QSN, che punta a costruire una politica regionale unitaria incentrata sui risultati: in tale ottica, il QSN richiede di valutare gli effetti congiunti di diverse azioni, anche afferenti a diversi programmi, sullo stesso territorio e sugli effettivi servizi resi dall azione pubblica complessivamente considerata. La valutazione cercherà anche di comprendere l effettivo livello di integrazione tra le politiche e se queste politiche, anche in un eventuale quadro di modesta integrazione attuativa, siano capaci di creare un valore aggiunto e di innescare quelle sinergie desiderate in sede programmatoria. Altro elemento che contraddistingue questo approccio valutativo è il fatto di essere un approccio centrato sulla partecipazione, che garantisce i necessari collegamenti fra i diversi attori coinvolti nella valutazione che saranno chiamati, a vari livelli, a partecipare alla discussione sui risultati della valutazione e alle decisioni. La qualità delle valutazioni dipende, infatti, in maniera importante da come ciascuno dei numerosi attori coinvolti interpreta il senso della valutazione e svolge il proprio ruolo e contributo del partenariato sia istituzionale sia economico e sociale, nonché il confronto con gli altri portatori di interesse. 20

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