STUDI, INDAGINI, MODELLI MATEMATICI FINALIZZATI ALLA REDAZIONE DEL PIANO DI DIFESA DELLA COSTA
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1 REGIONE MARCHE SERVIZIO LAVORI PUBBLICI UFFICIO PROGETTI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ANCONA FACOLTÀ DI INGEGNERIA ISTITUTO DI IDRAULICA STUDI, INDAGINI, MODELLI MATEMATICI FINALIZZATI ALLA REDAZIONE DEL PIANO DI DIFESA DELLA COSTA D ANALISI DELLE OPERE DI DIFESA Regione Marche Il Dirigente Servizio LL.PP. Dott. Ing. Libero Principi Il Coordinatore Prof. Ing. Alessandro Mancinelli
2 INDICE 1) PREMESSA ALLA PREDISPOSIZIONE DELLE SCHEDE SULLE OPERE COSTIERE ED ALL INTRODUZIONE DI QUESTE NEL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE... D.1 1.1) Impostazioni adottate per la predisposizione delle schede sul comportamento delle opere costiere, la loro evoluzione storica ed i loro effetti sul litorale. Collegamenti con la rappresentazione cartografica e la parte del sistema informativo territoriale adottato riguardo a tali strutture... D.1 1.2) Annotazioni preliminari alla redazione delle schede sul comportamento, l evoluzione storica e gli effetti sul litorale delle opere costiere marchigiane, al posizionamento di queste nella rappresentazione cartografica ed alle informazioni su di esse da riportare nel sistema informativo territoriale adottato... D.5 1.3) Elenco delle principali informazioni di base consultate ed avute a disposizione ai fini della ricostruzione storico-evolutiva e della rappresentazione cartografica delle opere costiere nel litorale regionale... D.13 2) SCHEDE RELATIVE ALLE OPERE COSTIERE... D.16 3) CARATTERISTICHE GENERALI DEL LITORALE MARCHIGIANO... D.98 4) CARATTERISTICHE METEOMARINE... D.102 5) DINAMICA COSTIERA... D.107 6) EVOLUZIONE STORICA DELLA COSTA MARCHIGIANA... D.109 7) OPERE COSTIERE DI DIFESA UTILIZZATE NEL LITORALE MARCHIGIANO... D.118 8) COMPORTAMENTO DELLE OPERE DI DIFESA... D.128
3 ANALISI DELLE OPERE DI DIFESA 1) PREMESSA ALLA PREDISPOSIZIONE DELLE SCHEDE SULLE OPERE COSTIERE ED ALL INTRODUZIONE DI QUESTE NEL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE 1.1) Impostazioni adottate per la predisposizione delle schede sul comportamento delle opere costiere, la loro evoluzione storica ed i loro effetti sul litorale. Collegamenti con la rappresentazione cartografica e la parte del sistema informativo territoriale adottato riguardo a tali strutture La convenzione di cui si tratta prevede, fra le altre richieste, anche la predisposizione di schede con la individuazione delle caratteristiche idrauliche, sedimentologiche e di ripercussione sull ambiente delle opere di difesa riguardanti in particolare l analisi del comportamento delle numerose opere di difesa e dei porti esistenti sulla costa marchigiana e l esame dell evoluzione e dell effetto delle opere durante la loro vita. Per eseguire al meglio questa analisi sul funzionamento delle opere costiere (che comprendono sia le opere di difesa del litorale sia le strutture portuali), sulla loro evoluzione e sul loro effetto sulla costa si è proceduto a suddividere l intero sviluppo del litorale regionale (172 km) in tratti di diversa lunghezza, aventi caratteristiche di costa abbastanza omogenee e, ove è stato possibile e ritenuto opportuno, coincidenti con le stesse unità fisiografiche a piccola scala. La costa è risultata così suddivisa in 27 tratti, di cui 8 riguardano esclusivamente le parti occupate dalle strutture degli 8 principali bacini portuali presenti lungo il litorale marchigiano. Riguardo alle unità fisiografiche, esse si possono definire come quegli ambiti territoriali costieri entro i quali si sviluppano gli spostamenti sedimentari di spiaggia. O meglio esse consistono in quei tratti di costa più o meno lunghi ove i sedimenti che formano, o contribuiscono a formare, la spiaggia presentano movimenti confinati all interno di ciascuna unità e quindi gli scambi con le spiagge delle unità limitrofe sono nulli o comunque caratterizzati da quantitativi di flusso trascurabili. L individuazione delle unità fisiografiche deriva dalla necessità di definire i limiti (in genere non invariabili) all interno dei quali sviluppare gli studi degli effetti evolutivi della dinamica costiera. L identificazione dell unità fisiografica viene condotta sulla base di tutti quei fattori che concorrono nel fenomeno del trasporto solido longitudinale. Questo problema dipende fortemente D.1
4 dal livello di scala da considerare e quindi dalle dimensioni spazio-temporali entro cui confinare la porzione di litorale oggetto dell analisi anche in funzione dell obiettivo dello studio. A titolo di esempio uno studio della costa a livello regionale ed a lungo termine potranno essere identificate le unità fisiografiche a grande scala (regionale o interregionale), delimitate in genere da promontori a coste alte e rocciose oppure delta fluviali di importanza geografica e dimensioni notevoli. Mentre per uno studio limitato ai fenomeni dell evoluzione di una limitata area di litorale (es. una spiaggia) o di un solo intervento costiero (che possa coinvolgere anche una serie multipla di opere costiere contigue) sarà opportuno riconoscere le unità fisiografiche a piccola scala (comunale, intercomunale o intracomunale), che in genere sono delimitate dalla presenza di foci fluviali, promontori a coste alte, opere aggettanti portuali, quindi prominenze ancora grandi, ma di carattere secondario. Quando infine lo studio debba restringersi agli effetti a breve termine per esempio di una singola opera costiera o parti di una spiaggia bisognerà arrivare addirittura a considerare le cosiddette sub-unità fisiografiche, limitate a tratti di litorale dell ordine delle centinaia o delle decine di metri di lunghezza. Ovviamente è chiaro che le grandi unità fisiografiche principali risultano suddivisibili nelle tante piccole unità fisiografiche secondarie contigue contenute al suo interno, che a loro volta e nello stesso modo risultano comunque ulteriormente frazionabili in dettaglio nelle sub-unità fisiografiche presenti internamente. I tratti per così dire omogenei (nel senso detto sopra) in cui è stata suddivisa, come suddetto, la costa marchigiana sono elencati di seguito: 1) spiaggia bassa di Gabicce Mare; 2) promontorio del colle San Bartolo; 3) porto di Pesaro; 4) dal porto di Pesaro al porto di Fano; 5) porto di Fano; 6) dal porto di Fano alla foce del fiume Metauro; 7) dalla foce del fiume Metauro alla foce del fiume Cesano; 8) dalla foce del fiume Cesano al porto di Senigallia; 9) porto di Senigallia; 10) dal porto di Senigallia alla foce del fiume Esino; 11) dalla foce del fiume Esino al porto di Ancona; 12) porto di Ancona; 13) promontorio del monte Conero; 14) porto di Numana; 15) dal porto di Numana alla foce del fiume Musone; 16) dalla foce del fiume Musone alla foce del fiume Potenza; D.2
5 17) dalla foce del fiume Potenza al porto di Civitanova Marche; 18) porto di Civitanova Marche; 19) dal porto di Civitanova Marche alla foce del fiume Chienti; 20) dalla foce del fiume Chienti alla foce del fiume Tenna; 21) dalla foce del fiume Tenna al porto di Porto San Giorgio; 22) porto di Porto San Giorgio; 23) dal porto di Porto San Giorgio alla foce del fiume Aso; 24) dalla foce del fiume Aso alla foce del fiume Tesino; 25) dalla foce del fiume Tesino al porto di San Benedetto del Tronto; 26) porto di San Benedetto del Tronto; 27) dal porto di San Benedetto del Tronto alla foce del fiume Tronto. Dall analisi di ognuno dei 27 tratti di costa individuati sono state ricavate una serie di indicazioni di carattere sia generale che particolare. Con queste si sono compilate le 27 schede su ognuna delle quali sono state riportate le caratteristiche e le informazioni raccolte rispettivamente a ciascun tratto esaminato. Le informazioni riportate sulle schede, relativamente a ciascun tratto di costa analizzato, sono: gli sviluppi in lunghezza dell intero tratto in esame, i limiti amministrativi comunali insistenti sul tratto di costa analizzato, le estensioni delle parti interessate da strutture e/o opere costiere presenti attualmente ed eventualmente da quelle in corso di realizzazione (o in progetto), la tipologia di tali opere, il tipo di spiaggia (relativamente alle estensioni dei tratti di fascia emersa interessati dalle diverse caratteristiche sedimentarie ottenute dalle analisi sedimentologiche effettuate per il presente lavoro sui campioni prelevati nel 1999 alla quota +1 sul l.m.m), i principali bacini di apporto solido alla spiaggia del tratto costiero esaminato ed infine, ove possibile, alcune delle caratteristiche fisicodinamiche dei fondali della spiaggia sommersa sottocosta. Inoltre per ciascuno di essi è stata ricostruita la sequenza storica di realizzazione e permanenza delle opere costiere di cui è stata riportata una sintesi. Infatti proprio quest ultima informazione, associata alle caratteristiche generali (fisiche, sedimentologiche e di esposizione marittima) dei tratti di litorale ed alle notizie sulla evoluzione storica della linea di costa (rappresentata sulle tavole allegate della cartografia generale raccolte nelle serie indicate con le sigle C1, C2 e C3), sembra costituire l informazione più utile, fra quelle a disposizione, per fornire le indicazioni esplicitamente richieste per la compilazione delle schede, cioè l esame del funzionamento, dell evoluzione e dell effetto sul litorale delle opere costiere marchigiane. Ove possibile è stata riportata anche la descrizione della condizione originaria della costa prima della realizzazione delle opere costiere. D.3
6 Si noti tra l altro che, all atto di tale analisi, non risultano disponibili informazioni aggiornate e globali sulla batimetria dei fondali costieri, che sarebbero state di valido, se non quasi indispensabile, ausilio per fornire un quadro completo sia di quanto richiesto per le schede da predisporre sia dello stato generale della costa. A tal riguardo quindi non si è potuta analizzare la pur importante ripercussione che le opere costiere possono aver avuto sull ambiente sommerso dei fondali se non in maniera puramente qualitativa ed intuitiva e senza poterla verificare con delle misurazioni adeguate. Tutte le suddette notizie sulle opere costiere, integrate con le informazioni fisiche, sedimentologiche, di esposizione marittima dei relativi tratti di litorale e con quelle storicoevolutive della linea di costa (e solo molto sommariamente anche con le poche conoscenze batimetriche dei fondali costieri, per i problemi suddetti), sono state utilizzate per la stesura sia delle 27 schede che delle considerazioni conclusive riportate nei paragrafi successivi della presente Relazione. Le schede sulle opere costiere sono state corredate da singole immagini fotografiche e da schemi planimetrici. La ricerca delle informazioni, recenti e passate, sullo stato della costa ed il censimento generale delle numerosissime opere costiere individuate, esistenti e/o esistite, sull intero litorale marchigiano (del numero totale di circa 1300 strutture diverse, difficilmente stimabile con maggior precisione per la loro eterogeneità e l ambiguità delle scelte unitarie), sulla loro evoluzione storica e sul loro posizionamento cartografico ha richiesto un lavoro notevole a causa anche dei diversi enti che hanno operato sulla costa. La ricostruzione storico-evolutiva e planimetrica dello stato della costa e delle opere artificiali presenti (nel corso del tempo) su di essa ha richiesto uno sforzo interpretativo poiché non sempre la documentazione esistente era completa. La notevole mole delle notizie raccolte sulle costruzioni litoranee ha anche costituito la base su cui è stata costruita la cartografia e la parte del sistema informativo territoriale adottato sulle opere costiere. In tal caso il s.i.t. adottato contiene, oltre ai necessari dati puramente cartografici (in particolare limitati alla planimetria, per quanto riguarda quindi il posizionamento e l ingombro), una serie di informazioni aggiuntive sulle opere costiere presenti, scomparse e previste (in corso di realizzazione o di progetto già approvate) in riferimento alla situazione del luglio Nello specifico queste ultime sono: la tipologia dell opera costiera, l entità finanziatrice della struttura, la datazione della vita della struttura, il Comune costiero sul cui territorio amministrativo è stata realizzata l opera e le eventuali note aggiuntive specifiche su ciascun elemento trattato. In totale nel s.i.t. sono risultati trattati oltre 1800 elementi riguardanti le opere costiere. Riguardo alle opere costiere sono state fornite anche le tavole della cartografia generale fornite su supporto cartaceo. In particolare esse sono: quelle riguardanti lo stato attuale delle opere costiere raccolte nella serie indicata con la sigla A1, quelle riguardanti la tipologia delle opere costiere dello D.4
7 stato attuale raccolte nella serie indicata con la sigla A2 e quelle relative all evoluzione delle opere costiere (assieme a quella della linea di costa) raccolte nella serie indicata con la sigla C2. 1.2) Annotazioni preliminari alla redazione delle schede sul comportamento, l evoluzione storica e gli effetti sul litorale delle opere costiere marchigiane, al posizionamento di queste nella rappresentazione cartografica ed alle informazioni su di esse da riportare nel sistema informativo territoriale adottato 1) Nell analisi delle opere costiere artificiali, sia per quanto riguarda la loro ricostruzione storica che per quanto riguarda la loro rappresentazione nella cartografia informatizzata, sono state considerate le strutture artificiali (di cui si è potuto avere notizia in tempo utile per il loro inserimento) risultate presenti nel corso dell ultimo secolo (le più numerose e diffuse) e quelle principali dei secoli precedenti (concentrate quasi esclusivamente nell ambito ed in prossimità dei porti più antichi e dalla seconda metà dell 800 lungo i tratti litoranei della linea ferroviaria Adriatica ). In generale sono state considerate quali opere costiere sia le strutture dei bacini portuali veri e propri, sia le opere di protezione del litorale, sia infine le principali strutture e/o costruzioni diverse realizzate lungo la spiaggia sommersa ed anche emersa che possono aver avuto in qualche modo significative interferenze ed interazioni con il moto ondoso incidente e/o con l evoluzione della battigia e quindi con l assetto costiero del tratto analizzato. Per quanto riguarda le coste alte e rocciose è stata presa in esame la fascia costiera che sale dalla battigia fino al piede della scarpata della rupe vera e propria (vi risultano comprese quindi anche le eventuali piccole spiagge naturali pocket beaches (confinate o letteralmente tascabili ) che si formano all interno delle insenature rocciose). Vengono considerate quelle opere artificiali presenti in tale fascia costiera che hanno avuto appunto significative interazioni con il moto ondoso, con la eventuale spiaggia e con il margine inferiore della rupe stessa, ove in pratica possono arrivare a battere le ondazioni. 2) Nella ricostruzione delle presenti schede, come nella rappresentazione grafica tramite i sistemi informativi territoriali, risultano ovviamente mancanti quelle eventuali opere costiere di cui non si è avuta alcuna notizia (o in tempo utile per essere stata inserita nella documentazione presentata). Qualche struttura costiera non è stata inserita in tempo nella rappresentazione cartografica (che si è dovuto consegnare precedentemente alla conclusione delle schede) ma si è trattato di casi singoli ed occasionali riguardanti opere di carattere comunque secondario, attualmente inefficaci o poco D.5
8 influenti e spesso sovrapposte a quelle più importanti già segnalate anche sulla cartografia. Le opere costiere previste e/o progettate nel presente anno 2000, da realizzare nel corso degli anni seguenti, sono state inserite sia nella ricostruzione storica sia nella rappresentazione cartografica informatizzata, ovviamente posizionandole facendo riferimento alle planimetrie rese disponibili dagli enti interessati o alla cartografia analizzata o ad altre immagini o mezzi. Generalmente le opere costiere significative che sono risultate presenti nel corso dell ultimo secolo, di cui si è avuta notizia (in tempo per poterla inserire), sono state riportate sia nella ricostruzione storico-evolutiva sia nella rappresentazione grafica informatizzata. Lo stesso è stato fatto per le principali opere antiche. In taluni casi invece qualche opera costiera più antica, soprattutto di relativa importanza, come in particolare qualcuna scomparsa nei primissimi decenni del 900 oppure nei secoli precedenti, delle quali si è avuta ovviamente qualche notizia, è stata citata, ove è stato possibile, nella ricostruzione storica delle schede in questione, ma può essere stata trascurata nella rappresentazione cartografica evolutiva informatizzata, spesso anche per la mancanza di informazioni precise sul loro posizionamento. 3) Non sono state considerate le più esili e precarie strutture leggere su pali in mare che hanno scarsamente interagito con il moto ondoso del mare ed debolmente interferito con la parte emersa. Ugualmente non sono state prese in esame le piattaforme e le strutture turistico-balneari, etc. che, realizzate in posizione molto retrostante alla battigia di spiagge in condizioni stabili (o stabilizzate da opere di difesa), sono risultate particolarmente ridossate dall azione ondosa e non hanno avuto alcuna influenza significativa con la dinamica costiera litoranea (moto ondoso e movimenti di spiaggia). 4) Tra le opere artificiali di difesa della costa non si è potuto prendere in considerazione in maniera organica neanche gli interventi di ripascimento artificiale. Infatti, oltre al problema della troppo agevole e veloce rimodellazione delle sezioni di spiaggia interessate o addirittura della completa dispersione del materiale versato, si aggiunge anche il fatto che tale tipo di interventi sono distribuiti abbastanza disuniformemente lungo l intero litorale. Cioè essi o possono essere consistenti ripascimenti relativi ad importanti lavori di protezione costiera eseguiti da enti pubblici statali o regionali, dai quali sarebbe stato anche possibile ricavare qualche informazione, oppure si può anche trattare di versamenti relativamente piccoli di materiale da parte dei concessionari privati di spiaggia per la ricostituzione delle ampiezze e dei profili di spiaggia desiderati in vista dello sfruttamento turistico-balneare nella stagione estiva. Di quest ultimo tipo di interventi è evidentemente impossibile risalire a qualsivoglia informazione quantitativa (né qualitativa) dettagliata e capillare. D.6
9 5) Ugualmente e per analoghi motivi nella presente analisi non si sono potute considerare le dune artificiali poste temporaneamente (più spesso ovviamente per la stagione invernale) a ridosso delle strutture presenti sulla spiaggia emersa (balneari, ricreative, viarie, etc.) per una loro più adeguata protezione dal più incisivo attacco ondoso concentrato essenzialmente in certi periodi (generalmente appunto l autunno-inverno). Esse sono in genere costituite o utilizzando materiale autoctono della spiaggia accumulato con mezzi meccanici dalla battigia stessa a ridosso delle strutture da difendere oppure utilizzando materiale proveniente da cave di prestito diverse, che viene portato artificialmente sulla spiaggia per questo stesso scopo. Nell imminenza della stagione balneare questi accumuli dunosi artificiali vengono invece smantellati ed il materiale di loro costituzione viene redistribuito sulla spiaggia stessa con l ausilio dei mezzi meccanici. 6) Una simile operazione di spianamento artificiale del profilo di spiaggia viene generalmente eseguita su tutti i tratti di litorale attrezzati per gli usi balneari e gestiti per concessione dagli operatori di spiaggia per predisporre in modo più adeguato la parte emersa della spiaggia agli usi cui viene destinata nella stagione estiva. Cioè, piuttosto che conservare le forme del profilo a vistose berme create naturalmente dall effetto delle mareggiate invernali, si usa costituire per la stagione estiva un declivio a dolce ed uniforme pendenza della spiaggia fino alla battigia più adeguato alle attività balneari. Ovviamente resta il fatto che tali sistemazioni artificiali dei profili delle spiagge basse producono continuamente modifiche, a volte anche significative, di molti tratti di litorale, ma comunque non è stato possibile prenderle in considerazione nella presente analisi (dei lavori artificiali costieri) per la aleatorietà e la variabilità delle operazioni in questione. 7) Le opere costiere analizzate sono state suddivise e quindi prese in considerazione in base alla loro tipologia generica (barriera foranea emersa, scogliera sommersa, pennello, soglia sommersa, muro a parete verticale, barriera sperimentale, opere portuali, etc.; di cui viene riportato l elenco a parte) e, nella rappresentazione grafica, in base al loro ingombro planimetrico (soprattutto in riferimento alla lunghezza del tratto di costa interessato dalla difesa). Non sono state invece prese in esame tutte le dimensioni specifiche delle singole opere. Questo perché ciò avrebbe comportato una mole estremamente notevole di informazioni molto dettagliate, praticamente impossibile da reperire ed ugualmente da gestire, soprattutto per le strutture non più esistenti e/o depauperate o modificate nel corso del tempo. E infatti opportuno anche rilevare che le opere costiere, specialmente quelle flessibili come le scogliere a gettata, ma con il tempo anche molte di quelle rigide, subiscono facilmente degli D.7
10 assestamenti, delle rimodellazioni e con il tempo anche delle perdite di materiale per effetto dell azione ondosa battente. Quindi le strutture realizzate sulla costa, che già possono presentare delle disomogeneità all interno della stessa barriera o delle difformità per effetto delle variazioni assunte in fase di realizzazione rispetto alle sezioni di progetto, cambiano facilmente la loro forma anche con il trascorrere del tempo, essendo sottoposte continuamente all azione modellatrice del moto ondoso incidente. Così le dimensioni delle opere costiere cambiano abbastanza facilmente e non rimangono sempre stabili come potrebbe sembrare da una analisi solo superficiale. 8) A tale riguardo tra l altro le opere flessibili, tipo le gettate di scogli, e quelle più esposte infatti necessitano di una frequente ed efficace opera di manutenzione per il ripristino continuo delle forme loro assegnate in via di progetto o nella realizzazione iniziale. Ovviamente è fondamentale anche rilevare come l efficacia delle opere di protezione costiera, basata sulle dimensioni previste in sede di progetto iniziale, risulta anche strettamente legata al grado di manutenzione della struttura, cioè al rifiorimento e al mantenimento delle forme assunte dalle scogliere. Questo fatto si ripercuote sullo stato della spiaggia difesa dall opera, con maggiore evidenza su quelle sabbiose e più esposte, che sono più sensibili agli arretramenti in caso di opera di protezione depauperata. Purtroppo le informazioni sugli interventi di manutenzione delle opere sono molto difficili da reperire, specie per il passato. Inoltre anche tali lavori manutentivi sulle batterie di scogliere sono spesso parziali e non coprono globalmente tutto il sistema di difesa e quindi la ricostruzione del dato di dettaglio diventa di ancora più difficile valutazione e reperimento. 9) Le unità tipologiche individuate per suddividere e raggruppare le numerose opere costiere marchigiane, ai fini di una classificazione schematica nel sistema informativo, sono elencate di seguito con la specifica e la descrizione delle strutture considerate in ciascuna di esse: - molo: vi rientrano le strutture massicce ortogonali alla riva costituite superiormente da elementi artificiali di calcestruzzo armato (o simili), prefabbricati o gettati in opera, ordinati in modo da formare un piano superiore pedonabile; - muro: vi si considerano le strutture artificiali lungo la riva che presentano un paramento verticale (o subverticale) sulla battigia o in prossimità di essa, vi sono state inserite quelle costruzioni di diversa natura (gettate di cemento o strutture murate) realizzate sulle parti emerse delle spiagge (comprendono nei tratti di costa alta dell anconetano le numerose serie di grotte artificiali a mare, da notare che le costruzioni affiancate e/o molto vicine sono state spesso considerate raggruppate in elementi unici senza soluzione di continuità); - opera sperimentale: vi rientrano tutte quelle opere di difesa costiera di carattere non D.8
11 tradizionale (come barriere permeabili su pali inclinati, barriere Ferran, etc.); - pennello: vi rientrano le opere emerse poste a difesa della costa trasversalmente alla riva realizzate in gettate di massi naturali o elementi artificiali; - pennello sommerso: sono come la tipologia precedente ma hanno il livello della berma di sommità inclinato longitudinalmente in modo da risultare, in tutto o in parte, immerso sotto il livello medio del mare; - pontile: vi rientrano le opere poste trasversalmente alla riva costituite da impalcati emersi con strutture di calcestruzzo armato o acciaio sollevate dal livello del mare, poggianti su pali (o tralicci di pali) emergenti infissi nel fondale; - carico: vi si considerano tutti quei manufatti trasversali alla riva realizzati per contenere il tratto terminale di uno scarico fognario (soprattutto di acque bianche) al mare e non allo scopo di protezione della costa o simile; - scogliera emersa: vi rientrano le opere foranee emerse, disposte longitudinalmente rispetto alla riva, poste a difesa della costa o delle infrastrutture o strutture costiere, realizzate con gettate di massi naturali; - scogliera radente: sono le opere emerse parallele alla riva poste, per la difesa delle infrastrutture o strutture costiere, a ridosso di esse e sono realizzate con gettate di massi naturali o di elementi artificiali; - scogliera semiradente: vi rientrano quelle opere foranee emerse poste parallelamente alla riva e molto ravvicinate ad essa, a difesa della costa o delle infrastrutture o strutture costiere, generalmente di notevole lunghezza e ridottissimi varchi, realizzate con massicce gettate di massi naturali; - scogliera sommersa: sono le opere come quelle della tipologia detta scogliera emersa ma con la berma di sommità che rimane sotto il livello del mare di una quantità generalmente attorno a qualche decina di centimetri, sono dette anche soffolte; - semina massi: gli interventi così chiamati, eseguiti solo di recente, sono costituiti da gettate di massi naturali distribuiti in maniera dispersa sul fondale attorno al sito costiero da proteggere e posti in opera a formare delle sorte di mucchi isolati (al contrario dei tradizionali ammassi delle scogliere sviluppati in lunghezza) sommersi e dispersi nella zona di mare interessata; - soglia: si intendono quelle barriere artificiali sommerse, o semisommerse poste longitudinalmente e/o radicate alla riva a racchiudere con la spiaggia delle celle chiuse o semichiuse, anche come piede della cosiddetta spiaggia sospesa, realizzate con gettate di materiale lapideo, generalmente di non grande pezzatura, o con cumuli di sacchi in tessuto sintetico riempiti di sabbia disposti ordinatamente a costituire barriere a sezione trapezia; D.9
12 - opera portuale: vi rientrano tutte quelle opere, aventi anche caratteristiche tecniche diverse, realizzate nell ambito o in strettissima dipendenza o vicinanza dei bacini portuali. 10) La datazione che è stata attribuita alla vita delle opere costiere è legata alle informazioni che si è riusciti ad ottenere dalla documentazione e dalle fonti disponibili, di cui le principali sono elencate a parte. In ogni caso è stato necessario (specialmente per le esigenze della rappresentazione storicoevolutiva con i sistemi grafici informativi utilizzati) associare un anno unico (o al più un breve arco di anni) quale data di realizzazione o di scomparsa. Come detto si prescinde anzitutto dal grado di manutenzione delle strutture. In caso di date conosciute sulla vita di una struttura costiera non precisamente coincidenti con un unico anno, ma comprendenti invece un intervallo di più anni, nella ricostruzione storica delle schede è stato generalmente indicato l intero arco temporale mentre nella ricostruzione grafica evolutiva computerizzata, quando si necessitava di un unico dato di anno da assegnare, ci si è riferiti all ultimo degli anni dell intervallo in questione. In mancanza di informazioni attendibili le date di realizzazione delle opere sono state stimate, nel modo migliore che si è potuto, interpretando storicamente il criterio difensivo del sistema adottato. La stessa cosa può dirsi riguardo alla eventuale data di salpamento delle opere. Mentre la data della scomparsa di visibilità dell opera, per interramento dovuto all avanzamento della spiaggia o per smantellamento da parte dell azione ondosa, è stata dedotta stimando, sempre con il buon senso, la perdita di efficacia sensibile dell opera o come sistema di difesa o come struttura che interferisce con il moto ondoso o la dinamica litoranea. 11) Il posizionamento delle opere costiere sulle cartografie del sistema informativo ha pure presentato diversi problemi, molti dei quali già presentatisi in diverse zone nella riproduzione cartografica computerizzata delle linee di costa di epoche diverse. Anzitutto sono nati problemi indotti dalla sovrapposizione delle cartografie provenienti da fonti differenti, per la presenza di errori di sovrapposizione anche evidenti. Ciò ha riguardato sia le opere esistenti, per la mancanza di uno specifico ed affidabile rilievo dello stato attuale, sia le opere non più esistenti, di cui bisogna attenersi, ove è stato possibile reperirli, a vecchi rilievi, spesso ancora meno affidabili. In ogni caso per posizionare le opere spesso si è dovuto far ricorso a cartografie di rilievi diretti (o ad immagini aerofotogrammetriche ugualmente affidabili) e provenienti da differenti fonti quindi aventi anche diverse caratteristiche. In caso di carte di periodi abbastanza differenti il problema della difficile sovrapposizione cartografica delle diverse versioni di rappresentazione delle opere stesse, molte volte risultate in posizioni non coincidenti sulle varie planimetrie, potrebbe essere dipeso talvolta dalle deformazioni che l opera può aver subito realmente nel corso del tempo a D.1 0
13 causa delle manutenzioni effettuate. La gran parte delle volte però, in mancanza di rilievi sia sull esistente come sul preesistente, si è dovuto ricorrere, ove si è riusciti ad acquisirle, alle planimetrie di progetto delle opere costiere. In tal caso, oltre al problema cartografico, si aggiunge il grosso problema che spesso le opere realizzate non coincidono con quelle progettate, per varianti in corso d opera o anche per errori di valutazione planimetrica nella fase di esecuzione. Talvolta anche le stesse planimetrie di progetto sono risultate evidentemente inaffidabili, superficiali o incomplete anche in riferimento alla diversità della posizione poi assegnata alle opere nella fase di realizzazione. Ove poi non si è riusciti a reperire alcuna planimetria dell opera costiera, ci si è allora dovuto arrangiare con immagini o informazioni sulle disposizioni planimetriche delle opere provenienti dalle fonti disponibili, che sono state interpretate e quindi restituite al meglio che si è potuto fare. 12) Talvolta, a causa della molteplicità e delle diverse caratteristiche delle fonti di informazione disponibili su talune opere costiere, ci si è trovati di fronte a contraddizioni anche vistose (riguardo al posizionamento, alla datazione ed alla loro attribuzione). Per cui, ove è stato necessario scegliere fra le alternative che si prospettavano, si è fatto riferimento all informazione che risultava essere più attendibile e/o affidabile. L interpretazione che si è dovuta dare alle informazioni disponibili meno precise può comunque aver sicuramente generato (nonostante lo sforzo intrapreso) degli errori di ricostruzione, che al momento non è stato possibile correggere per la mancanza di altre fonti certe di confronto. In generale comunque le maggiori difficoltà nel reperire le informazioni storico-evolutive sulle opere si sono incontrate soprattutto per quelle dei decenni 50, 60 e 70 del 900 piuttosto che paradossalmente per quelle ancora più vecchie e per quelle più recenti. Infatti nei periodi precedenti agli anni 50 le opere costiere erano piuttosto sporadiche e concentrate, come già detto, soprattutto attorno ai porti delle città costiere principali e, dalla seconda metà dell 800, anche lungo i tratti litoranei della linea ferroviaria Adriatica. Il limitato numero di opere sicuramente ha generato poca confusione nell individuarle ed in più i riferimenti storici sulle città ed i centri costieri importanti, e sulle ferrovie, sono rese disponibili con più facilità. Per le opere storiche dei secoli passati è comunque spesso rimasta una certa genericità nell indicazione della datazione, per l impossibilità di ottenere una maggior precisione nelle informazioni. Per il passato più recente (anni 80-90) è abbastanza facile disporre ancora di precise memorie dirette (di chi ha avuto modo anche di seguire, a vario titolo, le vicende della costa) nonché della documentazione ancora presente negli uffici degli enti preposti alla salvaguardia, e non solo, della costa. Invece proprio nel periodo degli anni si è scatenata la corsa sfrenata a realizzare le D.1 1
14 opere di protezione litoranea, parallelamente all esplosione delle attività turistico-balneari, prima praticamente inesistenti. Questa ha favorito ed innescato una loro ancora maggiore proliferazione per le crescenti richieste di utilizzare superfici di spiaggia sempre maggiori di cui essa necessitava. Le memorie dirette (delle persone) su questo periodo, di gran confusione realizzativa di opere costiere, vengono ormai a mancare per motivi di lontananza nel tempo. Inoltre anche la raccolta di tali informazioni dai documenti degli enti principalmente preposti ai lavori costieri è strettamente legata alla loro disponibilità di poter fornire i dati storici e, in mancanza di informazioni direttamente disponibili negli uffici attualmente operativi, alla possibilità che essi offrono alla consultazione dei loro archivi storici. Purtroppo questa possibilità non sempre è stata potuta concedere per motivi logistici di ufficio e carenze tecnico-organizzative degli archivi stessi, proprio da alcuni degli enti principalmente coinvolti nelle realizzazioni costiere. Per cui le informazioni ottenute da questi enti sono risultate utili e fondamentali, ma comunque di carattere parziale e non completo. 13) Ad ognuna delle opere costiere è stata assegnata, per le esigenze del sistema informativo, l entità (ente pubblico o entità privata) che ha finanziato la realizzazione dell opera stessa. Queste entità finanziatrici delle varie opere costiere vengono indicate, nel sistema informativo, in maniera assolutamente generica (per esempio Comune per indicare qualsiasi Amministrazione comunale che possa aver finanziato l opera). Le entità considerate sono: OO.MM. (per indicare l Ufficio del genio civile per le opere marittime di Ancona del Ministero dei lavori pubblici), Regione, Provincia, Comune, Ferrovie (per indicare l ente Ferrovie dello Stato), Privati. Nei casi in cui non si è riusciti a trovare il giusto riferimento, si è scelto di attribuire l opera all ente che sembrava essere il più probabile finanziatore. In tutti i casi in cui l ente finanziatore (o al limite realizzatore) risultava essere l amministrazione statale o governativa del periodo di realizzazione dell opera, nelle indicazioni del sistema informativo, per la necessaria indicazione di tale attribuzione, si è fatto riferimento all Ufficio OO.MM. del Ministero dei Lavori Pubblici dello Stato, indipendentemente dal periodo di realizzazione (quindi anche nei secoli precedenti) e dalla effettiva data di nascita di questo ufficio (che in realtà esiste solo dall immediato dopoguerra). 14) Nel sistema informativo territoriale computerizzato, per l impossibilità di esaurire compiutamente l inquadramento completo di ciascun elemento (opera) con l utilizzo delle sole citate informazioni automatiche che sono state individuate (quali le più appropriate ed opportune allo scopo del lavoro), si è ritenuto opportuno aggiungere uno spazio destinato ad eventuali note D.1 2
15 esplicative di chiarimento sulla specifica opera in particolare. Anche queste, per la brevità richiesta dal sistema, non consentono ovviamente di completare in maniera esauriente la descrizione di tutte le informazioni specifiche, ma in taluni casi l inserimento di qualche nota di dettaglio, anche se riportata in modo estremamente sintetico, sembra essere ugualmente utile. 15) Riguardo ai bacini di apporto solido sedimentario alle spiagge sono state considerate, in mancanza di dati ed informazioni aggiornate anche riguardo all eventuale analisi dei minerali pesanti di composizione delle sabbie, le fonti fisiche di possibile alimentazione naturale dei siti costieri (di provenienza sia dal trasporto fluviale soprattutto al fondo sia dal disfacimento delle falesie presenti) seguendo le indicazioni fornite sia dallo studio Regione Marche-Aquater del 1982 sia dall esperienza delle osservazioni dirette dei luoghi e delle situazioni dinamiche in gioco. 16) Le lunghezze dei tratti di costa e delle loro porzioni riportate nelle diverse indicazioni al riguardo sono state misurate sulle cartografie a disposizione sia su supporto cartaceo sia in versione informatizzata. Da notare che le misure delle lunghezze dei tratti di litorale hanno posto a volte delle ambiguità come ad esempio la valutazione del tratto difeso da opere costiere isolate o poste trasversalmente alla riva o quella delle coste particolarmente frastagliate. 17) A meno di diverse indicazioni specifiche su tratti di costa particolari, nelle descrizioni storicoevolutive delle presenti schede, si considera come flusso netto prevalente del trasporto solido lungocosta quello diretto da SudEst verso NordOvest. Quindi nella ricostruzione storica ove sono stati usati i termini sopraflutto e sottoflutto ci si è riferiti appunto a tale andamento. 1.3) Elenco delle principali informazioni di base consultate ed avute a disposizione ai fini della ricostruzione storico-evolutiva e della rappresentazione cartografica delle opere costiere nel litorale regionale Elemento di partenza per il conseguimento dei principali obiettivi della presente Convenzione è stata la ricerca di informazioni, analisi, studi e progetti riguardanti la costa marchigiana. È noto che lo spazio costiero marchigiano è stato oggetto di trasformazione fin dall antichità con interventi legati primariamente alla realizzazione di porti ed approdi sicuri. Tuttavia gli interventi lungo il litorale marchigiano si sono fatti più consistenti a partire dalla costruzione della linea ferroviaria Adriatica iniziata poco dopo il 1850, aumentando continuamente, con forte accelerazione dal dopoguerra, fino ai giorni nostri. D.1 3
16 Esiste quindi una grande quantità di materiale riguardante l ambiente costiero marchigiano, costituito da testi di vario genere, misure e dati, cartografia varia, studi generali, progetti e documenti, immagini fotografiche, etc. Lo sforzo effettuato è stato quello di fornire un quadro aggiornato ed il più completo possibile dello stato attuale e passato della costa e delle opere costiere marchigiane. Il materiale raccolto è risultato molto eterogeneo per finalità e scale utilizzate; alcuni documenti, soprattutto di carattere progettuale, sono invece risultati, come detto, non più reperibili o consultabili negli archivi. Volendo dare una sommaria descrizione del materiale attualmente raccolto ed analizzato, le varie fonti dalla cui analisi sono pervenute le informazioni storiche e geografiche al riguardo delle opere costiere marchigiane possono essere raggruppate nel seguente elenco: ortofotocarte Regione Marche 1978, 1984, 1988; cartografia I.G.M. 1890/94, 1948/53, 1994 (parziale); cartografia da volo costiero Regione Marche-Aquater (piano di monitoraggio) del novembre 1985; cartografia Comune di Gabicce Mare 1970, 1980 (parziale), 1990; cartografia Comune di Pesaro 1968 (parziale), 1980, 1996; cartografia Comune di Fano 1984, 1996; cartografia Comune di Mondolfo 1972, 1990; cartografia Comune di Senigallia 1972; cartografia Comune di Montemarciano 1992, 1997; cartografia Comune di Falconara Marittima 1989; cartografia Comune di Ancona 1984, 1998 (parziale); cartografia Comune di Sirolo 1988; cartografia Comune di Numana 1988, 1998 (parziale); cartografia Comune di Porto Recanati 1988; cartografia Comune di Porto Potenza Picena 1974; cartografia Comune di Porto Sant Elpidio 1974, 1991; cartografia Comune di Porto San Giorgio 1992; cartografia Comune di Fermo 1974, 1995; cartografia Comune di Altidona 1990; cartografia Comune di Pedaso 1990; cartografia Comune di Campofilone 1985, 1990; cartografia Comune di Massignano 1997; D.1 4
17 cartografia Comune di Cupra Marittima 1989, 1990 (parziale); cartografia Comune di Grottammare 1987, 1995; cartografia Comune di San Benedetto del Tronto 1961, 1971 (parziale), 1994 (parziale), 1995; immagini aerofotogrammetriche in possesso della Regione Marche 1955 (parziale), 1973, 1991, 1994; immagini aerofotogrammetriche in possesso della Provincia di Pesaro e Urbino 1973; immagini aerofotogrammetriche in possesso del Comune di Falconara Marittima 1963, 1974, 1983; immagini aerofotogrammetriche in possesso del Comune di Ancona 1955 (parziale), 1974; immagini aerofotogrammetriche in possesso del Comune di San Benedetto del Tronto 1971, 1974; registrazione e documentazione parziale sui lavori e progetti dell Ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime del Ministero dei Lavori Pubblici; registrazione e documentazione parziale sui lavori e progetti dell Ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime della Regione Marche; documentazione sui lavori e progetti dell Ufficio per la Protezione Civile della Regione Marche; registrazione e documentazione parziale sulle concessioni dei Demani Marittimi delle Capitanerie di Porto di Rimini, Pesaro, Ancona e San Benedetto del Tronto; documentazione parziale sui lavori e progetti delle Ferrovie dello Stato (nei tratti costieri ove la linea ferroviaria corre in prossimità della riva o della spiaggia); Le spiagge marchigiane, Buli e Ortolani, pubblicato nel 1947; La difesa dal mare delle linee ferroviarie, Scatena, pubblicato nel 1967; Portolano del Mediterraneo volume 1C, pubblicato dall Istituto Idrografico della Marina nel 1982; Volume II Rapporti di settore dello Studio generale per la difesa delle coste Prima fase della Regione Marche, curato dalla Società Aquater nel 1982 ; Interventi di difesa della costa realizzati con i fondi F.I.O.82 della Regione Marche, curato dalla Società Aquater nel 1987; Piano di monitoraggio della costa marchigiana della Regione Marche, curato dalla Società Aquater nel 1987; memorie scientifiche o studi diversi inerenti argomenti correlati al litorale marchigiano; D.1 5
18 immagini dagli archivi fotografici dei Comuni di Cattolica ed Ancona; immagini da archivi fotografici privati di varia provenienza; immagini iconografiche (es. cartoline) da archivi privati di varia provenienza; fonti scritte, illustrazioni ed immagini fotografiche raccolte nelle biblioteche di Pesaro, Fano, Senigallia, Falconara Marittima e San Benedetto del Tronto; fonti scritte, documentazione varia ed immagini fotografiche presso la biblioteca dell Istituto di Idraulica; fonti scritte, illustrazioni ed immagini fotografiche da libri privati vari; informazioni raccolte presso gli uffici tecnici dei diversi Comuni costieri; fonti orali private diverse. A riguardo di quest ultima voce, sono state ricercate soprattutto persone che, a diverso titolo e per diverse ragioni, hanno avuto modo di operare sui diversi tratti della costa marchigiana e quindi sono state in grado di fornire valide ed utili indicazioni alle esigenze della presente ricerca. Si coglie l occasione per ringraziare quanti si sono resi disponibili (non tutti, per il vero) ad esaudire, per quanto è risultato loro possibile, le nostre richieste al riguardo del presente lavoro. Si ripete che non sempre si è riusciti ad ottenere informazioni e/o notizie affidabili, omogenee ed univoche, per cui è stato grande anche l impegno della interpretazione di quanto è stato raccolto dalle diverse fonti e ciò ha talvolta comportato anche di prendere la decisione di optare per la scelta di alcune indicazioni piuttosto che di quelle alternative avute a disposizione. Infine va precisato nuovamente che la gran parte delle informazioni disponibili presso i diversi enti consultati sono stati acquisiti all interno del sistema informativo predisposto per il presente studio. 2) SCHEDE RELATIVE ALLE OPERE COSTIERE Di seguito vengono riportate le schede relative all analisi delle opere costiere del litorale marchigiano. Per ognuno dei 27 tratti costieri sopra individuati è stato predisposto uno schema planimetrico per la sua individuazione, una scheda contenente le sue caratteristiche principali e una relativa scheda fotografica. D.1 6
19 Tratto: 1 spiaggia bassa di Gabicce Mare D. 1 7
20 SCHEDA n.1 spiaggia bassa di Gabicce Mare Tratto: 1 Comuni interessati: Gabicce Mare (1,75 km) Lunghezza del tratto di costa: 1, 7 5 k m Bacini principali di apporto solido alla spiaggia: falesia del promontorio del colle San Bartolo Caratteristiche sedimentologiche spiaggia emersa: sabbia 94 % ghiaia 6 % Litorale interessato da opere costiere: stato attuale: 1,75 km (100%) Principali opere esistenti: scogliere emerse: moli con pontile: 1,75 km n 1 (100%) Sintesi storica: Le strutture aggettanti del porto canale di Cattolica-Gabicce, alla foce del torrente Tavollo, sono state le prime opere artificiali realizzate, a partire dalla fine dell 800, nel litorale in questione. Per contrastare l invasione delle ghiaie, provenienti dal promontorio del colle San Bartolo, sulla spiaggia formatasi di fronte al centro dell abitato di Gabicce Mare, si realizzò a fine 800 un pennello di scogli, successivamente trasformato in molo e poi prolungato con il pontile su cui si realizzò il locale Mississipi. Nel tentativo di limitare l arretramento abbastanza generalizzato nella parte centro-orientale della spiaggia bassa di Gabicce, posta sottoflutto alla aggettante punta settentrionale del promontorio del San Bartolo, negli anni 50 si posero dei piccoli pennelli e dei brevi tratti di scogliere foranee molto ravvicinate alla riva, ad una distanza di circa 20m, poi salpati o rimasti sepolti sotto i sedimenti della successiva nuova spiaggia. Dagli anni 60 alla fine degli anni 70 è stata realizzata di fronte all intero tratto della spiaggia bassa di Gabicce la serie di scogliere foranee parallele poste ad una certa distanza, circa 100m, dalla riva. Alcune di queste hanno subito, nel corso degli anni successivi, diverse variazioni ma sostanzialmente hanno mantenuto la tipologia originaria di barriere foranee emerse fino a tutt oggi. Pendenza del fondale fino alla profondità di 3m: Presenza di barre: Ampiezza zona dei frangenti: Le percentuali sono riferite alla lunghezza del tratto di costa. D. 1 8
21 Tratto: 1 spiaggia bassa di Gabicce Mare Vista della spiaggia di Gabicce Mare da Gabicce Monte Vista della zona centrale della spiaggia di Gabicce Mare da Ovest D. 1 9
22 Tratto: 2 promontorio del colle San Bartolo D. 2 0
23 SCHEDA n.2 promontorio del colle San Bartolo Tratto: 2 Comuni interessati: Gabicce Mare (1,30 km) Pesaro (10,90 km) Lunghezza del tratto di costa: 1 2, 2 0 k m Bacini principali di apporto solido alla spiaggia: falesia del promontorio del colle San Bartolo, fiume Foglia Caratteristiche sedimentologiche spiaggia emersa: sabbia: 5 % ghiaia: 83 % non campionato: 12 % Litorale interessato da opere costiere: stato attuale: 6,32 km (52%) Principali opere esistenti: scogliere emerse: scogliere sommerse: opere miste: soglie: opere portuali: pennelli: moli: moli con pontile: 3,11 km 1,22 km 0,83 km 0,70 km 0,35 km n 7 n 2 n 1 (25%) (10%) (7%) (6%) (3%) Sintesi storica: Il sito di Vallugola viene occupato nel 1957 da opere a servizio di un piccolo vivaio di vongole. Esso venne interrato nel 1972, quando venne realizzata la prima darsena meridionale del nuovo rifugio turistico, terminato nel Nel 1995 il nuovo terrapieno settentrionale viene difeso da un opera radente. Sottoflutto si realizza nel 1998 un ripascimento con soglia al piede. Sono in corso i lavori di un secondo e di tre opere emerse fino alla punta Gabicce. Nel 1999 si realizzano tre pennelli a Sud del porto. Ai lati del piccolo molo di Casteldimezzo dei primi anni 50 vengono costituiti dei minuscoli rifugi con due scogliere nel 93 e nel 99. La rupe a Sud è stata protetta nel 1999 da una radente e da tre piccoli pennelli. Ancora più a Sud nel 97 e 99 è stata prolungata la scogliera emersa esistente dal Il sito di Fiorenzuola di Focara è stato protetto da una breve scogliera radente nel 1979, poi da una lunga scogliera sommersa nel 1985, trasformata in emersa nel Nello stesso periodo ha seguito vicende analoghe un altra scogliera foranea a Santa Marina intorno alla Punta degli Schiavi. Più a Sud si realizza una breve scogliera radente nel 1992 e sono in corso i lavori per altre scogliere emerse. Le scogliere foranee emerse di Baia Flaminia, la radente a Nord ed il molo alla foce del Foglia sono stati costruiti fra il 1976 e il La foranea a Nord è stata sostituita nel 1992 da due sommerse al largo. Pendenza del fondale fino alla profondità di 3m: Presenza di barre: Ampiezza zona dei frangenti: Le percentuali sono riferite alla lunghezza del tratto di costa. D. 2 1
24 Tratto: 2 promontorio del colle San Bartolo Vista dal monte Castellaro della falesia del colle San Bartolo verso NordOvest Il promontorio del colle San Bartolo visto da Baia Flaminia D. 2 2
25 Tratto: 3 porto di Pesaro D. 2 3
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