Principali tipologie di laser. Filippo Pigozzo Corso di Lasers e fibre ottiche Progetto di Formazione Waterfall 2008

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Principali tipologie di laser. Filippo Pigozzo Corso di Lasers e fibre ottiche Progetto di Formazione Waterfall 2008"

Transcript

1 Principali tipologie di laser Filippo Pigozzo Corso di Lasers e fibre ottiche Progetto di Formazione Waterfall 2008

2 Tipi di laser 2 Esistono molteplici tipi di laser a seconda del tipo di mezzo attivo utilizzato. Alcuni di questi sono: Lasers a cristalli ionici (detti anche allo stato solido). Lasers a gas (neutri, ionizzati, molecolari, eccimeri). Lasers a coloranti organici (accordabili). Lasers a giunzione (il futuro).

3 Lasers a cristalli ionici (1/3) 3 Il mezzo attivo è uno degli ioni componenti un cristallo ionico. Fanno parte di questa categoria il laser: A rubino: emette a nm (rosso), il rubino è una pietra preziosa naturale composta da un cristallo di Al2O3 (corindone) in cui lo ione Cr3+ sostituisce lo ione Al3+ in alcuni punti del reticolo cristallino, è lo ione Cr3+ ad essere il materiale attivo. Lavora in regime di onda continua (CW), impulsato, Q-switch e aggancio di fase. Ad alessandrite: permette un'emissione a lunghezza d'onda variabile nell'intervallo nm, (visibile infrarosso) l'alessandrite è un cristallo dove lo ione Cr3+ sostituisce nuovamente lo ione Al3+, ma in un cristallo di BeAl2O4.

4 Lasers a cristalli ionici (2/3) 4 Fanno parte di questa categoria il laser: (continua) A Nd (neodimio): emette a 1064 nm (infrarosso) se il Nd è inglobato in un cristallo di Y3Al5O12 (chiamato comunemente YAG) e 1060 nm (infrarosso) se il supporto è invece vetro. Quest'ultima soluzione è più economica anche se non è possibile raggiungere alte potenze per la bassa conducibilità termica del vetro. Il laser lavora in regime di onda continua (CW), impulsato, Q-switch e aggancio di fase, quest'ultima modalità è molto interessante perché l'elevata banda del materiale attivo permette di ottenere potenze di picco maggiori di 1015 W ( GW!) in impulsi di circa 1 ps.

5 Lasers a cristalli ionici (3/3) 5 I laser a cristalli ionici risultano: Affidabili perché si utilizzano componenti allo stato solido. Compatti con elevata miniaturizzazione della testa laser, soprattutto se sono pompati con diodi laser.

6 Lasers a gas (1/8) 6 Si dividono in 4 sottocategorie: Neutri Ionizzati Molecolari Eccimeri Il mezzo attivo è uno dei componenti di un gas, la miscela di vari elementi viene talvolta utilizzata per favorire il processo di pompaggio, allungare la vita del laser e favorire la dissipazione del calore.

7 Lasers a gas (neutri) (2/8) 7 Nei laser a gas neutri non si ha la formazione di ioni. Fanno parte di questa categoria il laser a He-Ne e i lasers a vapori atomici neutri di Pb, Cu (emette sul verde 510 nm e giallo 578 nm), Au (emette sull'arancio 628 nm), Ca, Sr e Mn. Sono tutti lasers ad autospegnimento.

8 Tavola periodica 8

9 Lasers a gas (ionizzati) (3/8) 9 Nei laser a gas ionizzati l'elemento o uno degli elementi del gas è ionizzato, questo comporta un aumento dell'energia (di ionizzazione) e quindi i fotoni prodotti sono più energetici. Poiché E=hν la frequenza del laser risulta maggiore, infatti questi laser possono emettere anche nell'ultravioletto. Fanno parte di questa categoria: Il laser ad Ar+: oscilla in una serie di lunghezze d'onda; le più intense sono 488 nm (blu) e nm (verde). Può lavorare in regime di CW. Il laser a Kr+: oscilla in una serie di lunghezze d'onda; la più intensa è nm (rosso). Può lavorare in regime di CW.

10 Lasers a gas (ionizzati) (4/8) 10 Fanno parte della categoria dei laser a gas ionizzati anche i laser a vapori metallici ionizzati, dove il mezzo attivo non è un gas, ma vapori di metallo. I vapori possono essere di Sn, Pb, Cd (emette a 441 nm e 325 nm, entrambi nell'ultravioletto) e il Se (che dà azione laser praticamente in tutto lo spettro visibile). Il gas più comune per contenere i vapori è l'he.

11 Lasers a gas (molecolari) (5/8) 11 Nei laser a gas molecolari si utilizzano intere molecole eccitate come sorgenti di fotoni. Fanno parte della categoria dei lasers a gas molecolari: Il laser a CO2: l'anidride carbonica è il mezzo attivo, il gas è composto da una miscela di CO2, N2 ed He che entrambi agevolano il pompaggio, è di gran lunga il laser più potente, raggiunge potenze delle decine di KW (chilowatt) in CW ed un'efficienza del 10-20%, emette nel medio-lontano infrarosso μm). Il laser a CO: ha grandissima efficienza, circa il 60% e potenza di uscita fino a 100KW. Il laser a HCN (acido cianidrico): permette oscillazione fino a 1224 μm, un valore superiore al millimetro dove esistono alcuni oscillatori elettronici.

12 Lasers a gas (molecolari, vibrogeni) (6/8) 12 Fanno parte della categoria dei laser a gas molecolari i laser detti a gas vibrogeni che emettono nel visibile e nell'ultravioletto. Fanno parte di questa categoria: Il laser a N2: emette a 337 nm nell'ultravioletto, è un laser ad autospegnimento e può operare con potenze di picco di 1 MW in impulsi larghi 3-10 ns con frequenza di ripetizione degli impulsi fino a 100 MHz. Lavora a regime impulsivo. Il laser H2: emette a 160 nm nel lontano ultravioletto.

13 Lasers a gas (molecolari, eccimeri) (7/8) 13 Un'interessante sottocategoria dei lasers a gas molecolari è quella dei laser detti ad eccimeri dove un gas nobile (Ar, Kr, Xe) si combina nello stato eccitato con un atomo di un alogeno (F, Cl) per formare un composto gas nobile-alogenuro chiamato eccimero. Emettono nell'ultravioletto e sono accordabili su uno spettro abbastanza elevato. I lasers sono ad autospegnimento e si riescono ad ottenere potenze di picco dell'ordine dei 100 W in impulsi dell'ordine delle decine di ns con frequenze di ripetizione fino a 1 KHz ed efficienze dell'ordine di alcuni %.

14 Lasers a gas (molecolari, eccimeri) (8/8) 14 Fanno parte di questa categoria: Il laser a ArF*: emette a 193 nm (ultravioletto). Il laser a KrF*: emette a 248 nm (ultravioletto). Il laser a XeCl*: emette a 308 nm (ultravioletto). Il laser a XeF*: emette a 351 nm (ultravioletto).

15 Lasers a coloranti (1/1) 15 Il mezzo attivo è un composto dalla soluzione di opportuni composti organici (coloranti) in liquidi (alcool etilico, metilico o acqua). I composti organici sono molecole complesse, tuttavia il laser è di facile costruzione. La proprietà più interessante di questi lasers è che dato un tipo di colorante, i laser è accordabile in una banda di circa 10 nm, mentre cambiando il colorante è possibile invece ottenere sorgenti in tutto lo spettro visibile. A seconda del tipo di colorante i lasers possono lavorare in CW o solo in regime impulsato.

16 Lasers a giunzione (1/1) 16 In questi lasers non si può più parlare di mezzo attivo, ma si deve parlare di regione attiva che si localizza nella regione di svuotamento (giunzione) tra due semiconduttori, uno di tipo P ed uno di tipo N. Le potenze ottenibili sono dell'ordine del Watt. Sono lasers con efficienza fino al 70% (sono i lasers ad efficienza maggiore). Sono molto compatti e permettono una configurazione ad array (più lasers in parallelo tra di loro accordati per ottenere potenze d'uscita superiori). Coprono ormai quasi tutte le lunghezze d'onda del visibile e dell'infrarosso. Sono i lasers più venduti.

17 sers Alcuni esempi di laser 17

18 18

19 Laser a He-Ne (1/11) 19 E' di gran lunga il laser più popolare, è stato il più venduto fino agli anni '90 quando per applicazioni di volume è stato soppiantato dal diodo laser rosso. Tuttavia per moltissime altre applicazioni continua ad essere richiesto, soprattutto se emette fuori dal rosso. E' un laser a quattro livelli (si vedrà più avanti in questo corso cosa significa). Tipicamente lavora in regime di CW ed emette a nm (95% dei lasers venduti) anche se vengono commercializzati lasers che emettono dal verde all'infrarosso. Tipici lasers a He-Ne Lunghezza d'onda Range di potenza [nm] [mw] , ,8 0, , ,1 0, ,5 0,1 3

20 Laser a He-Ne (2/11) 20 Ha la vita operativa più lunga in assoluto, tra le e le ore di lavoro continuo. Il suo costo in volume si aggira sui 50 euro, la singola unità al massimo un migliaio di euro. Lo contraddistingue anche la qualità del fascio generato (nessun laser riesce a raggiungere con la stessa facilità le sue prestazioni) che risulta avere un profilo d'intensità vicino ad una gaussiana perfetta.

21 Laser a He-Ne (3/11) 21 Una delle chiavi del suo successo è la semplicità costruttiva. Il gas è contenuto in un tubo di vetro (borosilicate glass) che viene chiuso ai capi in modo da sigillare al suo interno gli elettrodi e montare i due specchi. All'interno del tubo vi è una camera cilindrica (bore) dove avviene il pompaggio e quindi il gas si comporta come un materiale attivo.

22 Laser a He-Ne (4/11) 22 La camera cilindrica è attaccata da un lato al bordo del tubo e dall'altro è sostenuta da una struttura metallica a forma di ragno (spider) che stabilizza la camera e permette l'espansione termica. Gli specchi sono montati direttamente alle estremità del tubo di vetro tramite una vetrificazione che sigilla ermeticamente il tubo. Il catodo è formato da un manicotto di alluminio ossidato mentre l'anodo è montato insieme allo specchio.

23 Laser a He-Ne (5/11) 23 Una corrente continua di bassa intensità produce l'eccitazione. Il Ne (neon) è il mezzo attivo mentre l'he (elio) permette di pompare più efficacemente il Ne (in sostanza il neon viene portato ad uno stato eccitato tramite collisioni con gli atomi di He). E' importante mantenere la giusta miscela di He e Ne perché è un fattore critico nelle performances ottenibili dal sistema.

24 Laser a He-Ne (6/11) 24 Poiché la scarica è a bassa corrente e alto voltaggio (la caratteristica di queste scariche è di essere molto spendenti) non vi è praticamente erosione della camera cilindrica (bore) per effetto degli elettroni che incidono sulle pareti e questo contribuisce all'elevata vita operativa del laser. Il calore sviluppato viene dissipato attraverso il vetro nell'ambiente circostante. Generalmente il tubo è montato in una camicia (sleve) di alluminio che lo protegge e favorisce la dissipazione.

25 Laser a He-Ne (7/11) 25 La vita operativa del laser finisce in genere per l'esaurimento dello strato di ossido che ricopre il catodo. Questo non è funzione solo dell'intensità della corrente di scarica, ma anche della vicinanza del catodo dalla camera cilindrica (bore) perché risulta essere più piccola la porzione di catodo utilizzata e quindi l'esaurimento locale dell'ossido è più veloce. Sono infatti i tubi più grossi (1-2 pollici di diametro) ad avere vita operativa fino a ore, mentre quelli più piccoli (diametro inferiore al pollice) hanno una vita operativa di ore o meno.

26 Laser a He-Ne (8/11) 26 Le tipiche applicazioni dell laser a He-Ne sono: Allineamento. Strumentazione di analisi. Reprographics (Riproduzione grafica: fotocopiatrici laser, sensibilizzazione di matrici per stampa offset, xerografia ad alta velocità). Lettori di codici a barre.

27 Laser a He-Ne (9/11) 27 Il laser a He-Ne rimane ancora preponderante come sorgente stabilizzata a basso costo per olografia, calibrazione di lunghezza d'onda e misure interferometriche. Questo è possibile grazie alle doti di stabilità del laser a He-Ne: Si ricordi che 1 MHz di variazione di frequenza a 632 nm corrisponde a una variazione di lunghezza d'onda pari a nm!!

28 Laser a He-Ne (10/11) 28 La vita operativa del laser a He-Ne si stima sia ancora di circa 10 anni quando verrà sostituito dai diodi laser. Tuttavia il laser a He-Ne è ancora il laser più diffuso al mondo. Questo è dovuto principalmente a: 1. La qualità del fascio prodotta è superiore a quella del diodo laser che soffre di astigmatismo con differenti larghezze del fasci sui due piani ortogonali e piani focali differenti, solo con complessi (costosi) sistemi di condizionamento è possibile ottenere profili soddisfacenti per certe applicazioni (per es. interferometria o olografia). 2. La stabilità in frequenza è ottima, la banda in cui il gas è attivo non varia con la temperatura di utilizzo e quindi è necessario solamente compensare la deformazione della cavità, i diodi laser invece devono essere controllati in temperatura (ulteriori costi) perché la lunghezza d'onda emessa varia anche di alcuni nm.

29 Laser a He-Ne (11/11) La vita operativa del laser a He-Ne è di decine di migliaia di ore e la struttura risulta ragionevolmente robusta, il diodo laser invece è delicato, soprattutto per quanto riguarda le cariche elettrostatiche che possono ridurne drasticamente la vita operativa. 4. Le dimensioni del diodo laser sono intrinsecamente più piccole anche con l'applicazione delle ottiche per migliorarne il fascio e il sistema di raffreddamento. 5. Entrambe le tipologie di laser possono operare alimentati da batterie, tuttavia il diodo laser consuma e dissipa meno potenza. 6. Un diodo laser costa intrinsecamente meno di un laser a He-Ne, tuttavia le ottiche aggiuntive e i dissipatori aumentano il suo costo finito. In certe applicazioni con bassi e medi volumi prodotti il laser a He-Ne risulta essere ancora economicamente conveniente.

30 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (1/12) 30 Sono lasers ad alta potenza. Possono lavorare in regime CW Come i lasers a He-Ne il cuore del laser è un tubo cilindrico contenente Ar o Kr a bassa pressione o una miscela dei due. I due lasers emettono su molte lunghezze d'onda, le più luminose sono 448 nm e 514,5 nm per il laser ad Ar e 647,1 nm per quello a Kr. Il laser ad Ar è più efficiente ed emette 2-3 volte la potenza dal laser a Kr. Con opportuni accorgimenti si possono ottenere lunghezze d'onda nel lontano ultravioletto. La vita operativa si aggira sulle 5000 ore di lavoro.

31 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (2/12) 31 Il pompaggio avviene tramite una scarica in corrente continua sostenuta da differenze di potenziale di V e correnti fino a 60 A. Questa scarica crea degli ioni di Ar+, Kr+, Ar2+, Kr2+ che costituiscono il mezzo attivo. Il laser è elettricamente inefficiente e il tubo di plasma genera notevole calore che deve essere dissipato tramite un flusso continuo di liquido refrigerante (se il laser è ad alta potenza) o aria (per potenze inferiori a 100 mw). Gli specchi possono essere montati direttamente sul tubo o un sistema ottico più complesso sono comunque contenuti in un telaio a bassa espansione termica (costruito quasi sempre in SuperInvar) in modo da garantire la massima stabilità.

32 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (3/12) 32 L'uscita del laser dipende da molti fattori, se gli specchi offrono alta riflettività in una banda molto larga il laser può emettere più lunghezze d'onda. Questa è nota come multiline operation (operazione multilinea) utile se per esempio il laser è condiviso tra diversi progetti di un gruppo di ricerca.

33 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (4/12) Prism bandwidth 33 Se si vuole far operare il laser su una singola lunghezza d'onda si inserisce nella cavità un tuning prism (prisma sintonizzatore). La larghezza di banda del prisma è di 6-8 GHz (circa nm) che copre più modi della cavità risonante, ovvero quelli che soddisfano alla relazione L=2Nλmodo con L lunghezza della cavità, N numero intero (grande) e λmodo lunghezza d'onda del modo oscillante. Il funzionamento con il solo prisma è quindi multimodo.

34 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (5/12) 34 Per le applicazioni che richiedono un funzionamento monomodale si introduce nella cavità un ulteriore filtro selettivo chiamato etalon (in generale una cavità FabryPerot) che viene finemente accordato sulla lunghezza d'onda richiesta tramite riscaldamento o rotazione. La presenza dell'etalon garantisce la presenza di una sola riga spettrale con larghezza di circa 100 MHz (circa 10-6 nm).

35 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (6/12) 35 Come molti lasers a gas, i lasers a gas ionizzati possono generare ed emettere vari modi. Per questa ragione la cavità viene dotata di un'apertura variabile che restringe l'uscita al solo modo TEM00.

36 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (7/12) 36 La vita operativa di circa 5000 ore dei laser è dovuta principalmente alla rottura del tubo dovuta ai cicli termici soprattutto nei tubi ad alta potenza raffreddati ad acqua. Un altro problema legato ai forti sbalzi termici è la dilatazione che disallinea le ottiche e ne varia l'angolo con la conseguenza di abbassare la potenza di uscita, introdurre deformazioni nel fronte d'onda e generare modi diversi dal TEM00. Questo problema, che una volta richiedeva lunghi periodi di riscaldamento (fino a qualche ora) per raggiungere una temperatura di funzionamento stabile e continui riallineamenti delle ottiche è oramai superato grazie all'introduzione di sistemi di riallineamento automatici basati su sistemi di feedback che utilizzano un fotodiodo per mantenere un continuo allineamento ottimale.

37 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (8/12) 37 Una recente soluzione adottata nei laser a gas ionizzati è stata l'introduzione nella cavità di un beta-barium borate crystal (cristallo di beta-borato di bario, conosciuto anche come KTP) che essendo un materiale non lineare ha permesso un'efficiente duplicazione delle frequenze generate (processo di generazione di seconda armonica conosciuto come SHG da Second Harmonic Generation) con emissioni fino a 500 mw nell'ultravioletto.

38 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (9/12) 38 I lasers a gas ionizzati sono stati per molti anni i soli laser ad medio-alta potenza operanti in regime CW nel visibile e nell'ultravioletto (UV) fino all'introduzione dei lasers a stato solido a 532 nm pompati con diodi che risultano più compatti ed efficienti. Tuttavia i lasers a gas ionizzati continuano ad essere utilizzati in varie applicazioni perché hanno una serie di caratteristiche peculiari quali: Tunabilità: il laser può emettere più lunghezze d'onda, anche contemporaneamente dall'uv fino all'infrarosso (275 nm fino a 1090 nm per il laser ad Ar). Questo insieme di frequenze è utile nel caso il laser sia condiviso tra molti progetti in un gruppo di ricerca. Per esempio nella ricerca biomedica, nella citometria, nella microscopia e nella fluorescenza la tunabilità del laser permette l'eccitazione selettiva di varie tipologie di molecole fluorescenti.

39 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (10/12) 39 Alta potenza: i lasers allo stato solido pompati con diodi generano potenze fino a circa 10 W, i lasers a gas ionizzati arrivano ad emettere anche 25 W. Nell'industria dello spettacolo la possibilità di abbinare alta potenza ad un insieme di diverse lunghezze d'onda permette la creazione di immagini colorate se si abbina il laser a dei filtri cromatici. Regime CW per più lunghezze d'onda: i lasers allo stato solido come il Nd:YAG emettono alta potenza in regime di CW solo su alcune righe spettrali (1064 e 532 nm), da questo punto di vista i lasers a gas ionizzati sono più flessibili.

40 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (11/12) 40 Singola frequenza: il laser a gas ionizzati è il solo laser che in regime monomodale è in grado di generare una linea spettrale (sottile) con larghezza di circa 100 MHz in un spettro elevato di lunghezze d'onda e con potenze di diversi watt per ogni singola riga. Alta potenza in CW all'uv: i lasers a Ar e Kr sono in grado di generare qualche decina di watt alle lunghezze d'onda del violetto e dell'ultravioletto (da 330 a 415 nm). I lasers a stato solido pompati con diodi si fermano invece a qualche centinaio di milliwatt. Queste potenze e lunghezze d'onda sono utilizzate per esempio nei processi di fotolitografia nella creazione dei circuiti integrati.

41 Laser a gas ionizzati (ion lasers) (12/12) 41 Emissione nel lontano UV: utilizzando la SHG (generazione di seconda armonica) è possibile ottenere emissioni fino a 1 W nel range nm. Queste lunghezze d'onda sono interessanti nell'ambito delle telecomunicazioni e nella realizzazione di dispositivi ottici come la scrittura dei reticoli di Bragg.

42 Laser a Nd:YAG (1/10) 42 E' uno dei lasers più diffusi a partire dagli anni '60 per la sua combinazione di alto guadagno, piccola larghezza della riga emessa, facilità di pompaggio, robustezza e compattezza. Il Nd è il mezzo attivo. Viene pompato tramite lampade flash o diodi laser. Emette principalmente a 1064 nm (infrarosso) anche se sono possibili righe a 1320 nm, 1440 nm e 946 nm. Recentemente utilizzando gli effetti non lineari di alcuni cristalli si sono ottenuti laser che generano a frequenza doppia (di 1064 nn) a 532 nm, tripla a 355 nm e quadrupla a 266 nm.

43 Laser a Nd:YAG (2/10) 43 Può essere pompato tramite lampade flash o array di diodi. Quest'ultima configurazione presenta alta efficienza, grande stabilità, vita operativa molto lunga, ridotti consumi e compattezza. Può lavorare in regime di: CW: si sono ottenute potenze fino a 5 kw utilizzando più barrette in cascata. Impulsato: impulsi di ns fino a 100 ms. Q-switch: impulsi di 5-20 ns con potenza di 1-2 J equivalenti a potenze istantanee dell'ordine di alcuni MW. Mode-locking (aggancio di fase): impulsi di durata di frazioni di nanosecondo (10-9 sec) fino a pochi picosecondi (10-12 sec).

44 Laser a Nd:YAG (3/10) 44 è un laser Tipicamente multimodo con ampiezza di riga di circa 0.5 nm. Esistono anche altri laser che utilizzano lo stesso cristallo di YAG, come Er:YAG e CTH:YAG. Viceversa il Nd (che è il mezzo attivo) può essere inglobato in altri cristalli come YLF (facilità di pompaggio con lampade flash) e vetro (non può operare in CW, ma la riga spettrale elevata dovuta all'irregolarità del reticolo cristallino nel vetro permette la generazione di impulsi dell'ordine del ps in regime di modelocking).

45 Laser a Nd:YAG (4/10) Il cristallo di Nd:YAG (Nd:Y3Al5O12) è un cristallo artificiale che si realizza tramite crescita Czochralski. Forno Czochralski 45

46 Laser a Nd:YAG (crescita Czochralski) (5/10) Un insieme di polveri pure di alluminio, ittrio e neodimio sono piazzate in un crogiolo di iridio e portate allo stato viscoso (melt) tramite riscaldamento a circa Un seme (seed) di cristallo viene messo in contatto con la superficie del melt. 3. Il seme viene fatto ruotare e viene lentamente sollevato.

47 Laser a Nd:YAG (crescita Czochralski) (6/10) Un cristallo unico (prende il nome di boule) di YAG emerge alla velocità di circa 0.5 mm all'ora (ci vogliono parecchie ore per tirare un cristallo).

48 Laser a Nd:YAG (crescita Czochralski) (7/10) 48 I cristalli tipicamente prodotti hanno diametro tra 60 e 80 mm e lunghezza tra 175 e 225 mm. A partire da queste boule si producono tramite taglio e/o lappatura barrette, lastre, multistrato e altre forme a seconda delle richieste dell'acquirente. La forma più utilizzata è comunque la barretta cilindrica. Le superfici della barretta vengono lucidate.

49 Laser a Nd:YAG (8/10) 49 Il modo più semplice per creare la cavità risonante è ricoprire le estremità della barretta con un rivestimento altamente riflettente da un lato e uno parzialmente riflettente dall'altro. Un'altra configurazione utilizza specchi separati dal materiale attivo in modo da poter inserire nella cavità ottiche, filtri e cristalli non lineari allo scopo di ottenere in uscita il fascio laser con lunghezza d'onda, caratteristiche di monomodalità o multimodalità forma e durata desiderate.

50 Laser a Nd:YAG (9/10) Poco costoso Impulsi molto corti se utilizzato in mode-locking Facilità di pompaggio Mohs Difficile smaltire il calore (non è possibile lavorare in CW) Barrette resistenti 50

51 Laser a Nd:YAG (10/10) 51 Il laser trova applicazione in tutti i contesti con condizioni ambientali proibitive per le sue doti di compattezza robustezza e affidabilità. In ambito militare viene utilizzato per misurare con precisione distanze e come puntatore di bersagli. In ambito medico trova applicazione in dermatologia e oftalmologia. In ambito industriale trova applicazione nel taglio, foratura, saldatura e pulizia delle superfici. In ambito commerciale viene ancora utilizzato per la marcatura. In ambito scientifico trova utilizzo nel campo dei test non distruttivi, l'ablazione di superfici e della spettroscopia.

52 Laser a CO2 (1/19) 52 E' il cavallo di battaglia dei laser per applicazioni industriali (foratura, taglio e saldatura in primis). Emette principalmente a nm (10.6 μm) con efficienze dell'ordine del %, i valori più alti di efficienza dopo i lasers a semiconduttore. La larghezza della riga emessa è di circa 50 MHz (0.002 nm). Può operare in regime di CW con potenze d'uscita superiori a 20 kw, in impulsato e in regime di Q-switch (si sono ottenuti impulsi di durata inferiore a ns e potenza di picco di 5 MW per ogni litro di gas utilizzato). Il mezzo attivo è l'anidride carbonica (CO2) che nel laser si trova in una miscela composta anche da N e He (azoto ed elio) che facilitano il pompaggio e la dissipazione del calore.

53 Laser a CO2 (2/19) 53 Esistono sostanziale quattro categorie di laser a CO2 che si distinguono per i diversi tipi di tecnologia costruttiva: A flusso di gas longitudinale: permettono di ottenere le potenze di uscita più elevate (oltre 20 kw in CW). A flusso di gas trasverso (TEA): se pompati trasversalmente permettono di ottenere anch'essi potenze elevate con il vantaggio di aver vita operativa più lunga di quelli a flusso longitudinale A guida d'onda (slab laser) e sigillati: permettono di ottenere operatività dell'ordine delle ore con potenze di uscita da 20 a 600 W, sufficienti per tagliare tessuti, vetro e ceramica. Gas-dinamici: Poco efficienti e non in grado di operare in CW per le elevate temperature raggiunte, permettono però di ottenere potenze di uscita fino a 60 kw!!

54 Laser a CO2 (a flusso longitudinale) (3/19) 54 Nei lasers a flusso longitudinale viene mantenuto un flusso continuo di gas fresco lungo l'asse longitudinale in modo da mantenere un'efficienza sufficiente a garantire un'operatività ottimale senza surriscaldamenti. In generale l'85-90 % della dissipazione del calore è ottenuta con questa tecnica.

55 Laser a CO2 (a flusso longitudinale) (4/19) Il pompaggio può avvenire in due modi: Tramite scarica elettrica in corrente continua tramite degli elettrodi nel tubo dove fluisce il gas. Per eccitazione a radiofrequenza tramite generatori RF posizionati attorno al tubo stesso in questo caso il sistema è meno efficiente, ma non risente dell'usura degli elettrodi. I tubi utilizzati sono in quarzo e devono sostituiti ogni ore. 55

56 Laser a CO2 (a flusso longitudinale) (5/19) 56 Il vantaggio di questa configurazione è che vari elementi attivi possono essere messi in cascata in modo da aumentare la potenza generata. Questo permette di mantenere la semplicità costruttiva del singolo elemento realizzando però lasers di differente potenza (da poche centinaia di watt a oltre 20 kw) variando solo l'assemblaggio.

57 Laser a CO2 (a flusso longitudinale) (6/19) 57 Per quanto riguarda il risonatore, date le elevate potenze in gioco la realizzazione del risonatore è critica e si utilizzano principalmente due tecniche: Uno specchio totalmente riflettente e uno parzialmente riflettente (è la configurazione vista finora): in questo caso si parla di cavità stabile. Il problema di questa configurazione è la stabilità nel tempo del risonatore per via degli sbalzi termici. Entrambi gli specchi totalmente riflettenti, ma di geometria tale per cui parte della radiazione esce dietro ad uno specchio: in questo caso si parla di cavità instabile.

58 Laser a CO2 (a flusso longitudinale) (7/19) Soprattutto per i lasers ad alta potenza gli specchi sono realizzati in materiali con alta conducibilità termica e raffreddati con opportuni sistemi di raffreddamento. Qualora più elementi attivi siano posti in cascata al fine di rendere il laser più compatto, la cavità risonante può non essere rettilinea in questo caso si parla di multiple folding cavity (cavità a piegamenti multipli). Minore è il numero degli specchi utilizzati, minore sarà il costo di acquisto e di mantenimento del laser. 58

59 Laser a CO2 (a flusso longitudinale) (8/19) 59 Dovuto a problemi di temperatura con conseguenti problemi di efficienza di pompaggio nei lasers a CO2 a flusso longitudinale è possibile ottenere solo una potenza massima di circa 50 W per ogni metro di tubo. Questo impedisce la realizzazione di laser ad alta potenza compatti.

60 Laser a CO2 (a flusso trasversale) (9/19) 60 Nel caso il gas sia fatto fluire in verso trasversale rispetto al risuonatore si parla di laser a flusso trasversale (laser TEA). In questa tipologia di laser il pompaggio è trasverso. Se di tipo a radiofrequenza questo permette di ottenere vite operative superiori alle ore. I costi operativi sono minori del laser a flusso longitudinale di uguale potenza per la minor energia e quantità di gas utilizzati.

61 Laser a CO2 (a flusso trasversale) (10/19) 61 Il flusso del gas è assicurato da una ruota a pale (blower), tuttavia data l'esigua quantità di gas all'interno del laser e il suo flusso relativamente lento, il calore generato non è dissipato in modo efficiente ed è possibile realizzare solo lasers con potenze limitate. La regione attiva è solamente tra gli elettrodi di pompaggio.

62 Laser a CO2 (a flusso trasversale) (11/19) 62 Un ulteriore modo di pompare un laser TEA è tramite fascio elettronico. La camera contenente il gas è contigua ad una camera sotto vuoto dove un filamento riscaldato emette elettroni. Gli elettroni sono accelerati da un campo elettrico tra il filamento e la parete di separazione tra le due camere costituita da un foglio di alluminio (sottile, μm di spessore) appoggiato ad una griglia. Dopo aver attraversato la parete entrano in contatto con il gas lo eccitano.

63 Laser a CO2 (a flusso trasversale) (12/19) 63 E' possibile agevolare ulteriormente il ruolo degli elettroni, che tenderebbero a perdere per urti quasi subito la loro energia, mantenendo con un'ulteriore coppia di elettrodi un campo elettrico nella camera contenente il gas. Questo tipo di pompaggio permette efficienze molto elevate, tuttavia per problemi tecnologici questo tipo di laser può lavorare solo in regime impulsato. Se la frequenza degli impulsi non è elevata non è necessario far circolare la miscela di gas.

64 Laser a CO2 (a flusso trasversale) (13/19) 64 Un'altra caratteristica interessante di questo tipo di laser è che gli urti allargano la larghezza della riga emessa dal laser a circa 3 GHz (1.1 nm) che in regime di mode-locking (agganciamento di fase) ha permesso di ottenere impulsi con durata inferiore al nanosecondo.

65 Laser a CO2 (a guida d'onda) (14/19) 65 In questo laser il pompaggio avviene a radiofrequenza tra due elettrodi di rame posti a breve distanza tra loro. Gli elettrodi di elevata superficie e conducibilità termica sono raffreddati da un flusso di liquido refrigerante al loro interno. Queste due caratteristiche permettono un'efficiente dissipazione del calore senza che sia necessario un flusso continuo di gas. E' necessario far fluire gas fresco solo periodicamente.

66 Laser a CO2 (a guida d'onda) (15/19) 66 In contrasto con i laser a flusso longitudinale o trasversale che richiedono un'unità per il controllo permanente del flusso e un grosso serbatoio di gas, è necessario solo un serbatoio per contenere alcune decine di litri di miscela. La cavità in genere è di tipo instabile e produce un fascio laser ben focalizzato, ma di forma rettangolare che deve essere rimodellato in uno a simmetria di rotazione da un'unità esterna al laser.

67 Laser a CO2 (a guida d'onda) (16/19) 67 La struttura risulta essere molto compatta e permette di lavorare a pressioni di gas superiori rispetto ai sistemi a flusso continuo. Questo si traduce i potenze superiori a parità di grandezza. In regime CW si riescono ad ottenere potenze tra 1 e 3.5 kw. I maggiori vantaggi di questa soluzione sono alta qualità del fascio, non sono necessari scambiatori di calore, basse perdite ottiche, basso consumo di gas, non sono necessari serbatoi di gas, non c'è flusso di gas con conseguente pericolo di contaminare le ottiche, i costi di gestione sono bassi.

68 Laser a CO2 (sigillati) (17/19) 68 Basati sulla stessa tecnologia dei lasers a guida d'onda vi sono i laser sigillati. In questi lasers non vi è alcun flusso o ricambio di gas. sigillati ermeticamente all'atto della Essendo fabbricazione hanno vita operativa superiore alle ore. Le potenze generate non sono elevate, esistono in commercio unità con potenza tra i 25 e i 600 W. Sono utilizzati in operazioni quali in taglio di tessuti, vetro e ceramica.

69 Laser a CO2 (gas-dinamici) (18/19) Queste unità sono interessanti perché il pompaggio non avviene per scarica elettrica, ma piuttosto da una rapida espansione di una miscela di CO2-N2-H2O. 69 Lo scopo dell'espansione è abbassare la temperatura e la pressione della miscela in modo che le molecole di CO2 si trovino ad uno stato eccitato ottimale per generare emissione stimolata di fotoni.

70 Laser a CO2 (gas-dinamici) (19/19) 70 La miscela che si espande viene portata ad elevata temperatura e pressione tramite combustione. E' un laser costoso e poco efficiente (efficienze dell'ordine dell' 1 %), ma si riescono ad ottenere potenze di uscita dell'ordine dei 60 kw. Il laser può funzionare in CW solo per pochi secondi a causa dell'elevata temperatura a cui si portano i componenti, soprattutto gli specchi.

71 Laser a semiconduttore (1/38) 71 Sono i lasers destinati a sostituire tutti gli altri tipi di laser a bassa-media potenza. Come tutti i lasers ha un mezzo attivo e una cavità risonante. Il pompaggio avviene tramite una tensione elettrica che polarizza direttamente la giunzione. In questo modo è possibile ricombinazione degli elettroni (iniettati dalla zona N) e delle lacune (iniettate dalla zona P) nella zona di transizione (a gap energetico minore) per mezzo di emissione spontanea e/o stimolata dell'energia in eccesso in forma di fotoni.

72 Laser a semiconduttore (2/38) 72 L'efficienza del pompaggio è circa del 50 %, la più alta in assoluto per i lasers. Le potenze in uscita vanno dai 10 mw ai 40 W delle strutture ottenute combinando più diodi laser.

73 Laser a semiconduttore (3/38) 73 La regione attiva è quindi la zona di transizione. Il fascio laser è in generale più largo della regione attiva. Dato l'elevato salto d'indice è sufficiente lappare due superfici del laser per ottenere la cavità risonante. Per aumentare la riflettività si può ricoprire la superficie esterna con una sostanza riflettente. Alcuni lasers a semiconduttore utilizzano due specchi esterni, ma sono meno diffusi.

74 Laser a semiconduttore (4/38) 74 Qualunque sia la cavità risonante del diodo laser (superfici levigate a specchio o risuonatore tradizionale con 2 specchi) il funzionamento del diodo laser è multimodale (modi longitudinali) con spaziatura di circa 0.01 nm tra i modi. Esistono diodi laser monomodali, tuttavia sono soggetti ad cosiddetto mode hops (salto di modo), ovvero la radiazione emessa è sempre monomodale, ma non è possibile sapere a priori quale modo longitudinale (lunghezza d'onda) viene amplificato.

75 Laser a semiconduttore (5/38) 75 Un laser realizzato tramite una semplice giunzione P-N non può operare in regime CW a temperatura ambiente per via dell'accumulo di calore che inibisce il pompaggio. Sono quindi necessarie strutture più complicate con spessori opportuni per dissipare in modo conveniente il calore e agevolare il pompaggio.

76 Laser a semiconduttore (6/38) 76 In commercio si possono trovare due maggiori famiglie di lasers a semiconduttore. Realizzati su substrato di GaAs (arsenuro di gallio). Realizzati su substrato di InP (fosfato d'indio). La scelta del substrato vincola la struttura del laser perchè i vari tipi di semiconduttori utilizzati per ottenere la giunzione devono essere compatibili dal punto di vista cristallino con il substrato da cui si parte. Se il substrato è GaAs, si parla di lasers basati su GaAs e i vari drogaggi si ottengono combinando il GaAs con Al, In e As. I lasers emettono da circa 630 a 1100 nm, i valori commerciali più comuni sono 635, 650, 680 e 780 nm che sono utilizzati nei dispositivi ottici (lettori CD e DVD) e nei display, i 785, 808, 920 e 940 nm sono utilizzati per il pompaggio di altri lasers e nella stampa, infine i 980 nm sono usati per pompare gli amplificatori i fibra.

77 Laser a semiconduttore (7/38) Se il substrato è InP, si parla di lasers basati su InP e i vari drogaggi si ottengono combinando il InP con Ga, Al, In, As e P. Le lunghezze d'onda emesse stanno tra 1100 e 2000 nm, ma i lasers commerciali sono tipicamente a 1300, 1480 e 1550 nm corrispondenti alle 3 finestre trasmissive della fibra ottica (cioè le bande in cui le perdite sono basse, dell'ordine di 0.2 db/km). 2 Picco OH Attenuazione 0.6 (db/km) 0.4 Assorbimento nell'infrarosso λ Lunghezza d'onda (µ m)

78 Laser a semiconduttore (8/38) 78 Lunghezze d'onda maggiori, fino a nm (10 μm) si possono ottenere incorporando nell'inp altri materiali quali Sb (antimonio) o cambiando il tipo di substrato. Lunghezze d'onda inferiori fino a 400 nm (vicino ultravioletto) si sono ottenute crescendo a partire da un substrato di GaN e i primi lasers commerciali stanno per uscire sul mercato.

79 Laser a semiconduttore (9/38) 79 In un laser a semiconduttore al di sotto di una certa corrente di soglia Ith non vi è praticamente emissione laser e il diodo laser si comporta come un normale diodo luminoso emettendo radiazione incoerente (grazie al processo di emissione spontanea). Raggiunta la corrente di soglia l'effetto laser si attiva e vi è la creazione del fascio la cui potenza aumenta all'aumentare dell'intensità della corrente di pompaggio.

80 Laser a semiconduttore (10/38) 80 Al di sopra della corrente di soglia la relazione corrente-potenza di uscita è pressoché lineare con pendenza che dipende dalla lunghezza d'onda del laser, dalla cosiddetta efficienza quantica ηext che dipende dal materiale, dalla struttura del laser, dalle perdite della cavità e dalle perdite degli specchi se presenti. I limiti superiori sono dati dalla capacità di dissipare il calore prodotto e dal danneggiamento che si può produrre sulle superfici del semiconduttore a causa dell'elevata densità di potenza su di queste.

81 Laser a semiconduttore (11/38) 81 Per ottenere un'elevata efficienza operativa è auspicabile avere una struttura del semiconduttore priva di difetti e una buona sovrapposizione tra regione attiva e fascio laser. Questo si può ottenere con una struttura multistrato. Vari strati di composti differenti vengono fatti crescere uno sopra l'altro in modo da ottenere che la struttura cristallina di tutto il cristallo sia compatibile e priva di difetti. Il fascio laser inoltre risulta verticalmente confinato usando attorno alle regione attiva un semiconduttore a indice di rifrazione maggiore rispetto all'esterno (cladding).

82 Laser a semiconduttore (12/38) 82 Lo strato più interno è anche quello attivo quindi si ottiene l'emissione stimolata in corrispondenza del massimo di intensità del fascio laser (maggior numero di fotoni). Le lacune sono meno mobili quindi la ricombinazione (e quindi la zona attiva) è contenuta principalmente nella regione P. Per questo motivo si tende a crescere prima la regione N e poi le regione P mantenendo lo spessore di quest'ultima il più piccolo possibile e ricoprendola con l'elettrodo che ha anche la funzione di dissipare il calore.

83 Laser a semiconduttore (13/38) 83 Esistono due modi di crescere i vari strati: Tramite molecular beam epitaxy o MBE (epitassia a fascio molecolare). Tramite metallorganic chemical vapor deposition o MOCVD (Deposizione Chimica di Vapore Metalorganico).

84 Laser a semiconduttore (14/38) 84 La molecular beam epitaxy o MBE (epitassia a fascio molecolare) consente la sintesi di materiali in condizioni di non equilibrio come i super reticoli, ottenuti disponendo alternativamente, l'uno sopra l'altro, strati sottili di materiali diversi con periodicità reticolare simile a quella del substrato. Il wafer del substrato, che funge da struttura portante, insieme ad una serie di tubi chiusi contenenti gli elementi da depositare posti sottovuoto. Quando i tubi vengono aperti, sotto il controllo di un computer, gli elementi in essi contenuti si depositano nel substrato in uno strato epitassiale, cioè con strutture atomiche intimamente legata a quella del substrato.

85 Laser a semiconduttore (15/38) 85 La MBE permette la crescita di strati sottilissimi, films spessi solo qualche strato atomico, realizzando l'alternanza di materiali differenti, a seconda del contenitore in quel momento aperto, come se si dipingesse il substrato con vari strati di vernice. Il difetto fondamentale di questa tecnica è, però, la sua estrema lentezza (normalmente si ha la crescita di uno strato atomico per ogni secondo, e quindi circa un micron per ora) ed inoltre si può lavorare solo un wafer per volta.

86 Laser a semiconduttore (16/38) 86 La metallorganic chemical vapor deposition o MOCVD a differenza della MBE non necessita del vuoto. Anche qui bisogna depositare i vari elementi, alternativamente su un substrato. I materiali da depositare, sotto forma di gas, a pressione atmosferica, vengono messi a contatto con il substrato, riscaldato ad alte temperature, ed interagiscono con esso. Il rapporto di crescita dei vari strati è controllato variando il flusso dei gas nelle camere di deposizione. In questo caso pompe e valvole compiono il lavoro che prima era affidato all'apertura e chiusura dei tubi nella tecnica MBE.

87 Laser a semiconduttore (single spatial mode) (17/38) 87 Il diodo laser più comune è il single spatial mode (modo spaziale singolo). La caratteristica di questo laser è che la regione attiva ha spessore e caratteristiche di confinamento tali per cui è ammesso un solo profilo trasversale del modo (l'equivalente del TEM00 in un laser senza guida d'onda). Questo implica che il diodo ha uno spessore di 2-5 μm con un fascio emesso dalla superficie di altezza circa 1 μm e larghezza circa 3-4 μm. Larghezza 3-4 μm Altezza 1 μm

88 Laser a semiconduttore (single spatial mode) (18/38) Una volta lasciata la superficie laterale la luce diffrange in modo diverso. In particolare una volta lasciata la superficie la luce diffrange con un angolo misurato a metà altezza (FWHM) di 30 nella direzione verticale e 10 in quella orizzontale. La direzione verticale, perpendicolare al piano della giunzione prende il nome di asse veloce, quello orizzontale al piano della giunzione di asse lento. Apertura (FWHM) verticale 30 Apertura (FWHM) orizzontale 10 88

89 Laser a semiconduttore (single spatial mode) (19/38) Dal punto di vista ottico, a causa dell'elevata diffrazione il laser si comporta più similmente ad una sorgente puntiforme. La sorgente è tuttavia anamorfica poiché nelle direzioni dell'asse veloce e dell'asse lento il comportamento del fascio è diverso. Inoltre a causa della rugosità della superficie da cui esce il fascio i lasers a semiconduttore tendono ad essere astigmatici. Entrambi i difetti suddetti possono essere corretti tramite l'uso di apposite ottiche. Apertura (FWHM) verticale 30 Apertura (FWHM) orizzontale 10 89

90 Laser a semiconduttore (single spatial mode) (20/38) 90 Si è già visto nel sigle spatial mode laser che verticalmente il fascio è confinato da una guida a lastra. Lateralmente invece si riscontrano tre tipi di approccio. La presenza del conduttore tramite cui vengono immessi gli elettroni che alimentano l'effetto laser (pompa) ad disopra del semiconduttore definisce la regione in cui c'è guadagno e quindi definisce il laser lateralmente. Si parla in questo caso di gainguided laser.

91 Laser a semiconduttore (single spatial mode) (21/38) 91 Una piccola perturbazione nel multistrato epitassiale confina il fascio lateralmente e si parla di weak index-guided laser. Viene realizzata una guida che confina fortemente il fascio tramite una serie di step durante le crescita epitassiale e si parla di strong index-guided laser.

92 Laser a semiconduttore (single spatial mode) (22/38) 92 I laser single spatial mode sono utilizzati in tutte quelle applicazioni dove è necessario poter controllare la diffrazione del fascio come: Nel data storage (lettori CD, DVD, ecc.), che rappresenta il mercato maggiore per questa tipologia di dispositivo. Nella reprographic (fotocopiatrici, stampanti, ecc.). Nelle telecomunicazioni come pompa e sorgenti trasmissive delle fibre ottiche monomodo. A causa delle piccole dimensioni della guida, necessarie per ottenere un funzionamento monomodale del laser, la densità locale di potenza (che può danneggiare il semiconduttore, ma soprattutto la pareti riflettenti) e la difficoltà di dissipare il calore generato, limitano la potenza media a cui possono operare questi dispositivi sui mw.

93 Laser a semiconduttore (single spatial mode) (23/38) La maggior parte dei lasers per telecomunicazioni a bassa potenza sono index-guided per ottenere un fascio di alta qualità, stabile e monomodale. 93

94 Laser a semiconduttore (multimode laser) (24/38) 94 Il modo più semplice per ottenere un innalzamento della potenza è aumentare l'altezza della guida che contiene la regione attiva dai 2 4 μm dei lasers single spatial mode a μm. 50 μm

95 Laser a semiconduttore (multimode laser) (25/38) 95 Questi laser prendono il nome di multimode lasers (lasers multimodo perché la guida non è più monomodale) o broad-area lasers (lasers a area elevata). Possono generare potenze medie, da un'apertura di 100 μm si possono ottenere anche 2 W. Si osserva che l'incremento di potenza non cresce linearmente con l'area. Un incremento d'area di circa 30 volte rispetto ad un laser single spatial mode non porta ad un incremento della potenza emessa di 30 volte (bensì circa 5 volte). Se non devono essere integrati con altri dispositivi sono tipicamente gain-guided per mantenere bassi i costi di produzione. Non possono essere focalizzati efficacemente o essere efficacemente accoppiati in una fibra ottica.

96 Laser a semiconduttore (bars) (26/38) 96 Per ottenere potenze maggiori è possibile porre più diodi laser in parallelo formando bars (barre) o stacks of bars (strati di barre). Le bars sono composte da diodi integrati in un singolo chip. Le dimensioni standard sono di cm di lunghezza per μm di profondità. Ogni singola barra può emettere dai 20 ai 60 W in regime CW e più di 100 W in regime impulsato.

97 Laser a semiconduttore (bars) (27/38) Per dissipare l'elevata quantità di calore prodotto si richiede l'utilizzo di un dissipatore, in genere montato sulla regione P che può essere: Passivo (tipicamente di rame): delle alette di dissipazione raffreddano la barra di diodi. Attivo: la barra di diodi è montata su un supporto (tipicamente rame) che viene raffreddato tramite liquido refrigerante. Una combinazione dei due: il dissipatore viene a sua volta messo in contatto con il liquido di raffreddamento. WATER 97

98 Laser a semiconduttore (bars) (28/38) 98 Il pompaggio di una bar da 40 W richiede correnti nell'ordine dei A generate da una tensione di alimentazione nell'ordine dei 2 V. L'applicazione tipica delle barre è il pompaggio dei lasers allo stato solido. Commercialmente si trovano barre che emettono a varie lunghezze d'onda. Le più comuni sono 808 nm per pompare i lasers Nd:YAG ma anche 785, e 940 nm.

99 Laser a semiconduttore (stacks) (29/38) 99 Potenze ancora maggiori si possono ottenere montando barre di diodi una sopra l'altra a formare un multistrato (stack). Il posizionamento in serie delle bars ha la caratteristica di richiedere un aumento del voltaggio di alimentazione mentre la corrente assorbita continua ad essere quella di una singola barra.

100 Laser a semiconduttore (stacks) (30/38) Il calore prodotto da stacks da oltre una decina di watt necessita praticamente sempre di un sistema di dissipazione attivo. Potenze superiori al kw in regime CW si sono ottenute sovrapponendo 20 e più barre opportunamente raffreddate a liquido. 100

101 Laser a semiconduttore (stacks) (31/38) 101 Uno stack può essere focalizzato tramite una serie di lenti posizionate di fronte ad ogni singolo diodo laser. Data la limitata dimensione delle lenti (il diametro è inferiore al millimetro) si parla di micro-ottiche. Un ulteriore approccio consiste nell'accoppiare i laser direttamente con delle fibre ottiche (monomodo o multimodo) ricombinando poi i vari fasci in prossimità del punto di utilizzo del fascio laser. Si parla in questo caso di fiber-bundle.

102 Laser a semiconduttore (stacks) (32/38) 102 I focalizzatori fiber-coupled di fasci laser a media potenza trovano applicazione nell'ablazione termica (per esempio di denti) e negli interventi chirurgici, ma anche il processo di materiali non metallici quali la plastica e in alcune operazioni di microsaldatura.

103 Laser a semiconduttore (DFB) (33/38) 103 In precedenza, soprattutto nell'applicazione dei lasers single spatial mode si è parlato della necessità di avere un solo modo longitudinale, questo soprattutto nell'ambito delle telecomunicazioni dove sono richieste sorgenti ottiche prive di rumore a banda stretta. Questo si può ottenere in modo efficace grazie al distributed-feedback laser (DFB). questo laser viene In adoperato un grating (una struttura corrugata) posto all'interno del laser in sostituzione dei due specchi per amplificare l'effetto della regione attiva.

104 Laser a semiconduttore (DFB) (34/38) 104 Ogni discontinuità del grating provoca una piccola riflessione all'interno della struttura. Se il grating è regolare (le corrugazioni sono periodiche) la struttura opera ad una singola frequenza (quella a cui i contributi si sommano tutti in fase). Questo fa si che il laser funzioni ad una sola lunghezza d'onda che rimane tale anche variando e modulando la corrente di pompa. Commercialmente si trovano DFB lasers a 1300 e 1550 nm per essere perfettamente compatibili con le fibre ottiche monomodo per telecomunicazioni. Molti DFB lasers commerciali con potenze da 1 a 35 mw sono disponibili già intestati su fibra ottica.

105 Laser a semiconduttore (VCSEL) (35/38) 105 Sebbene la quasi totalità dei laser prodotti emettono lateralmente, sono stati recentemente sviluppati dei lasers in grado di emettere verticalmente rispetto al substrato sui quali vengono cresciuti. Prendono il nome di vertical-cavity surface-emitting lasers (VCSEL). Gli specchi sono realizzati crescendo due multistrato dielettrici uno sopra e uno sotto la regione attiva (un multistrato si comporta come uno specchio a delle precise lunghezze d'onda).

106 Laser a semiconduttore (VCSEL) (36/38) 106 Il confinamento laterale si ottiene invece per gainguiding o tramite un anello di AlAs ossidato. Le strutture sono molto più difficili da crescere che quelle tradizionali, ma hanno la caratteristica di non necessitare la lappatura delle superfici e quindi possono essere testati direttamente a livello di wafer poiché alla fine di questa fase sono completi. Questo semplifica le fasi successive a quella di crescita e riduce il costo totale del dispositivo finito.

107 Laser a semiconduttore (VCSEL) (37/38) 107 Un altro vantaggio di queste strutture è la bassa corrente di soglia, sotto il ma. Il fascio prodotto dal dispositivo ha bassa divergenza e simmetria di rotazione quindi si presta ad essere accoppiato facilmente con le fibre ottiche. Per queste sue caratteristiche il VCSEL trova applicazione nei collegamenti punto-punto a basso costo con fibra ottica multimodale, in particolare se usato in bars o stacks.

108 Laser a semiconduttore (38/38) Single longitudinal mode Coloranti 108

109 Laser ad eccimeri (1/16) 109 Sono laser che emettono impulsi direttamente nell'ultravioletto senza la necessità di complesse conversioni di lunghezza d'onda. Le lunghezze d'onda più comuni sono 157, 193, 248, 308 e 351 nm. Le potenze di picco possono raggiungere i 109 W in impulsi di circa 5 ns.

110 Laser ad eccimeri (2/16) 110 Eccimero deriva dall'inglese excimer che è un'abbreviazione di excited dimer (dimero eccitato) che indica una molecola formata da due atomi dello stesso tipo (per esempio F2). Il nome eccimero si estende ormai abitualmente anche alle molecole composte da due atomi diversi (per esempio XeCl). Nei lasers ad eccimeri il materiale attivo è composto da una molecola composta da un atomo di un gas inerte e da un atomo di alogeno e può esistere solo in uno stato elettrico eccitato. Allo stato neutro invece gli atomi si respingono o al limite sono solo lievemente legati. L'efficienza del laser è dell' 1 4 %.

111 Laser ad eccimeri (3/16) 111 Si prenda per esempio l'eccimero KrF (fluorato di kripton). L'eccimero si forma facendo reagire del Kr+ (Kr ionizzato positivamente) con del F- (F ionizzato negativamente) a formare un legame di tipo coulombiano. Le reazioni chimiche che avvengono in questo laser sono: e- + F2 F- + F e- + Kr 2e- + Kr+ Kr+ + F- +Ne KrF* + Ne dove l'asterisco significa che la molecola è in uno stato eccitato. La presenza del Ne (detto partner) nell'ultima reazione è necessaria per assorbire l'energia cinetica in eccesso degli atomi di Kr e F altrimenti la reazione non ha luogo.

112 Laser ad eccimeri (4/16) 112 Affinché le 3 reazioni avvengano insieme con un'elevata probabilità è necessario che il gas sia ad alta pressione (diverse atmosfere). Dal suo stato eccitato la molecola KrF* tende a dissociarsi velocemente per portarsi in uno stato di quiete. Questo comporta che l'emissione stimolata è molto agevolata la cui diretta conseguenza è un elevato guadagno del mezzo attivo che permette l'utilizzo di risuonatori semplici. Il pompaggio avviene facendo passare una scarica tra due elettrodi posti trasversalmente rispetto al flusso del gas.

113 Laser ad eccimeri (5/16) 113 Il laser è ad autospegnimento e tra due impulsi consecutivi è necessario che il gas nella regione attiva venga totalmente sostituito per evitare instabilità nella scarica di pompa. La preionizzazione del gas è una condizione per ottenere una scarica uniforme. Una presenza di elettroni di elettroni/cm3 permette una scarica uniforme. Vengono adoperati anche stabilizzazioni attive del fascio laser la cui potenza tenderebbe a diminuire nel tempo a causa dell'esaurimento dell'alogeno che ad ogni scarica tende a reagire con il metallo degli elettrodi e a formare una molecola stabile. La diminuizione dell'alogeno a disposizione porta ad una riduzione della potenza generata.

114 Laser ad eccimeri (6/16) 114 La vita del gas utilizzato in un laser ad eccimeri è di dirca impulsi generati. Durante questo periodo di funzionamento è comunque necessario reintegrare l'alogeno che si ricombina. A causa di questo elevato consumo di gas il laser ad eccimeri è considerato operativamente dispendioso. In realtà il costo maggiore per tale tipo di laser è quello del tubo e degli elettrodi (che devono essere di acciaio inossidabile) che vengono erosi visto le elevate energie in gioco durante il funzionamento e quello delle ottiche che tendono a contaminarsi a causa delle reazioni chimiche e a perdere quindi di efficienza. Con opportune riduzioni dei contaminanti nel gas insieme a avanzati sistemi di pulizia del gas hanno portato la necessità di interventi sul tubo ogni circa 109 impulsi generati.

115 Laser ad eccimeri (7/16) 115 Ripartizione dei costi di funzionamento di un laser KrF da 100 W per applicazioni industriali La cavità risonante di un laser ad eccimeri e tipicamente composta da uno specchio dielettrico piano ad alta riflettività e da uno specchio di CaF2 o MgF2 con riflettività del 5 30 % (sufficiente dato l'elevato guadagno del mezzo attivo).

116 Laser ad eccimeri (8/16) 116 In ambito scientifico il laser trova i seguenti impieghi: Come pompa per i lasers a coloranti utilizzati in spettroscopia. Per la produzione di films sottili. In questo metodo, un fascio laser ad alta potenza viene focalizzato su di un bersaglio in una camera a vuoto. Un substrato viene posto in prossimità del bersaglio. Il plasma prodotto dall'ablazione prodotta dal fascio laser si deposita uniformemente sul substrato. Per misure spettrografiche delle combustioni.

117 Laser ad eccimeri (9/16) 117 In ambito industriale e medico il vantaggio principale del laser ad eccimeri è la sua capacità di compiere ablazioni fredde. Laser operanti a lunghezze d'onda superiori infatti possono essere visti come una forte sorgente di luce localizzata che rimuove o taglia il materiale per effetto termico che fa evaporare localmente il materiale. Purtroppo in questa modalità operativa il calore sviluppato danneggia anche il materiale circostante. Al contrario la radiazione ultavioletta del laser ad eccimeri viene assorbita dai legami tra atomi del materiale che si rompono. Questo permette al laser di rompere direttamente i legami atomici senza scaldare il materiale. Questo processo viene chiamato cold ablation (ablazione a freddo). Associato alla durata limitata degli impulsi questo permette il processo dei materiali senza virtualmente danneggiare il materiale periferico.

118 Laser ad eccimeri (10/16) 1 ev = 1,602177*10-19 J Capacità del laser ad eccimeri di operare l'ablazione a freddo: se un fotone con energia simile a quella del legame chimico colpisce una molecola il legame si spezza 118

119 Laser ad eccimeri (11/16) 119 Poiché il limite di focalizzazione di un fascio e la risoluzione di una maschera proiettata su una superficie sono limitate dalla diffrazione che dipende linearmente dalla lunghezza d'onda, le piccole lunghezze d'onda in gioco permettono elevate risoluzioni spaziali. Testo scritto con un laser ad eccimeri su di un capello umano.

120 Laser ad eccimeri (12/16) Il laser ad eccimeri viene adoperato per bucare substrati di dielettrico con buchi da 30 a 100 μm di diametro fino a profondità di 0.5 mm. 120

121 Laser ad eccimeri (13/16) 121 Un'altra applicazione è la preparazione delle membrane che formano la testina di stampa delle stampanti a getto d'inchiostro. In questo caso una serie di fori da cui fluisce l'inchiostro devono essere fabbricati con estrema precisione.

122 Laser ad eccimeri (14/16) 122 I processi di fotolitografia a 0.25 e 0.18 μm utilizzati per esempio nella produzione delle memorie DRAM utilizzano i laser ad eccimeri a 248 e 193 nm. I processi a 70 nm utilizzano invece i lasers a 157 nm (in questo caso si superano i limiti imposti dalla diffrazione immergendo la maschera in liquidi ad indice di rifrazione elevato). Lo spettro della radiazione di un laser ad eccimeri è tipicamente attorno ai 0.5 nm, tuttavia per la fotolitografia sono disponibili apparati con larghezza di banda ridotta a meno di 1 pm allo scopo di eliminare dispersioni cromatiche. Tale riga è ottenuta tramite dispositivi dispersivi, gratings, prismi e risuonatori posti direttamente nella cavità risonante. La sua stabilità viene inoltre monitorata e stabilizzata con un'accuratezza di 0.1 pm per ottenere il massimo rendimento dalle ottiche che funzionano solo con luce monocromatica.

123 Laser ad eccimeri (15/16) 123

124 Laser ad eccimeri (16/16) Il laser a 193 nm viene utilizzato in cheratectomia fotorefrattiva per aportare piccole porzioni di cornea e correggere la miopia. 124 Il laser a XeCl che emette a 308 nm viene invece utilizzato in angioplastica. In questo caso il fascio viene accoppiato direttamente in una fibra ottica di quarzo con diametro di mm che vengono inserite nei vasi sanguigni e permettono di raggiungere le placche sulle pareti delle arterie e rimuoverle.

125 Ricapitolando 125

Laser Fabry-Perot Distributed Feedback Laser. Sorgenti ottiche. F. Poli. 22 aprile 2008. F. Poli Sorgenti ottiche

Laser Fabry-Perot Distributed Feedback Laser. Sorgenti ottiche. F. Poli. 22 aprile 2008. F. Poli Sorgenti ottiche Sorgenti ottiche F. Poli 22 aprile 2008 Outline Laser Fabry-Perot 1 Laser Fabry-Perot 2 Laser Fabry-Perot Proprietà: sorgente maggiormente utilizzata per i sistemi di telecomunicazione in fibra ottica:

Dettagli

Dispositivi optoelettronici (1)

Dispositivi optoelettronici (1) Dispositivi optoelettronici (1) Sono dispositivi dove giocano un ruolo fondamentale sia le correnti elettriche che i fotoni, le particelle base della radiazione elettromagnetica. Le onde elettromagnetiche

Dettagli

INTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA

INTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA INTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA Il nucleo (o core ) di una fibra ottica è costituito da vetro ad elevatissima purezza, dal momento che la luce deve attraversare migliaia di metri di vetro del nucleo.

Dettagli

I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO. ---- Fotoemettitori e Fotorivelatori ---- Materia: Telecomunicazioni. prof. Ing. Zumpano Luigi. Filippelli Maria Fortunata

I.P.S.I.A. Di BOCCHIGLIERO. ---- Fotoemettitori e Fotorivelatori ---- Materia: Telecomunicazioni. prof. Ing. Zumpano Luigi. Filippelli Maria Fortunata I..S.I.A. Di BOCCHIGLIERO a.s. 2010/2011 -classe III- Materia: Telecomunicazioni ---- Fotoemettitori e Fotorivelatori ---- alunna Filippelli Maria Fortunata prof. Ing. Zumpano Luigi Fotoemettitori e fotorivelatori

Dettagli

EMISSIONE E ASSORBIMENTO DI LUCE DA PARTE DELLA MATERIA

EMISSIONE E ASSORBIMENTO DI LUCE DA PARTE DELLA MATERIA EMISSIONE E ASSORBIMENTO DI LUCE DA PARTE DELLA MATERIA Poiché la luce è energia trasportata da oscillazioni del campo elettrico (fotoni) e la materia è fatta di particelle elettricamente cariche (atomi

Dettagli

IL LASER. Principio di funzionamento.

IL LASER. Principio di funzionamento. IL LASER Acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione di luce per mezzo di emissione stimolata di radiazione), è un amplificatore coerente di fotoni, cioè un dispositivo

Dettagli

Polimeri semiconduttori negli OLED

Polimeri semiconduttori negli OLED Polimeri semiconduttori negli OLED Nella figura viene mostrato uno schema di funzionamento di un Organic Light Emitting Diode (OLED). Il catodo e formato da un elettrodo di Alluminio (Magnesio o Calcio)

Dettagli

Genova 15 01 14 TIPOLOGIE DI LAMPADE

Genova 15 01 14 TIPOLOGIE DI LAMPADE Genova 15 01 14 TIPOLOGIE DI LAMPADE Le lampade a vapori di mercurio sono sicuramente le sorgenti di radiazione UV più utilizzate nella disinfezione delle acque destinate al consumo umano in quanto offrono

Dettagli

Un altro importante parametro di questo processo è la risoluzione che rappresenta la distanza minima che la litografia può apprezzare.

Un altro importante parametro di questo processo è la risoluzione che rappresenta la distanza minima che la litografia può apprezzare. TECNICHE LITOGRAFICHE La litografia è un processo basilare nella realizzazione di circuiti integrati,esso consiste nel depositare un materiale detto resist sul wafer da processare che una volta esposto

Dettagli

Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose.

Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose. Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose. 2.1 Spettro di emissione Lo spettro di emissione di

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

Propagazione in fibra ottica

Propagazione in fibra ottica Propagazione in fibra ottica Struttura delle fibre ottiche In questa sezione si affronteranno: Modi in fibra ottica Dispersione multimodale Confronto multimodo-singolo modo. I modi in fibra ottica Il campo

Dettagli

Cold Plate BREVETTATO

Cold Plate BREVETTATO L uso di dissipatori ad acqua si sta sempre più diffondendo per rispondere all esigenza di dissipare elevate potenze in spazi contenuti e senza l adozione di ventole con elevate portate d aria. Infatti,

Dettagli

I collettori solari termici

I collettori solari termici I collettori solari termici a cura di Flavio CONTI, ing. LUVINATE (Varese) Tel. 0332 821398 Collettori solari a BASSA temperatura I collettori solari a bassa temperatura utilizzati normalmente negli impianti

Dettagli

Coerenza. Risonatori e struttura a modi

Coerenza. Risonatori e struttura a modi Laser L amplificazione (oscillazione) si ottiene facilmente a frequenze dell ordine di 10 10 Hz (microonde) mentre e più difficile da ottenere a frequenze ottiche 10 15 Hz, perché: ~ 3 Il livello superiore

Dettagli

Interferenza e diffrazione

Interferenza e diffrazione Interferenza e diffrazione La radiazione elettromagnetica proveniente da diverse sorgenti si sovrappongono in ogni punto combinando l intensita INTERFERENZA Quando la radiazione elettromagnetica passa

Dettagli

Prove di Accettazione e Controlli periodici delle apparecchiature laser

Prove di Accettazione e Controlli periodici delle apparecchiature laser Prove di Accettazione e Controlli periodici delle apparecchiature laser Andrea Guasti U.O.C. Fisica Sanitaria Azienda Ospedaliera Universitaria Senese 4 set 01 c I controlli di qualità comprendono

Dettagli

La corrente elettrica

La corrente elettrica PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE Fondo Sociale Europeo "Competenze per lo Sviluppo" Obiettivo C-Azione C1: Dall esperienza alla legge: la Fisica in Laboratorio La corrente elettrica Sommario 1) Corrente elettrica

Dettagli

Introduzione alle fibre ottiche

Introduzione alle fibre ottiche Introduzione alle fibre ottiche Struttura delle fibre ottiche Una fibra ottica è sostanzialmente un cilindro (solitamente in vetro) con una parte centrale, detta core, con un indice di rifrazione superiore

Dettagli

INTERVENTO DI CLAUDIA RICCARDI PLASMAPROMETEO - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano - Bicocca

INTERVENTO DI CLAUDIA RICCARDI PLASMAPROMETEO - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano - Bicocca INTERVENTO DI CLAUDIA RICCARDI PLASMAPROMETEO - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano - Bicocca La ricerca come strumento per lo sviluppo aziendale: sinergia tra università e industria

Dettagli

LA GIUNZIONE PN. Sulla base delle proprietà elettriche i materiali si classificano in: conduttori semiconduttori isolanti

LA GIUNZIONE PN. Sulla base delle proprietà elettriche i materiali si classificano in: conduttori semiconduttori isolanti LA GIUNZIONE PN Sulla base delle proprietà chimiche e della teoria di Bohr sulla struttura dell atomo (nucleo costituito da protoni e orbitali via via più esterni in cui si distribuiscono gli elettroni),

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

Generatore radiologico

Generatore radiologico Generatore radiologico Radiazioni artificiali alimentazione: corrente elettrica www.med.unipg.it/ac/rad/ www.etsrm.it oscar fiorucci. laurea.tecn.radiol@ospedale.perugia.it Impianto radiologico trasformatore

Dettagli

LA TERMOGRAFIA SPETTRO ONDE ELETTROMAGNETICHE

LA TERMOGRAFIA SPETTRO ONDE ELETTROMAGNETICHE SPETTRO ONDE ELETTROMAGNETICHE La radiazione elettromagnetica è un mezzo di trasmissione dell energia sotto forma di onde aventi entrambe le componenti elettriche e magnetiche. La sequenza ordinata delle

Dettagli

Realizzazione di un Autocorrelatore a Singolo Impulso a DYE

Realizzazione di un Autocorrelatore a Singolo Impulso a DYE Prot. n. 518 del 23 dicembre 2002 IPCF Rapporto Interno N. 1/122002 Realizzazione di un Autocorrelatore a Singolo Impulso a DYE Marco Galimberti Laboratorio per l Irraggiamento con Laser Intensi, IPCF,

Dettagli

COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA

COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA Il principio di funzionamento: la cella fotovoltaica Le celle fotovoltaiche consentono di trasformare direttamente la radiazione solare in energia elettrica,

Dettagli

RIVELAZIONE DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI. Nelle tecniche di rivelazione delle radiazioni ionizzanti le grandezze da rivelare possono essere diverse:

RIVELAZIONE DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI. Nelle tecniche di rivelazione delle radiazioni ionizzanti le grandezze da rivelare possono essere diverse: RIVELAZIONE DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI Nelle tecniche di rivelazione delle radiazioni ionizzanti le grandezze da rivelare possono essere diverse: -Fluenza di particelle -Fluenza di energia -Informazioni

Dettagli

Materiali, Sviluppo, Soluzioni. Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro

Materiali, Sviluppo, Soluzioni. Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro Materiali, Sviluppo, Soluzioni Prodotti di Molibdeno per la industria del vetro H.C. Starck, Molibdeno Materiali come il molibdeno e il tungsteno, sono vitali per le applicazioni di fusione, omogeneizzazione

Dettagli

IL FOTOVOLTAICO E L ARCHITETTURA

IL FOTOVOLTAICO E L ARCHITETTURA IL FOTOVOLTAICO E L ARCHITETTURA Prof. Paolo ZAZZINI Ing. Nicola SIMIONATO COME FUNZIONA UNA CELLA FOTOVOLTAICA EFFETTO FOTOVOLTAICO: Un flusso luminoso che incide su un materiale semiconduttore opportunamente

Dettagli

Campione sciolto in un solvente (deuterato) e. posto in un tubo. di vetro a pareti sottili di diametro di 5 mm e lungo circa 20 cm

Campione sciolto in un solvente (deuterato) e. posto in un tubo. di vetro a pareti sottili di diametro di 5 mm e lungo circa 20 cm posto in un tubo Campione sciolto in un solvente (deuterato) e di vetro a pareti sottili di diametro di 5 mm e lungo circa 20 cm o spettrometro NMR è formato da alcuni mponenti fondamentali: un magnete,

Dettagli

Si classifica come una grandezza intensiva

Si classifica come una grandezza intensiva CAP 13: MISURE DI TEMPERATURA La temperatura È osservata attraverso gli effetti che provoca nelle sostanze e negli oggetti Si classifica come una grandezza intensiva Può essere considerata una stima del

Dettagli

LE VALVOLE TERMOSTATICHE

LE VALVOLE TERMOSTATICHE LE VALVOLE TERMOSTATICHE Per classificare ed individuare le valvole termostatiche si deve valutare che cosa si vuole ottenere dal loro funzionamento. Per raggiungere un risparmio energetico (cosa per la

Dettagli

Regole della mano destra.

Regole della mano destra. Regole della mano destra. Macchina in continua con una spira e collettore. Macchina in continua con due spire e collettore. Macchina in continua: schematizzazione di indotto. Macchina in continua. Schematizzazione

Dettagli

Esercizi su elettrostatica, magnetismo, circuiti elettrici, interferenza e diffrazione

Esercizi su elettrostatica, magnetismo, circuiti elettrici, interferenza e diffrazione Esercizi su elettrostatica, magnetismo, circuiti elettrici, interferenza e diffrazione 1. L elettrone ha una massa di 9.1 10-31 kg ed una carica elettrica di -1.6 10-19 C. Ricordando che la forza gravitazionale

Dettagli

Collettori solari. 1. Elementi di un collettore a piastra

Collettori solari. 1. Elementi di un collettore a piastra Collettori solari Nel documento Energia solare abbiamo esposto quegli aspetti della radiazione solare che riguardano l energia solare e la sua intensità. In questo documento saranno trattati gli aspetti

Dettagli

LAVORAZIONI NON CONVENZIONALI TECNOLOGIA LASER

LAVORAZIONI NON CONVENZIONALI TECNOLOGIA LASER LAVORAZIONI NON CONVENZIONALI TECNOLOGIA LASER LASER = LIGHT AMPLIFICATION BY SIMULATED EMISSION OF RADIATION Amplificazione della luce mediante l emissione stimolata della radiazione Il LASER è una particolare

Dettagli

Lavori intelligenti per il risparmio energetico

Lavori intelligenti per il risparmio energetico Città di San Donà di Piave Assessorato all Ambiente SPORTELLO ENERGIA Lavori intelligenti per il risparmio energetico SOLARE TERMICO Un impianto a collettori solari (anche detto a pannelli solari termici

Dettagli

COMPARAZIONE COSTI LAMPADE AI VAPORI DI MERCURIO AL ALTA PRESSIONE VS LED BAY ECOMAA

COMPARAZIONE COSTI LAMPADE AI VAPORI DI MERCURIO AL ALTA PRESSIONE VS LED BAY ECOMAA COMPARAZIONE COSTI LAMPADE AI VAPORI DI MERCURIO AL ALTA PRESSIONE VS LED BAY ECOMAA VANTAGGI E SVANTAGGI DELLE PRINCIPALI LAMPADE UTILIZZATE NELL ILLUMINAZIONE DI FABBRICATI NON RESIDENZIALI, FABBRICHE,

Dettagli

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul

Dettagli

LASER è l acronimo di

LASER è l acronimo di LASER è l acronimo di ovvero: amplificazione luminosa per mezzo di emissione stimolata di radiazioni. LASER Il fenomeno fisico sul quale si base il suo funzionamento è quello dell'emissione stimolata,

Dettagli

International Textil Education. Machinery Division. Manuale per la stampa a trasferimento termico

International Textil Education. Machinery Division. Manuale per la stampa a trasferimento termico Machinery Division Manuale per la stampa a trasferimento termico Manuale per la stampa a trasferimento termico STAMPA A TRASFERIMENTO TERMICO.....4 Principio di funzionamento.4 SRUTTURA INTERNA...5 Testina

Dettagli

APPLICATION SHEET Luglio

APPLICATION SHEET Luglio Indice 1. Descrizione dell applicazione 2. Applicazione - Dati 3. Selezione del prodotto e dimensionamento 4. Soluzione Motovario 1. Descrizione dell applicazione Gli schermi per campi da cricket fanno

Dettagli

Associazione Politico Culturale ALBA NUOVA e COPERTINO MEETUP LAMPADE VOTIVE LED

Associazione Politico Culturale ALBA NUOVA e COPERTINO MEETUP LAMPADE VOTIVE LED LAMPADE VOTIVE LED INTRODUZIONE... 3 DATI TECNICI... 3 LE LAMPADINE AD INCANDESCENZA... 3 LE LAMPADINE A LED... 3 IL RISPARMIO ENERGETICO... 4 ALTRI VANTAGGI... 4 COSTI... 5 Analisi dei costi di gestione

Dettagli

PANNELLI SOLARI TERMICI PANNELLI SOLARI FOTOVOLTAICI

PANNELLI SOLARI TERMICI PANNELLI SOLARI FOTOVOLTAICI PANNELLI SOLARI I pannelli solari utilizzano l'energia solare per trasformarla in energia utile e calore per le attività dell'uomo. PANNELLI SOLARI FOTOVOLTAICI PANNELLI SOLARI TERMICI PANNELLI SOLARI

Dettagli

Il Solare Termodinamico per la Produzione di Energia Elettrica e Calore a Media Temperatura

Il Solare Termodinamico per la Produzione di Energia Elettrica e Calore a Media Temperatura Efficienza Energetica, il forziere nascosto dell industria sarda Il Solare Termodinamico per la Produzione di Energia Elettrica e Calore a Media Temperatura Prof. Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria

Dettagli

Una sorgente luminosa artificiale è generalmente costituita da due parti:

Una sorgente luminosa artificiale è generalmente costituita da due parti: Illuminotecnica Sorgenti luminose artificiali Definizioni Una sorgente luminosa artificiale è generalmente costituita da due parti: La lampada L apparecchio illuminante Le lampade, preposte alla conversione

Dettagli

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo diverse metodologie. 1 La tempra termica (o fisica) si basa

Dettagli

Riscaldatori a cartuccia

Riscaldatori a cartuccia Riscaldatori a cartuccia Cartuccia Pg01 di 14 2011-01 E.M.P. Srl - Italy - www.emp.it Riscaldatori a cartuccia HD Alta densità di potenza Descrizione La tecnologia costruttiva dei riscaldatori a cartuccia

Dettagli

SUPERLUMINESCENT DIODES (SLDs)

SUPERLUMINESCENT DIODES (SLDs) SUPERLUMINESCENT DIODES (SLDs) Emission spectra and L-I characteristics Capitolo 3 Applicazioni degli SLED. I LED superluminescenti vengono utilizzati in varie applicazioni in cui è richiesta una

Dettagli

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari.

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari. Spettrofotometria. Con questo termine si intende l utilizzo della luce nella misura delle concentrazioni chimiche. Per affrontare questo argomento dovremo conoscere: Natura e proprietà della luce. Cosa

Dettagli

I CIRCUITI ELETTRICI

I CIRCUITI ELETTRICI I CIRCUITI ELETTRICI Ogni dispositivo elettronico funziona grazie a dei circuiti elettrici. Le grandezze che descrivono un circuito elettrico sono: l intensità di corrente elettrica (i), cioè la carica

Dettagli

1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini 1.1 Caratteristiche ottiche dei materiali oftalmici

1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini 1.1 Caratteristiche ottiche dei materiali oftalmici 1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini Esaminiamo in questo capitolo le principali caratteristiche dei vari materiali utilizzati nel campo dell'ottica oftalmica,

Dettagli

LG -Lampade compatte a led Nozioni generali e principali caratteristiche

LG -Lampade compatte a led Nozioni generali e principali caratteristiche LG -Lampade compatte a led Nozioni generali e principali caratteristiche STRUTTURA della LAMPADA LG Possiamo individuare 3 componenti principali che formano la lampada compatta a led (1) Led e diffusore

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

2 Qual è il guadagno totale di due stadi amplificatori da 6 db e da 3 db : A 4,5 db B 9 db C 6 db

2 Qual è il guadagno totale di due stadi amplificatori da 6 db e da 3 db : A 4,5 db B 9 db C 6 db 3.- CIRCUITI 3.1.- Combinazione dei componenti: Circuiti in serie e in parallelo di resistori, bobine, condensatori, trasformatori e diodi - Corrente e tensione nei circuiti Impedenza. 3.2.- Filtri: Filtri

Dettagli

PIANO DIDATTICO SCIENZA DEI MATERIALI PER LA CONVERSIONE FOTOVOLTAICA

PIANO DIDATTICO SCIENZA DEI MATERIALI PER LA CONVERSIONE FOTOVOLTAICA PIANO DIDATTICO SCIENZA DEI MATERIALI PER LA CONVERSIONE FOTOVOLTAICA Celle solari: dai mirtilli agli spaghetti CONVERSIONE FOTOVOLTAICA: L ENERGIA DEL FUTURO v Energia inesauribile e rinnovabile v Non

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

Cos è una. pompa di calore?

Cos è una. pompa di calore? Cos è una pompa di calore? !? La pompa di calore aria/acqua La pompa di calore (PDC) aria-acqua è una macchina in grado di trasferire energia termica (calore) dall aria esterna all acqua dell impianto

Dettagli

Il Laser in Odontoiatria e in fisioterapia

Il Laser in Odontoiatria e in fisioterapia Il Laser in Odontoiatria e in fisioterapia I laser utilizzati nello studio Laser a Diodi 810 nm Creation Laser Er-Yag Fotona Fidelis Er III Cos è il Laser odontoiatrico? Laser è un acronimo per: L = Light

Dettagli

La diffrazione. Lezioni d'autore

La diffrazione. Lezioni d'autore La diffrazione Lezioni d'autore Figure di diffrazione VIDEO Il potere risolutivo di un sistema ottico (I) Un esperienza classica sulle capacità di una persona di distinguere due oggetti vicini si realizza

Dettagli

I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE

I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE Nell ultima notte di osservazione abbiamo visto bellissime immagini della Galassia, delle sue stelle e delle nubi di gas che la compongono.

Dettagli

illuminazione artificiale

illuminazione artificiale illuminazione artificiale Illuminazione artificiale degli interni Il progetto di illuminazione degli interni deve essere studiato e calcolato in funzione della destinazione d uso e dei compiti visivi del

Dettagli

APPUNTI DI OPTOELETTRONICA FOTORIVELATORI

APPUNTI DI OPTOELETTRONICA FOTORIVELATORI APPUNTI DI OPTOELETTRONICA (ad uso libero ed esclusivo degli studenti) FOTORIVELATORI Autore: Massimo Brenci IROE-CNR Firenze Termopile Sfruttano il principio della termocoppia, nella quale il riscaldamento

Dettagli

Correnti e circuiti a corrente continua. La corrente elettrica

Correnti e circuiti a corrente continua. La corrente elettrica Correnti e circuiti a corrente continua La corrente elettrica Corrente elettrica: carica che fluisce attraverso la sezione di un conduttore in una unità di tempo Q t Q lim t 0 t ntensità di corrente media

Dettagli

Indagine sismica. MASW - Multichannel Analysis of Surface Waves

Indagine sismica. MASW - Multichannel Analysis of Surface Waves Indagine sismica MASW - Multichannel Analysis of Surface Waves relativa alla determinazione della stratigrafia sismica VS e del parametro VS30 in un'area di Sestri Levanti NS rif 09140SA Dott. Geol. Franco

Dettagli

Sistema di diagnosi CAR TEST

Sistema di diagnosi CAR TEST Data: 30/09/09 1 di 7 Sistema di diagnosi CAR TEST Il sistema di diagnosi CAR TEST venne convenientemente utilizzato per: - verificare che la scocca di un veicolo sia dimensionalmente conforme ai disegni

Dettagli

Introduzione all analisi dei segnali digitali.

Introduzione all analisi dei segnali digitali. Introduzione all analisi dei segnali digitali. Lezioni per il corso di Laboratorio di Fisica IV Isidoro Ferrante A.A. 2001/2002 1 Segnali analogici Si dice segnale la variazione di una qualsiasi grandezza

Dettagli

Sostituzione dei corpi illuminanti esistenti con corpi illuminanti Led

Sostituzione dei corpi illuminanti esistenti con corpi illuminanti Led EX FACOLTA DI INGEGNERIA Sostituzione dei corpi illuminanti esistenti con corpi illuminanti Led L impianto di illuminazione interna del complesso della ex Facoltà di Ingegneria è oggi tecnicamente obsoleto,

Dettagli

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro)

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) E dipendente dalla temperatura:capacità di riposizionamento di difetti ed atomi (diffusione

Dettagli

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi:

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi: LA COGENERAZIONE TERMICA ED ELETTRICA 1. Introduzione 2. Turbine a Gas 3. Turbine a vapore a ciclo combinato 4. Motori alternativi 5. Confronto tra le diverse soluzioni 6. Benefici ambientali 7. Vantaggi

Dettagli

CORRENTE ELETTRICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V 2 isolati tra loro V 2 > V 1 V 2

CORRENTE ELETTRICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V 2 isolati tra loro V 2 > V 1 V 2 COENTE ELETTICA Intensità e densità di corrente sistema formato da due conduttori carichi a potenziali V 1 e V isolati tra loro V > V 1 V V 1 Li colleghiamo mediante un conduttore Fase transitoria: sotto

Dettagli

Preferenza dei pannelli Fotovoltaici a quelli a Liquido refrigerante

Preferenza dei pannelli Fotovoltaici a quelli a Liquido refrigerante Preferenza dei pannelli Fotovoltaici a quelli a Liquido refrigerante L'effetto fotovoltaico si realizza quando un elettrone, presente nella banda di valenza di un materiale (generalmente semiconduttore),

Dettagli

LYNX FL. Macchina da taglio laser fibra LVDGROUP.COM LAVORAZIONE LASER A PORTATA DI MANO

LYNX FL. Macchina da taglio laser fibra LVDGROUP.COM LAVORAZIONE LASER A PORTATA DI MANO Macchina da taglio laser fibra LYNX FL LAVORAZIONE LASER A PORTATA DI MANO LVDGROUP.COM LYNX FL ENTRA NEL MONDO DEL TAGLIO LASER Progettato per lavorazioni laser economicamente vantaggiose, il Lynx offre

Dettagli

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED

CONTROLLO IN TENSIONE DI LED Applicazioni Ver. 1.1 INTRODUZIONE CONTROLLO IN TENSIONE DI LED In questo documento vengono fornite delle informazioni circa la possibilità di pilotare diodi led tramite una sorgente in tensione. La trattazione

Dettagli

TERMOGRAFIA. Sono state effettuate ispezioni termografiche in un unica giornata (04/02/2008), gli edifici ispezionati sono:

TERMOGRAFIA. Sono state effettuate ispezioni termografiche in un unica giornata (04/02/2008), gli edifici ispezionati sono: GreenLab S.r.l. - 2008 TERMOGRAFIA Premessa TERMOGRAFIA Oggetto della presente relazione è una campagna di rilievi termografici effettuati presso diversi edifici nei comuni di Forni di Sopra, Lauco, Prato

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

Classificazione dei Sensori. (raccolta di lucidi)

Classificazione dei Sensori. (raccolta di lucidi) Classificazione dei Sensori (raccolta di lucidi) 1 Le grandezze fisiche da rilevare nei processi industriali possono essere di varia natura; generalmente queste quantità sono difficili da trasmettere e

Dettagli

Corso di DISPOSITIVI E SISTEMI PER LE COMUNICAZIONI IN FIBRA OTTICA

Corso di DISPOSITIVI E SISTEMI PER LE COMUNICAZIONI IN FIBRA OTTICA Università Mediterranea di Reggio Calabria - Facoltà di Ingegneria Corso di DISPOSITIVI E SISTEMI PER LE COMUNICAZIONI IN FIBRA OTTICA Prof. Ing. Riccardo Carotenuto Anno Accademico 2007/2008-1- SOMMARIO

Dettagli

Miglioramenti Energetici Solare Termico. Aslam Magenta - Ing. Mauro Mazzucchelli Anno Scolastico 2014-2015 81

Miglioramenti Energetici Solare Termico. Aslam Magenta - Ing. Mauro Mazzucchelli Anno Scolastico 2014-2015 81 Miglioramenti Energetici Solare Termico Scolastico 2014-2015 81 Sostituzione Generatore di Calore Sostituzione adeguamento sistema di Distribuzione Sostituzione del sistema di emissione Installazione Solare

Dettagli

Cenni sui trasduttori. Con particolare attenzione al settore marittimo

Cenni sui trasduttori. Con particolare attenzione al settore marittimo Cenni sui trasduttori Con particolare attenzione al settore marittimo DEFINIZIONI Un Trasduttore è un dispositivo che converte una grandezza fisica in un segnale di natura elettrica Un Sensore è l elemento

Dettagli

Tecnologie di saldatura per fusione

Tecnologie di saldatura per fusione La saldatura laser Tecnologie di saldatura per fusione saldatura ad arco (MIG, TIG, SAW, Plasma ecc.) saldatura a gas (ossiacetilenica, ossidrica ecc.) saldatura ad elettroscoria saldatura alluminotermica

Dettagli

Classe 3 D Bucci Arianna Evangelista Andrea Palombo Leonardo Ricci Alessia Progetto di Scienze a.s. 2013/2014. Prof.ssa Piacentini Veronica

Classe 3 D Bucci Arianna Evangelista Andrea Palombo Leonardo Ricci Alessia Progetto di Scienze a.s. 2013/2014. Prof.ssa Piacentini Veronica Classe 3 D Bucci Arianna Evangelista Andrea Palombo Leonardo Ricci Alessia Progetto di Scienze a.s. 2013/2014 Prof.ssa Piacentini Veronica La corrente elettrica La corrente elettrica è un flusso di elettroni

Dettagli

Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico

Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico Esercitazione N. 1 Misurazione di resistenza con metodo volt-amperometrico 1.1 Lo schema di misurazione Le principali grandezze elettriche che caratterizzano un bipolo in corrente continua, quali per esempio

Dettagli

Corrente elettrica. La disputa Galvani - Volta

Corrente elettrica. La disputa Galvani - Volta Corrente elettrica La disputa Galvani - Volta Galvani scopre che due bastoncini di metalli diversi, in una rana, ne fanno contrarre i muscoli Lo interpreta come energia vitale Volta attribuisce il fenomeno

Dettagli

Come funziona una centrale a ciclo combinato? Aggiungere l immagine sotto e fare un mix dei due testi di spiegazione del funzionamento

Come funziona una centrale a ciclo combinato? Aggiungere l immagine sotto e fare un mix dei due testi di spiegazione del funzionamento LA TECNOLOGIA DEL CICLO COMBINATO A GAS NATURALE La maggiore quantità di energia elettrica generata da Edison è prodotta da 28 centrali termoelettriche. Edison sviluppa, progetta e costruisce interamente,

Dettagli

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA La conoscenza delle grandezze elettriche fondamentali (corrente e tensione) è indispensabile per definire lo stato di un circuito elettrico. LA CORRENTE ELETTRICA DEFINIZIONE:

Dettagli

Amplificatori Audio di Potenza

Amplificatori Audio di Potenza Amplificatori Audio di Potenza Un amplificatore, semplificando al massimo, può essere visto come un oggetto in grado di aumentare il livello di un segnale. Ha quindi, generalmente, due porte: un ingresso

Dettagli

Spettroscopia atomica

Spettroscopia atomica Spettroscopia atomica La spettroscopia atomica è una tecnica di indagine qualitativa e quantitativa, in cui una sostanza viene decomposta negli atomi che la costituiscono tramite una fiamma, un fornetto

Dettagli

LEZIONE 5-6 ENERGIA TERMICA, TRASPORTO DEL CALORE (CONDUZIONE, CONVEZIONE) ESERCITAZIONI 2

LEZIONE 5-6 ENERGIA TERMICA, TRASPORTO DEL CALORE (CONDUZIONE, CONVEZIONE) ESERCITAZIONI 2 LEZIONE 5-6 ENERGIA TERMICA, TRASPORTO DEL CALORE (CONDUZIONE, CONVEZIONE) ESERCITAZIONI 2 Esercizio 11 Una pentola contiene 2 kg di acqua ad una temperatura iniziale di 17 C. Si vuole portare l'acqua

Dettagli

INDAGINI TERMOGRAFICHE

INDAGINI TERMOGRAFICHE INDAGINI TERMOGRAFICHE INDAGO SRL Via Sestri 15/4 16154 GENOVA SESTRI Sede Operativa: Corso Italia 26-18012 Bordighera (IM) Tel/Fax: 0184-998536 Mail: info@indagosrl.it - indago@pec.it La termografia Per

Dettagli

OPTOELETTRONICA I FOTORILEVATORI fotoresistenze Le foto resistenze sono costituite da un materiale semiconduttore di tipo N,come il solfuro di cadmio(cds) oppure da materiali fotosensibili come l ossido

Dettagli

Funzionamento del motore 4 tempi I componenti fondamentali del motore 4 tempi I componenti ausiliari del motore 4 tempi La trasmissione del moto Le innovazioni motoristiche L influenza dell aerodinamica

Dettagli

Inlon Engineering Srl Via Zara, 2 19123 La Spezia Italia Tel: +39 334 9104615 Fax: +39 0187 753322. Luci a led: per risparmiare e illuminare meglio

Inlon Engineering Srl Via Zara, 2 19123 La Spezia Italia Tel: +39 334 9104615 Fax: +39 0187 753322. Luci a led: per risparmiare e illuminare meglio Luci a led: per risparmiare e illuminare meglio La tecnologia LED La tecnologia LED può essere applicata ovunque o sostituita a qualsiasi altra sorgente luminosa: è il futuro dell illuminazione. Il loro

Dettagli

E 0 = E 1 2 + E 0. 2 = E h. = 3.2kV / m. 2 1 x. κ 1. κ 2 κ 1 E 1 = κ 2 E 2. = κ 1 E 1 x ε 0 = 8

E 0 = E 1 2 + E 0. 2 = E h. = 3.2kV / m. 2 1 x. κ 1. κ 2 κ 1 E 1 = κ 2 E 2. = κ 1 E 1 x ε 0 = 8 Solo Ingegneria dell Informazione e Ingegneria dell Energia (Canale 2 e DM 59) Problema Due condensatori piani C e C, uguali ad armature quadrate separate dalla distanza, sono connessi in parallelo. Lo

Dettagli

IMPIANTI RISCALDAMENTO Descrizione

IMPIANTI RISCALDAMENTO Descrizione Corso di IMPIANTI TECNICI per l EDILIZIA IMPIANTI RISCALDAMENTO Descrizione Prof. Paolo ZAZZINI Dipartimento INGEO Università G. D Annunzio Pescara www.lft.unich.it Impianto termico : Impianto tecnologico

Dettagli

I PRINCIPI DEL RISCALDAMENTO A MICROONDE

I PRINCIPI DEL RISCALDAMENTO A MICROONDE I PRINCIPI DEL RISCALDAMENTO A MICROONDE Prof. Paolo ARCIONI Dipartimento di Elettronica Università di Pavia UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA DEI MATERIALI E

Dettagli

Pannelli LED EcoDHOME serie CLLP

Pannelli LED EcoDHOME serie CLLP Pannelli LED EcoDHOME serie CLLP CLLP i pannelli LED di ultima generazione! I pannelli LED sono l ideale per l illuminazione pubblica e privata. Risparmi fino all 80% dei consumi elettrici! www.ecodhome.com/prodotti/pannelli-led.html

Dettagli

Sez. E Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione UGELLI E GETTI PER ARIA COMPRESSA AIR NOZZLES AND JETS

Sez. E Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione UGELLI E GETTI PER ARIA COMPRESSA AIR NOZZLES AND JETS Sez. E Sistemi e tecnologie ad aria compressa, di ausilio alla produzione DC COOLING Alternative cooling solutions UGELLI E GETTI PER ARIA COMPRESSA AIR NOZZLES AND JETS Documentazione non registrata,

Dettagli

Impianti di propulsione navale

Impianti di propulsione navale La potenza elettrica è normalmente generata a bordo da uno o più dei seguenti sistemi che possono funzionare isolati o in parallele tra loro: Gruppi diesel-alternatori ; Alternatori asse trascinati dal

Dettagli