MODELLO METODOLOGICO PER LA PROGETTAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI COMPETENCE BASED PER LA CREAZIONE D IMPRESA

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1 MODELLO FORMATIVO MODELLO METODOLOGICO PER LA PROGETTAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI COMPETENCE BASED PER LA CREAZIONE D IMPRESA ORGANISMO BILATERALE PER LA FORMAZIONE IN CAMPANIA

2 INDICE LO SCENARIO EUROPEO DI RIFERIMENTO... 3 LO SCENARIO ITALIANO... 9 Misure in favore della nuova imprenditorialità nei settori della produzione dei beni e dei servizi alle imprese... 9 Misure in favore della nuova imprenditorialità nel settore dei servizi Misure in favore della nuova imprenditorialità in agricoltura Misure in favore delle cooperative sociali INCENTIVI IN FAVORE DELL'AUTOIMPIEGO Misure in favore dell'autoimpiego in forma di microimpresa Misure in favore del lavoro autonomo IL MICRO CREDITO Credito all impresa Prestiti all economia sociale Misure in favore dell'autoimpiego in franchising BARRIERE DI ACCESSO ALLA CREAZIONE D IMPRESA PER LE PERSONE CON DIFFICOLTÀ PARTICOLARI Donne ed Impresa Giovani ed Imprenditorialità PREMESSA AL MODELLO ANALISI DEL BISOGNO FINALITÀ OBIETTIVI METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DEL CONTRATTO FORMATIVO METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE DEL PIANO DI VALUTAZIONE DEGLI OUTPUT DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO ESEMPIO DI PERCORSO DI APPRENDIMENTO COMPETENCE BASED PER LA REDAZIONE DEL BUSINESS PLAN PRESENTAZIONE DELL ESEMPIO DI PERCORSO DI APPRENDIMENTO COMPETENCE BASED PER LA REDAZIONE DEL BUSINESS PLAN RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI PROCESSI DI LAVORO PER LA ELABORAZIONE/REDAZIONE DEL BUSINESS PLAN SCOMPOSIZIONE DEI SINGOLI PROCESSI LAVORATIVI DENOMINAZIONE E DESCRIZIONE DELLA COMPETENZA ESEMPIO DI SCOMPOSIZIONE DELLA COMPETENZA NEI SINGOLI ELEMENTI COSTITUTIVI CONOSCENZE, ABILITÀ E COMPORTAMENTI ARCHITETTURA MODULARE DEL PERCORSO DI APPRENDIMENTO OBIETTIVI E CONTENUTI DEI MODULI ESEMPIO DI PROGETTAZIONE DI UN UNITÀ DIDATTICA DI TIPO CONOSCITIVO ESEMPIO DI PROGETTAZIONE DI UN UNITÀ DIDATTICA DI TIPO ABILITATIVA ESEMPIO DI PROGETTAZIONE DI UN UNITÀ DIDATTICA DI TIPO STRUMENTALE OBIETTIVI E DEI CONTENUTI DEL PROJECT WORK Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 2

3 LO SCENARIO EUROPEO DI RIFERIMENTO La Commissione con la Comunicazione dell 11 Febbraio 2004 al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo ed al Comitato delle Regioni ha definito il Piano di Azione per la promozione dell imprenditorialità. Nella comunicazione, la Commissione ha affermato che lo spirito imprenditoriale oltre ad essere il motore dell innovazione, della competitività e della crescita economica, sociale ed occupazionale dell'unione Europea, è anche un mezzo di sviluppo personale e può favorire la coesione sociale quando l opportunità di creare la propria impresa viene offerta a tutti, indipendentemente da estrazione sociale e collocazione geografica. L Unione europea (UE) si è quindi impegnata a promuovere lo spirito imprenditoriale nel quadro della sua strategia per la riforma strutturale dell'economia (definita dal Consiglio europeo di Lisbona nel marzo 2000 e successivamente confermata in occasione di numerose riunioni del Consiglio) e per costruire la sua futura forza economica e concorrenziale. Per sviluppare il suo potenziale imprenditoriale in modo completo, la Commissione ha evidenziato che l Unione Europea deve prendere misure energiche, capaci di rendere l Europa più attraente per le attività imprenditoriali, sebbene ciò non è sufficiente per alimentare la dinamica imprenditoriale; in altre parole, occorre favorire la diffusione della cultura imprenditoriale e la promozione attiva dei valori imprenditoriali. Il Piano d azione sullo spirito imprenditoriale è stato presentato dalla Commissione a seguito della pubblicazione nel 2003 del Libro Verde L imprenditorialità in Europa, basato su un ampio lavoro di ricerca di dati, di analisi, di indagini e di esperienze politiche e con un attenzione particolare ai due punti fondamentali per l Europa: Come produrre più imprenditori e Come stimolare la crescita delle imprese (un rapporto di sintesi può essere consultato all indirizzo internet: enterprise/entrepreneurship/green_paper/index.htm). Il piano d azione è stato adottato con il fine di incoraggiare sempre di più le persone a creare impresa e quindi a contribuire allo sviluppo dello spirito imprenditoriale, aiutandole a realizzare pienamente le loro ambizioni e fornendo loro un ambiente imprenditoriale favorevole. A tal proposito la Commissione ha previsto di agire sulle seguenti cinque aree di azione politica, identificate sulla base delle risposte pervenute da parte di coloro che hanno partecipato ai dibattiti seguiti alla pubblicazione del Libro Verde per rilanciare la dinamica imprenditoriale nell UE: 1 alimentare la cultura imprenditoriale 2 incoraggiare più persone a diventare imprenditori 3 orientare gli imprenditori verso la crescita e la competitività 4 migliorare il flusso dei finanziamenti 5 creare un quadro regolamentare e amministrativo più favorevole alle PMI In particolare: 1 alimentare la cultura imprenditoriale La consultazione seguita alla pubblicazione del Libro Verde ha messo in evidenza la necessità di migliorare l immagine degli imprenditori e di sensibilizzare maggiormente le persone alla carriera di imprenditore. La Commissione, nell intento di promuovere lo spirito imprenditoriale, ha presentato modelli di ruolo e sottolineato il comportamento responsabile di numerosi imprenditori per ciò che concerne le necessità attuali e future delle società europee. Per permettere a tutti di cogliere le opportunità secondo le loro attitudini e le loro ambizioni, le attività di promozione poste in essere nei piani di azione attivati dalla Commissione si sono basate sulla presentazione dei vari modi d'essere di un imprenditore (ad esempio orientato all espansione, artigianato, imprenditore a tempo parziale o cooperativo). Per sensibilizzare inoltre le capacità e le attitudini imprenditoriali tra i giovani, la Commissione ha promosso e continuerà a promuovere l'educazione all'imprenditorialità, grazie ad interventi mirati a livello di istituti scolastici (ad esempio giochi di ruolo). La Commissione inviterà gli Stati membri a iscrivere l'educazione all'imprenditorialità nei programmi di tutti gli istituti scolastici, ad organizzare campagne di sensibilizzazione, a proporre degli ausili didattici, Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 3

4 elaborare moduli di formazione per gli insegnanti e, in collaborazione con le organizzazioni professionali, associare gli imprenditori ai programmi di formazione. Inoltre, l insegnamento dell imprenditorialità nelle università deve essere accessibile a tutti gli studenti e ricercatori, specialmente nelle università tecniche. In questo modo, abbinando il potenziale scientifico alle competenze imprenditoriali, si potrà favorire la creazione di un maggior numero di imprese nei settori basati sulla conoscenza 2 incoraggiare più persone a diventare imprenditori Per la Commissione incoraggiare un maggior numero di persone a diventare imprenditori significa: - attenuare le conseguenze negative dell'insuccesso. Una migliore comprensione dell'insuccesso, ivi compresa la distinzione fra un fallimento onesto e un fallimento fraudolento è necessaria per attenuare la connotazione negativa dell'insuccesso. Il Piano predisposto prevede l attuazione di azioni finalizzate a raccogliere informazioni sull'individuazione delle difficoltà finanziarie, sui motivi di insuccesso, sugli ostacoli alla ripresa dell'attività e sulle caratteristiche degli imprenditori falliti che hanno avuto una seconda opportunità. Queste informazioni, utilizzate poi nell'ambito di campagne promozionali o in corsi di formazione, dovrebbero contribuire a ridurre il discredito per gli imprenditori falliti. Inoltre, è stato prevista la messa a punto di un test di autovalutazione che consentirà agli imprenditori di valutare la loro situazione finanziaria, ivi comprese le informazioni relative agli aiuti e alle procedure disponibili per il salvataggio dell'impresa; - facilitare le cessioni di imprese. Poiché il futuro imprenditore è in grado di ridurre il rischio di fallimento qualora riprenda un'impresa esistente invece di crearne una partendo dal nulla, l'ue dovrebbe evitare i casi di chiusura di queste imprese a causa degli ostacoli posti dall'ambiente fiscale o giuridico o per mancanza di un successore, facilitando invece le cessioni di imprese negli Stati membri. A tal proposito la Commissione aiuterà i responsabili politici a livello nazionale e regionale affinché rendano più facile la successione delle imprese, principalmente allo scopo di assicurare la continuità delle numerose imprese familiari attive nell'ue e promuovano la creazione di mercati per compratori e venditori di imprese - rivedere i regimi di protezione sociale degli imprenditori. Per determinare con maggiore precisione l'influenza della protezione sociale sull'attrattiva dell'impresa, la Commissione presenterà una sintesi sui regimi di protezione sociale dei lavoratori autonomi e dei proprietari di imprese, ivi compresi coniugi e altre persone a carico, nonché sulle conseguenze del passaggio da uno statuto all'altro. Ciò comprenderà l assicurazione malattia, le garanzie di reddito in caso di incapacità al lavoro o cessazione d attività, i diritti alla pensione (rispetto ai sistemi dei lavoratori dipendenti), il pagamento dei sistemi di assicurazione volontaria, le perdite ingiustificate per i nuovi imprenditori dei diritti acquisiti con un altra carriera e sistemi specifici per nuovi imprenditori. Ciò permetterà di quantificare il rischio downside associato all impresa e di determinare in modo più preciso l influenza della sicurezza sociale sulle preferenze dell impresa. 3 Orientare gli imprenditori verso la crescita e la competitività Per rispondere alle richieste formulate da coloro che hanno risposto al Libro Verde chiedendo servizi di sostegno di alta qualità e orientati al cliente, la Commissione nel Piano ha proposto quanto segue: - disporre un sostegno personalizzato per le donne e le minoranze etniche. In questo contesto, la Commissione assisterà le autorità regionali e nazionali nell'esame dei settori in cui le esigenze delle donne imprenditrici sono sempre trascurate, in particolare l'accesso ai finanziamenti e alle reti imprenditoriali, e procederà all'identificazione ed alla valutazione delle misure politiche destinate a dedurre le buone prassi che permettono di prestare assistenza agli imprenditori provenienti da minoranze etniche; - sostenere le imprese nello sviluppo delle relazioni tra imprese. La Commissione intende rafforzare il ruolo delle reti di sostegno europee costituite dai Centri Euro Info (EIC) e i Centri di collegamento innovazione (IRC) associandoli alla promozione della cooperazione fra imprese e alla razionalizzazione dei servizi di sostegno dell'ue, non solo attraverso queste reti, ma anche attraverso i Centri di impresa e innovazione (BIC). Le PMI potranno far appello alle reti europee di sostegno alle imprese mediante la loro ampia rete di uffici, per ottenere maggiori informazioni e consigli sull attività nel mercato interno, in uno Stato o in una regione specifica. Gli agglomerati industriali Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 4

5 (distretti) possono invece aiutare le PMI a creare la massa critica ed a raccogliere le risorse permettendo loro di trovare partner commerciali o fornendo accesso a informazioni strategiche. 4 migliorare il flusso dei finanziamenti L accesso ai finanziamenti è fondamentale per le imprese in qualunque fase del loro sviluppo. Oltre alle difficoltà esistenti segnalate nella consultazione pubblica, in particolare per quanto riguarda l'acquisizione di fondi propri, le imprese devono prevedere l'evoluzione delle esigenze finanziarie che risultano dall'utilizzo crescente dei sistemi di valutazione e la revisione proposta delle esigenze di capitale delle banche ( Basilea II ), per cui il costo del credito rifletterà in modo più preciso il rischio associato al cliente. La Commissione attualmente sostiene il miglioramento dell ambiente finanziario delle imprese, in particolare delle PMI, mediante i suoi strumenti finanziari e favorendo il dialogo fra le PMI e gli attori finanziari per procedere a uno scambio di buone prassi e migliorare la comprensione reciproca fra PMI e comunità finanziaria. Per aiutare le imprese a prevedere l evoluzione dell ambiente finanziario, la Commissione promuoverà con i responsabili politici sia a livello nazionale che regionale la disponibilità di un sostegno per rispondere a valutazioni di rischio più precise, rendendo le garanzie ed i prestiti disponibili a costi più ragionevoli, in particolare per le microimprese. Per aiutare ad aumentare i fondi propri e stimolare una maggiore crescita delle imprese, la Commissione intensificherà le sue azioni allo scopo di migliorare la disponibilità di capitale a rischio, di finanziamento mediante i business angel e gli investimenti da privati (micro-angels). La Commissione fornirà anche criteri per la valutazione delle misure adottate dagli Stati membri per sostenere il capitale di rischio nell ambito degli aiuti di Stato. 5 creare un quadro normativo e amministrativo più favorevole alle PMI Secondo la consultazione è necessario ridurre in modo efficace e semplificare i carichi amministrativi e regolamentari nei campi che riguardano le imprese, ad esempio la fiscalità, l'occupazione o l'ambiente. Poiché un certo livello di norme relative all'amministrazione è necessario per regolare i mercati e proteggere gli interessi pubblici, i responsabili politici nazionali e regionali dovrebbero dare sostegno alle PMI per affrontare anche questi punti. Il mercato interno ha notevolmente semplificato la vita delle imprese, in particolare quella delle PMI, ma non è ancora stato completamente realizzato. Alcuni ostacoli non sono ancora stati eliminati e la Commissione continuerà anche a promuovere la partecipazione delle PMI alla normalizzazione. La Commissione auspica una consultazione più efficace delle PMI, affinché possano esprimersi, sin dalla fase iniziale del processo decisionale, in merito alle nuove iniziative, nonché relativamente all'adeguamento delle norme e delle prassi esistenti. Il rispetto delle varie legislazioni e regolamentazioni fiscali nazionali costituisce un ostacolo alle attività transfrontaliere, in particolare per le PMI. Se tali imprese potessero applicare le norme ed i regolamenti con cui hanno familiarità nel loro Stato d'origine per calcolare il reddito imponibile o conformarsi agli obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA), l espansione al di là delle frontiere sarebbe più facile. Per semplificare e ridurre le procedure relative agli obblighi legati alla fiscalità diretta, la Commissione intende permettere alle PMI di applicare le norme fiscali del loro Stato d'origine. Le PMI beneficiarie potrebbero avvantaggiarsene notevolmente a livello economico ed a livello di efficacia. Per diverse categorie di transazioni imprese-consumatori, l'applicazione dell'iva del luogo del consumo significa che gli operatori devono essere identificati ed effettuare dichiarazioni e pagamenti in ogni Stato membro in cui realizzano transazioni imponibili. La realizzazione invece di un sistema a "sportello unico" permetterà alle imprese di essere in contatto con un'unica amministrazione fiscale, nella propria lingua madre, e di essere sottoposte a un'unica serie di obblighi. Nel mese di Febbraio del 2005, la Commissione ha proposto il rilancio della strategia di Lisbona incentrando gli sforzi dell Unione europea su due compiti principali: assicurare una crescita più stabile e duratura creare nuovi e migliori posti di lavoro. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 5

6 Il Consiglio europeo di marzo, così come il Parlamento europeo e le parti sociali europee, hanno garantito il loro pieno sostegno alla proposta della Commissione di rilanciare e reimpostare la strategia di Lisbona. L obbiettivo è quello di modernizzare l economia europea e garantire la sopravvivenza del modello sociale in un momento di crescente globalizzazione dei mercati, di mutamenti tecnologici, di pressioni sull ambiente e di invecchiamento demografico. L Europa dovrà quindi investire di più nei propri giovani, nell istruzione, nella ricerca e nell innovazione, in modo da dotare le società europee degli strumenti e delle prospettive necessarie per creare ricchezza e assicurare sicurezza a tutti i cittadini. Di fronte a questo stato di cose l Unione Europea, nel ridisegnare il tipo di conoscenza necessaria per continuare ad essere competitivi ha riconosciuto l importanza delle nuove generazioni. Nel suo discorso del 6 settembre tenutosi a Bruxelles, il commissario europeo per l istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, Jan Figel ha sottolineato che per rimanere competitivi nel mercato globale è necessario essere più innovativi. In questo contesto l insegnamento, l apprendimento e la capacità sono i fattori principali per la crescita europea. Il Commissario, nel suo intervento, ha sostenuto che lo sviluppo economico dell Unione dipende prevalentemente da una maggiore diffusione dello spirito imprenditoriale. Tuttavia, appare evidente che nonostante che in Europea vi sia un elevato potenziale imprenditoriale negli allievi a scuola, nella mano d'opera ed in coloro che cercano occupazione, questo potenziale non viene sufficientemente sfruttato poiché l Europa non riesce ad incoraggiare adeguatamente le persone a diventare imprenditori. Per realizzare gli obiettivi di Lisbona, in termini di sviluppo ed occupazione, diviene quindi fondamentale stimolare le capacità imprenditoriali delle persone, invogliandole a pensare in maniera positiva per l avvio di nuove imprese. A tal proposito, dall analisi di alcuni sondaggi condotti a livello europeo è stato possibile rilevare che: il 20% degli intervistati crede che creare e gestire un impresa sia semplice nel proprio Paese; il 49% dice di avere le capacità per avviare un impresa; il 58% di essi sostiene che in caso di fallimento avrebbe una seconda chance per creare una nuova impresa. Il dato sicuramente più significativo emerso dai sondaggi europei è che tra i giovani c è un atteggiamento positivo verso l imprenditorialità; l 89% degli intervistati vede infatti nell imprenditoria uno strumento grazie al quale sviluppare il proprio percorso formativo ed il 62% sostiene che nessun imprenditore è già nato con delle abilità specifiche e che quindi chiunque può apprendere le competenze adatte a sviluppare una iniziativa imprenditoriale. Il Commissario ha altresì ribadito che i giovani europei hanno bisogno delle capacità necessarie per avere successo in un mondo complesso. La creatività, l essere responsabile e l iniziativa sono elementi fondamentali per la soddisfazione personale ed il successo, non solo per gli imprenditori potenziali. Per diventare imprenditori, dunque, bisogna sviluppare capacità ed attitudini sociali ed allo stesso tempo costruire reti nella comunità per rafforzare l innovazione e la crescita. Attività volte a promuovere l insegnamento dell imprenditorialità nelle scuole e nelle università sono in atto in molti paesi europei, ma non fanno sempre parte di un quadro coerente; di conseguenza, a molti studenti europei viene negata questa opportunità. E importante quindi sostenere ed incentivare la sperimentazione di attività e programmi imprenditoriali e ciò anche in ragione del fatto che l educazione all imprenditorialità rientra perfettamente nel concetto di lifelong learning, che, nell ambito delle politiche europee per l istruzione e la formazione, ricopre un ruolo di fondamentale importanza per rafforzare la competitività e l innovazione, affinché i singoli possano sviluppare il loro potenziale e contribuire così al conseguimento del modello sociale europeo. In altre parole, è necessario far acquisire ai più giovani uno spiccato senso di responsabilità e le competenze necessarie per avviare e gestire nuove iniziative imprenditoriali, al fine di sostenere il processo di sviluppo sociale ed occupazionale del territorio. Questi principi fondamentali della politica europea relativa alla formazione ed al lavoro sono, tra l altro, contenuti nella Recommendation on key Competences for Lifelong Learning, esplicitati nel programma europeo Education and training Nel documento, il termine competenza è visto nell accezione più ampio che include la conoscenza, le abilità e gli atteggiamenti delle persone. Le competenze chiave sono, pertanto, quell insieme di conoscenze, Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 6

7 abilità e capacità necessarie a tutti gli individui per la realizzazione personale, lo sviluppo, l integrazione e l occupazione. Le competenze chiave considerate necessarie nella società basata sulla conoscenza sono otto: 1. comunicazione nella propria lingua madre; 2. comunicazione in una lingua straniera; 3. competenze matematiche; 4. competenze nel settore digitale; 5. competenza learning to learn; 6. competenze interpersonali e civiche; 7. imprenditorialità 8. espressione culturale. Tali competenze dovrebbero essere acquisite al termine della scuola dell obbligo e dovrebbero essere considerate le basi per altri momenti di apprendimento nell ambito della formazione continua. Queste competenze possono essere trasmesse e quindi applicate in molte situazioni e contesti, sono multifunzionali, in quanto possono essere usate per raggiungere diversi obiettivi, e rappresentano un prerequisito necessario per la realizzazione di un soggetto in ambito personale, lavorativo e formativo. Una competenza chiave rappresenta un elemento cruciale che incide su tre aspetti fondamentali della vita: soddisfazione personale e sviluppo durante la propria esistenza (capitale culturale): le competenze chiave devono permettere agli individui di raggiungere determinati obiettivi nella loro vita, spinti da interessi personali, aspirazioni e desiderio di un continuo apprendimento; coinvolgimento dei cittadini (capitale sociale): le competenze chiave dovrebbero permettere ad ognuno di partecipare come cittadino attivo nella società; occupabilità (capitale umano): la capacità di ogni persona di ottenere un lavoro soddisfacente. L elemento essenziale relativo alle competenze consiste nel fatto che esse devono essere sviluppate da un livello di padronanza di base fino a raggiungere una padronanza avanzata della stessa competenza. Per quanto concerne la competenza chiave dell imprenditorialità, nel documento Recommendation on Key Competences for Lifelong Learning essa viene schematizzata come di seguito: IMPRENDITORIALITA L imprenditorialità ha una componente attiva e passiva: la propensione individuale a spingersi verso l innovazione, ma anche la capacità di accettare e sostenere i fattori innovativi provenienti dall esterno. L imprenditorialità include l apertura ai cambiamenti, la responsabilità delle proprie azioni (positive o negative), la definizione di obiettivi ed il conseguimento degli stessi, la motivazione a raggiungere il successo. La competenza è composta dai seguenti elementi di conoscenza, abilità e attitudini adeguate al contesto: Conoscenza Abilità Atteggiamento Conoscenza delle possibilità esistenti ed identificazione delle attività personali, professionali o economiche. Abilità nella pianificazione, organizzazione analisi e comunicazione; abilità nella progettazione; abilità nel lavoro di squadra; abilità nella valutazione e gestione del rischio. Iniziativa; atteggiamento positivo verso i cambiamenti e le innovazioni; volontà di identificare aree in cui si può dimostrare le proprie capacità imprenditoriali. La posizione della Commissione è stata ulteriormente sviluppata con la comunicazione Fostering entrepreneurial mindsets through education and learning. Tale documento europeo ha focalizzato la sua attenzione sull importanza dei sistemi scolastici, partendo dalla scuola primaria fino all università. Secondo quanto affermato dalla Commissione Europea, è proprio nella scuola secondaria che l educazione all imprenditorialità può portare gli studenti ad una consapevolezza di auto-impiego e auto-imprenditorialità come scelte concrete per il loro percorso formativo. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 7

8 Il messaggio chiave, contenuto nel documento comunitario, può essere riassunto in questo slogan: chiunque può creare il proprio lavoro. Quindi, l atteggiamento imprenditoriale può e deve essere promosso attraverso il connubio tra sapere teorico e cultura ad intraprendere. Avviare imprese attraverso il supporto formativo del sistema scolastico nelle singole comunità locali è una modalità da incentivare e promuovere per trasmettere agli studenti l esperienza necessaria. In Europa, infatti, più di studenti ogni anno partecipano a questa tipologia di programmi. Gli ambienti formativi all impresa ed i sistemi di apprendimento dovrebbero aprirsi maggiormente a tali esperienze per generare ed accompagnare il cambiamento culturale delle giovani generazioni, stimolandone la curiosità e la creatività. In tale prospettiva si iscrive il programma europeo Junior Achievement/Young Enterprise Company (JA-YE) che ha tra i suoi obiettivi quello di aumentare la partecipazione degli studenti del 20% nei prossimi cinque anni. La scuola non rappresenta, però, l unico luogo in cui i giovani possono avvicinarsi all imprenditorialità; le stesse università devono promuovere lo spirito imprenditoriale sviluppando imprese nei campus, creando programmi di formazione-formatori mirati a sviluppare nei docenti approcci pedagogici e metodologici volti a formare le competenze imprenditoriali degli studenti, come pure programmi che aiutino i ricercatori a sviluppare una dimensione imprenditoriale per il loro lavoro. Lo sviluppo delle competenze richiede quindi un approccio più collaborativo tra il mondo accademico ed i sistemi produttivi, una collaborazione che preveda attività congiunte per rafforzare l innovazione e l imprenditorialità. L European network Junior Achievement -Young Enterprise Europe (cosiddetta JA-YE Europe), con sede a Bruxelles è un organizzazione non-profit che si occupa di istruire e ispirare i giovani sul mondo dell impresa e dell imprenditoria. Tale Organizzazione ha lanciato un progetto d indagine Enterprise 2010 per contribuire al dibattito corrente sull Agenda di Lisbona e sul futuro dell Europa. L indagine ha coinvolto giovani di 25 nazioni diverse, di cui il 57% femmine ed il 43% maschi. I ragazzi intervistati avevano tra i anni. L indagine condotta a livello UE è stata focalizzata sui seguenti tre punti: se la partecipazione ai programmi educativi sull imprenditoria ha cambiato le attitudini ed i punti di vista degli intervistati; se ci sono grandi differenze o importanti similarità nell ambito dei 25 Paesi dell Unione Europea quali opportunità e sfide i giovani vedono nell Europa L indagine dimostra che la maggioranza dei giovani ha un opinione positiva della figura dell imprenditore (54%) e vedono gli imprenditori maggiormente come problem-solvers e persone che avviano nuove aziende. La ragione per le quali i giovani vorrebbero diventare imprenditori è legata alla voglia di sviluppare la propria carriera (89%) o al desiderio di essere indipendenti (83%). Il 74% è dell opinione che il genere (maschio o femmina) non comporta nessun cambiamento. Il 62% dei giovani intervistati pensa che chiunque può diventare un imprenditore e che gli imprenditori non nascono con un dono o con competenze speciali. Il 35% degli intervistati pensa che la loro cultura sia propensa all imprenditoria, mentre il 49% si è mostrato fiducioso sulla loro abilità ad avviare un impresa. Il 63% degli individui ha confermato di voler diventare imprenditori in futuro. Il 58% ha affermato che vogliono essere imprenditori nel settore del business, il 23% in altre occupazioni. Il 58% pensa che in casi di fallimento possono avere una seconda occasione nell avviare una nuova impresa. I giovani sono molto consapevoli: delle conseguenze personali che deriverebbero dal fallimento dell impresa, tuttavia sembrano molto motivati ad accettare la sfida. dell importanza crescente del Terzo Settore e chiaramente credono che l esperienza internazionale e interculturale rafforzerà il loro profilo di competenze. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 8

9 LO SCENARIO ITALIANO Con il Decreto Legislativo 21 aprile 2000, n. 185 "Incentivi all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego, in attuazione dell'articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144" sono state emanate le norme intese a ridefinire il sistema degli incentivi all'occupazione. Il dispositivo legislativo ha come obiettivo quello di favorire l'ampliamento della base produttiva e occupazionale nonché di sviluppare una nuova imprenditorialità nelle aree economicamente svantaggiate del Paese, attraverso la promozione, l'organizzazione e la finalizzazione di energie imprenditoriali, per promuovere l'uguaglianza sostanziale e le pari opportunità tra uomini e donne nell'attività economica e imprenditoriale, sostenendo la creazione e lo sviluppo dell'impresa sociale e dell impresa agricola. Le disposizioni emanate sono, in particolare, dirette a: a) favorire la creazione e lo sviluppo dell'imprenditorialità, anche in forma cooperativa; b) promuovere la formazione imprenditoriale e la professionalità dei nuovi imprenditori; c) agevolare l'accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile; d) promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi; e) promuovere la formazione imprenditoriale e la professionalità delle donne imprenditrici; f) favorire la creazione e lo sviluppo dell'impresa sociale; g) promuovere l'imprenditorialità e la professionalità dei soggetti svantaggiati; h) agevolare l'accesso al credito per le imprese sociali di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381; i) favorire lo sviluppo di nuova imprenditorialità in agricoltura; j) promuovere l'imprenditorialità e la professionalità degli agricoltori; k) agevolare l'accesso al credito per i nuovi imprenditori agricoli. Le misure incentivanti previste dal D.lgs. sono applicabili nei territori di cui ai nuovi obiettivi 1 e 2 dei programmi comunitari, nelle aree ammesse alla deroga di cui all'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma, come modificato dal Trattato di Amsterdam, nonché nelle aree svantaggiate di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 14 marzo 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 giugno 1995, n. 138, e successive modificazioni. Ai soggetti ammessi alle agevolazioni sono concedibili i seguenti benefici: contributi a fondo perduto e mutui agevolati, per gli investimenti, secondo i limiti fissati dall'unione europea; contributi a fondo perduto in conto gestione, secondo i limiti fissati dall'unione europea; assistenza tecnica in fase di realizzazione degli investimenti e di avvio delle iniziative; attività di formazione e qualificazione dei profili imprenditoriali, funzionali alla realizzazione del progetto. Misure in favore della nuova imprenditorialità nei settori della produzione dei beni e dei servizi alle imprese. Al fine di favorire la creazione di nuova imprenditorialità, possono essere ammesse ai benefici sopra citati le società, ivi comprese le cooperative di produzione e lavoro iscritte nel registro prefettizio, composte esclusivamente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ovvero composte prevalentemente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 29 anni che abbiano la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione. I soci aventi la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione di tali società devono risultare residenti nei comuni ricadenti, anche in parte, nei territori innanzi richiamati, così come le stesse società devono avere in tali territori la sede legale, amministrativa ed operativa. Tale disposizione non si applica alle ditte individuali, alle società di fatto ed alle società aventi un unico socio. Possono essere finanziati, secondo i criteri e gli indirizzi stabiliti dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) e nei limiti posti dalla Unione europea, i progetti relativi alla produzione di beni nei settori dell'agricoltura, dell'artigianato o dell'industria ovvero relativi alla fornitura di servizi a favore delle imprese appartenenti a qualsiasi settore. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 9

10 Sono esclusi dal finanziamento i progetti che: a) prevedono investimenti superiori ad ,50 al netto dell'iva; b) non prevedono l'ampliamento della base imprenditoriale, produttiva ed occupazionale; c) non presentano il requisito della novità dell'iniziativa; d) si riferiscono a settori esclusi o sospesi dal CIPE o da disposizioni comunitarie. Misure in favore della nuova imprenditorialità nel settore dei servizi Al fine di favorire la creazione di nuova imprenditorialità, possono essere ammesse ai benefici previsti dal D.Lgs. 185/2000 le società, ivi comprese le cooperative di produzione e lavoro iscritte nel registro prefettizio, composte esclusivamente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ovvero composte prevalentemente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 29 anni che abbiano la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione. I soci aventi la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione di tali società devono risultare residenti nei comuni ricadenti, anche in parte, nei territori innanzi richiamati, così come le stesse società devono avere in tali territori la sede legale, amministrativa ed operativa. Tale disposizione non si applica alle ditte individuali, alle società di fatto ed alle società aventi un unico socio. Possono essere finanziati, secondo i criteri e gli indirizzi stabiliti dal CIPE e nei limiti posti dall'unione europea, i progetti relativi alla fornitura di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali, del turismo, della manutenzione di opere civili ed industriali, della innovazione tecnologica, della tutela ambientale, dell'agricoltura e trasformazione e commercializzazione dei prodotti agro-industriali. Sono esclusi dal finanziamento i progetti che: a) prevedono investimenti superiori a ,23 al netto dell'iva; b) non prevedono l'ampliamento della base imprenditoriale, produttiva ed occupazionale; c) non presentano il requisito della novità dell'iniziativa; d) si riferiscono a settori esclusi o sospesi dal CIPE o da disposizioni comunitarie. Misure in favore della nuova imprenditorialità in agricoltura Al fine di favorire la creazione di nuova imprenditorialità in agricoltura, possono essere ammesse ai benefici previsti dal D.Lgs. 185/2000 gli agricoltori di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, subentranti nella conduzione dell'azienda agricola al familiare, che presentino progetti per lo sviluppo o il consolidamento di iniziative nei settori della produzione, commercializzazione e trasformazione di prodotti in agricoltura. Gli agricoltori devono risultare residenti nei comuni ricadenti, anche in parte, nei territori innanzi richiamati, così come l'azienda agricola deve essere localizzata negli stessi ambiti territoriali indicati dal D.Lgs. 185/2000. Sono esclusi dal finanziamento i progetti che: a) prevedono investimenti superiori a ,80 al netto dell'iva; b) si riferiscono a settori esclusi o sospesi dal CIPE o da disposizioni comunitarie. Misure in favore delle cooperative sociali A sostegno dell'imprenditorialità sociale possono essere ammesse ai benefici le cooperative sociali di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, che presentino progetti per la creazione di nuove iniziative, nonché per il consolidamento e lo sviluppo di attività già esistenti per la produzione di beni nei settori dell'agricoltura, dell'artigianato o dell'industria ovvero relativi alla fornitura di servizi a favore delle imprese appartenenti a qualsiasi settore. Le cooperative di nuova costituzione, con esclusione dei soci svantaggiati, devono essere composte esclusivamente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ovvero composte prevalentemente da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che abbiano la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione. I soci aventi la maggioranza assoluta numerica e di quote di partecipazione alle cooperative devono essere residenti nei comuni ricadenti, anche in parte, nei territori indicati dal D.Lgs. 185/2000, così come le cooperative devono avere in tali territori la sede legale, amministrativa ed operativa. Nel caso di cooperative già esistenti, tutti i soci devono possedere i predetti requisiti alla medesima data. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 10

11 Sono esclusi dal finanziamento i progetti che: a) prevedono investimenti superiori a ,23 al netto dell'iva nel caso di nuove iniziative b) prevedono investimenti superiori ,45 al netto dell'iva, in caso di sviluppo e consolidamento di attività già avviate; c) si riferiscono a settori esclusi o sospesi dal CIPE o da disposizioni comunitarie. INCENTIVI IN FAVORE DELL'AUTOIMPIEGO Le disposizioni del D.Lgs 185/2000 mirano a favorire la diffusione dell autoimpiego attraverso strumenti di promozione del lavoro autonomo e dell'autoimprenditorialità, con l obiettivo di: a) favorire l'inserimento nel mondo del lavoro di soggetti privi di occupazione; b) qualificare la professionalità dei soggetti beneficiari e promuovere la cultura d'impresa. Le misure incentivanti sono applicabili nei territori di cui ai nuovi obiettivi 1 e 2 dei programmi comunitari, nelle aree ammesse alla deroga di cui all'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma, come modificato dal Trattato di Amsterdam, nonché nelle aree svantaggiate di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 14 marzo Ai soggetti ammessi alle agevolazioni sono concedibili i seguenti benefici: contributi a fondo perduto e mutui agevolati per gli investimenti, secondo i limiti fissati dall'unione europea; contributi a fondo perduto in conto gestione, secondo i limiti fissati dall'unione europea; assistenza tecnica in fase di realizzazione degli investimenti e di avvio delle iniziative. I benefici finanziari sono concessi entro il limite del de minimis individuato in base alle vigenti disposizioni comunitarie. La realizzazione e gestione delle iniziative agevolate sono assistite da idonee garanzie anche assicurative relative ai beni ed alle attività oggetto di finanziamento. Misure in favore del lavoro autonomo Al fine di favorire la creazione di lavoro autonomo, possono essere ammessi ai benefici innanzi citati i soggetti maggiorenni, privi di occupazione nei sei mesi antecedenti la data di presentazione della richiesta di ammissione e residenti nei comuni ricadenti, anche in parte, nei territori previsti dal D.Lgs. 185/2000, che presentino progetti relativi all'avvio di attività autonome nei settori della produzione di beni, della fornitura di servizi e del commercio e la cui realizzazione avvenga in forma di ditta individuale. Non sono considerati soggetti privi di occupazione: a) i titolari di contratti di lavoro dipendente a tempo determinato e indeterminato ed anche a tempo parziale; b) i titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa; c) i soggetti che esercitano una libera professione; d) i titolari di partita IVA; e) gli imprenditori, familiari e coadiutori di imprenditori; f) gli artigiani. Le iniziative agevolate devono avere sede amministrativa ed operativa nei territori indicati dal D.Lgs. 185/2000. Sono escluse dal finanziamento le iniziative che: a) prevedono investimenti superiori a ,85 al netto dell'iva; b) si riferiscono a settori esclusi o sospesi dal CIPE o da disposizioni comunitarie. Misure in favore dell'autoimpiego in forma di microimpresa Al fine di favorire la creazione di iniziative di autoimpiego in forma di microimpresa, possono essere ammesse ai benefici previsti le società di persone, di nuova costituzione, non aventi scopi mutualistici e composte per almeno la metà numerica e di quote di partecipazione da soggetti maggiorenni, privi di occupazione nei sei mesi antecedenti la data di presentazione della richiesta di ammissione e residenti nei comuni ricadenti, anche in parte, nei territori indicati dal Decreto, che presentino progetti per l'avvio di attività nei settori della produzione di beni e della fornitura di servizi. Tali società devono avere la sede legale, amministrativa ed operativa nei territori indicati dal Decreto. La disposizione non si applica alle ditte individuali, alle società di capitali, alle società di fatto ed alle società aventi un unico socio. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 11

12 Sono escluse dal finanziamento le iniziative che: a) prevedono investimenti complessivamente superiori a ,56 al netto dell'iva; b) si riferiscono ai settori della produzione di beni in agricoltura, del commercio, nonché ai settori esclusi o sospesi dal CIPE o da disposizioni comunitarie. Misure in favore dell'autoimpiego in franchising Al fine di favorire la creazione di nuove iniziative di autoimpiego in forma di franchising, possono essere ammesse ai benefici previsti le ditte individuali e le società, anche aventi un unico socio, di nuova costituzione, che presentino progetti nei settori della produzione e commercializzazione di beni e servizi mediante franchising. I titolari delle ditte individuali ed almeno la metà numerica dei soci delle società, che devono detenere almeno la metà delle quote di partecipazione, devono essere maggiorenni, privi di occupazione nei sei mesi antecedenti la data di presentazione della richiesta di ammissione e residenti nei comuni ricadenti, anche in parte, nei territori indicati dal Decreto. Le ditte individuali e le società devono comunque avere la sede legale, amministrativa ed operativa nei gli stessi territori specificati nel Decreto. La disposizione non si applica alle società di fatto ed alle società aventi scopi mutualistici. Sono esclusi dal finanziamento i progetti che si riferiscono a settori esclusi o sospesi dal CIPE o da disposizioni comunitarie. Per l attuazione delle disposizioni emanate dal D.Lgs. 185/2000, è stato affidato alla società Sviluppo Italia S.p.a., il compito di provvedere alla selezione ed erogazione delle agevolazioni, anche finanziarie, ed all'assistenza tecnica dei progetti e delle iniziative presentate ai fini della concessione delle misure incentivanti previste dal Decreto. IL MICRO CREDITO Negli ultimi anni si sono andate moltiplicando in Italia le sperimentazioni di microfinanza e finanza locale, per contrastare il fenomeno dell esclusione e delle difficoltà di accesso al credito da parte di soggetti non in grado di fornire le garanzie normalmente richieste dal sistema bancario. Queste iniziative sono state assunte da vari soggetti (pubbliche amministrazioni, organizzazioni della società civile, ma anche istituti bancari), spesso coalizzati in partnership innovative, soprattutto a livello locale per rispondere ai bisogni del territorio. Nell ambito del più vasto fenomeno della esclusione finanziaria, particolare attenzione meritano le difficoltà che microimprenditori non convenzionali incontrano nell avviare iniziative di start-up ed i conseguenti fabbisogni di finanziamento e supporto. Incentivare la creazione di opportunità di lavoro al di fuori di una logica assistenziale e con investimenti più bassi rispetto ad altri programmi pubblici, rientra a pieno titolo in 3 assi della strategia dell Unione Europea sulla occupazione e precisamente: Occupabilità, in quanto i programmi di microcredito forniscono spesso formazione e accompagnamento a soggetti vulnerabili o marginalizzati come giovani e disoccupati di lungo periodo. Imprenditorialità, in quanto si stimolano i tentativi di creare auto-impiego, facilitando lo start-up e lo sviluppo di imprese. Pari opportunità, per le iniziative rivolte a combattere la discriminazione verso le donne. Appare quindi opportuno fornire una visione d insieme delle iniziative italiane di microcredito e finanza locale, evidenziando la grande varietà di strumenti finanziari adottati, che differiscono tra loro sotto molti rispetti: tipo di beneficiari (individui marginalizzati, imprese sociali), promotori dell iniziativa (soggetti pubblici, privati, o partnership pubblico/privato/nonprofit), fonte dei fondi (pubblica o privata), ammontare erogato (da a 25/ euro), natura dell intervento (contributo a fondo perduto, fondo rotativo per crediti agevolati, fondi di garanzia), modalità d intervento (oltre all erogazione anche formazione, assistenza nella stesura del business plan, tutoraggio). Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 12

13 Le varie tipologie identificate di strumenti finanziari possono essere raggruppati in 2 grandi categorie: credito all impresa prestito all economia sociale. Soffermiamo l attenzione su ciascuna delle due grandi categorie con evidenza dei vari strumenti finanziari adottati e precisamente: 1.1 Credito all impresa Microcredito. Uno strumento che ha acquisito risonanza mondiale consiste in un prestito di modesta entità concesso a soggetti non bancabili, per l avvio di iniziative imprenditoriali autonome, come alternative alla dipendenza assistenziale. Di seguito si richiamano le informazioni relative ad iniziative condotte con fondi privati, sotto forma di prestiti agevolati. Ci riferiamo a: Fondazione S.Carlo. Una partnership che ha coinvolto istituti bancari privati (Unicredito, Deutsche Bank, Banca Popolare di Milano) come donatori del fondo rotativo. La Fondazione S.Carlo agisce, come attività sussidiaria rispetto a quella principale di assistenza, come soggetto finanziatore e gestore, con l autorizzazione della Banca d Italia, erogando microcrediti a soggetti svantaggiati per l avvio, o l espansione di attività lavorative autonome, e fornendo supporto nella preparazione del progetto e nell accompagnamento. Microcredito di Solidarietà. Una partnership tra la Misericordia di Siena, la Banca Monte dei Paschi, la Fondazione Monte dei Paschi. La Misericordia attraverso i suoi Centri di Ascolto fornisce consulenza, seleziona le domande e propone il rilascio di garanzie in favore della banca erogante, impegnando un fondo di garanzia costituito da un contributo della Fondazione MPS. Microcredito Sociale della Compagnia di San Paolo. Una partnership tra Compagnia di San Paolo, Sanpaolo IMI e San Paolo Banco di Napoli, Enti Religiosi e non profit. Gli Enti di Riferimento intercettano le richieste, sono titolari di processi di istruttoria e accompagnamento; le banche fanno il vaglio finale ed erogano i finanziamenti; la Compagnia di San Paolo costituisce i fondi di garanzia, promuove, coordina, monitora il progetto. MAG 2 Finance soc. cooperativa a.r.l. (Mutua AutoGestita), affidandosi esclusivamente soltanto al suo capitale sociale, concede microcrediti a individui e ad organizzazioni non profit, esclusi dal circuito del credito tradizionale, che intendano sviluppare attività con finalità sociali. L istruttoria etica e economicofinanziaria su progetti e fidi, come anche l accompagnamento della fase di start-up, vengono svolte da AGEMI spa, società appositamente costituita. Comunità Le Piagge (Firenze).Questa comunità locale si è organizzata in un gruppo mutualistico costituendo, con capitale proveniente da ciascun aderente, un fondo rotativo per la concessione di microprestiti ai membri del gruppo stesso. Banca Etica. In partnership con organizzazioni dell economia sociale e con enti pubblici, a cui viene richiesto o la costituzione di fondi di garanzia o una collaborazione attiva nella fase pre- istruttoria, Banca Etica avvia progetti di microcredito per specifici target di soggetti e comunità locali. Sviluppo Italia, che si differenzia dalle precedenti per una serie di caratteristiche: l origine pubblica dei fondi, l ampiezza della sperimentazione ( ditte individuali finanziate), la vasta area territoriale interessata, la superiore entità dell erogazione, la formula mista con parte a fondo perduto e parte come prestito agevolato. Sviluppo Italia è l agenzia di sviluppo per il Sud Italia e altre aree svantaggiate del paese, che, con la formula del prestito d onore, ha l obiettivo di favorire l autoimpiego come inserimento nel mondo del lavoro di soggetti privi di occupazione. I neo microimprenditori individuali possono contare, per un periodo massimo di un anno, su un servizio gratuito di consulenza/assistenza tecnica da parte di tutor specializzati Prestiti pubblici diretti e programmi di sovvenzione Ci riferiamo a due iniziative di finanziamenti a fondo perduto concesse da amministrazioni pubbliche lombarde, per sostenere l occupazione locale e lo sviluppo economico e precisamente: Comune di Milano, contributi a favore di iniziative imprenditoriali che concorrano alla rivitalizzazione di 7 aree urbane degradate, con fondi stanziati dallo stato (legge 266/97, regolamento DM 225/98). Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 13

14 Provincia di Milano, promozione nascita nuove imprese e sviluppo competitivo PMI a prevalente partecipazione femminile Sistemi di Garanzia per ridurre il rischio delle banche nell erogare il credito Ci riferiamo a programmi in ambito regionale (Toscana ed Emilia-Romagna), realizzati da partnership tra pubblico (che fornisce la garanzia anche attraverso enti funzionali di confidi) e istituti bancari (che erogano i prestiti). Gli ambiti di intervento non riguardano soltanto il finanziamento di imprese, ma più in generale la prevenzione di rischi e di situazioni di disagio. Regione Toscana Misericordie - Monte dei Paschi. Prestito antiusura, con individuazione di casi/interventi e valutazione ammissibilità ai fondi di garanzia effettuate da volontari ex bancari delle Misericordie; prestiti erogati dalle banche convenzionate: Monte dei Paschi di Siena, Cassa di Risparmio di Firenze, Banche di Credito Cooperativo. Regione Toscana Fidi Toscana Banche del sistema toscana. Convenzione investire in rosa per lo sviluppo delle imprese femminili, facilitando l accesso al credito (eventualmente garantito da garanzia sul 50% del finanziamento), offrendo informazioni e assistenza alle stesse. Regione Emilia - Comuni capoluogo di Provincia - Banca Etica. Prestito d onore a beneficiari (famiglie monoreddito, o con figli minori, o con disabili, ricongiungimenti familiari, ) selezionati dai servizi sociali dei Comuni, erogati e gestiti da Banca Etica, con garanzia della Regione, che accantona il 25% dell ammontare dei prestiti e copre anche il costo degli interessi. A questi programmi in ambito regionale si è aggiunto il meccanismo messo in atto nell ambito del sistema di Banca Etica e precisamente Etica sgr. destina lo 0,1% degli importi versati dai sottoscrittori dei fondi etici e delle commissioni di gestione alla costituzione di un fondo di garanzia da destinare a progetti di microcredito sul territorio italiano in cui Banca Etica sia l ente erogatore. 1.2 Prestiti all economia sociale Le iniziative richiamate si riferiscono ad Istituzioni Finanziarie che forniscono credito a organizzazioni nonprofit connotate da un elevato valore sociale e precisamente: MAG Servizi soc. cooperativa a.r.l., opera nell ambito della sua base associativa, sia come raccolta di risparmio, che come erogazione alle imprese sociali di finanziamenti a breve/medio termine finalizzati all acquisto di beni strumentali, e/o a fornire liquidità di esercizio. Consorzio Finanza Solidale scarl Cooperativa MAG Venezia. Il Consorzio opera su base mutualistica concedendo prestiti ai propri soci per la costituzione o lo sviluppo di cooperative sociali o di associazioni di volontariato e fornendo anche servizi di accompagnamento nella preparazione della documentazione da presentare o di consulenza progettuale. COSIS. La Compagnia per lo Sviluppo delle Imprese Sociali è una merchant bank promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Roma per fornire strumenti finanziari specializzati (prestiti a progetto, capitalizzazione delle cooperative tramite microprestiti a soci sovventori) per il sostegno alle organizzazioni senza fini di lucro. Banca Etica. La Banca popolare Etica raccoglie risparmio allo scopo di finanziare, tramite i tradizionali strumenti finanziari bancari, progetti e imprese nei settori della cooperazione sociale, della cooperazione internazionale, dell ambiente e della cultura e società civile. Altre iniziative analoghe a quelle richiamate sono attualmente in cantiere ed entreranno progressivamente nella loro fase operativa, andando ad incrementare il numero delle iniziative significative di finanza locale e di microcredito. Va osservato che le questioni cruciali e le sfide che i progetti di finanza locale e di microcredito devono affrontare sono: a) come evitare alti tassi di sofferenze, accompagnando efficacemente nei difficili primi passi delle vocazioni imprenditoriali non sorrette dall esperienza; b) come condurre professionalmente un istruttoria ad un tempo etica ed economico/finanziaria - dei progetti di microimpresa, senza dover sopportare costi spropositati rispetto all ammontare spesso modesto delle somme erogate. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 14

15 Un altro importante elemento è la necessità di attivare partnership in cui ciascun soggetto possa offrire e garantire competenze specifiche per coprire le differenti expertise richieste da interventi di finanza locale e di microcredito e le risorse necessarie a metterle in piedi. Emerge allora fin dalla fase progettuale l importanza di saper far rete e mobilitare attorno ad uno scopo comune una pluralità di soggetti capaci di apporti complementari, di poter contare su una approfondita conoscenza del territorio e dei suoi bisogni. BARRIERE DI ACCESSO ALLA CREAZIONE D IMPRESA PER LE PERSONE CON DIFFICOLTÀ PARTICOLARI Donne ed Impresa Sempre più donne cercano nel mestiere di imprenditrici un alternativa al posto fisso e lo fanno puntando su settori economici tradizionalmente al femminile. Ma non solo. Sono decisamente in crescita anche le capitane d impresa che si cimentano nell avvio di attività imprenditoriali solitamente più legate alla presenza maschile. Così in Calabria come in Lombardia, in Sicilia come in Campania, ossia nelle regioni in cui, percentualmente, le imprese guidate da donne sono aumentate di più nel corso del E quanto mettono in evidenzia i dati annuali dell Osservatorio sull imprenditoria femminile di Unioncamere e Infocamere. Il Rapporto sull imprenditoria femminile pubblicato per la prima volta nel 2004 in riferimento alla consistenza delle imprese attive partecipate in prevalenza da donne, mostra come le imprese femminili, iscritte al Registro delle imprese delle Camere di Commercio, sfiorano oramai quasi 1 milione e 200mila unità. Infatti, alla fine del 2004, le imprese femminili attive erano , ovvero il 2% in più del La componente delle imprese femminili rappresenta il 23,5% del totale delle imprese attive in Italia (conteggiate in ). Il tasso di crescita di queste imprese è superiore a quello del totale delle imprese italiane (+1,3%), ma riflette la stessa dinamica territoriale: più alti i tassi di crescita del Mezzogiorno (+2,4%) e nel Nord-Ovest (+2%); inferiori alla media quelli del Centro (+1,7%) e del Nord-Est (+1,4%). Il peso più basso di imprenditoria femminile è quindi nel Nord-Est (20,7%), è di poco superiore nel Nord- Ovest (21,9%) e raggiunge il livello più alto in Meridione (26,5%). La regione che cresce di più nel 2004 rispetto all anno precedente è la Calabria, dove le imprese femminili sono aumentate del +5,5%. Seguono Lombardia (+2,9%), Sicilia (+2,8%), Campania (+2,6%) e Sardegna (+2,5%). La regione in cui, sul totale delle imprese, le aziende al femminile sono percentualmente più numerose è invece il Molise, dove le imprese in rosa rappresentano il 32,1% del totale delle imprese attive. Seguono Basilicata (29,8%), Abruzzo (28,3%), Campania (27,9%), Valle d Aosta (26,6%). Se, invece, si guarda ai valori assoluti, è la Lombardia che occupa saldamente la testa della classifica nazionale, con imprese guidate da donne, pari al 20,1% dell universo imprenditoriale locale. Seguono Campania ( ), Sicilia (98.223), Piemonte (98.170) e Veneto (94.715). Sebbene la stragrande maggioranza delle imprese femminili sia costituita da ditte individuali ( nel 2004, il 73% del totale e lo 0,7% in più nel 2004 rispetto al 2003), è in crescita il numero delle donne che scelgono di dare alla loro azienda una struttura più solida. Infatti, aumentano del 20,4% le società di capitali rispetto all anno precedente, raggiungendo quota Cooperative (+2%) e società di persone (+1,8%) vedono un incremento prossimo alla media nazionale. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 15

16 In forte calo, invece, le altre forme societarie (-9%). Le neo-imprenditrici del 2004 preferiscono essere leader indiscusse all interno della propria azienda. Se si guarda, infatti, alle variazioni registrate tra imprese a componente femminile esclusiva, maggioritaria o forte, si nota che, nel 2004, l unico incremento positivo (+2,3%) si è avuto riguardo alle imprese femminili esclusive, che rappresentano il 94,9% del totale. Le imprese femminili maggioritarie (-4,1%) e quelle a forte partecipazione da parte di donne (-3,6%) appaiono invece in diminuzione. L impresa è considerata a conduzione femminile esclusiva se: - è donna il titolare della ditta individuale; - lo è il 100% dei soci delle società di capitali, delle società di persone e delle cooperative; - se lo è il 100% degli amministratori delle altre forme giuridiche. Se le quote di controllo sono superiori al 60% (o a 2/3 del capitale sociale per le società di capitali), il controllo è considerato forte. E a conduzione maggioritaria se il controllo si attesta sopra il 50%. Altri servizi pubblici, Sanità, Turismo, Istruzione, insieme ad Agricoltura e Commercio, continuano a rappresentare nel 2004 i comparti produttivi a maggior tasso di femminilizzazione (dato dal rapporto tra imprese femminili e imprese attive totali). Se si guarda, però, ai tassi di crescita, l andamento dello scorso anno evidenzia alcune interessanti tendenze, che sembrano esprimere un attenzione crescente delle donne anche a settori tradizionalmente maschili. E questo il caso delle imprese delle Costruzioni (+7%, che porta a un totale di le imprese femminili del settore), dei Trasporti e Telecomunicazioni (+9,6% per totali imprese guidate da donne), dei Servizi alle imprese (+5,8% per complessive imprese rosa ), cui si aggiunge, anche se su numeri decisamente più contenuti, il settore dell Energia (15,8% in più, per totali 191). Elevato, comunque, anche l incremento delle imprese gestite da donne nella Sanità (+9,8% per totali unità), mentre più contenuto è l aumento delle aziende rosa nel Turismo (+2,6%, per imprese) e nel Commercio (+1,9% per complessive unità). Le più numerose titolari di ditte individuali nel 2004 sono cinesi, nigeriane e marocchine, tra le extracomunitarie, svizzere tra le europee. Le oltre 32mila imprese guidate da donne immigrate si concentrano prevalentemente in Lombardia (5.019), Toscana (3.398), Lazio (3.299), Campania (2.840) e Veneto (2.483). Rispetto al 2003 (quando erano ), le imprenditrici immigrate sono aumentate dell 11,6%. A crescere di più nel 2004, le imprenditrici marocchine, le rumene e le cinesi. In sintesi, è opportuno richiamare l attenzione su alcuni fattori del lavoro delle donne che sono collegati non solo alla crescita imprenditoriale, ma anche alla possibilità che un ulteriore aumento della componente femminile nel mondo del lavoro possa introdurre elementi di inedita qualità sociale, oltreché contribuire alla sua ripresa. Tali elementi possono essere così sintetizzati: - le donne (soprattutto se inattive o disoccupate) hanno un difficile accesso alle informazioni e scoprono con maggiore difficoltà l'esistenza di incentivi e opportunità di creazione d'impresa. Di qui l'importanza dell'orientamento, della diffusione d'informazione che tenga conto dei canali e delle modalità più facilmente accessibili per le donne - il passaggio dalla formulazione di "un'idea imprenditoriale" al progetto d'impresa e all'avvio dell'attività rappresenta un momento difficile, nel quale occorre poter contare su un sostegno a carattere consulenziale, su un orientamento efficace, su un'informazione ampia e completa - il tasso di femminilizzazione delle imprese in Italia è ancora basso: 23,5%, con un picco del 26,5% al Sud; - le caratteristiche dell'impresa "femminile" non si discosta dalle caratteristiche generali di tutte le imprese dentro uno sviluppo diffuso (in prevalenza di dimensione micro e piccola) suggeriscono l'opportunità di accedere a reti di sostegno, di costruire partnership, di "mettersi in contatto" e cooperare; - sono più numerose le imprese individuali e le società di persone, in coerenza con una tipologia di impresa che rivela, insieme a maggiore determinazione e impegno, elementi di fragilità, soprattutto in coincidenza con l attuale congiuntura economica; - il 40% delle imprese condotte da donne segnala il sistema dei mass media come prevalente canale di informazione (quasi quattro volte di più delle imprese non femminili) Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 16

17 - la rete familiare è fondamentale per le donne che fanno impresa, non solo come supporto e aiuto concreto, ma anche come fattore di successo, specie per quanto attiene ai rapporti paritari con il partner; - la pesantezza della burocrazie è sentita dalle imprenditrici come una difficoltà in misura molto più spiccata rispetto agi imprenditori maschi; - la "credibilità" di un'imprenditrice è spesso minata da pregiudizi e discriminazioni. Di qui le note difficoltà di accesso al credito, più problematico per le donne piuttosto che per gli uomini, specie per quanto attiene alle garanzie patrimoniali richieste, di relazione con fornitori e clienti e, più in generale, di legittimazione come soggetto imprenditoriale credibile. Questa stessa difficoltà - tutta di natura culturale - non favorisce, ad esempio, il ricambio generazionale e la trasmissione di padre in figlia delle imprese a carattere familiare Inoltre, nella gestione della propria impresa, le donne imprenditrici: - segnalano con forza il nodo cruciale della conciliazione tra i diversi tempi della vita (lavoro, famiglia), ma, al contempo, evidenziano meno flessibilità dei loro colleghi nell organizzazione d impresa. - esprimono maggiore propensione alla intercambiabilità dei ruoli, alla collaborazione e al coinvolgimento nelle decisioni di tutte le risorse umane; - tengono più in considerazione l innovazione (benché l 80% di loro non vi investa nell ultimo anno, così come i maschi), anche se affidano un ruolo scarso alle nuove tecnologie e utilizzano poco il commercio elettronico; - sono poco propense alla certificazione di qualità e hanno scarsa conoscenza della SA8000, anche se sono molto attente agli effetti della produzione sull ambiente; - sono convinte della centralità del cliente e della qualità del servizio. Aspirazione all autonomia ed indipendenza, qualità del lavoro, acquisizione di margini di maggiore libertà e di controllo diretto sul proprio lavoro e la propria vita, sono le motivazioni alla base delle scelte delle imprenditrici. Tra queste si possono distinguere varie tipologie di imprenditrici: - l imprenditrice per necessità (difficoltà a trovare lavoro dipendente); - l imprenditrice per opportunità (spesso legata ad una tradizione famigliare); - l imprenditrice per scelta. La tradizione familiare è la prima motivazione d avvio di un attività imprenditoriale tra le imprenditrici (47.9%), seguita dalla necessità di lavoro 37.4%, in particolare nel Mezzogiorno e nelle Isole (47%), dal desiderio di autonomia, nel Nord in genere e nel Nord Ovest in particolare (40.7%), unito al possesso di abilità specifiche ed alla necessità di indipendenza economica e di miglioramento del reddito. La motivazione iniziale che muove la creazione dell impresa risulta estremamente diversificata anche in funzione del settore imprenditoriale in cui agisce l impresa. La tradizione/vocazione famigliare risulta più accentuata per le imprese agricole (76.7% per le imprese femminile), inferiori le percentuali nel settore del commercio (44.9%), alberghi e ristoranti (44.5%). Negli altri settori d attività prevale, invece, la necessità di lavoro (42.9%), il desiderio di autonomia (40.2%), il possesso di abilità e competenze specifiche (35.9%). Un area di forza delle imprese femminili è rappresentata dalla determinazione a perseguire il fine imprenditoriale: le imprenditrici fanno registrare percentuali molto più alte sui temi che riguardano le competenze specifiche (54.8% contro 32.3%) e la realizzazione dei propri obiettivi/sogni (41.3% contro 31.9%). In altre parole, il profilo che emerge è quello di un imprenditrice, motivata, preparata, e consapevole dell importanza dei saperi nel fare impresa, razionale ma anche sognatrice. Le forti motivazioni e l adeguata preparazione non sono però spesso sufficienti a superare alcuni degli ostacoli già in precedenza richiamati quali: il reperimento di capitale, l acquisizione dei clienti e la mancanza di servizi. Le difficoltà di reperimento di capitale è maggiore nel Nord Ovest (47.6%) e nel Sud (46.9%) mentre per il Centro ciò che è più complicato è l acquisizione di clienti (35.4%) ed il conciliare gli impegni di casa con quelli del lavoro (25.9%). L accesso al credito rimane dunque uno dei nodi centrali per l avvio dell attività imprenditoriale, un elemento decisivo nel determinare le concrete possibilità di successo. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 17

18 I risultati della ricerca sottolineano come le imprese femminili facciano maggiormente ricorso al capitale fornito dal circuito familiare/amicale, sia al credito bancario (in particolare nel Nord est 56.3% e nel centro 38.7%, ma anche al capitale proprio in fase di avvio dell impresa). Il mancato ricorso al credito bancario è spesso imputabile, per le imprese femminili, alla difficoltà di prestare le garanzie richieste e alla mancanza di convenienza economica. Giovani ed Imprenditorialità Il problema dei giovani e la necessità di promuovere l'imprenditorialità per garantire la creazione di posti di lavoro ha ispirato il programma dell'imprenditorialità giovanile in Italia, che prevede un ampio supporto agli imprenditori di età compresa tra 18 e 35 anni, fornendo concessioni fino a massimo il 50% dei costi del capitale, prestiti per un ulteriore 30%, concessioni per i costi amministrativi e di gestione, programmi di addestramento per migliorare le competenze di management e un insegnamento gratuito per gli imprenditori. Restano però alcuni ostacoli strutturali. In Italia, secondo uno studio della Yard che è servito da base per il rapporto Ocse, occorrono mediamente 120 giorni per avviare un'impresa a fronte dei 30 mediamente "impiegati " negli altri Paesi dell'ocse. Tra le motivazioni alla base della creazione di attività "in proprio" figurano, in prima battuta, quelle personali (l'85% dei giovani ritiene che un'attività propria dia esiti più soddisfacenti e conta molto sulle proprie capacità di gestione), mentre l'aspetto del capitale iniziale risulta fortemente sottovalutato. È questa, la causa principale del tasso di mortalità delle nuove imprese, che risulta ancora troppo elevato. Sul fronte del credito, sono tre le fasi in cui le aziende hanno bisogno di supporto: lo start-up, lo sviluppo e le eventuali difficoltà; ma, almeno nel caso dello start-up, lo studio dell'ocse dimostra che le risposte sono tutt'altro che adeguate. Sul fronte del tutoraggio, al contrario, l'italia è già più avanti rispetto al resto d'europa: l attività viene affidata a professionisti, pagati a prezzo di mercato e che però garantiscono prestazioni controllate e misurate, al contrario di quanto avviene all'estero ove tale tipo di rilevazioni è compiuta da imprenditori volontari, sovente in pensione. L'Italia è l'unico Paese OCSE che abbia avviato una politica specifica per l'imprenditorialità giovanile. L'avvio di una cultura dell'imprenditorialità giovanile è il nodo più grosso che l'italia deve affrontare e risolvere, articolando gli interventi sulle seguenti quattro priorità: 1. la promozione di una cultura di impresa, 2. l'accompagnamento alla progettazione, 3. la valutazione dei business plan a prescindere dalle garanzie patrimoniali 4. l'assistenza nella fase di start-up. Le politiche per l'imprenditorialità giovanile, infatti, possono aiutare un gran numero di giovani ad accedere al mercato del lavoro avviando una propria impresa, anche se coloro che hanno le competenze e la motivazione per farlo sono ancora una minoranza tra i disoccupati. Un esperienza di "best practices" è sicuramente quella realizzata dall'imprenditorialità giovanile spa, che oggi fa parte delle attività di Sviluppo Italia che dà supporto agli imprenditori dai 18 ai 35 anni fornendo concessioni fino a massimo il 50% dei costi del capitale, prestiti per un ulteriore 30% dei costi del capitale, concessioni per i costi amministrativi e di gestione, programmi di addestramento per migliorare le competenze di management. Le sfide che il Paese deve affrontare in tema di condizione giovanile riguardano la necessità di consentire ai giovani di assumere un ruolo attivo nella società e la promozione dell imprenditorialità per garantire la creazione di posti di lavoro e l'innovazione. Purtroppo, i metodi tradizionali adottati (che vanno dal supporto al reddito, al "job matching", al riaddestramento) hanno dato scarsi risultati. Le politiche per favorire l'imprenditorialità giovanile non possono sostituirli ma, piuttosto, funzionare da complemento. Il messaggio generale è che i giovani sono effettivamente in grado di fondare nuove imprese di successo, ma occorrono nuove politiche per incoraggiarli a farlo. La crescita economica non risolve, da sola, il problema della disoccupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione dei giovani con meno di trent'anni è pari a circa il doppio di quello degli adulti, indipendentemente da congiunture economiche di crescita o di recessione. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 18

19 Un altro dato rilevante è che i giovani incontrano una gran quantità di ostacoli nel costituire una propria impresa: il primo è l'assenza di capitale di avviamento e di esercizio; l altro vincolo importante è rappresentato dal rifiuto delle banche a concedere credito a chi ha solo un business plan e niente garanzie. Malgrado gli ostacoli analizzati, i giovani sono effettivamente in grado di costituire e gestire con successo nuove imprese, e questo è dimostrato dai risultati positivi ottenuti da numerosi programmi locali per l'imprenditorialità giovanile in corso nelle diverse realtà locali. Sull'onda di questo successo lo stimolo all'imprenditorialità giovanile deve rientrare nelle politiche nazionali, regionali e locali per l'occupazione. La strada è quella dei servizi specifici e personalizzati di consulenza e di formazione. Un ruolo importante e finora non significativo, è quello che dovranno sostenere i sistemi dell istruzione e della formazione. Per incoraggiare lo spirito d'impresa è necessario trasmettere anche a scuola competenze, atteggiamenti e inclinazioni imprenditoriali. Tra le cose da imparare sui banchi ci devono essere, oltre alla tenuta della contabilità ed alle tecniche di elaborazione di un piano di marketing, anche, e soprattutto, la capacità di costruirsi una maggiore autostima e fiducia nelle proprie possibilità. Il passaggio tra scuola e lavoro va vissuto come un'opportunità che richiede spirito di iniziativa e disponibilità verso forme di lavoro autonomo ed innovative entro confini che si allargano sempre di più. La formazione è il campo in cui occorre realizzare una grande mobilitazione di energie pubbliche e private, per investire in cultura aiutando le giovani generazioni ad impiantare progetti di vita più autonomi, più consoni ad una loro piena realizzazione personale e professionale, basati sul passaggio dalla cultura della "manodopera" ad una cultura orientata ai risultati, all'intraprendenza, ai comportamenti proattivi, alla tenacia, alla flessibilità, alla creatività. La prospettiva è, dunque, quella di favorire percorsi di acquisizione delle caratteristiche proprie dell agire imprenditoriale, in grado di educare all assunzione di una prospettiva imprenditoriale, non più focalizzata esclusivamente sulla mera creazione di impresa. Se da un lato si intravede nel lavoro autonomo, sia in termini assoluti che rispetto al lavoro da dipendente, la possibilità di esprimere la propria creatività ed il proprio senso dell'autonomia, dall'altro, sembrano pesare nell'atteggiamento verso il lavoro autonomo due aspetti: 1. la paura nei confronti dell'incertezza di un lavoro "instabile", da "inventare", "fortemente competitivo" e in "solitudine" 2. il timore di un lavoro che non è in grado di garantire una sicurezza/tranquillità economica. Questi fattori appaiono come elementi ostacolanti all'avvio di un'attività imprenditoriale e suggeriscono, anche alla luce del ruolo delle famiglie, una sostanziale "impreparazione" dei giovani a gestire da un punto di vista "emotivo" le conseguenze del mutamento nel modo di lavorare di domani: i genitori avevano il posto fisso i figli devono inventarselo. I maggiori "svantaggi" di un lavoro da imprenditore rispetto ad un lavoro da dipendente vengono infatti individuati negli elevati rischi economici, nell'impegno di tempo eccessivo e dal non poter programmare la propria vita Tutto ciò sottolinea la complessità e l'importanza del ruolo dei sistemi educativi e formativi nel determinare direttamente le "basi" dell'atteggiamento dei giovani verso un percorso imprenditoriale. L'avvicinamento dei giovani al lavoro autonomo dovrebbe dunque far leva proprio nella ricerca dell'autonomia/creatività e di quella intraprendenza che i ragazzi manifestano quando si inventano e si danno da fare. Pertanto, oltre all'attività di supporto, di consulenza e di formazione tradizionale destinata a coloro che "hanno già deciso" di fare gli imprenditori, sarebbe auspicabile ed opportuno creare occasioni, momenti, percorsi all'interno della scuola, delle Università e dei sistemi formativi in grado di stimolare tra i giovani la costruzione di una reale cultura imprenditoriale. La formazione dovrà indirizzare, sempre più e sempre meglio, i propri sforzi ed i propri modelli metodologici e pedagogici, alla promozione delle attitudini e dei comportamenti imprenditoriali, senza che il loro esito debba necessariamente essere la creazione di una nuova impresa o il lavoro autonomo, perché va considerato l individuo stesso come una micro-impresa, la cui gestione non può più essere delegata a terzi, siano essi la famiglia, la scuola o l azienda, ma va consapevolmente assunta e condotta in prima persona. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 19

20 Tale impegno deve coinvolgere consapevolmente educatori, formatori ed Organizzazioni nel disegno comune di rendere diffusa e sentita la funzione positiva della cultura imprenditoriale, come insostituibile motore di sviluppo nella società e nell economia. ANALISI DEL BISOGNO Per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa, l analisi dei fabbisogni professionali di imprenditorialità rappresenta la fase di maggiore criticità, in quanto da essa dipende la possibilità di costruire una relazione positiva tra domanda e offerta formativa. Tale azione riveste un ruolo strategico nel processo di costruzione di un offerta formativa coerente con i bisogni del sistema sociale, economico e produttivo del contesto territoriale di riferimento del progetto. L analisi di tali fabbisogni costituisce quindi il momento iniziale del processo di elaborazione dell offerta formativa, in quanto dovrà fornire dati ed informazioni necessarie per la progettazione di percorsi di apprendimento per la creazione d impresa. Tenendo conto della domanda potenziale espressa dallo specifico contesto economico-produttivo, l analisi dei fabbisogni deve essere in grado di: identificare in chiave formativa le specifiche richieste del mercato riconducibili a determinate opportunità di sviluppo imprenditoriale, già definite o di nuova definizione; agevolare la trasmissione di informazioni tra mondo del lavoro e della formazione; rendere possibile, a livello di singolo percorso, una progettazione formativa che tenga conto dell evoluzione dei contesti economico-produttivi in termini di competenze e professionalità che mutano. Pertanto, l analista del fabbisogno deve orientare la fase di ricerca in modo tale da definire: i settori produttivi verso i quali orientare il processo di formazione alla creazione di impresa (l analista dovrà evidenziare le opportunità offerte per lo sviluppo di nuova imprenditorialità e la rilevanza del bisogno di formare figure imprenditoriali coerenti con lo scenario di sviluppo locale programmato dalle istituzioni preposte alla governance del territorio) lo scenario di medio lungo periodo delle dinamiche di sviluppo di ogni settore produttivo individuato in termini di: - innovazioni di processo - innovazione di prodotto - internazionalizzazione d impresa - azioni di sistema per lo sviluppo delle competenze professionali di settore. le tipologie di competenze che devono essere possedute in esito al percorso formativo per la creazione d impresa, tali da risultare adeguate a colmare il livello di gap dei discenti in ingresso al corso e quindi consentire loro di cogliere le opportunità di business in modo coerente con il sistema della domanda, generando così sbocchi occupazionali che il mercato del lavoro sarà in grado di assorbire concretamente. In altri termini, tali ricerche devono disegnare le tappe principali per la definizione dei fabbisogni imprenditoriali e delle relative competenze da promuovere e/o sviluppare nei beneficiari dei percorsi formativi finalizzati all auto-impiego ed alla creazione di nuove imprese. La definizione degli specifici obiettivi di apprendimento sarà invece trattata nella fase successiva di progettazione formativa, dove, tenendo conto della componente legata alle diverse tipologie di persone destinatarie del percorso di apprendimento, il progettista dovrà costruite la strategia e le soluzioni didattiche appropriate per garantire l effettiva acquisizione da parte dei beneficiari delle skill imprenditoriali richieste. Il Modello metodologico per la progettazione di percorsi formativi comptence based per la creazione d impresa 20

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