ISPI MASTER IN DIPLOMACY. La protezione dei civili nei conflitti armati. Linee di tendenza e sfide di: Christian Ponti

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1 ISPI MASTER IN DIPLOMACY A.A. 2016/ GENNAIO 2016 La protezione dei civili nei conflitti armati. Linee di tendenza e sfide di: Christian Ponti

2 I PRINCIPI GENERALI DI CONDUZIONE DELLA GUERRA Il principio o limite della necessità militare (permette al belligerante di tenere un certo comportamento durante le ostilità al fine di raggiungere un dato vantaggio militare) Relazione tra necessità militare-vantaggio militare e obiettivo militare (es. negativo : incendio pozzi petroliferi in kuwait) La relazione tra necessità militare e vantaggio militare non è sufficiente per giustificare un azione militare Nel diritto contemporaneo occorre considerare i principi di distinzione e proporzionalità

3 NECESSITÀ MILITARE Nozione autorizzativa della necessità militare (circostanza esimente no applicazione del diritto bellico) dottrina militare tedesca (fine 800 e prima metà 900) - Non considera il rispetto dei principi di proporzionalità e distinzione Caso degli ostaggi (1948) (uccisone civili, distruzione e saccheggio villaggi da parte di tedeschi in Albania, Grecia, Jugoslavia) Commissione militare USA

4 NECESSITÀ MILITARE Necessità come circostanza speciale di liceità (portata restrittiva) causa di esclusione dell illecito In alcuni casi è esclusa in modo assoluto Es: art. 23(a) Regolamento Aja 1907 (armi velenose) /art. 48 Protocollo I (distinzione) Es: art. 23(g) sulla distruzione o sequestro proprietà nemiche

5 NECESSITÀ MILITARE Interpretazione limitativa della necessità militare Nei manuali militari (es. Manuale di diritto dei conflitti armati Regno Unito e Manuale militare marina USA, 2007) Rapporti Commissione d inchiesta (conflitto Israele-Libano 2006) e conflitto striscia di Gaza (2008)

6 NECESSITÀ MILITARE, PROPORZIONALITÀ E DISTINZIONE PROPORZIONALITA Protocollo (I) 8 giugno 1977 Art. 57 Coloro che preparano o decidono un attacco dovranno: astenersi dal decidere di lanciare (annullare o sospendere) qualsiasi attacco da cui ci si può attendere che provochi incidentalmente morti e feriti fra la popolazione civile, danni ai beni di carattere civile o una combinazione di perdite umane e danni, che risulterebbero eccessivi rispetto al vantaggio militare concreto e diretto previsto la violazione di questo principio concreta un ipotesi di attacco indiscriminato ex art. 51

7 PROPORZIONALITÀ DEI DANNI COLLATERALI Norma consuetudinaria (ICTY caso Kupreskic, 2000) anche conflitti armati interni (rapporto Consiglio Diritti umani ONU su Libia del 2011) Prassi Stati Problema applicazione norma: assenza di parametri oggettivi (solo casi estremi facilmente giudicabili) il requisito della «diligenza del comandante militare» - (esempio attacchi notturni a infrastrutture)

8 MISURE PRECAUZIONALI Protocollo (I) 8 giugno 1977 Art (a) Adottare tutte le misure possibili per verificare che gli obiettivi attaccati non siano persone civili o beni civili Utilizzare mezzi e metodi di combattimento che minimizzino il rischio di danni collaterali Divieto di usare la popolazione civile come scudi umani per proteggere obiettivi militari (art. 51 par. 7)

9 IL PRINCIPIO DI DISTINZIONE I Protocollo (1977) Art. 48 Allo scopo di assicurare il rispetto e la protezione della popolazione civile e dei beni di carattere civile, le Parti in conflitto dovranno fare, in ogni momento, distinzione fra la popolazione civile e i combattenti, nonché fra i beni di carattere civile e gli obiettivi militari, e, di conseguenza, dirigere le operazioni soltanto contro obiettivi militari

10 L OGGETTO DELLA VIOLENZA BELLICA OBIETTIVI MILITARI Protocollo (I) 8 giugno 1977 Art. 52 (2) Gli obiettivi militari sono limitati ai beni che per loro natura, ubicazione, destinazione o impiego forniscono un effettivo contributo all azione militare e la cui distruzione totale o parziale, cattura o neutralizzazione offrono, nelle circostanze del momento, un vantaggio militare preciso

11 OBIETTIVI MILITARI Caratteri definizione (ex art Protocollo I) Definizione di carattere generale e astratto (no lista obiettivi militari) Due elementi: i) beni che per natura, ubicazione, destinazione o impiego forniscono un effettivo contributo all azione militare ii) la cui distruzione totale o parziale, cattura o neutralizzazione offrono, nelle circostanze del momento, un vantaggio militare preciso Espressione di una norma consuetudinaria

12 PROTEZIONE DEI CIVILI DAGLI ATTACCHI I Protocollo (1977) (Art. 51, par. 4) Sono vietati gli attacchi indiscriminati, ossia quegli attacchi: che non sono diretti contro un obiettivo militare determinato che impiegano metodi o mezzi di combattimento che non possono essere diretti contro un obiettivo militare determinato che impiegano metodi o mezzi di combattimento i cui effetti non possono essere limitati secondo il Protocollo e che sono, di conseguenza, atti a colpire indistintamente obiettivi militari e persone civili o beni di carattere civile

13 ATTACCHI INDISCRIMINATI Esempi di attacchi indiscriminati: bombardamenti a tappeto Bombardamenti con armi imprecise Bombardamenti sproporzionati Sono crimini di guerra (Caso Galic, 2006/Caso Martic, 2007)

14 Attacchi diretti contro la popolazione civile I Protocollo (1977) Art. 51, par. 2 Divieto applicabile a qualsiasi conflitto armato (II Protocollo, art. 13 par. 2) Condanne CDS agli attacchi diretti contro la popolazione civile Attacchi diretti contro la popolazione civile quale crimine di guerra ICTY (Blaskic, 2000) (Galic, 2006) Art. 8, par. 2, let. B, E (i) Statuto ICC Elemento intenzionalità cruciale

15 Attacchi terroristici Sono vietati gli attacchi o minacce di violenza, il cui scopo principale sia di diffondere il terrore fra la popolazione civile (I Protocollo, art. 51.2) Attacchi volti a terrorizzare la popolazione civile quale crimine di guerra (ICTY (Galic, 2006)

16 MEZZI DI COMBATTIMENTO (LE ARMI) Art. 35: I PRINCIPI GENERALI Protocollo (I) 8 giugno 1977 a) E vietato l impiego di armi, proiettili e sostanze nonché metodi di guerra capaci di causare mali superflui o sofferenze inutili (a protezione dei belligeranti). b) È vietato l impiego di metodi o mezzi di guerra concepiti con lo scopo di provocare, o che possono provocare, danni estesi, a lungo termine e gravi all ambiente naturale Art. 51, par. 4 (b,c): c) È vietato l uso di mezzi e metodi di combattimento indiscriminati (a protezione dei civili) Divieti o limitazioni previsti da alcuni strumenti convenzionali

17 DIVIETI O LIMITAZIONI NELL USO DI SPECIFICI MEZZI GUERRA ARMI VIETATE Armi di distruzione di massa (ARMI CHIMICHE E BIOLOGICHE) Protocollo concernente la proibizione d impiego in guerra di gas asfissianti, tossici o simili e di mezzi batteriologici (Ginevra, 17 giugno 1925) Convenzione (di disarmo) sul divieto di messa a punto, produzione e stoccaggio di armi batteriologiche (agenti biologici o microbiologici) o a base di tossine, e sulla loro distruzione (Londra, Mosca e Washington, 10 aprile 1972) Convenzione (di disarmo) sul divieto di messa a punto, produzione, stoccaggio e uso delle armi chimiche e sulla loro distruzione (Parigi, 13 gennaio 1993)

18 OSTACOLI E SFIDE PER UN ADEGUATA PROTEZIONE DEI CIVILI NEI CONFLITTI ARMATI L Applicazione delle norme DIU Problema interpretazione norme: eccessiva discrezionalità nell individuazione degli obiettivi militari (vantaggio militare) e del principio di proporzionalità scarsa trasparenza (difficile valutazione processi decisionali targeting selection ) Training e formazione al DIU; affidabilità fonti di intelligence; misure precauzionali i caratteri dei moderni conflitti; asimmetrici e urbani La scarsa applicazione DIU da parte dei gruppi non statali Scarso senso di appartenenza Scarsa conoscenza DIU

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