MN-6 Cosa è un radiofarmaco e quali sono le sue caratteristiche ideali?

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1 MN-1 Cosa è la medicina nucleare? Disciplina medica finalizzata alla diagnosi e alla terapia mediante l impiego di elementi radioattivi. L impiego diagnostico della medicina nucleare consiste nella rilevazione della distribuzione di medicinali che contengono elementi radioattivi e nella rappresentazione di processi funzionali e molecolari mediante immagini «parametriche» L impiego terapeutico della medicina nucleare consiste nell uso di medicinali radioattivi che producono effetti biologici controllati, finalizzati alla riduzione di masse tumorali o iperplasie, o con finalità palliative. MN-2 Cosa differenzia la medicina nucleare dalla radiologia? Radiologia e medicina nucleare si differenziano per il tipo di radiazioni impiegate, per le finalità d uso e le apparecchiature impiegate. In radiologia convenzionale le radiazioni hanno origine da un apparecchio radiogeno, in medicina nucleare esse originano invece direttamente dal nucleo di elementi radioattivi. In radiologia si impiegano apparecchiature che generano raggi che attraversano il corpo e che sono anche in grado di rivelare tali radiazioni, mentre in medicina nucleare le radiazioni derivano da radiofarmaci che vengono somministrate al paziente e la cui distribuzione viene poi rivelata con apparecchiature che rivelano radiazioni senza generarle. In radiologia si producono immagini trasmissive, trasmesse attraverso il corpo, in medicina nucleare immagini emissive, emesse dal corpo. MN-3 Cosa caratterizza la medicina nucleare e in cosa si differenziano tra loro le indagini di medicina nucleare? La medicina nucleare è caratterizzata dal punto di vista metodologico dall uso di radiofarmaci, dal punto di vista tecnologico dall uso di apparecchiature di rivelazione dedicate e dal punto di vista dell informazione diagnostica dalla possibilità di ottenere informazioni ad alto contenuto funzionale e molecolare Le indagini di medicina nucleare si differenziano tra di loro per i radionuclidi e radiofarmaci impiegati, scelti in base al processo/organo/apparato che si vuole esaminare, e per le apparecchiature utilizzate, a seconda che si intenda eseguire indagini dinamiche o statiche. MN-4 Quali sono le caratteristiche ottimali per l uso di un radionuclide a scopo diagnostico o terapeutico? La caratteristica indispensabile per l uso di un radionuclide a scopo diagnostico, con il fine di ottenere immagini mediante tecniche di medicina nucleare, è che il decadimento dia origine all emissione di fotoni. La caratteristica indispensabile per l uso di un radionuclide a scopo terapeutico, con il fine di ottenere un effetto biologico controllato mediante tecniche di medicina nucleare, è che il decadimento dia origine all emissione di radiazioni corpuscolate. MN-5 Quali sono i radionuclidi utilizzati in medicina nucleare e come vengono prodotti? In medicina nucleare si impiegano diversi radionuclidi per la marcatura dei radiofarmaci. Ciascuno ha esclusive proprietà fisiche e chimiche, e viene prodotto con tipi di apparecchiature diverse. Il radionuclide più frequentemente impiegato a scopo diagnostico è il Tc-99m (tecnezio 99 metastabile) Il Tc-99m deriva dal decadimento del molibdeno 99, il quale è prodotto mediante un reattore nucleare. Il generatore di Tc-99m è un sistema per la produzione del Tc-99m dal decadimento del Molibdeno 99. Attraverso il generatore quotidianamente viene eluito Tc-99m formatosi dal decadimento del Molibdeno 99, fino all esaurimento del generatore. Altri radionuclidi (I-123, I-131, In-111, Tl-201) vengono prodotti mediante ciclotroni industriali e quindi distribuiti a aziende produttrici e distributrici di radiofarmaci che provvedono alla consegna in forma pronta all uso agli ospedali dove vengono impiegati. Il ciclotrone permette di accelerare particelle elettricamente cariche mediante l impiego di una corrente alternata ad alta frequenza ed alta tensione, in associazione con un campo magnetico perpendicolare. In numerosi centri ospedalieri (circa 30 in Italia) sono disponibili radionuclidi prodotti mediante ciclotroni di piccole dimensioni necessari per la produzione dei radionuclidi a breve emivita (O-15, N-13, C-11, F-18). MN-6 Cosa è un radiofarmaco e quali sono le sue caratteristiche ideali?

2 È un qualsiasi medicinale che, quando è pronto per l'uso, include uno o più radionuclidi (isotopi radioattivi) incorporati a scopo sanitario; i radiofarmaci vengono impiegati per diagnosi o terapia. Il RF deve localizzarsi solo in organi di interesse, deve essere stabile dal punto di vista chimico e biochimico e possedere un adeguata emissione energetica: Diagnosi = emissioni gamma, Terapia = emissioni beta negative, Nel caso dell uso diagnostico il RF deve essere facilmente rilevabile e quantificabile, il RF deve infine avere un costo sostenibile. I radiofarmaci sono una classe di sostanze estremamente eterogenea: radiofarmaci sono ad esempio alcuni singoli radionuclidi (Xenon-133 per lo studio della ventilazione polmonare o Iodio-131 per la valutazione della funzionalità tiroidea), ma anche molecole di piccole dimensioni (DTPA che viene filtrato dal rene senza essere riassorbito e che permette di misurare la filtrazione glomerulare) o di grandi dimensioni (I Macro Aggregati di Albumina MAA hanno dimensioni maggiori dei capillari: quando sono somministrati in una vena periferica, si accumulano a livello dei capillari polmonari e permettono di valutare la perfusione polmonare), oppure anche cellule marcate, come I leucociti, che si accumulano nei siti di infezione. La sostituzione isotopica permette potenzialmente di marcare con un elemento radioattivo pressoché ogni sostanza di interesse biologico, creando dei radiofarmaci fisiologici. MN-7 Quali sono i meccanismi di localizzazione dei RF? Diffusione passiva (Filtrazione glomerulare), Trasporto attivo (Funzione tiroidea), Trapping metabolico (Metabolismo tumorale e cerebrale, Sintesi di neurotrasmettitori, Perfusione miocardica, Metabolismo osseo), Legame recettoriale (Espressione di recettori associati a tumori, Espressione di recettori del SNC) Blocco capillare (Embolia polmonare), Fagocitosi (Funzione epatica), Sequestro eritrocitario (Funzione splenica), Compartimentalizzazione intravascolare (Funzione cardiaca) Diffusione extra-vascolare (Sanguinamenti). MN-8 Da cosa dipende la combinazione di radiofarmaci, apparecchiature e modalità di rivelazione? Le indagini di medicina nucleare si differenziano tra di loro per i radionuclidi e radiofarmaci impiegati, scelti in base al processo/organo/apparato che si vuole esaminare, e per le apparecchiature utilizzate, a seconda che si intenda eseguire indagini dinamiche o statiche. La combinazione di radiofarmaci, apparecchiature e modalità di rivelazione dipende dal radionuclide impiegato per la marcatura. Radiofarmaci marcati con radionuclidi emettitori di fotoni singoli vengono rivelati mediante GAMMACAMERA e le modalità di rivelazione e acquisizioni sono finalizzate ad ottenere immagini planari e tomografiche. Radiofarmaci marcati con radionuclidi emettitori di positroni vengono rivelati mediante TOMOGRAFO AD EMISSIONE DI POSITRONI e le modalità di rivelazione e acquisizioni sono finalizzate ad ottenere immagini tomografiche (PET). MN-9 Quali sono i principali elementi costitutivi della gamma camera? Collimatore, cristallo di scintillazione, fotomoltiplicatori. La funzione del collimatore è di selezionare i fotoni che devono raggiungere il cristallo di scintillazione eliminando le radiazioni diffuse, in modo che si possa formare un immagine e non una macchia diffusa di radiazioni Il cristallo di scintillazione permette di trasformare le radiazioni elettromagnetiche che superano il filtro del collimatore in segnale luminoso (scintillazione) I fotomoltiplicatori hanno la funzione di amplificare il segnale rivelato dai cristalli. La componente elettronica permette di analizzare i segnali amplificati e di costruire la mappa di distribuzione e intensità delle radiazioni MN-10 Come possono essere acquisite le immagini di medicina nucleare mediante gamma camera? Le immagini possono essere acquisite mantenendo la gamma camera fissa a coprire un medesimo campo di vista per un tempo variabile. In uno studio renale ad esempio viene esaminata la distribuzione di un radiofarmaco nel corso del tempo in modo da cogliere la distribuzione dinamica prima nello spazio vascolare, successivamente in quello parenchimale ed infine la eliminazione della radioattività attraverso gli ureteri, fino alla vescica.

3 Le immagini sono quindi sequenziali e rappresentano la distribuzione dinamica del radiofarmaco e la dinamica della funzione renale. Le immagini possono essere acquisite anche facendo scorrere la gamma camera in modo da inquadrare campi di vista contigui, in maniera sequenziale, per esaminare, ad esempio, lo scheletro intero, che non può rientrare nel campo di una sola acquisizione. In uno studio dello scheletro, con lo studio statico, viene esaminata la distribuzione di un radiofarmaco assumendo che non vi sia una variazione significativa della distribuzione del tracciante dopo la prima fase di distribuzione. In questo modo viene colta la distribuzione statica del radiofarmaco nell osso, alcune ore dopo l iniezione del radiofarmaco per via endovenosa in diversi punti dello scheletro, per arrivare poi alla formazione di una immagine dell intero corpo. Una terza modalità di acquisizione permette la ricostruzione di immagini tridimensionali facendo ruotare la gamma camera attorno all organo in esame, ad esempio il cuore. L acquisizione di queste immagini avviene dopo la somministrazione e la fissazione del radiofarmaco nell organo in esame a seguito di processi di distribuzione inizialmente in proporzione al flusso ematico e poi di fissazione, per intrappolamento metabolico. La acquisizione i immagini da diversi angoli di vista permette di ricostruire immagini tridimensionali (tomografiche) dell organo in studio. Questa tecnica viene chiamata tomografia ad emissione di singoli fotoni. La denominazione deriva dal fatto che si impiegano radiofarmaci marcati con radionuclidi che decadono emettendo un fotone singolo (ad esempio passando da Tc-99m a Tc-99). Questo tipo di tecnica permette di ottenere immagini con elevato contrasto, e che consentono una buona localizzazione anatomica delle diverse componenti l organo in esame, (permettono ad esempio di distinguere bene pareti e cavità cardiache), ma richiedono un tempo di acquisizione maggiore di quello richiesto per le indagini planari. Il risultato tuttavia è tale da giustificare il tempo impiegato. MN-11 Quali sono i principali elementi costitutivi di un tomografo PET? I principali elementi costitutivi del tomografo PET differiscono in parte da quelli della gamma e sono: Il cristallo di scintillazione e i fotomoltiplicatori. La funzione del collimatore nella PET è assolta dal sistema elettronico che permette di selezionare i fotoni che devono essere registrati. I fotoni registrati sono infatti quelli che arrivano in coincidenza su due cristalli posti alle estremità delle linee di coincidenza. Come nella gamma camera il cristallo di scintillazione permette di trasformare le radiazioni elettromagnetiche (I fotoni derivanti dal decadimento positronico) in segnale luminoso (scintillazione) I fotomoltiplicatori hanno la funzione di amplificare il segnale rivelato dai cristalli. La componente elettronica permette di analizzare i segnali amplificati e di costruire la mappa di distribuzione e intensità delle radiazioni La combinazione tecnologica che meglio permette di unire risoluzione spaziale e informazione biochimica è rappresentata dalla PET/TC MN-12 Che cosa è una scintigrafia tiroidea? La scintigrafia della tiroide ha applicazione per la diagnosi differenziale degli ipertiroidismi, perché le diverse cause patologiche determinano quadri scintigrafici caratteristici, per la diagnosi e follow up delle tiroiditi, per la valutazione funzionale dei gozzi ed è di ausilio nelle forme tumorali. L indagine si basa sulla capacità tiroidea di estrarre lo ioduro (I - ) dal sangue e convertirlo a I 2 per la sintesi degli ormoni tiroidei Per questo motivo veniva usato un tempo lo Iodio-131, tuttavia la alta energia (364 KeV) associata alla lunga emivita (8 giorni), determina una elevata dose di radiazioni per i pazienti. Per questo oggi si preferisce l uso dello Iodio-123, che ha proprietà fisiche più favorevoli, tuttavia è di costo elevato. Una alternativa valida è rappresentata dal Tecnezio in forma di ione pertecnetato, che possiede proprietà fisiche ottimali, basso costo e grande disponibilità. Nei soggetti normali, in tiroide si ritrova tra lo 0,5 ed 4,5% della radioattività somministrata. A garanzia che la misura della concentrazione del radiofarmaco sia indicativa della attività funzionale della tiroide, è necessario preventivamente verificare l assenza di condizioni che possano alterare la misura (assunzione di farmaci che inibiscono la captazione dello iodio e del tecnezio). MN-13 Che cosa è la scintigrafia ossea?

4 La scintigrafia ossea è un esame che permette di valutare la fisiologia dell'osso e l'anatomia dello scheletro e rappresenta una delle applicazioni di Medicina Nucleare più comuni. La scintigrafia ossea eseguita con SPECT aumenta la sensibilità ed il dettaglio anatomico, attraverso la rappresentazione tridimensionale. Con il progredire della tecnologia, il ruolo dell'imaging nucleare nello studio dei pazienti cambia e dovrebbe essere considerato complementare agli esami radiologici, TC e di risonanza magnetica per una diagnosi efficace. La quantità di radiofarmaco che si depone sull osso dipende dal flusso ematico e dalla attività osteoblastica. Poiché molte condizioni patologiche possono determinare alterazioni del flusso ematico, della permeabilità dei vasi e dell attività osteoblastica, la metodica risulta gravata da una bassa specificità, che impone spesso la necessità di ricorrere al altre metodiche di diagnostica per immagini per confermare la diagnosi. Tra i punti di forza è da sottolineare che la scansione è total-body, così da poter rilevare la presenza di malattia potenzialmente in qualunque segmento scheletrico (e guidare poi la diagnostica successiva) e la altissima sensibilità diagnostica. La tecnica di acquisizione standard è Total-body, che permette di valutare la distribuzione del radiofarmaco dopo alcune ore dalla somministrazione; applicazione più comune è nella ricerca di metastasi scheletriche. L indagine è molto sensibile per identificare metastasi scheletriche, in particolar modo in caso di lesioni osteo-addensanti; è stata descritta una sensibilità maggiore rispetto alla radiografia. Per questo motivo, se il riconoscimento di una metastasi ossea può determinare una significativa variazione della strategia terapeutica, in caso di positività della scintigrafia, è necessario ricercare conferma con un esame radiologico., che potrà confermare una localizzazione secondaria, oppure rilevare la presenza di patologia benigna. In caso di negatività dell esame radiologico, diventa ancora più importante raggiungere la diagnosi con altre metodiche, come una risonanza magnetica o eventualmente una biopsia ossea. Una tecnica particolare di acquisizione è quella trifasica, utilizzata principalmente per lo studio della patologia infiammatoria scheletrica, nella quale si ottengono tre serie di immagini: 1) al momento della somministrazione del radiofarmaco, che permette di ottenere informazioni sulla perfusione del segmento osseo in esame; 2) dopo circa 5 minuti, quando il radiofarmaco è prevalentemente a livello del liquido extracellulare, avendo attraversato passivamente l epitelio vascolare; i fattori che determinano un aumento della permeabilità dei vasi, come l infiammazione, determinano la maggiore concentrazione di radiofarmaco in questa fase; 3) dopo 2-5 ore, per valutare l attività metabolica degli osteoblasti; questa fase coincide con la scintigrafia ossea total-body. L indicazione di gran lunga più importante riguarda la ricerca di metastasi ossee, anche se le applicazioni nella patologia benigna scheletrica, in particolare valutazione delle protesi articolari, sta diventando sempre più diffusa. MN-14 Che cosa è la scintigrafia di perfusione miocardica? È un esame in cui le immagini mostrano la distribuzione di radiofarmaci che sono estratti rapidamente ed in modo proporzionale al flusso miocardico, dal sangue arterioso coronarico al miocardio Poiché l esercizio fisico richiede un aumento della gittata cardiaca (lavoro del miocardio), aumenta la richiesta miocardica di ossigeno soddisfatta attraverso la vasodilatazione coronarica e l aumento dell arrivo di sangue. Qualora vi sia una patologia aterosclerotica delle coronarie, il vaso malato non si può dilatare adeguatamente come fanno invece i vasi normali. In questa condizione il radiofarmaco che viene distribuito in relazione alla perfusione non si distribuisce nel cuore infartuato, e in quantità minore nel miocardio ischemico. MN-15 Come si esegue una scintigrafia miocardica da sforzo? Attraverso un esercizio fisico a carichi di lavoro crescenti con un cicloergometro e iniezione del tracciante al massimo sforzo. Il test va interrotto se si manifesta dolore toracico tipico, o alterazioni ECG, aritmie e comunque al raggiungimento FC massima teorica: Maschi: età x 85%, Femmine: 200 età x 85%. I test farmacologici trovano applicazione quando il test ergometrico non può essere eseguito, oppure è controindicato. Vengono utilizzati farmaci che inducono aumentata domanda di ossigeno del lavoro cardiaco, oppure I vasodilatatori, che possono indurre furto coronarico, con disomogenea distribuzione del flusso in caso di placca aterosclerotica emodinamicamente significativa.

5 MN-16 Che cosa è la scintigrafia renale? La scintigrafia renale è un esame per la valutazione della funzione del rene. Il tipo di scintigrafia renale più comunemente eseguita è la «scintigrafia renale sequenziale» in cui si valutala dinamica di un radiofarmaco (solitamente il Tc99m-DTPA) che viene filtrato dal glomerulo renale, non riassorbito durante il transito nel tubulo, ed escreto attraverso gli ureteri, vescica e uretra. Nella scintigrafia renale si distinguono tre fasi della distribuzione del radiofarmaco: vascolare, molto rapida, espressione della perfusione renale: una fase parenchimale in cui il radiofarmaco viene filtrato e concentrato (per riassorbimento tubulare di acqua), caratterizzata da un picco di concentrazione normalmente tra il II e III minuto dalla iniezione, una lenta fase di eliminazione che dura minuti. MN-17 Che cosa è la PET e quale è la sua applicazione principale? La PET è la tomografia ad emissione di positroni. Una tecnica di medicina nucleare basata sull impiego di radiofarmaci marcati con radionuclidi che decadono emettendo particelle beta positive. La PET è stata impiegata per decenni come strumento di ricerca, in particolare al fine di valutare parametri di flusso, di metabolismo e di funzione cerebrale. L evoluzione delle apparecchiature e la dimostrazione che molte neoplasie presentano un elevata captazione di alcuni radiofarmaci emettitori di positroni ha favorito lo sviluppo della PET in campo oncologico. La PET in linea generale fornisce informazioni che la diagnostica tradizionale, per lo più basata sulle interpretazioni morfologiche, non è in grado di rivelare. Le applicazioni principali sono in campo oncologico ed interessano diversi momenti clinici della gestione del paziente con tumore. Le richieste diagnostiche più appropriate riguardano i seguenti aspetti: valutazione dell estensione della neoplasia o stadiazione (studio della estensione locale o loco- regionale, ed identificazione delle metastasi a distanza); valutazione della sospetta recidiva (sulla base di dati clinici, biochimici o strumentali) e ristadiazione in presenza di ripresa di malattia, al fine di pianificare un corretto trattamento terapeutico; monitoraggio della terapia (valutazione della risposta dopo chirurgia, radioterapia o chemioterapia). RD-1 Cosa si intende per diagnostica per immagini? La Diagnostica per Immagini definisce l insieme delle tecniche e procedure utilizzate per la formazione di immagini delle strutture e organi del corpo umano utilizzate a fini diagnostici. Anche se la vecchia definizione di Radiologia viene ancora applicata nel linguaggio comune, la nuova dizione permette di includere correttamente tra le procedure quelle che non utilizzano i raggi X, ma, per esempio, gli Ultrasuoni o i Campi Magnetici. RD-2 In cosa consiste la radiografia del torace? L esame radiografico del torace è uno dei capisaldi della diagnostica radiologica. Tecnicamente assai semplice, esso consiste nella ripresa di due radiogrammi, frontale e laterale, eseguite a distanza (tele radiografia: per ridurre al minimo l ingrandimento e le relative sfumature) ed in apnea inspiratoria. Dalla radiografia del torace si ottengono numerosissime informazioni, sia sui polmoni che sul mediastino, le pleure, i diaframmi, il cuore e i grossi vasi. RD-3 Cosa sono i raggi X e quali sono le loro principali caratteristiche? I raggi X sono radiazioni ionizzanti che fanno parte dell ampio spettro delle onde elettromagnetiche: a differenza della luce e grazie alla loro lunghezza d onda oltre volte più corta, essi hanno tuttavia il potere di penetrare nella materia, poiché la loro lunghezza d onda è inferiore alla distanza media esistente tra gli atomi di cui la materia stessa è costituita. Essi si propagano comunque in linea retta e sono in grado di indurre fluorescenza (che ne permette la rappresentazione su schermi televisivi) e di impressionare pellicole radiografiche. attraversano i materiali che assorbono o riflettono la luce visibile; Vengono convertiti in impulsi elettrici da cristalli di selenio, silicio ecc Sono in grado di produrre un immagine su pellicola fotografica; Provocano la fluorescenza di alcune sostanze, cioè l emissione di radiazioni di lunghezza d onda maggiore (ad esempio quelle delle radiazioni visibili);

6 Causano modificazioni biologiche; Ionizzano i gas (staccano elettroni, producendo ioni). RD-4 Come vengono prodotti i raggi X? I raggi X vengono prodotti in apparecchi appositi (macchine radiogene), che sono regolabili dall operatore e che sono attive solo al passaggio della corrente elettrica. L elemento costitutivo essenziale di un apparecchio radiologico è il tubo radiogeno: si tratta di un ampolla di vetro a vuoto spinto nella quale un fascio di elettroni prodotti dall incandescenza del catodo viene accelerato in un campo elettrico ad alto potenziale; l urto degli elettroni sull anodo, costituito da metallo pesante (tungsteno, molibdeno), genera i raggi X. Il tubo è schermato da materiale che arresta i raggi X (piombo) e ne lascia uscire, da una finestrella, solo un fascio sottile e collimato che viene diretto sulla regione da esaminare. RD-5 Da cosa dipende l attenuazione dei raggi X? Non tutti i raggi X che colpiscono un oggetto lo penetrano: alcuni vengono assorbiti. Quelli che passano formano l immagine aerea (fascio radiogeno modulato in uscita dal paziente). I fattori che influiscono sull assorbimento dei raggi X sono: Spessore del materiale assorbente, Densità del materiale assorbente, Numero atomico del materiale assorbente (in proporzione all energia dei raggi X), Energia dei raggi X (Chilovoltaggio). RD-6 Come si formano le immagini radiografiche? Nell attraversare il corpo, i raggi X subiscono un indebolimento che dipende dallo spessore, dalla densità e dal numero atomico degli elementi costitutivi. Il fascio di raggi X che ha attraversato la parte da esaminare è modificato in conseguenza delle interazioni subite, con una intensità più o meno ridotta a seconda delle diverse opacità delle strutture incontrate sul suo cammino. Il fascio così modulato (radiazione emergente), dopo aver attraversato un segmento di corpo umano, contiene le informazioni sulla densità dei suoi componenti, che possono venire rappresentate su pellicole, su monitor televisivi o misurate e tradotte in informazioni per un computer. Le immagini ottenute sono fondamentalmente di due tipi: immagini statiche (fotografiche, su pellicola: radiografia), o immagini dinamiche (visualmente in movimento: radioscopia o fluoroscopia). Quando il fascio dei raggi X emerge dal corpo, zone diverse del fascio contengono differenti intensità di radiazione, derivanti dal diverso grado di assorbimento nel momento in cui il fascio attraversa il corpo. Principio comune a tutte le tecniche di rivelazione dell immagine è l utilizzo di sistemi che interagiscono con il fascio emergente e si modificano in modo da fornire un segnale rilevabile. RD-7 In cosa consiste la Radioscopia o Fluoroscopia (Amplificatore di brillanza, Radioscopia televisiva)? Consiste nella visualizzazione diretta in tempo reale delle immagini prodotte dal fascio di raggi che ha attraversato il corpo del paziente: essa fornisce dunque un immagine cinetica. Il fascio di raggi X colpisce uno schermo fluorescente che emette a sua volta fotoni luminosi. I fotoni luminosi vengono trasformati in elettroni da un fotocatodo, per effetto fotoelettrico: questi vengono accelerati in un tubo fotomoltiplicatore,. in modo che il segnale sia amplificato. Alla fine gli elettroni accelerati vengono ritrasformati in luce visibile da uno schermo fluorescente che viene ripreso da una telecamera e trasformato in un segnale televisivo che può quindi essere trasmesso e osservato su un monitor televisivo. RD-8 In cosa consiste la rivelazione delle immagini mediante Pellicola Radiografica?. La pellicola o film è il sistema di rilevazione dell immagine più classico e comune: essa permette di produrre un documento iconografico ricco di dettaglio (sia spaziale che di contrasto), che rimane fisso e permanente e facilmente trasferibile. La pellicola è costituita da un supporto plastico su cui sono spalmati elementi chimici sensibili (microcristalli di alogenuri di Argento) che rivelano l immagine latente allo stesso modo delle pellicole fotografiche. I microcristalli modificano la loro struttura chimica per effetto dei quanti di radiazione luminosa e/o ionizzante: il procedimento di sviluppo fotografico rende poi visibile l immagine come una gradazione di grigi in cui il nero rappresenta la zona che ha ricevuto più radiazioni (cioè dove il corpo ne ha assorbite di meno) e il bianco quella che non ne ha ricevute (in corrispondenza di dove ne sono state assorbite di più, come per esempio dall osso).

7 RD-9 Cosa sono gli schermi di rinforzo? Sono schermi luminescenti trasparenti inseriti nella cassetta porta pellicole (perché ovviamente la pellicola non può essere esposta alla luce), che, trasformando la radiazione ionizzante in luminosa, rendono più efficace l esposizione della pellicola e la rilevazione del segnale. RD-10 cosa sono i rilevatori digitali? Sono sistemi di rivelazione impiegati in radiologia che permettono di ottenere l immagine latente in formato digitale tramite detettori che attribuiscono un valore numerico ad ogni piccola area di radiazione emergente. Essi caratterizzano la Tomografia Computerizzata e sono da molti anni impiegati in Angiografia, mentre il loro uso si sta sempre più diffondendo in fluoroscopia e anche in radiologia convenzionale, cioè nelle rappresentazioni statiche come quelle del torace e dell osso. RD-11 In cosa consiste la TC? La TC è una metodica che, sfruttando il principio che sta alla base della radiologia convenzionale, cioè i raggi X, grazie all uso di computer, consente di ottenere delle immagini che riproducono in sezioni assiali il segmento del corpo esaminato. Nella TC un fascio di raggi X strettamente collimato e conformato a ventaglio o a pennello attraversa sezioni corporee successive e contigue. Suddividendo ogni sezione in piccole unità di volume (voxel), ed utilizzando dei detettori per misurare la attenuazione del fascio per ogni traiettoria, è possibile determinare (con un enorme numero di calcoli matematici),il coefficiente di assorbimento, cioè la densità, di ogni unità di volume (voxel), la cui rappresentazione bidimensionale è il pixel (picture element). Le informazioni così ottenute sono elaborate dal computer e tradotte su monitor in scala dei grigi, a formare l immagine anatomica della sezione corporea prescelta. RD-12 Quali sono le principali caratteristiche della TC? La metodica è molto sensibile, con un alto potere di risoluzione, cioè capacità di discernere punti molto vicini e dunque di vedere lesioni molto piccole. Un miglioramento della risoluzione di contrasto si può ottenere anche somministrando un mezzo di contrasto per via endovenosa e avvalendosi della diversa diffusibilità che esso presenta nelle differenti strutture e nei differenti tessuti. Attualmente lo stato dell arte è rappresentato dalla TC volumetrica (detta anche spirale o elicoidale) multidetettore (o multislice ), in cui la scansione di un volume viene ottenuta attraverso l acquisizione continua di dati resa possibile dalla rotazione, senza interruzione, del tubo radiogeno intorno al letto porta paziente, che ha un avanzamento continuo e dalla presenza, dal lato opposto al tubo, di una fila di detettori (da 8 a 156) che rilevano contemporaneamente il segnale di diverse fette contigue del corpo del paziente. RD-13 Cosa sono i mezzi di contrasto? Vengono definiti mezzi di contrasto tutte le sostanze che, introdotte nel corpo umano, modificano la densità (e dunque la radio-opacità), di una struttura anatomica, così da renderla visibile nell immagine radiografica. I mezzi di contrasto iodati devono la loro radio-opacità alla presenza di uno o più atomi di iodio. Nella gran maggioranza dei casi vengono impiegati sotto forma di mezzi di contrasto idrosolubili: e vengono preparati in formulazioni compatibili con l iniezione nel torrente sanguigno (sterilità, carico osmotico, tollerabilità da parte degli endoteli vascolari). RD-14 Quali apparati e quali sono gli esami RX più comunemente eseguiti con mezzo di contrasto? Apparato urinario (Urografia, Cistografia, uretrografia); App. genitale femminile (Isterosalpingografia), Angiografia (Arteriografia, Flebografia); TC.(per tutti gli organi e apparati). La maggior parte mezzi di contrasto iniettivi possiede una propria cinetica di eliminazione, principalmente per via renale. Il mezzo di contrasto iodato (in formulazione idrosolubile e iniettiva) viene somministrato per via endovenosa, circola insieme al sangue e viene eliminato per filtrazione glomerulare dal rene, concentrato nelle vie escretrici urinarie dai meccanismi di concentrazione tubulare, rendendo la sua concentrazione a livello urinario sufficiente a rendere le urine radio-opache e quindi evidenti all esame con raggi-x. Su questo principio si basa l urografia.

8 La compatibilità di questi preparati con il torrente sanguigno permette lo studio contrastografico diretto dei vasi: angiografia (arteriografia o flebografia) attraverso iniezione diretta nei vasi arteriosi (un esempio è rappresentato dalla coronarografia). Il mezzo di contrasto iniettato endovena raggiunge, pressoché indiluito, il cuore, dove si mescola con il sangue, passa attraverso il circolo polmonare e raggiunge le sezioni sinistre del cuore, l aorta, i suoi rami e le arterie dei singoli organi o strutture che devono essere studiati. Questo è l impiego caratteristico per la Tomografia Computerizzata (TC), perché diventa così possibile valutare la vascolarizzazione di una lesione, in modo da caratterizzare per esempio le alterazioni non vascolarizzate (cisti o aree necrotiche), che vengono meno perfuse e si differenziano meglio dai tessuti normali; oppure, con lo stesso principio, definire lesioni con elevata vascolarizzazione (come i tumori o i processi infiammatori). RD-15 In quale modo il mezzo di contrasto permette la visualizzazione delle strutture patologiche? Una volta giunto nel letto capillare, il contrasto diffonde rapidamente attraverso le membrane capillari e passa dal sangue circolante agli spazi extracellulari. In questo modo i mezzi di contrasto vascolari, non consentono solo di visualizzare il lume dei vasi ematici e delle vie escretrici urinarie, ma, diffondendo nei tessuti, permettono di migliorarne il contrasto e di mettere in evidenza la differente costituzione degli spazi interstiziali dei tessuti o delle lesioni. Fa eccezione il cervello, dove la barriera emato-encefalica impedisce al contrasto di diffondere negli spazi extravascolari: in questa sede la diagnostica per immagini evidenza accumuli di contrasto derivanti da un danno della barriera, come si verifica in molti processi patologici. Il meccanismo di diffusione del mezzo di contrasto attraverso la parete capillare è un meccanismo passivo: questo processo di diffusione fa diminuire la concentrazione di mezzo di contrasto nel sangue. Quando la concentrazione nel sangue diventa inferiore a quella negli spazi extracellulari, il contrasto diffonde da questi ultimi verso il torrente ematico, dove viene di nuovo ridistribuito. RD-16 Cosa sono e di che tipo sono le reazioni ai mezzi di contrasto? Le reazioni ai mezzi di contrasto iniettivi costituiscono uno dei problemi principali al loro impiego. Gli effetti indesiderati della somministrazione endovenosa sono fondamentalmente di due tipi, tossici o allergici. Le reazioni tossiche sono legate alle caratteristiche fisico-chimiche delle sostanze e determinano le controindicazioni al loro impiego. Il legame di queste molecole con proteine anomale circolanti (come nel morbo di Waldenstrom o nel mieloma multiplo) può creare gravi danni tubulari. Il loro contenuto in iodio può determinare crisi tossiche nell ipertiroidismo. Gli effetti tossici generali possono essere aggravati se il mezzo di contrasto non viene eliminato in tempi brevi dal circolo nei pazienti con grave insufficienza epatica o renale. Le reazioni allergiche sono, come è noto, difficili da prevedere e non dipendono dalla dose somministrata. Le reazioni ai mezzi di contrasto iniettivi possono essere :;Lievi (5-8% dei casi sottoposti a indagine), Moderate (1-2% dei casi sottoposti a indagine), Gravi(0,05-1% dei casi sottoposti a indagine), fatali in uno su soggetti sottoposti ad indagine. RD-17 Che cosa è il fenomeno della risonanza magnetica (RM)? Per tomografia con risonanza magnetica (RM) si intende la realizzazione di immagini di sezioni corporee mediante il fenomeno fisico della risonanza magnetica nucleare (RMN). Fondamentali vantaggi della RM sono: 1. assenza di radiazioni ionizzanti; 2. multiparametricità; 3. multiplanarietà; 4. elevata risoluzione di contrasto per i tessuti molli Sono responsivi del fenomeno RMN i nuclei atomici con numero dispari di protoni e/o neutroni. Infatti, quando sono spaiate, tali particelle conferiscono a tutto il nucleo una proprietà intrinseca, denominata spin, descrivibile come un moto rotatorio del nucleo intorno attorno al proprio asse, quantificato perciò da un momento angolare. Poiché cariche elettriche in movimento generano campi magnetici, allo spin nucleare si associa un momento magnetico, che può essere rappresentato da un vettore che ne indica direzione, verso e modulo. RD-18 Quale è il meccanismo di funzionamento della tomografia con risonanza magnetica (RM)quando viene utilizzata in diagnostica?

9 Possono fornire un segnale di RM adatto alla formazione di immagini i nuclei di diversi elementi, quali H-1, C-13, P-31, Na-23, ma la formazione di immagini basate su nuclei diversi da H-1 è da considerarsi sperimentale. D altronde l H1 è quantitativamente più rappresentato (10% del peso di un uomo di 70 Kg) ed è dotato di comportamento magnetico ottimale. Solo i nuclei di H-1 dell acqua e dei lipidi sono effettivamente in gioco nell immagine: i rimanenti non sono rilevati poiché presenti in scarsa quantità o mascherati dalla loro struttura molecolare. In assenza di campi magnetici esterni di sufficiente intensità, i nuclei di 1H sono orientati casualmente, in tutte le direzioni dello spazio. La magnetizzazione macroscopica (MM) risultante, cioè la somma vettoriale dei singoli momenti magnetici relativi a ciascun nucleo di 1H, è uguale a 0. Se sottoponiamo gli stessi nuclei di H-1 all azione di un campo magnetico statico (CMS) per esempio introducendo il paziente all interno di una magnete di grandi dimensioni -, questi sono forzati ad orientarsi nella direzione del campo, con verso parallelo (spin in su) o antiparallelo (spin in giù) a quello del CMS I nuclei di H-1, già orientati dal CMS, costituiscono un sistema di spin che può essere perturbato mediante una irradiazione elettromagnetica RF, emessa da una bobina trasmittente (in sostanza un antenna radio). Tale radiazione RF è applicata perpendicolarmente all asse del CMS e, oscillando con frequenza prossima a quella a quella di precessione, determina cessione di energia ai nuclei di 1H. Si noti che le RF attraversano i tessuti biologici senza provocare fenomeni di ionizzazione, tipici invece delle radiazioni X. Al cessare dell impulso RF i nucleo di 1H appena eccitati tendono a ritornare progressivamente alla posizione di riposo, restituendo all ambiente l energia assorbita. Tale fenomeno, detto rilassamento, avviene con restituzione di energia sotto forma di onde RF, che costituiscono il segnale RM, rilevabile da una bobina ricevente RD-19 Che cosa è l ecografia? Eecografia significa scrittura dei suoni. I suoni si misurano in oscillazioni nell unità di tempo come Hertz (Hz), ma l ecografia impiega suoni molto al di sopra della soglia percepibile dall orecchio umano - gli ultrasuoni (US) - misurati in Mega Hz (MHz). Gli ultrasuoni consistono in vibrazioni meccaniche con frequenze di soglia maggiore rispetto a quella udibile dall orecchio umano (<16 MHz). Il campo di applicazione degli ultrasuoni in diagnostica medica impiega frequenze comprese fra 3 e MHz. RD-20 Cosa sono gli ultrasuoni e come vengono impiegati in diagnostica?? Sono vibrazioni meccaniche (onde elastiche) con frequenza di soglia superiore a quella udibile dall orecchio umano ( > 20 KHz). In diagnostica ecografica si impiegano ultrasuoni con frequenze comprese fra 3 e MHz. Quando le onde ultrasonore si propagano nei tessuti, incontrando superfici di separazione tra due mezzi differenti, l energia può attenuarsi per fenomeni di riflessione, rifrazione, diffusione ed assorbimento. Nella formazione dell immagine in US si realizza una interazione fra il fascio ultrasonoro e il mezzo attraversato. Tale interazione è condizionata da fattori diversi legati a: 1.caratteristiche degli ultrasuoni, 2. caratteristiche del mezzo attraversato RT-1 Cosa è la radioterapia? a) per radioterapia si intende l impiego delle radiazioni ad uso terapeutico b) la radioterapia fa uso di radiazioni ionizzanti. Si usa prevalentemente nella cura dei tumori. E una disciplina specialistica c) indicazioni non oncologiche (rare): malformazioni arterovenose, esoftalmo del morbo di Basedow. Può avere finalità curativa o palliativa. Viene usata nel trattamento palliativo di pazienti lungo sopravviventi con tumori cronicizzati RT-2 In quali situazioni il trattamento di radioterapia può avere finalità curativa ed in quali invece solo palliativa? a) La radioterapia può essere curativa in caso di malattia loco-regionale, non può esserlo in caso di malattia metastatica

10 b) I tumori originano in un organo e possono diffondere ad altri organi. La diffusione per via linfatica non necessariamente è indice di diffusione sistemica di malattia. Il trattamento con radioterapia di un tumore che interessi l organo di origine ed i linfonodi tributari può ancora essere curativo c) La diffusione linfatica avviene attraverso i capillari linfatici che hanno pareti fissurate e basso flusso, è un processo passivo, la diffusione per via ematica è invece indice di maggior aggressività dato che le cellule tumorali devono attivamente penetrare nel circolo ematico che ha pareti sigillate e poi fuoriuscirne nonostante l alta velocità del flusso. La diffusione per via ematica è in genere segno di disseminazione in più organi. La metastasi singola al fegato da tumore del colon può essere un eccezione a tale principio generale. La diffusione per via linfatica interessa prevalentemente i tumori di origine epiteliale i tumori del sistema nervoso, del tessuto emolinfopoietico ed i sarcomi seguono vie di diffusione diverse. RT-3 Cosa si intende per GTV (gross tumor volume)? a) E la malattia visibile b) Può essere individuata mediante l esame obbiettivo (visita e palpazione) o più spesso mediante l imaging. Se non si irradia tutto il CTV è concettualmente impossibile pensare di ottenere il controllo locale c) Anche l imaging funzionale serve ad individuare il GTV. Tutti i reperti anomali all imaging sia morfologico che funzionale definiscono il GTV RT-4 Cosa si intende per CTV (clinical target volume)? a) E la zona che non appare interessata dal tumore ma dove c è il rischio di infiltrazione microscopica b) In genere comprende un margine geometrico intorno al GTV per l infiltrazione locale e (almeno per i tumori epiteliali) le stazioni linfonodali tributarie dell organo (o della sua parte) malato c) Il CTV è un concetto statistico. Si definisce su una popolazione di pazienti (e non sul caso singolo) in base alla storia naturale della malattia (ossia in base a dove sono ricaduti i pazienti trattati in passato). La decisone sul livello di rischio accettabile è arbitraria (in genere si irradiano le zone dove il rischio di infiltrazione è maggiore del 10%). La maggior parte del CTV non è sede di infiltrazione, bisogna irradiare un volume ampio perché non si riesce a visualizzare l infiltrazione microscopica. In alcuni casi bisogna tener conto di altre (in aggiunta ai linfonodi) vie di diffusione del tumore ed includerle nel CTV (ad esempio il liquor per il medulloblastoma o i tronchi nervosi per il carcinoma adenoideo cistico) RT-5 Cosa si intende per 3D CRT (radioterapia 3D conformazionale)? a) un tipo di radioterapia basato su una rappresentazione tridimensionale dei volumi da irradiare da risparmiare e su una scelta ottimale degli angoli di irradiazione b) Per la rappresentazione 3D dei volumi è indispensabile la TC, ad essa si possono aggiungere altre modalità di imaging. Oltre alla scelta degli angoli di irradiazione ogni campo deve essere conformato mediante dispositivi quali multi leaf collimator o blocchi in lega. c) La TC è indispensabile perché permette il calcolo del piano di cura. La 3D-CRT non permette di realizzare distribuzioni di dose concave RT-6 Cosa si intende per IMRT (radioterapia ad intensità modulata)? a) un tipo di radioterapia in cui da ogni angolo si irradia solo un porzione del volume bersaglio. La dose omogenea risulta dalla somma di tutti i campi b) La IMRT permette di realizzare distribuzioni di dose concave e quindi di irradiare bersagli che abbracciano o circondano organi critici. c) La IMRT vien in genere realizzata facendo muovere le lamelle del collimatore multi lamellare durante il trattamento in modo da schermare preferenzialmente le parti del campo che è meno favorevole irradiare

11 da ogni angolazione. La pianificazione della IMRT è basata su algoritmi automatizzati di inverse planning. La IMRT aumenta il volume di organi sani che riceve dosi medio basse. RT-7 Quali sono le procedure che garantiscono il corretto posizionamento del paziente prima di ogni seduta di radioterapia? a) L impiego di dispositivi di immobilizzazione e la verifica del posizionamento b) I dispositivi di immobilizzazione possono essere in genere cuscini (anche personalizzati) e maschere termoplastiche. La verifica del posizionamento può essere visiva (mediante reperi cutanei e tatuaggi allineati con laser) o mediante imaging c) dispositivi di immobilizzazione particolari possono essere i bite, i compressoti addominali, i caschi sterotassici. La verifca mediante imaging si può fare con il fascio terapeutico (scarsa qualità dell immagine) o mediante dispositivi dedicati (radiografia, ecografia, cone-beam CT, etc. ) RT-8 Quale è il meccanismo molecolare del danno da radioterapia? a) Le radiazioni ionizzanti uccidono le cellule danneggiandone il DNA. b) Il danno può avvenire in maniera diretta (la radiazione rompe un legame della molecola di DNA) o indiretta. La radiazione rompe n legame di un altra molecola (in genere acqua) e crea un radicale libero. Il radicale libero danneggia poi il DNA c) Il danno al DNA da radiazioni può essere riparato la diversa sensibilità nella capacità di riparare il danno in base ad alcuni parametri (n particolare il frazionamento) permette di ottenere un effetto differenziale terapeutico (più danno al tumore che al tessuto sano). A volte il danno diretto da radiazioni alle membrane può portare alla morte cellulare. Se il danno al DNA viene riparato male la cellula può sopravvivere con una mutazione che può essere l evento iniziante di un secondo tumore RT-9 Qual è il ruolo dell ossigeno nel danno da radioterapia? a) Le cellule ben ossigenate sono danneggiate di più di quelle ipossiche b) L ossigeno potenzia il danno indiretto da radioterapia stabilizzando i radicali liberi c) L effetto di stabilizzazione dei radicali liberi aumenta il loro cammino medio: durano più a lungo, quindi possono fare più strada, quindi anche quelli prodotti lontano dal DNA riescono a danneggiarlo. RT-10 Come avviene la morte cellulare indotta da radioterapia a) Può essere una morte litica, apoptotica o mitotica b) La morte litica rilascia il contenuto della cellula all esterno e causa infiammazione, la morte apoptotica non causa infiammazione c) La morte apoptotica è una morte programmata in cui la cellula fa uso di energia per impacchettare il suo contenuto interno in dei vacuoli che saranno poi fagocitati da altre cellule. Il danno diretto alla membrana può innescare la morte apoptotica. La morte litica è dovuta solo al danno la DNA. Le cellule tumorali sono spesso meno portate ad andare in apoptosi. La morte mitotica equivale alal perdita dell acapcità di replicazione. RT-11 Quale è il motivo che porta a somministrare la radioterapia in molte frazioni da Gy ciascuna invece che in poche frazioni ad alta dose a) La massimizzazione dell indice terapeutico b) il frazionamento della dose permette di danneggiare le cellule tumorali maggiormente rispetto a quelle sane.

12 c) I meccanismi di tale effetto preferenziale sono molteplici: riossigenazione, ridistribuzione nel ciclo cellulare, riparazione del danno sub letale, ripopolamento RT-12 Come si associa la radioterapia con le altre terapie antineoplastiche? a) La radioterapia può essere l unico trattamento o più spesso può essere associata alla chirurgia, e/o alla chemioterapia o ad altre terapie mediche b) Associazioni tipiche sono: la radioterapia post-operatoria, la radioterapia preoperatoria e la radiochemio-terapia concomitante c) La radioterapia post operatoria ha in genere lo scopo di eradicare l eventuale malattia residua microscopica rimasta dopo la resezione del GTV. La radioterapia pre-operatoria ha il doppio scopo di uccidere la malattia microscopica che potrebbe residuare dopo chirurgia e di rendere l intervento chirurgico meno mutilante riducendo le dimensioni del GTV. La radio-chemioterapia concomitante ha in genere lo scopo di evitare completamente una chirurgia mutilante. RT-13 Qual è il ruolo della radioterapia nel trattamento del tumore della mammella? a) La radioterapia viene impiegata di routine come trattamento post-operatorio dopo chirurgia conservativa. b) La sola chirurgia conservativa non è equivalente alla mastectomia, in assenza di radioterapia postoperatoria circa una paziente su 3 avrà una recidiva locale. Per evitare una recidiva bisogna quindi irradiare 3 pazienti (2 non ne avrebbero bisogno ma non si riesce a determinare quale è quella con la persistenza di malattia microscopica). c) dopo mastectomia la radioterapia si effettua solo in presenza di fattori di rischio particolari. Il trattamento di radioterapia dopo chirurgia conservativa viene in genere effettuato con tecniche relativamente semplici (due campi tangenziali). Le moderne tecniche di radioterapia permettono di ridurre l irradiazione di cuore e polmoni. Le pazienti trattate con chirurgia conservativa + radioterapia hanno lo stesso di rischio di mortalità cardiaca di quelle trattate con mastectomia. RT-14 Quale è il ruolo della radioterapia nel trattamento del tumore della prostata? a) La radioterapia esclusiva viene impiegata nel trattamento del tumore della prostata b) i risultati della radioterapia e della chirurgia radicale sono equivalenti dal punto di vista oncologico. La scelta tra le due metodiche dipende dalle preferenze del paziente. Le tecniche sofisticate di radioterapia sono indispensabili per erogare una dose curativa. La tossicità più frequente è a carico della vescica del retto e del bulbo penieno. c) per ottenere risultati simili alla chirurgia bisogna erogare almeno 70 Gy. La potenza sessuale può essere compromessa sia dalla chirurgia che dalla radioterapia, per la chirurgia c è un danno precoce dovuto alla resezione dei nervi erigendi, per la radioterapia un danno tardivo dovuto alla sclerosi dei corpi cavernosi. La radioterapia può dare tossicità tardiva sul retto con rischio di sanguinamento e lieve aumento del rischio di secondi tumori della parete anteriore del retto. La chirurgia può danneggiare il collo vescicale e dare incontinenza urinaria. RT-15 Quale è il ruolo della radioterapia nel trattamento dei tumori del testa collo? a) Da sola o associata alla chemioterapia si usa per evitare una chirurgia mutilante o nelel sedi dove la chirurgia non è possibile b) L associazione con la chemioterapia migliora le percentuali di cura ma peggiora la tossicità. E quasi sempre necessario irradiare ampi volumi linfonodali apparentemente sani.

13 c) La tossicità acuta prevalente è la mucosite, la tossicità tardiva più comune è la xerostomia (secchezza della bocca) RT-16 Quale è il ruolo della radioterapia nel trattamento dei tumori del retto? a) La radioterapia preoperatoria viene impiegata negli stadi localmente avanzati b) La radioterapia preoperatoria diminuisce il rischio di recidive locali. In caso di tumori molto bassi la radioterapia pre-operatoria può permettere di conservare lo sfintere anale. c) E stato dimostrato che il trattamento pre-operatorio da risultati migliori di quello post-operatorio. La radioterapia pre-operatoria è indicata per i tumori in stadio T3-T4 o N+. La radioterpai preoperatoria può essere associata a chemioterapia. RT-17 Quale è il ruolo della radioterapia nel trattamento delle metastasi vertebrali? a) La radioterapia ha un ruolo palliativo b) Non è necessario irradiare tutte le metastasi ma solo quelle che danno sintomi o che sono a rischio di frattura c) Se oltre al dolore da compressione delle radici nervose è presente deficit funzionale da compressione del midollo il trattamento deve essere iniziato tempestivamente e comunque mai oltre le 72 ore. RT-18 Cosa è la brachiterapia? a) E un tipo di radioterapia in cui sorgenti radioattive vengono posizionate in vicinanza al tumore. b) si divide in intracavitaria interstiziale e da contatto ( a seconda che le sorgenti radioattive vengano posizionate in una cavità fisiologica, ad esempio nei tumori ginecologici, vengano inserite in un organo parenchimatoso in maniera invasiva, ad esempio per i sarcomi o la prostata, o vengano poggiate sulla superficie del corpo). c) E la tecnica con la migliore selettività spaziale dato che le sorgenti irradiano su tutto l angolo solido (in maniera sferica) e la dose diminuisce quindi con l inverso del quadrato della distanza. RT-19 Cosa è la IORT (radioterapia intra-operatoria)? a) E un tipo di radioterapia che si effettua durante un intervento chirurgico. b) Permette di dislocare gli organi antistanti al tumore e di schermare quelli retrostanti inserendo apposite protezioni. c) Permette di individuare il volume da irradiare anche in base alla palpazione o all esame istologico estemporaneo. Può essere fatta mediante acceleratori mobili dedicati che vengono portati in sala operatoria (con i relativi problemi di schermature ed esposizione del personale) o trasportando il paziente anestetizzato nel bunker di radioterapia. RT-20 Cosa e l adroterapia a) E un tipo di radioterapia che fa uso di fasci di particelle cariche accelerate b) Vengono impiegati fasci di protoni e di ioni carboni. Ha caratteristiche fisiche di deposizione più favorevoli della radioterapia con raggi X. c) il vantaggio fisico dipende dal range finito delle particelle (zero dose in uscita) e dal picco di Bragg (più dose al tumore che nel corridoio di ingresso). NI-1 In che modo è possibile utilizzare le differenti tecniche di imaging in neurologia? Raggi X: Radiografie: traumi e fratture osse Fluoroscopia: proiezione in tempo reale di immagini, (e.g., intra-operatorio)

14 TC: traumi cerebrali, ictus, esame dell intero corpo in congiunzione con mezzi di contrasto PET/SPECT: Imaging neurochimico cerebrale MRI: per la maggior parte delle indagini dei tessuti molli, tumori, ictus, SM, malattie neurodegenerative, Studi di attivazione cerebrali NI-2 Che cosa sono la diffusor tenson imaging (DTI) e la diffusion weighted imaging (DWI) con RM? Le molecole di acqua e gli atomi di idrogeno in esse contenuti sono in continuo movimento in ogni direzione. Nei tessuti, la diffusione od il movimento delle molecole d acqua può essere limitato in particolari direzioni. Per esempio, nei tessuti composti da fibre la diffusione dell acqua è ostacolata lungo l asse degli assoni. DTI e DWI permettono la ricostruzione di immagini basate sulla direzione della diffusione dell acqua. La direzione della diffusione, a sua volta, riflette l orientamento delle fibre. Un immagine del cervello con DTI rivela la direzione degli assoni della materia bianca. NI-3Che cosa è il segno dell arteria cerebrale media iperdensa osservabile con la TC? È una iperdensità della arteria cerebrale media e costituisce uno dei primi segni TC di infarto ischemico, è dato dalla trombo-embolia. Nonostante sia altamente specifico, non è così frequente da poter essere considerato fondamentale per la diagnosi di infarto cerebrale. Rispetto alla RM la TC è alle sensibile alle alterazioni del flusso sanguigno cerebrale. NI-4 Cosa suggerisce la mancanza di segnale di flusso in RM in un vaso cerebrale? Suggerisce che il vaso è occluso o vi sia un flusso molto lento. Rispetto alla TC la RM è più sensibile alle alterazioni del flusso sanguigno cerebrale. NI-5 quali sono le variabili esaminate con i traccianti PET in neuro-oncologia? Metabolismo del glucosio con [ 18 F]-fluorodesossiglucosio ([ 18 F]-FDG) Trasporto di aminoacidi con [ 11 C]-metilmetionina ([ 11 C]-MET) o [ 18 F]-fluoroetiltirosina ([ 18 F]-FET) NI-6 Per quale ragione è possibile impiegare FDG in neuro-oncologia? È possibile impiegare FDG in neuro-oncologia perché i tumori hanno un elevata attività di trasformazione del glucosio in acido lattico pur in presenza di ossigeno e perché vi è un aumento del trasporto di glucosio e dell attività enzimatica che controlla i processi glicolitici. NI-7 Quali sono le indicazioni della PET in neuro-oncologia? Durante la valutazione iniziale per la: determinazione del grado di malignità, in sostituzione o come guida ad una biopsia mirata sulla sede di massima attività, valutazione prognostica Dopo terapia per la : valutazione post chirurgica del residuo, monitoraggio della progressione verso un grado più elevato di tumore, diagnosi differenziale tra radionecrosi e recidiva. NI-8 Quali sono le differenze di applicazione della PET in neuro-oncologia? FDG: Stadiazione e prognosi, Monitoraggio verso un grado di malignità maggiore, Diagnosi differenziale tra radionecrosi e recidiva. MET e FET: Ottima separazione della massa tumorale rispetto alle regioni circostanti NI-9 Quale è l esame neuroradiologico da eseguire in caso di urgenza nel sospetto di ictus cerebrale? La TC allo scopo di porre diagnosi differenziale tra ictus ischemico ed emorragico. NI-10 Quale è l esame neuroradiologico da eseguire in caso di diagnosi di malattia cronica o sub acuta del SNC? La RM per la migliore definizione delle diverse componenti dell encefalo normale e patologico a causa di un più elevato contrasto d immagine delle diverse strutture. NI-11 Quale è il principio alla base del neuro-imaging funzionale con RM?

15 Poiché le variazioni del flusso sanguigno e dell'ossigenazione sanguigna nel cervello sono strettamente correlate all'attività neurale, si osserva un aumento del flusso sanguigno nelle regioni ove si verifica maggiore attività neurale. Tale risposta emodinamica raggiunge un picco in 4-5 secondi, prima di tornare a diminuire fino al livello iniziale: si hanno così, oltre che variazioni del flusso sanguigno cerebrale, anche modificazioni localizzate del volume sanguigno cerebrale e della concentrazione relativa di ossiemoglobina (emoglobina ossigenata) e deossiemoglobina (emoglobina non ossigenata). L'emoglobina è diamagnetica quando ossigenata ma paramagnetica quando non ossigenata e il segnale dato dal sangue nella risonanza magnetica nucleare (RMN) varia in funzione del livello di ossigenazione. Questi differenti segnali possono essere rilevati usando un'appropriata sequenza di impulsi RMN, ad esempio il contrasto Blood Oxygenation Level Dependent (BOLD). Maggiori intensità del segnale BOLD derivano da diminuzioni nella concentrazione di emoglobina non ossigenata, dal momento che la suscettività magnetica del sangue risulta avere un valore più vicino a quello dei tessuti. Mediante analisi con scanner per imaging a risonanza magnetica, usando parametri sensibili alla variazione della suscettività magnetica, è possibile stimare le variazioni del contrasto BOLD, che possono risultare di segno positivo o negativo in funzione delle variazioni relative del flusso sanguigno cerebrale e del consumo d'ossigeno. Incrementi del flusso sanguigno cerebrale, in proporzione superiori all'aumento del consumo d'ossigeno, porteranno ad un maggiore segnale BOLD; viceversa, diminuzioni nel flusso, di maggiore entità rispetto alle variazioni del consumo d'ossigeno, causeranno minore intensità del segnale BOLD. Un incremento del segnale BOLD (Blood Oxygenation Level Dependent) in una regione durante uno stato di attivazione, rispetto ad uno stato basale, viene ritenuto prova del coinvolgimento di tale area nel processo cognitivo in esame La scoperta dei principi chiave della risonanza magnetica funzionale e del segnale BOLD è accreditata a Seiji Ogawa e Kenneth Kwong. NI-12 Quale è l aspetto delle diverse strutture cerebrali alla RM e TC? TF 1-Che cosa è l atomo e in che modo viene identificato un nuclide L atomo, la più piccola frazione di un elemento in grado di conservarne le caratteristiche chimiche e fisiche, è una struttura complessa costituita da diversi tipi di particelle: protoni (associati a una carica positiva), neutroni (elettricamente neutri) ed elettroni (associati ad una carica negativa, uguale ed opposta a quella dei protoni). Protoni e neutroni sono riuniti nel nucleo attorno al quale ruotano gli elettroni. Un nuclide viene identificato attraverso simboli nel seguentre modo:

16 X = simbolo dell elemento, A = numero di massa (n protoni + neutroni), Z = numero atomico (n protoni) A 7 X ad esempio Li Z 3 TF 2-Che cosa sono gli isotopi e gli isomeri di nuclidi? NUCLIDI ISOTOPI hanno stesso Z, ma diverso numero di neutroni (Iodio 123 e Iodio 131 sono isotopi dello Iodio perché entrambe hanno numero atomico (numero di protoni) = 53, pur avendo diverso numero di neutroni, rispettivamente: 70 (123-53) e 78 (131-53). NUCLIDI ISOMERI: sono nuclidi dello stesso elemento in stati a configurazione energetica diversa (Tecnezio- 99 e Tecnezio 99 metastabile sono isotopi del tecnezio con uguale numero di protoni e neutroni, rispettivamente 44 e 55) ma uno stato di configurazione energetica diversa per cui uno dei due isotopi si trova in uno stato metastabile, a più elevato contenuto di energia TF 3-Che cosa si intende per radiazione? È il trasporto di energia senza alcun supporto materiale e non associato al trasporto di porzioni macroscopiche di materia. Le radiazioni possono essere di natura elettromagnetica o corpuscolare Le radiazioni elettromagnetiche sono onde elettromagnetiche caratterizzate da Lunghezza d onda (λ), Frequenza d onda (ν), Energia dei quanti di luce o fotoni (E). Le radiazioni corpuscolate sono: Le PARTICELLE ALFA PARTICELLE BETA NEUTRONI β - = e - elettroni β + = e + positroni n α = 4 He (nuclei di Elio) TF-4 Che cosa è una radiazione ionizzante e quali sono le sorgenti di radiazioni ionizzanti usate in medicina? Una radiazione è ionizzante se i quanti della radiazione hanno energia sufficiente (qualche decina di ev) a strappare un elettrone dall atomo con il quale interagiscono. Le radiazioni ionizzanti possono essere prodotte principalmente da: Raggi X prodotti da tubi radiogeni o acceleratori, e dal decadimento di nuclei radioattivi: Radiazione α e β e Radiazione γ. Meno frequente neutroni, protoni o altre particelle TF 5 Cosa si intende per nucleo stabile, nucleo radioattivo e radioattività? Un nucleo è stabile quando non va incontro a trasformazioni spontanee. Un nucleo è radioattivo quando va incontro a trasformazioni spontanee con emissione di energia sotto forma di radiazioni. La radioattività è il processo per il quale alcuni isotopi (i radionuclidi) vanno incontro a disintegrazione spontanea con formazione di nuovi nuclei e liberazione di energia (emissione di radiazioni) TF 6 Come avviene l interazione delle particelle cariche (α e β) con la materia? Le particelle cariche perdono energia principalmente attraverso interazioni elettriche con altre particelle cariche (elettroni, nuclei). Le particelle cariche determinano un alto numero di interazioni per unità di percorso con perdita continua di energia. Le interazioni hanno luogo in forma di collisioni tra la particella incidente e le particelle bersaglio, oppure frenamento della particella incidente. TF 7 Con quale modalità le radiazioni X e Gamma interferiscono con la materia?

17 1. Effetto Fotoelettrico: interazione con elettroni atomici con assorbimento del fotone 2. Effetto Compton: interazione con elettroni atomici con conseguente cambio di direzione e cessione di energia da parte del fotone incidente 3. Creazione di coppia: interazione con il nucleo ed assorbimento del fotone TF 8 Quale è la capacità di penetrazione delle radiazioni nella materia? Le radiazioni X o gamma prive di massa, hanno un potere penetrante anche di centinaia di metri in aria, molto superiore a quello delle radiazioni alfa e beta, che varia da pochi ad alcuni mm. Attraversano facilmente il corpo umano e sono fermate da alcuni centimetri di piombo o decimetri di cemento. TF-9 Cosa sono la dose assorbita, la dose equivalente e la dose efficace? Dose assorbita è l energia media depositata dalla radiazione in un elemento di volume di massa unitaria. Dose equivalente è il prodotto della dose assorbita per un fattore di ponderazione che dipende dal tipo di radiazione (=1 fotoni ed elettroni, = 20 per le particelle alfa), la dose efficace è il prodotto della dose equivalente per un fattore di ponderazione che dipende dall organo o tessuto irradiato e permette di tenere conto della diversa radiosensibilità dei tessuti. (ad esempio 0,20 per le gonadi, 0,01 per ossa e pelle). RP 1 Che cosa è il Il Decreto legislativo 187 del 2000? Il Decreto legislativo 187 del 2000 che recepisce la direttiva 97/43/Euratom, definisce i principi generali della radioprotezione nelle esposizioni mediche di: pazienti nell'ambito della rispettiva diagnosi o trattamento medico, persone che si sottopongono a screening sanitario, persone sane o pazienti che partecipano volontariamente a ricerche mediche in campo diagnostico o terapeutico, persone nell'ambito di procedure medico-legali, persone che volontariamente assistono pazienti. Il Decreto legislativo 187 del 2000 è inserito in un inquadramento normativo internazionale più ampio, la cui origine può essere ricondotta all istituzione, nel 1928, della Commissione Internazionale per le Protezioni Radiologiche (acronimo ICRP) ad opera del Secondo Congresso Internazionale di Radiologia. RP 2 Quali sono i principi generali della radioprotezione del paziente? I principi generali, riconducibili direttamente alle raccomandazioni di base dell ICRP sono: il principio di giustificazione, che afferma che, in termini generali, ogni procedura diagnostica e terapeutica da applicare nell uomo deve soddisfare numerosi requisiti che ne giustifichino l impiego, da quelli di ordine etico a quelli di ordine economico e di sicurezza. -il principio di ottimizzazione, secondo cui ogni esposizione alle radiazioni deve essere tenuta tanto bassa quanto è ragionevolmente ottenibile facendo luogo a considerazioni economiche e sociali (in inglese viene utilizzata la sigla ALARA per esprimere questo concetto). Le esposizioni mediche (in quanto produttive di un beneficio) non sono sottoposte a limiti di dose. RP 3 Quale articolo del Il DLg 187, prende in esame la protezione in corso di gravidanza e allattamento? Il DLg 187, nell articolo 10, si occupa della protezione particolare durante la gravidanza e l allattamento. Al comma 1 si sottolinea la necessità di una accurata anamnesi sia da parte del clinico prescrivente sia da parte dello specialista allo scopo di sapere se la donna è in stato di gravidanza o se allatta al seno. Al comma 2 si richiama lo specialista alla necessità di porre particolare attenzione alla valutazione della dose che deriverà all utero a seguito della prestazione diagnostica o terapeutica. Se la dose è superiore a 1 msv, si deve porre particolare attenzione alla giustificazione, alla necessità o all urgenza e considerare la possibilità di procrastinare l indagine o il trattamento. Nel comma 3 si sottolinea il caso della somministrazione di radiofarmaci a donne che allattano al seno: le prescrizioni dello specialista, in questi casi, possono comportare anche la temporanea e definitiva sospensione dell allattamento. RP 4 Quali sono le figure professionali maggiormente coinvolte nel sistema di responsabilità previsto dal Dlg 187? Quali sono le principali responsabilità esclusive dell esercente?

18 Nel sistema di responsabilità previsto dal Dlg 187, le figure professionali maggiormente coinvolte sono: l esercente (o datore di lavoro), il responsabile dell impianto radiologico, il medico specialista e l esperto in fisica medica. Le principali responsabilità esclusive dell esercente sono: Identificare il Responsabile dell Impianto Radiologico Adottare interventi correttivi in caso di superamento costante dei LDR Aggiornare l inventario delle attrezzature radiologiche Assicurarsi che vengano esposti avvisi atti a segnalare il potenziale pericolo per l embrione, il feto o il lattante RP 5 Quale è lo scopo della radioprotezione? Lo scopo della radioprotezione è la prevenzione totale degli effetti deterministici (effetti a soglia) e la limitazione della probabilità di accadimento degli effetti stocastici a livelli considerati accettabili (principio ALARA). RP 6 Quale norma regola la protezione sanitaria dei lavoratori? Come vengono classificati i lavoratori soggetti a rischi da radiazioni ionizzanti? La protezione sanitaria dei lavoratori è regolamentata dal Capo VIII del D.Lgs 230/95 e successive modifiche ed integrazioni. Lavoratore esposto è chiunque sia suscettibile, durante l attività lavorativa, di una esposizione alle radiazioni ionizzanti superiore a uno qualsiasi dei limiti fissati per le persone del pubblico (1 msv per anno solare). Sono classificati in categoria A i lavoratori esposti che, a seguito delle valutazioni effettuate dall'esperto qualificato, sulla base delle indicazioni fornite dal datore di lavoro, sono suscettibili di un'esposizione superiore, in un anno solare, ad uno dei seguenti valori: 6 msv per quanto riguarda la dose efficace; i tre decimi di uno qualsiasi dei seguenti limiti di dose equivalente: a) 150 msv per il cristallino; b) 500 msv per la pelle; c) 500 msv per mani, avambracci, piedi, caviglie. Sono classificati in categoria B i lavoratori esposti non classificati in categoria A RP 7 Cosa prevede la norma per quanto concerne la sorveglianza fisica e la sorveglianza medica dei lavoratori? La legge prevede che i datori di lavoro, esercenti attività comportanti la classificazione degli ambienti di lavoro in una o più zone controllate o sorvegliate oppure la classificazione degli addetti interessati come lavoratori esposti, assicurino la sorveglianza fisica per mezzo di esperti qualificati iscritti in elenchi nominativi presso l Ispettorato medico centrale del lavoro. I datori di lavoro esercenti attività comportanti la classificazione degli addetti interessati come lavoratori esposti devono assicurare la sorveglianza medica per mezzo di medici autorizzati, iscritti in elenchi nominativi presso l Ispettorato medico centrale del lavoro, nel caso di lavoratori esposti di categoria A e per mezzo di medici autorizzati o medici competenti nel caso di lavoratori esposti di categoria B RP 8 In che modo viene effettuata la sorveglianza medica

19 Il datore di lavoro deve provvedere a che i lavoratori esposti, prima di essere destinati ad attività che li espongono alle radiazioni ionizzanti, siano sottoposti a visita medica a cura del medico addetto alla sorveglianza medica. Il datore di lavoro deve provvedere a che i lavoratori esposti siano sottoposti, a cura del medico addetto alla sorveglianza medica, a visita medica periodica secondo le frequenze previste per ciascuna categoria: categoria A: almeno ogni sei mesi, categoria B: almeno una volta all anno. RP 9 Rispetto alla radioprotezione che cosa si intende per zona sorvegliata e zona classificata? Zona sorvegliata è quella in cui sussiste la possibilità di superamento dei limiti di dose per la popolazione Zona controllata è quella in cui sussiste per i lavoratori il rischio di superamento di uno qualsiasi dei valori di dose per cui è prevista la classificazione in categoria A RP 10 Quali sono gli obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti in merito alla radioprotezione sui luoghi di lavoro? segnalazioni e regolamentazione degli accessi alle zone classificate classificazione dei lavoratori predisposizione delle norme di protezione e sicurezza e verifica della loro presenza e confutabilità dosimetria personale formazione e informazione verifica del rispetto delle norme identificazione delle sorgenti di radiazione informazione dei lavoratori sui risultati della sorveglianza dosimetrica RP 11 Quali sono gli obblighi dei lavoratori in merito alla radioprotezione sui luoghi di lavoro? osservare le disposizioni impartite dal Datore di Lavoro o dai suoi incaricati, ai fini della protezione individuale e collettiva e della sicurezza, a seconda delle mansioni alle quali sono addetti usare secondo le specifiche istruzioni i dispositivi di sicurezza, i mezzi di protezione e di sorveglianza dosimetrica predisposti o forniti dal Datore di Lavoro segnalare immediatamente al Datore di Lavoro, al dirigente o al preposto, le deficienze dei dispositivi e dei mezzi di sicurezza, di protezione e di sorveglianza dosimetrica, nonché le altre eventuali condizioni di pericolo di cui vengano a conoscenza non rimuovere né modificare, senza averne ottenuta l'autorizzazione, i dispositivi e gli altri mezzi di sicurezza, di segnalazione, di protezione e di misurazione non compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono compromettere la protezione e la sicurezza sottoporsi alla sorveglianza medica I lavoratori che svolgono per più datori di lavoro, attività che li espongano al rischio da radiazioni ionizzanti, devono rendere edotto ciascun datore di lavoro delle attività svolte presso gli altri, ai fini di quanto previsto all art. 66 del D.Lgs 230/95. Analoga dichiarazione deve essere resa per eventuali attività pregresse. I lavoratori esterni sono tenuti ad esibire il libretto personale di radioprotezione all esercente di Zone Controllate prima di effettuare le prestazioni per le quali sono stati chiamati. Su motivata richiesta il lavoratore deve trasmettere, ai soggetti titolari di incarichi di sorveglianza fisica o medica della radioprotezione, le informazioni relative alle dosi ricevute. E fatto altresì obbligo alle lavoratrici di notificare al datore di lavoro il proprio stato di gestazione non appena accertato. RP 12 Che cosa si intende per esposizione interna e per esposizione esterna alle radiazioni? Esposizione esterna: La sorgente è esterna al corpo. Le radiazioni più penetranti sono le più importanti a livello radioprotezionistico (X, gamma, neutroni). Esposizione interna:

20 La sorgente è introdotta nel corpo. Le radiazioni meno penetranti sono le più importanti a livello radioprotezionistico (beta, alfa). RP 13 Quali sono gli elementi fondamentali della definizione e quantificazione del rischio da irradiazione esterna? La definizione e la quantificazione del rischio da irradiazione esterna non può prescindere da tre elementi fondamentali: 1. TEMPO (durata dell esposizione): determina in maniera lineare, a parità di condizioni di esposizione, l intensità dell esposizione e conseguentemente del rischio radiologico; 2. DISTANZA: la dose di radiazioni segue la legge dell inverso del quadrato della distanza rispetto al punto di emissione: Raddoppiando la distanza la dose si riduce a ¼. 3. DISPONIBILITA DI SCHERMATURE: la dose da radiazione in un punto viene ridotta interponendo del materiale tra la sorgente e il punto d interesse. RP 14 Come viene attuata la sicurezza nell ambito della radioprotezione degli operatori coinvolti nelle attività radiologiche? Attraverso modalità di sicurezza passiva: - Ottimizzazione del progetto della sala radiologica e delle schermature fisse e mobili a protezione degli operatori - Una corretta classificazione delle aree - La disponibilità e l efficienza dei dispositivi di sicurezza individuali (camici, guanti, occhiali anti-x, ) - La disponibilità di norme di radioprotezione specifiche E modalità di sicurezza attiva: - Formazione ed informazione specifica del personale addetto all utilizzo delle apparecchiature radiologiche - La formazione e la consapevolezza, negli operatori, dell importanza del rispetto delle norme di radioprotezione e nell utilizzo dei dispositivi tecnici di protezione. DISP 1. Quali grandezze operative sono misurate nel monitoraggio dell esposizione esterna? Il monitoraggio dell esposizione esterna è effettuato attraverso la misura delle seguenti grandezze operative: - Equivalente di dose ambientale in un punto di interesse di un area di lavoro (unità di misura: Sievert, Sv); - Equivalente di dose personale nel tessuto molle ad una profondità definita sotto un certo punto del corpo (unità di misura: Sievert, Sv); - Equivalente di dose ambientale per unità di tempo (unità di misura: Sievert all ora, Sv/h); - (solo per radionuclidi) Attività della sorgente, ovvero numero di trasformazioni nell unità di tempo (unità di misura: Bequerel = 1 disintegrazione al secondo, Bq, o Curie, Ci, 1 Ci = 3.7 x 1010 Bq); - (solo per radionuclidi) Attività della sorgente per unità di superficie (unità di misura: Bq per centimetro quadrato, Bq/cm2). DISP 2. Quali sono gli strumenti operativi utilizzati per la sorveglianza fisica dell esposizione esterna? Gli strumenti operativi utilizzati per la sorveglianza fisica dell esposizione esterna possono essere raggruppati nelle due categorie sottostanti, a seconda dello scopo. I gruppo (per il monitoraggio continuo): - Dosimetria fotografica, attraverso piccole pellicole o film; - Dosimetria a termoluminescenza (TLD). II gruppo (per misure estemporanee): - Rivelatori a gas, come le camere a ionizzazione, i contatori proporzionale e i contatori Geiger; - Rivelatori allo stato solido, come i cristalli scintillatori o i rivelatori a semiconduttori

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