Relazione tecnica- illustrativa. Salvetti_Graneroli studio di ingegneria engineers associated. pag. 2/54

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3 INDICE GENERALE 1. ASPETTI GENERALI PREMESSA... COMPATIBILITA CON PIANO DI BILANCIO IDRICO... ACCESSO AGLI ATTI E CONSULTAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE DISPONIBILE DESCRIZIONE DELLE OPERE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO..... IMPIANTO FUSINO-STAZZONA..... IMPIANTO GROSOTTO-STAZZONA... IMPIANTO DI SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE FUSINO STAZZONA..... OPERA DI PRESA..... CONDOTTA DI DERIVAZIONE IN PRESSIONE..... CAMERA DELLE VALVOLE..... CONDOTTA FORZATA..... CENTRALE DI PRODUZIONE..... CANALE DI SCARICO..... GALLERIA DI ACCESSO ALLA CENTRALE..... TRASFORMATORI E SOTTOSTAZIONE DI DISTRIBUZIONE..... DISMISSIONE OPERE ESISTENTI..... INTERVENTI SULLE OPERE DI PRESA ESISTENTI... IMPIANTO DI SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE GROSOTTO-STAZZONA PROLUNGAMENTO DELLA CONDOTTA DI DERIVAZIONE IN PRESSIONE... CONDOTTA FORZATA... DISMISSIONE DELLE OPERE ESISTENTI... INTERVENTI SULLE OPERE DI PRESA ESISTENTI BENEFICI AMBIENTALI E INTERVENTI DI DISMISSIONE DETERMINAZIONE E GESTIONE DEI VOLUMI DI pag. 3/54

4 SCAVO ASPETTI CANTIERISTICI UFFICI DI CANTIERE... MENSE E IMPIANTI SANITARI... ALLOGGI... NASTRI TRASPORTATORI..... DESCRIZIONE DEL SISTEMA... IMPIANTO DI BETONAGGIO... IMPIANTO DI FRANTUMAZIONE... IMPIANTO DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE PROGRAMMA LAVORI I FASE... II FASE... III FASE... IV FASE... V FASE... VI FASE... VII FASE... CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI STIMA SOMMARIA DEI COSTI E DETERMINAZIONE DEI PROVENTI ANNUI STIMA SOMMARIA DEI COSTI... PROVENTI ANNUI CONCLUSIONI pag. 4/54

5 1. ASPETTI GENERALI 1.1 PREMESSA La disciplina italiana sulle concessioni di grande derivazione per uso idroelettrico può essere individuata in tre fasi temporali ben distinte. La prima fase, che va dal 1933 fino agli inizi degli anni 90, è quella della riserva allo Stato del settore idroelettrico. Lo sfruttamento delle risorse idriche per la produzione di energia elettrica inizialmente fu compiuto da imprese private. Con l entrata in vigore del Testo unico delle acque, però, le imprese private persero la possibilità di ottenere il rinnovo delle concessioni di grande derivazione d acqua per uso idroelettrico. Il testo unico permetteva, infatti, il rinnovo delle sole concessioni per l impiego delle grandi derivazioni ad uso potabile, d irrigazione o bonifica. Il Testo unico consentiva, quindi, ai privati che avevano investito nella costruzione di centrali idroelettriche di portare al termine la concessione, così da permettere l ammortamento degli investimenti e la remunerazione equa dei capitali investiti. Una volta scaduta la concessione, però, i privati avrebbero perso la possibilità di continuare a sfruttare la centrale, che sarebbe passata in proprietà pubblica. In questa prospettiva il Testo unico disponeva che, al termine della concessione, tutte le opere bagnate (cioè le opere di raccolta, di regolazione e di condotta forzate ed i canali di scarico ) passassero gratuitamente in proprietà dello Stato (art. 25, comma 1). Le opere asciutte, invece, potevano essere acquisite dallo Stato mediante il pagamento di un indennizzo pari al valore di stima del materiale in opera, calcolato al momento dell immissione in possesso, astraendo da qualsiasi valutazione del reddito da esso ricavabile (art. 25 comma 2). La logica sottesa al Testo unico, secondo cui alla scadenza della (prima) concessione tutte le centrali idroelettriche dovevano passare allo Stato per essere gestite secondo schemi di natura pubblicistica, ha poi trovato conferma con la legge n del 1962, che ha disposto la nazionalizzazione del settore elettrico e l attribuzione all Ente Nazionale per l Energia Elettrica di tutte le attività riguardanti la produzione, il trasporto e la distribuzione di energia. Le finalità perseguite dal Testo unico, trasferire allo Stato le gestioni idroelettriche con le opere a ciò strumentali, venne dunque realizzata con il passaggio delle stesse all ENEL, fatte salve le eccezioni delle superstiti concessioni degli enti locali e degli auto-produttori. Vista la riserva all ENEL di tutte le attività in materia di produzione, importazione ed pag. 5/54

6 esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell'energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta, le concessioni idroelettriche alla stessa attribuite avevano carattere perpetuo. La fase della riserva allo Stato del settore idroelettrico, è durata circa 60 anni, fino ai primi ani 90, quando l Unione europea dette il primo forte impulso alla creazione di un mercato interno dell energia ispirato al principio della libera concorrenza Nel 1996 fu emanata la direttiva 96/92/CE, contenente le prime misure di liberalizzazione e di armonizzazione del mercato dell'energia elettrica. A partire dall entrata in vigore della direttiva ebbe inizio in Italia una seconda fase, caratterizzata dall illegittimo tentativo di limitare gli effetti della liberalizzazione del mercato imposta dalle direttive europee attraverso proroghe alla durata delle concessioni in essere. La prima di queste proroghe fu prevista dal c.d. Decreto Bersani (D. Lgs. n. 79 del 1999) che, sebbene formalmente volto a dare attuazione in Italia alla direttiva 96/92/CE, nella sostanza cercò illegittimamente di mantenere inalterata la situazione allora vigente nel settore. L art. 12 del decreto Bersani, pur prevedendo una procedura concorsuale per consentire lo sfruttamento delle grandi derivazioni di acqua al fine della produzione di energia elettrica, prorogò ope legis le concessioni allora in vigore. Questa disciplina comportò l avvio di una prima procedura d infrazione nei confronti dell Italia (gennaio 2004). La Commissione censurò sia la preferenza accordata al concessionario uscente, sia la proroga automatica delle concessioni in corso di validità al momento dell entrata in vigore del Decreto, ritenendo che tali previsioni avessero comportato una barriera all ingresso di nuovi operatori nel mercato. La disciplina del decreto Bersani fu abrogata dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266 (la Finanziaria 2006), che stabilì l obbligo delle amministrazioni competenti, cinque anni prima dello scadere di una concessione di grande derivazione d'acqua per uso idroelettrico (oltre che nei casi di decadenza, rinuncia e revoca) di indire una gara ad evidenza pubblica per l'attribuzione a titolo oneroso della concessione per un periodo di durata trentennale, avendo particolare riguardo ad un'offerta di miglioramento e risanamento ambientale del bacino idrografico di pertinenza e di aumento dell'energia prodotta o della potenza installata. La Finanziaria 2006 dispose tuttavia una proroga di 10 anni delle concessioni di grande derivazione idroelettrica, a condizione che fossero effettuati congrui interventi di ammodernamento degli impianti. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 1 del 2008, dichiarò l illegittimità della proroga decennale contenuta nella Finanziaria pag. 6/54

7 Nonostante questa decisione, il cosiddetto decreto cresci Italia (d.l. n. 78 del 2010 convertito, con modificazioni, in l. n. 122 del 2010) ha disposto una ulteriore illegittima estensione della durata delle concessioni di grande derivazione idroelettrica per un periodo di cinque anni (12 anni per le società per azioni a composizione mista pubblico-privata). A seguito dell emanazione di questa nuova disciplina, la Commissione ha aperto una nuova procedura di infrazione nei confronti dell Italia (n. 2011/2026), ravvisando nella proroga quinquennale delle concessioni disposta dal cresci Italia un vantaggio ingiustificato per gli operatori esistenti e una corrispondente compressione della libertà di stabilimento degli altri operatori. Anche la proroga disposta dal cresci Italia è stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 205 del 2011). Con il Decreto Sviluppo (d.l. n. 83 del 2012) ha infine inizio una terza fase. L art. 37 del decreto sviluppo ha infatti imposto alle Regioni e alle Province autonome, l obbligo di indire le gare ad evidenza pubblica per l attribuzione a titolo oneroso delle concessioni idroelettriche, cinque anni prima della scadenza della concessione in corso. La norma ha tuttavia precisato che, per le concessioni già scadute e per quelle in scadenza entro il 31 dicembre 2017 (per le quali non può evidentemente essere rispettato il termine di cinque anni), l avvio della gara deve avvenire entro due anni dall entrata in vigore del decreto che indicherà nel dettaglio requisiti, parametri e termini per lo svolgimento della gara; in tal caso le nuove concessioni avranno decorrenza dal termine del quinto anno successivo alla scadenza originaria e, comunque, non oltre il 31 dicembre La Commissione europea ha avviato una nuova ed ulteriore procedura di infrazione nei confronti dell Italia, sostenendo che la disciplina in materia di grandi derivazioni di acqua per la produzione di energia elettrica contenuta nell art. 37 del cosiddetto decreto sviluppo (d.l. n. 83/2012, convertito, con modificazioni, in l. n. 134 del 2012) viola il diritto dell UE sotto due profili. In primo luogo tale normativa, disponendo una proroga delle attuali concessioni, viola l art. 49 TFUE, che tutela la libertà di stabilimento, e la direttiva 2006/123/CE (la direttiva servizi ), che detta una serie di regole volte a garantire l esercizio di tale libertà. L art. 12 della direttiva servizi stabilisce infatti che, nel caso in cui il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche, è vietato il rilascio di autorizzazioni o concessioni aventi una durata eccessiva o comunque oggetto di rinnovo automatico. pag. 7/54

8 Il decreto sviluppo, prolungando ingiustificatamente la durata delle attuali concessioni idroelettriche viola dunque la libertà di stabilimento. In secondo luogo la Commissione ha ritenuto che la nuova disciplina, obbligando il nuovo concessionario a rilevare tutto il ramo d azienda anche se intende costruire impianti nuovi, comporta un ingiustificato vantaggio per il concessionario uscente. L illegittimità della disciplina in esame è poi accentuata dal fatto che il nuovo concessionario è costretto a pagare anche le cosiddette opere bagnate anche se che queste, al termine della concessione, non sarebbero trasferite al subentrante ma verrebbero acquisite in proprietà dallo Stato automaticamente e senza alcun corrispettivo in forza della previsione contenuta nell art. 25, comma 1, r.d. n del 1933 (il Testo unico delle acque). L imposizione ai futuri vincitori delle gare di oneri economici così alti ed ingiustificati, secondo la Commissione, finisce per garantire agli attuali concessionari (che non dovrebbero pagare per l acquisto della centrale) un notevole vantaggio competitivo, creando un forte ostacolo all ingresso di nuovi operatori nel mercato italiano. A tutto ciò si aggiunga che il termine di adozione del decreto, fissato dal d.l. n. 78 del 2010 in sei mesi dalla sua entrata in vigore e prorogato dal d. l. n. 1 del 2012, conv. nella l. n. 27 del 2012, non è stato rispettato con conseguente sostanziale impossibilità di indire le nuove gare. I concessionari uscenti continuano dunque, a dispetto degli interventi della Corte costituzionale e delle Istituzioni Europee, a gestire gli impianti fino al subentro dell aggiudicatario della gara, alle stesse condizioni stabilite dalle normative e dal disciplinare di concessione vigenti, in forza del comma 8 bis dello stesso art. 12: la proroga, ripetutamente dichiarata incostituzionale, è stata quindi in fatto illegittimamente realizzata sine die attraverso il rinvio delle gare al predetto decreto interministeriale. Nessun dubbio quindi che, nonostante il silenzio della norma sul punto, anche le gare per le concessioni in scadenza dopo il 31 dicembre 2017 siano, allo stato, bloccate, con una situazione di palese illegittimità che non può in alcun modo essere ignorata. Al contrario non può non ritenersi che la procedura vigente (T.U. 1775/33 e R.R. 2/2006) pur se non fondata su un bando pubblico, non abbia sufficienti requisiti di concorrenzialità secondo i parametri previsti dalla normativa comunitaria, atteso che tali requisiti trovano sviluppo nella possibilità di ammettere domande in concorrenza, la cui definizione trova svolgimento nella procedura della conferenza dei servizi. Infine, nessun blocco dell efficacia di una normativa vigente, nello specie il T.U. 1775/33 e il R.R. 2/2006 può essere giustificato su eventi futuri e incerti. Ne è un caso l utilizzazione a fini energetici del bacino idrografico dell alta Valtellina, pag. 8/54

9 che è stato ed è oggetto di varie utilizzazioni ad uso idroelettrico in forza di concessioni in scadenza o da tempo scadute, e la cui proroga è già stata più volte dichiarata illegittima. pag. 9/54

10 1.2 COMPATIBILITA CON PIANO DI BILANCIO IDRICO Con deliberazione del Consiglio provinciale n. 4 del 25 gennaio 2010 è stato approvato definitivamente il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), tra gli elaborati che lo costituiscono, vi è il Piano di bilancio idrico (PBI). Figura 1 Piano di Bilancio Idrico Provinciale. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ha individuato come strategica la tutela dei corpi idrici per la tutela del paesaggio e dell ambiente della Provincia di Sondrio. L impatto delle derivazioni idriche esistenti o già concesse, sul regime idrologico delle risorse idriche nella Provincia di Sondrio è assai rilevante, segnatamente per uso idroelettrico, come già messo in luce dai precedenti studi condotti dall Autorità di Bacino del F. Po, dal PTUA (Programma di Tutela ed Uso delle Acque) della Regione Lombardia e dalla stessa Provincia di Sondrio. pag. 10/54

11 Il PTCP della Provincia di Sondrio riveste quindi particolare importanza nella pianificazione dell uso della risorsa idrica in Provincia di Sondrio, infatti, a seguito della sua approvazione e per effetto dell intesa stipulata tra Provincia, Regione e Autorità di Bacino del Po, è diventato lo strumento di riferimento per il rilascio di nuove concessioni in provincia. L art. 75 del PTCP che disciplina le derivazioni d acqua da corpi superficiali prevede che: Non possono essere attuate nuove derivazioni d acqua: - nei bacini montani aventi superficie inferiore a 5 km2; - nei tratti dei corsi d acqua in cui l indice IL, determinato per sottobacini e indicato nella cartografia riportata nella Tav. 6, sia inferiore al 40%; - lungo l intero corso delle aste principali dell Adda e del Mera. - nelle aree di elevato interesse naturalistico e paesaggistico individuate nel PTCP, nei Parchi Nazionali e Regionali, nelle Riserve Naturali, nei SIC e nelle ZPS; - nei tratti di corsi d acqua classificati a rischio R3 e R4 riportati nella Tav. 6 del PBI; Possono essere attuate nuove derivazioni d acqua nei tratti di corsi d acqua classificati a rischio R1 e R2, riportati nella Tav. 6 del PBI, fatto salvo quanto stabilito al comma precedente, a condizione che: - la classe di rischio del tratto di corso d acqua non superi per l effetto della nuova derivazione la classe R2; - non sia compromesso il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità stabiliti nel Programma Regionale di Tutela ed Uso delle Acque. Possono essere attuate nuove derivazioni d acqua per usi di interesse locale, quando sussistano esigenze di approvvigionamento non altrimenti soddisfacibili, anche in deroga a quanto stabilito dai commi precedenti, nei seguenti casi: - per il consumo umano. - per l uso irriguo, limitatamente al periodo di irrigazione e a condizione che la portata massima derivata non ecceda i 40 l/s, che la dotazione specifica non superi 1 l/s per ettaro di superficie da irrigare e che il volume complessivo di prelievo non superi i mc all anno. pag. 11/54

12 - per derivazioni a scopo idroelettrico con potenza nominale media di concessione non superiore ai 30 kw, utilizzate per autoconsumo in loco (alpeggi, rifugi, abitazioni rurali, case sparse, piccoli agglomerati, ecc.) o per alimentare zone sprovviste di linee elettriche e nel caso in cui l allacciamento alla rete elettrica di distribuzione non sia attuabile per motivi tecnicoeconomici. - per altri usi, se effettuati in serie ed in subordine agli usi potabile ed irriguo assentibili entro i limiti di prelievo di cui alle precedenti lettere a) e b) e purché non comportino un aumento delle portate derivate o del periodo di prelievo. Il rinnovo delle concessioni di piccole derivazioni è subordinato alla presentazione da parte del concessionario di studi specifici relativi agli ecosistemi dei corsi d acqua interessati dalla derivazione, comprendenti la valutazione di ciascun aspetto di criticità preso in considerazione dal presente Piano e le eventuali proposte di misure, a carico del concessionario, di riduzione delle suddette criticità, di riqualificazione dell ambiente fluviale e di miglioramento del Deflusso Minimo Vitale. In ogni caso dovranno essere rispettati gli obbiettivi di qualità di cui agli artt. 76 e 77 del D. Lgs. 152/06. Il proposto progetto per la costruzione della nuova centrale idroelettrica Rezia, non prevede alcuna peggioramento delle classi di rischio, ma al contrario un loro miglioramento e risulta essere compatibile con le previsioni di cui all art.75 del PTCP. Le esistenti opere di derivazione rimarranno invariate nella loro ubicazione ma in particolar modo nella quantità d acqua derivata di cui a vecchi decreti concessori. Il punto di restituzione delle acque sarà ubicato nel medesimo punto dove vengono attualmente scaricate le acque turbinate dalla vecchia centrale di Stazzona. Il nuovo impianto idroelettrico denominato Rezia comportando l eliminazione di alcune captazioni oggi attive e che saranno dismesse, comporterà un sensibile miglioramento delle classi di rischio del tratto di fiume Adda compreso tra Grosotto e Stazzona. La realizzazione dell impianto, farà si che le portate provenienti dall opera di presa Boscaccia così come quelle provenienti dal vasto bacino residuo compreso tra l opera di presa di Boscaccia e la traversa di Sernio non saranno più captate e turbinate dalle centrali di Lovero e Stazzona ma fluiranno liberamente lungo il fiume Adda sino alla traversa del Baghetto in Comune di Chiuro, comportando un beneficio al relativo tratto di asta fluviale. Il beneficio ambientale, non si limiterà quindi al tratto di fiume sino a Stazzona, dove pag. 12/54

13 è prevista la restituzione delle acque del nuovo impianto idroelettrico Rezia, ma si ripercuoterà sull asta fluviale sino al Baghetto di Chiuro essendo il funzionamento della centrale di Stazzona discontinuo e regolato dal serbatoio di Sernio, mentre il corso delle acque residue e non più captate fluirà in maniera naturale sino al Baghetto. Nel seguito sono riportati alcuni estratti del PTCP PBI rappresentati le attuali classi di rischio della zona interessata dalla costruzione del nuovo impianto idroelettrico Rezia, che come sopra esposto non subiranno alcun peggioramento ma anzi un miglioramento. Figura 2 Carta dell indice rappresentativo della portata media annua antropizzata. pag. 13/54

14 Figura 3 Carta dell indice rappresentativo della portata media annua antropizzata di magra. Figura 4 Carta dell indice rappresentativo della connettività e della funzionalità ecologica. pag. 14/54

15 1.3 ACCESSO AGLI ATTI E CONSULTAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE DISPONIBILE Al fine di predisporre il progetto tenendo conto delle opere esistenti è stata fatta una richiesta di accesso agli atti ufficiali per quanto riguarda gli impianti di Grosio, Grosotto, Lovero e Stazzona. Alcuni estratti della documentazione visionata sono stati riportati nelle relazioni e negli elaborati progettuali allegati. pag. 15/54

16 2. DESCRIZIONE DELLE OPERE Il Nuovo impianto idroelettrico, denominato Rezia, prevede l utilizzazione delle acque in questo momento utilizzate dalle centrali di Grosio e di Grosotto, quest ultima per la sola parte relativa alle opere di presa sul fiume Adda e sul torrente Rezzalasco in località Le Prese, attraverso la realizzazione di un unica nuova centrale realizzata in caverna localizzata in comune di Lovero nei pressi dell attuale centrale. La nuova centrale è prevista alla quota di 406,00 m.s.l.m. accessibile mediante una discenderia di lunghezza pari a circa m e dislivello complessivo di 97 m circa. Le attuali opere di captazione denominate O.P. Viola, O.P. Adda, O.P. Frodolfo, O.P. Vallecetta, O.P. Massaniga, O.P Vendrello, O.P Migiondo, O.P Roasco di Sacco e O.P. Le Prese non saranno modificate se non per piccole opere di miglioria e riqualificazione ambientale che sono meglio specificati nell allegato A.03 Relazione e schede riassuntive sugli interventi alle opere di captazione esistenti. Il nuovo progetto prevede la restituzione delle acque turbinate di entrambe le linee di utilizzazione, nel fiume Adda in aderenza dell attuale scarico della centrale di Stazzona alla quota di 387,75 m.s.l.m. Al fine di determinare le quote esatte che caratterizzano il nuovo impianto idroelettrico è stato approntato uno specifico rilievo con strumentazione GNSS che ha rilevato alcune differenze altimetriche rispetto alla documentazione ufficiale agli atti relativa agli impianti idroelettrici esistenti. Per maggiori dettagli in merito si rimanda all elaborato A.07 Relazione di verifica altimetrie. L impianto idroelettrico si sviluppa sulle due differenti linee di alimentazione nel seguente modo: - Prima linea di utilizzazione costituita dal sistema attuale delle opere di captazione compresa l interconnessione con lo scarico della centrale di Premadio, denominate O.P. Viola, O.P. Adda, O.P. Frodolfo, O.P. Vallecetta, O.P. Massaniga, O.P Vendrello, O.P Migiondo, O.P Roasco di Sacco che alimentano il bacino della Val Grosina (Fusino) a servizio alla centrale di Grosio. Tabella 1. Principali caratteristiche della linea di utilizzazione Fusino-Stazzona. Vasca di carico (diga di Val Grosina Fusino) 1201,24 m.s.l.m. Condotta in pressione DN 4500 in sponda destra m Centrale di produzione in Comune di Lovero 406,00 m.s.l.m. Restituzione acque turbinate a Stazzona 387,75 m.s.l.m. - Seconda linea di utilizzazione costituita dal sistema attuale delle opere di pag. 16/54

17 presa, denominata O.P. Le Prese, e derivazione che alimentano parte della centrale di Grosotto. Tabella 2. Principali caratteristiche della linea di utilizzazione Grosotto-Stazzona. Vasca di carico (Loc. Nedrin) 932,85 m.s.l.m. Condotta in pressione DN 1500 in sponda sinistra m Centrale di produzione in Comune di Lovero 406,00 m.s.l.m. Restituzione acque turbinate a Stazzona 387,75 m.s.l.m. La progettazione dell impianto si è posta l obiettivo di mantenere in esercizio, il più a lungo possibile i suddetti impianti esistenti durante le fasi realizzative delle nuove opere, garantendone la produzione inalterata sino all entrata in esercizio del nuovo impianto che andrà a sostituirsi progressivamente al complesso degli impianti attuali. Il progetto non prevede la modifica dell impianto di Grosotto a servizio della derivazione dell Adda a Boscaccia, con concessione di derivazione ancora in essere. La progettazione delle opere ha avuto come obbiettivo il contenimento dell impatto sul territorio di un opera importante che prevede tempi di esecuzione comunque nell ordine dei 5/6 anni. La progettazione è stata sviluppata prevedendo un sistema di gestione del materiale di risulta degli scavi che non prevede la movimentazione dello stesso su strada se non per la fornitura di materiali, componenti e quant altro non reperibili in sito. È prevista l installazione di un sistema di nastri, di sviluppo complessivo di km che permetterà il collegamento di tutte le aree di cantiere. La descrizione dei singoli elementi dell impianto è rimandata ai capitoli successivi. Figura 5 Bacini afferenti alle opere di presa esistenti. pag. 17/54

18 2.1 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO Di seguito si riportano le principali caratteristiche dell impianto suddivise in base alle due differenti linee di utilizzazione denominate Fusino-Stazzona e Grosotto- Stazzona IMPIANTO FUSINO-STAZZONA Tabella 3. Principali caratteristiche dell impianto Fusino-Stazzona. Portata max turbinata [m 3 /sec] 85,0 Portata media turbinata [m 3 /sec] 18,052 Salto nominale medio [m] 804,99 Salto netto medio [m] 797,71 Salto netto massimo [m] 765,28 Potenza nominale [kw] Potenza max installata [kw] Producibilità media annua [kwh] Tabella 4. Coordinate delle principali opere dell impianto (WGS84 UTM 32N). EST [m] NORD [m] Opera di presa bacino Val Grosina Centrale di produzione Opera di restituzione in Adda IMPIANTO GROSOTTO-STAZZONA Tabella 5. Principali caratteristiche dell impianto Fusino-Stazzona. Portata max turbinata [m 3 /sec] 4,0 Portata media turbinata [m 3 /sec] 1,734 Salto nominale medio [m] 536,60 Salto netto medio [m] 527,63 Salto netto massimo [m] 513,72 Potenza nominale [kw] Potenza max installata [kw] Producibilità media annua [kwh] Tabella 6. Coordinate delle principali opere dell impianto (WGS84 UTM 32N). EST [m] NORD [m] Opera di presa vasca di carico di Grosotto Centrale di produzione Opera di restituzione in Adda Per maggiori dettagli concernenti le portate disponibili e derivate si rimanda all elaborato A.02- Relazione idrologica-idraulica. pag. 18/54

19 2.2 IMPIANTO DI SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE FUSINO STAZZONA Di seguito sono descritte le principali opere riguardanti la prima linea di utilizzazione denominata Fusino-Stazzona: - Opera di presa dal bacino di accumulo del Val Grosina a quota circa 1210 m.s.l.m.; - Condotta di derivazione in pressione DN 4500 e lunghezza di circa m; - Camera delle valvole a quota 1120 m.s.l.m.; - Condotta forzata DN 4500 e lunghezza di circa 1040 m; - Centrale di trasformazione a quota 406 m.s.l.m. ; - Canale di scarico di lunghezza m; - Galleria di accesso alla centrale di lunghezza di circa m; - Trasformatori e sottostazione di distribuzione; - Dismissione delle opere esistenti; OPERA DI PRESA La bocca di presa, ubicata sulla sponda destra del bacino della diga di Val Grosina, opposta all attuale opera di presa situata in sponda sinistra; è costituita da una torre dotata di aperture laterali tra la quota di minimo invaso ( m.s.l.m.) e la quota di massimo invaso ( m.s.l.m.). L opera consente di mantenere in pressione, anche in condizione di livello di minima regolazione, la condotta di derivazione che è posta, in prossimità dell imbocco, ad una quota di fondo di 1176,75 m.s.l.m. Figura 6 Sezione longitudinale opera di presa. pag. 19/54

20 Il manufatto è dotato di una paratoia testa condotta, che permette di interrompere la derivazione in situazioni di emergenza e da un aeroforo che consente l ingresso dell aria in condotta di derivazione nel caso di svuotamento della stessa. Come scarico di fondo del bacino verrà mantenuto operativo l esistente. Il nuovo manufatto sarà inoltre dotato di un proprio scarico di fondo che consentirà di mantenere sgombra da depositi la bocca di presa CONDOTTA DI DERIVAZIONE IN PRESSIONE A valle della bocca di presa ad una quota di imposta della tubazione di 1176,75 m.s.l.m. ha inizio la condotta di derivazione in pressione che si sviluppa per circa m con una pendenza del 0.5% sino alla camera valvole, posta a quota di circa 1120,00 m.s.l.m (quota del fondo della tubazione di 1124,75 m.s.l.m.). La derivazione avviene con una galleria circolare rivestita in acciaio del diametro utile di 4500 mm posata all interno di una sezione di scavo in roccia del diametro di 5400 mm ed intasata con calcestruzzo come meglio rappresentata nella figura seguente. Figura 7 Sezione tipo galleria di derivazione in pressione. Lo scavo della condotta sarà effettuato tramite TBN (Tunnel Boring Machines) che opererà partendo da valle risalendo lungo la rimonta della condotta forzata sino alla camera valvole che fungerà, in fase di scavo, da camera di manovra per il riposizionamento della TBN per il successivo scavo della condotta di derivazione. In tal modo sarà possibile gestire il materiale di risulta nei pressi della nuova centrale di Lovero situata in un area esterna a centri abitati e con ampie aree già destinate, in parte, alla lavorazione di inerti. La TBN sarà recuperata, al termine dello scavo della galleria di posa della condotta di derivazione, nei pressi della diga di Fusino in Val Grosina. Terminata la fase dello scavo si provvederà alla corazzatura in acciaio della galleria in pag. 20/54

21 pressione di derivazione. I singoli conci della tubazione saranno dapprima trasportati all interno della caverna della centrale e distribuiti attraverso la condotta forzata. Successivamente, per tronchi, l intercapedine tra lo scavo della galleria e l esterno della tubazione di corazzamento sarà intasato con calcestruzzo per il confezionamento del quale verrà impiegato parte del materiale di risulta degli scavi stessi. Il funzionamento della centrale di Grosio durante le lavorazioni sarà comunque garantito a meno delle acque derivanti dal Roasco di Sacco. Il canale derivatore Premadio-Val Grosina è, infatti dotato, nei pressi dell invaso, di un opera di interconnessione diretta con la galleria in pressione che alimenta la condotta forzata. Come si evince dalla nota tecnica riportata e dagli elaborati in nostro possesso, l interconnessione non interessa però la derivazione del Roasco di Sacco che viene immesso direttamente nel bacino della diga sulla sponda opposta. E prevista però una comunicazione diretta delle gallerie in pressione col canale derivatore da utilizzare nel caso che la vasca di carico (bacino di Val Grosina) sia posta fuori servizio. 1 Figura 8 Schema altimetrico del sistema di gestione delle portate in arrivo dal canale derivatore Premadio-Val Grosina. 1 Azienda Elettrica Municipale di Milano Utilizzazione delle forze idrauliche dell alta Valtellina Impianto di Grosio Relazione Tecnica. pag. 21/54

22 2.2.1 CAMERA DELLE VALVOLE La camera valvole sarà ricavata all interno del versante e avrà la funzione di camera di manovra durante le fasi di scavo della TBN essendo funzionale ad un suo riposizionamento tra lo scavo di rimonta della condotta forzata e lo scavo della condotta di derivazione. La camera sarà impiegata anche in fase successiva allo scavo per le operazioni di saldatura del rivestimento della condotte a spezzoni e per il loro posizionamento lungo la galleria. Ospiterà anche l impianto di betonaggio per l esecuzione del getto d intasamento tra rivestimento e scavo in roccia della condotta di derivazione. La camera valvole sarà accessibile da un accesso di lunghezza di 180 m, in prossimità della località Pra Nan/Rella nel Comune di Lovero. All interno della camera valvole verrà installata sulla condotta forzata una valvola a farfalla e una valvola di rientro dell aria; è quindi garantita l areazione attraverso il pozzo d accesso alla camera stessa situato nei pressi delle località Pra Nan e Rella nel Comune di Lovero a quota di circa 1200,00 m.s.l.m. Figura 9 Sezione longitudinale della camera valvole CONDOTTA FORZATA La condotta forzata verrà realizzata con un unica tubazione a sezione circolare in acciaio del diametro utile di 4500 mm posata all interno di una sezione di scavo in roccia del diametro di 5400 mm ed intasata in calcestruzzo. pag. 22/54

23 Figura 10 Sezione tipo della condotta forzata. La condotta avrà un inclinazione, rispetto all orizzontale, di 45 ed uno sviluppo di circa m. Lo scavo per la posa della condotta forzata sarà effettuato tramite TBN (Tunnel Boring Machines) che opererà partendo dallo scavo della centrale in caverna che avrà le dimensioni necessarie al montaggio ed al preciso orientamento nella direzione di avanzamento. La TBN è dotata di Gripper, che spinti lateralmente contro la roccia, consentono alla TBN di trovare sostegno entro la galleria ripida e ne consentono l avanzamento. In relazione alle condizioni geologiche l avanzamento medio giornaliero è di circa 9 m. Le condizioni ottimali per l avanzamento della TBN sono date da rocce mediamente o altamente compatte; in caso di roccia molto dura si assiste ad un eccessivo consumo dei dischi di scavo che possono essere sostituiti anche giornalmente. Il materiale scavato passa attraverso la testa della TBN e trasportato fino alla caverna della centrale attraverso una cunetta e successivamente attraverso nastro trasportatore, posizionato all interno della galleria di accesso alla centrale, portato nell area esterna di gestione del materiale di scavo. La messa in sicurezza dello scavo della galleria forzata avverrà immediatamente dopo il passaggio della fresa ed a seconda del tipo di roccia, si dovranno mettere in opera chiodature o spritzbeton ed eventualmente centine, lamiere o rete elettrosaldata. Terminata la galleria si provvederà alla corazzatura della stessa. La tubazione sarà sollevata partendo dalla caverna della centrale e successivamente montata saldando tra di loro i diversi conci. L intercapedine tra lo scavo della galleria e l esterno della tubazione di corazzamento sarà intasato con calcestruzzo per il confezionamento del quale verrà impiegato parte del materiale di risulta degli scavi. Per tale getto sarà impiegato un impianto di betonaggio posizionato nei pressi del cantiere. pag. 23/54

24 2.2.3 CENTRALE DI PRODUZIONE La centrale, situata ad una quota media di 415,50 m.s.l.m., verrà realizzata in caverna con accesso tramite discenderia; è situata nel territorio del Comune di Lovero nelle vicinanze dell attuale centrale. La centrale sarà ad una profondità di circa 97 m rispetto alla piana dell alveo del fiume Adda e avrà una copertura di circa 220 m rispetto alla quota media del versante sulla proiezione verticale della centrale stessa. L accesso situato ad una quota di 506,50 m.s.l.m. verrà garantito mediante la realizzazione di una galleria di lunghezza pari a circa m che nelle fasi di scavo consentirà l approntamento delle TBM e l evacuazione del materiale di risulta. La centrale di superficie complessiva pari a circa m 2 sarà dotata, per lo sfruttamento delle acque attualmente turbinate alla centrale di Grosio, di quattro identici gruppi turbina-generatore tipo Pelton mentre, per lo sfruttamento delle acque turbinate alla centrale di Grosotto (Le Prese) la centrale sarà dotata di un gruppo turbina-generatore tipo Pelton di taglia minore. Figura 11 Pianta della centrale di produzione. pag. 24/54

25 Figura 12 Sezioni della centrale di produzione. Figura 13 Sezione della centrale di produzione e delle opere di scarico. Figura 14 Vista prospettica della centrale di produzione. pag. 25/54

26 Di seguito sono riportate le caratteristiche principali dei gruppi installati. - n 4 turbine Pelton a 6 getti ciascuna della potenza di kw - n 1 turbina Pelton a 4/6 getti della potenza di kw La centrale sarà dotata di carro ponte per la movimentazione delle apparecchiature e completata con i quadri di comando e gestione delle stesse. I lavori di scavo saranno effettuati con metodo tradizionale procedendo dall alto verso il basso, vale a dire che, dalla galleria di accesso sarà scavata dapprima la calotta e successivamente i fianchi della caverna. Calotta e fianchi saranno messi in sicurezza tramite la posa di idonee chiodature e l applicazione di spritzbeton. Lo smarino sarà allontanato sul nastro trasportatore posizionato all interno della galleria di accesso alla centrale e portato nell area esterna di gestione del materiale di scavo. Dopo lo scavo della caverna sarà messo in opera il rivestimento della stessa e la posa delle infrastrutture: illuminazione, areazione, telefono, corrente ecc. Il rifornimento della caverna con acqua, telecomunicazioni ed energia nonché lo smaltimento dell acqua di scarico avverrà tramite il pozzo che sarà impiegato successivamente per la posa dei cavi di collegamento dei gruppi elettrici con i trasformatori posti all esterno e per l areazione. Tale pozzo, di ridotte dimensioni, comunica con l esterno intersecandosi con il primo tratto della galleria di accesso alla centrale. Per lo scavo di questo pozzo potrà essere applicato il cosiddetto procedimento del Raise-Boring dove dapprima è realizzato un foro pilota dall alto verso il basso e in seguito, sulle aste di perforazione, è montata una testa del diametro utile. La fresatura avviene dal basso verso l alto e la roccia è scavata tramite rotazione e trazione della testa di fresa. Tale metodologia di scavo consente di ridurre i tempi ed i costi di scavo rispetto alla metodologia convenzionale. Al di sotto della volta della caverna, sui due lati, sono poste delle travi in acciaio posate su pilastri in c.a. per l appoggio del carro ponte. L area destinata alla centrale di produzione sarà impiegata come area di montaggio e posizionamento delle TBN per lo scavo della condotta forzata e della condotta di derivazione nonché per lo scavo, sempre tramite l impiego di TBN, del canale di scarico delle acque turbinate. pag. 26/54

27 2.2.4 CANALE DI SCARICO Il canale di scarico, realizzato con scavo circolare in roccia con rivestimento in calcestruzzo lisciato e con diametro utile di mm, si diparte dalla centrale in direzione ortogonale all alveo dell Adda proseguendo sino a Stazzona immediatamente a monte dell attuale opera di scarico della centrale posta alla medesima quota di 387,75 m.s.l.m. Il canale di scarico ha uno sviluppo complessivo di m con una pendenza del 0.055%. Figura 15 Sezione tipo del canale di scarico. Lo scavo del canale di scarico verrà effettuato tramite l impiego di TBN con attacco all interno della caverna della centrale di produzione in modo che lo smarino possa essere caricato sul nastro trasportatore, posizionato all interno della galleria di accesso alla centrale e portato nell area esterna di gestione del materiale di scavo. La messa in sicurezza dello scavo ed il successivo rivestimento avverrà immediatamente a valle della macchina. A seconda della tipologia di roccia verranno messe in opera chiodature o spritzbeton ed eventualmente centine, lamiere o rete elettrosaldata. La direzione ortogonale all alveo dell Adda nel primo tratto a valle della centrale di produzione consente l attraversamento dello strato di deposito alluvionale, di spessore piuttosto elevato ( m), riducendo lo sviluppo di scavo in tali depositi. Il tratto finale, in prossimità dell immissione in Adda, sarà realizzato in affiancamento al canale esistente della centrale di Stazzona in modo tale da non interferire con l esercizio dello stesso. pag. 27/54

28 Figura 16 Planimetria. In rosso le opere esistenti mentre in blu sono riportate le opere in progetto GALLERIA DI ACCESSO ALLA CENTRALE L accesso alla centrale avviene tramite una discenderia in galleria, realizzata con metodologia tradizionale. Durante le fasi di realizzazione dell intera opera la galleria consentirà lo smaltimento del materiale di risulta degli scavi attraverso l installazione di un nastro trasportatore lungo il suo intero sviluppo nonché l areazione e le forniture in genere. Figura 17 Sezione tipo della galleria di accesso alla centrale. pag. 28/54

29 La galleria ha uno sviluppo di circa m con una pendenza del 7,5% e collega il piano campagna esterno (503,00 m.s.l.m.) con il piano di calpestio della centrale di produzione posto a 406,00 m.s.l.m. La sezione di scavo ha una larghezza ed un altezza di circa 10 m. La galleria verrà messa in sicurezza con chiodi o centine e con spritzbeton, in modo da permettere i successivi avanzamenti. Lo spritzbeton posato in opera sigilla le superfici rocciose e aumenta la capacità portante dell ammasso roccioso. L esecuzione delle lavorazioni, dalla perforazione fino alla messa in sicurezza consente un avanzamento medio giornaliero di circa 5-7 metri. Il rivestimento finale della galleria di accesso realizzato in calcestruzzo, con l impiego di parte del materiale proveniente dagli scavi, integra dei cavidotti al di sotto del piano carrabile. In calotta è prevista l installazione delle tubazioni dell impianto di areazione ed il sistema di illuminazione. Il tratto iniziale della galleria di accesso viene realizzato in artificiale per poter collegare l ingresso in centrale con la struttura prevista per l alloggiamento dei trasformatori, dei quadri e della sottostazione che risulterà per gran parte interrata. pag. 29/54

30 Figura 18 Schema planimetrico della galleria di accesso e delle opere poste all ingresso TRASFORMATORI E SOTTOSTAZIONE DI DISTRIBUZIONE I trasformatori saranno alloggiati in un apposita struttura esterna che verrà interrata lasciando a vista il solo portale di ingresso che permette l accesso sia alla centrale che ai trasformatori che alla sottostazione per la distribuzione. Il collegamento tra i trasformatori ed i generatori avviene tramite il pozzo di servizio che dal tratto iniziale della galleria di accesso scende in verticale verso la centrale di produzione per uno sviluppo di circa 60 m. Nella medesima struttura viene alloggiata anche la sottostazione per la trasformazione ed il collegamento alla rete nazionale con tecnica di isolamento a gas (SF 6 ) al posto di impianti aerei di distribuzione tradizionali. I vantaggi rispetto agli impianti isolati ad aria sono la minore sensibilità contro influssi ambientali, pag. 30/54

31 inquinamenti ed in genere bassa suscettibilità a guasti e bassi costi di esercizio e manutenzione. La scelta della tecnica di isolamento a gas consente inoltre, nel caso specifico, la realizzazione di un opera che verrà in seguito interrata, con utilizzo di parte del materiale di scavo, e rinverdita in modo tale da lasciare a vista le sole strutture del portale di accesso alla centrale e alla struttura contenente i trasformatori e la sottostazione di distribuzione. Figura 19 Pianta della struttura di alloggiamento dei trasformatori e della sottostazione di distribuzione. Figura 20 Sezione della struttura di alloggiamento dei trasformatori e della sottostazione di distribuzione. pag. 31/54

32 2.2.7 DISMISSIONE OPERE ESISTENTI La realizzazione del nuovo impianto di sfruttamento delle acque attualmente turbinate alla centrale di Grosio consente, una volta ultimate le opere, la dismissione delle importanti opere esistenti quali: - Centrale di produzione di Grosio; - Centrale di produzione di Lovero; - Centrale di produzione di Stazzona; - Sottostazione di Grosio; - Sottostazione di Lovero; - Sottostazione di Stazzona in Comune di Villa di Tirano; - Traversa e bacino di Sernio; - Opere annesse al funzionamento delle suddette opere. Il progetto di dismissione, oltra a valutare gli aspetti legati al mero utilizzo delle strutture affronterà anche aspetti di carattere storico, ambientale ed urbanistico vista la presenza consolidata da tempo sul territorio delle stesse. Di seguito si riporta una ricostruzione fotografica di un possibile scenario di dismissione per la sottostazione e per le opere annesse alla centrale di produzione in Comune di Grosio. Figura 21 Ricostruzione fotografica della dismissione della centrale di Grosio. pag. 32/54

33 2.2.8 INTERVENTI SULLE OPERE DI PRESA ESISTENTI L impianto Fusino-Stazzona impiega le opere di presa esistenti che alimentano il bacino della diga di Val Grosina, nello specifico: - derivazione Adda a Premadio (Comune di Valdidentro) a quota m.s.l.m.; - derivazione Viola a Premadio (Comune di Valdidentro) a quota m.s.l.m.; - derivazione Frodolfo a Uzza (Comuni di Valfurva e Bormio) a quota m.s.l.m.; - derivazione Vallecetta (Comune di Valdisotto) a quota m.s.l.m.; - derivazione Massaniga (Comune di Valdisotto) a quota m.s.l.m.; - derivazione Vendrello (Comune di Valdisotto) a quota m.s.l.m.; - derivazione Migiondo (Comune di Sondalo) a quota m.s.l.m.; - derivazione Roasco di Sacco (Comune di Grosio) a quota m.s.l.m.; - derivazione Roasco di Eita (Comune di Grosio) a quota m.s.l.m; Per queste opere si prevedono, in generale, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e l installazione di idonei sistemi di misura del DMV e delle portate e volumi derivati come prescritto dalla vigente normativa. Per quelle, nelle quali si concentra il rilascio del deflusso minimo vitale: Adda a Premadio, Viola a Premadio, Frodolfo a Uzza e Roasco di Sacco, si prevedono interventi importanti per garantire il ripristino della continuità fluviale dell alveo e la realizzazione di scale di risalita dell ittiofauna. Per maggiori dettagli si rimanda alla tavola A.03 Relazione e schede riassuntive sugli interventi alle opere di captazione esistenti. pag. 33/54

34 2.3 IMPIANTO DI SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE GROSOTTO-STAZZONA Questa linea di utilizzazione impiega in parte quella precedentemente descritta in particolare per quanto riguarda la Centrale e tutte le opere di restituzione. Il nuovo impianto è stato studiato prevedendo il più possibile l impiego delle strutture esistenti per quanto riguarda la realizzazione della Condotta Forzata. L impianto prevede inoltre la realizzazione delle seguenti opere aggiuntive: - Prolungamento della condotta di derivazione in pressione sino alla nuova centrale di Lovero per una lunghezza di circa m con condotta in acciaio DN 1500; - Condotta forzata per una lunghezza di circa 200 m DN 1500; - Dismissione delle opere esistenti; PROLUNGAMENTO DELLA CONDOTTA DI DERIVAZIONE IN PRESSIONE L attuale impianto che impiega le acque derivate dal fiume Adda e dal torrente Rezzalasco in località Le Prese nel comune di Sondalo, turbina le acque alla centrale di Grosotto, le cui acque di scarico alimentano, in parte, la centrale di Lovero. A tal proposito si prevede di prolungare la condotta forzata dell attuale impianto tramite una condotta di derivazione in pressione che transiti in subalveo dell Adda fino a raggiungere l attuale galleria di derivazione della centrale di Lovero. Figura 22 Sezione tipo del prolungamento della condotta di derivazione in pressione con posa all interno dell attuale galleria. Tale galleria di derivazione che attualmente deriva le acque turbinate dalle centrali di Grosio e Grosotto ed alimenta la centrale di produzione di Lovero verrà dismessa a seguito della realizzazione del nuovo impianto. La galleria sarà poi impiegata per pag. 34/54

35 l installazione del prolungamento della condotta di derivazione in pressione del nuovo impianto. L attuale galleria ha una sezione di tipo circolare di diametro 4500 mm che sarà quindi impiegata per alloggiare la posa della nuova condotta di derivazione in acciaio con un diametro interno di 1500 mm. La galleria di derivazione esistente alimenta la stazione di Lovero con le acque di scarico delle centrali di Grosio e Grosotto, pertanto la messa fuori servizio di tale opera comporterebbe obbligatoriamente la messa fuori servizio della centrale di produzione. Per evitare questo la sequenza temporale della realizzazione del nuovo impianto dovrà prevedere necessariamente dapprima la messa in funzione dell impianto Fusino-Stazzona in modo tale da dismettere l attuale centrale di Lovero e successivamente realizzare l impianto Grosotto-Stazzona. La realizzazione di quest ultimo comporta comunque l interruzione dell esercizio della centrale di Grosotto (Le Prese) per il periodo temporale necessario alla connessione con il prolungamento della condotta di derivazione in pressione. Se le sovrapposizioni temporali non fossero tali da garantire l esercizio a lungo della centrale di Lovero si potrà valutare l opportunità di realizzare ex novo la galleria di collegamento CONDOTTA FORZATA In prossimità della nuova centrale di Lovero sarà realizzato l ultimo tratto di condotta forzata attraverso scavo in roccia a sezione circolare con inserimento della condotta in acciaio del diametro interno di 1500 mm. Quest ultimo tratto si diparte dalla quota di circa 580,00 m.s.l.m. (dell attuale galleria di derivazione) sino alla quota relativa all asse delle turbine pari a 402,00 m.s.l.m. con un inclinazione, rispetto all orizzontale, di 50 ed uno sviluppo di circa 230 m. Considerando le ridotte dimensioni del condotto sarà possibile effettuare lo scavo applicando il cosiddetto procedimento del Raise-Boring dove dapprima viene realizzato un foro pilota dall alto verso il basso e successivamente, sulle aste di perforazione, viene montata una testa del diametro utile. La fresatura avviene dal basso verso l alto e la roccia viene scavata tramite rotazione e trazione della testa di fresa. Tale metodologia di scavo consente di ridurre i tempi ed i costi di scavo rispetto alla metodologia convenzionale. In alternativa tale scavo potrà essere realizzato tramite TBN per microtunneling a partire dalla caverna della nuova centrale di produzione con recupero della fresa dall esistente galleria di derivazione che alimenta l attuale centrale di Lovero. Lo smarino sarà trasportato fino alla caverna della centrale di produzione attraverso una cunetta e successivamente attraverso nastro trasportatore, posizionato all interno della galleria di accesso alla centrale, portato nell area esterna di gestione pag. 35/54

36 del materiale di scavo. Terminato lo scavo si provvederà alla posa al suo interno delle tubazioni in acciaio della condotta forzata. La tubazione verrà calata verso il basso attraverso la galleria e successivamente montata dal basso verso l alto saldando assieme i diversi conci DISMISSIONE DELLE OPERE ESISTENTI Unitamente alla realizzazione dell impianto di Fusino-Stazzona la realizzazione dell impianto di Grosotto-Stazzona permette la dismissione delle opere di derivazione delle acque di scarico delle centrali di Grosio e Grosotto quali le vasche di raccolta, carico e sedimentazione ubicate nel comune di Grosotto. Figura 23 Vasche di raccolta, carico e sedimentazione delle acque di scarico delle centrali di Grosio e Grosotto che alimentano l attuale centrale di produzione di Lovero. In particolare per la dismissione di queste vasche si prevede il riempimento con materiale proveniente dalle lavorazione degli scavi per un volume complessivo di circa mc. Figura 24 Ricostruzione fotografica di dismissione delle Vasche di carico e sedimentazione delle acque di scarico delle centrali di Grosio e Grosotto che alimentano l attuale centrale di produzione di Lovero. pag. 36/54

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