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1 Pe n s i a m o a l d o m a n i. cooperando Aprile 2010 Da 25 anni. 122 MAMME BAMBINE di Chitiga Mbanje* - foto di Giovanni Diffidenti corso. La nascondono volutamente in luoghi lontani, difficili da raggiungere. Persino in strada non c è equità, se di equità si può parlare, tra uomini e donne: le ragazze subiscono abusi sessuali e maltrattamenti senza potersi ribellare perché spesso dipendono dai loro compagni per sopravvivere. In più, sono costrette a praticare ses- Alice, 17 anni, ha un bambino di due e mezzo. Vive nell area di Kopje, un quartiere di Harare, capitale dello Zimbabwe, sovraffollato e conosciuto per lo spaccio di droga. Qui ci sono molti garage informali e spesso Alice dorme nelle auto dei clienti. Mi alzo alle 7 del mattino e compro del tè da condividere con mio figlio, racconta. Quello che lei chiama tè è in realtà un infuso alcolico molto dannoso. Poi acquisto una fetta di pane per meno di un dollaro e mi avvio verso il fiume che dista circa cinque chilometri. Arrivo per le 9 e mi siedo sotto un albero, vicino ai binari della ferrovia. Molti uomini che lavorano negli uffici del quartiere frequentano questo posto alla ricerca di sesso. Quando un uomo arriva, sceglie una ragazza a suo piacimento. Se sceglie me, lascio il mio bambino alle altre ragazze. Cinque dollari per pochi minuti. Cinque dollari perché una ragazza, poco più che bambina, già madre, venda la propria dignità. Questa è la routine di tutti i giorni, fino alle sei prosegue Alice poi torno dal mio fidanzato. Lui non sa che mi prostituisco. Sono costretta a farlo, non ho alternative per sfamare me e mio figlio. Alla sera, esausta, sniffo droga per dimenticare. Ma un alternativa, per Alice e per tutte le ragazze come lei, oggi esiste. La Casa del Sorriso del Cesvi si rivolge anche a loro, spesso giovanissime mamme. Due medici, un dentista e due farmacisti offrono un servizio sanitario completo lavorando a titolo volontario. Visitano ragazzi, ragazze e moltissimi bambini. Di questi, l 80% presenta segni di infezioni sessualmente trasmesse. Le ragazze di strada sono, se possibile, ancora più vulnerabili dei ragazzi. Non hanno voce. Quando una giovane inizia la vita di strada, i suoi stessi amici la allontanano prima che gli operatori del Cesvi, i cosiddetti peer educators, possano offrirle socso non sicuro e ciò aumenta in modo esponenziale il numero di gravidanze indesiderate. Nella Casa del Sorriso, il Cesvi cerca di assicurare a queste ragazze la possibilità di trovare sempre qualcuno con cui parlare, uno psicologo o un educatore. Lo staff della Casa organizza periodicamente focus group in cui si discute di prevenzione, di ma- «Non sono sua madre» lattie sessualmente trasmesse e di problematiche legate al sesso con minori e alle gravidanze in età adolescenziale. Le ragazze di strada sono ad alto rischio di Aids e di altre malattie che si trasmettono per via sessuale, come dimostrano le percentuali di infezione tra le giovani pazienti che vengono segue a pag. 2 Villaggio di Mudoka (Zimbabwe). Rudo, giovanissima mamma, con il figlio Takudzwa di 3 anni. La ragazza, sieropositiva, ha partecipato al progetto Cesvi Fermiamo l Aids sul nascere affinché il suo bambino non contraesse il virus Hiv. Sotto, Città del Capo (Sudafrica). Una mamma con il figlio neonato nella Casa del Sorriso costruita dal Cesvi grazie al sostegno di Mediamarket. di Maria Rosa Lorini Da poco è arrivata una ragazza giovanissima, non ancora diciottenne, a chiedere aiuto e assistenza per sé e per la sua sorellina. La piccola ha appena compiuto un anno e sa solo dire mamma. La giovane, Priscilla, sostiene che è l unica parola che ha imparato, ma ci tiene a precisare: Io non sono sua madre. Al centro comunitario, punto d ingresso della Casa del Sorriso di Philippi, l assistente sociale le ha spiegato che la casa d accoglienza è per donne vittime di violenza e per i loro figli. Nei casi di minorenni possiamo soltanto aiutare nella ricerca di posti più idonei, quali strutture per orfani, e nei contatti con le istituzioni per la tutela dei diritti dei minori. Priscilla cambia subito volto e attitudine. Sembra improvvisamente più matura. La prima cosa che dice è: Saremo povere e vittime di violenza, ma non siamo orfane. L assistente sociale chiede dove si trovino i loro genitori, in modo che Cesvi possa contattarli e cercare di riunire la famiglia, se possibile. Priscilla racconta allora la sua storia, quella triste e vera, che la accomuna a tante adolescenti sudafricane. Durante segue a pag. 2 Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 2, DCB Milano. In caso di mancato recapito, si prega inviare al CPM Milano Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il diritto fisso dovuto.

2 segue dalla prima MAMME BAMBINE visitate dai medici della Casa del Sorriso. Il problema è che molte di loro, nonostante il contagio da Hiv, continuano ad avere rapporti sessuali non protetti, cosa che rischia di azzerarne il sistema immunitario. Un tunnel senza via d uscita. Le ragazze di strada sono ad alto rischio di Aids e altre malattie. Villaggio di Boore (Zimbabwe). Loveness, 31 anni, con il figlio Joseph di 7 anni. Entrambi lavorano nei campi del vicino in cambio di cibo. Loveness è un altra mamma coinvolta nel progetto Fermiamo l Aids sul nascere, attivo nel distretto di Centenary dal Anche nella capitale Harare, Cesvi è impegnato a favore di ragazze di strada, spesso già madri, attraverso il lavoro della Casa del Sorriso. Haiti, infanzia perduta? A volte però, nonostante tutte le difficoltà, il dialogo e il confronto sono più forti della violenza, dell ignoranza e della disperazione. Capita allora che ragazze come Alice, che sembravano perdute e destinate a una vita di abusi e di sopraffazione, decidano di fidarsi del Cesvi. L incontro con la Casa del Sorriso diventa un occasione per voltare pagina, accettando la sfida di ricominciare tutto da capo. Per sé e per i propri figli. Un opportunità concreta per far valere i propri diritti di donne e di madri. Per noi, il successo più grande. * Staff locale Cesvi Foto: SILVIA BETTOCCHI un regalo per tutte le mamme del mondo segue dalla prima «non sono sua madre» le scuole superiori è rimasta incinta e poiché la legge sudafricana, per cercare di limitare le gravidanze in giovane età, proibisce alle ragazze in tali condizioni di continuare gli studi, è stata costretta ad abbandonare la scuola. Il suo ragazzo l ha lasciata: è troppo giovane per avere responsabilità così grandi. Priscilla, convinta di potercela fare da sola senza bisogno della famiglia, ha cercato un uomo più maturo, qualcuno che potesse occuparsi di lei anche se già madre, senza un lavoro e senza un titolo di studio. La realtà è che nel Paese con il più alto tasso di stupri e violenze di genere non è certo facile trovare - non già l amore! - ma qualcuno che non sia in cerca di semplici avventure. Così, dopo difficoltà e frustrazioni varie, Priscilla, non sapendo più dove andare, si è rivolta alla Casa del Sorriso, il cui cartello di benvenuto recita Casa sicura per donne e bambini vittime di abusi. È lei che ci ricorda la dicitura aggiungendo: Non c è scritto che bisogna essere maggiorenni per essere accolti. E tutti sanno che spesso ci si trova in questa situazione ben prima della maggiore età. La nostra assistente sociale, toccata dalla determinazione di questa ragazza, si confronta con la housemother, responsabile della zona residenziale. Sa di doverle chiedere uno sforzo maggiore del solito: la candidata ospite non ha bisogno solo di cure mediche, ma di sostegno psicologico e di supporto nella ricerca di un lavoro. Essendo così giovane ha bisogno di una vera guida, quasi una mamma, per lei e per la sua bambina. La housemother sorride. Nonostante le altre donne siano un po più mature, sa che tutte necessitano di qualcosa in più che una responsabile della casa. Cercano attenzioni, chiedono tempo, ascolto e spesso consolazione. Quando sostiene di avere tanti figli, la nostra housemother non parla solo dei suoi figli: si riferisce ai bambini delle ospiti così come alle ospiti stesse, indipendentemente dall età anagrafica. E, indipendentemente dall età, cerca nuove opportunità per ognuna di loro, non appena la loro condizione psicofisica si stabilizza. Alcune seguono corsi di formazione per lavorare negli alberghi, altre per diventare acconciatrici. Quelle con un livello accademico più elevato possono puntare a diventare assistenti infermiere. In un Paese in cui i medici scarseggiano, spesso le infermiere svolgono un ruolo vitale per la comunità. E Priscilla? Considerando la sua giovane età e l abbandono scolastico, la scelta migliore è riprendere la scuola da dove l ha interrotta, dalle superiori. La housemother si occuperà della piccola, così come fa per i bambini delle altre donne: quelli in età scolastica frequentano la scuola e nel pomeriggio un doposcuola per fare i compiti; i più piccini vanno alla scuola materna; i bebè restano nella Casa. Come si pianificano i turni per le pulizie e per preparare da mangiare, così si organizzano le attività per la cura dell infanzia. Quando Priscilla torna da scuola, ancora con l uniforme, la sua piccola le corre incontro gridando Mamma. Ora lei sorride dicendo a tutti con orgoglio: Sì, io sono la sua mamma!. n Ogni anno la festa della mamma, che si celebra la seconda domenica di maggio, è un occasione per ricordare tutte quelle mamme che, nel mondo, hanno bisogno del nostro aiuto. In Zimbabwe e in Sudafrica, come in altri Paesi dell Africa, dell Asia e dell America Latina, Cesvi opera per la difesa dei diritti fondamentali delle donne in generale e delle mamme in particolare: il diritto alla maternità, alla salute, alla casa, allo studio, al lavoro, alla libera espressione. Da sempre la figura femminile è al centro dei nostri progetti: destinataria degli aiuti, ma anche e soprattutto protagonista del proprio destino e colonna portante di tutta la famiglia. quest anno per la festa della mamma, regala una buona Azione! Scopri come sul sito oppure chiama il numero verde Per donazioni: c/c postale di Daniela Invernizzi - Tutte le foto del Focus sono di Valeria Turrisi I bambini di Haiti non hanno mai avuto un esistenza facile. Molti non sono nemmeno registrati all anagrafe. Le immagini dei luoghi devastati dal sisma di grado 7 che ha sconvolto Haiti il 12 gennaio scorso, la memoria delle vittime, dei feriti, tra cui una grande quantità di mutilati, sono quasi scomparse dai nostri media. La prima sensazione tornando da Portau-Prince è la sproporzione tra l immane entità di questa ennesima catastrofe e la scarsa consapevolezza di tutto questo e la conseguente urgenza di continuare l azione umanitaria ben oltre la fase di prima emergenza. Il tempo stringe drammaticamente per l arrivo della stagione delle piogge. Haiti era un Paese strutturalmente in ginocchio già prima del terremoto per la povertà, l instabilità politica, il susseguirsi di disastri ambientali sono gli edifici distrutti, 1.3 milioni i senzatetto di cui sono bambini che costituiscono circa il 45% della popolazione (9 milioni di abitanti). I bambini di Haiti non hanno mai avuto un esistenza facile, moltissimi sono esseri invisibili non registrati alla nascita. La stragrande maggioranza nasce e cerca di crescere in famiglie poverissime. Haiti ha il più alto tasso di mortalità infantile al di sotto dei 5 anni dell intero emisfero occidentale. A migliaia vengono abbandonati (700 orfanotrofi prima del terremoto). Infezioni respiratorie e intestinali, tubercolosi, disidratazione e Hiv/Aids sono patologie diffuse, aggravate dallo stato di malnutrizione che spesso colpisce i bambini e i ragazzi fin dalla più tenera età. La dispersione scolastica è altissima a partire dalla scuola primaria. Le spese relative a tasse, divise e materiali didattici sono insostenibili per i genitori. Il governo di Haiti ha ratificato la Convenzione Internazionale sui Diritti dell Infanzia e dell Adolescenza (CRC), ma la maggioranza dei diritti enunciati sono ampiamente disattesi o apertamente violati. Le stime, sempre per difetto, lo dimostrano. L ampliamento dell accesso all educazione è una delle sfide più importanti per garantire il futuro di un Paese dove solo il 15% delle scuole sono pubbliche all anno sono i bambini coinvolti nel traffico a fini sessuali verso la Repubblica Dominicana lavorano per le numerose Campo Pierre Mendes, Petit Goave. La piccola Emi ha 7 anni. 1.5 milioni sono i bambini e i ragazzi di Haiti coinvolti nel terremoto del 12 gennaio gang armate. Circa , soprattutto bambine tra i 6 e i 12 anni, sono venduti come schiavi domestici. Vengono chiamati restavek, termine mutuato dal francese rester avec, ovvero restare con. Sono nati da genitori poveri che li consegnano a famiglie più abbienti con cui vivono in condizione di schiavitù, svolgono i lavori domestici più faticosi, sono sottoposti a violenze e soprusi. Probabilmente dopo il sisma, molti restavek sopravvissuti avranno ingrossato le file dei bambini di strada. È importante garantire il controllo in un contesto a rischio di tratta e adozioni illegali o del tutto premature. L esperienza post-tsunami testimonia che il 97% dei bambini raccolti nei campi di accoglienza si ricongiunse ai familiari sopravvissuti o residenti in altre aree. Unicef ha lanciato l allarme perché già gli uragani del 2008 avevano causato la perdita di numerosi certificati di nascita, fattore che aumenta il rischio che i bambini vengano sfruttati, venduti o trasferiti illegalmente. Sono circa 1.5 milioni i bambini e i ragazzi coinvolti nel terremoto. In questi mesi, nella fase della seconda emergenza, Cesvi sta lavorando con le altre agenzie umanitarie per rispondere ai bisogni di questa moltitudine di piccoli e delle loro famiglie. Le infrastrutture organizzate dal Cesvi sono Case del Sorriso temporanee per garantire ai bambini protezione, cibo, acqua, gioco e attività educative, in attesa di poter realizzare strutture stabili nell ambito di un piano di ricostruzione delle aree terremotate che richiederà molto tempo. Il diritto di imparare di Maria Copani Non era così neanche prima del terremoto. Solo il 15% delle scuole haitiane sono pubbliche e gratuite. Troppi i bambini indigenti e vulnerabili che rimanevano à la porte perché le famiglie non riuscivano a pagare le rette segue a pag. 4 2 cooperando APRILE

3 segue dalla terza IL DIRITTO DI IMPARARE delle scuole private. Adesso questa catastrofe amplifica i problemi, ma può, anzi deve, essere l occasione per migliorare l accesso all educazione per tutti. È il momento di aiutare il governo di Haiti, di sostenerlo in modo attivo e Cesvi ha deciso di impegnarsi in prima linea e dare il proprio contributo coordinandosi con l Unicef, gli organismi internazionali, i colleghi delle Ong che come noi sono presenti nel Paese e con tutti coloro che credono e lottano per l affermazione di un diritto fondamentale: l istruzione. Abbiamo iniziato subito dopo il terremoto a portare acqua e cibo e a sostenere i bambini e il loro ritorno a scuola. L abbiamo fatto cominciando da alcuni dei quartieri più degradati di Port-au- Prince: Waf Jeremie e La Saline. Ma, un po come questa catastrofe che sembra non finire mai, anche il nostro lavoro si fa più intenso e aumenta di giorno in giorno. A Petit Goave, dove Cesvi sta operando nel settore acqua e igiene, gli insegnanti dicono di essere pronti. Adesso tocca a noi. Il Ministero dell Educazione haitiano ha chiesto l aiuto delle Ong, non vuole fallire il nuovo obiettivo: riaprire le scuole entro il 1 aprile. Non sarà facile, mi sono detta, e senza accorgermene ero già lì a pianificare il lavoro assieme ai colleghi. Cesvi lavora in due quartieri tra i più poveri e pericolosi di Port-au-Prince: Waf Jeremie e La Saline. A Port-au-Prince ho partecipato a una riunione dietro l altra, in modo frenetico, raccogliendo informazioni per decidere i passi da compiere, analizzando le direttive governative e delle organizzazioni internazionali, ipotizzando metodologie per rendere il lavoro il più veloce ed efficace possibile senza dimenticare che questi bambini, le loro famiglie e i loro stessi insegnanti hanno subito uno shock fortissimo. Non si può pensare che tutto ritorni subito come prima. D un tratto mi sono fermata a chiedermi se non stessi perdendo tempo, se tutto questo parlare non fosse meno utile di andare semplicemente fuori a rimboccarsi le maniche. Poi finalmente quello che sembrava vuoto ha preso forma. Siamo tornati a Petit Goave e lì abbiamo incontrato le insegnanti e gli ispettori scolastici e visitato alcune scuole. Abbiamo parlato con i direttori sia di istituti pubblici che privati. Siamo d accordo che i bambini che vivono nel campo di sfollati dietro la scuola seguiranno le lezioni insieme ai bambini che hanno un tetto e una famiglia, senza distinzioni, senza rette da pagare. Per adesso si ricomincia su basi nuove. Dobbiamo cogliere l occasione e faremo di tutto per sostenere il diritto di ogni bambino a ricevere un istruzione. All inizio si comincerà sotto le tende, che non sono più solo un rifugio, ma una casa per tanti haitiani, da mesi. Poi, vedremo. Ci sono tante cose a cui pensare, ma ora sto meglio: ho una lista di cose da fare sul mio quaderno blu. Ritorno a scuola di Nicoletta Ianniello La Saline è un quartiere che si estende lungo una delle vie principali di Port-au- Prince. È molto pericoloso e ci consigliano di entrare nelle bidonville solo se scortati dalla polizia. È incredibile, ma proprio qui sorge un oasi protetta in cui il Cesvi ha deciso di intervenire a favore di bambini e adolescenti: si tratta di un istituto gestito dalle suore salesiane, in gran parte distrutto dal terremoto. Suor Lynde mi racconta che il complesso, prima del sisma, comprendeva una scuola per bambini dai 5 ai 12 anni, usata anche per i corsi di alfabetizzazione serale destinati agli adulti, un centro giovanile per lo svolgimento di corsi professionali (ad esempio di pasticceria, giardinaggio o attività manuali), una chiesa con un oratorio, un dormitorio e una mensa. Di tutto questo, adesso, rimangono solo la cucina e il dormitorio, peraltro inagibile. Quest ultimo ospitava un tempo i figli delle famiglie più povere, per dare loro la possibilità di frequentare la scuola. Gli altri edifici sono stati abbattuti completamente per timore di nuovi crolli. Nel grande cortile antistante la mensa Cesvi ha allestito tre tende donate dalla Protezione Civile Italiana. È la prima volta, da quando sono arrivata ad Haiti, che vedo i bambini a scuola. Sono tantissimi e mi sento emozionata. Le lezioni - alcune all aper- ne che hanno perso tutto. Ho deciso di concentrarmi proprio su questo, la dignità degli individui, il rispetto e il diritto alla vita. La fotografia ha un dovere di restituzione, ha il compito di raccontare ora dopo ora, giorno dopo giorno, le storie che si incontrano. I sorrisi e gli sguardi mi hanno aiutato e accompagnato e in molti scatti mi sono fatta sorprendere dalla voglia di comunicare. Il mezzo fotografico mi ha spesso supportato nell interazione: comincio con lo spiegare alla gente ciò che faccio e in molti casi la curiosità e la disponibilità prevalgono su timore e timidezza. Questa volta ho con me anche una videocamera e le interviste creano momenti di apertura e compliciobiettivo su haiti di Valeria Turrisi Haiti è il Paese più povero dell emisfero occidentale. Una serie di catastrofi l ha attraversato e ferito. In seguito alla conquista dell Indipendenza del 1804 ha dovuto affrontare gravi difficoltà politiche, sociali, economiche e ambientali. L isola è stata teatro di colpi di stato e rivolte che hanno visto il susseguirsi di tiranni. Prima del 12 gennaio 2010, data del sisma, il 78% dei suoi abitanti viveva con meno di 2 dollari al giorno. L industria è in stato di abbandono da decenni e i prezzi di caffè e zucchero sono crollati, con conseguenze drammatiche sui rendimenti delle esportazioni. La situazione era già precaria, se non disperata, con to e altre sotto le tende - si svolgono al mattino dalle 9 alle Ci sono giorni specifici dedicati a classi d età diverse: 3-11 anni, anni e anni. Oggi è il turno dei ragazzini che hanno dai 12 ai 15 anni: in totale sono 377. Suor Lynde mi spiega che il gruppo più numeroso è quello dei piccolini, che lo scorso lunedì erano ben 699. Molti di questi sono rimasti orfani, altri sono bambini di strada, altri ancora hanno perso un genitore oppure amici e parenti a causa del terremoto. Alcuni vivono con ciò che rimane delle loro famiglie nelle tende posizionate davanti all edificio delle suore, che ospitano circa persone. Rogena, 18 anni, sta tenendo una lezione di matematica. Non sono una vera e propria insegnante - mi dice - ma una semplice studentessa. Questa era la mia scuola e sono tornata qui come volontaria per aiutare i bambini negli studi. Nelle tende, ma anche negli spazi all aperto finché non arriverà la stagione delle piogge, il Cesvi intende organizzare attività ricreative e offrire sostegno psicologico ai bambini. L aiuto psicologico è fondamentale - sottolinea Rogena - I bambini sono traumatizzati e, appena avvertono una piccola scossa, scappano e si mettono a urlare. Non si appoggiano mai ai muri perché hanno paura che possano crolla- re. Bettina, 14 anni, parla soltanto creolo, ma cerca ugualmente di comunicare con me. Non sorride mai, proprio mai, e ha lo sguardo più triste che io abbia incontrato finora: un abisso di disperazione e solitudine. Ripete soltanto Mia mamma è morta, estraendo più volte dallo zainetto la carta d identità della madre. È un pugno nello stomaco, ma un pensiero mi solleva: presto il Cesvi si metterà al lavoro qui e potrà offrire a questi bambini alcune ore di svago, di gioco, di distrazione. Non solo, potrà fare in modo che animatori, educatori professionali e psicologici li aiutino a superare il trauma del terremoto. C è n è davvero un gran bisogno. L intervento non si limiterà a questo, ma servirà anche a riavviare la mensa che ora è in grado di dare un pasto al giorno soltanto agli insegnanti, tutti volontari non retribuiti. Al momento, purtroppo, il cibo per sfamare i bambini non c è. E nemmeno l acqua. Siamo ancora all inizio, ma immagino come sarà bello quando, grazie al nostro aiuto, la cucina ricomincerà a funzionare a pieno regime raggiungendo oltre persone. Gli occhi smarriti di Bettina mi accompagnano fino a quando salgo sull auto per lasciare La Saline. Il cuore però è sereno, perché so che potremo fare molto per questo quartiere sfortunato. Acqua e igiene di Nicoletta Ianniello Nella La strada che conduce da Port-au- Prince a Grand Goave è in gran parte sterrata. Ci vogliono più di due ore per percorrere 50 chilometri: un estenuante gincana in mezzo a dossi e buche che, in alcuni casi, sono vere e proprie voragini che squarciano l asfalto. Man mano che si esce dalla città, il paesaggio cambia e la vegetazione lussuriosa si impone in tutta la sua bellezza. Il mare calmissimo contrasta con la desolazione della montagna che, sul lato sinistro della strada, è franata. A testimoniarlo, giganteschi massi che in alcuni punti rischiano di bloccare il passaggio. Grand Goave è divisa in sette sezioni. In due di queste, Cesvi ha allestito 44 tende (34 nel campo di Colbert e 10 in quello di Bas des Champs) donate dalla Protezione Civile Italiana. Le tende sono molto grandi e ospitano due nuclei familiari per un totale di persone ciascuna. Gli abitanti stessi del campo hanno contributo all allestimento e oggi i campi appaiono ordinati e ben gestiti. La popolazione locale è stata coinvolta anche nello scavo delle latrine - alcune provvisorie e altre permanenti - attraverso il sistema del Fort Dimanche. Una donna intenta nella preparazione del té, un impasto di acqua e argilla che gli haitiani mangiano in assenza d altro. Non contiene apporti nutritivi, spiegano, ma serve a dare una sensazione di sazietà. le infrastrutture seriamente danneggiate e più di 800 mila senzatetto. Parte della popolazione crede ormai che la fine del mondo si avvicini e ad alimentare questa credenza ci si è messa la natura con alluvioni, tempeste e uragani che caratterizzano la vita degli haitiani nella stagione delle piogge, tutti gli anni, da marzo a cash for work. Nelle stesse aree Cesvi ha rimesso in funzione 29 pompe a mano: una vera benedizione, come ci spiega la gente con grandi sorrisi. A Petit Goave, poco distante, l intervento è completato da pozzi, canali di drenaggio, urinatoi, lavatoi e una cisterna per garantire il rifornimento di acqua durante tutte le ore del giorno. Qui c erano quattro scuole, elementari e medie, tutte crollate. Vanessa, 12 anni, non può più frequentare le lezioni. La incontro nel campo di Colbert, Molti haitiani hanno la convinzione che il terremoto sia il segno che la fine del mondo è vicina. settembre. Dall estate del 2008, in due mesi, Haiti è stata colpita dalla tempesta tropicale Fay, dall uragano Gustav, dalla tempesta tropicale Hanna e poi ancora dall uragano Ike. La fotografia è il mio mestiere e le scelte di vita mi hanno portato a contatto con vari Paesi in via di sviluppo, alcuni dei con la sua inseparabile amica Esther. Parla molto bene in francese e non è difficile immaginare che fosse un ottima alunna. Da grande voglio diventare una dottoressa - mi spiega con un po di timidezza - per curare le persone ferite e malate. La sua casa è completamente distrutta e tra le macerie si riescono a intravedere un tavolino, la rete di un letto e alcuni vestiti. La sua famiglia non ha ancora ricevuto una tenda e suo padre ha costruito un rifugio improvvisato con bastoni di legno e lenzuola. Quando la terra ha iniziato a tremare mi trovavo a casa. Sono corsa fuori, ma sono caduta tre volte ferendomi gravemente a un ginocchio. Mio padre mi cercava disperatamente e io gridavo perché non riuscivo a vedere mia madre. Alcuni miei compagni di classe sono morti. Vania, 28 anni, è la cugina di Vanessa. È la prima persona che incontriamo che non ha voglia di parlare del terremoto. Non ricordo niente - continua a ripetere - se non che mi trovavo a Port-au-Prince. Quando sono tornata qui la mia casa non esisteva più. Di quei momenti, e dei giorni successivi, non ho nessun ricordo. Un meccanismo foto di pagina 4, Vanessa ( a sinistra) e Esther tra le macerie della scuola del campo di Colbert, a Grand Goave. Sopra, bambini di Petit Goave. Qui Cesvi ha rimesso in funzione 29 pompe a mano e sta costruendo pozzi, latrine, docce e canali di scolo. impressionante di rimozione che fa capire quanto sia importante, per queste persone, poter contare su un supporto psicologico gestito da esperti di disturbi post-traumatici. Wilme, un omone grande e grosso, è il responsabile del campo di Colbert. È molto carismatico, ha gli occhi buoni e un atteggiamento pacato. Sembra molto consapevole della situazione. La gente ha paura - ci dice. Molti credono che il terremoto sia un segnale che la fine del mondo è vicina. È difficile spiegare loro che si è trattato di una catastrofe naturale. Imprevedibile e devastante, ma pur sempre una catastrofe naturale. È tempo di ritornare a Port-au- Prince. Vanessa non vuole più lasciarmi andare. Sul mio quaderno scrive che saremo amiche per sempre. quali, Somalia, Cambogia e Nepal, sono tra i più poveri al mondo. Le problematiche spesso sono le stesse, ma non ho mai assistito ad una situazione così complessa, compromessa e disperata. Quando il Cesvi mi ha chiesto di partire per Haiti, la mia reazione immediata è stata quella di rifiutare. Credo fosse paura mista a una sensazione di inadeguatezza. Non sapevo cosa avrei trovato e cosa avrei potuto fare. In questi casi mi si pone una questione etica. Qual è il confine e come dialogano immagine e documento? Non è semplice, ma il lavoro lo impone: trovare immagini che tentino di documentare il lavoro del Cesvi e descrivere le condizioni della popolazione haitiana, rispettando la dignità di perso- segue a pag. 6 4 cooperando APRILE 2010 cooperando APRILE

4 segue dalla quinta OBIETTIVO Su haiti tà. Capita che durante le riprese si entri nelle case, ci si sieda e si chiacchieri, ma ad Haiti gli abitanti si sono trasferiti per strada, a dormire sotto tende più o meno di fortuna: non hanno nulla, la strada è casa loro. Entrare nella loro quotidianità è inevitabile, in alcuni vicoli l accesso alle auto è impedito da un sofà, stiamo entrando nel loro salotto. Per alcuni parlare dell accaduto è quasi un esigenza fisica, ci si presenta, si scambiano due battute e il racconto irrompe: durante la scossa ero in macchina e la macchina è stata sbattuta avanti di qualche metro, poi indietro, sono sceso e tutto tremava, poi il cielo si è riempito di colonne di fumo e polvere, dice David; ero per strada e ho visto due edifici crollare, per due giorni e mezzo ho scavato senza sosta con l aiuto delle persone che erano intorno a me, abbiamo estratto sei persone vive e molti cadaveri, racconta Hezler; c erano corpi ammassati ai lati delle strade e venivano portati nelle fosse comuni con escavatrici e camion, aggiunge Nadeje. Sappiamo che le catastrofi hanno un impatto spettacolare sulle persone. Sappiamo anche che lo spettacolo passa subito di moda, ma questo è il momento di un approfondimento: capire e prendere parte alla ricostruzione è un opportunità. Molti autori haitiani che continuano a testimoniare il dramma e il disastro stanno parlando di una speranza esemplare e di una voglia di rinascita: è qui che può aver senso una documentazione, una storia o un viso, è qui che ha senso il lavoro che gli operatori umanitari portano avanti ogni giorno tra mille difficoltà. n Esther 11 anni Esther, 11 anni, viveva in una piccola casa in muratura, completamente crollata, al centro del campo di Colbert. Ha tre fratelli più grandi. Frequentava la scuola del campo gestita dal pastore protestante. Non può più seguire le lezioni perché l edificio scolastico è distrutto. Dice che non sa cosa vorrà fare da grande. La sua famiglia condivideva l abitazione, in affitto, con il proprietario della casa, la moglie di quest ultimo, la figlia Vanessa e la nipote Vania. Uno spazio di pochi metri quadrati per un totale di 10 persone. Ora che la casa non esiste più, Esther vive in una tenda provvisoria, come molti altri: un lenzuolo sorretto da bastoni di legno. Quando la incontriamo per la seconda volta è domenica, è appena tornata dalla messa. Indossa un vestito candido che la fa sembrare una piccola principessa. È bellissima, con gli occhi da cerbiatta e un espressione di commovente dolcezza. Mi chiedo come sia possibile che il suo abitino sia così pulito. Gli haitiani non hanno nemmeno l acqua per bere, ma la dignità - quella sì - non manca. 4 storie dal campo James 15 anni James ha 15 anni, ma sembra molto più piccolo. Indossa una camicia a scacchi e scarpe troppo grandi. Era orfano già prima del 12 gennaio. Il terremoto gli ha portato via anche due sorelle e un fratello. Gli rimane solo un altro fratello più grande, che però vive a Santo Domingo perché qui non è possibile lavorare. Quando mi incontra per la seconda volta, James mi riconosce, mi bacia, mi prende la mano. Ha l atteggiamento di un bambino piccolo e il suo bisogno di affetto è talmente grande che mi chiedo chi mai potrà prendersi cura di lui. Al momento non frequenta la scuola e vive con altre persone in una tenda provvisoria del campo di Colbert. di Nicoletta Ianniello - foto di Valeria Turrisi Jesulène 50 anni Jesulène ha 50 anni e un volto segnato da una vita troppo dura. Vedova con quattro figli, vive da sola. Indossa un abito bello e bianchissimo che contrasta con la sua pelle scura. Fatica a muoversi per le ferite riportate nel crollo della sua casa. È una delle persone fortunate cui è stata assegnata dal Cesvi una tenda della Protezione Civile, che divide con un altra famiglia. La tenda è grande, pulita, ospitale. In un angolino Jesulène ha messo un lenzuolo e le sue poche cose. Non parla francese, ma ha voglia di comunicare con noi e di ringraziarci. Ha un atteggiamento dolce e molto disponibile. Kimberly 14 anni Quartiere di La saline Kimberly, 14 anni, vive a La Saline. Da quando la sua scuola è crollata, frequenta le lezioni presso l istituto delle suore salesiane. Non abbiamo cibo né acqua potabile, racconta, ma solo un pugno di riso bianco. Subito dopo il sisma la sua casa ha preso fuoco. Lei è riuscita a scappare, mentre sua cugina ha riportato gravissime ustioni ai piedi e alla schiena ed è stata trasportata all ospedale vicino all aeroporto. I medici hanno deciso di trasferirla negli Stati Uniti per curarla. Da allora, Kimberly non sa se sia viva o morta e questo la rende molto triste. Al momento vive in una tenda davanti all edificio delle suore. Quando piove, con i suoi genitori mette dei blocchi di cemento davanti alla tenda per arginare il flusso dell acqua, ma spesso il tentativo di evitare l allagamento è inutile. In questi casi, Kimberly rimane sveglia tutta la notte oppure si sdraia sui sassi. È così scomodo che il giorno successivo avverte forti dolori alla schiena e alle spalle. Alluvione a Les Cayes, nella parte sud-occidentale di Haiti. Ogni anno l isola è colpita da cicloni e uragani nella stagione delle piogge, che dura sei mesi da marzo a settembre. Quest anno, a causa del terremoto, la situazione sarà ancora più drammatica. Le tende provvisorie in cui vive la stragrande maggioranza della popolazione rischiano di affondare nel fango. Per questo è importante non dimenticare Haiti, che ha ancora bisogno del nostro aiuto. Ora più che mai. info HAITI. Adotta a distanza una comunità di bambini A causa del terremoto, le già precarie condizioni di vita di migliaia di bambini haitiani sono diventate tragiche. Tanti sono rimasti orfani o con un solo genitore, soggetti vulnerabili con percentuali bassissime di accesso al cibo, all acqua, alle strutture sanitarie e alla scuola. Cesvi ha deciso di agire subito organizzando Case del Sorriso temporanee : tende in cui svolgere attività scolastiche e di gioco e in cui garantire nutrizione, sicurezza e svago. Le tende, sei in tutto, sono già state allestite a Waf Jeremie e La Saline, due tra i quartieri più poveri e pericolosi di Port-au-Prince. Potremo così aiutare 500 bambini di Waf Jeremie di 0-5 anni e bambini e ragazzi di La Saline di 5-18 anni. Se anche tu credi nell importanza di abbracciare molti bambini anziché uno solo, adotta a distanza queste comunità di Haiti. numero verde Per donazioni: c/c postale (causale Adozione a distanza comunità di bambini Haiti ) Bastano 26 euro al mese Darai più di una sola speranza Per il Cesvi il 5xmille rappresenta la possibilità di garantire un futuro migliore a migliaia di bambini, di donne e di uomini che soffrono a causa di povertà, guerre ed epidemie. Per te significa semplicemente devolvere una parte delle tue tasse a chi ritieni meritevole e degno della tua fiducia. Questo strumento fiscale rappresenta un passaggio fondamentale per il nostro Paese nel percorso di modernizzazione che permette ai cittadini italiani di avvicinarsi alla cultura della solidarietà. Destinare il tuo 5xmille al Cesvi è un gesto gratuito e semplice per essere al nostro fianco: per qualsiasi informazione, contattaci al numero di telefono oppure scrivi a donatori@cesvi.org. Per destinare il tuo 5xmille a favore dei progetti umanitari del Cesvi, è sufficiente apporre la tua firma e scrivere il nostro numero di codice fiscale: Nei modelli 730, CUD e UNICO Persone Fisiche è presente un riquadro dedicato al 5x1000. Dona il tuo 5xmille a Cesvi 6 cooperando APRILE 2010 cooperando APRILE

5 LETTERE E MESSAGGI - LETTERE E MESSAGGI - LETTERE E MESSAGGI - LETTERE E MESSAGGI- LETTERE E L attività del Cesvi in America Latina mi è favorevolmente nota. Grazie per l utile aggiornamento in occasione della mia visita a Caracas sulle iniziative del Cesvi nel difficile contesto venezuelano. On. Vincenzo Scotti, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri Vi scrivo con piacere per riferire che le gite delle quinte e delle quarte della mia scuola, nell ambito del vostro progetto A piedi nudi nei parchi, sono state bellissime. Nonostante la preoccupazione per il tempo PERSONE E FATTI IN BREVE - PERSONE E FATTI IN BREVE - PERSONE E FATTI IN BREVE- PERSONE Stagione teatrale 2009/2010 Bergamo. Creberg Teatro rinnova il suo sostegno: in occasione di tutti gli spettacoli, il teatro riserva un prezzo scontato ai sostenitori del Cesvi. Per ogni biglietto prenotato tramite Cesvi, una quota è devoluta ai progetti ad Haiti. Info: 1 aprile Milano. All Università Bicocca, seminario promosso dal Master in uso del territorio e gestione delle acque nei Paesi in via di sviluppo del Dipartimento di Scienze Geologiche e Geotecnologie. Stefania Cannavò del Cesvi illustra i progetti di gestione delle risorse naturali nell area amazzonica al confine tra Brasile, Bolivia e Perù. 25 marzo Palermo. Career Day al Castello di Utveggio. Cesvi insieme a importanti aziende internazionali incontra laureati e laureandi interessati a formarsi in azienda e nel non profit. 21 marzo Zanica (BG). Al Vecchio Tagliere, evento Pachamama-Terra Madre: arte, libri, cibo, teatro. Cesvi è presente con uno stand per la distribuzione di materiale informativo. Grazie a Susy e Slow Food marzo Verona. Ctm Altromercato organizza il seminario Gemellaggio mon amour? : esperienze e riflessioni per promuovere gemellaggi consapevoli tra botteghe del mondo e produttori. Partecipa Da anni sostengo il Cesvi. Tutto è nato dal bisogno concreto di fare qualcosa per i più poveri del mondo. Questo mi fa sentire più utile e dà un senpoco favorevole, vista la nevicata, tutto è andato bene: felici i bambini, molto competenti le ragazze che ci hanno accompagnato, soddisfatte noi insegnanti. E non è poco. Grazie di cuore a nome di tutte le mie colleghe. Ci prenotiamo per l anno prossimo. Anche i genitori dei nostri bambini hanno imparato a conoscervi accedendo al vostro sito. Maddalena Bozzola, Istituto comprensivo V. Locchi, Milano Sono vissuta al sole di Harare per ben 21 anni. Sapeste quanto Giangi Milesi, presidente Cesvi marzo Torna La Fabbrica del Sorriso, maratona di solidarietà sulle Reti Mediaset, il Digitale Terrestre Mediaset e Radio R101. Cesvi chiede aiuto per i progetti di protezione dell infanzia a Lima, Rio de Janeiro e Harare marzo Milano. Allo Spazio Forma, mostra Femmes - Il Marocco che cambia nelle storie delle donne di Larache promossa da Cesvi con il contributo della Regione Lombardia, con foto di Marta Sarlo e video di Fatima Bianchi. Madrina dell inaugurazione Lella Costa marzo Pavia. Nella cornice di Santa Maria Gualtieri, alla presenza di Gian Marco Centinaio, assessore alla cultura e vicesindaco, inaugurazione della mostra Karamoja, contrasti d Africa con foto di Fulvio Zubiani e con il patrocinio del Comune di Pavia. La vendita delle foto contribuisce ai progetti Cesvi in Karamoja, una delle regioni più povere dell Uganda. rammarico e quanto dispiacere ho provato nel lasciare quello splendido Paese per ritornare in Italia. Ora sono felice qui, ma ho sempre una grande nostalgia. Posso dirmi suocera, mamma e bisnonna felice e Giuseppe, mio marito, lo è con me. Inviamo sempre quello che possiamo al Cesvi. Vi siamo molto vicini e vi auguriamo tanto coraggio e soprattutto tanta forza. Ettorina Casagrande Sono d accordo con voi: se il futuro appartiene a tutti, aiutare gli altri è come aiutarsi l un l altro. E occorre fermarsi un attimo, 8 marzo Goma (Repubblica Democratica del Congo). Prima del consueto defilé al femminile, Cesvi organizza il seminario Cos è l 8 marzo? indirizzato a tutti i suoi collaboratori. La Cooperazione italiana finanzia la produzione delle T-shirt Cesvi per la giornata internazionale della donna. 5 marzo Milano. L ufficio comunicazione del Parlamento Europeo organizza una tavola tra eurodeputate, elette locali e regionali, giornaliste, artiste, personalità del mondo della cultura e cittadini sul tema della donna come protagonista dell inclusione sociale e della lotta alla povertà. Interviene Stefano Piziali del Cesvi. 5 marzo Brescia. Haiti - Concerto per non dimenticarli : grandi arie di musical e colonne sonore per una serata a sostegno di Agire, network di cui Cesvi fa parte. Promotori: Associazione Culturale Santa Chiara con Moon Management-Palabrescia, Associazione Il magico baule, Cipiesse produzioni e Orchestra Incanto Armonico. immaginare il mondo come lo vorremmo e aiutare a realizzarlo. Posso inviarvi solo 26 euro al mese. Tuttavia devo dire che, nel mio piccolo, sono contenta di fare qualcosa di importante. Il mio denaro è come un granello di sabbia, lo so, ma tanti granelli di sabbia insieme formano una spiaggia. Anita Mengoni, Sant Omero (TE) febbraio Milano. Alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) Cesvi organizza la conferenza Sicurezza in montagna e turismo responsabile in Nepal e una mostra di Valeria Turrisi, omaggio al Paese himalayano. Interviene in qualità di moderatore Renato Moro. Grazie al Club Alpino Italiano e a Silvio Calvi dell International Mountaineering and Climbing Federation febbraio Cambogia. Settimana dello sport promossa dal Ministero dell Educazione locale. Cesvi partecipa sponsorizzando le divise dei calciatori, donando palloni e reti e organizzando incontri informativi sulla salute riproduttiva. Propone quiz sui temi sanitari e offre consulenza medica grazie allo staff dell ospedale di Kampong Chhnang e di Marie Stopes International. so alla mia vita. Credo che le nostre società consumistiche siano malate di noia e indifferenza, specialmente i giovani. Ovviamente ci sono anche tanti giovani generosi che aiutano il prossimo e l esempio che date voi del Cesvi può spronarci ad essere migliori. Credo anche che i poveri possano insegnarci a recuperare i valori più semplici della vita, quali la tolleranza, il senso della comunità, il rispetto verso la nostra terra e verso tutte le culture e tradizioni. Roberto Tisato, Vicenza 20 febbraio Biella. Presso la mensa Il pane quotidiano, una serata di incontri e buona cucina contribuisce alla raccolta fondi per i progetti Cesvi ad Haiti. Grazie ai volontari storici Angela Lobefaro e Massimiliano Greco. 14 febbraio Puegnago del Garda (BS). A San Valentino, Il salotto degli eventi presenta tutte le proposte per i futuri sposi. Presente un info-point del Cesvi: la volontaria Alessandra Giallombardo illustra l impegno del salotto per l organizzazione. 31 gennaio e 13 febbraio Capriate San Gervasio (BG). Due giornate di festa animano la Galleria Sant Alessandro. Cesvi partecipa con uno stand per la distribuzione di materiale informativo e la raccolta fondi a favore di Haiti. Grazie a Massimo Giudice. 1 febbraio Milano. Al Piccolo Teatro Grassi, letture e riflessioni per Haiti con Jean-René Lemoine, Ferruccio Soleri, Pamela Villoresi, con i giornalisti del Corriere della Sera e gli allievi della Scuola del Piccolo. La serata è organizzata con il network Agire (di cui Cesvi fa parte) e Fondazione Francesca Rava. 29 gennaio Torino. Consegnato ad Antonella Ricci della Compagnia di San Paolo per Fondazioni4Africa - iniziativa di Cesvi, Coopi e Amref - il premio G.A.T. - L Africa ringrazia assegnato dall Associazione Giovani Africani a Torino, rappresentata da Albert Tchami. dieci anni fa Nonostante la catastrofe di Haiti che ci ha sconvolti in questo inizio d anno sia originata da una calamità naturale, sono sorprendenti le analogie con il genocidio dimenticato di Timor Est, di cui sono interamente responsabili gli esseri umani. Nell ex colonia portoghese di Timor Est, gli occupanti indonesiani consumano fra il 1975 e il 1999 uno dei genocidi della storia: 180 mila morti (ma qualcuno dice molti di più) su una popolazione di neanche 700 mila abitanti. Dopo il referendum che nell agosto 1999 ne sancisce l indipendenza, si scatena nuovamente la violenza dei militari che deportano 300 mila persone nell area Ovest dell isola, distruggono il Paese e lo demoliscono al 75%. Le violenze cessano il 20 settembre grazie all intervento militare delle Nazioni Unite. Cooperando n 60 del Febbraio 2000 dà conto dell intervento del Cesvi a partire dal 15 ottobre 1999 e del supporto che il Cesvi riceve dal contingente militare italiano che partecipa all operazione di peacekeeping. In pochi mesi la vita riprende a Timor Est e il Cesvi passa rapidamente dalla distribuzione degli aiuti d emergenza alla ricostruzione delle infrastrutture e al sostegno dell agricoltura per favorire la ripresa economica. È questa l analogia che ci auguriamo per un altra isola divisa in due, che non vogliamo dimenticare. cooperando bimestrale cesvi Redazione: Nicoletta Ianniello Direttore responsabile: Giangi Milesi Cesvi Via Broseta 68/a Bergamo tel fax cooperando@cesvi.org Cooperando 121 è stato spedito a donatori Cesvi. Abbonamento annuo: 15,00, gratuito per i sostenitori Grafica: In.Studio, Bergamo Stampa: More System Srl, Ponte S. Pietro (BG) Su carta riciclata Autorizzazione: Trib. di Bergamo n. 21 del Iscrizione ROC n Cesvi protegge i tuoi dati. Per saperne di più: Editore: Cesvi fondazione onlus ONG costituita il 18/1/85 riconosciuta il 14/9/88 Ente Morale n. 1 Reg. persone giuridiche Pref. BG Consiglio d Amministrazione: Giangi Milesi (pres.), Nando Pagnoncelli (vice-pres.), Gianluca Belotti, Pierluigi Bernasconi, Massimo Gualzetti Collegio dei Garanti: Stefano Mazzocchi (pres.), Lella Costa, Giovanni Moro Collegio dei Revisori: Francesca Maconi (pres.), Alberto Finazzi, Dino Fumagalli Presidente onorario: Maurizio Carrara Consigliere per le relazioni internazionali: Paolo Magri Collegio dei fondatori ad honorem: Pierluigi Bernasconi, Cristina Parodi, Carlo Pesenti, Gigi Riva, Giulio Terzi di Sant Agata, Emilio Zanetti Comitato di gestione: Giangi Milesi, Paolo Cattini, Myrta Canzonieri, Piersilvio Fagiano, Stefano Piziali Cesvi è il membro italiano della rete europea

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