Linee guida Certificazione e Qualità

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1 Linee guida Certificazione e Qualità P.O.R. CAMPANIA ASSE II - MISURA AZIONE B ASSISTENZA A P.A. E P.M.I. PER LA REALIZZAZIONE E GESTIONE DEL PROGETTO INTEGRATO GRANDE ATTRATTORE CULTURALE CERTOSA DI PADULA COD. INTERVENTO S CMV La tua Campania cresce in Europa

2 Redatto da TERRITORIO S.P.A. Viale Certosa Padula (SA) tel. e fax 0975/ Comunità Montana Vallo di Diano Cofinanziato dalla Misura 2.1, Azione B) P.O.R. Campania Fondo F.E.S.R Comunità Montana Vallo di Diano Viale Certosa Padula (SA)

3 INDICE 1. QuaLItà E CErtIfICazIoNE I Sistemi di Qualità Ambientale I Sistema di Gestione per la Qualità Ambientale: EMAS e ISO I MarCHI Il marchio Ecolabel Il Marchio Green Globe SCHEDE DI SINtESI 20 1

4 1. QuaLItà E CErtIfICazIoNE Nell attuale scenario economico si sta affermando sempre più la necessità di attribuire maggiore attenzione alla Qualità, un termine che viene largamente utilizzato anche nel linguaggio comune, pur se con significati molto differenti. A favorire l evoluzione del concetto di qualità hanno contribuito le complesse dinamiche socio-economiche legate alla progressiva globalizzazione dei mercati e, conseguentemente, alla crescita della concorrenza e della competitività. Di qui è nata l esigenza di migliorare sia la qualità dei processi che dei prodotti aziendali compatibilmente con l accresciuta attenzione per l ambiente. In questo modo il sistema economico ha cominciato a contribuire alla realizzazione del tanto auspicato sviluppo sostenibile. Il concetto di qualità ha subito una profonda evoluzione nel tempo, caratterizzata da determinati periodi storici che ne hanno condizionato l impostazione metodologica: Anni : qualità=operazioni di controllo e collaudo finale del prodotto. 1 Comincia la cosiddetta fase della standardizzazione. Anni : qualità=conformità alle specifiche tecniche 2, ossia la corrispondenza tra qualità programmata e qualità effettivamente realizzata. Anni 60: qualità=affidabilità ossia l attitudine di un prodotto a svolgere determinate prestazioni, in opportune condizioni e per un periodo di tempo stabilito. 3 Il Sistema Qualità attualmente deve assicurare che il processo risponda agli standard di mercato (customer satisfaction). Anni 90: qualità = legata all internazionalizzazione dei mercati e alla maggiore attenzione verso i diversificati aspetti della Qualità sia da parte degli utilizzatori, sia da parte delle autorità di controllo. In sintesi: dal controllo della qualità del prodotto nella fase di produzione (come controllo statistico e come affidabilità) si è passati alla gestione della qualità aziendale. La conseguenza di tale percorso evolutivo porta oggi il concetto di qualità a legarsi alla motivazione e partecipazione di tutti nell attuazione dei programmi di quality improvement. Il miglioramento della qualità dei prodotti dipende quindi dalla realizzazione di un sistemaqualità finalizzato al coinvolgimento di tutti gli aspetti fondamentali della gestione aziendale. 1 R.Montefusco, Total Quality Assurance. Responsabilità Cultura, approcci innovativi. Isedi, Torino, G.Mattana, Un quadro di riferimento per la qualità totale, l Impresa G.Mattana La profonda revisione del lessico della Qualità, Qualità,

5 IL PROCESSO EVOLUTIVO DELLA QUALITÀ Le fasi storiche Fino al 1900 Gli approcci della qualità Qualità artigianale Le metodologie di valutazione Qualità standardizzata Controllo e collaudo di prodotti Qualità programmata Controllo della produzione Affidabilità Controllo statistico della qualità Total Qualità management Total Quality Enviroment Management Quality assicurance controllo del sistema gestionale Controllo della qualità ambientale E evidente che più complessi sono i prodotti, maggiori saranno le difficoltà connesse alle relative valutazioni del sistema-qualità. Tali difficoltà hanno fatto scaturire l esigenza di sviluppare una normazione sulla qualità intesa, nell ultimo periodo, come controllo della qualità ambientale. Quest ultima metodologia è stata fortemente sostenuta dall Unione Europea che ha provveduto ad elaborare un complesso di regole da applicare in un determinato settore con la collaborazione di tutte le parti coinvolte 4 nell attività. I contenuti della normazione non si limitano solo alla definizione di proprietà e caratteristiche dei processi e/o prodotti ma riguardano soprattutto le tecniche di valutazione e controllo per questo la gestione della qualità, comincia a confondersi ed essere interpretata come certificazione della qualità. La certificazione sta diventando un aspetto essenziale degli scambi internazionali in quanto viene definita come l azione mediante cui si attesta, con un certificato di conformità, che un prodotto è conforme alle specifiche tecniche di valutazione e controllo. La normazione sulla certificazione di qualità, pertanto, assume notevole importanza dato che costituisce in sé una serie di regole da seguire per l efficienza e l efficacia dei processi/ prodotti/servizi. La normazione sulla qualità inoltre garantisce i seguenti vantaggi: agevola gli scambi commerciali, assicurando la compatibilità dei prodotti ed eliminando le barriere tecniche ; migliora la produttività, a livello aziendale, nazionale ed internazionale; migliora il grado di sicurezza, delle persone, delle risorse, dei processi e dei sistemi ambientali; tutela gli interessi dei singoli e della collettività. La normazione si struttura a più livelli: nazionale, europeo, internazionale e si articola 4 Per esempio: settore turistico: gestori struttura ricettiva/stakeholders (associazioni di categoria, enti locali/turisti). 3

6 in vari settori che fanno capo a due organismi internazionali: ISO (International organization for standardization) e IEC (Internazional Electrotechnical Commision), che riguarda il settore elettrico. Entrambi gli organismi, organizzano ed esercitano la propria attività avvalendosi della collaborazione di comitati tecnici, sottocomitati e gruppi di lavoro, nell ambito dei quali vengono realizzate le azioni volte a guidare e coordinare le differenti funzioni. L ISO nasce nel 1947 a Londra ed ha lo scopo di promuovere la normazione sulla qualità nel mondo, al fine di facilitare gli scambi di beni e servizi e di sviluppare a livello mondiale la collaborazione in molteplici campi (intellettuale, scientifico, tecnico, economico). L attività si estende a tutti i settori fatta eccezione di quello elettronico. Nel 1987 l ISO ha introdotto una serie di norme note come ISO 9000 che rappresentano il comune denominatore della gestione della qualità. A partire dal 1985, la Comunità Europea ha messo a punto un nuovo metodo di emanazione delle Direttive, denominato nuovo approccio che si fonda sull indicazione dei principi essenziali di sicurezza, deriva da qui la nota marcatura CE. L ente nazionale che opera in Italia è l UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), membro dell ISO e del CEN. La normativa UNI ha lo scopo di promuovere l armonizzazione delle norme nazionali e, nel contempo, agevolare gli scambi dei prodotti. L attività dell UNI si concentra sugli aspetti di: qualità, affidabilità e responsabilità legale del prodotto difettoso. Per quanto riguarda la certificazione, l UNI persegue l accezione data dall ISO: la certificazione rappresenta la procedura mediante cui un organismo terzo, cioè indipendente dalle parti interessate, attesta, assicura che un processo, servizio o sistema qualità sia conforme ad una specifica norma. La normazione si struttura a più livelli e si suddivide nei seguenti settori: Certificazione dei prodotti (beni e servizi) attuata da un organismo di certificazione 5 (notificato a sua volta dalla normativa) che ne controlla la conformità attraverso l applicazione di uno schema di certificazione. Certificazione del personale: attuata da un organismo di certificazione che controlla le caratteristiche del personale impiegato in attività particolari (ad esempio i valutatori di Sistemi Qualità) al fine di attestarne i requisiti necessari per operare con competenza e professionalità in un determinato settore. GLI ORGANISMI DI NORMAZIONE E CERTIFICAZIONE Ambito Organismi Normazione Certificazione Internazionale ISO IEC Europeo CEN CENELEC EQNET Nazionale UNI CEI SINCERT 5 Organismo di certificazione: ente indipendente dal fabbricante e dal cliente, che attua e gestisce un sistema di certificazione che consente dichiarare che determinati prodotti, processi, persone, servizi soddisfino tutte le prescrizioni stabilite da specifiche norme. 4

7 L UNI e il CEI sotto l egida del Ministero dell Industria, nel 1988 hanno sottoscritto una Convenzione in base alla quale potevano accreditare gli Organismi di Certificazione. In Italia, dal 1991, quest attività viene svolta dal SINCERT (Sistema nazionale di Accreditamento per gli Organismi di Certificazione) che ha la finalità di accreditare gli organismi di certificazione di prodotto, sistemi di qualità aziendale e del personale. La certificazione è obbligatoria nei casi e nei modi previsti dalla legge ed è imposta dalla legge in relazione a determinati prodotti, particolarmente pericolosi o associati a gravi rischi, indicati nelle direttive europee Nuovo Approccio. Nella maggior parte dei casi essa rimane di tipo volontario per cui la conformità a norme tecniche è libera scelta dell azienda che spesso ne la utilizza come un fattore strategico di competitività. Tale approccio è largamente diffuso ed ormai a ragione si parla di Sistema di certificazione, intesi come l insieme di regole e procedure che implicano numerose attività, le quali vanno dall elaborazione della normativa alla verifica dei requisiti attraverso l attuazione di metodologie di controllo. 1.1 I Sistemi di Qualità Ambientale Nel quadro della competizione economica internazionale, l Unione Europea e alcuni organismi internazionali hanno intrapreso, ormai da anni, una serie di azioni per realizzare una politica comune volta alla promozione della Qualità. Tale promozione assolve ad una duplice finalità di tipo economico e di tipo sociale: - competitività economica - salvaguardia dell ambiente, protezione e sicurezza, tutela della salute, tutela del lavoro minorile. La gestione della qualità, in entrambi i casi, si basa su: soddisfazione dei consumatori/utenti/clienti; motivazione, soddisfazione e addestramento del personale; efficienza nella gestione delle risorse (finanziarie, naturali e umane). Le norme più afferenti alla finalità economica sono le norme della serie ISO 9000 che definiscono i modelli di Sistemi di Qualità a cui le aziende possono far riferimento per conseguire la Certificazione del proprio Sistema di Qualità: uni EN ISo 9000: Sistemi di gestione per la qualità uni EN ISo 9001: Sistemi di Qualità. Criteri per l assicurazione (o garanzia) della qualità progettazione, sviluppo fabbricazione, installazione e assistenza, da applicarsi nei casi in cui è contrattualmente previsto che il fornitore debba dare evidenza della capacità di progettare e finire un prodotto. Questa norma mira ad evitare che si verifichino non conformità nelle varie fasi del processo produttivo. uni EN ISo 9002: Sistemi di Qualità. Criteri per l assicurazione (o garanzia) della qualità e nella fabbricazione nell installazione, da applicarsi nei casi in cui è contrattualmente previsto che il fornitore debba dare evidenza della propria capacità di tener sotto controllo i processi che determinano l accettabilità dei prodotti finiti. Essenzialmente essa mira a rilevare conformità o non conformità con durante la fabbricazione e l istallazione e a 5

8 mettere in atto le necessarie misure di prevenzione. uni EN ISo 9003: Sistemi Qualità. Criteri per l assicurazione (o garanzia) della qualità nei controlli e collaudi finali, da applicarsi nei casi in cui è contrattualmente previsto che il fornitore debba dare evidenza della propria capacità a rilevare (all atto delle prove e collaudi finali) eventuali non conformità del prodotto e di tenere sotto controllo le modalità di gestione di tali non conformità. Essa mira essenzialmente a garantire la conformità dei prodotti ai requisiti specificati nell ambito dei rapporti contrattuali di sub-fornitura e/o di conto lavorazione. E la norma che generalmente viene scelta dalle aziende che si occupano di commercializzazione e distribuzione di prodotti già realizzati, in quanto non richiede molte prescrizioni. E importante sottolineare che le certificazioni ISO 9000 non costituiscono la garanzia che i prodotti siano superiori in qualità a qualunque altro. La certificazione, infatti, riguarda il sistema di qualità aziendale ossia la qualità dei processi e non dei prodotti. In pratica, con la certificazione l azienda mette in evidenza che dispone di un sistema di qualità basato sui 20 requisiti che vengono descritti nel Manuale della Qualità. Le norme ISO 9001, 9002, 900 sono norme contrattuali e si differenziano dagli altri due tipi di norme ISO che sono: le norme inquadramento e le norme linee-guida criteri. Un esempio di norma di inquadramento è la norma ISO norme di gestione per la qualità e di assicurazione della qualità-guida per la scelta e l utilizzazione che descrive alcuni concetti generali sui sistemi di qualità e gli obiettivi delle principali norme delle serie ISO Le linee guida-criteri sono invece norme non prescrittive che forniscono indicazioni di dettaglio in merito al Sistema Qualità. Ne sono esempi: ISO 9000-, ISO 9004: norme di gestione per la qualità e di assicurazione della qualità-guida per l applicazione delle ISO 9000 allo sviluppo, alla fornitura e alla manutenzione del software e della norma ISO 9004 e criteri riguardanti la conduzione aziendale per la qualità e i sistemi di qualità aziendali. La scelta delle norme ISO e l ampiezza della loro applicazione da parte di un azienda dipendono da vari fattori quali il mercato di riferimento, il tipo di prodotto, i processi di produzione e le esigenze degli utilizzatori. Le politiche di gestione della qualità si fondano su 4 livelli: I. Manuale della Qualità; II. Procedure Gestionali; III. Procedure Operative; IV.Documentazione e modulistica. 6

9 Non esiste un impostazione unica per la redazione del Manuale che, in ogni caso, deve riportare: la politica e gli obiettivi del Sistema di Qualità; la normativa di riferimento; la descrizione della struttura organizzativa (organigramma e mansioni); gli indirizzi gestionali delle aree coinvolte; le responsabilità della direzione; i criteri adottati per le verifiche e le ispezioni interne; i criteri di revisione e aggiornamento del Sistema di Qualità; i criteri di formazione e gestione del personale; l adozione di tecniche statistiche. Il Manuale della Qualità rappresenta il quadro di tutte le procedure del Sistema di Qualità, cui si associa spesso il Piano della Qualità: in base alla norma ISO 8402 vengono pianificate le modalità operative da seguire per la gestione del sistema di qualità. Attualmente le norme ISO vigenti sono quelle note come VISION 2000, basate sui seguenti principi: l organizzazione orientata dal cliente attraverso l individuazione di parametri specifici che misurino la customer satisfaction; la leadership; il coinvolgimento del personale; l organizzazione considerata come un insieme di processi; l approccio sistemico al management; il miglioramento continuo per stadi (per questo scopo è necessaria la definizione dei parametri per la misura dei traguardi); le decisioni basate su dati e fatti; le relazioni fornitore-cliente basate sulla reciproca collaborazione. I punti fondamentali delle norme VISION 2000 sono sostanzialmente legati alle sottostanti direttrici: agli aspetti tecnologici, il cui approfondimento richiede conoscenze di base, applicate e una corretta utilizzazione di strumenti per il controllo statistico di processo e per il raggiungimento di specifici obiettivi, prevedendo anche l ausilio di strumenti idonei di misura; al miglioramento, per la cui realizzazione sono previste specifiche norme contenenti le linee guida per il miglioramento della Qualità; alla estensione/globalizzazione degli approcci alla Qualità fino a comprendere, per esempio, gli aspetti legati alla sicurezza (in conformità della legge 626/94) e alla salvaguardia dell ambiente (come richiesto dalla normativa ISO del 1996). 7

10 1.2 I Sistema di Gestione per la Qualità Ambientale: EMAS e ISO Il tema della tutela della qualità ambientale è diventato, ormai da qualche anno uno dei punti centrali del dibattito sulle nuove logiche imprenditoriali, in quanto l ambiente rappresenta, al pari ed in sinergia con altri fattori, uno dei grandi motori del cambiamento dell economia. Il crescente e diffuso interesse per la salvaguardia ambientale ha determinato nuove sfide per il mondo della produzione che, a partire dagli anni ottanta, ha dovuto iniziare a confrontarsi con il paradigma dello Sviluppo Sostenibile. Tale concetto, delineato per la prima volta dal Rapporto Brundtland, impone alle imprese di realizzare adeguate strategie volte alla ricerca della compatibilità ecologica dei prodotti e dei relativi processi. Oltre che avere conseguenze sul sistema imprenditoriale, il nuovo concetto di sviluppo sostenibile ha innescato nella collettività una più diffusa e generalizzata coscienza delle problematiche ambientali. Tutto ciò implica profonde e continue trasformazioni volte a realizzare prodotti e servizi, sistemi di produzione e finanche, sistemi organizzativi improntati su un etica rinnovata. Quest approccio ha indotto il sistema imprenditoriale ad assumere un ruolo nuovo e più impegnativo ispirato ad un progressivo ampliamento della responsabilità sociale. Infatti, accanto alla tradizionale funzione di produzione, alle imprese si richiede oggi di dare nuovo impulso ai valori etici, al fine di riconciliare obiettivi economici e sociali, ivi comprese quelle legate alla sfera ambientale 6. Pertanto, l internazionalizzazione e la variabile ambientale rappresentano per le imprese, delle nuove sfide: l individuazione di nuovi stili e modalità di gestione e soprattutto l adozione di nuove metodologie e strumenti di rilevazione, valutazione e controllo delle proprie attività. Nel corso degli ultimi anni si è assistito, per questo, alla formulazione di un ventaglio di strumenti, norme e standard volti a supportare il sistema industriale al fine di integrare la dimensione ambientale nei processi di pianificazione strategica e nelle scelte tecnologiche, organizzative e di comunicazione. Fra questi un ruolo di assoluto rilievo è ricoperto, dagli schemi di certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) come EMAS e ISO 14001, dagli strumenti di comunicazione ambientale e socio-ambientale (rapporti ambientali, reports di sostenibilità socio-ambientale). L elemento comune dei vari tipi di SGA è l adesione volontaria e l atteggiamento pro-attivo dei soggetti economici che permette il superamento della logica command and control, tipica della politica ambientale degli anni passati e caratterizzata dall uso della normativa come strumento di controllo, comando e sanzione. La normativa nei nuovi SGA disciplina il nuovo rapporto di cooperazione e trasparenza tra istituzioni, imprese e pubblico. L applicazione di standard ambientali è iniziata nel 1992 in Gran Bretagna dove (con forte anticipo rispetto alle altre nazioni), il British Standard Institution ha emanato la norma tecnica BS 7750: Enviroment Management System (EMS). L EMS definiva i requisiti da soddisfare per ottenere la certificazione di un sistema di gestione ambientale di attività industriali e servizi basandosi su concetti di gestione per la qualità. 6 Sciarelli S

11 Successivamente questa norma fu sostituita dai nuovi standard dettati dall Unione Europea e dall Organismo internazionale di standardizzazione (ISO). Le imprese che vogliono introdurre un Sistema di Gestione Ambientale (SGA), strutturato ed integrato nelle molteplici funzioni dell organizzazione, possono utilizzare, quali modelli normativi, il Regolamento CE Eco Management e Audit Scheme (EMAS) oppure la norma ISO L EMaS che nella prima versione, quella prevista dal reg. CE 1836/93, riguardava l adesione dei siti (ossia il complesso di attività industriali, localizzate in un area specifica, sotto il controllo dell azienda) del solo settore industriale, è stato abrogato e revisionato dal reg. CE 761/2001, noto come EMaS II. L EMAS II, ha introdotto l importante modifica di ampliare il campo di applicazione ad organizzazioni 7 operanti in qualsiasi settore (turismo, trasporti, organizzazioni senza scopo di lucro, pubblica amministrazione). Esso delinea le caratteristiche che un sistema di gestione ambientale deve possedere per poter aderire allo schema comunitario, senza porre limiti quantitativi e vincoli operativi; conseguentemente ogni organizzazione può definire gli obiettivi e i programmi di miglioramento del campo ambientale, dopo aver esaminato il proprio grado di efficienza ed effettuato le necessarie valutazioni economiche. L adesione allo schema comunitario prevede la realizzazione di un percorso logico, nell ambito dell organizzazione, i cui passaggi fondamentali sono quelli di seguito elencati 8 : Analisi ambientale iniziale: momento fondamentale del processo di adesione allo schema comunitario, comporta l identificazione e la registrazione di tutti gli effetti ambientali rilevanti, connessi con l attività dell organizzazione, in termini di impiego di risorse naturali, di emissioni atmosferiche, di scarichi d acqua, di produzione di rifiuti, ecc. Programma Ambientale: desunto dai risultati dell analisi ambientale, descrive gli atti attraverso i quali l azienda traduce i principi generali della sua politica ambientale in obiettivi concreti e misurabili, definendo l impiego di risorse tecniche e umane e le relative responsabilità. Sistema di Gestione Ambientale: è il risultato della realizzazione degli obiettivi stabiliti dal programma ambientale e rappresenta la parte del sistema di gestione complessivo comprendente la struttura organizzativa, la responsabilità, le prassi, le procedure, i processi e le risorse per attuare la politica ambientale di un organizzazione pubblica e/o privata. Audit Ambientale: rappresenta lo strumento con il quale l organizzazione valuta periodicamente, eventualmente revisiona la propria politica ed i programmi ambientali per verificare l adeguatezza delle misure adottate e, più in generale, la capacità dell intero sistema di gestione di realizzare gli obiettivi prestabiliti. Dichiarazione Ambientale: è il documento con cui l impresa porta a conoscenza del pubblico, attraverso la descrizione delle attività della organizzazione e del 7 «organizzazione»: società, azienda, impresa, autorità o modo da valutare le prestazioni ambientali dell organizza- istituzione, o parte o combinazione di essi, con o senza personalità giuridica pubblica o privata, che ha amministrazione e funzioni proprie. 8 Frey M.,

12 loro impatto sull ambiente, i risultati ottenuti nel miglioramento dell efficienza ambientale della sua attività ed enuncia gli obiettivi e i programmi futuri. Tale documento quindi, contiene sia informazioni di tipo qualitativo, riguardanti la politica ambientale adottata, le caratteristiche dell SGA implementato, che informazioni di tipo quantitativo, relative al consumo di risorse, emissioni solide, liquide, gassose generate e la comunicazione delle spese ambientali sostenute. La Dichiarazione Ambientale, costituisce il documento conclusivo del percorso di eco-gestione e di audit ambientale, in cui vengono riportati i risultati relativi alle singole fasi precedenti. Per questo, la dichiarazione ambientale deve essere convalidata da un verificatore ambientale accreditato, soggetto esterno, qualificato ed indipendente, il quale deve accertare l efficacia del sistema di gestione ambientale nel conseguimento degli obiettivi prefissati, nonché la sua coerenza con lo spirito del Regolamento Comunitario. Verifica: rappresenta un momento fondamentale nello spirito del Regolamento, in quanto garantisce la veridicità, l esattezza e l attendibilità delle informazioni diffuse. Le informazioni, oggetto della verifica sono quelle che costituiscono la Dichiarazione Ambientale che diventa, per questo, un utile strumento comunicativo circa le performance ambientali dell organizzazione. La dichiarazione ambientale, una volta convalidata, deve essere presentata all Organismo Nazionale competente il quale, dietro esito positivo dell istruttoria, delibera la registrazione del sito nell apposito registro europeo, articolato in sezioni nazionali e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea. Il reg. EMaS prevede che in ogni Stato Membro vengano attivati due organismi, necessari per il funzionamento del sistema, ovvero: l organismo competente che predispone le procedure, verifica le domande di registrazione, accerta la conformità del sito alle condizioni previste dal Regolamento e stabilisce le quote di registrazione a carico delle imprese richiedenti; l organismo di accreditamento che definisce i criteri ed i livelli di competenza dei verificatori ambientali, li accredita e provvede al controllo del loro operato. I verificatori ambientali di uno stato membro possono esercitare la loro attività in tutti gli stati dell Unione Europea, previa notifica e sotto il controllo dell Organismo Competente del paese in cui operano. Il Regolamento è stato attuato nella maggior parte dei paesi europei, in Italia nel 1995 è stato costituito come Organismo Competente ed Organismo di Accreditamento, il Comitato per l Ecolabel e per l Ecoaudit con il D.M. 5 Agosto 1995 e dal 1997 sono stati accreditati i primi verificatori ambientali e i primi siti/organizzazioni. Quasi contemporaneamente all EMAS ha cominciato a diffondersi la serie di norme ISo uni EN ISo che contemplano anche esse le modalità, i parametri e i vincoli di un sistema di gestione ambientale. Attualmente è più opportuno parlare direttamente della norma uni EN ISo Sistema di gestione ambientale requisiti e guida : essa fornisce i principi e la metodologia per l implementazione di un sistema di gestione ambientale e costituisce la norma 10

13 di riferimento per la sua certificazione, ad opera degli organismi accreditati per questa stessa funzione. La norma ISO è stata fortemente voluta dai paesi extraeuropei che intravedevano nello schema EMAS (a cui possono aderire solo le imprese operanti nel territorio comunitario) una potenziale barriera commerciale. La norma UNI EN ISO (a differenza di EMAS I) si è resa applicabile, sin dalla sua emanazione, ad ogni tipo di organizzazione come: azienda, impresa, ente, istituzione, alle loro parti o combinazioni, associata o meno, pubblica o privata che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa. La Norma UNI EN ISO individua e specifica nel Sistema di Gestione Ambientale: la struttura organizzativa, l attività di pianificazione, la responsabilità, le prassi, le procedure, i processi, le risorse. Le fasi previste dalla norma UNI EN ISO per la realizzazione del SGA, sono: Definizione della politica ambientale e diffusione della stessa, sia all interno che all esterno della organizzazione, che fissa i principi generali e gli obiettivi in campo ambientale; Pianificazione che dopo un analisi preliminare relativa agli impatti significativi del sito (organizzazione) stabilisce gli obiettivi e i traguardi coerenti con la politica ambientale, nonché i programmi necessari per il loro conseguimento, mediante l indicazione delle responsabilità, dei tempi e dei mezzi con i quali devono essere raggiunti; Attuazione e funzionamento, attraverso la definizione di una struttura operativa, la formalizzazione dei ruoli e delle responsabilità, dei tempi e dei mezzi con i quali devono essere raggiunti, Controlli ed azioni correttive per motivare regolarmente le caratteristiche delle attività svolte attraverso l audit del sistema di gestione ambientale, al fine di verificare se è stato correttamente applicato e mantenuto attivo; Riesame della direzione che, alla luce dei risultati dell audit del sistema e del miglioramento continuo, ne valuta l adeguatezza e l efficacia, considerando l eventuale necessità di cambiare la politica, gli obiettivi e gli altri elementi del sistema di gestione ambientale. La potenziale concorrenza tra la registrazione EMAS e la certificazione ISO è stata oggetto di numerose analisi e discussioni a livello nazionale ed internazionale. Lo schema EMAS è stato sicuramente limitato, nella sua diffusione, dall approvazione della norma ISO 14001, che è divenuto ben presto il riferimento più idoneo alle esigenze organizzative, competitive e relazionali dell impresa. La preferenza per ISO 14001, da parte delle PMI è stata dovuta, probabilmente, sia alla internazionalità dello standard ISO e alla familiarità che settore imprenditoriale aveva con la precedente norma ISO 9000; ossia con il linguaggio utilizzato, l attitudine al mondo produttivo, il riferimento ad un sistema di autogoverno piuttosto che ad un sistema predisposto a livello istituzionale, previsto dall EMAS. Le differenze tra i SGA implementati dall EMAS e dall ISO sono state affievolite dall emanazione della procedura EMAS II, che ha allargato i settori del proprio campo di interesse facendoli coincidere con quelli previsti dall ISO allo scopo, per l appunto, di limitarne le 11

14 differenze e renderli omogenei. Le differenze che persistono sono: l applicabilità territoriale, prevista dall EMAS II che dà un forte rilievo al soggetto pubblico come protagonista del sistema di accreditamento e verifica procedurale; EMAS II ha introdotto l obbligo di considerare non solo gli effetti ambientali diretti, associati all attività delle organizzazioni, ma anche gli effetti ambientali indiretti, ossia quelli legati all utilizzo da parte di soggetti esterni all impresa (consumatori, utenti), dei prodotti e dei servizi. Ciò allo scopo di introdurre, sin dall inizio delle attività, criteri idonei alla minimizzazione degli impatti ambientali. importanza dell impegno pubblico, nella registrazione comunitaria (EMAS), rispetto all esterno con l emanazione della dichiarazione ambientale, garantita dal sistema di accreditamento 9. la verifica nella registrazione EMAS è divenuta annuale (triennale nella versione precedente): ciò con la chiara volontà di rendere la comunicazione al pubblico un elemento chiave e caratterizzante dell intero sistema. TABELLA DI SINTESI EMAS ISO Norma dell UE Norma Internazionale Il verificatore (che e effettua l istruttoria per concedere la registrazione del sito) è accreditato da APAT e dal Comitato Italiano per l Ecolabel e l Ecoaudit Un ente privato certifica il SGA La struttura ricettiva ha l obbligo di redigere una dichiarazione ambientale La dichiarazione ambientale non è richiesta 9 Tra le innovazioni introdotte dal Reg.761/2001, le più importanti riguardano: l enfasi data alla promozione dell adesione ad EMAS delle PMI e di quelle artigianali, l invito agli stati membri a tener conto della registrazione EMAS nell elaborazione della legislazione ambientale e dei relativi controllo; il coinvolgimento dei dipendenti dell organizzazione in ogni fase del sistema; l adozione di un logo EMAS per meglio identifichi le organizzazioni aderenti allo schema. 12

15 2. I MarCHI Marchio: Segno suscettibile di essere rappresentato graficamente, quali: parole, disegni, lettere, cifre, suoni, forma di prodotto o della sua confezione, le combinazioni o le tonalità cromatiche, che viene utilizzato da un ente o da un impresa per contraddistinguere se stessa e/o i prodotti, e/o servizi che produce, e/o che commercializza. 10 Il marchio è il segno che serve a distinguere l impresa o l ente, ovvero il proprio prodotto/ servizi, dall impresa o ente, dai prodotti, e/o dai servizi della concorrenza. La registrazione di un marchio conferisce nello Stato, a colui che ne ottiene la titolarità, un diritto assoluto di utilizzazione del marchio stesso per contraddistinguere i prodotti o i servizi, fabbricati, messi in commercio, o forniti, per i quali il segno è stato registrato. Il titolare di un marchio registrato può quindi vietare ai terzi (art. 1 L.M.) l uso di marchi identici al proprio marchio per prodotti o servizi identici a quelli per cui esso è stato registrato. Può altresì vietare l uso di marchi identici o simili al proprio marchio registrato per prodotti o servizi identici o affini. Il titolare di un marchio registrato può inoltre vietare ai terzi l uso di marchi identici o simili al proprio se il proprio marchio gode, nello Stato, di rinomanza. Similmente può vietare l uso del marchio se detto uso consente ai terzi di trarre indebito vantaggio dal carattere distintivo o dalla rinomanza del proprio marchio. Il titolare di un marchio d impresa registrato non può vietare ai terzi (art. 1bis L.M.) l uso, nella loro attività economica: del loro nome ed indirizzo; di indicazioni relative alla specie, alla qualità, alla quantità, alla destinazione, al valore, alla provenienza geografica, all epoca di fabbricazione del prodotto o di prestazione del servizio o ad altre caratteristiche del prodotto o del servizio; del marchio d impresa se esso è necessario per indicare la destinazione di un prodotto o servizio, in particolare come accessori o pezzi di ricambio, purché l uso sia conforme ai principi della correttezza professionale e quindi non in funzione di marchio, ma solo in funzione descrittiva. Il marchio deve essere richiesto per prodotti o servizi compresi in classi definite all interno di una specifica classificazione internazionale. Nella scelta dei prodotti o dei servizi, per i quali si richiede la protezione del marchio, si devono cautelativamente comprendere anche quelli affini e quelli che trovano sbocco nelle stesse linee commerciali. In Italia un marchio dura 10 anni dal deposito ed è rinnovabile un numero illimitato di volte. I marchi si distinguono in: di fabbrica: quando sono adottati dall industria per contraddistinguere i propri prodotti; si deve ricordare che un marchio di fabbrica non può essere mai soppresso dal commerciante, qualora il produttore ve lo apponga; 10 Legge Marchi - r.d. 929/42 e successive modifiche 13

16 di commercio: quando sono adottati dall ente commerciale per contraddistinguere le merci vendute attraverso le proprie linee commerciali, siano esse anche solo negozio o magazzino; di servizio: quando sono destinati a contraddistinguere, ad esempio, l attività di imprese di trasporti e comunicazioni, pubblicità, costruzioni, assicurazioni e credito, spettacolo, radio e televisione, trattamento di materiale e simili. I servizi che un marchio può contraddistinguere riguardano le prestazioni che un impresa rende a terzi. La legge prevede inoltre, i marchi collettivi (art. 2 L.M.) che vengono rilasciati a soggetti che svolgono la funzione di garantire l origine, la natura o la qualità di determinati prodotti o servizi. Questi marchi non appartengono a chi li usa, bensì al soggetto, organizzato in forma d impresa, che li ha richiesti e che provvede a concederne l uso a chi possiede i requisiti previsti e che si assoggetta al rispetto del regolamento d uso, che deve essere previsto e depositato a corredo del marchio. 2.1 Il marchio Ecolabel L Ecolabel, è un marchio europeo introdotto per l attuazione della politica ambientale comunitaria, nel 1992 con il regolamento CEE n. 880 e sostituito nel 2000 dal nuovo Regolamento n che ha esteso il campo di applicazione anche ai servizi. L Ecolabel è un marchio europeo di qualità ecologica che attesta la compatibilità ambientale di un prodotto o servizio in seguito al rispetto, durante il suo ciclo di vita, di criteri definiti secondo la metodologia del Life Cicle Analysis (LCA). Il nuovo regolamento ha posto l accento sul campo dei servizi applicabili ai settori economici, in particolare quello turistico. L Ecolabel è un marchio che rappresenta il miglioramento della qualità di un prodotto o di un servizio. Trattandosi dell identificazione di uno stato di miglioramento rispetto ad un altro, esso si basa su criteri quantitativi rispetto al ciclo di vita di un servizio e/o prodotto. Altre caratteristiche dell Ecolabel sono: è un marchio volontario, selettivo, si rivolge a un gruppo di prodotti specifici 11. L Ecolabel viene riconosciuto a fronte di una documentazione che attesta il raggiungimento di determinati requisiti ambientali. Il vantaggio competitivo dato dall uso del marchio crea un effetto emulazione che spinge il mercato (dal lato dei consumatori e dei produttori) verso il miglioramento continuo. Difatti, il marchio di qualità ecologica Ecolabel che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale, che possono così diversificarsi dai concorrenti presenti sul mercato, mantenendo comunque elevati standard prestazionali. L etichetta attesta 11 Nel caso del settore turistico che stiamo analizzando teniamo conto dell esercizio turistico non della struttura: per esempio il pernottamento e non l hotel, o il campeggio. Ciò ci permette di identificare un unico marchio per una tipologia di servizi. 14

17 che il prodotto o il servizio ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita. Possono richiedere il marchio le aziende produttrici di beni e i fornitori di servizi, i venditori all ingrosso e al dettaglio di prodotti e servizi che utilizzino il proprio marchio e gli importatori. L Ecolabel costituisce un vantaggio competitivo legato all aumento di visibilità sul mercato e all allargamento dei target di clienti. Il sigillo dell UE dà ai prodotti la possibilità di avvalersi di un elemento distintivo, sinonimo di qualità ambientale e prestazionale, riconosciuto su tutto il territorio europeo che può evidenziare il prodotto sul mercato e attirare il consumatore attento alla salvaguardia ambientale. I vantaggi dell ECOLABEL si possono sintetizzare così: Vantaggi per l azienda: - Maggiore visibilità sul mercato per le imprese che aderiscono al sistema Ecolabel, attraverso la vendita di prodotti riconosciuti e pubblicizzati a livello nazionale ed europeo. - Possibilità di distinguersi tra le aziende dello stesso settore con prodotti più rispettosi dell ambiente - Consumatori, orientati verso la salvaguardia ambientale. Vantaggi per il consumatore: - Possibilità di trovare sul mercato prodotti di alta qualità ecologica, garantiti dalla CE. Possibilità di contribuire attraverso le proprie scelte alla riduzione degli impatti ambientali dei prodotti industriali. Per valutare la convenienza dell adozione di un marchio di qualità ambientale come l Ecolabel non bisogna misurare tanto le prestazioni ambientali di un esercizio quanto se l adozione di buone pratiche (previste dalla procedura) ne abbia migliorato le prestazioni. Per esempio, valutare l efficacia di buone pratiche introdotte dall Ecolabel si può ricordare il criterio del risparmio energetico e l utilizzo da parte delle strutture ricettive delle lampade a basso consumo che consente una diminuzione dell energia elettrica del 15%. Se ne deduce immediatamente il vantaggio sia in termini ambientali ma anche economici (riduzione dei costi legati all uso delle risorse, minori passività ambientali, minori costi per lo smaltimento). Inoltre, l adozione di un marchio di tipo selettivo, come Ecolabel, consente anche dei vantaggi di tipo commerciali dovuti all aumento della clientela per il miglioramento dell immagine aziendale che consegue all utilizzo del marchio. 15

18 2.2 Il Marchio Green Globe 21 Nel 1992 si svolse a Rio de Janeiro la Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo ove furono tracciati i criteri per affrontare le sfide del XXI secolo per lo sviluppo sostenibile del pianeta. Durante il Vertice di Rio de Janeiro si parlò di come tutti i settori economici dovessero tener conto della variabile ambientale e quindi anche il settore turistico. Si cominciò a parlare così di Turismo Sostenibile. Per turismo sostenibile si intende ogni forma di attività turistica che rispetta e preserva a lungo termine le risorse naturali, culturali e sociali e che contribuisce in modo positivo ed equo allo sviluppo economico e al benessere degli individui che vivono e lavorano in questi spazi. I principi del turismo sostenibile sono: dare ai turisti esperienze di viaggio di più alta qualità; promuovere lo sviluppo delle ricchezze naturali e culturali di ogni regione; diffondere i vantaggi e le opportunità che l attività turistica offre all economia ed all ambiente; migliorare il livello di vita delle Comunità di ricezione, creando fonte di lavoro e opportunità di crescita per la popolazione. Per la realizzazione dei suddetti principi, tre organismi di livello internazionale il World Travel & Tourism Council (WTTC Organizzazione Mondiale dei Viaggi e del Turismo), il World Tourism Organisation (Organizzazione Mondiale del Turismo) e l Earth Council (Consiglio della Terra) hanno redatto l Agenda 21 per il turismo la cui adozione viene promossa dal Marchio Green Globe 21. Il marchio consiste in un marchio per destinazioni turistiche la cui certificazione è basata sull osservazione di criteri raccolti all interno di un Piano d Azione definito dagli stessi consulenti dell organizzazione Green Globe. I criteri del programma di certificazione per destinazione turistica, come Green Globe, sono quelli relativi alla qualità ambientale che deve essere applicata ai servizi turistici nel rispetto e per la tutela dell ambiente. Le certificazioni di destinazione turistica hanno il duplice scopo di proteggere il patrimonio ambientale e promuovere il turismo, pertanto, l obiettivo da conseguire con il riconoscimento del marchio è quello di migliorare la qualità ambientale per favorire l esperienza turistica. La procedura di riconoscimento del Marchio Green Globe 21 poggia su un sistema di assistenza diretta del team Green Globe che si concretizza nella visita e nella consulenza diretta con la Comunità Locale che richiede il marchio. Alla richiesta del Marchio viene infatti effettuata una visita diretta condotta dell ente di certificazione internazionale Société Générale de Surveillance al fine di verificare direttamente la veridicità delle informazioni trasmesse con la domanda di candidatura. 16

19 La visita, degli esperti Green Globe, è finalizzata alla realizzazione di un primo studio dell area di riferimento per l identificazione dei criteri di compatibilità/incompatibilità ambientale oggetto del Piano d Azione. La preparazione del Piano d Azione richiede tempo e risorse umane con capacità tecniche specifiche. L organizzazione di Green Globe poggia su uno staff di esperti tecnici che offrono una consulenza completa alle destinazioni turistiche che intraprendono il processo di certificazione. Il team di Green Globe lavora in collaborazione della Comunità Locale che richiede il marchio, nella preparazione del Piano d Azione. Il Piano d Azione della certificazione Green Globe si rifà alla strategia predisposta con Agenda 21 del settore turistico che consiste, a sua volta, in un programma d azione, suddiviso in aree di interesse delle autorità pubbliche e aree di interesse per i privati, destinato per lo più agli imprenditori. Per le autorità pubbliche l organizzazione Green Globe ha predisposto nove aree prioritarie cui i loro Piani d Azione debbono attenersi: stabilire la capacità del sistema normativo, economico e volontario esistente relativo allo sviluppo del turismo; stabilire le implicazioni economiche, sociali, culturali ambientali delle attività esistenti; effettuare azioni di training, educazione e sensibilizzazione; pianificare lo sviluppo sostenibile; facilitare lo scambio di informazioni, esperienze e tecnologia relativa allo sviluppo sostenibile tra paesi sviluppati e in via di sviluppo; facilitare la partecipazione di tutta la società al programma ambientale che viene predisposto; definire nuovi prodotti turistici su principi di sostenibilità; misurare i progressi raggiunti; creare partnership sullo sviluppo sostenibile. Per gli imprenditori l obiettivo principale è la definizione di procedure e sistemi che incorporino lo sviluppo sostenibile nelle loro attività. Le dieci aree prioritarie sono: minimizzazione dei rifiuti (riuso e riciclo); efficienza energetica; gestione delle acque potabile; gestione delle acque di scarico; 17

20 gestione delle sostanze pericolose; trasporti; pianificazione territoriale e gestione; coinvolgimento dello staff aziendale, clienti e comunità locale nello sviluppo sostenibile; progettazione sostenibile; partnership per lo sviluppo sostenibile. La procedura prevede che le organizzazioni che richiedono di ottenere la certificazione Green Globe 21 diventano membri affiliati Green Globe e possono usare il relativo logo su tutto il materiale promozionale, indicando, in tal modo, di essere in procinto di ottenere tale certificazione. Una volta ottenuta la certificazione, l organizzazione può aggiungere una spunta allo stesso logo Green Globe, ad indicazione dell avvenuta certificazione e a dimostrazione del fatto che sta operando secondo gli standard dettati dalla norma; in questa fase, verrà iscritta come membro ufficiale del Green Globe. La norma Green Globe 21 si applica a tutte le organizzazioni di tipo turistico o collocate in ambito turistico, come: hotel, luoghi di villeggiatura, navi da crociera; noleggio autovetture; tutti i mezzi di trasporto; ristoranti; aeroporti; fast food; centri benessere e agenzie di viaggio; escursioni; noleggio attrezzatura; visite guidate; casinò; garage e stazioni di servizio; 18

21 negozi di generi alimentari; autostrade e autogrill; noleggio imbarcazioni; campi di Golf; stazioni sciistiche; centri di addestramento turistici; altri servizi sportivi; porti e porticcioli. Possono inoltre richiedere la certificazione i produttori e i fornitori di merci e servizi all industria del turismo, per esempio: produttori e distributori di mezzi di trasporto; produttori e distributori di cibo e bevande; fornitori di servizi di lavanderia; stampa e pubblicazioni; servizi di marketing per il turismo; fornitori di altri servizi non specificatamente menzionati. 19

22 SCHEDE DI SINtESI 20

23 EMaS Che cos è un Sistema di gestione ambientale EMAS Con Sistema di Gestione Ambientale (SGA), si definisce: Quella parte del sistema di gestione complessivo che comprende la struttura organizzativa, la responsabilità, le prassi, le procedure, e processi e le risorse per sviluppare, mettere in atto, realizzare, riesaminare e mantenere la politica ambientale (Regolamento CE 761/2001). Un sistema di gestione ambientale, finalizzato a migliorare le prestazioni ambientali, è costituito dall insieme di: obiettivi e programmi; procedure e processi aziendali; risorse; struttura organizzativa; aventi l obiettivo di attuare la politica ambientale sostenibile. Quali sono i soggetti interessati: I soggetti che possono utilizzare questo strumento sono organizzazioni corrispondenti alle seguenti tipologie: Organizzazioni che operano in un solo sito (come impianti manifatturieri); Organizzazioni che operano in più siti (banche, agenzie di viaggi, catene di supermercati, uffici di consulenza); Organizzazioni per le quali non può essere definito un proprio sito (aziende di telecomunicazione e di trasporti; aziende di erogazione di servizi pubblici come acqua gas ed energia); Organizzazioni che operano in siti temporanei (imprese di costruzione e di pulizia, società di servizi, circhi equestri); Organizzazioni indipendenti che operano in un area limitata e che chiedono di registrarsi come un unica comune organizzazione (Aree industriali); Piccole imprese che operano in un vasto territorio e producono identici o simili prodotti o servizi (distretti dove sono presenti molte PMI, imprese che gestiscono servizi di pubblica utilità o zone residenziali); Autorità locali e istituzioni governative (comuni, ministeri, etc.). Quali sono i vantaggi di EMAS: L adesione ad EMAS produce una serie di vantaggi, in particolare: maggiori garanzie di accesso ai finanziamenti per le piccole imprese; riduzione dei costi a seguito di una razionalizzazione nell uso delle risorse e nell adozione di tecnologie più pulite; riduzione del carico burocratico ( corsie preferenziali ) per le organizzazioni aderenti ad EMAS; riduzione del carico burocratico ( corsie preferenziali ) per le organizzazioni aderenti ad EMAS; incremento del valore patrimoniale per la garanzia di una corretta gestione 21

24 ambientale che ne esalta la valutazione; riorganizzazione interna e conseguente crescita dell efficienza; crescita della motivazione dei dipendenti e della loro partecipazione, con conseguente riduzione delle conflittualità interne; creazione di un rapporto di maggiore fiducia con gli organismi preposti al controllo ambientale e con quelli che rilasciano le autorizzazioni; riduzione delle probabilità di eventi che possono arrecare danno all ambiente; maggiori garanzie in termini di certezza del rispetto delle normative ambientali; riconciliazione con i cittadini che percepiscono l impegno al miglioramento ambientale da parte dell organizzazione; crescita delle conoscenze tecnico-scientifiche e loro uso per il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali; riequilibrio sul territorio tra necessità di sviluppo e difesa dell ambiente; maggiori garanzie di successo nelle azioni che vengono intraprese in materia ambientale, a seguito di una più attenta valutazione. Sulla base delle esperienze EMAS, l Unione Europea ha potuto valutare gli effetti ambientali relativi alle attività delle organizzazioni registratesi. Il risultato dell analisi ha portato ad un bilancio positivo non solo in termini ambientali ma anche a livello economico data la diminuzione dei consumi di: acqua approvvigionata; rifiuti prodotti e relativa ottimizzazione delle materie prime impiegate nei processi; consumi energetici; emissioni atmosferiche inquinanti. Quali sono le Fonti Normative: Il Regolamento (CE) n. 761/2001 Adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione ed ecoaudit - EMAS che sostituisce il vecchio REG. 1836/93 CE e che integra anche la norma UNI EN ISO Qual è la procedura da seguire: La procedura consiste nell identificazione di tutti i rischi ambientali associati alle attività dell organizzazione. Quest ultima si impegnerà a gestire i suddetti rischi in modo appropriato, assicurandosi la conformità alla normativa. La procedura quindi definisce le politiche, i programmi e le procedure operative nell ambito delle quali saranno individuate chiaramente le responsabilità all interno delle aziende/organizzazioni, saranno inoltre definite le procedure di 22

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