CATERINA E GIUDITTA CITTADINI: MADRI PER EDUCARE

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1 CATERINA E GIUDITTA CITTADINI: MADRI PER EDUCARE L Istituto Caterina Cittadini è gestito dalle Suore Orsoline di Somasca, congregazione voluta da due sorelle maestre, Caterina e Giuditta Cittadini, per attuare l azione apostolico-educativa dell istruire e dell educare: L idea di questa cosa è di cooperare al bene pubblico con l istruzione e l'educazione. Fine di somma eccellenza, poiché dalla cristiana educazione dipende specialmente il bene spirituale e temporale non solo delle fanciulle, ma ancora delle famiglie, nelle quali sono chiamate a far parte. Caterina Cittadini Caterina Cittadini nasce a Bergamo il 28 settembre Ha una sorella, Giuditta, nata anche lei a Bergamo il 19 luglio Ancora bambine rimangono sole: il papà se ne era andato da tempo senza dire niente e la mamma era morta per fatica e per dolore. Per questo, nel 1808 la loro estrema solitudine trova rifugio nel grande orfanotrofio del Conventino di Bergamo, istituzione laicale di assistenza e beneficenza. Vi passano la loro infanzia e parte della loro giovinezza. Nel 1822 lasciano il Conventino con il diploma di maestra elementare: Caterina ha quasi 22 anni e Giuditta 20. Caterina trova subito lavoro come maestra nella scuola elementare comunale a Somasca. Giuditta segue le bambine che non trovano accoglienza nella scuola comunale. Le due sorelle, che hanno provato la tristezza e l abbandono, sanno come sia importante ricevere educazione. Per questo inventano una casa di educazione secondo i desideri del loro cuore: istruire ed educare, con cuore di madre, le fanciulle. In questa loro casa di educazione mettono una scuola privata con educandato ed orfanotrofio, di cui è direttrice Giuditta; Caterina continua invece ad insegnare nella scuola elementare comunale. Caterina e Giuditta sono molto ubbidienti a Dio Trinità; guidate da Lui scoprono la loro vocazione: il progetto di vita per il loro viaggio sulla Terra. Con gioia, impegno e sacrificio imparano a giocare bene la loro vita. Intanto alle due sorelle si uniscono altre compagne e, insieme, vivono il progetto di Dio senza rendersi pienamente conto dell importanza dell'opera che avevano iniziato. Don Giuseppe Brena, che le aveva conosciute sin da bambine al Conventino, con senso profetico, in seguito alla loro richiesta di entrare in una casa religiosa per diventare suore maestre ed educatrici, dice loro che lì, a Somasca, esse sarebbero state le pietre fondamentali di una nuova "famiglia voluta da Dio. 1

2 E fu così che esse, con tanta umiltà, fondarono la famiglia delle Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca. Giuditta muore il 24 luglio Caterina rimane sola davvero. Piange tanto, ma non come quelli che non hanno speranza. Lei e Giuditta hanno uno sposo speciale che si chiama Cristo Gesù e di Lui, lei, Caterina, continua a fidarsi. PerviverefedeleaLuiepereducaretantebambineegiovaniscrive,perleieperlesue compagne, un libro: la Regola di vita. Il libro delle regole di Caterina e Giuditta sono attuali ancora oggi ed illuminano il cuore di ogni ragazza che decide di vivere come suora Orsolina di Somasca a servizio dei bambini, dei giovani e delle famiglie. Caterina muore il 5 maggio 1857 mentre attende, nella speranza, che il vescovo della Chiesa di Bergamo approvi la sua "piccola famiglia religiosa. Solo dopo la sua morte, il 14 dicembre dello stesso anno, il vescovo di Bergamo, monsignor Pietro Luigi Speranza, scriverà che la famiglia creata da Caterina e Giuditta è bella anche se è povera e che Dio è molto contento dell amore che hanno avuto perlebambine,legiovanielelorofamiglie. Le Orsoline di Somasca continuano, nella storia del tempo, il desiderio delle due sorelle, cioè il loro carisma: il dono che Dio avevo loro fatto. Lavorano, a loro esempio, anche gratuitamente, per la cultura, cioè per l educazione cristiana, l istruzione e la promozione umana delle bambine e dei bambini, delle giovani e dei giovani. 2

3 STORIA DELL ISTITUTO DI BERGAMO La scuola dell infanzia paritaria "Caterina Cittadini" dell Istituto delle Suore Orsoline in Somasca, con sede in Bergamo, è una struttura imponente la cui costruzione risale agli anni sessanta (1959). E ubicata nella zona sud ovest della città (quartiere di Loreto), confinante con la circonvallazione che mette in comunicazione la parte meridionale della città stessa con la cintura periferica costituita da grosse borgate industriali come Treviolo, Dalmine, Stezzano. Sorge in una zona di recente urbanizzazione: il complesso scolastico infatti è stato una delle prime costruzioni degli anni sessanta su un area prettamente agricola che segnava il termine dell antica borgata (o quartiere) di Loreto. La sua ubicazione, a ridosso della collina su cui sorge Città Alta e verso la pianura, è quanto di meglio si fosse potuto scegliere quando l Istituto, su indicazione del Vescovo di Bergamo Mons. Piazzi, trasferì la Casa Generalizia da Somasca in città e diede l avvio alle strutture scolastiche come risposta alle esigenze di una zona in via di espansione. Così è descritta dal cronista, in occasione dell inaugurazione avvenuta il 26 maggio Un cenno merita la località in cui è sorta questa bella Casa delle Suore Orsoline di Somasca. E un posto veramente incantevole, ad ampio respiro, tuffato nel verde. Sicuramente uno dei migliori della media periferia cittadina (per arrivare all estrema periferia, su tale direttrice, bisogna raggiungere Longuelo). Saliamo ad ammirare il panorama dalle due aeree, parallele e vaste terrazze che sembrano braccia protese. Ecco, sul colle dirimpetto, la vecchia e maestosa Bergamo: fiera delle sue Chiese insigni, dei monumenti, dei palazzi, della patina che il tempo ha posato sulle pietre. Sembra uno scenario irreale. Ecco la Bergamo moderna, dal ritmo febbrile, che nel suo rapido dilatarsi sommerge la pianura. Ecco, a levante, la distesa dei campi, dei prati, delle ortaglie; e in lontananza i paesi della Bassa, sovrastati dalle torri campanarie. Ecco, lì sotto, il bruno nastro d asfalto della provinciale per Lecco. Visti dalle aeree terrazze su cui siamo saliti, albe e tramonti sono una cosa stupenda. In meno di una trentina d anni la distesa dei campi, dei prati, delle ortaglie, ha ceduto il posto a fitte strutture abitative che hanno trasformato la zona in una delle più popolose della città, attraversata, a nord dall arteria che unisce direttamente il capoluogo alla zona industriale e commerciale di Ponte S. Pietro e della Valle S. Martino; a sud dalla Briantea che collega il territorio bergamasco con quello lecchese. 3

4 Lastrutturascolasticasorgetraleduearterieedèfacilmenteraggiungibilesiaanordche a sud per cui la popolazione scolastica affluisce numerosa sia dalla Bassa che dall "Isola di Ponte S. Pietro. In conseguenza di ciò ben presto le richieste aumentano e l 11 Marzo del 1964 la Scuola elementare ottiene la Parifica per cinque classi. Dato l aumento continuo delle richieste le classi passano da cinque a dieci. Accanto alla scuola sorgono vasti campi comunali da tennis ed un ampio parco, intitolato alla Beata C. Cittadini, dal Comune di Bergamo. La struttura scolastica si sviluppa su tre piani: piano terra con ampia sala per riunioni, sala da pranzo e laboratorio musicale. primo e secondo piano con dieci aule luminose che guardano sul cortile e spazi strutturati per alunni in situazione di handicap; la segreteria, la direzione, il laboratorio multimediale, la biblioteca per alunni, l aula e biblioteca per le insegnanti. All esterno la scuola è dotata di ampi spazi verdi e strutturati: cortili, campo da calcio, da pallavolo e pista. 4

5 LA LINEA PEDAGOGICA La pedagogia educativa delle Suore Orsoline di Somasca fonda le sue radici nella maternità educativa delle sorelle Cittadini, che vissero, sin da bambine, in un silenzio assoluto d amore e di sicurezze umane. Lo Spirito di Dio plasmò nelle due orfane, giorno dopo giorno, un cuore di madre, l essenza della pedagogia educativa della Casa di educazione di cui saranno Fondatrici. Le Suore Orsoline di Somasca ne hanno ereditato il carisma di fondazione, carisma che si ispira all invito evangelico di Gesù e che le due sorelle così compresero: 'Quello che fate ad uno di questi minimi, io lo tengo fatto a me medesimo'. Per questo istruiscano con attenzione e devozione, tenendo gli occhi corporali sopra quelle creature e quelli dell anima al Creatore, per amore del quale lo fanno (Regole di fondazione 1855 e 1857). Le Cittadini, nel realizzare il loro progetto di vita, scelsero di educare con cuore di madre. Istruirono e educarono guardando e imitando Cristo Gesù e al suo donarsi per l umanità fino allo spargimento di tutto il suo sangue. Lasciarono scritto nella loro Carta pedagogica che è necessario accostarsi ad ogni persona con umiltà e mansuetudine, raccomandando ad ogni educatrice che opera nelle scuole che continuano il loro mandato, le cure per bene educare, che si possono così sintetizzare: curare la persona di ogni bambino/a come prezioso tesoro; usare la pedagogia di Cristo Gesù, Maestro e Redentore, che si fa umile e mansueto fino allo spargimento di tutto il suo sangue preziosissimo ; stimare e credere nelle possibilità di ogni bambino/a; educare ed istruire con mezzi adatti, secondo l età, le capacità, l indole e le condizioni di ogni bambino/a; amare ugualmente tutti, senza distinzione di nascita o di ricchezza; educare alle virtù della sincerità, obbedienza, semplicità, amore, purezza, sacrificio ; offrire, come prima azione educativa, la propria condotta in modo che essa, da sola, sia specchio di virtù ; educare presentandosi non con l autorità di superiore, ma con cuore di madri : quali vere madri in Cristo. 5

6 La pedagogia educativa delle Cittadini, continuata oggi dalle Suore Orsoline di Somasca e dal personale laico che in essa si riconosce, è per la persona, immaginee somiglianza del Sommo bene e dà il primato alla preziosità delle relazioni, perché mettono l educatrice in comunicazione con i propri alunni contemplandoli quali anime che Cristo ha riscattato con il suo sangue e che ha affidato alle loro cure come prezioso tesoro (Regole di fondazione 1855 e 1857). Con il linguaggio di oggi, alcuni dei valori fondanti proposti nel 1800 possono essere così sintetizzati: amore per l uomo: sentimento profondo che dà ai rapporti umani un tono di disponibilità e di mutuo rispetto per educare alla sensibilità verso tutti ed in particolare verso coloro che soffrono; solidarietà: valore per educare alla partecipazione e alla scoperta del proprio ruolo nella vita, per assumerlo con gioia e responsabilità; semplicità ed umiltà: virtù da trasmettere con la testimonianza nelle relazioni, in un clima di spontaneità e sincerità, per avere la conoscenza di sé e quindi la comprensione dell altro; gratitudine: capacità di accogliere tutti, guardando ad ognuno come dono necessario per la propria vita, perché possibile origine di amicizia, affetto e stima; valorizzazione degli aspetti positivi: accompagnamento lento, ma progressivo, nella scoperta delle immense risorse di ogni persona. La dimensione pedagogica della proposta educativa, con il contributo della pedagogia contemporanea, si traduce oggi in alcuni principi che possiamo così sintetizzare: curare un educazione fondata sui valori del cristianesimo; educare alla libertà responsabile attraverso il rispetto delle regole; educare all esercizio della volontà, perché abbia come oggetto il bene; educare alla capacità di decisioni personali; educare al valore della fatica come mezzo di crescita; educare all uso positivo dell errore, perché anche esso rientra nell esperienza umana e guida al superamento e al dominio di se stessi; infondere negli alunni un concetto positivo e realistico di sé, per favorirne la capacità di auto-orientamento; sviluppare l intelligenza, guidandola alla ricerca della Verità, da cui dipende la verità sull uomo; condurre verso la comprensione dei contenuti e l acquisizione di abilità disciplinari adeguate; 6

7 privilegiare l assimilazione del metodo di studio; guidare al corretto uso della lingua orale e scritta e alla capacità di comunicare; guidare al corretto uso dei mass-media; stimolare la partecipazione alle attività scolastiche ed extrascolastiche, per suscitare interessi e motivazioni; offrire all intera comunità educante risposte alla ricerca di senso attraverso momenti formativi, culturali, religiosi e ricreativi; sollecitare la partecipazione dei genitori agli organismi scolastici per favorire lo scambio, la crescita personale e di gruppo e un progressivo inserimento nella comunità locale; curare la formazione in servizio e l aggiornamento del gruppo docente, per il potenziamento delle risorse professionali 7

8 LA SCUOLA NEI DOCUMENTI MINISTERIALI Un nuovo scenario In un tempo molto breve,abbiamo vissuto il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità. Questo nuovo scenario è ambivalente: per ogni persona, per ogni comunità, per ogni società si moltiplicano sia i rischi che le opportunità. Gli ambienti in cui la scuola è immersa sono più ricchi di stimoli culturali, ma anche più contraddittori. Oggi l apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici. Ma proprio per questo la scuola non può abdicare al compito di promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti. L orizzonte territoriale della scuola si allarga. Ogni specifico territorio possiede legami con le varie aree del mondo e con ciò stesso costituisce un microcosmo che su scala locale riproduce opportunità, interazioni, tensioni, convivenze globali. Anche ogni singola persona, nella sua esperienza quotidiana, deve tener conto di informazioni sempre più numerose ed eterogenee e si confronta con la pluralità delle culture. Nel suo itinerario formativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse, senza tuttavia avere strumenti adatti per comprenderle e metterle in relazione con la propria. Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un identità consapevole e aperta [ ] Inoltre, la diffusione delle tecnologie di informazione e di comunicazione, insieme a grandi opportunità, rischia di introdurre anche serie penalizzazioni nelle possibilità di espressione di chi non ha ancora accesso a tali tecnologie. Questa situazione nella scuola è ancora più evidente. Allo stato attuale delle cose, infatti, le relazioni con gli strumenti informatici sono assai diseguali fra gli studenti come fra gli insegnanti. Anche le relazioni fra il sistema formativo e il mondo del lavoro stanno rapidamente cambiando. Ogni persona si trova ricorrentemente nella necessità di riorganizzare e reinventare i propri saperi, le proprie competenze e persino il proprio stesso lavoro. Le tecniche e le competenze diventano obsolete nel volgere di pochi anni. Per questo l obiettivo della scuola non può essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri. 8

9 Le trasmissioni standardizzate e normative delle conoscenze, che comunicano contenuti invariati pensati per individui medi, non sono più adeguate. Al contrario, la scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno. In tale scenario, alla scuola spettano alcune finalità specifiche: offrireaglistudentioccasionidiapprendimentodeisaperiedeilinguaggiculturalidi base; farsìcheglistudentiacquisiscanoglistrumentidipensieronecessariperapprenderea selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali; favorire l autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi. La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo comporta saper accettare la sfida che la diversità pone: innanzi tutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza; inoltre nel Paese, affinché le situazioni di svantaggio sociale, economiche, culturali non impediscano il raggiungimento degli essenziali obiettivi di qualità che è doveroso garantire [ ] La centralità della persona Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato. 9

10 Sin dai primi anni di scolarizzazione è importante che i docenti definiscano le loro proposte in una relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri dei bambini e degli adolescenti. È altrettanto importante valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio che segnano le tappe principali di apprendimento e di crescita di ogni studente. Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della classe come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito gli studenti stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini e degli adolescenti a un progetto educativo condiviso. La formazione di importanti legami di gruppo non contraddice la scelta di porre la persona al centro dell azione educativa, ma è al contrario condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno. La scuola deve porre le basi del percorso formativo dei bambini e degli adolescenti sapendo che esso proseguirà in tutte le fasi successive della vita. In tal modo la scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e per trasformare le mappe dei saperi rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti. Si tratta di elaborare gli strumenti di conoscenza necessari per comprendere i contesti naturali, sociali, culturali, antropologici nei quali gli studenti si troveranno a vivere e a operare. Per una nuova cittadinanza La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo. Insegnare le regole del vivere e del convivere è per la scuola un compito oggi ancora più ineludibile rispetto al passato, perché sono molti i casi nei quali le famiglie incontrano difficoltà più o meno grandi nello svolgere il loro ruolo educativo.[ ] L obiettivo non è di accompagnare passo dopo passo lo studente nella quotidianità di tutte le sue esperienze, bensì di proporre un educazione che lo spinga a fare scelte autonome e feconde, quale risultato di un confronto continuo della sua progettualità con i valori che orientano la società in cui vive. La scuola perseguirà costantemente l obiettivo di costruire un alleanza educativa con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative. [ ] 10

11 In quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, e è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria.la scuola affianca al compito dell insegnare ad apprendere quello dell insegnare a essere. L obiettivo è quello di valorizzare l unicità e la singolarità dell identità culturale di ogni studente. La presenza di bambini e adolescenti con radici culturali diverse è un fenomeno ormai strutturale e non può più essere considerato episodico: deve trasformarsi in un opportunità per tutti. Non basta riconoscere e conservare le diversità preesistenti, nella loro pura e semplice autonomia. Bisogna, invece, sostenere attivamente la loro interazione e la loro integrazione attraverso la conoscenza della nostra e delle altre culture, in un confronto che non eluda questioni quali le convinzioni religiose, i ruoli familiari, le differenze di genere. La promozione e lo sviluppo di ogni persona stimola in maniera vicendevole la promozione e lo sviluppo delle altre persone: ognuno impara meglio nella relazione con gli altri. Non basta convivere nella società, ma questa stessa società bisogna crearla continuamente insieme. Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale. Non dobbiamo dimenticare che fino a tempi assai recenti la scuola ha avuto il compito di formare cittadini nazionali attraverso una cultura omogenea. Oggi, invece, può porsi il compito più ampio di educare alla convivenza proprio attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni studente. La finalità è una cittadinanza che certo permane coesa e vincolata ai valori fondanti della tradizione nazionale, ma che può essere alimentata da una varietà di espressioni ed esperienze personali molto più ricca che in passato. Pereducareaquestacittadinanzaunitariaepluraleauntempo,unaviaprivilegiataè proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali: non si possono realizzare appieno le possibilità del presente senza una profonda memoria e condivisione delle radici storiche [ ] La scuola è luogo in cui il presente è elaborato nell intreccio tra passato e futuro, tra memoria e progetto Per un nuovo umanesimo Le relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell umanità e del pianeta oggi devono essere intese in un duplice senso. Da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona; dall altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell umanità. 11

12 La scuola può e deve educare a questa consapevolezza e a questa responsabilità i bambini e gli adolescenti, in tutte le fasi della loro formazione. A questo scopo il bisogno di conoscenze degli studenti non si soddisfa con il semplice accumulo di tante informazioni in vari campi, ma solo con il pieno dominio dei singoli ambiti disciplinari e, contemporaneamente, con l elaborazione delle loro molteplici connessioni. È quindi decisiva una nuova alleanza fra scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo. In tale prospettiva, la scuola potrà perseguire alcuni obiettivi, oggi prioritari: insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza - l universo, il pianeta, la natura, la vita, l umanità, la società, il corpo, la mente, la storia- in una prospettiva complessa, volta cioè a superare la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d insieme; promuovere i saperi propri di un nuovo umanesimo: la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi; la capacità di comprendere le implicazioni, per la condizione umana, degli inediti sviluppi delle scienze e delle tecnologie; la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze; la capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento; diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell attuale condizione umana (il degrado ambientale, il caos climatico, le crisi energetiche, la distribuzione ineguale delle risorse, la salute e la malattia, l incontro e il confronto di culture e di religioni, i dilemmi bioetici, la ricerca di una nuova qualità della vita) possono essere affrontati e risolti attraversounastrettacollaborazionenonsolofralenazioni,maanchefraledisciplinee fra le culture.[ ] (dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo) 12

13 IDENTITÀ DELLA SCUOLA Partendo da questa premessa la scuola primaria Caterina Cittadini si presenta come: Scuola Cristiana si ispira al Vangelo e ai valori cristiani; opera secondo le indicazioni del magistero e le direttive della Chiesa cattolica; vive la sua azione educativa come missione; s inserisce nella realtà locale come proposta d amore e segno di speranza. Pertanto la sua azione educativa, attenta alla dimensione etico-spirituale della persona, offre: sostegno nella ricerca del senso dell esistenza umana guida nella ricerca di una visione cristiana della vita aiuto nella formazione di una coscienza consapevole dei valori sui quali fondare la propria vita Scuola formativa che : valorizza e rispetta il bambino nella propria individualità cura la crescita psicofisica, intellettuale ed affettiva del singolo; dialoga perché ognuno si senta accolto, capito ed aiutato; coopera con i genitori nel processo educativo; si aggiorna per rispondere alle necessità degli alunni e delle famiglie. Pertanto la sua proposta formativa cura la crescita di ciascuno sotto il profilo: psicofisico, sostenendolo nel possedere autonomia e capacità organizzativa in rapporto allo spazio, al tempo e alle situazioni intellettivo: guidandolo a comprendere, ricordare e applicare i principi appresi n situazioni nuove, fino ad ad acquisire capacità di analisi, valutazione e sintesi affettivo, offrendo la libertà di manifestare, riconoscere e conoscere le proprie emozioni e la possibilità di scoprire ed esplorare i propri interessi ed inclinazioni. 13

14 Scuola Aperta che accoglie, quanti scelgono la sua proposta educativa, senza discriminazione, con particolare attenzione ai piccoli del Vangelo e a coloro che sono in situazioni di svantaggio; educa alla libertà responsabile; sensibilizza al rispetto e all accoglienza delle diverse culture; coopera con i genitori nel processo educativo e promuove occasioni di formazione, di dialogo e di confronto; è attenta alle richieste del territorio e alla collaborazione con le agenzie educative in esso presenti Pertanto la sua proposta formativa promuove: l'apertura all'altro nella cura dei rapporti interpersonali e di gruppo il rispetto per la diversità di opinioni e di cultura; la collaborazione all interno del gruppo, all interno del quale occorre anche "farsi carico" dei bisogni e delle aspettative dell'altro; la conoscenza della "realtà sociale" per accostarsi con capacità obiettiva, critica, ma serena. 14

15 LA SCUOLA DELL INFANZIA Fedele a questa linea pedagogica la scuola dell'infanzia: offre una proposta culturale ed educativa intesa come promozione integrale della persona; privilegia come obiettivo lo sviluppo armonico e progressivo dell alunno e la formazione di una personalità matura e responsabile; attua la sua azione educativa all interno del contesto sociale in cui è inserita, attenta ai bisogni emergenti dal territorio. Pertanto la sua azione educativa: è attenta alla persona nei suoi bisogni umani, sociali e religiosi; riconosce il primato della responsabilità educativa della famiglia; crede in una corresponsabilità partecipata e leale tra la famiglia e la scuola; sostiene la collaborazione tra le realtà sociali, religiose e culturali

16 L OFFERTA FORMATIVA L offerta formativa si articola in tre diverse tipologie di attività che si caratterizzano per destinatari e risorse coinvolte: Si rivolge agli alunni e si propone : la maturazione dell identità la conquista dell autonomia lo sviluppo delle competenze la promozione alla convivenza civile Attività curricolare Attività per la famiglia Si rivolge in particolare alle famiglie offrendo loro occasioni: per cooperare corresponsabilmente al percorso formativo di ciascun alunno per riflettere e maturare attraverso incontri di formazione per incontrarsi con le altre famiglie e istaurare con loro rapporti di amicizia e di sostegno reciproco Attività con il territorio Si avvale delle risorse presenti sul territorio per poter: ampliare l esperienza scolastica e formativa degli alunni prendere parte in modo attivo ad eventi culturali, sociali e religiosi della propria realtà 16

17 L ATTIVITÀ CURRICOLARE Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambienti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e della complessità di ciascuna persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione dalle Indicazioni per il curricolo Come già profilato negli Orientamenti del 1991, e come ripreso dalle Indicazioni per i Piani di studio personalizzati del 2004, la Scuola dell Infanzia si prefigge come finalità del processo formativo: la maturazione dell identità personale; la conquista dell autonomia; lo sviluppo delle competenze. A queste le nuove Indicazioni per il curricolo del 2007 hanno aggiunto: la promozione della convivenza civile In relazione alla maturazione dell identità personale, e in una prospettiva che ne integri tutti gli aspetti (biologici, psichici, motori, intellettuali, sociali, morali e religiosi), nel proprio percorso di crescita nella Scuola dell Infanzia ciascun bambino deve poter: acquisire sicurezza, di stima di sé, fiducia nelle proprie capacità, motivazione nell apprendere, nel fare domande, nel fare da sé; conoscersi e a sentirsi riconosciuto come persona unica e irripetibile, sperimentando ruoli e identità: figlio, alunno, amico, maschio, femmina; vivere in modo equilibrato e positivo i propri stati affettivi, esprimendo e controllando emozioni e sentimenti e rendendosi sensibili a quelli degli altri; riconoscere ed apprezzare l identità personale ed altrui nelle connessioni con le differenzedisesso,diculturaedivaloriesistentinellerispettivefamiglie,comunitàe tradizioni di appartenenza. In relazione alla conquista dell autonomia, la Scuola dell Infanzia deve far sì che i bambini diventino capaci all interno dei diversi contesti di vita: di interpretare e governare il proprio corpo, anche nelle sue espressioni emotive; di orientarsi in maniera personale e di compiere scelte autonome; 17

18 di provare piacere nel fare da sé così come nel saper chiedere aiuto; di rendersi disponibili, come singoli e in gruppo, all interazione costruttiva con gli altri; di aprirsi al rispetto delle regole della vita quotidiana, alla scoperta e all interiorizzazione dei valori della cura di sé, degli altri e dell ambiente, della solidarietà, della giustizia, dell impegno personale. Per quanto riguarda lo sviluppo delle competenze, la Scuola dell Infanzia, consolidando le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed intellettive del bambino, impegna quest ultimo a: riflettere sulle esperienze personali attraverso l esplorazione, l osservazione, il confronto; descrivere e tradurre la propria esperienze in tracce personali ed originali; rievocare, narrare, rappresentare i fatti; fare domande, riflettere, rinegoziare i significati. Infine per promuovere la convivenza civile nella Scuola dell Infanzia significa porre le fondamenta di un abito democratico, eticamente orientato, aperto al futuro che parte dal bisogno di scoprire gli altri, i loro bisogni i loro desideri attraverso: la relazione, il dialogo, l espressione del proprio punto di vista e l attenzione a quello degli altri; la gestione dei conflitti attraverso un quadro di regole condiviso; il riconoscimento dei diritti e dei doveri di ciascuno. 18

19 L ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO Nel rispetto e nella valorizzazione dell autonomia delle Istituzioni scolastiche, le Indicazioni costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un testo aperto, che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare, elaborando specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e valutazione. La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la ricerca e l innovazione educativa. (dalle Indicazioni nazionali per il curricolo) Il curricolo si delinea con particolare attenzione alla continuità del percorso educativo dai 3 ai 14 anni. Ogni scuola predispone il curricolo, all interno del Piano dell offerta formativa, nel rispetto delle finalità, dei traguardi per lo sviluppo delle competenze, degliobiettivi di apprendimento posti dalle Indicazioni. Il curricolo si articola, per la scuola dell infanzia, in campi d esperienza. Campi d esperienza Nella scuola dell infanzia i traguardi di sviluppo della competenza suggeriscono all insegnante orientamenti e indicazioni per creare opportunità ed esperienze di crescita. Essi sono organizzati in cinque campi d esperienza: Il sé e l'altro: Le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme E il campo che promuove l autonomia personale, l espressione e la comprensione di emozioni e sentimenti, l attenzione ai bisogni degli altri, l accettazione della diversità di genere e culturale; matura il senso di responsabilità e di appartenenza ad un gruppo sociale, il senso di accoglienza, la collaborazione; apre alla conoscenza dell ambiente in cui si vive, alla partecipazione agli eventi di vita sociale della comunità. Il corpo in movimento: Identità, autonomia, salute E il campo della corporeità e della motricità; promuove la coscienza del corpo inteso come espressione della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva e comunicativa; sviluppa l autonomia nel provvedere alla cura della propria persona sotto il profilo igienico e alimentare. 19

20 Linguaggi, creatività, espressione: Gestualità, arte, musica, multimedialità E il campo che considera le attività inerenti alla comunicazione in tutte le sue forme (grafica, manipolativa, musicale, drammatico-teatrale e mass-mediale). I discorsi e le parole: Comunicazione, lingua, cultura E il campo che si riferisce ai linguaggi orali e al primo contatto con la lingua scritta. Si propone di trasmettere al bambino fiducia nelle proprie capacità di comunicazione; disponibilità a manifestare le proprie idee, abitudine ad ascoltare e capire anche le idee degli altri. La conoscenza del mondo: Ordine, misura, spazio,tempo, natura E il campo relativo all esplorazione e alla scoperta. Si propone di formare una prima abilità scientifica potenziando: la curiosità, l'abitudine a cercare e a domandare, la motivazione ad indagare e a capire, il gusto della prova, la disponibilità al confronto. Mira inoltre a sviluppare alcune competenze specifiche: raggruppare, ordinare, contare, misurare, localizzare, classificare. Traguardi per lo sviluppo delle competenze Al termine della scuola dell infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, per i campi di esperienza e per le discipline, vengono individuati traguardi per lo sviluppo delle competenze. Tali traguardi, posti al termine dei più significativi snodi del percorso curricolare, rappresentano riferimenti per gli insegnanti, indicano piste da percorrere e aiutano a finalizzare l azione educativa allo sviluppo integrale dell alunno. Obiettivi di apprendimento Gli obiettivi di apprendimento sono obiettivi ritenuti strategici al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Vengono definiti in relazione ai gruppi d età (3-4-5 anni) Piano annuale delle attività educative e meta formativa Ogni anno la scuola elabora un tema attorno al quale sviluppare il percorso annuale e organizza le unità di lavoro, che costituiscono le tappe di tale percorso. Esse hanno una cadenza mensile o bimestrale e costituiscono le maglie della rete all'interno della quale, ciascun insegnante opera, in unitarietà con il Collegio dei Docenti. Con lo stesso criterio viene elaborato anche un Progetto per l Insegnamento della Religione Cattolica (I.R.C.) 20

21 nel rispetto delle indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e del Ministero della Pubblica Istruzione. Accanto al tema annuale la scuola propone una meta formativa quale guida per la formazione e l'apprendimento. E' scelta dal Collegio docenti dopo una discussione rispetto alle verifiche dell anno scolastico precedente. Tale meta costituisce una sorta di "stella polare" per tutto il personale che opera nella scuola, nonché per gli alunni, sia a scuola sia a casa. E' il filo rosso che orienta, a livello formativo, tutte le attività. Laboratori Ad arricchire l offerta formativa annuale vengono proposti oltre al lavoro in sezione anche attività di laboratorio; i laboratori possono prevedere una riorganizzazione delle sezioni, con una diminuzione del rapporto bambini/insegnante, l intervento di un esperto esterno o anche uscite didattiche; le attività di laboratorio sono solitamente organizzate per livello e mirano a consolidare alcune competenze o a rispondere ad alcuni bisogni specifici dell arco d età Per il piano annuale delle attività educative, il piano per l I.R.C. i progetti, i laboratori dell anno in corso vedi Allegati 1 e 2 21

22 LINEE DI METODO E AMBIENTE DI APPRENDIMENTO La scuola dell infanzia si propone come contesto di relazione, di cura e di apprendimento, nel quale possono essere filtrate, analizzate ed elaborate le sollecitazioni che i bambini sperimentano nelle loro esperienze. Promuove una pedagogia attiva e delle relazioni che si manifesta nella capacità degli insegnanti di dare ascolto e attenzione a ciascun bambino, nella cura dell ambiente, dei gesti e delle cose e nell accompagnamento verso forme di conoscenza sempre più elaborate e consapevoli. L apprendimento avviene attraverso l esperienza, l esplorazione, i rapporti tra i bambini, con la natura, gli oggetti, l arte, il territorio e le sue tradizioni, attraverso la rielaborazione individuale e collettiva delle esperienze e attraverso attività ludiche. Con il gioco i bambini si esprimono, raccontano, interpretano e combinano in modo creativo le esperienze soggettive e sociali. L ambiente di apprendimento è organizzato dagli insegnanti in modo che ogni bambino si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato: il bambino con competenze forti, il bambino la cui famiglia viene da lontano, il bambino con fragilità e difficoltà, il bambino con bisogni educativi specifici, il bambino con disabilità, poiché tutti devono saper coniugare il senso dell incompiutezza con la tensione verso la propria riuscita. La vita di relazione è caratterizzata da ritualità e da convivialità serena per incoraggiare il bambino a ritrovarsi nell ambiente e ad averne cura e responsabilità. Le relazioni con gli insegnanti e fra i bambini sono un importante fattore protettivo e di promozione dello sviluppo. La scuola dell infanzia organizza le proposte educative e didattiche espandendo e dando forma alle prime esplorazioni, intuizioni e scoperte dei bambini attraverso un curricolo esplicito. A esso è sotteso un curricolo implicito costituito da costanti che definiscono l ambiente di apprendimento e lo rendono specifico e immediatamente riconoscibile: Lo spazio accogliente, caldo, curato, orientato dal gusto, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. È uno spazio che parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l ambiente fisico, la scelta di arredamenti e oggetti volti a creare una funzionale e invitante disposizione a essere abitato dagli stessi bambini. Il tempo disteso, nel quale è possibile per il bambino giocare, esplorare, dialogare, osservare, ascoltare, capire, crescere con sicurezza e nella tranquillità, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita. In questo modo il bambino può 22

23 scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza accelerazioni e senza rallentamenti indotti dagli adulti. La documentazione, come processo che produce tracce, memoria e riflessione, che rende visibili le modalità e i percorsi di formazione e che permette di valutare i progressi dell apprendimento individuale e di gruppo. Lo stile educativo, fondato sull osservazione e sull ascolto, sulla progettualità elaborata collegialmente, sull intervento indiretto e di regia. La partecipazione, comedimensionechepermettedistabilireesvilupparelegamidi corresponsabilità, di incoraggiare il dialogo e la cooperazione nella costruzione della conoscenza La scuola dell infanzia sperimenta con libertà la propria organizzazione, la formazione dei gruppi, delle sezioni e le attività di intersezione a seconda delle scelte pedagogiche, dell età e della numerosità dei bambini e delle risorse umane e ambientali delle quali può disporre. dalle Indicazioni per il curricolo 23

24 LA GIORNATA SCOLASTICA: IL MATTINO PICCOLI, MEZZANI E GRANDI ORARI TEMPI ATTIVITÀ ACCOGLIENZA ROUTINE entrata dei bambini e gioco conversazione, registrazione presenze, calendario, preghiera BISOGNI DEL BAMBINO gioco e socializzazione conoscenza e socializzazione ROUTINE uso dei servizi igienici, spuntino con frutta autonomia e cura del proprio corpo TEMPO DIDATTICO attività in gruppi omogenei e/o eterogenei per campi ROUTINE uso dei servizi igienici REFEZIONE pranzo RICREAZIONE gioco libero o strutturato in salone, in cortile o in giardino conoscenza, esplorazione, sviluppo delle competenze autonomia e cura del proprio corpo alimentazione, cura del proprio corpo, socializzazione gioco e movimento 24

25 LA GIORNATA SCOLASTICA: IL POMERIGGIO PICCOLI ORARI TEMPI ATTIVITÀ ROUTINE uso dei servizi igienici BISOGNI DEL BAMBINO autonomia e cura del proprio corpo NANNA riposo pomeridiano rilassamento e nanna ROUTINE riordino, conversazione, canti, preparazione all'uscita autonomia, cura del sé e del proprio ambiente TEMPO DI TRANSIZIONE RICREAZIONE ROUTINE TEMPO DIDATTICO ROUTINE TEMPO DI TRANSIZIONE uscita MEZZANI E GRANDI gioco libero o strutturato in salone, in cortile o in giardino uso dei servizi igienici e rilassamento attività in gruppi omogenei e/o eterogenei per campi riordino, conversazione, canti, preparazione all'uscita uscita ricongiungimento con le figure familiari gioco e movimento autonomia e cura del proprio corpo conoscenza, esplorazione, sviluppo delle competenze autonomia, cura del sé e del proprio ambiente ricongiungimento con le figure familiari 25

26 LA VALUTAZIONE Agli insegnanti compete la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione didattica, nonché la scelta dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dai competenti organi collegiali. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. (dalle Indicazioni nazionali per il curricolo) La valutazione didattica, che coinvolge le insegnanti, deve essere: oggettiva, ovvero scaturita da comportamenti rilevati tramite strumenti adeguati e non espressa sulla scorta di considerazioni preesistenti e, quindi, preconcette. personalizzata, ovvero riferita ad ogni singolo alunno e alle sue caratteristiche specifiche riguardanti l apprendimento, la socializzazione e l affettività, quindi, non basata sul confronto tra alunni. formativa, cioè inserita nel processo di apprendimento e tesa a dare informazioni su ogni singola «tappa» dello stesso promozionale, cioè deve evidenziare e promuovere i lati positivi, le capacità e le potenzialità degli alunni perché acquistino fiducia in se stessi. La valutazione, coinvolgendo, insegnanti e genitori: accompagna e assiste il bambino nel processo di apprendimento assiste i docenti nella programmazione e nella riprogettazione in itinere cogliere elementi di criticità nel percorso dà informazioni chiare alle famiglie sul processo di crescita del proprio bambino Strumenti per l osservazione, verifica e la valutazione: strumenti di osservazione in ingresso: scheda per l osservazione del distacco e del periodo di ambientamento strumenti per l osservazione sistematica: griglie di verifica strumenti per la reciproca conoscenza tra scuola e famiglia: scheda di valutazione dei traguardi di competenza e scheda per il passaggio di informazioni alla scuola primaria Per gli strumenti di osservazione, verifica e valutazione dell anno in corso vedi Allegato 3 26

27 LE RISORSE PROFESSIONALI Le risorse professionali sono costituite da: coordinatrice didattica docenti personale ausiliario ciascuno con funzioni diverse e complementari La coordinatrice didattica gestisce l'istituzione scolastica cura la qualità dei processi formativi supervisiona l'organizzazione generale e didattica svolge un ruolo di promozione e di coordinamento delle attività I docenti sono responsabili del processo di insegnamento/apprendimento, volto a promuovere l'educazione e l'istruzione degli alunni ovvero il personale non docente della scuola cura la pulizia e l ordine dei locali collabora nella sorveglianza degli alunni Il personale ausiliario 27

28 L ATTIVITÀ PER LA FAMIGLIA L'attività per la famiglia si propone di: valorizzare l'incontro scuola famiglia come occasione di scambio di conoscenze, di confronto, di sostegno promuovere un'azione pastorale diretta nei confronti delle famiglie degli alunni per sensibilizzarle ai problemi dell'educazione umano-cristiana, per favorire un cammino di crescita insieme nella formulazione del Piano di studio personalizzato studiare con tutta la comunità educante il progetto educativo e confrontarlo con l'impostazione della diocesi offrire una consulenza psicopedagogica ai genitori assicurando la presenza mensile di una psicologa attraverso lo sportello amico (richiesta su appuntamento) offrire ascolto attraverso uno spazio settimanale nel quale la direttrice della scuola è a disposizione delle famiglie per rispondere a bisogni e richieste che vanno dall'ambito didattico-educativo e organizzativo a quello dei rapporti scuola-famiglia cooperare con la scuola per l elaborazione del Piano di studio personalizzato creare momenti: A) ricreativi e sportivi: Ottobre: castagnata Giugno: festa della comunità, atletiadi, camminata e uscita di fine anno B) Formativi tenuti da esperti: assemblee di classe lavori di gruppo C) di preghiera comunitaria: Dicembre: preghiera di Natale Marzo Aprile: preghiera-riflessione per la Pasqua D) di informazione sui cambiamenti a livello di normativa scolastica: AGESC Per le proposte di incontro e formazione scuola-famiglia vedi Allegato 4 28

29 IL PATTO FORMATIVO Il Patto Formativo è la dichiarazione esplicita e partecipata che si stabilisce tra istituto, docenti, famiglie e alunni in relazione al percorso formativo che si vuole intraprendere per l'alunno, vero protagonista del processo educativo. I soggetti di tale contratto sono tutte le componenti della scuola, le quali si impegnano a seguire un cammino comune e a lavorare insieme in un rapporto di collaborazione e chiarezza, nel rispetto dei ruoli e delle competenze proprie di ciascuno. Eccoli: Il bambino: conosce gli obiettivi di apprendimento del proprio percorso e l'itinerario per raggiungerli verifica e valuta il proprio processo di apprendimento in itinere Il docente: illustra la propria offerta formativa esplicitando strategie, linee metodologiche, strumenti di verifica e criteri di valutazione chiarisce i comportamenti professionali che caratterizzano lo stile educativo del team docente motiva il proprio intervento didattico ed educativo e concorda con le altre insegnanti le norme che regolano la vita della classe Il genitore: conosce l'offerta formativa e gli obiettivi di apprendimento si impegna nelle attività, partecipando nell'ambito delle proprie competenze con pareri e proposte è disponibile nei confronti delle opportunità educative della scuola Quali componenti di un patto ciascun soggetto è portatore di una serie di doveri e di diritti che: ne disciplinano l azione e il senso di responsabilità nella partecipazione al proprio cammino formativo nel caso degli alunni ne individuano ruoli, competenze, interventi nel caso degli educatori (famiglia e insegnanti). Vediamoli nel dettaglio 29

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