Le Costellazioni non Zodiacali

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1 Le costellazioni Una costellazione è un gruppo di stelle visibili correlate da una particolare configurazione. Nello spazio tridimensionale, molte delle stelle che vediamo hanno poca relazione tra di loro, ma possono apparire come raggruppate su un piano immaginario del cielo notturno. L'uomo eccelle nel trovare schemi regolari (pareidolia) e attraverso la storia ha raggruppato le stelle che appaiono vicine in costellazioni. Una costellazione "ufficiosa" si chiama asterismo. Le stelle di una costellazione o di un asterismo raramente hanno qualche relazione astrofisica tra loro; appaiono semplicemente vicine quando sono viste da Terra o, entro certi limiti, da qualsiasi altro punto del sistema solare ma normalmente sono poste a grande distanza l'una dall'altra. Il raggruppamento delle stelle in costellazioni è essenzialmente arbitrario, e differenti culture hanno definito differenti costellazioni, anche se alcune delle più ovvie tendono a ricorrere frequentemente, ad esempio Orione e lo Scorpione. L'Unione Astronomica Internazionale (UAI) divide il cielo in 88 costellazioni ufficiali con confini precisi, di modo che ogni punto della sfera celeste appartenga ad una ed una sola costellazione. Le costellazioni visibili dalle latitudini settentrionali sono basate principalmente su quelle della tradizione dell'antica Grecia, e i loro nomi richiamano figure mitologiche come Pegaso o Ercole; quelle visibili dall'emisfero australe sono state invece battezzate in età illuministica ed i loro nomi sono spesso legati ad invenzioni del tempo, come l'orologio o il Microscopio. Le dodici costellazioni che intersecano l'eclittica compongono lo zodiaco. In aggiunta a queste 12, già in età antica Tolomeo ne elencò altre 36 (che ora sono 38, a causa della suddivisione della Nave Argo in tre nuove costellazioni). In tempi più recenti a questa lista sono state fatte delle aggiunte, in primo luogo per riempire i buchi tra i tracciati tolemaici (i greci consideravano il cielo come comprendente costellazioni e spazi vuoti tra di esse), e in secondo luogo per riempire l'emisfero meridionale, quando gli esploratori europei, nei loro viaggi, riuscirono a vederlo. 1

2 Le Costellazioni non Zodiacali [1] Costellazione della Lira La Lira (in latino Lyra) è una costellazione dell'emisfero nord, una delle 88 costellazioni moderne, e faceva parte anche delle 48 elencate da Tolomeo. La Lira non è molto grande, ma può essere trovata facilmente grazie alla sua stella α, Vega, che è una delle stelle più luminose del cielo e fa parte del Triangolo Estivo. La Lira è ben osservabile dall'emisfero boreale e da gran parte di quello australe specialmente nei mesi compresi fra giugno e settembre; nell'emisfero nord invece è ben osservabile anche durante tutto l'autunno e parte della primavera. La sua stella principale, Vega, costituisce il vertice occidentale e più luminoso del noto asterismo del Triangolo Estivo. Ad est della costellazione corre la scia luminosa della Via Lattea, molto ben evidente in questo tratto anche in una notte non completamente oscura. 2

3 Costellazione Coordinate Nome Latino Lyra Ascensione Retta 19h Genitivo Lyrae Declinazione +40 Abbreviazione Lyr Area Totale 286 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Liridi Latitudine minima - 40 Liridi di giugno Latitudine massima + 90 Alpha Lyrids Passa al meridiano agosto Stella Principale Vega (alfa Lirae) Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 0,03 In senso orario Dragone Altre Stelle Ercole Magnitudine <3 1 Volpetta Magnitudine <6 38 Cigno Stelle principali α Lyrae (Vega): con una magnitudine apparente di 0,03 è la seconda stella più luminosa dell'emisfero settentrionale, dopo α Centauri A è la quinta di tutto il cielo; se si considerano le magnitudini integrate della coppia di α Centauri, la quarta stella più brillante diventa Arturo; il suo tipo spettrale è A0 V, e si trova ad una distanza di appena 25,3 anni luce. Vega è in realtà una stella multipla, con 5 componenti. Fu la prima stella ad essere fotografata. γ Lyrae (Sulafat) è una stella multipla, la principale ha una magnitudine apparente di 3,24 e un azzurro. β Lyrae (Sheliak) è una stella azzurra variabile, più precisamente una variabile a eclisse; è prototipo di una particolare classe di binarie a eclisse note come variabili Beta Lyrae. Ha una magnitudine apparente di 3,45. δ Lyrae è una stella doppia apparente, consistente di una stella blu-bianca di sesta magnitudine e una gigante rossa semiregolare che varia tra le magnitudini 4 e 5. ε Lyrae è una coppia di stelle molto ben conosciuta; visibile ad occhio nudo come una stellina allungata, nel più piccolo dei binocoli già è risolta in due componenti pressoché uguali, entrambe azzurre. Con strumenti maggiori si può notare che entrambe le componenti sono a loro volta doppie, caratteristica che è valsa alla coppia il nome di, doppia doppia.rr Lyrae è una stella variabile pulsante di colore rosso vivo, che ha dato il suo nome ad un'intera classe di stelle, le Variabili RR Lyrae; al suo massimo è ben visibile anche ad occhio nudo. 3

4 Mitologia Una costellazione piccola ma appariscente, contenente la quinta stella del cielo in quanto a grandezza, Vega. In termini mitologici, Lira era la lira del grande musicista Orfeo, la cui impresa rischiosa nel mondo dell'oltretombaltretomba costituisce una delle storie greche più famose. Fu la prima lira a essere costruita, inventata da Ermete, il figlio di Zeus e di Maia, una delle Pleiadi. Ermete fece la lira dal guscio di una testuggine che aveva trovato a brucare fuori dalla sua grotta sul Monte Cillene in Arcadia. Ermete pulì il guscio, fece dei buchi lungo il bordo e vi legò diagonalmente sette corde fatte di budello di mucca, tante quanto il numero delle Pleiadi. Inventò anche il plettro con cui suonare lo strumento. La Lira è stata spesso rappresentata anche come un'aquila o un avvoltoio; in questa illustrazione presa da Uranographia di Johann Bode si vedono entrambe le rappresentazioni. Vicino alla punta del becco del rapace c'è la stella lucida Vega, qui scritta Wega, Bode la chiamò anche Testa - in latino: corazza di tartaruga) con riferimento al guscio di tartaruga che si suppone Ermete avesse usato per fare la lira. Grazie a quella lira Ermete si tirò fuori dai guai in cui s'era cacciato per un'impresa giovanile, che l'aveva portato a rubare del bestiame di proprietà di Apollo. Infuriato Apollo si presentò a reclamare la sua restituzione, ma quando sentì la bella musica che proveniva dalla lira lasciò che Ermete si tenesse le bestie e in cambio si prese la lira. Eratostene riferisce che più tardi Apollo diede la lira a Orfeo per accompagnare con essa le sue canzoni. Orfeo fu il più grande musicista del suo tempo, in grado di incantare le pietre e i corsi d'acqua con la magia che emanava dai suoi canti. Si dice persino che con il suono armonioso della sua lira abbia attirato file di querce giù dai monti fino alle coste della Tracia. Orfeo si unì alla spedizione di Giasone e degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro. Quando gli Argonauti udirono il canto tentatore delle sirene, e, ninfe marine che avevano adescato ed eliminato generazioni di marinai, Orfeo intonò un controcanto che coprì le loro voci. Più tardi Orfeo sposò la ninfa Euridice. Un giorno, Euridice fu vista da Aristeo, un figlio di Apollo, che, in preda a un raptus passionale, l'assalì. Mentre tentava di sfuggirgli, la donna inciampò in un serpente che la uccise con il suo morso velenoso. A Orfeo si spezzò il cuore; incapace di vivere senza la sua giovane sposa, discese nell'oltretomba a chiedere che gliela restituissero. Questa era una richiesta senza precedenti. Ma il suono della sua musica affascinò persino Ade, il dio di quel mondo sotterraneo, che alla fine accondiscese a che Euridice ritornasse con Orfeo nel mondo dei 4

5 vivi, ma a una condizione: Orfeo non doveva girarsi a guardare indietro fin quando i due non fossero di nuovo sani e salvi all'aperto. Orfeo accettò prontamente e fece strada a Euridice lungo l'oscuro passaggio che portava al mondo soprastante, strimpellando la lira per guidarla. Ma quella di essere seguito da un fantasma era per lui una sensazione snervante. Non poteva essere perfettamente sicuro che la sua amata fosse dietro a lui, ma non osava voltarsi per accertarsene. Alla fine, quando erano quasi in superficie, i suoi nervi cedettero. Si girò per assicurarsi che Euridice fosse lì e in quell'istante lei scivolò nelle profondità del Regno dell'oltretomba, perduta per sempre. Orfeo fu inconsolabile. Vagò per la campagna suonando musiche malinconiche sulla sua lira. Molte donne si offrirono di sposarlo, ma il grande musicista preferì starsene in compagnia di giovanetti. Ci sono due racconti a proposito della morte di Orfeo. Una versione, quella di Ovidio nelle Metamorphoses, dice che le donne che gli si erano offerte, offese dal suo rifiuto, si coalizzarono contro di lui un giorno, mentre era seduto a cantare. Cominciarono a lanciargli contro sassi e lance. In un primo tempo la sua musica incantò quelle armi che caddero inoffensive ai suoi piedi, ma le donne fecero un tale strepito che alla fine riuscirono a coprire la musica magica e a fare arrivare a bersaglio i loro missili. Eratostene, invece, dice che Orfeo provocò le ire del dio Dioniso per non aver compiuto sacrifici in suo onore. Orfeo reputava Apollo, il dio del Sole, la divinità massima e se ne stava spesso seduto sulla sommità del Monte Pangeo in attesa dell'alba per essere il primo a salutare il Sole con le sue melodie. Per ripagarlo di quest'affronto, Dioniso mandò i maniaci suoi seguaci a farlo a pezzi. Comunque siano andate le cose, alla fine Orfeo raggiunse la sua adorata Euridice nel Mondo dell'oltretomba e le Muse posero la lira fra le stelle con l'approvazione di Zeus, loro padre. Tolomeo conosceva la stella più brillante di questa costellazione con il semplice nome di Lira. Il nome che invece le viene dato oggi, Vega, viene dalle parole arabe al-nasr al-waki' che significano sia «l'aquila che attacca» sia «avvoltoio», poiché in questa posizione gli Arabi vedevano un'aquila o un avvoltoio. Negli atlanti celesti questa costellazione era spesso rappresentata da un uccello sistemato dietro a una lira. Sembra che gli Arabi abbiano visto Vega e le due stelle a lei vicine, Epsilon e Zeta della Lira, come un'aquila con le ali chiuse, che piomba sulla preda, laddove nella costellazione dell'aquila la stella Altair e le due sue compagne davano l'impressione di un'aquila in volo con le ali spiegate. Beta della Lira si chiama Sheliak, un nome che in arabo significa «arpa» in riferimento alla costellazione nel suo insieme. Beta della Lira è una famosa stella variabile. Gamma della Lira è chiamata Sulafat, dall'arabo «testuggine», l'animale dal cui guscio Ermete fece la lira. Fra Beta e Gamma della Lira c'è la Nebulosa ad Anello che spesso compare nei libri di astronomia; si tratta di un involucro di gas espulso da una stella morente. Oggetti del profondo cielo La Nebulosa Anello vista col Telescopio Spaziale Hubble. 5

6 La vicinanza della Via Lattea, che corre nell'adiacente costellazione del Cigno, fa sì che alcuni oggetti galattici siano presenti entro i confini della Lira. Tra gli ammassi aperti l'unico di una certa entità è NGC 6791, debole e composto da poche stelle sparse. M56 è invece un ammasso globulare poco concentrato, menzionato dal Messier che lo inserì nel suo catalogo; è posto ad una distanza di anni luce ed un diametro di 85 anni luce. La sua magnitudine apparente è di 8,3. M57: conosciuta come la Nebulosa ad Anello, è una delle nebulose planetarie più conosciute, grazie alla sua forma molto regolare. Ha un'età stimata tra i e gli anni, e una magnitudine apparente di 8,8. (2) Costellazione del Cigno Il Cigno (in latino Cygnus) ) è una costellazione settentrionale. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 moderne costellazioni. A causa della disposizione delle sue stelle principali, è a volte chiamato la Croce del Nord,in contrasto con la Croce del Sud. La forma dell'uccello si estende sulla Via Lattea estiva, volando verso sud. Quella del Cigno è una costellazione brillante e di grandi dimensioni; si tratta di una delle figure più tipiche dell'emisfero boreale, disposta lungo la Via Lattea, in un suo punto molto ricco e in cui questa appare divisa in due da una serie di nebulose oscure note come Fenditura del Cigno. La sua forma, ben riconoscibile nei cieli da giugno a novembre, ricorda una grande croce, con l'asse maggiore formato dalle stelle Deneb e Albireo, e l'asse minore formato da Gienah e Rukh; il punto di intersezione delle assi è la stella Sadr. La parte settentrionale della costellazione si presenta circumpolare a nord del 35 parallelo nord, mentre Deneb non tramonta mai oltre i 44 N; la costellazione pertanto è una delle dominanti nti in assoluto per gli osservatori dall'emisfero nord. Dall'emisfero sud invece resta molto bassa sull'orizzonte settentrionale, mostrandosi completamente solo nella fascia più calda della zona temperata 6

7 Costellazione Coordinate Nome Latino Cygnus Ascensione Retta Genitivo Cygni Declinazione Abbreviazione Cyg Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Sciami Meteorici Cignidi di ottobre K cignidi Passa al meridiano 10 settembre ore 21 Stella Principale Deneb (alfa Cyg) Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 1,25 In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Cefeo - Dragone Lira - Volpetta 4 Pegaso - Lucertola ,62 h 42, gradi quadrati Mitologia Il Cigno che vola lungo la Via Lattea in una carta di Johannes Evelius, 1690 La costellazione del Cigno prende spunto da vari personaggi della mitologia greca di nome Cicno, trasformati in cigno. Una denominazione diffusa del Cigno è quella di Croce del Nord, e in effetti la sua forma è molto più larga e distinta di quella della famosa Croce del Sud. Nella sua foggia a croce i Greci vedevano il lungo collo, le ali spiegate e la coda mozza di un cigno che volava lungo la Via Lattea in cui è incastrato. I mitografi ci dicono che il cigno è una mimetizzazione di Zeus che si reca da una delle sue innumerevoli amanti, ma non sono d'accordo su chi sia la meta di quella particolare visita. La versione del racconto che risale a Eratostene dice che Zeus un giorno s'invaghì della ninfa Nemesi che abitava a Ramno, a nord est di Atene. Per sfuggire alle avance sgradite del dio assunse le forme di vari animali, dapprima tuffandosi in un fiume, poi scappando per terra, e infine volando via sottoforma di oca. Senza arrendersi, Zeus la inseguì nonostante tutte le trasformazioni, ogni 7

8 volta trasformandosi in un animale più grande e più veloce, finché non si tramutò in cigno e con quelle fattezze l'acchiappò e la violentò. Igino racconta una storia simile, ma non cita le metamorfosi di Nemesi. Dice, invece, che Zeus finse di essere un cigno che stava sfuggendo a un'aquila e che Nemesi gli offrì rifugio. Solo dopo essersi addormentata con il cigno in grembo si rese conto dell'errore compiuto. In entrambe le versioni il risultato fu che Nemesi fece un uovo che fu poi donato alla Regina di Sparta, Leda, alcuni dicono da Ermete e altri da un pastore che trovò l'uovo in un bosco. Dall'uovo uscì la bella Elena (che doveva diventare poi famosa come Elena di Troia). Una versione più semplice recita che Zeus, trasformato in cigno sedusse Leda sulle sponde del fiume Euroto; con in mente questa storia, Germanico Cesare si riferisce al cigno come a «l'adultero alato». Leda era la moglie del Re Tindaro di Sparta, e questo fatto complicò ulteriormente le cose perché quella stessa notte la donna giacque anche con il marito. Secondo una delle interpretazioni, Leda procreò un solo uovo da cui uscirono i gemelli Castore e Polluce e anche Elena. Il guscio di quest'uovo fu, nella leggenda, esposto in un tempio di Sparta, legato a nastri che pendevano dal tetto. Un racconto contrastante dice che Leda fece due uova, da uno vennero fuori Castore e Polluce e dall'altro Elena e sua sorella Clitennestra. Ad aumentare la confusione si deve aggiungere che Polluce ed Elena erano notoriamente figli di Zeus, mentre Castore e Clitennestra avevano per padre Tindaro. Castore e Polluce sono commemorati nella costellazione dei Gemelli. La stella più brillante del Cigno, Deneb, segna il punto della coda del cigno; il nome le viene da dhanab che in arabo significa «coda». I Greci non diedero un nome a questa stella ben visibile. Deneb infatti è una stella supergigante molto brillante, quasi 2000 anni luce distante, la più lontana di tutte le stelle di I grandezza. Forma un angolo del cosiddetto Triangolo Estivo, triangolo completato da Vega nella costellazione della Lira e Altair in quella dell'aquila. Il becco del cigno è segnato da una stella che si chiama Albireo che, vista con un piccolo telescopio, si rivela una bella stella doppia color ambra e verde, quasi un semaforo celeste. Lo storico tedesco Paul Kunitzsch ha tracciato il percorso tortuoso seguito dal nome Albireo. Iniziò con una traduzione in arabo della parola greca che stava per uccello, ornis, il nome con il quale questa costellazione era nota sia ad Arato di Soli che a Tolomeo. Nel Medioevo questo nome arabo fu tradotto in latino, ma male, e divenne ab ireo, implicando che si credeva derivasse dal nome di una certa erba. Questa definizione fu a sua volta erroneamente ritenuta di provenienza araba e riscritta albireo. Ecco che il nome Albireo, sebbene possa sembrare arabo, non ha nessun significato. Il Cigno si trova sulla Via Lattea, e quindi contiene molti campi stellari belli da osservare con un binocolo. Ma il suo oggetto più famoso che non può però essere visto neanche attraverso strumenti ottici perché forte fonte di raggi X è un buco nero, chiamato Cigno X-1, che si trova a metà del collo dell'animale. 8

9 Oggetti del profondo cielo La Nebulosa Nord America e la Nebulosa Pellicano. La Via Lattea percorre per intero la costellazione del Cigno; tra le stelle Deneb e γ Cygni questa è oscurata da un complesso sistema di nubi, il quale poi percorre la Via Lattea verso sud dividendola in due parti nei pressi dell'equatore galattico; questa "spaccatura" viene chiamata Fenditura del Cigno. Nel Cigno quindi sono visibili molti ammassi aperti e nebulose. Tra i primi, due furono osservati dal Messier; il primo è M29, il più piccolo, visibile 1,5 gradi a sud di γ Cygni sul bordo di un ricco campo stellare, mentre il secondo è M39, a nord-est di Deneb e al limite della visibilità ad occhio nudo, situato in una regione meno ricca di stelle luminose. Altri ammassi importanti sono NGC 6871, a sud di γ Cygni, e IC 5146, noto come Nebulosa Bozzolo a causa della presenza di una nebulosa oscura. Vale la pena di esplorare i ricchi campi stellari a sud di γ Cygni, per la presenza di innumerevoli piccoli ammassi e campi stellari fra i più ricchi della volta celeste. Tra le nebulose, spicca NGC 7000, la Nebulosa Nord America, che si trova poco a est di Deneb. La sua somiglianza con il continente nordamericano si nota più sulle fotografie che nell'osservazione visuale, che è estremamente difficile. Per poterla osservare visualmente è necessario un cielo buio d'alta montagna e un buon binocolo. Viste particolarmente acute unite ad un cielo assolutamente non toccato dall'inquinamento luminoso possono scorgerla anche ad occhio nudo. La Nebulosa Velo è un altro oggetto straordinario, ma poco visibile, sul confine con la Volpetta: si tratta di un resto di supernova i cui tenui filamenti si apprezzano meglio nelle fotografie. Oltre la Fenditura del Cigno, a una distanza di 5500 anni luce da noi, si trova una delle strutture nebulose più estese e massicce della nostra Galassia, il Complesso nebuloso molecolare del Cigno; la sua luce nella nostra linea di vista è fortemente oscurata, infatti se fosse chiaramente visibile sarebbe l'area più ricca di nebulose e una delle più intensamente popolate da stelle brillanti della volta celeste. Tra gli oggetti al di fuori della Via Lattea, va citata la ben nota NGC 6946, una grande galassia spirale barrata piuttosto vicina al nostro Gruppo Locale posta sul confine con Cefeo. 9

10 3) Costellazione dell Aquila L'Aquila è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi parte delle 88 costellazioni riconosciute dall'uai. Si trova vicino all'equatore celeste. La costellazione dell'aquila è facile da individuare, grazie alla presenza della brillante stella Altair, che costituisce il vertice meridionale del noto asterismo del Triangolo Estivo. La caratteristica più notevole della costellazione è un asterismo formato dalla stessa Altair, più le stelle β Aquilae, Alshain e γ Aquilae, Tarazed, poste rispettivamente a sud e a nord di questa, che secondo un'antica tradizione persiana veniva chiamato, L'equilibrio. La Via Lattea corre lungo il lato occidentale della costellazione, comprendendo anche parte della nota striscia scura nota come Fenditura del Cigno. La costellazione, essendo prossima all'equatore celeste, è ben osservabile da entrambi gli emisferi, durante i mesi compresi fra giugno e novembre; nell'emisfero nord è una delle figure caratteristiche del cielo estivo. Costellazione Coordinate Nome Latino Aquila Ascensione Retta Genitivo Aquilae Declinazione Abbreviazione Aql Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano luglio Sciami Meteorici Aquilidi di giugno Epsilon Aquilidi Stella Principale Altair (alfa aquilae) Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 0,77 In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 20 h gradi quadrati Freccia - Ercole - Ofiuco Serpente - Scudo - Sagittario 3 Capricorno - Acquario - Delfino 72 10

11 Mitologia Antinoo fra gli artigli dell'aquila in Uranographia di Johann Bode L'aquila è l'uccello del tuono dei Greci. Ci sono parecchie spiegazioni dell'esistenza di quest'aquila fra le costellazioni. Nella mitologia greca e romana, l'aquila era l'uccello di Zeus, e portava avanti e indietro la folgore che il dio adirato lanciava contro i suoi nemici. Ma l'aquila era coinvolta in storie d'amore oltre che di guerra. Secondo una di queste storie, fu quest'aquila a rapire il bel troiano Ganimede, per farlo diventare il coppiere degli dèi. Scrittori autorevoli come il poeta latino Ovidio dicono che Zeus si trasformò in un'aquila, mentre altri sostengono che una vera aquila fu mandata da Zeus a compiere quell'impresa. Lo stesso Ganimede è rappresentato nella vicina costellazione dell'acquario, e le carte celesti mostrano l'aquila che piomba sull'acquario. Cesare Germanico dice che l'aquila è posta a guardia della freccia di Eros, la costellazione vicina della Freccia, che fece innamorare Zeus. In un resoconto di Igino le costellazioni dell'aquila e del cigno sono unite. Zeus s'innamorò della dea Nemesi ma, date le resistenze di lei, si trasformò in un cigno e fece fingere ad Afrodite, traformata in aquila, di cacciarlo. Nemesi esi offrì riparo al cigno in fuga, e si ritrovò fra le braccia di Zeus. A perenne ricordo di questo trucco ben riuscito, Zeus collocò le immagini del cigno e dell'aquila nel cielo. Il nome della stella più brillante della costellazione, Altair, viene dall'arabo al-nasr al-ta'ir, che significa «aquila che vola» o «rapace». Tolomeo la chiamò Aquila, con lo stesso nome della costellazione. Lo studioso tedesco Paul Kunitzsch nota che i Babilonesi e i Sumeri si riferivano ad Altair come alla a stella aquila. Le stelle vicine ad Altair, Beta e Gamma dell'aquila formano le ali spiegate dell'uccello. Queste due stelle hanno nomi propri, Alshain e Tarazed, che vengono da una traduzione persiana di una vecchia parola araba che significa «l'equilibrio». Altair forma un angolo del cosiddetto Triangolo Estivo insieme alle stelle Vega e Deneb, che si trovano rispettivamente nelle costellazioni della Lira e del Cigno. Un affascinante mito orientale raffigura le stelle dell'aquila e quelle della Lira come due amanti separati dal fiume della Via Lattea, che riescono o a incontrarsi solo un giorno all'anno quando le gazze si riuniscono a formare un ponte sul fiume celeste. La parte meridionale dell'aquila fu da Tolomeo separata dal resto della costellazione per formarne una ormai obsoleta chiamata Antinoo, che in certe carte è raffigurata come un giovanetto intrappolato fra gli artigli dell'aquila. 11

12 Stelle principali α Aquilae, conosciuta soprattutto come Altair (parola araba che indica "l'aquila"), è una brillante stella bianca, la dodicesima stella del cielo in ordine di luminosità; è una stella tripla con una magnitudine apparente complessiva di 0,77. La principale è di tipo spettrale A7 V. Con una distanza di appena 17 anni luce, è anche una delle stelle più vicine a noi. γ Aquilae (Tarazed) è una stella arancione di magnitudine 2,72, distante 460 anni luce. Si sospetta che sia una stella variabile. ζ Aquilae (Deneb el Okab) è una stella bianca di magnitudine 2,99; è una stella tripla distante 83 anni luce. θ Aquilae (Tseen Foo) è una stella azzurra di magnitudine 3,24; si tratta di una binaria spettroscopica, distante 287 anni luce. δ Aquilae (Denebokab) è una stella gialla di magnitudine 3,36; dista 50 anni luce. β Aquilae (Alshain) è una stella giallo-arancione che brilla con una magnitudine apparente di 3,71. Come Altair, è una stella multipla con tre componenti. η Aquilae: questa variabile è una delle più brillanti variabili Cefeidi del cielo; la sua luminosità apparente varia tra 3,48 e 4,39 magnitudini, ogni 7,177 giorni. 15 Aquilae: è una stella doppia, la cui principale è di tipo K e magnitudine 5,4, con una compagna di settima magnitudine. È facilmente visibile con piccoli telescopi. Oggetti del profondo cielo NGC 6709, un ammasso aperto. Nonostante l'aquila sia attraversata dalla Via Lattea e sia dunque ricca di campi stellari, non sono presenti oggetti particolarmente luminosi; qui infatti il Messier non vi trovò nessun oggetto da catalogare, a differenza delle adiacenti costellazioni minori della Freccia e dello Scudo. Tra gli ammassi aperti se ne possono citare soltanto due: NGC 6709, nei pressi del confine con l'ofiuco, e NGC 6755, alcuni gradi ad ovest di Delta Aql, entrambi non molto luminosi. NGC 6760 è invece un ammasso globulare, visibile 4 gradi a SE di Theta Ser. Tra le nebulose planetarie, si può citare NGC 6781, che ricorda vagamente un miniatura della famosa Nebulosa Civetta nell'orsa Maggiore. 12

13 (4) Costellazione di Ercole Grande costellazione del cielo boreale, introdotta da Tolomeo tra la Lira e la Corona Boreale. E' notevole l'ammasso globale (ammasso di Ercole), visibile anche ad occhio nudo come una debolissima nebulosa. Gli antichi Greci vi riconoscevano la figura di Ercole, armato di clava e ricoperto dalla pelle del Leone Nemeo. Era questi un mostro figlio di Ortro, a sua volta figlio di Tifone e di Echidna, nonché fratello della Sfinge di Tebe. Era stato allevato da Era o da Selene, dea della Luna, ed era stato collocato nel territorio della Nemea, dove atterriva la popolazione divorando uomini e armenti. Abitava una caverna a due uscite ed era inattaccabile; Eracle ostruì una delle uscite, poi entrò nella caverna e lo soffocò, dopodiché si rivestì della sua pelle usando la testa come elmo. Incontrò inizialmente qualche difficoltà nello scuoiare il mostro, perché la pelle non veniva scalfita né dalle armi né dal fuoco, ma alla fine ebbe l'intuizione di lacerarla con gli artigli stessi del leone e ne ebbe ragione. Costellazione Coordinate Nome Latino Hercules Ascensione Retta 17 h Genitivo Herculis Declinazione + 30 Abbreviazione Her Area Totale 1225 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Tau Herculidi Latitudine minima -50 Latitudine massima +90 Passa al meridiano Luglio Stella Principale Ras Algethi Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,1 In senso orario Dragone - Boote - Corona Boreale Altre Stelle Serpente - Ofiuco - Aquila Magnitudine <3 2 Freccia - Volpetta - Lira Magnitudine <6 138 L'Ammasso Globulare di Ercole, conosciuto anche come M13 dalla sua posizione nel Catalogo di Messier, oppure come NGC 6205, è un ammasso globulare nella costellazione di Ercole. 13

14 . L'Ammasso Globulare di Ercole Cenni storici Fu scoperto da Halley nel Messier lo osservò nel 1764 e lo descrisse così: "Nebulosa senza stelle, scoperta nella cintura di Ercole; è rotonda e brillante, il centro più splendente dei bordi, la si vede con uno strumento da un piede; è vicina a due stelle, entrambe di ottava magnitudine, una sopra e una sotto: la nebulosa è stata determinata in base a e Herculis. M. Messier l'ha riportata sulla Carta della Cometa del Vista da Halley nel Rivista il 5 e il 30 gennaio È riportata sul Celestial Atlas inglese. " Il primo a risolverlo in stelle fu William iam Herschel. 14

15 Caratteristiche M13 ha una magnitudine apparente di 5,8. Il suo diametro angolare è di 23', mentre il suo diametro reale è di circa 165 anni luce. M13 contiene diverse centinaia di migliaia di stelle, la più brillante delle quali è di magnitudine Attorno al suo nucleo, le stelle sono circa 500 volte più concentrate che nei dintorni del sistema solare. L'età di M 13 è stata stimata tra i 12 e i 14 miliardi di anni. La sua distanza dalla Terra è di anni luce. Apparendo così luminoso ad una così grande distanza, la sua luminosità reale è elevatissima, oltre volte quella del Sole. La velocità radiale è di circa 250 km al secondo in avvicinamento. Questo moto risulta dalla combinazione di tre diverse velocità: la rotazione della Galassia, il moto del Sole nello spazio, e il moto di rivoluzione dell'ammasso attorno al centro galattico. Osservazione Localizzare M13 è abbastanza semplice dato che la costellazione di Ercole in cielo forma un trapezio facilmente riconoscibile. Tenendo il trapezio in verticale, M13 è sul lato destro, a circa un terzo del lato partendo dall'alto. Data la sua magnitudine di 5,8 è appena visibile ad occhio nudo in condizioni favorevoli, in un cielo molto scuro e lontano da ogni fonte di luce. È facilmente visibile con un piccolo telescopio o un binocolo. M13 nella fantascienza La novella di fantascienza Sucker Bait di Isaac Asimov e Question and Answer di Poul Anderson, si svolgono su Troas, un mondo all'interno di M13. Nella serie di fantascienza Perry Rhodan, in M13 è localizzato Arkon, il pianeta natale della razza Arkonidi Curiosità Nel 1974 fu fatto un tentativo simbolico di inviare un messaggio verso altri mondi. Per celebrare un consistente ampliamento del radiotelescopio da 305 metri di Arecibo, un messaggio in codice di bit fu trasmesso verso M13. 15

16 (5) Costellazione di Boote Boote (in latino Boötes o Βοώτης in greco) è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, e anche una delle 88 costellazioni moderne. Nei suoi confini si trova la quarta stella più luminosa del cielo, Arturo (Arcturus). Costellazione Coordinate Nome Latino Bootes Ascensione Retta Genitivo Botis Declinazione Abbreviazione Boo Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Sciami Meteorici Bootidi di gennaio Bootidi di giugno Quadrantidi Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 15 h gradi quadrati 15 giugno ore21 Arturo Costellazioni Confinanti -0,04 In senso orario Cani da Caccia - Chioma di Berenice Corona Boreale - Dragone - Ercole 3 Serpente - Vergine - Orsa Maggiore 6 16

17 La costellazione si trova tra 0 e +60 di declinazione, 13 e 16 ore di ascensione retta sulla sfera celeste. Il nome di Arturo, la stella α di Boote, significa il conducente dell'orso. È una gigante rossa di magnitudine zero, ed è la quarta stella più brillante del cielo notturno. È uno dei vertici del Triangolo primaverile,, assieme a Spica, α Virginis e Denebola,β Leonis. Izar ε Boo, avendo una magnitudine apparente di 2,7, è la terza stella più brillante della costellazione. È in realtà una stella binaria con un compagno di magnitudine 5. Sciami meteorici Lo sciame meteorico delle Quadrantidi, che ha origine da questa costellazione, è così chiamato in onore della costellazione defunta Quadrans Muralis,, che è adesso una parte di Boötes. Mitologia Boote in piedi sul monte Menalo, una costellazione obsoleta. Oltre la sua testa c'è un'altra costellazione obsoleta, il Quadrante Murale. Da Uranographia di Johann Bode. 17

18 Nella leggenda questa costellazione è strettamente legata a quella dell'orsa Maggiore, Ursa Major, poiché è posizionata dietro alla coda dell'orsa. Non è certa l'origine del nome Bootes, ma con ogni probabilità viene da una parola greca che significa «rumoroso» o «clamoroso», con riferimento alle urla che il pastore rivolge alle sue bestie. Una spiegazione alternativa è quella che fa derivare il nome dal greco antico dove significava, colui che spinge avanti il bue, per il fatto che qualche volta l'orsa Maggiore era rappresentata come un carretto tirato da buoi. Ai Greci questa costellazione era anche nota come Arctophylax, tradotto sia come Sorvegliante dell'orso, che Custode dell'orso o Guardiano dell'orso. Secondo una storia che risale a Eratostene, la costellazione rappresenta Arcas, figlio del dio Zeus e di Callisto, figlia del Re di Arcadia, Licaone. Un giorno Zeus andò a pranzare da suo suocero Licaone, cosa alquanto insolita per un dio. Per accertarsi che l'ospite fosse veramente il grande Zeus, Licaone fece a pezzi Arcas e glielo servì in mezzo alle altri carni di una grigliata mista, qualcuno dice che l'impresa non fu compiuta da Licaone, ma dai suoi figli. Zeus riconobbe facilmente la carne di suo figlio. Assalito da irrefrenabile collera, capovolse la tavola, spargendo dappertutto i cibi del banchetto, uccise i figli del re con una folgore e trasformò Licaone in lupo. Poi raccolse i pezzi di Arcas, li rimise insieme e lo affidò alla Pleiade Maia perché lo allevasse. Nel frattempo, Callisto era stata trasformata in orsa, alcuni dicono a opera di Era, la moglie gelosa di Zeus, o da Zeus stesso per sottrarre la sua amante alla vendetta di Era, o persino da Artemide che volle punirla per la perdita della verginità. Qualunque sia la verità, quando Arcas si fu fatto un robusto adolescente s'imbatté in quest'orsa mentre era a caccia nei boschi. Callisto riconobbe suo figlio, e tentò di salutarlo calorosamente ma riuscì solo a ringhiare. Come era prevedibile, Arcas non scambiò quei grugniti per espressioni d'amore materno e cominciò a inseguire la bestia. Con Arcas alle calcagna, Callisto si rifugiò nel tempio di Zeus, un luogo proibito i cui profanatori venivano puniti con la morte. Per sottrarli a quel destino, Zeus afferrò Arcas e sua madre e li sistemò in cielo sottoforma delle costellazioni dell'orsa e del custode dell'orsa. Il poeta greco Arato di Soli descrisse Boote come un uomo che fa girare l'orsa attorno al polo. Più tardi gli astronomi gli donarono due cani, raffigurati nella costellazione vicina dei Cani da Caccia. Una seconda leggenda identifica Boote con Icario (da non confondere con Icaro, il figlio di Dedalo). Secondo questo racconto, che Igino narra per esteso in Astronomia Poetica (II.4), il dio Dioniso insegnò a Icaro a coltivare la vite e a fare il vino. Quando questo offrì ai pastori un po' di vino nuovo, essi si sentirono tanto male che i loro amici credettero fossero stati avvelenati e per vendicarsi uccisero Icario. Il cane di Icario, Maera, corse a casa ululando e guidò sua figlia Erigone nel luogo ove il suo corpo giaceva sotto a un albero. Per la disperazione, Erigone s'impiccò all'albero; anche il cane morì, di dolore o per annegamento. Zeus sistemò Icario in cielo come Boote, sua figlia Erigone divenne la costellazione della Vergine e il cane divenne il Cane Maggiore o Minore a seconda delle interpretazioni. Boote contiene la quarta stella dell'intero cielo in quanto a grandezza, Arturo, citata da Omero, Esiodo e Tolomeo. Il nome significa «guardia dell'orso» in greco. Germanico Cesare disse che Arturo «si trova là dove la tunica è allacciata con un nodo», ma Tolomeo la dislocò tra le cosce di Boote, che è dove l'hanno segnata i cartografi. Gli astronomi hanno scoperto che Arturo è una stella rossa gigante circa ventiquattro volte più grande del Sole, distante da noi trentasei anni luce. Oggetti del profondo cielo Nonostante le sue grandi dimensioni, entro i confini del Boote non ci sono oggetti non stellari notevoli in gran numero. È presente solo un ammasso globulare NGC 5466 abbastanza appariscente, più alcune galassie verso il confine con i Cani da Caccia. 18

19 (6) Costellazione Orsa Minore L'Orsa Minore (in latino Ursa Minor) è una costellazione del cielo settentrionale. È una delle 88 costellazioni moderne, ma era già tra le 48 costellazioni elencate da Tolomeo. È particolarmente nota perché al suo interno si trova il polo nord celeste, anche se la sua posizione è soggetta ad un continuo, lento spostamento a causa della precessione dell'asse di rotazione terrestre. Osservazione La Stella Polare si può trovare con facilità utilizzando le stelle del Grande Carro. L'Orsa Minore è individuabile con facilità, sia perché le sue stelle più brillanti sono di seconda magnitudine, sia perché, una volta individuato il Grande Carro, si può raggiungere la Stella Polare, la stella più luminosa dell'orsa Minore, utilizzando le due stelle più occidentali dell'asterismo dello stesso Grande Carro, vedi immagine. Dall'emisfero boreale è una costellazione circumpolare, ossia non tramonta mai, restando visibile in ogni periodo dell'anno; dall'emisfero australe invece è sempre invisibile, tranne che in prossimità dell'equatore eccetto la Stella Polare. 19

20 Costellazione Coordinate Nome Latino Ursa Minor Ascensione Retta 15 h Genitivo Ursae Minoris Declinazione + 70 Abbreviazione UMi Area Totale 256 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano giugno ore21 Stella Principale Stella Polare Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 2,02 In senso orario Dragone - Giraffa - Cefeo Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Mitologia Una delle compagne di Artemide, Callisto, perse la sua virginità con Zeus, che si era avvicinato sotto le mentite spoglie della stessa Artemide. e. Arrabbiata, Artemide la trasformò in un orso. Il figlio di Callisto, Arcas, quasi uccise la madre mentre stava cacciando, ma Zeus e Artemide lo fermarono e posero entrambi in cielo, come l'orsa Maggiore e l'orsa Minore. Era però non fu contenta del fatto che fossero stati assunti in cielo, e perciò chiese aiuto a Teti. Questa, una dea marina, rivolse alle costellazioni una maledizione perché essere fossero costrette a girare per sempre in tondo nel cielo, e a non riposarsi mai sotto l'orizzonte, spiegando così il fatto che queste costellazioni sono circumpolari. 20

21 Storia Si pensa che questa costellazione sia stata definita per la prima volta nel 600 a.c., dall'astronomo greco Talete, ed è stata sempre usata come guida dai marinai. In tempi antichi, l'orsa Minore era chiamata l'ala del Dragone, un nome ormai dimenticato. Per alcune culture l'orsa Minore era il Buco in cui l'asse della terra era infilato. Caratteristiche L'Orsa Minore contiene un asterismo chiamato colloquialmente piccolo carro, perché le sue stelle più brillanti formano un disegno simile a quello del Gran Carro nell'orsa Maggiore. La stella all'estremo del piccolo carro è la Stella Polare, che si trova in posizione quasi coincidente col polo nord celeste. Polaris (α Ursae Minoris, la Stella Polare) è la stella più luminosa e più nota della costellazione; si tratta di una stella gialla di magnitudine 1,97. La Polare può essere trovata seguendo una linea che parte dalle due stelle posteriori dell'orsa Maggiore e prolungandola di circa cinque volte la distanza fra loro. La stella è inoltre una variabile Cefeide, con oscillazioni minime; dista 431 anni luce. β Ursae Minoris (Kochab) è una stella di colore arancione, di magnitudine 2,07, che si trova in una posizione della costellazione opposta alla Stella Polare. La sua distanza è stimata sui 126 anni luce. γ Ursae Minoris (Pherkad) è una stella bianca di magnitudine 3,00, variabile Delta Scuti distante 480 anni luce. Oggetti del profondo cielo Non ci sono oggetti appartenenti alla Via Lattea, poiché il piano galattico passa distante dalla costellazione. Si possono dunque osservare solo galassie esterne, ma non ve n'è nessuna alla portata di piccoli strumenti. L'unico oggetto interessante è la Galassia Nana dell'orsa Minore, una galassia nana ellittica che orbita come satellite attorno alla nostra Via Lattea. 7) Costellazione Orsa Maggiore L'Orsa Maggiore (in latino Ursa Major) è una costellazione tipica dei cieli boreali; le sue sette stelle più luminose, raggruppate nel celeberrimo asterismo del Grande Carro, sono visibili per tutto l'anno nell'emisfero nord, e non tramontano mai a nord del 41 N. Il riferimento all'asterismo come un orso le quattro stelle orientali inseguito da tre cacciatori le tre di coda è probabilmente il più antico mito a cui l'umanità faccia ancora riferimento. In altre parti del mondo vengono usati nomi diversi: in Nord America è il grande mestolo, nel Regno Unito è l'aratro. 21

22 Costellazione Coordinate Nome Latino Ursa Major Ascensione Retta Genitivo Ursae Maioris Declinazione Abbreviazione UMa Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Sciami Meteorici Alpha Ursae maioridi Ursidi Leonidi - Ursidi Passa al meridiano 20 Aprile ore21 Stella Principale Dubhe (alfa Uma) Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 1,8 In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 10 h gradi quadrati Dragone - Giraffa - Lince Leone Minore - Leone - Chioma berenice 6 Cani da Caccia - Boote

23 Mitologia Orsa maggiore in un dipinto del 1825 Nella mitologia classica, una delle compagne di Artemide, Callisto, perse la sua verginità con Zeus, che si era avvicinato sotto le mentite spoglie della stessa Artemide. Arrabbiata, Artemide la trasformò in un orso. Il figlio di Callisto, Arcas, quasi uccise la madre mentre stava cacciando, ma Zeus e Artemide lo fermarono e posero entrambi in cielo, come l'orsa Maggiore e l'orsa Minore. Hera non era contenta del fatto che fossero stati assunti in cielo, e perciò chiese aiuto a Teti. Questa, una dea marina, rivolse alle costellazioni una maledizione perché esse fossero costrette a girare per sempre in tondo nel cielo, e a non riposarsi mai sotto l'orizzonte, spiegando così il fatto che queste costellazioni sono circumpolari. Al contrario, i Tuareg, che non conoscono orsi, vedono in essa una cammella, il cui collo si prolunga fino a raggiungere Arturo, che è compreso anch'esso nella costellazione. Questa cammella rappresenterebbe l'esito della trasformazione della mitica cammella Fakrou, uccisa da degli empi. L'Orsa Minore sarebbe invece un piccolo di cammello, tenuto legato ad un picchetto intorno al quale continuerebbe a girare la stella Polare. Da questa costellazione deriva inoltre il termine Settentrione, in quanto per i romani l'attuale costellazione dell'ursa Major era anche nota come "dei Septem Triones" (sette buoi da tiro), da cui il termine per indicare il Nord. 23

24 Storia L'Orsa Maggiore rasente l'orizzonte. L'identificazione delle 7 stelle principali con la figura di un orso è presente in diverse e distanti civiltà e, non avendo questo insieme di stelle alcuna particolare somiglianza con l'animale, una convergenza culturale casuale è altamente improbabile. Gli abitanti del Nord America condividevano questo mito prima dell'arrivo dei colonizzatori i europei, probabilmente portato con sé dai primi esseri umani che colonizzarono il continente anni fa. Molti studiosi considerano comunque questo mito ancora più antico, retrodatabile all'europa di trentamila anni fa, quando, come diversi ritrovamenti ti testimoniano, era diffuso un culto dell'orso.era una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. È sempre stata una delle costellazioni più conosciute, menzionata da poeti come Omero, Edmund Spenser, Shakespeare, Leopardi e Alfred Tennyson. Si trova inoltre nell'epica finnica Kalevala, ed è stata dipinta da Vincent Van Gogh. L'Orsa Maggiore, cara al poeta Gabriele d'annunzio, è raffigurata nell'emblema della Reggenza Italiana del Carnaro e nello stemma della Provincia di Fiume Caratteristiche Come trovare la Stella Polare 24

25 Le stelle del Grande Carro sono chiamate, in ordine da ovest ad est, Dubhe, Merak, Phecda, Megrez, Alioth, Mizar e Alkaid o Benetnasch, e sono state assegnate loro le lettere greche da α ad η (vedi nomenclatura di Bayer), nello stesso ordine. Mizar ha una stella compagna chiamata Alcor, appena visibile ad occhio nudo, che è un tradizionale test della vista. Entrambe le stelle sono in realtà doppie, e sono state, rispettivamente, la prima binaria visuale e la prima binaria spettroscopica scoperte. La Stella Polare può essere trovata disegnando una linea tra Dubhe e Merak, all'estremo del Gran Carro, e prolungandola di cinque volte. Altre stelle come Arturo, α Boötis e Spica, α Virginis, possono essere trovate prolungando invece il lato lungo. Nel 1869, Richard. A. Proctor notò che, eccetto per Dubhe e Alkaid, le stelle del Gran Carro hanno tutte lo stesso moto proprio, che le porta verso un punto comune del Sagittario. Questo gruppo, noto ora come Gruppo stellare dell'orsa Maggiore, Cr 285, del quale sono stati identificati alcuni altri membri, formava in passato un ammasso aperto. Da allora le stelle dell'ammasso si sono disperse in una regione di circa 30 per 18 anni luce, posta a circa 75 anni luce di distanza, che è quindi il più vicino oggetto simile ad un ammasso. Altre 100 stelle circa, inclusa Sirio, formano una corrente, che ha lo stesso moto proprio, ma la loro relazione con l'ex-ammasso non è chiara. Il nostro Sistema Solare si trova sul bordo esterno di questa corrente, ma non ne fa parte, avendo un'età 40 volte superiore. Oltre al Grande Carro, dalla cultura araba viene un altro asterismo: il salto della gazzella, una serie di tre paia di selle: ν e ξ Ursae Majoris, Alula Borealis e Australis, il primo salto; λ e μ Ursae Majoris, Tania Borealis e Australis, il secondo salto; ι e κ Ursae Majoris, Talitha Borealis e Australis, il terzo salto. Queste stelle si trovano lungo il bordo sudovest della costellazione, le zampe dell'orso. Stelle principali Alioth, ε Ursae Majoris è la stella principale della costellazione; di magnitudine 1,76 e dal colore bianco, è una delle stelle del Gruppo stellare dell'orsa Maggiore. Dubhe, α Ursae Majoris è una stella gialla di magnitudine 1,81; si trova a 124 anni luce da noi, ossia circa 50 anni luce oltre il Gruppo stellare dell'orsa Maggiore. Con Merak forma un asterismo noto come I Puntatori, in quanto utilizzato per trovare la Stella Polare. Alkaid, η Ursae Majoris è una stella azzurra di magnitudine 1,85, posta a 101 anni luce di distanza da noi, dunque circa 25 anni luce oltre il Gruppo; nonostante la sua vicinanza ad esso, si muove in direzione opposta, indicando che si tratta solo di una stella di passaggio. Mizar, ζ Ursae Majoris è una stella bianca di magnitudine 2,23; fa coppia con Alcor, in realtà solo apparentemente, essendo quest'ultima leggermente più lontana. Mizar è tuttavia essa stessa una stella multipla, con quattro componenti legate gravitazionalmente. Merak, β Ursae Majoris è una stella bianco-azzurra di magnitudine 2,34; è il secondo membro dell'asterismo dei Puntatori. Phecda, γ Ursae Majoris è una stella bianco-azzurra di magnitudine 2,41; nei suoi pressi si individua la galassia M

26 Tra le altre stelle, si segnala 47 Ursae Majoris, nota per avere un sistema planetario con tre pianeti confermati, 2,54 e 0,76 volte la massa di Giove. Lalande è la quarta stella più vicina alla Terra escluso il Sole. Megrez δ Ursae Majoris è la stella meno luminosa dell'asterismo del Grande Carro; ha magnitudine 3,32 ed è una stella di colore bianco. Oggetti del profondo cielo L'asterismo del Grande Carro, su cui si addensa un gran numero di oggetti celesti. La Galassia M101. La costellazione dell'orsa Maggiore giace lontano dalla Via Lattea e dai suoi ricchi campi stellari, dunque entro i suoi confini non sono visibili ammassi stellari. Nei pressi della stella Merak si trova una nebulosa planetaria, M97, nota come Nebulosa Civetta a causa delle due macchie scure sul suo disco, che somigliano agli occhi sgranati di una civetta. Innumerevoli sono invece le galassie osservabili entro i suoi confini; tra la più importanti, i, spicca la coppia formata da M81 una delle più 26

27 brillanti del cielo e M82, appartenenti al gruppo di galassie dell'orsa Maggiore, uno dei gruppo più vicini al nostro Gruppo Locale. Seguendo un facile asterismo che parte dalla stella Mizar, si raggiunge la galassia M101, anch'essa molto appariscente e vicina. Accanto alla stella Phecda, si individua la galassia spirale barrata M109; a breve distanza dalla stella Merak si osserva invece M108. Tra le altre galassie, è notevole specialmente NGC 3184, una galassia spirale dai bracci molto luminosi e con due grandi regioni HII al suo interno. Sono presenti infine anche due galassie nane satelliti della nostra Galassia: Ursa Major I e Ursa Major II. (8) Costellazione di Orione Orione o il Cacciatore (in latino Orion) è un'importante costellazione, forse la più conosciuta del cielo, grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all'equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del mondo. La costellazione consta di circa 130 stelle visibili ed è identificabile dall'allineamento di tre stelle che formano la cintura di Orione, queste tre stelle sono chiamate in diversi modi a seconda della tradizione: i Tre Re, i Re Magi, il rastrello, i tre mercanti, i bastoni. La sagoma dell'eroe è invece delineata da nove stelle. Orione si trova accanto al fiume Eridano, con i suoi due cani da caccia Canis Major e Canis Minor, combattendo contro il Toro. Anche un'altra sua preda, la Lepre, si trova vicino. Caratteristiche La costellazione di Orione è molto ricca di stelle brillanti e oggetti interessanti. Le stelle principali di Orione sono molto simili come età e caratteristiche fisiche, cosa che suggerisce che abbiano avuto un'origine comune Betelgeuse è un'eccezione a questa regola. In effetti, l'intera costellazione di Orione è la più vicina zona di formazione stellare, ed è stata a volte considerata per intero un'associazione OB, ossia un gruppo di stelle giovani e blu, estremamente luminose e caldissime. Queste sono le stelle principali: Rigel (β Orionis) è la stella più luminosa della costellazione (magnitudine 0,2). Situata all'altezza del ginocchio sinistro, è una supergigante blu estremamente calda e luminosa. Ha tre compagni, anch'essi molto difficili da vedere. Betelgeuse (α Orionis), di magnitudine 0,5: alla sua spalla destra, è un'enorme supergigante rossa, più grande dell'orbita di Venere. Se fosse messa al posto del Sole, i suoi strati più esterni sfiorerebbero la Terra. Il titolo di stella α le è stato dato in errore, perché Rigel è in realtà un poco più luminosa. E' una binaria spettroscopica con un periodo di 2,06 anni. In realtà una stella composta da sei componenti, ma i compagni della principale sono troppo deboli per esser visti facilmente. È uno dei vertici del Triangolo Invernale. La principale è una variabile semiregolare di tipo SRC. γ Orionis (Bellatrix), di magnitudine 1,7: «la donna guerriera» forma la sua spalla sinistra. δ Orionis, ε Orionis e ζ Orionis (Alnitak, Alnilam e Mintaka) compongono l'asterismo chiamato Cintura di Orione. Queste tre stelle brillanti messe in fila bastano da sole per identificare la costellazione. κ Orionis (Saiph) è una stella azzurra di magnitudine 2,0: si trova all'altezza del ginocchio destro di Orione. λ Orionis (Meissa) rappresenta la testa di Orione; si trova in direzione di un'associazione stellare nota come Collinder

28 Orione è molto utile per trovare altre stelle Orione è molto utile per trovare altre stelle. Estendendo la linea della Cintura verso sudovest, si può trovare Sirio α Canis Majoris; verso nordest, Aldebaran α Tauri. Una linea verso est che attraversa le due spalle indica la direzione di Procione α Canis Minoris. Una linea da Rigel verso Betelgeuse punta a Castore e Polluce, α e β Geminorum. Costellazione Coordinate Nome Latino Orion Ascensione Retta 5 h Genitivo Orionis Declinazione 5 Abbreviazione Ori Area Totale 594 Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Sciami Meteorici Orionidi Chi Orionidi Passa al meridiano 25 gennaio ore 21 Stella Principale Magnitudine apparente Rigel 0,12 Costellazioni Confinanti In senso orario Gemelli - Toro - Eridano Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Lepre - Unicorno 28

29 Mitologia In questa illustrazione, tratta da Uranographia di Johann Bode, Orione solleva il bastone e lo scudo per difendersi dalla carica del Toro sbuffante. La sua spalla destra è segnata dalla stella lucida Betelgeuse, e il suo piede sinistro da Rigel. Tre stelle in fila formano la sua cintura. 29

30 Orione è la più splendente delle costellazioni, caratteristica che ben si addice a un personaggio che secondo la leggenda fu il più imponente e il più bello degli uomini. La costellazione è messa in risalto dalle stelle brillanti Betelgeuse e Rigel, e ha tre stelle distintamente allineate che formano la cintura di Orione. Nessun'altra costellazione rappresenta più chiaramente la figura di un uomo, dice Germanico Cesare. Manilio la chiama dorato Orione e la più potente delle costellazioni, ed esagera la sua brillantezza dicendo che, quando Orione si leva, la notte simula la luminosità del giorno e ripiega le sue ali scure. Manilio descrive Orione che allunga le braccia su una vasta estensione di cielo e che si solleva verso le stelle con un passo altrettanto imponente. In effetti, Orione non è una costellazione molto grande, occupa solo il ventiseiesimo posto in quanto a dimensioni, è più piccola, per esempio, di Perseo secondo i confini moderni tra le costellazioni, ma la brillantezza delle sue stelle dà l'impressione che sia molto più grande. Orione è anche una delle costellazioni più antiche, essendo nota ai primi scrittori greci, quali Omero ed Esiodo. Persino nell'era spaziale Orione rimane uno dei pochi raggruppamenti stellari che i non astronomi riescono a riconoscere. In cielo Orione è raffigurato che affronta la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante, nonostante il mito di Orione non faccia nessun riferimento a un tale combattimento. in ogni caso, la costellazione nacque con i Sumeri, che videro in essa il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo. Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, che significa luce del cielo. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo. Gilgamesh era l'equivalente sumero di Eracle, il che ci porta a un altro rompicapo. Essendo il più grande eroe della mitologia greca, Eracle merita una costellazione della brillantezza di questa, ma in realtà gli è assegnata una zona di cielo molto più scura. È possibile, allora, che Orione in realtà altro non sia che Eracle sotto mentite spoglie? Potrebbe essere, se si pensa che una delle fatiche di Eracle fu quella di catturare il toro di Creta e che in cielo è raffigurato un combattimento tra Orione e il Toro. Tolomeo lo descrisse con un bastone e una pelle di leone, entrambi noti attributi di Eracle, e così è rappresentato nelle vecchie carte astrali. Ma, nonostante queste circostanze, nessun mitologo accenna a una possibile connessione fra questa costellazione ed Eracle. Secondo il mito, Orione era figlio di Poseidone, il dio del mare, ed Euriale, figlia del Re Minosse di Creta. Poseidone diede a Orione il potere di camminare sull'acqua. Omero nell'odissea descrive Orione come un gigantesco cacciatore, armato di un bastone indistruttibile di duro bronzo. In cielo i cani del cacciatore (le costellazioni del Cane Maggiore e del Cane Minore) lo seguono dappresso, all'inseguimento dellalepre. Sull'isola di Chio, Orione corteggiò Merope, figlia del Re Enopione, apparentemente senza successo, dato che una notte, reso spavaldo dal vino, cercò di violentarla. Per punirlo, Enopione lo fece accecare e lo bandì dall'isola. Orione si diresse a nord verso l'isola di Lemno dove Efesto aveva la sua fucina. Efesto s'impietosì alla vista di Orione cieco e gli offrì come compagno e guida uno dei suoi assistenti, Cedalione. Con il giovane sulle spalle, Orione si diresse a est verso il punto in cui sorgeva il sole, dove, a detta di un Oracolo, gli sarebbe stata restituita la vista. E infatti quando all'alba i raggi prodigiosi del Sole caddero su quegli occhi spenti, Orione miracolosamente ebbe resa la vista. In un mito celeste Orione è legato all'ammasso stellare delle Pleiadi del Toro. Le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante e Pleione. La storia che si racconta solitamente dice che Orione s'innamorò delle Pleiadi e le perseguitò con intenti amorosi. Ma secondo Igino, chi lui veramente voleva in realtà era la loro madre Pleione. Zeus agguantò tutto il gruppo e lo sistemò fra le stelle, dove Orione continua a incalzarlo ogni notte. Ci sono numerose e conflittuali storie sulla morte di Orione. Mitografi astronomi come Arato di Soli, Eratostene e Igino concordarono che vi fu implicato uno scorpione. Una versione, quella raccontata sia da Eratostene che da Igino, sostiene che Orione si vantasse di essere il più abile dei cacciatori. Egli disse ad Artemide, la dea della caccia, e alla madre di lei, Latona, che poteva uccidere qualsiasi bestia sulla Terra. La Terra fremette d'indignazione e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che punse a morte il gigante presentuoso. Arato, invece, dice che Orione tentò di rapire la vergine Artemide e che fu lei a causare la spaccatura della Terra dalla quale uscì lo scorpione. Ovidio ha ancora un'altra versione: dice che Orione fu ucciso nel tentativo di salvare Latona dallo scorpione. Anche la dislocazione è diversa. Eratostene e Igino dicono che la morte avvenne a Creta, ma Arato la fa accadere a Chio. In 30

31 entrambe le versioni il risultato fu che Orione e lo scorpione, la costellazione dello Scorpione, furono sistemati su lati opposti del cielo, in modo che mentre lo Scorpione sorge a est, Orione fugge sotto l'orizzonte a ovest. L'infelice Orione teme ancora di essere ferito dal pungiglione velenoso dello scorpione, notò Germanico Cesare. Una storia molto diversa, anche questa raccontata da Igino, è quella che Artemide amava Orione e stava seriamente prendendo in considerazione la possibilità di rinunciare al voto di castità per sposarlo. Essendo i più grandi cacciatori maschio e femmina, avrebbero formato una coppia formidabile. Ma ad Apollo, il fratello gemello di Artemide, l'accoppiamento non piacque. Un giorno, mentre Orione nuotava, Apollo finse di voler mettere alla prova l'abilità di Artemide al tiro con l'arco e la sfidò a colpire un piccolo oggetto nero che ballonzolava fra le onde. Artemide lo trafisse al primo colpo e rimase inorridita nello scoprire che aveva ucciso Orione. Affranta, lo pose fra le costellazioni. C'è una storia strana e persistente a proposito della nascita di Orione, che spiega la versione più antica del suo nome, Urione, ancora più vicina all'originale sumero URU AN-NA. Secondo questa storia a Tebe viveva un vecchio agricoltore di nome Irieo. Un giorno egli offrì ospitalità a tre stranieri di passaggio che, guarda caso, erano gli dei Zeus, Poseidone ed Ermete. Dopo che ebbero mangiato, i visitatori gli chiesero se ci fosse qualcosa che desiderasse. Il vecchio confessò che gli sarebbe piaciuto avere un figlio e i tre dèi gli promisero di appagare il suo desiderio. Si misero tutti e tre in piedi davanti alla pelle del bue che avevano appena consumato e vi urinarono sopra, poi dissero a Irieo di seppellirla. Da quella, a tempo debito, nacque un bambino che Irieo chiamò Urione dato il modo in cui era stato concepito. Orione è una delle poche costellazioni in cui la stella Alfa non è la più brillante. La stella più brillante di Orione è infatti Beta di Orione, chiamata Rigel dall'arabo rijl che significa «piede», dato che Tolomeo la descrisse come quella che segnava il punto del piede sinistro di Orione. Rigel è una stella supergigante brillante blu-bianca. Alfa di Orione si chiama Betelgeuse, uno dei nomi di stelle più famoso ma frainteso. Viene dall'arabo yad al-jauza, spesso erroneamente tradotto come ascella di quello centrale. In effetti significa mano di al-jauza. Chi o cosa era al-jauza? È il nome che gli Arabi diedero alla figura della costellazione che essi vedevano in questa zona, probabilmente una figura femminile che includeva le stelle sia di Orione che dei Gemelli. La parola al-jauza apparentemente viene dall'arabo jwz che significa mezzo, quindi la migliore traduzione che i commentatori moderni possono offrire è che al-jauza significhi qualcosa di simile a quella femmina in mezzo. Il riferimento al mezzo può avere a che fare con il fatto che la costellazione si trovi a cavallo dell'equatore celeste. Da come la descrisse Tolomeo nel suo Almagest, Betelgeuse rappresenta la spalla destra di Orione. I Greci non diedero un nome né a Rigel né a Betelgeuse, cosa che sorprende data la brillantezza delle due stelle. Betelgeuse è una stella rossa supergigante, il cui diametro supera di parecchie centinaia di volte quello del Sole, così grande che si espande e si contrae, cambiando leggermente di brillantezza in questo procedimento. La spalla sinistra di Orione è segnata da Gamma di Orione, nota come Bellatrix, un nome latino che significa la guerriera. La stella che segna il ginocchio destro del cacciatore, Kappa di Orione, si chiama Saiph. Questo nome viene dall'arabo spada e chiaramente è attribuito erroneamente. Le tre stelle che formano la cintura - Zeta, Epsilon e Delta di Orione - si chiamano Alnitak, Alnilam e Mintaka. Sia Alnitak che Mintaka vengono dalla parola araba che significa cintura o guaina. Alnilam viene sempre dall'arabo e significa il filo di perle, un altro riferimento alla cintura di Orione. Sotto alla cintura c'è una macchia nebbiosa che segna la spada del gigante. Questa è la dislocazione della Nebulosa di Orione, uno degli oggetti celesti più fotografati, una massa di gas da cui nasce in continuazione un ammasso di stelle. Il gas della Nebulosa brilla della luce delle stelle che man mano le si formano dentro; nelle notti chiare è visibile a occhio nudo. 31

32 Storia Molte antiche civiltà riconobbero la costellazione di Orione nel suo complesso, anche se con immagini diverse. Gli antichi Sumeri vedevano queste stelle come una pecora. Il nome Betelgeuse significa letteralmente «l'ascella»; nel caso dei Sumeri era l'ascella della pecora. Nell'antica Cina, Orione era uno dei 28 Xiu ( 宿 ) zodiacali. Conosciuta come Shen ( 參 ), che significa «tre», era probabilmente chiamata così a causa delle tre stelle nella Cintura di Orione. Gli Egizi consideravano queste stelle come un tributo al dio della luce, Osiride, e secondo un'ipotesi le piramidi di Giza sono state costruite seguendo l'allineamento delle tre stelle della Cintura di Orione. «La cintura e la spada» di Orione sono spesso menzionate nella letteratura antica e moderna, e sono state anche stampate sulle insegne della 27esima divisione della United States Army, l'esercito statunitense. Oggetti del profondo cielo. La costellazione di Orione visibile M42 nella spada Appesa alla Cintura di Orione c'è la sua spada, che consiste delle stelle multiple θ 1 e θ 2 Orionis, chiamate il Trapezio, e la vicina Nebulosa di Orione M42. La nebulosa è un oggetto spettacolare, che già ad occhio nudo può essere distinta come ben diversa da una stella. Tuttavia per poterla individuare a volte è opportuno guardare un punto del cielo vicino a dove se ne suppone la presenza per farla «saltare» all'occhio immediatamente. Con un telescopio o meglio ancora un binocolo si possono osservare le sue nubi di gas luminosi, le stelle giovani e le nubi di polvere che la compongono. La nebulosa M43 fa parte di questo insieme. Nelle vicinanze dell'asterismo di Orione, nei pressi di ζ Orionis, si trova una nebulosa oscura, scoperta nel 1655, non visibile ad occhio nudo, con un diametro di circa anni luce: la Nebulosa Testa di Cavallo IC 434. Oltre a questi oggetti famosi, la costellazione è ricca di piccole nebulose, tra le quali spicca M78, pochi gradi ad est della Cintura. Tutto intorno all'asterismo si estende infine un grandissimo anello di nebulosità, noto come l'anello di Barnard. 32

33 (9) Costellazione del Cane Maggiore Il Cane Maggiore (in latino Canis Major) è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 costellazioni moderne. Secondo il mito rappresenta uno dei cani che seguono il cacciatore Orione, il quale ha una costellazione a lui dedicata, Orione, assieme al Cane Minore. Il Cane Maggiore contiene due stelle da primato: Sirio, la più luminosa del cielo notturno, che fa anche parte del Triangolo Invernale e VY Canis Majoris la più grande finora conosciuta. Individuazione Prolungando la linea della cintura di Orione si può individuare Sirio. Il Cane Maggiore è visibile nel cielo serale nei mesi compresi fra dicembre e aprile, coincidenti nell'emisfero boreale al periodo dell'inverno e dell'autunno; pur non essendo una costellazione molto estesa (ricopre solo 380 gradi quadrati di volta celeste), la sua individuazione in cielo è abbastanza semplice, grazie alla presenza della brillante stella Sirio, che rappresenta il naso o la bocca del cane. Per individuare Sirio, qualora la sua elevata luminosità non fosse sufficiente, si può sfruttare un asterismo molto noto e immediatamente riconoscibile: la Cintura di Orione. Prolungando verso sud-est la linea ideale che unisce le tre stelle e della cintura si incontra Sirio; la stella è inoltre riconoscibile perché costituisce il vertice meridionale di un altro grande asterismo, noto nell'emisfero boreale col nome di Triangolo invernale, formato, oltre a Sirio, dalle brillanti stelle Procione α Canis Minoris e Betelgeuse, la rossa α Orionis. Il resto della costellazione si estende a sud di Sirio, seguendo parallelamente la linea della Via Lattea australe, fino agli oltre 30 di declinazione sud. 33

34 Costellazione Coordinate Nome Latino Canis Major Ascensione Retta Genitivo Canis Majoris Declinazione Abbreviazione CMa Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Febbraio Sirio -1,46 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < h Gradi quadrati Unicorno - Lepre - Colomba - Poppa 34

35 Mitologia Il Cane Maggiore, con Sirio che ne segna il muso, in Uranographia di Johann Bode. Il Cane Maggiore è dominato dalla stella Sirio, anche chiamata la Stella del Cane, la stella più brillante di tutto il firmamento, quasi sicuramente la sola a formare la costellazione all'inizio. Arato di Soli si riferì al Cane Maggiore come al cane da guardia di Orione, che seguiva dappresso il suo padrone, ritto sulle zampe anteriori, con Sirio racchiusa tra le sue ganasce. Manilio la chiamò «il cane dal muso adirato». Sembra che il Cane Maggiore attraversi il cielo all'inseguimento della lepre, rappresentata appunto dalla costellazione della Lepre che sta sotto ai piedi di Orione. Gli studiosi di miti come Eratostenetene e Igino dicevano che la costellazione rappresentava Lelapo, un cane tanto veloce che nessuna preda riusciva a sfuggirgli. Questo cane ebbe un lungo elenco di proprietari, una dei quali fu Procri, figlia del Re Eretteo di Atene e moglie di Cefalo, ma i resoconti di come sia venuta in possesso dell'animale non sono unanimi. Secondo una versione il cane le fu dato da Artemide, dea della caccia; ma una storia più verosimile dice che Lelapo è il cane dato da Zeus a Europa e dal cui figlio Minosse, Re di Creta, fu passato a Procri. Insieme al cane le fu dato un giavellotto che non mancava mai il bersaglio; questo si dimostrò un regalo sfortunato, poiché fu con esso che il marito Cefalo l'uccise accidentalmente durante una partita di caccia. Cefalo ereditò il cane e se lo portò dietro a Tebe, nella Beozia, a nord di Atene dove una volpe malvagia stava devastando la campagna. La volpe era tanto veloce da apparire destinata a non essere mai catturata. Tuttavia il cane da caccia Lelapo era destinato ad acchiappare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Scattarono tanto veloci che era difficile persino seguirli con gli occhi. Ci fu un attimo in cui sembrò che il cane fosse riuscito a stringere la sua preda fra le ganasce, ma se le ritrovò piene d'aria mentre la volpe riprendeva a correre con rinnovata energia. Era un paradosso senza possibilità di soluzione e allora Zeus tramutò entrambi in pietre, e sistemò il cane in cielo come il Cane Maggiore, senza la volpe. Il nome Sirio viene dalla parola greca seirus che significa che fa appassire o che inaridisce, molto appropriato per una cosa così splendente. Ai tempi dei Greci il suo sorgere all'alba proprio prima del Sole segnava l'inizio della parte più calda dell'estate, un periodo che da allora si chiamò Giorni del Cane, giorni canicolari. Abbaiando lancia fiamme e raddoppia il caldo ardente del Sole disse Manilio, esprimendo l'opinione dei Greci e dei Romani che quella stella fosse portatrice di gran caldo. Lo scrittore dell'antica Grecia Esiodo parlò di teste e membra essiccate da Sirio, e Virgilio nelle Georgiche disse «la torrida Stella del Cane spacca i campi».germanico Cesare 35

36 sottolineò chiaramente cosa ci si doveva aspettare quando Sirio sorgeva insieme al Sole. Rafforza i raccolti sani, ma uccide quelli dalle foglie aggrinzite o dalle radici deboli. Questa descrizione del colore di Sirio è in contrasto con quella di Tolomeo che la descrisse rossastra, contrasto questo che ha dato origine a diverse congetture. Stelle principali Da questa ripresa del Telescopio spaziale Hubble si notano Sirio e, più piccola a sinistra, Sirio B Sirio (α Canis Majoris) è la stella più importante della costellazione, nonché la più luminosa di tutto il cielo: ha una magnitudine apparente di -1,46 ed è anche una delle stelle più vicine (8,8 anni luce dal Sole). La sua gelida luce bianco-azzurra risplende nelle notti invernali, vicino ad altre stelle dal colore simile, quasi a formare quella che fu definita da Nicolas Louis de Lacaille, una raccolta di diamanti celesti che brillano in cielo sfavillando nelle notti più terse. I più potenti telescopi mostrano che vicino a Sirio è posta una stellina molto più debole magnitudine 8,7, tanto da essere difficilmente percepibile nel bagliore dell'ingombrante compagna. Questa stellina, chiamata Sirio B, è stata una delle prime nane bianche ad essere scoperte. Secondo la tradizione, fu il figlio dell'ottico Clark a vederla per prima nel 1862, puntando uno strumento appena costruito dal padre verso Sirio. L'esistenza di Sirio B, tuttavia, era già stata prevista teoricamente, dal momento che Sirio si sposta in cielo oscillando regolarmente con un periodo di 50 anni. Tali oscillazioni venivano spiegate supponendo che esistesse un corpo orbitante attorno alla stella: Sirio B è proprio il corpo responsabile di questo movimento. Mirzam (β Canis Majoris), di magnitudine 2, il cui nome significa l'annunciatore, poiché al levarsi della costellazione precede la più luminosa Sirio. Mirzam è una stella blu caldissima, la cui luminosità oscilla in modo impercettibile per l'occhio umano, tra magnitudine 1,99 e 2,01, in un periodo brevissimo: 1 ora. Rispetto a Sirio è molto più lontana, essendo posta a 550 anni luce, ma rispetto a questa ha una magnitudine assoluta molto più elevata: se Sirio e Mirzam fossero poste alla stessa distanza, quest'ultima sarebbe ben più luminosa. Adhara (ε Canis Majoris) di magnitudine 1,5, il cui nome significa le vergini, è una luminosissima supergigante blu, che possiede una compagna di magnitudine 7,8 la cui visibilità è ostacolata dalla luminosità della componente principale. Tuttavia, la coppia può essere risolta con uno strumento di 75 mm di diametro. Inoltre, la stella varia leggermente tra le magnitudini 1,49 e 1,53. Queste leggerissime oscillazioni di magnitudine sono ancora un mistero per gli astronomi ma si pensa che Adhara potrebbe avere una terza, debolissima compagna, causa di quelle oscillazioni. A dare grattacapi agli studiosi non è tanto la variazione di luminosità, ma il periodo: cinque settimane, periodo decisamente troppo lungo. 36

37 Stelle doppie Un'interessante binaria è Zeta (ζ), chiamata anche Furud. Vista ad occhio nudo, rivela una magnitudine pari a 3 ma osservata con un binocolo od un modesto telescopio, si scopre una piccola compagna, di magnitudine intorno alla settima. Il sistema è posto a 336 anni luce dalla Terra e l'orbita delle due stelle l'una intorno all'altra è di poco superiore ai due anni. Invece, la coppia formata da Omicron 1 ed Omicron2 è solo apparente, essendo la seconda, che tra l'altro è una delle stelle con la magnitudine assoluta più alta, molto più distante. Due sistemi doppi ed una stella singola portano il nome Nu. Nu1, lontana 277 a.l., è una gigante gialla di magnitudine 5,7 con una piccola stella gialla simile al Sole di magnitudine 7,7. Simile è Nu2, 65 anni luce, però molto più luminosa, magnitudine 4. Nu3 è una gigante arancione di magnitudine 4,4 con una piccola compagna di ottava magnitudine. Anche Xi è una coppia apparente. Xi1 è una sub gigante blu distante 2050 anni luce e di magnitudine 4,3, mentre Xi2 è una nana rossa di sequenza principale che ha una magnitudine di 4,6 cui la relativa vicinanza, 410 anni luce, contribuisce non poco. Altre stelle Tra le altre stelle del Cane Maggiore, pare che Gamma (γ), di magnitudine 4,1, chiamata Muliphein, abbia cambiato luminosità nel corso dei secoli, attraversando periodi in cui era ben più luminosa di oggi, mentre in altri tempi pare si sia resa addirittura invisibile all'occhio umano. Stelle variabili Confronto tra il Sole e VY Canis Majoris, la più grande stella conosciuta Anche Iota, gigante blu distante 3100 anni luce, varia leggermente la propria luminosità, tra 4,36 e 4,4. Wezen (δ) è una supergigante bianca, che ha una magnitudine di 1,8, ma non grandi attrattive al di fuori del fatto di essere una stella variabile, cosi come Eta (η) o Aludra. Omega appartiene ad una classe di variabili (le variabili Gamma Cassiopeiae) poco comune. Varia tra magnitudine 3,6 e 4,2 in un giorno. La già citata VY Canis Majoris è la stella più grande conosciuta: larga 2100 volte il Sole, se sostituito alla nostra stella i suoi strati arriverebbero a Saturno. 37

38 Nel Cane Maggiore ci sono alcune stelle variabili interessanti, tutte portanti identificate con la Nomenclatura di Flamsteed. 10 Canis Majoris è una Variabile Gamma Cassiopeiae che varia tra magnitudine 5,1 e 5,4. 12 Canis Majoris appartiene alla classe di variabili che ha capo a Cor Caroli, Alfa del Cane da Caccia. Varia tra 6 e 6,1, 27 Canis Majoris è una binaria spettroscopica formata da due variabili, la prima che pulsa tra magnitudine 4,5 e 4,7, la seconda tra 5,3 e 5,45. Oggetti del profondo cielo L'ammasso aperto M41 Essendo posto in una porzione di cielo vicina alla Via Lattea, il Cane Maggiore è abbastanza ricco di oggetti del profondo cielo. Sebbene non abbondino gli oggetti galattici particolarmente luminosi, entro i confini della costellazione si trovano due ammassi aperti degni di nota, facilmente osservabili anche con telescopi amatoriali: sono gli ammassi aperti M41 e NGC 2362; il primo è talmente luminoso che in condizioni favorevoli, cioè in notti limpide e senza Luna, e osservato lontano da aree afflitte da inquinamento luminoso, può essere osservato ad occhio nudo; pare infatti che fosse già noto nell'antichità diversi secoli prima dell'invenzione del telescopio. Esso è composto da circa 100 stelle, poste a più di 2000 anni luce dalla Terra. Ha una magnitudine di 4,5. NGC 2362 necessita invece di un telescopio per essere scorto; lo si rintraccia con facilità intorno alla stella Tau, che è forse parte dell'ammasso. Meno ricco di M41, è formato da circa 50 stelle a 5000 anni luce da noi. Ha una magnitudine intorno alla 4. Fra gli altri ammassi aperti vi sono NGC 2384, posto a 6500 anni luce dal nostro pianeta, vagamente simile ad una farfalla, alla portata di un binocolo; NGC 2360 è invece di decima magnitudine ed è visibile con un piccolo telescopio. NGC 2354, distante 6000 anni luce e composto di stelle con magnitudine intorno alla nona, si vede facilmente con un binocolo di media grandezza. Fra le nebulose, l'unica alla portata di telescopi amatoriali è la piccola NGC 2359, nebulosa diffusa a forma di Q, che in fotografie ottenute dopo una lunga posa appare assai bella. Nel sud della costellazione si può osservare una regione della nostra Galassia in cui la formazione stellare è molto intensa, il vasto complesso nebuloso molecolare di Sh

39 Collisione tra NGC 2207 e IC 2163 Fra le galassie, spiccano le due galassie interagenti NGC 2207 e IC 2163, non tanto per la loro luminosità, quanto per il fatto che stanno subendo una reciproca fusione, che potrebbe portare alla nascita di una sola galassia ellittica. Le altre due galassie maggiormente degne di nota di questa costellazione sono NGC 2217 e NGC 2280, l'una spirale barrata, l'altra spirale semplice. NGC 2217 dista circa 60 milioni di anni luce e ha 10,4 come magnitudine apparente. Si trova presso la stella ζ. NGC 2280 è molo più vicina (32 milioni di anni luce), è vicina alla stella ε ed ha una magnitudine pressoché uguale alla precedente. Inoltre, nella costellazione, è presente la galassia satellite più vicina alla Via Lattea: la Galassia Nana Ellittica del Cane Maggiore, distante anni luce dalla nostra galassia, e membro anch'essa del Gruppo Locale. (10) Costellazione del Cane Minore Il Cane Minore (in latino Canis Minor) è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 costellazioni moderne. Rappresenta uno dei cani che seguono Orione, il cacciatore. 39

40 Costellazione Coordinate Nome Latino Canis Minor Ascensione Retta Genitivo Canis Minoris Declinazione Abbreviazione CMi Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Cani-Minoridi Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Marzo Procione 0,38 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 2 8 h Gradi quadrati Gemelli - Unicorno - Idra - Cancro 40

41 Mitologia Il Cane Minore in Uranographia di Johann Bode. Sul suo corpo c'è la stella brillante Procione. Questa costellazione una volta era formata solo dalla sua stella più brillante, Procione, che in greco significa «prima del cane» per il fatto che sorge prima dell'altro cane celeste, il Cane Maggiore. È una costellazione piccola dal contenuto poco interessante, a parte Procione, una stella bianca, 11,3 anni luce distante, l'ottava stella del cielo in quanto a grandezza. Il Cane Minore è solitamente identificato con uno dei cani di Orione. Ma secondo un'antica leggenda originaria dell'attica la regione intorno ad Atene, raccontata dal mitografo Igino, la costellazione rappresenta Maera, il cane di Icaro, l'uomo cui il dio Dioniso insegnò per primo a fare il vino. Quando Icaro lo fece assaggiare ad alcuni pastori, essi si si ubriacarono quasi immediatamente. Credendo che Icaro li avesse avvelenati, lo uccisero. Il cane Maera corse ululando dalla figlia di Icaro, Erigone, la prese le vesti tra i denti e la tirò fino al luogo dove giaceva il padre morto. Sia Erigone che il cane si suicidarono accanto al corpo di Icaro. Zeus pose le loro immagini fra le stelle a memoria dell'evento sfortunato. Per riparare al loro tragico errore, le genti di Atene istituirono una celebrazione annuale in onore di Icaro e di Erigone. In questa storia, Icaro si identifica con la costellazione di Boote, Erigone con quella della Vergine e Maera è il Cane Minore. Secondo Igino, gli assassini di Icaro fuggirono nell'isola di Cea, al largo dell'attica, ma furono perseguitati a causa della loro cattiva azione. L'isola fu afflitta dalla carestia e dalle malattie, attribuite nella leggenda all'effetto essiccante della Stella del Cane qui Procione sembra sia confusa con la stella del Cane Maggiore, Sirio. Il Re dell'isola, Aristeo, figlio del dio Apollo, chiese consiglio al padre che gli disse di chiedere aiuto a Zeus. Zeus gli mandò i venti Etesii, che soffiano ogni anno per quaranta giorni dal momento in cui sorge la Stella del Cane, per raffreddare la Grecia e le isole che la circondano durante la calura estiva. In seguito, i sacerdoti di Cea istituirono la pratica di sacrifici annuali agli dèi prima del sorgere della Stella del Cane. Procione è particolarmente interessante per gli astronomi perché si accompagna a una stella piccola, calda, una nana bianca che le orbita intorno ogni quarant'anni. Casualmente anche l'altra stella del Cane, Sirio, ha come compagna una di queste stelle nane bianche, piccole e molto dense. 41

42 Caratteristiche Il Cane Minore è una piccola costellazione che consiste principalmente di due stelle, Procione α Canis Minoris, magnitudine apparente 0,38 e Gomeisa β Canis Minoris, 2,9. Procione è l'ottava stella più luminosa del cielo notturno, e fa parte del Triangolo Invernale. Procione significa prima del cane in Greco, perché sorge prima della Stella del Cane, Sirio, che fa parte del Canis Major. (11) Costellazione Idra L'Idra (in latino Hydra, abbreviazione Hya) è la più estesa delle 88 moderne costellazioni, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Con un'estensione di ben 1303 gradi quadrati, copre il 3,16% della volta celeste. Non va confusa con l'idra Maschio Hydrus, che ha un nome molto simile. Caratteristiche La costellazione si snoda parallelamente alla scia della Via Lattea, ma sempre ad una certa distanza da essa; nonostante la sua grandezza, contiene solo una stella ragionevolmente luminosa Alphard, α Hya; gran parte della costellazione infatti giace in aree buie, prive di stelle di una certa entità. Il periodo adatto all'osservazione ricade fra i mesi di marzo e giugno, ossia quando è visibile per intero; essendo inoltre una costellazione contenuta quasi interamente nell'emisfero australe, alle latitudine settentrionali si presenta sempre piuttosto bassa sull'orizzonte. Stelle principali α Hydrae (Alphard), è una gigante arancione di magnitudine 1,99, a 177 anni luce di distanza. Il nome Alphard deriva dall'arabo e significa la solitaria. Il nome le si addice in quanto è l'unica stella dell'intera costellazione più luminosa della terza grandezza, nonché l'unica stella effettivamente brillante in quell'area di cielo. γ Hydrae (Dhanab al Shuja) è una stella gialla di magnitudine 2,99, visibile a sud della Vergine; dista da noi 132 anni luce. ζ Hydrae (Hydrobius) è una stella gialla di magnitudine 3,11, distante 151 anni luce; fa parte del gruppo di stelle della "Testa", a sud del Cancro. ν Hydrae (Sherasiph) è una stella arancione di magnitudine 3,11, distante 138 anni luce; si individua molto vicino alla figura del Cratere. 42

43 ε Hydrae è una stella doppia. È necessario un telescopio di media apertura per risolverne le due vicine componenti, di magnitudine 3.4 e 6.5, con periodo orbitale di circa 900 anni. Si trovano a circa 135 anni luce dal Sole. R Hydrae è una gigante rossa variabile di tipo Mira che oscilla tra le magnitudini 3 e 11 in 13 mesi circa. U Hydrae è una gigante rossa variabile la cui luminosità varia tra le magnitudini 3 e 6 con scarsa regolarità, a seconda delle pulsazioni radiali della stella. Si trova a 530 anni luce da noi. 2M1207 è una nana bruna intorno alla quale è stato osservato per la prima volta un pianeta extrasolare dalla terra, 2M1207b. Costellazione Coordinate Nome Latino Hydra Ascensione Retta Genitivo Hydrae Declinazione Abbreviazione Hya Area Totale 1303 Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Giugno Alphard 1,98 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Sestante - Cratere - Corvo - Vergine Bilancia - Lupo - Centauro 2 Macchina Pneumatica - Bussola 122 Poppa - Cancro 43

44 Mitologia L'Idra Femmina serpeggia fra le pagine dell'atlas Coelestis di John Flamsteed. Alle sue spalle ci sono il Corvo e il Cratere, che fanno parte del suo stesso mito. L'Idra Femmina è la più grande delle ottantotto costellazioni, e si snoda per un quarto di cielo. Ha la testa a sud della costellazione del Cancro, mentre la punta della coda si trova fra la Bilancia e il Centauro. Però, nonostante le sue dimensioni, non ha nulla di notevole. L'unica stella degna di nota è di II grandezza, Alphard, un termine di origine araba, al-fard, che significa la solitaria. L'idra compare in due leggende. La prima e la più nota è quella in cui si racconta dell'idra Femmina come della creatura che Eracle combatté e uccise nella seconda delle sue famose fatiche. L'Idra Femmina, una bestia dalle molte teste, era figlia del mostro Tefeo e di Echidna, una creatura metà donna e metà serpente. Era quindi consanguinea del dragone posto a guardia delle mele d'oro e ricordato nella costellazione del Dragone. Si ritiene che le teste dell'idra fossero nove, e che quella posta in mezzo fosse immortale. In cielo, tuttavia, è raffigurata con una sola testa - forse quella immortale. L'Idra viveva in una palude vicino alla città di Lerna e da quella di tanto in tanto faceva delle sortite nelle pianure vicine, per divorare bestiame e devastare le campagne. Sia il fiato che l'odore che si lasciava dietro erano ritenuti talmente velenosi che chiunque li respirasse moriva tra atroci sofferenze. Eracle raggiunse il nascondiglio dell'idra sul suo carro e lo colpì con frecce infuocate per costringerla a uscire allo scoperto, dove l'affrontò. L'Idra gli si avvolse intorno a una gamba; con il bastone Eracle le sfondò le teste, che però, appena distrutte, ricrescevano immediatamente in numero doppio. Ad accrescere le preoccupazioni dell'eroe, un granchio saltò fuori dalla palude e l'attaccò al piede che aveva libero, ma Eracle lo schiacciò uccidendolo. Il granchio è commemorato nella costellazione del Cancro. Eracle chiese aiuto al suo cocchiere Iolao, che bruciò il moncone di ciascuna testa non appena Eracle la mozzava per evitare che ne crescessero altre al suo posto. Alla fine Eracle tagliò la testa immortale dell'idra e la seppellì sotto una pietra enorme al lato della 44

45 strada. Tagliò per lungo il corpo della bestia e immerse le sue frecce in quel fiele velenoso. Una seconda leggenda associa l'idra Femmina alla costellazione del Corvo e del Cratere, Tazza, che si trova alle sue spalle. Secondo questa storia, il corvo fu mandato da Apollo a prendere acqua con la tazza, ma quello si attardò a mangiare fichi. Quando finalmente ritornò da Apollo diede la colpa del suo ritardo all'idra che, a sentire lui, aveva bloccato la sorgente. Ma Apollo sapeva che il corvo stava mentendo, e lo punì piazzandolo in cielo in una posizione in cui l'idra gli impedisce per l'eternità di bere dalla tazza. Oggetti del profondo cielo La nebulosa planetaria NGC 3242, nota anche come Il fantasma di Giove. La costellazione si trova in un'area priva di oggetti di una certa importanza; gli oggetti brillanti sono pochi e molto distanti fra di loro. Tra gli ammassi aperti si nota M48, appena visibile ad occhio nudo in condizioni di cielo terso e cristallino, ma più facile da identificare con un binocolo o in un telescopio a largo campo. Appare più esteso della Luna piena, e si trova a 200 anni luce dal Sole. Tra gli ammassi globulari, l'unico presente è M68, pochi gradi a sud delle stelle del Corvo; è un ammasso poco concentrato, distante anni luce. NGC 3242 detta Il fantasma di Giove è una nebulosa planetaria, visibile in un piccolo telescopio sotto forma di un disco bluastro simile a un pianeta, da cui il nome. Tra le galassie, spicca M83, una galassia a spirale che ci appare di fronte, cosicché i bracci sono ben visibili al telescopio o in fotografia. Se osservata in un piccolo telescopio appare come una macchiolina tonda. 45

46 (12) Costellazione Idra (maschio) L'Idra Maschio, o Serpente di mare (in latino Hydrus), è una costellazione meridionale minore, introdotta da Johann Bayer nel suo Uranometria del Da non confondere con la più famosa Idra. Caratteristiche Si estende a sud della brillante Achernar (α Eridani), e viene a trovarsi perfettamente in mezzo tra la Grande e la Piccola Nube di Magellano. Appare come un triangolo formato dalle stelle α Hydri, β Hydri e γ Hydri, tutte di magnitudine 3, ma la costellazione è priva sia di altre stelle appariscenti, sia di oggetti non stellari notevoli. La stella α è la più settentrionale delle tre e si individua facilmente pochi gradi a SE di Achernar. Il periodo più indicato per l'osservazione è quello dei mesi di novembre-gennaio, ma tenendo conto che si tratta di una costellazione molto prossima al polo sud celeste, si presenta circumpolare da gran parte delle regioni in cui può essere osservata, ossia dall'emisfero australe; da quello boreale è visibile per intero solo a pochi gradi dall'equatore. Costellazione Coordinate Nome Latino Hydrus Ascensione Retta Genitivo Hydri Declinazione Abbreviazione Hyi Area Totale 243 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Nessuno Latitudine minima Latitudine massima -90 Passa al meridiano Dicembre Stella Principale Beta Hyi Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 2,8 In senso orario Tucano - Ottante - Mensa Altre Stelle Dorado - Reticolo Magnitudine <3 20 Orologio - Eridano Magnitudine <6 6 46

47 Stelle principali β Hydri è una stella gialla di magnitudine 2,82; trovandosi ad una distanza di soli 24 anni luce, è una delle stelle più vicine a noi. È anche il vertice meridionale del triangolo della costellazione. α Hydri è una stella bianco-gialla di magnitudine 2,86; dista 71 anni luce. γ Hydri è una stella gigante rossa di magnitudine 3,26; dista 214 anni luce. Tra le altre stelle, sono da segnalare η 2 Hydri e GJ 3021, entrambe con un sistema planetario. Oggetti del profondo cielo la costellazione è priva di oggetti non stellari di una certa importanza; l'oggetto più brillante è NGC 1466, un ammasso globulare appartenente alla Grande Nube di Magellano, noto per le stelle variabili in esso scoperte. 47

48 (13) Costellazione di Cassiopea Cassiopea (in latino Cassiopeia) ) è una costellazione settentrionale, raffigurante Cassiopea, la leggendaria regina di Etiopia. È una delle 88 costellazioni moderne, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Se osservassimo il Sole da Alfa Centauri, la stella più vicina, esso apparirebbe in Cassiopea. Costellazione Coordinate Nome Latino Cassiopeia Ascensione Retta 1 h Genitivo Cassiopeiae Declinazione 60 Abbreviazione Cas Area Totale 598 Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Novembre Stella Principale Magnitudine apparente Shedir 2,23 Costellazioni Confinanti In senso orario Giraffa - Cefeo - Lucertola Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Andromeda - Perseo 48

49 Mitologia Cassiopea, la regina vanitosa accomodata sul suo trono, in Atlas Coelestis di John Flamsteed. Cassiopea fu la moglie vanitosa e boriosa del Re Cefeo d'etiopia, che si trova vicino a lei in cielo a formare le uniche due costellazioni celesti dedicate a un marito e a una moglie. Gli autori classici scrivono il suo nome Cassiepea, ma gli astronomi usano la forma Cassiopea. Un giorno, mentre era intenta a pettinarsi i lunghi capelli ricciuti, Cassiopea osò dichiarare di essere più bella delle Nereidi, le ninfe del mare. Le Nereidi erano le cinquanta figlie di Nereo, il cosiddetto Vecchio del Mare. Una di esse, Anfitrite, era la sposa di Poseidone, il dio del mare. Le Nereidi si rivolsero a Poseidone perché punisse Cassiopea per la sua vanità, e il dio mandò un mostro a razziare le coste del paese di Re Cefeo. Questo mostro è celebrato nella costellazione della Balena. Per acquietare il mostro, Cefeo e Cassiopea incatenarono la figlia Andromeda a una costa rocciosa per sacrificargliela, ma la fanciulla fu sottratta a quell'atroce destino dall'eroe Perseo, come narra uno dei più famosi racconti di salvataggio della storia. Come ulteriore punizione a Cassiopea toccò di girare eternamente intorno al polo celeste, a volte in una posizione poco dignitosa, cioè sottosopra. In cielo è rappresentata seduta sul trono che giocherella con i suoi capelli. La costellazione di Cassiopea vista da Alfa Centauri, con il Sole a completarne la figura a zig-zag. 49

50 La costellazione di Cassiopea ha una netta forma a W formata dalle sue cinque stelle più brillanti, che scrittori quali Arato di Soli paragonarono a una chiave o una porta a fisarmonica. Alfa di Cassiopea si chiama Shedar, dall'arabo il petto, la cui posizione segna. Beta di Cassiopea è nota come Caph, dall'arabo «mano macchiata», perché agli Arabi sembrava una mano macchiata di henné. Delta di Cassiopea si chiama Ruchbah, che in arabo vuol dire ginocchio. La stella centrale della W, Gamma di Cassiopea, è una stella errante variabile che saltuariamente aumenta di brillantezza. Cassiopea da Alfa Centauri La costellazione di Cassiopea, vista da Alfa Centauri, la stella più vicina a noi, apparirebbe con la stessa sagoma a "W", con la differenza che la sua forma a zig-zag sarebbe ulteriormente completata dall'aggiunta del nostro Sole: infatti, da Alfa Centauri, il Sole si presenterebbe in direzione di Cassiopea come mostrato dall'immagine in alto, vicina al confine con Perseo, e sarebbe una delle stelle più brillanti del cielo, con magnitudine apparente 0,5. La posizione del Sole è facilmente calcolabile, poiché sarebbe agli antipodi della posizione di Alfa Centauri vista dalla Terra: avrebbe ascensione retta 02h39m35s e declinazione '. La luminosità delle altre stelle della costellazione sarebbe pressoché invariata, ad eccezione di β Cassiopeiae, che sarebbe leggermente meno luminosa, essendo una delle stelle più vicine. Osservazione È una delle costellazioni più caratteristiche e più riconoscibili del cielo settentrionale. Poiché è molto vicina al polo nord celeste, rimane visibile nel cielo per tutta la notte in tutta la fascia temperata dell'emisfero boreale una tale costellazione viene detta circumpolare; nell'emisfero australe è visibile solo dalle zone tropicali. Rispetto al polo nord celeste, si trova opposta al Grande Carro: nell'emisfero boreale, quando Cassiopea è alta nel cielo, il Grande Carro è basso sull'orizzonte. Caratteristiche Cassiopea ha un'estensione di 598 gradi quadrati. Facilmente riconoscibile per la sua forma a W o a M, a seconda delle stagioni, essa si incastra fra Cefeo e Andromeda quasi in piena Via Lattea e perciò molto ricca di stelle. Cassiopeia è spesso usata come indicatore del tempo siderale: la stella più brillante in cima alla W, β Cassiopeiae, chiamata Caph, si trova quasi perfettamente a zero ore di Ascensione Retta, e quindi una linea tracciata tra la Polare e β Cas passerà vicino all'equinozio di primavera. L'angolo orario di questa linea è uguale al tempo siderale. Quindi, quando β Cas si trova sul meridiano direttamente sopra il polo il tempo siderale è zero, quando è sul meridiano opposto il tempo siderale segna 12 ore, eccetera. 50

51 Stelle principali γ Cassiopeiae è una stella variabile peculiare. La luminosità varia da 1,6 a 3 magnitudini. Si pensa che γ Cas sia una stella binaria contenente una stella di tipo Be (vedi classificazione stellare) e una stella di neutroni. È la stella binaria a raggi X più brillante del cielo, e nessun'altra binaria a raggi X può essere vista a occhio nudo. α Cassiopeiae, detta anche Shedir o Schedar, ha magnitudine 2,3 ed è di colore arancione; β Cassiopeiae, nota anche come Caph, è una stella gialla di magnitudine 2,28, distante da noi appena 54 anni luce; Caph ha una temperatura superficiale di 7.000, quindi di poco superiore al nostro Sole. E' pertanto una delle stelle brillanti più vicine a noi. δ Cassiopeiae o Ruchbah, è una stella bianca di magnitudine 2,66; dista 99 anni luce. ε Cassiopeiae (Segin), è la stella meno luminosa della "W", essendo di magnitudine 3,35; dista 442 anni luce. η Cassiopeiae (Achird) è una stella doppia scoperta da Herschel. La principale è una gialla di magnitudine 3,4, mentre la compagna è una rossa di 7,2 mg. Attualmente sono separate da 12,6 secondi d arco. Tra la altre stelle, è da notare ρ Cassiopeiae, una stella ipergigante gialla volte più luminosa del Sole; con la sua magnitudine assoluta pari a -8,25, è una delle stelle più brillanti conosciute della Via Lattea. Cassiopea ospitò nel 1572 la supernova di Tycho Brahe, ed è anche la residenza di Cassiopeia A, la più forte radiosorgente del cielo, dopo il Sole. Cassiopeia A è un resto di supernova, con un'origine datata al Non si ha notizia che la supernova sia stata osservata. Tra le stelle variabili, interessante R Cassiopeiae che varia la sua luminosità, passando da 6,9 mg. a 14,4 mg. in 430 giorni circa. AR Cassiopeiae è una binaria a eclisse e dunque oltre che stella doppia è da considerarsi anche variabile, la cui luminosità varia in circa sei giorni. Oggetti del profondo cielo M52, un brillante ammasso aperto. 51

52 Sebbene la Via Lattea attraversi la costellazione di Cassiopea, non è molto brillante in questo tratto, a causa delle polveri interstellari che ce la oscurano; la sua presenza, tuttavia, fa sì che in questa costellazione siano presenti numerosi ammassi stellari, tra i quali due furono catalogati dal Messier. Il più appariscente di questi è M52, un ammasso aperto con un diametro di 12 primi. Ha magnitudine 8,2 ed è molto giovane. Due gradi ad est di δ Cassiopeiae si trova M103, un ammasso più piccolo. Al contrario, NGC 7789 è molto vecchio e molto esteso, ½ grado; contiene circa stelle la sua magnitudine è 9,3. Altri ammassi aperti sono NGC 457 noto come Ammasso Civetta, a sud di δ Cassiopeiae, e NGC 663. Tra le nebulose, va citata NGC 7635, nota per avere una struttura a forma di bolla, che per lungo tempo venne scambiata per una nebulosa planetaria; si trova sul confine con Cefeo. Tra le galassie troviamo NGC 147 e NGC 185 che pur essendo nei confini di Cassiopea, sono compagne di M31 in Andromeda. Sono due ellittiche distanti fra loro 58 primi d arco e distano da noi anni luce. Secondo recenti studi, in un complesso di nebulose oscure nella parte orientale della costellazione noto come W3, il fenomeno di formazione stellare sarebbe molto attivo; quando le nuove stelle di grande massa saranno formate, emetteranno una gran quantità di radiazione ultravioletta, che illuminerà il complesso di gas e polveri dal quale si sono formate, che diventerà una nebulosa brillante in grado di rivaleggiare in dimensioni e luminosità con la Nebulosa di Orione; questo fenomeno avrà luogo tra circa anni. (14) Costellazione di Andromeda Andromeda è una costellazione rappresentante la principessa Andromeda, che si trova nell'emisfero nord vicino a Pegaso. La costellazione ha la forma approssimata di una lettera «A» allungata, debole e deformata. È famosa soprattutto per la presenza della Galassia di Andromeda nei suoi confini. Caratteristiche La stella più luminosa, α Andromedae, chiamata Alpheratz o Sirrah, assieme alle stelle α, β e λ Pegasi forma un asterismo chiamato il Quadrato del Pegaso. Questa stella era una volta parte della costellazione di Pegaso, con la sigla δ Pegasi, come dice anche il suo nome proprio, la spalla del cavallo. β Andromedae è chiamata Mirach, il busto. Si trova a circa 200 anni luce di distanza ed è di magnitudine 2,1. γ Andromedae, o Almach, si trova all'estremo sud della costellazione. È una stella multipla visibile al telescopio, che mostra contrasti di colore. υ Andromedae ha un sistema planetario con tre pianeti confermati, con masse di 0,71, 2,11 e 4,64 volte quella di Giove. 52

53 Costellazione Coordinate Nome Latino Andromeda Ascensione Retta Genitivo Andromadae Declinazione Abbreviazione And Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Sciami Meteorici Andromedidi Bielidi Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 1 h Gradi quadrati Novembre Alpheratz Costellazioni Confinanti 2,1 In senso orario Perseo - Cassiopea - Lucertola Pegaso - Pesci - Triangolo

54 Mitologia Andromeda incatenata alla costa rocciosa, raffigurata in Uranographia di Johann Bode. Si dice che sia stata la dea greca Atena a collocare l'immagine di Andromeda fra le stelle, dove si trova tra Perseo e sua madre Cassiopea. Solo la costellazione dei Pesci la separa dal Mostro Marino, Cetus (Balena). Le carte celesti rappresentano Andromeda con le mani incatenate. La testa è indicata dalla stella di II grandezza Alfa di Andromeda, stella questa che un tempo la costellazione di Andromeda aveva in comune con quella di Pegaso, dove segnava il punto dell'ombelico del cavallo. Alfa di Andromeda è nota con due nomi diversi, Alpheratz o Sirrah, entrambi derivanti dall'arabo al-faras, che significa «il cavallo», e surrat, che significa «ombelico». Oggi la stella appartiene artiene solo ad Andromeda. Il punto è indicato dalla stella Beta di Andromeda, chiamata anche Mirach, una derivazione dall'arabo al mi'zar che significa «la guaina» o «perizoma». Il piede è segnato da Gamma di Andromeda, il cui nome è scritto sia Almach che Alamak, dall'arabo al'anaq, con riferimento alla lince del deserto o caracal, che gli antichi Arabi visualizzavano in questa posizione. Anche con telescopi piccoli si può ammirare questa stella doppia dai contrastanti colori giallo e blu. L'oggetto più famoso della costellazione è la galassia a spirale M31, situata sul fianco destro di Andromeda, dove, sottoforma di nebulosa allungata, è visibile a occhio nudo nelle notti chiare. M31 è una nebulosa simile alla nostra Via Lattea. Distante due milioni di anni luce, la galassia di Andromeda è l'oggetto più lontano visibile a occhio nudo. Oggetti del profondo cielo L'oggetto del profondo cielo più famoso in Andromeda è M31, la Galassia di Andromeda, che è anche il più lontano oggetto visibile ad occhio nudo. È un'enorme galassia a spirale, simile alla nostra Via Lattea ma un poco più grande, posta alla distanza di due milioni di anni luce. Per trovare la galassia, occorre tracciare una linea tra β e µ Andromedae, ed estenderla ancora per una distanza approssimativamente uguale. Sebbene sia visibile ad occhio nudo, la galassia è molto difficile da osservare, ed occorrono cieli molto bui lontani da ogni fonte luminosa, e possibilmente l'utilizzo della visione periferica. È circondata da due galassie satelliti, M32 e M110. Tra gli ammassi galattici, interessante è il grande oggetto NGC 752, verso il confine col Triangolo, ben visibile con un binocolo e appena percepibile ad occhio nudo. 54

55 (15) Costellazione del Perseo Perseo (in latino Perseus) ) è una costellazione settentrionale, rappresentante l'eroe greco che uccise il mostro Medusa. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 costellazioni moderne. Contiene la famosa stella variabile Algol β Per, ed è anche la sede del radiante dell'annuale sciame meteorico delle Perseidi. Costellazione Coordinate Nome Latino Perseus Ascensione Retta Genitivo Persei Declinazione Abbreviazione Per Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Sciami Meteorici Perseidi Perseidi di settembre Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Dicembre Mirphak 1,79 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Cassiopea - Andromeda - Triangolo Ariete - Toro - Auriga 5 Giraffa h Gradi quadrati 55

56 Caratteristiche È visibile per una parte sullo sfondo della Via Lattea, tra Andromeda e Auriga; è composta da 136 stelle visibili ad occhio nudo e da tre gruppi di stelle, il più notevole dei quali è quello di Mirfak Mel 20. La caratteristica più notevole è un triangolo composto dalle stelle α, β e ε Persei, il cui vertice settentrionale è formato dalla stella Mirfak. Si individua bene, nell'emisfero boreale, nei mesi fra settembre e marzo, grazie al gran numero di stelle di terza e quarta magnitudine, in massima parte di colore blu-azzurro, e grazie alla sua posizione, molto settentrionale. Dall'emisfero australe si individua invece e basso sull'orizzonte, e nelle regioni più meridionali diventa progressivamente invisibile. Mitologia La costellazione di Perseo disegnata da Johannes Hevelius. Perseo è il protagonista di un famoso mito della Grecia classica. La storia si interseca con quelle riguardanti numerose altre costellazioni, tra cui Cassiopea, Cefeo e Andromeda. Perseo era il figlio della mortale Danae e del dio Zeus. Partì alla ricerca della Medusa, della quale voleva la testa come regalo di nozze per il re Polidette di Serifo. Con un po' di aiuto dagli dei Ermes e Atena, riuscì ad uccidere la Gorgone e prenderne la testa. Mentre tornava a casa, salvò Andromeda, figlia di Cefeo e Cassiopea, re e regina d'etiopia, da un mostro marino. Stelle principali Mirphak (α Persei): la stella più luminosa di questa costellazione, chiamata anche Algenib (un nome usato anche per altre stelle, per esempio γ Pegasi). Mirphak, parola araba per gomito, è una stella supergigante di tipo spettrale F5 Ib colore giallo, con una magnitudine di 1,79 che si trova ad una distanza di circa 590 anni luce. La sua luminosità è pari a circa volte quella del Sole, e il suo diametro è 62 volte tanto. Algol (β Persei): è sicuramente la stella più famosa della costellazione. Algol la stella del Diavolo in arabo, rappresenta l'occhio della gorgone Medusa. È il prototipo di un intero gruppo di stelle variabili, le variabili a eclisse. La sua luminosità apparente varia tra le magnitudini 2,12 e 3,39 in poco meno di tre giorni. Ha un tipo spettrale B8 V equivamente ad un colore azzurro, e si trova ad una distanza relativamente piccola di 93 anni luce. ζ Persei (Menkhib) è una stella supergigante blu di magnitudine 2,84; dista da noi 982 anni luce ed è la più meridionale della costellazione, al confine con il Toro. ε Persei (Adid Australis) è una stella azzurra di magnitudine 2,90; si trova non lontano dal centro della costellazione e dista da noi 538 anni luce. Persei è una stella gialla di magnitudine 4,05; è una delle stelle simili al nostro Sole più vicine. 56

57 Oggetti del profondo cielo L'Ammasso Doppio di Perseo. La Via Lattea attraversa la costellazione di Perseo da NW a SE, ma appare in questo tratto meno evidente che in tutte le altre costellazioni: ad occhio nudo, quasi sembra che si interrompa a nord, per poi ricomparire nei pressi della stella Mirphak, e scomparire di nuovo, per riapparire infine solo all'interno del "pentagono" dell'auriga. Questo "vuoto" ha principalmente due ragioni: la presenza di enormi banchi di nebulosità oscure e la stessa morfologia della nostra Galassia, che qui in questo tratto appare quasi opposta al suo centro. Ciononostante, è comunque una costellazione ricchissima di oggetti galattici. Tra gli ammassi aperti, spicca h+χ Per: questi due ammassi aperti (rispettivamente NGC 869 e NGC 884) sono tra i più begli oggetti del cielo notturno per l'osservazione con binocoli e piccoli telescopi. Si trovano entrambi ad una distanza maggiore di anni luce, e sono separati da alcune centinaia di anni luce. Il fatto che siano ancora così luminosi a questa distanza, tanto da avere una lettera della nomenclatura di Bayer assegnata, fa dedurre che siano due ammassi di dimensioni notevoli. M34 è ammasso aperto con una magnitudine apparente di 5,5 si trova ad una distanza di circa anni luce, e consiste di circa 100 stelle che sono sparse su un'area più grande della luna piena. Il suo diametro reale è di circa 14 anni luce. Mel 20 è invece un ammasso di stelle dominato dalla gigante Mirphak, un oggetto di notevole luminosità e molto esteso, distante 600 anni-luce da noi. Tra le nebulose planetarie, la più cospicua è M76, chiamata anche Piccola Nebulosa Dumbbell, per la sua somiglianza con la più grande Nebulosa Dumbbell. Ha un diametro apparente di 65 secondi d'arco e una luminosità apparente di 10,1. Tra le nebulose diffuse invece la più notevole è NGC 1499, chiamata anche la Nebulosa California, scoperta nel 1884 dall'astronomo americano Edward Emerson Barnard. A causa della sua debolezza, è molto difficile da osservare visualmente, ma è un soggetto tradizionale per gli astrofotografi. 57

58 (16) Costellazione del Dragone Il Dragone (in latino Draco) ) è una costellazione settentrionale. È una delle 88 moderne costellazioni, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Il poeta latino Virgilio chiama questa costellazione Anguis nella sua opera delle Georgiche (II, ): Quassù sul polo nord astronomico scivola il Serpente con le sue pieghe sinuose e come un fiume passa intorno ed in mezzo alle due Orse... Costellazione Coordinate Nome Latino Draco Ascensione Retta 15 h Genitivo Draconis Declinazione +75 Abbreviazione Dra Area Totale 1083 Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Draconidi Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Giugno Etamin 2,23 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Boote - Ercole - Lira Cigno - Cefeo - Orsa Minore 3 Giraffa - Orsa Maggiore 6 58

59 Mitologia Al matrimonio di Giove e Giunone ci fu una gara fra tutte le gerarchie divine nell'offrire alla coppia i doni più preziosi. La Terra non aveva voluto essere da meno e regalò degli alberi da frutto molto particolari: infatti ogni primavera sui loro rami nascevano delle mele d'oro. Questi alberi erano custoditi in un meraviglioso giardino affidato a quattro ninfe, le Esperidi, le quali avevano posto a guardia del cancello d'entrata un drago con cento teste. Ogni volta che qualcuno si avvicinava al giardino con l'intenzione di rubare i pomi, le teste del drago iniziavano a gridare con cento tonalità diverse facendo fuggire via anche il più coraggioso degli uomini. Ma una delle dodici fatiche date a Ercole da Euristeo chiedeva proprio di rubare quelle mele, ed Ercole grazie al consiglio di Prometeo di farsi aiutare da Atlante e grazie ad Atlante stesso, riuscì ad uccidere il drago e a rubare le mele. Infine Era pose il drago nel cielo nella costellazione del Dragone in modo che tutti potessero ricordarlo. Stelle principali La stella Thuban, α Draconis, anche se non è la più luminosa, era la stella polare nord intorno al 2700 a.c. La stella Arrakis µ Draconis, è un sistema binario i cui componenti sono due stelle pressoché identiche che orbitano a distanza ravvicinata. Uno degli oggetti del profondo cielo di Draco è la Nebulosa Occhio di Gatto NGC Un altro è la galassia lenticolare NGC 5866, a volte catalogata come M102. (17) Costellazione del Delfino Il Delfino (in latino Delphinus) è una piccola costellazione settentrionale, molto vicina dall'equatore celeste. Era una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi una delle 88 costellazioni moderne. È in effetti molto simile ad un delfino impegnato in un salto, ed è quindi facilmente riconoscibile. Oggetti del profondo cielo La costellazione del Delfino non contiene oggetti molti appariscenti. Si ricorda, tra questi, l'ammasso globulare NGC 7006, una fioca palla di luce di dodicesima magnitudine. Per osservarlo basta usare un telescopio con apertura pari o superiore ai 15 cm. La sua luce ci arriva dopo un viaggio di anni luce: è infatti uno degli ammassi globulari più distanti da noi. Ad esso, si aggiungono NGC 6891, una nebulosa planetaria di magnitudine 10,5, ed NGC 6934, un altro ammasso globulare di magnitudine 9,8. 59

60 Nebulosa planetaria NGC 6891 Costellazione Coordinate Nome Latino Delphinus Ascensione Retta 20 h Genitivo Delphini Declinazione +13 Abbreviazione Del Area Totale 189 Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Settembre Stella Principale Magnitudine apparente Rotanev 3,63 Costellazioni Confinanti In senso orario Volpetta - Freccia - Aquila Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 0 Acquario - Cavallino - Pegaso 60

61 Mitologia Il Delfino in Atlas Coelestis di John Flamsteed. Ai marinai greci capitava di frequente di avvistare delfini, non è quindi sorprendente trovare in cielo una di queste creature amichevoli e intelligenti. Ci sono due storie che spiegano la presenza di un delfino celeste. Secondo Eratostene, questo delfino rappresenta il messaggero del dio del mare, Poseidone. Dopo che Zeus, Poseidone e Ade avevano privato del trono il padre Crono, si divisero tra loro il cielo, il mare e il mondo dell'oltretomba, e a Poseidone toccò il mare. Egli si costruì un magnifico palazzo sott'acqua, al largo delle coste dell'isola di Eubea. Per quanto ricchissimo, il palazzo sembrava vuoto senza una moglie, e allora Poseidone decise di cercarsene una. Corteggiò Anfitrite, una delle ninfe marine chiamate Nereidi, ma quella sfuggì ai suoi rozzi approcci amorosi rifugiandosi presso le altre Nereidi. Poseidone le mandò messaggeri, incluso un delfino, che la trovò e con fare lusinghiero la riportò dal dio del mare, che poi sposò. In segno di gratitudine Poseidone pose l'immagine del delfino fra le stelle. Un'altra storia, riportata da Igino e da Ovidio, dice che questo è il delfino che salvò la vita ad Arione, un poeta e musicista in carne e ossa del VII secolo a.c. Arione nacque nell'isola di Lesbo, ma la sua fama si sparse per tutta la Grecia perché si diceva che era un abilissimo suonatore di lira. Mentre Arione ritornava in Grecia via mare, dopo un giro di concerti in Sicilia, i marinai tramarono di ucciderlo per rubargli la piccola fortuna che aveva guadagnato. Quando lo circondarono con le spade sguainate Arione chiese che gli fosse concesso di cantare un'ultima canzone. Il suo canto attirò un banco di delfini che nuotavano a balzi giocosi lungo una fiancata della nave. Affidandosi alla misericordia degli dèi, il musicista saltò fuoribordo e uno dei delfini se lo prese in groppa e lo riportò in Grecia, dove più tardi affrontò faccia a faccia coloro che avevano attentato alla sua vita, facendoli condannare a morte. Apollo, il dio della musica e della poesia, mise il delfino fra le costellazioni, insieme alla lira di Arione che è rappresentata nella costellazione della Lira. Due delle stelle del Delfino hanno i nomi particolari di Sualocin e Rotanev, dati loro nel 1814 dall'astronomo italiano Niccolò Cacciatore, assistente e successore del grande Giuseppe Piazzi presso l'osservatorio di Palermo. Letti al rovescio, i nomi diventano Nicolaus Venator, la forma latinizzata di Niccolò Cacciatore. È l'unica persona ad aver dato il proprio nome a una stella e ad averla fatta franca. 61

62 Stelle principali Le due stelle più luminose del Delfino sono, in ordine, Beta magnitudine 3,6 e Alpha magnitudine 3,8. Alpha è chiamata Sualocin α Del, Beta ha invece il nome Rotanev β Del. Questi nomi hanno un etimologia curiosa: vennero conferiti da padre Giuseppe Piazzi, l'astronomo che diresse l'osservatorio di Palermo e a cui si deve la scoperta del primo degli asteroidi, Cerere, poi elevato al rango di pianeta nano. Egli volle. con quei nomi, ricordare il suo collaboratore Niccolò Cacciatore, del quale tradusse il nome in latino, Nicolaus Venator, che divenne letto in senso contrario, il nome dei due astri. Beta è una stella doppia difficilissima da separare nelle due componenti, dal momento che l'angolo tra le due stelle magnitudine 4,8 e 4,9 è sempre inferiore 1, variano tra 02 e 07; il periodo orbitale è di circa 26 anni e mezzo. Anche Gamma è una stella doppia, le cui componenti hanno magnitudine 4,5 e 5,5 e sono separate di quasi 10, rimanendo quindi alla portata di piccoli telescopi. Una stella variabile è invece R, che appartiene alla stessa classe di oggetti che fa capo a Mira, e varia la sua luminosità da magnitudine 7,6 a 13,8 in 285 giorni. Al momento della massima luminosità è visibile con un binocolo, mentrre al minimo richiede strumenti più potenti, di apertura superiore a 15 cm. (18) Costellazione di Pegaso Pegaso (in latino Pegasus) è una costellazione settentrionale. È una delle 88 costellazioni moderne, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. È composta da 118 stelle visibili ad occhio nudo, comprese tra la seconda e la sesta grandezza. Le sue tre stelle più brillanti, assieme a Sirrah α And, formano un quadrilatero detto il Quadrato di Pegaso, facilmente riconoscibile in cielo. Costellazione Coordinate Nome Latino Pegasus Ascensione Retta 23 h Genitivo Pegasi Declinazione +15 Abbreviazione Peg Area Totale 1121 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Pegasi di luglio Latitudine minima -60 Latitudine massima +90 Passa al meridiano Ottobre Stella Principale Enif Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 2,39 In senso orario Andromeda - Lucertola - Cigno Altre Stelle Volpetta - Delfino - Cavallino Magnitudine <3 5 Acquario - Pesci Magnitudine <6 62

63 Mitologia Il nome Pegaso deriva dal greco πηγή (peghé), che significa sorgente: : questo perché il mitico cavallo alato nacque in occidente dalla fonte dell'oceano. La sua nascita accade subito dopo che Perseo uccise una delle tre sorelle Gorgoni, Medusa; l'eroe salì in sella al cavallo e corse verso l'oriente. Durante il viaggio del ritorno a casa vide la bellissima Andromeda incatenata e offerta in sacrificio ad un mostro marino identificato con la costellazione della Balena, mandato da Poseidone per punire Cassiopea. Infatti la bellissima madre di Andromeda e moglie di Cefeo si vantava di essere più bella di tutte le Nereidi (figlie proprio del dio Poseidone) scatenando appunto la sua ira. Perseo salvò la fanciulla uccidendo il mostro e la portò con sé. Pegaso poi fu affidato a Bellerofonte che lo domò e lo cavalcò compiendo mille e mille imprese. Infine dopo la morte di Bellerofonte il cavallo salì in cielo a servire gli dei e fu posto come costellazione. Stelle principali Markab (α Peg) Scheat (β Peg) Algenib (γ Peg) Enif (ε Peg) 51 Pegasi è accompagnata da un pianeta extrasolare,, il primo ad essere scoperto. Sirrah veniva considerata parte sia di Pegaso che di Andromeda ma l'unione Astronomica Internazionale, fissando ufficialmente i confini delle costellazioni, ha stabilito che Sirrah appartiene ad Andromeda. Quest'ultima, insieme a Markab, Scheat e Algenib formano un asterismo noto come Quadrato di Pegaso. 63

64 Oggetti del profondo cielo M15 - un ammasso globulare osservabile vicino a Enif. NGC una galassia di Seyfert di tipo 2. NGC 1 - una galassia spirale senza alcuna particolarità, se non quella di essere il primo oggetto del New General Catalogue. Quanto detto vale anche per NGC 2 (19) Costellazione del Cavallino Il Cavallino (in latino Equuleus) è la seconda costellazione più piccola del cielo tra le 88 definite in epoca moderna, più grande solo della Croce del Sud. Nonostante la sua piccolezza e la mancanza di stelle luminose nessuna supera la quarta magnitudine, è conosciuta fin dall'antichità ed era compresa tra le 48 costellazioni di Tolomeo. Costellazione Coordinate Nome Latino Equuleus Ascensione Retta 21 h Genitivo Equulei Declinazione +10 Abbreviazione Equ Area Totale 72Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Settembre Stella Principale Magnitudine apparente Enif 3,92 Costellazioni Confinanti In senso orario Acquario - Delfino - Pegaso Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 6 64

65 Mitologia Questa piccola costellazione è collocata di fianco a Pegaso e rappresenta il puledro che il dio Hermes o Mercurio per i Romani, il messaggero degli dei, donò al Dioscuro (figlio di Zeus) Castore, famoso cacciatore e domatore di cavalli. (20) Costellazione della Giraffa La Giraffa (in latino Camelopardalis) è una grande ma debole costellazione dell'emisfero nord. È stata registrata per la prima volta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, ma è stata probabilmente inventata in precedenza da Petrus Plancius. È una delle 88 costellazioni moderne. Assieme alla Giraffa Bartsch creò anche la Colomba di Noè, il Liocorno, il Rombo, la Mosca, la Tigre, il Giordano e il Gallo, tutte praticamente dimenticate. La Giraffa è sopravvissuta perché è andata a occupare una vasta regione del cielo 757 gradi quadrati tra Cassiopea e l'orsa Maggiore fino ad allora priva di punti di riferimento. Non è però facile individuarla, in quanto in essa nessuna stella supera la quarta magnitudine. Nonostante ciò i cinesi con le sue stelle formarono sette asterismi tra i quali uno intitolato alla, Virtù non ostentata. Costellazione Coordinate Nome Latino Camelopardalis Ascensione Retta 6 h Genitivo Camelopardalis Declinazione +70 Abbreviazione Cam Area Totale 757 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Nessuno Latitudine minima -10 Latitudine massima +90 Passa al meridiano 1 Febbraio ore 21 Stella Principale Beta Camelopardalis Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,03 In senso orario Dragone - Orsa Minore - Cefeo Altre Stelle Cassiopea - Perseo - Auriga Magnitudine <3 nessuna Lince - Orsa Maggiore Magnitudine <6 nessuna 65

66 (21) Costellazione del Cefeo Cefeo (in latino Cepheus) ) è una costellazione settentrionale raffigurante Cefeo, leggendario re dell'etiopia, marito di Cassiopea e padre di Andromeda. È una delle 88 costellazioni moderne, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Costellazione Coordinate Nome Latino Cepheus Ascensione Retta 22 h Genitivo Cephei Declinazione +70 Abbreviazione Cep Area Totale 588 Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Ottobre ore 21 Stella Principale Alderamin Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 2,44 In senso orario Orsa Minore - Dragone - Cigno Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Lucertola - Cassiopea - Giraffa 66

67 Mitologia La costellazione di Cefeo, rappresentata da Johannes Hevelius Cefeo era il re d'etiopia, una terra che all'epoca antica indicava il territorio compreso ra la Palestina ed il Mar Rosso; era il marito della vanitosa regina Cassiopea e il padre di Andromeda; i due personaggi figurano in cielo a formare le uniche due costellazioni celesti dedicate a un marito e a una moglie. Secondo la mitologia, egli non ebbe figli maschi, e dopo la sua morte il titolo di re passò al nipote Perse, figlio di Andromeda e di Perseo, che la salvò dalle grinfie di un mostro 67

68 marino ricordato dalla costellazione della Balena, al quale era stata sacrificata come pegno per placare l'ira delle Nereidi, offese dalla vanità di Cassiopea. Caratteristiche Può essere individuata con facilità, dall'emisfero boreale, partendo dalla "W" della vicina Cassiopea: individuate le stelle α e β Cas le prime due dell'asterismo, basta prolungare la linea congiungente le due stelle per circa 5 volte in direzione ovest, fino a trovare una stella bianca di seconda magnitudine, la α Cephei. Cefeo è una costellazione di dimensioni medio-grandi, attraversata dalla Via Lattea nelle sue regioni meridionali e ricca di campi stellari; è, dopo la costellazione dell'orsa Minore, la più settentrionale della volta celeste, in quanto la sua punta più a nord dista 85' d'arco dal Polo Nord celeste. Tra circa 200 anni, la Precessione degli equinozi farà sì che questo ricada entro i confini di Cefeo Stelle principali α Cephei (Alderamin) è una stella bianca di magnitudine 2,45; è caratterizzata da un'elevata velocità di rotazione. Dista solo 49 anni luce. γ Cephei (Alrai) è una stella arancione di magnitudine 3,21 e distante 45 anni luce; è anche una stella doppia, dove la componente A possiede un pianeta. β Cephei (Alfirk) è una stella azzurra di magnitudine 3,23 e distante 595 anni luce; è il prototipo di una particolare classe di variabili, note come variabili Beta Cephei, stelle pulsanti in via di fuoriuscita dalla sequenza principale. η Cephei (Al Agemim) è una stella arancione di magnitudine 3,41, distante 47 anni luce. Tra le altre stelle, è da ricordare per la sua importanza la stella δ Cephei, Al Radif, famosa per essere il prototipo di un'importantissima classe di variabili note come variabili cefeidi; queste stelle possiedono una relazione tra la variazione di luminosità, la magnitudine assoluta e il tempo di pulsazione, il che le rende perfette rivelatrici della distanza di galassie lontane in cui queste stelle possono essere osservate. La stella µ Cephei, Erakis, di quarta magnitudine, è nota anche come La Stella Granata per il suo colore rosso scuro ed è una delle stelle più grandi conosciute. Oggetti del profondo cielo IC 1396, un vasto complesso nebuloso. 68

69 Cefeo giace sulla Via Lattea boreale, a nord del Cigno; la sua parte meridionale possiede dunque un gran numero di oggetti appartenenti alla nostra Galassia. Tra gli ammassi aperti va citato innanzitutto IC 1396, un gruppo di stelle circondato da una vasta nebulosa diffusa, visibile 1 grado a sud della famosa stella µ Cephei, la Stella granata di Herschel. Un altro ammasso aperto notevole è NGC 7160, alcuni gradi a nord del precedente. Al di fuori della scia della Via Lattea, a breve distanza dalla stella Polare, si osserva NGC 188, un ammasso aperto poco noto ma molto appariscente e risolvibile anche con un telescopio amatoriale. Tra le nebulose planetarie, la più notevole è NGC 40, 5 gradi a SSE della stella γ Cephei; la sua stella centrale, insolitamente luminosa, sta spazzando via i gas della nebulosa che ha creato col suo forte vento stellare. In Cefeo si trova una delle nubi molecolari giganti del nostro Braccio di Orione, il Complesso nebuloso molecolare di Cefeo; si tratta di una vasta regione di formazione stellare e di associazioni OB, in cui si trova anche la nube IC Oltre a questo, nella parte più orientale della costellazione, è da notare Sh-2 155, un vasto complesso di nebulose ad emissione intervallato da nebulose oscure. Le galassie in Cefeo non sono facilmente osservabili, poiché la gran parte di esse sono completamente oscurate dalle nubi oscure del complesso; fra quelle visibili, la più cospicua è NGC 6946, una grande galassia spirale visibile a sud, sul confine con il Cigno; entro i suoi bracci sono state osservate nell'ultimo secolo ben 8 supernovae, l'ultima delle quali nel (22) Costellazione di Auriga Auriga è una costellazione settentrionale. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 costellazioni moderne. La sua stella più brillante è Capella, α Aurigae, che è associata con la mitologica Amaltea. Le tre stelle Epsilon, Zeta e Eta Aurigae sono chiamate i ragazzi. Costellazione Coordinate Nome Latino Auriga Ascensione Retta 6 h Genitivo Aurigae Declinazione +40 Abbreviazione Aur Area Totale 465 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Alpha Aurigidi Latitudine minima -40 Delta Aurigidi Latitudine massima +90 Passa al meridiano 20 Febbraio ore 21 Stella Principale Capella Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 0,08 In senso orario Giraffa - Perseo - Toro Altre Stelle Gemelli - Lince Magnitudine <3 4 Magnitudine <

70 Mitologia La costellazione dell'auriga disegnata da Johannes Hevelius. Questa notevole costellazione ha parecchie identificazioni in mitologia. L'interpretazione più comune è che si tratti di Erittonio, un leggendario re di Atene. Era figlio di Efesto, il dio del fuoco, meglio noto con il suo nome latino, Vulcano, ma fu allevato dalla dea Atena, dalla quale prese nome la città di Atene. In suo onore Erittonio istituì delle festività chiamate Panatenee. Atena 70

71 insegnò a Erittonio molte cose, compreso come addomesticare i cavalli. Egli fu il primo uomo capace di attaccare quattro cavalli a un carro, a imitazione del carro del Sole che era trainato da quattro cavalli, una mossa audace che gli guadagnò l'ammirazione di Zeus e gli assicurò un posto fra le stelle. Là, Erittonio è raffigurato con le briglie in mano, forse mentre partecipa ai giochi panatenaici che spesso vinse alla guida del suo carro. Un'altra identificazione è quella che l'auriga sia in realtà Mirtilo, il cocchiere del Re Enomao di Elide e figlio di Ermete. Il re aveva una bella figlia, Ippodamia, che era fermamente deciso a tenere con sé. Sfidava tutti gli aspiranti alla sua mano in una gara dalla quale si poteva uscire solo vencitori o condannati a morte. Gli sfidati dovevano allontanarsi a tutta velocità sui loro carri insieme a Ippodamia, ma se Enomao li raggiungeva prima che arrivassero a Corinto li uccideva. E poiché lui possedeva il carro più veloce di tutta la Grecia, guidato con perizia da Mirtilo, nessuno era mai sopravvissuto a quella prova. Una dozzina di corteggiatori erano già stati decapitati quando si presentò Pelopio, il bel figlio di Tantalo, a chiedere la mano di Ippodamia, la quale si innamorò di lui a prima vista e implorò Mirtilo di tradire il re per far vincere la gara a Pelopio. Mirtilo, lui stesso innamorato segretamente di Ippodamia, manomise i perni che tenevano le ruote attaccate al carro di Enomao. Durante l'inseguimento di Pelopio, le ruote del carro del re si staccarono ed Enomao morì. Ippodamia si ritrovò insieme a Pelopio e a Mirtilo. Pelopio, senza perdersi in cerimonie, risolse la situazione imbarazzante buttando in mare Mirtilo, che, mentre annegava, maledisse la casa del rivale. Ermete pose l'immagine di suo figlio Mirtilo nel cielo sotto forma di costellazione dell'auriga. Un sostenitore di questa identificazione è Germanico Cesare che dice, «si può notare che non ha carro, le redini sono rotte, ed è addolorato dal fatto che Ippodamia gli sia stata portata via con l'inganno da Pelopio». Una terza ipotesi è quella che l'auriga sia il figlio di Teseo, Ippolito, di cui s'innamorò la matrigna Fedra. Quando Ippolito la respinse, per la disperazione lei s'impiccò. Teseo bandì Ippolito da Atene. Mentre se ne andava il suo carro andò distrutto, uccidendolo. Asclepio il guaritore riportò in vita l'innocente Ippolito, impresa che gli costò la vita perché Zeus lo colpì con una folgore su richiesta di Ade, cui non andava a genio di perdere un'anima di un certo valore. L'Auriga contiene la sesta stella del cielo in ordine di grandezza, Capella, termine latino che significa capra (il nome greco era Aix). Tolomeo la descrive sulla spalla destra del cocchiere. Secondo Arato di Soli Capella rappresentava la capra Amaltea, che nutrì Zeus quando neonato fu lasciato sull'isola di Creta e che fu posta in cielo in segno di gratitudine, insieme ai due capretti che partorì mentre allattava Zeus. I capretti, solitamente conosciuti con il loro nome latino di Haedi, Eriphi in greco, sono rappresentati dalle vicine stelle Eta e Zeta dell'auriga. Una storia alternativa è quella che Amaltea fosse la ninfa che possedeva la capra. Eratostene dice che la capra era così brutta da atterrire i Titani che governavano sulla Terra a quel tempo. Quando Zeus crebbe e li sfidò per ottenere la supremazia sull'universo, si fece un mantello con la pelle della pecora, la cui parte pelosa assomigliava alla testa della Gorgone. Questa pelle di pecora dall'aspetto terribile fu la cosiddetta aegis, egida, di Zeus, la parola aegis non significa altro che pelle di capra. L'egida protesse Zeus e spaventò i suoi nemici, un vantaggio di non poco peso nella sua lotta contro i Titani. Alcuni scrittori più antichi citarono la Capra e i Capretti come costellazioni separate, ma dal tempo di Toloneo in poi sono stati stranamente associati all'auriga, con la capra che sta appoggiata alla spalla del cocchiere e i capretti sul suo polso. Non esiste una leggenda che spieghi come mai il cocchiere sia circondato da tante bestie. C'è una stella che gli astronomi greci considerarono parte sia dell'auriga che del Toro e che rappresentava il piede destro del cocchiere e la punta del corno sinistro del toro, come si vede nelle vecchie carte celesti. Gli astronomi moderni assegnano questa stella solo al Toro. Caratteristiche La costellazione dell'auriga è caratteristica dei mesi dell'inverno boreale, da novembre ad aprile; è facile da individuare, grazie alla sua forma a pentagono, con l'angolo nord-occidentale formato dalla brillante stella Capella, la sesta stella più brillante del cielo, di colore giallo. La parte centrale della costellazione è invece attraversata da un ricco campo della Via Lattea ed abbonda di stelle deboli di 71

72 fondo. La parte più settentrionale si presenta quasi circumpolare alle latitudini medie boreali, mentre resta sempre molto bassa nella fascia temperata australe. Stelle principali Capella (α Aurigae) è la stella più luminosa della costellazione; si tratta di un sistema multiplo costituito da ben quattro stelle: le più brillanti hanno magnitudine 0,71 e 0,96, che sommate assieme danno una magnitudine complessiva pari a 0,08, ossia appena meno luminosa di Vega. Il sistema dista da noi 42,2 anni luce. β Aurigae (Menkalinan) è una stella bianca di magnitudine 1,90; si tratta di una binaria ad eclisse, distante 82 anni luce. θ Aurigae (Mahasim) è una stella bianca di magnitudine 2,65, distante 193 anni luce. ι Aurigae (Hassaleh) è una gigante arancione di magnitudine 2,69; dista da noi 512 anni luce. ε Aurigae (Almaaz) è une delle binarie più strane conosciute. Ha un periodo orbitale di 27 anni, che comprende un'eclissi lunga 18 mesi. La stella visibile è una supergigante gialla, una delle stelle più luminose conosciute della Via Lattea, avendo magnitudine assoluta pari a -5,95, mentre la compagna è invisibile; la lunghezza dell'eclissi esclude tutti i tipi di stella conosciuti, e si suppone che sia una stella normale nascosta in un'estesa nuvola di polvere. La stella γ Aurigae (Elnath) si trova in comune tra le costellazioni dell'auriga e del Toro; poiché senza questa stella il Toro sarebbe privo di un corno, in genere ci si riferisce a Elnath con la sigla β Tauri. ζ Aurigae è una stella doppia con un periodo di 970 giorni, la primaria è una supergigante di tipo K, mentre la secondaria è una stella di sequenza principale di tipo B. Profondo cielo L'ammasso aperto M37. La costellazione è attraversata dalla Via Lattea, nel suo tratto opposto al centro galattico; per fortuna, però, questo tratto, a parte nella sezione più settentrionale, non è oscurato da polveri interstellari, cosicché risultano visibili diversi oggetti celesti. Tre di questi furono osservati e descritti dal Messier: si tratta di tre ammassi aperti: M36, M37 ed M38,tutti di facile osservazione. 72

73 M37 è il più denso, mentre M36 è il più piccolo, ma con le componenti più brillanti; M38 si trova invece sul bordo di un ricco campo stellare. Più esternamente rispetto alla scia della Via Lattea si trova invece NGC 2281, un relativamente brillante ammasso composto da alcune stelle di decima magnitudine. Nella parte centrale della costellazione, sono presenti anche altri ammassi, meno brillanti ma individuabili con piccoli strumenti amatoriali. Nelle foto a lunga posa è possibile osservare la bella nebulosa diffusa IC 405, circondante la stella doppia e variabile AE Aurigae. Altre nebulose sono osservabili nei dintorni. (23) Costellazione della Lucertola La Lucertola (in latino Lacerta, abbreviato in Lac) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione minore dell'emisfero settentrionale, che alle latitudini italiane si presenta in piccola parte circumpolare, ossia non tramonta mai completamente. Costellazione Coordinate Nome Latino Lacerta Ascensione Retta 22 h Genitivo Lacertae Declinazione +45 Abbreviazione Lac Area Totale 201 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Latitudine minima -35 Latitudine massima +90 Passa al meridiano 10 Ottobre ore 21 Stella Principale Alfa Lacertae Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,8 In senso orario Andromeda - Cassiopea - Cefeo Altre Stelle Cigno - Pegaso Magnitudine <3 nessuna Magnitudine <

74 Oggetti del profondo cielo Tra gli oggetti non stellari, figurano alcuni ammassi aperti, data la presenza della Via Lattea, il più appariscente dei quali è NGC Un oggetto di interesse all'interno di questa costellazione è la galassia attiva BL Lacertae, RA = 22h02m43.3s DEC = +42d16m40s EquJ2000.0; essa fu catalogata tempo fa, e scambiata per una stella variabile, da qui il suo nome, tipico della nomenclatura delle stelle variabili. Scoperta la sua vera natura, ha dato il suo nome ad un'intera categoria di oggetti extragalattici piuttosto enigmatici, sedi di fenomeni violenti, gli oggetti BL Lacertae. NGC 7243 ammasso aperto 74

75 (24) Costellazione della Lince La Lince (in latino Lynx,, abbreviato in Lyn) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una debole costellazione settentrionale introdotta nel XVII secolo dall'astronomoastronomo polacco Johannes Hevelius. Il suo nome deriva dal fatto che occorrono gli occhi di una lince per vederla. Costellazione Coordinate Nome Latino Lynx Ascensione Retta 8 h Genitivo Lyncis Declinazione +45 Abbreviazione Lyn Area Totale 545 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano marzo ore 21 Stella Principale Alfa Lyncis Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,14 In senso orario Orsa maggiore - Giraffa - Auriga Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 29 Gemelli - Cancro - Leone Minore 75

76 Oggetti del profondo cielo La Lince contiene un oggetto del profondo cielo degno di nota: il Vagabondo intergalattico, NGC 2419, il più distante ammasso globulare conosciuto. Si sta muovendo ad una velocità superiore alla velocità di fuga a quella distanza, ma nonostante ciò sembra essere in orbita attorno alla Via Lattea, e perciò si pensa che non stia sfuggendo alla galassia. NGC 2419 ammasso globulare (25) Costellazione Volpetta La Volpetta (in latino Vulpecula, abbreviata in Vul) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una debole costellazione settentrionale situata al centro del Triangolo Estivo, un asterismo formato dalle stelle Deneb, Vega e Altair. 76

77 Costellazione Coordinate Nome Latino Vupecula Ascensione Retta 20 h Genitivo Vulpeculae Declinazione +25 Abbreviazione Vul Area Totale 268 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Latitudine minima -55 Latitudine massima +90 Passa al meridiano Settembre Stella Principale Anser Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,44 In senso orario Cigno - Lira - Ercole Altre Stelle Freccia - Delfino - Pegaso Magnitudine <3 nessuna Magnitudine <6 25 Storia Questa costellazione fu definita nel tardo XVII secolo dall'astronomo polacco Johannes Hevelius. Era originariamente conosciuta come Volpecula cum Ansere la volpetta e l'oca; l'oca veniva spesso rappresentata tra le fauci della volpe. Sebbene il nome dell'oca non compaia più nella nomenclatura ufficiale dell'unione Astronomica Internazionale, esso rimane nel nome della stella alfa, Anser. Caratteristiche La costellazione non presenta stelle più brillanti della quarta magnitudine. La più luminosa è Anser Alpha Vulpeculae, una gigante rossa di tipo spettrale M0 III distante 297 anni luce dal Sole, caratterizzata da una magnitudine apparente di 4,44. Anser è una stella doppia (separazione 413.7" che può essere apprezzata usando un binocolo. La sua compagna è abbastanza separata da avere un numero di Flamsteed, 8 Vulpeculae. Risale al 1967 la scoperta, da parte di Antony Hewish e Jocelyn Bell, da Cambridge, della prima pulsar conosciuta, situata all'interno della costellazione della Volpetta. Mentre stavano cercando la scintillazione dei segnali radio delle quasar, Hewish e la Bell individuarono un segnale molto regolare che consisteva di impulsi di radiazione al ritmo di uno ogni qualche secondo. L'origine terrestre dei segnali fu presto esclusa, perché essi riapparivano in sincronia con il tempo siderale, e non con quello civile. L'anomalia fu infine identificata come il segnale radio emesso da una stella di neutroni in rapida rotazione. I segnali arrivavano e ancora arrivano al ritmo di uno ogni 1,3373 secondi, le pulsar sono estremamente precise. Il nuovo oggetto fu chiamato inizialmente CP che stava per "Cambridge Pulsar ad ascensione retta 19h 19m", ed è oggi noto come PSR che sta per ",Pulsar ad ascensione retta 19h 19m e declinazione +21 ". Oggetti del profondo cielo La Volpetta è attraversata dalla Via Lattea e presenta alcuni oggetti di particolare interesse; primo fra tutti la Nebulosa Manubrio, M27, che è certamente uno degli oggetti del profondo cielo più osservati. Si tratta una grande nebulosa planetaria, che può essere osservata anche con un binocolo, dove appare come un disco debolmente luminoso con un diametro di circa 6 minuti d'arco includendo il debole alone, il suo diametro apparente cresce fino a circa la metà di quello della Luna piena. Un telescopio rivela la sua forma a due lobi, simile a quella di una clessidra. M27 fu scoperta 77

78 dall'astronomo francese Charles Messier nel 1764, e fu la prima nebulosa planetaria ad essere scoperta. Verso sud è visibile un particolare oggetto, chiamato l'attaccapanni o Appendiabito in inglese, Coat Hanger, o pure Ammasso di Brocchi; si tratta di un ammasso aperto visibile facilmente anche ad occhio nudo M 27 Nebulosa Manubrio (26) Costellazione Freccia La Freccia (in latino Sagitta) ) è la terza costellazione più piccola dell'intero cielo solo il Cavallino e la Croce del Sud sono più piccole. Era una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi una delle 88 costellazioni moderne. Ai tempi di Tolomeo era ancora più piccola, appena 4 gradi quadrati. Il nome non deve farla confondere con la costellazione zodiacale del Sagittario. È composta da stelle piuttosto deboli. Essendo posta poco a nord dell'equatore equatore celeste, questa costellazione può essere vista da tutta la Terra, tranne che dalle parti più a sud in pratica, il continente antartico. 78

79 Costellazione Coordinate Nome Latino Sagitta Ascensione Retta 20 h Genitivo Sagittae Declinazione +18 Abbreviazione Seg Area Totale 80 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima -70 Latitudine massima +90 Passa al meridiano Settembre Stella Principale Y Sge Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,47 In senso orario Volpetta - Ercole - Aquila Altre Stelle Delfino Magnitudine <3 nessuna Magnitudine <6 6 Mitologia Anche se la Freccia non contiene alcuna stella brillante, molte culture l'hanno riconosciuta come una freccia, tra cui i Persiani, gli Ebrei, i Greci e i Romani. Perciò esistono diversi miti riguardo ad essa. I due più importanti fanno riferimento alle vicine costellazioni di Ercole e dell'aquila. Secondo il primo, il Titano Prometeo rubò il fuoco agli Dei e lo portò ai mortali, facendo arrabbiare Zeus così tanto che lo incatenò ad una roccia nel Caucaso, dove un'aquila rappresentata nell'omonima costellazione, gli mangiava il fegato. Poiché Prometeo era immortale, il suo fegato ricresceva ogni giorno, e l'aquila tornava ogni giorno per mangiarlo di nuovo... Eracle identico al romano Ercole, lo salvò dalla sua punizione infinita durante la sua Undicesima Fatica uccidendo l'uccello con una freccia e liberandolo. Un'altra storia racconta di come Eracle uccise gli uccelli del lago Stinfalo che terrorizzavano l'arcadia. Gli uccelli stessi erano identificati con le costellazioni Aquila, Cigno e Lira. La Freccia è stata inoltre interpretata da alcuni come la freccia di Cupido, o come una freccia scoccata dal Sagittario contro lo Scorpione. Storia In passato, Sham era il nome dell'intera costellazione invece che solo della stella α Questa costellazione è una di quelle in cui Johann Bayer sbagliò l'ordine, in questo caso degradando la stella più brillante addirittura allo status di γ, vedi la voce sulla nomenclatura di Bayer. Caratteristiche Alcune delle stelle di Sagitta: α Sge: conosciuta anche come Sham, è una stella gigante gialla, con un tipo spettrale G1 II. Ha una magnitudine apparente di 4,37 e si trova ad una distanza di 610 anni luce. Essa e β Sge (anch'essa di magnitudine 4,37) formano le piume dell'asta della freccia. 79

80 γ Sge : è una gigante rossa (tipo spettrale M0 III, 3,47m) rappresenta l'asta, assieme alle stelle δ e ε Sge. Si trova ad una distanza di 170 anni luce. δ Sge : M2 II+A0 V (probabile binaria visuale), 3,82m. ε Sge : G8 III, 5,66m, stella multipla con 4 componenti. η Sge : questa stella di tipo spettrale K2 III con magnitudine 5,1 appartiene alle Iadi. Oggetti del profondo cielo La Freccia ricade nella Via Lattea e contiene al suo interno un ricco campo stellare, mentre nella parte più occidentale quest'ultima è oscurata dalla Fenditura del Cigno. Contiene M71, il quale è un ammasso globulare molto sparso, che è stato a lungo scambiato per un denso ammasso aperto. Si trova ad una distanza di circa anni luce ed è stato scoperto dall'astronomo francese Philippe Loys de Chéseaux nell'anno 1745 o Ammasso aperto M71 (27) Costellazione del Triangolo Il Triangolo (in latino Triangulum, abbreviato in Tri) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una piccola costellazione dell'emisfero settentrionale, le cui tre stelle più luminose, di terza e quarta magnitudine, formano un triangolo elongato. Nonostante la sua scarsa rilevanza, era una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. 80

81 Costellazione Coordinate Nome Latino Triangulum Ascensione Retta Genitivo Trianguli Declinazione Abbreviazione Tri Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Dicembre Beta Trianguli Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,00 In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 6 2 h Gradi quadrati Andromeda - Pesci - Ariete Perseo Oggetti del profondo cielo Nel Triangolo si trova la M33, la Galassia del Triangolo, una delle galassie più vicine alla Via Lattea, e membro del Gruppo Locale di galassie. 81

82 (28) Costellazione Chioma di Berenice La Chioma di Berenice (in latino Coma Berenices) è una delle 88 costellazioni moderne. Generalmente, la si attribuisce all'astronomo Tycho Brahe. Si trova vicino al Leone. Costellazione Coordinate Nome Latino Coma Berenices Ascensione Retta 13 h Genitivo Comae Berenices Declinazione +22 Abbreviazione Com Area Totale 386 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Coma Berenicidi Latitudine minima -16 Latitudine massima +90 Passa al meridiano 15 Maggio ore 21 Stella Principale Diadem Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,3 In senso orario Cani da Caccia - Orsa Maggiore Altre Stelle Leone - vergine - Boote Magnitudine <3 nessuna Magnitudine <6 6 82

83 Storia e mitologia La Chioma di Berenice, i boccoli fluenti di una regina egiziana, in Uranographia di Johann Bode. Tra Boote e il Leone c'è un piccolo e attraente sciame di stelle che i Greci conoscevano ma non classificarono come costellazione a sé, poiché lo consideravano parte del Leone. Eratostene si riferì a questa massa di stelle come alla chioma di Arianna sotto la voce Corona Boreale, ma sotto la voce Leone disse che si trattava della Chioma della Regina Berenice d'egitto, e con questo nome è giunta a noi. Tolomeo la definì «una massa nebulosa, chiamata il ricciolo» di capelli nel suo Almagest del 150 d.c., ma il gruppo divenne una costellazione ufficiale nel 1551 a opera del cartografo olandesegerardus Mercator, e nel 1602 Tycho Brahe la incluse nel suo importante catalogo stellare. Berenice era una persona in carne e ossa che, nel III secolo a.c., sposò suo fratello, Tolomeo III Euergete, come era tradizione nella famiglia reale egiziana. Berenice era ritenuta una brava 83

84 amazzone e si era già distinta in battaglia. Igino, che tratta di questo gruppo di stelle sotto la voce Leone nel suo Poetica astronomica, racconta la storia che segue. Sembra che pochi giorni dopo le nozze Tolomeo mosse guerra all'asia. Berenice fece voto di tagliarsi i capelli in segno di gratitudine verso gli dèi se fosse tornato vittorioso. Quando Tolomeo tornò sano e salvo, Berenice rasserenata mantenne la promessa e depose i suoi capelli nel tempio dedicato alla madre Arsinoe identificata con Afrodite dopo la sua morte, a Zefirio, vicino alla moderna Aswan. Ma il giorno dopo le trecce non c'erano più. Cosa sia realmente capitato loro non si sa, ma Conone di Samo, un matematico e astronomo che lavorava ad Alessandria, indicò il gruppo di stelle vicino alla coda del leone e disse al re che i capelli di Berenice erano andati a unirsi alle costellazioni Caratteristiche La stella più luminosa della Chioma di Berenice, α Comae Berenices, si chiama Diadem. Rappresenta la gemma nella corona di Berenice. β Comae Berenices è di poco più luminosa del nostro Sole, il che ci dà un'idea di quanto debole apparirebbe il Sole ad una distanza di soli 27 anni luce, che astronomicamente parlando è dietro l'angolo. Oggetti del profondo cielo La maggior parte delle stelle della Chioma di Berenice formano un ammasso aperto che non è riportato sulla maggior parte dei cataloghi, perché è sparso su un'ampia regione larga più di 5 gradi, vicino a γ Comae Berenices. Questo ammasso è a volte chiamato Mel 111. L'ammasso della Chioma è un enorme ammasso di galassie con più di mille membri. Fra le galassie principali, vi sono M88, M91, M98, M99 e M100. Galassia a spirale M

85 (29) Costellazione Corona Boreale La Corona Boreale (in latino Corona Borealis) è una piccola costellazione dell'emisfero nord, le cui stelle principali formano un arco semicircolare. È una delle 88 costellazioni moderne, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Costellazione Coordinate Nome Latino Corona Borealis Ascensione Retta Genitivo Coronae Borealis Declinazione Abbreviazione CrB Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Luglio Alphekka 2,2 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < h Gradi quadrati Ercole - Boote - Serpente 85

86 Mitologia Arianna, figlia di Minosse, si innamorò di Teseo giovane principe ateniese, andato a liberare Creta dal Minotauro, a cui ogni anno dovevano essere offerti sette fanciulli e sette fanciulle. Il Minotauro si trovava rinchiuso in un labirinto costruito da Dedalo nel quale era facile perdersi e impossibile trovare la via d'uscita. Per consentire all'eroe di ritrovare l'uscita una volta imprigionato nel labirinto, Arianna gli dette un gomitolo di filo da sciogliere e dopo seguire a ritroso. Ella si fece promettere in cambio che l'avrebbe sposata e condotta con sé poiché dopo averlo aiutato il padre non l'avrebbe più accettata con se. Teseo dopo ucciso il mostro portò con sé Arianna, ma poi l'abbandonò sull'isola di Nasso la mattina seguente. Di lì passò Dionisio o Bacco dio del vino, che la vide piangere subito si innamorò e la sposò donandole un diadema d'oro come regalo di nozze, poi tramutato in costellazione. (30) Costellazione di Eridano Eridano (in latino Eridanus) è il nome classico del fiume Po; e in effetti questa costellazione, rappresenta, almeno nella cultura greco-latina, il fiume Po. Fa parte delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è oggi una delle 88 costellazioni moderne. Costellazione Coordinate Nome Latino Eridanus Ascensione Retta 3,25 h Genitivo Eridani Declinazione -29 Abbreviazione Eri Area Totale 1138 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima -90 Latitudine massima +32 Passa al meridiano Stella Principale Achernar Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 0,46 In senso orario Balena - Fornace - Fenice Altre Stelle Orologio - Bulino - Lepre Magnitudine <3 4 Orione - Toro Magnitudine <

87 Mitologia L'Eridano serpeggia in questa carta dell'uranographia di Johann Bode. Nella parte superiore ci sono le pinne della Balena e, sotto a quelle, l'apparatus Chemicus, il nome che Bode diede alla costellazione oggi nota come Fornax. 87

88 Sembra che i primi scrittori abbiano ritenuto Eridano un fiume mitico, che sfociava nel grande Oceano che circondava le terre emerse allora conosciute. Virgilio lo chiamò «il re dei fiumi». Eratostene lo identificò con il Nilo,l'unico fiume che scorre da sud a nord. Igino concordò con Eratostene e sottolineò che la stella Canopo che indica uno dei due rematori della nave Argo si trovava alla fine del fiume celeste, così come l'isola di Canopo si trova alla foce del Nilo. Ma Esiodo nel suo Teogonia elencò il Nilo ed Eridano separatamente, dimostrando che li considerava due fiumi diversi. Scrittori greci posteriori identificarono Eridano con il fiume italiano Po. Nella mitologia il fiume Eridano è protagonista della storia di Fetonte, figlio del dio del Sole, Elio, che implorò affinché gli facesse attraversare il cielo alla guida del suo carro. Elio accondiscese alla richiesta con riluttanza, ma avvertì il figlio dei pericoli che correva. Nell'attraversare il cielo segui il percorso che troverai segnato dalle mie ruote, gli consigliò. Quando l'alba spalancò le porte dell'est, Fetonte montò pieno d'entusiasmo sul carro dorato ornato di gemme scintillanti del dio del Sole, senza sapere in che guaio si stava cacciando. I quattro cavalli notarono immediatamente la leggerezza del carro e le mani diverse che tenevano le redini e si lanciarono in avanti, allontanandosi dalla strada battuta, con il carro che sobbalzava come fosse una nave che non riusciva a stare in equilibrio. Anche se Fetonte avesse saputo quale era il percorso da seguire, non aveva l'abilità e la forza per controllare le redini. Il tiro galoppò verso nord, e per la prima volta le stelle del Gran Carro si riscaldarono e il Dragone, che fino a quel momento era stato inerte per il freddo, per il gran caldo sudò abbondantemente e ringhiò furiosamente. Guardando verso la Terra da quelle altezze vertiginose, il povero Fetonte terrorizzato impallidì e le ginocchia cominciarono a tremargli per la paura. Alla fine vide la costellazione dello Scorpione con le enormi tenaglie tese verso di lui e la coda velenosa sollevata, pronta a colpire. Il giovane mollò le redini e i cavalli galopparono via incontrollati. Ovidio descrive graficamente la folle corsa di Fetonte nel secondo libro delle Metamorphoses. Il carro puntò verso il basso e la Terra prese fuoco. Avvolto dal fumo, Fetonte fu trascinato dai cavalli, senza sapere dove fosse. Fu allora, dicono i mitologi, che la Libia divenne un deserto, la pelle degli Etiopi si colorò di scuro e i mari si prosciugarono. Per porre fine a quelle catastrofi, Zeus abbatté Fetonte con la folgore. Con i capelli che grondavano fuoco, il giovane precipitò nell'eridano come una stella cadente. Qualche tempo dopo, quando gli Argonauti risalirono il fiume, trovarono il suo corpo che ancora bruciava ed emanava nuvole di vapore dall'odore nauseabondo che soffocavano e uccidevano gli uccelli. Eridano è una costellazione lunga, la sesta del cielo per dimensioni, che serpeggia dal piede di Orione ben dentro all'emisfero australe fino alle vicinanze del Tucano. La stella più brillante della costellazione, Alfa di Eridano di I grandezza si chiama Achernar, che in arabo significa la fine del fiume; in effetti segna proprio l'estremità meridionale di Eridano. Osservazione Si tratta di una vasta costellazione, che si estende specialmente in declinazione, partendo dall'equatore celeste e spingendosi a sud fino oltre l'orizzonte meridionale di gran parte delle regioni dell'emisfero boreale. L'area ricoperta da questa costellazione si può individuare facilmente, essendo tutta quella parte di cielo posta a sud-ovest di Orione. Meno semplice è individuare, specialmente dall'emisfero boreale, le sue stelle più brillanti: Achernar, la stella principale, è invisibile a nord dei 30 N e la seconda stella più luminosa della costellazione si trova poco a nordovest di Rigel β Orionis. Molto più semplice l'osservazione dall'emisfero australe, grazie anche al fatto che Achernar è circumpolare in gran parte di quell'emisfero. Il periodo migliore per la sua osservazione ricade tra i mesi di novembre e marzo e dall'emisfero sud anche più a lungo. 88

89 Caratteristiche La sorgente del fiume è indicata dalla stella Cursa, ai piedi di Orione; si snoda poi verso sud, compiendo diverse anse via via sempre più strette man mano che si scende verso meridione seguendo varie concatenazioni di stelle deboli. Compie l'ultima ansa in corrispondenza della stella Acamar dove anticamente veniva indicata la fine della costellazione e termina infine con la brillante e isolata Achernar. Questa stella anticamente non era nota, poiché a causa della precessione degli equinozi si trovava molto più a sud 4000 anni fa era addirittura la Stella Polare australe. Acamar, che in antichità si trovava molto bassa sull'orizzonte all'epoca di Tolomeo, era considerata in pratica l'ultima stella nota in quella direzione, sotto la quale non erano noti altri astri. Eridano contiene un centinaio di stelle visibili a occhio nudo, ma a parte Achernar, sono tutte sotto la terza magnitudine. Anche presso gli egizi ritroviamo questa costellazione, che però rappresenta, com'è logico, non il Po ma il Nilo. Stelle principali Achernar, α Eridani, di magnitudine 0,46, si trova all'estremità sud della costellazione e segna la foce di questo fiume celeste. Trovandosi alla latitudine australe di 57 30', incomincia a essere visibile, bassa sull'orizzonte meridionale, da località che si trovino almeno sul parallelo del Cairo. È la nona stella del cielo in ordine di luminosità. Posta a 120 anni-luce da noi, è una gigante azzurra 650 volte più luminosa del Sole, dalla forma particolarmente schiacciata ai poli. Cursa, β Eridani, è invece alla «sorgente» del «fiume», sul confine con la costellazione di Orione, a nord di Rigel. Ha magnitudine 2,80. Dista 80 anni-luce. Nei suoi pressi c'è la doppia 66 Eridani. Acamar, θ Eridani, ha magnitudine 2,9 ed è una bella doppia visuale e si trova a 115 anni-luce. Zaurak, γ Eridani, ha magnitudine 2,98, dista 260 anni-luce ed è 260 volte più luminosa del Sole. Si trova a 14 sud dell'equatore. δ Eridani, chiamata Rana, dista 27 anni-luce ed ha magnitudine 3,72 e colore rossiccio. Si trova a nord-ovest di Zaurak. ε Eridani, di poco a ovest di Rana, ha magnitudine 3,73 ed è tra le più vicine stelle visibili a occhio nudo: si trova a 10,8 anni-luce. La sua luminosità è un terzo di quella solare, la massa 0,9 e il diametro 3/4 di quello della nostra stella. Peter Van de Kamp nel 1973 ha annunciato che nei suoi pressi orbita un compagno oscuro la cui massa è appena il 5 per cento di quella solare. Keid, ο 2 Eridani, ha magnitudine 4,48 ed è tripla. La coppia A-B fu già scoperta da William Herschel nel 1783: la separazione è ben 1' 23" e il periodo di rivoluzione è di circa ottomila anni. La stella B (una nana bianca) è a sua volta una doppia stretta scoperta da Struve nel 1851, con separazione massima di 9" e periodo di 248 anni. La distanza apparente ha raggiunto il massimo nel La componente C è una nana rossa. Si ha quindi un netto contrasto di colori. Distanza del sistema: 16 anni-luce. La nana bianca ha un diametro di 26 mila chilometri, poco più del doppio della Terra, e una densità 90 mila volte superiore a quella dell'acqua. Sulla sua superficie la gravità è 37 mila volte più forte che sulla Terra e quindi un uomo peserebbe 2600 tonnellate. Le tre stelle hanno rispettivamente magnitudine 4,48, A, 9,7 nana bianca e 10,8 nana rossa. 89

90 Oggetti del profondo cielo La galassia NGC Nonostante le sue enormi dimensioni, la costellazione è priva di oggetti del cielo profondo particolarmente luminosi, essendo lontana dalla Via Lattea e non essendoci entro i suoi confini galassie di facile osservabilità. Una nebulosa diffusa osservabile verso il confine con Orione è IC 2118, nota come Nebulosa Testa di Strega; si pensa che si sia formata a seguito di un'esplosione di supernova. La galassia più notevole è la spirale NGC 1300, una galassia spirale barrata visibile nei pressi del confine con la costellazione della Fornace. Un'altra galassia notevole è NGC 1291, una galassia lenticolare a sud di Acamar. La costellazione ospita la più grande regione di vuoto conosciuto della galassia, la regione risulta essere grande più di un miliardo di anni luce. Questa regione di vuoto è in contrasto con le attuali teorie di evoluzione dell'universo. Anche la radiazione cosmica di fondo della regione è costante, alcuni ricercatori hanno provato a spiegare la presenza del vuoto con la teoria delle stringhe e con le presenza di più universi paralleli che durante la loro formazione interagirono con il nostro universo generando la regione vuota. (31) Costellazione della Lepre Costellazione Coordinate Nome Latino Lepus Ascensione Retta 6 h Genitivo Leporis Declinazione -20 Abbreviazione Lep Area Totale Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima -90 Latitudine massima +32 Passa al meridiano Stella Principale Arneb Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente In senso orario Cane Maggiore - Unicorno - Eridanio Altre Stelle Magnitudine <3 2 Magnitudine <6 Bulino - Colomba 90

91 La Lepre (in latino Lepus) ) è una costellazione meridionale, che si trova subito sotto Orione, e forse rappresenta la lepre che egli sta cacciando. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è attualmente una delle 88 costellazioni moderne. Oggetti stellari La sua stella principale è Arneb, la α Leporis, una supergigante gialla di magnitudine 2,58 in uno stadio avanzato della sua vita; dista 1300 anni-luce. Oggetti del cielo profondo Nella parte meridionale della costellazione è visibile M79, un ammasso globulare molto denso distante anni-luce. NGC 1964 è una galassia spirale vista da un'angolazione molto elevata. Galassia NGC

92 (32) Costellazione del Corvo Costellazione Coordinate Nome Latino Corvus Ascensione Retta 12h Genitivo Corvi Declinazione -20 Abbreviazione Crv Area Totale 184 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Corvidi - giugno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Maggio ore 21 Stella Principale Giena Ghurab Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 2,59 In senso orario Vergine - Cratere - Idra Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < La costellazione del Corvo si trova tutta nell'emisfero australe, a sud-ovest della Vergine; ha l'aspetto di un quadrilatero, formato da quattro stelle di seconda e terza magnitudine, ed è dunque facilmente individuabile, grazie anche al fatto che non ci sono, a parte Spiga, altre stelle luminose nelle vicinanze. Alle latitudini mediterranee si mostra relativamente alta sopra l'orizzonte; verso l'inizio dell'estate già inizia a vedersi con difficoltà. (33) Costellazione del Cratere Il Cratere (in latino Crater,, "coppa") è una delle 88 costellazioni moderne, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Si dice che rappresenti la coppa di Apollo. È una costellazione molto debole: e: nessuna delle sue stelle supera la quarta magnitudine. Ciò significa che è virtualmente invisibile da ogni cielo cittadino, e che può essere difficile da osservare anche con cieli bui. 92

93 Costellazione Coordinate Nome Latino Crater Ascensione Retta Genitivo Crateris Declinazione Abbreviazione Crt Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Eta Crateridi Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Aprile δ Crt 3,57 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 17 Leone - Sestante - Idra Corvo - Vergine 11h gradi quadrati (34) Costellazione Cani da Caccia I Cani da Caccia (in latino Canes Venatici) sono una piccola costellazione dell'emisfero nord. L'astronomo polacco Johannes Hevelius formò questa costellazione nel 1687 con stelle che precedentemente erano state considerate facenti parte dell'orsa Maggiore. I Cani da Caccia sono due cani che Boote tiene al guinzaglio e che tentano di attaccare alle zampe l'orsa Maggiore. Il cane più meridionale è rappresentato dalle due stelle più brillanti della costellazione, Alfa e Beta dei Cani da Caccia. 93

94 Costellazione Coordinate Nome Latino Canes venatici Ascensione Retta 13h Genitivo Canum Venaticorum Declinazione +40 Abbreviazione CVn Area Totale 465 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Canes Venaticidi Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Maggio ore 21 Stella Principale Magnitudine apparente Cor Caroli 2,90 Costellazioni Confinanti In senso orario Orsa Maggiore - Boote - Chioma di Berenice Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 1 Caratteristiche La stella Alfa è nota come Cor Caroli, il Cuore di Carlo, in onore del Re Carlo I d'inghilterra. Questo appellativo le fu dato da Sir Charles Scarborough, medico alla corte del Re Carlo II. Scarborough sostenne che la stella brillò di una luce particolarmente armente intensa la notte del 29 maggio 1660, quella in cui Carlo II ritornò a Londra in seguito alla Restaurazione della Monarchia. Questa circostanza ha causato una certa confusione riguardo alla quale la stella dovrebbe commemorare Re Carlo, ma non può che riferirsi al primo Re Carlo, poiché fu indicata per la prima volta in una carta celeste nel 1673 dal cartografo inglese Francis Lamb con il nome di Cor Caroli Regis Martyris Il cuore di Re Carlo martire, con riferimento al fatto che Re Carlo I era stato decapitato. Lamb e altri, uno di questi l'inglese Edward Sherburne nel 1675, disegnarono attorno alla stella un cuore 94

95 sormontato da una corona, facendola diventare una piccola costellazione. La stella Beta si chiama Chara, dal greco gioia, il nome che Hevelius diede al cane più meridionale. Quello a nord, chiamato Asterion stellato, è segnato solamente da una piccola quantità di stelle poco brillanti. Bode disegnò i cani con i rispettivi nomi scritti sui collari. Oggetti del cielo profondo La costellazione dei Cani da Caccia contiene un ammasso globulare di stelle, M3, e una bella galassia a spirale, M51, che si chiama il Mulinello. M51 fu la prima galassia scoperta dall'astronomo irlandese Lord Rosse nel 1845 della quale si notò la forma a spirale. Consiste in una galassia più grande che quasi si scontra con una più piccola. (35) Costellazione del Centauro Il Centauro (in latino Centaurus, abbreviato in Cen) è una delle 88 costellazioni moderne; faceva già parte dell'elenco di 48 costellazioni redatto da Tolomeo. Si tratta di una delle costellazioni più estese del cielo, ed è visibile per intero dall'emisfero sud o alle basse latitudini settentrionali. Dall'Italia è visibile per metà, mentre la parte attraversata dalla Via Lattea è invisibile. Costellazione Coordinate Nome Latino Centaurus Ascensione Retta 13h Genitivo Centauri Declinazione -50 Abbreviazione Cen Area Totale 1060 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Alfa Beta Centauridi Latitudine minima -90 Latitudine massima +30 Passa al meridiano 20 maggio ore 21 Stella Principale Rigil Kent Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente -0,01 In senso orario Lupo - Idra - Macchina Pneumatica Altre Stelle Vele - Carena - Croce del Sud Magnitudine <3 10 Mosca - Compasso Magnitudine <

96 Storia La costellazione del Centauro nell'uranometria di Johann Bayer. La costellazione del Centauro è stata menzionata da Eudosso IV secolo a.c. e Arato di Soli III secolo a.c.. Tolomeo vi catalogò trentasette stelle. 96

97 Mitologia I centauri erano bestie mitiche, metà uomini e metà cavalli. Erano esseri selvaggi e zotici, soprattutto se avevano bevuto. Ma un centauro, Chirone, spiccava tra tutti, in quanto saggio e colto, ed è lui quello rappresentato dalla costellazione del Centauro. Chirone era nato da genitori diversi di quelli degli altri centauri, e ciò spiega la sua differenza di carattere. Suo padre era Crono, re dei Titani, che un giorno rapì e sedusse la ninfa marina Fillira. Colto sul fatto dalla moglie Rea, Crono si tramutò in cavallo e fuggì al galoppo, lasciando Fillira incinta di un figlio ibrido. Chirone crebbe e diventò un esperto di caccia, medicina e musica; la sua grotta sul monte Pelio divenne una vera e propria accademia per giovani principi alla ricerca di una buona istruzione. Gli dèi e gli eroi dell'antica Grecia avevano tanta fiducia in lui da nominarlo padre adottivo di Giasone e di Achille; forse il suo allievo più famoso fu Asclepio, figlio di Apollo, che divenne il più grande di tutti i guaritori ed è commemorato nella costellazione di Ofiuco. Nonostante in vita avesse fatto tanto bene, Chirone subì una morte tragica. A causargliela fu una visita fatta da Eracle al centauro Folo che lo trattenne a cena e gli offrì del vino preso dalla giara comune di tutti i centauri. Quando questi si accorsero che si stavano bevendo il loro vino, irruppero furiosi nella grotta, armati di sassi e alberi. Eracle li ricacciò indietro con una raffica di frecce. Alcuni centauri si ripararono da Chirone che non aveva partecipato all'attacco, e una delle frecce di Eracle lo colpì accidentalmente a un ginocchio. Eracle, che aveva a cuore la sorte del centauro buono, la estrasse prontamente, profondendosi in scuse, pur sapendo bene che la sorte di Chirone era ormai segnata. Neanche la medicina più potente poteva, infatti, contrastare il veleno del sangue dell'idra in cui Eracle aveva immerso le sue frecce. In preda agli spasimi ma incapace di morire, poiché era il figlio immortale di Crono, Chirone si ritirò nella sua grotta. Piuttosto che farlo soffrire in eterno, Zeus accettò che la sua immortalità fosse trasferita a Prometeo. Finalmente liberato, Chirone morì e fu posto fra le stelle. Un'altra versione della storia dice più semplicemente che Eracle andò a far visita a Chirone e che mentre i due esaminavano le sue frecce una di queste accidentalmente cadde sul piede del centauro. In cielo il centauro è rappresentato sul punto di sacrificare un animale la costellazione del Lupo sull'altare quella dell'altare. Eratostene dice che questo fatto è un segno della sua virtù. Caratteristiche Il Centauro è un'importante costellazione australe, di notevole estensione e particolarmente luminosa e ricca, grazie alla presenza di alcune fra le stelle più luminose dell'associazione Scorpius-Centaurus, un gruppo vicino a noi di stelle blu luminose che si muovono assieme nello spazio. Contiene la stella più vicina al Sole, Alfa Centauri, distante 4,3 anni luce, nota anche come Rigil Kentaurus, dall'arabo «piede del centauro»; a occhio nudo appare come la terza stella del cielo per grandezza, ma con un piccolo telescopio si nota che è una stella doppia, formata da due stelle gialle come il Sole. Una terza stella, molto meno brillante, viene chiamata Proxima Centauri. La Vicina del Centauro, perché leggermente più vicina a noi delle altre due. Beta Centauri si chiama Hadar, che in arabo vuol dire «una di due stelle che stanno in coppia». Alpha e Beta Centauri segnano le zampe anteriori del Centauro e fanno da indicatori della Crux, la Croce del Sud, che si trova sotto i suoi quarti posteriori. Il Centauro contiene anche l'ammasso globulare di stelle più grande e più brillante visibile dalla Terra, Omega Centauri. Stelle principali Rigel Kentaurus (α Centauri), distante 4,3 anni luce dal sistema solare, è nota anche come Toliman. È una stella doppia alla quale Proxima Centauri sembra essere legata gravitazionalmente, e segue immediatamente quest'ultima nella lista delle stelle più vicine alla Terra. La magnitudine apparente integrata delle due componenti è -0,27, che ne fa la terza stella più brillante del cielo ad occhio nudo. 97

98 Hadar (β Centauri), distante 525 anni luce e di magnitudine 0,61, è nota anche come Agena; si tratta di una gigante azzurra, a sua volta binaria spettroscopica, attorno alla quale orbita una seconda stella a distanza ravvicinata, tanto che fu possibile separarla mediante i telescopi riflettori soltanto nel θ Centauri, nota anche come Menkent, è una stella arancione di magnitudine apparente 2,06; è una delle stelle più settentrionali della costellazione. γ Centauri (Muhlifain), distante 110 anni luce e di magnitudine apparente 2,20, è una doppia stretta di stelle bianco-azzurre, in orbita reciproca con un periodo di 85 anni. ε Centauri (Birdun), è una stella azzurra variabile pulsante di magnitudine 2,29, distante 376 anni luce. η Centauri (Marfikent), una stella azzurra variabile Gamma Cassiopeiae, di magnitudine media 2,33; dista 308 anni luce. ζ Centauri (Alnair Al Kentauri), è una stella azzurra di magnitudine 2,55, distante 384 anni luce. δ Centauri (Ma Wei), un'altra stella azzurra variabile Gamma Cassiopeiae, di magnitudine 2,58 e distante395 anni luce. Molte di queste stelle appartengono ad un'unica associazione stellare, l'associazione Scorpius- Centaurus, un gruppo notevole di stelle azzurre di sequenza principale che possiedono un moto proprio simile e si trovano vicine fra loro. Tra le altre stelle, è da notare Proxima Centauri, una nana rossa, è la stella più vicina alla Terra dopo il Sole. Un'altra stella interessante è BPM 37093, una nana bianca nel cui nucleo collassato è contenuto un diamante di carati, di 4000 km di diametro. Oggetti del profondo cielo Omega Centauri, l'ammasso globulare più brillante del cielo. La parte più meridionale del Centauro giace sulla Via Lattea australe, ed è perciò ricca di oggetti galattici come ammassi e nebulose. La parte settetrionale ne è invece lontana e vi si possono osservare numerose galassie, in particolare quelle dell'ammasso Hydra-Centaurus, posto a fianco di quello della Vergine, ma più lontano. Tra gli ammassi aperti, spicca NGC 3766, un ammasso posto ad ovest della Croce del Sud, in un compo molto ricco di stelle di fondo; dalla parte opposta alla Croce, nei pressi di Hadar, si trova il piccolo ma brillante NGC 5281 e NGC 5316, entrambi molto 98

99 compatti. Tra gli ammassi globulari spicca indubbiamente ω Centauri, il più luminoso del cielo terrestre. Come si capisce dal suo nome, è talmente luminoso da essere stato scambiato per una stella per molto tempo. L'ammasso non appare brillante solo per la sua vicinanza, ma anche per le sue dimensioni reali: è uno dei più grandi conosciuti, con circa un milione di masse solari. Un altro ammasso globulare è NGC 5286, molto meno appariscente e oscurato da una stella vicina. La Nebulosa Boomerang è una nebulosa planetaria conosciuta perché è il luogo con la temperatura più bassa conosciuta in natura (1 K). La Planetaria Blu (NGC 3918), presso il confine con la Croce del Sud, è una nebulosa planetaria visibile già in un piccolo telescopio come un piccolo dischetto blu tondeggiante. Tra le Nebulose diffuse spicca IC 2944, un gruppo di stelle dominato da λ Centauri, con una grande nebulosa di fondo, conosciuta perché contiene al suo interno globuli di Bok. Tra gli oggetti esterni alla Via Lattea spicca sicuramente Centaurus A (NGC 5128), una galassia peculiare. Con un piccolo telescopio appare come una normale galassia ellittica, ma ad ingrandimenti superiori e con esposizioni fotografiche a lunga posa mostra una fascia equatoriale di polveri oscure, attribuibili alla fagocitazione di una piccola galassia satellite. È una potente sorgente di onde radio. NGC 4945 è una galassia spirale vista quasi di taglio, anch'essa molto appariscente. (36) Costellazione del Bulino Il Bulino (in latino Caelum) è una costellazione meridionale minore, introdotta da Nicolas Louis de Lacaille. Rappresenta due bulini da scultore incrociati. Costellazione Coordinate Nome Latino Caelum Ascensione Retta 5h Genitivo Caeli Declinazione -40 Abbreviazione Cae Area Totale 125 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima -90 Latitudine massima +40 Passa al meridiano 15 Gennaio ore 21 Stella Principale Alfa Caeli Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,45 In senso orario Colomba - Lepre - Eridano Altre Stelle Orologio - Dorado - Pittore Magnitudine <3 nessuna Magnitudine <6 7 99

100 Caratteristiche Stretta fra le costellazioni di Eridano ad ovest e della Colomba ad est, appare decisamente oscura, priva di oggetti brillanti; la sua stella più luminosa è di quarta magnitudine. Per individuarne le poche stelle visibili ad occhio nudo, conviene partire dalla costellazione della Colomba e dirigersi verso ovest di alcuni gradi. Stelle principali α Caeli è una stella gialla di magnitudine 4,44, distante 66 anni luce; è la stella più appariscente della costellazione. γ¹ Caeli è una stella binaria formata da un gigante arancione di magnitudine apparente 4.6 e di una compagna molto più debole di magnitudine +8. Oggetti del cielo profondo Non sono presenti oggetti galattici e le galassie visibili in questa parte di cielo sono piuttosto deboli; l'unica che supera la undicesima magnitudine è NGC Galassia NGC

101 (37) Costellazione Colomba La Colomba (in latino Columba, abbreviazione Col, genitivo Columbae), è una piccola costellazione poco a sud del Cane Maggiore e della Lepre. Caratteristiche È identificabile grazie alla sua stella principale, Phact, α Columbae, una gigante azzurra di magnitudine 2,65; le stelle dei dintorni seguono un andamento zigzagante che ricordano vagamente un uccello in volo. Costellazione Coordinate Nome Latino Colomba Ascensione Retta Genitivo Colombae Declinazione Abbreviazione Col Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Febbraio Phact 2,6 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 1 Lepre - Bulino - Pittore Poppa - Cane Maggiore 6h gradi quadrati 101

102 Mitologia La costellazione raffigurerebbe la colomba che venne mandata in avanscoperta subito prima che la Nave Argo attraversasse l'angusto ed insidiosissimo canale delle Simplegadi. La sua posizione a fianco della costellazione della Nave Argo farebbe intendere che le due figure sono legate. Oggetti del cielo profondo L'oggetto più notevole è NGC 1851, un ammasso globulare molto concentrato visibile a sud-ovest. (38) Costellazione Unicorno L'Unicorno (in latino Monoceros, abbreviato in Mon) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una debole costellazione del cielo invernale; la sua posizione, prossima all'equatore celeste la rende visibile dalla maggior parte di entrambi gli emisferi terrestri., Costellazione Coordinate Nome Latino Monoceros Ascensione Retta 7,15h Genitivo Monocerotis Declinazione -6 Abbreviazione Mon Area Totale 482 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Monoceridi dicembre Latitudine minima -85 Latitudine massima +75 Passa al meridiano 20 febbraio ore 21 Stella Principale Alfa Monocerotis Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,93 In senso orario Cane Maggiore - Cane Minore Altre Stelle Gemelli - Idra - Lepre Magnitudine <3 Nessuna73 Orione - Poppa Magnitudine <6 102

103 Storia L'Unicorno è una costellazione moderna; si ritiene che la sua definizione risalga all'astronomo e teologo danese Petrus Plancius nel 1613, e che sia stata cartografata come l'unicorno da Jakob Bartsch nel Wilhelm Olbers e Ludwig Ideler suggeriscono tuttavia che la costellazione sia in realtà molto più antica, perché appare già in lavori del 1564, e Joseph Scaliger l'ha individuata persino su carte celesti degli antichi Persiani. Mitologia Trattandosi di una costellazione moderna, l'unicorno non presenta un mito classico associato. L'unicorno è una creatura leggendaria, che somiglia ad un cavallo ma ha un singolo corno, spiraleggiante, posto sulla fronte. Si crede che il corno possa curare il veleno. Questo animale è stato spesso simbolo di castità e purezza. Caratteristiche L'Unicorno è una costellazione quasi invisibile ad occhio nudo, per via delle poche stelle qua presenti, caratterizzate da una magnitudine apparente inferiore a 4: infatti, la α Monocerotis ha una magnitudine di 3,93, e α Monocerotis di 3,94. Nonostante ciò, è facile da trovare nel cielo invernale, poiché si trova incastonata fra le stelle dell'asterismo del Triangolo d'inverno, formato dalle brillanti stelle Betelgeuse, Sirio e Procione. La costellazione è attraversata da un ramo debole ma esteso di Via Lattea. Il periodo di osservazione più semplice ricade nei mesi fra dicembre e aprile, in cui è visibile dopo il tramonto; la sua posizione, a cavallo dell'equatore celeste, fa sì che la si possa osservare da entrambi gli emisferi della Terra, senza distinzioni. 103

104 Stelle β Monocerotis nota come Cerastes, cone evidente riferimento al corno dell'animale è una notevole stella tripla, risolvibile con un piccolo telescopio; le tre componenti poste ai vertici di un triangolo. Le loro magnitudini apparenti sono 4,7, 5,2 e 6,1. William Herschel scoprì questo sistema nel 1781 e lo descrisse come una delle viste più belle dei cieli. α Monocerotis (Lucida) è una stella arancione di magnitudine 3,94, distante 144 anni luce. γ Monocerotis (Tempestris) è una stella arancione, di magnitudine 3,99, distante 644 anni luce. La ε Monocerotis è una stella doppia; le componenti presentano magnitudini apparenti pari a 4,5 e 6,5. La S Monocerotis, o 15 Monocerotis, è una stella variabile blu-bianca situata al centro di NGC La sua variabilità è comunque modesta. Ha una compagna di magnitudine 8. La V838 Monocerotis è un'altra stella variabile che ha avuto un outburst, un forte e improvviso aumento di luminosità, il 6 gennaio Oggetti del profondo cielo La Nebulosa Rosetta. L'Unicorno ricade nella Via Lattea, in un tratto non molto appariscente, ma ricchissimo di oggetti galattici. La sua parte più settentrionale, nell'emisfero boreale, contiene quelli più interessanti. Tra gli ammassi aperti vanno segnalati innanzitutto M50 e NGC 2232, entrambi nella parte australe della costellazione. Il primo è stato notato dal Messier, che lo inserì nel suo catalogo; il secondo è più debole. Un gran numero di ammassi minori si addensano specialmente nella parte settentrionale e al confine con il Cane Maggiore. L'oggetto più notevole della costellazione è invece la celebre Nebulosa Rosetta NGC ,46, al cui interno si trova l'ammasso aperto NGC 2244, che la illumina; è una nube molecolare gigante di idrogeno ionizzato, in cui si formano nuove stelle. Poco più a nord è visibile un altro oggetto molto conosciuto, la più debole Nebulosa Cono NGC 2264; questa nebulosa, debole ma molto estesa, si sovrappone ad un ammasso aperto, formato da due concatenazioni di stelle congiunte in un vertice, caratteristica che gli vale in nome di Ammasso 104

105 Albero di Natale. Una curiosità è invece fornita dalla nebulosa NGC 2261, la Nebulosa Variabile di Hubble, soggetta ad oscillazioni di luminosità nel corso del tempo. Infine, a sud, è presente un vasto complesso nebuloso, incentrato sulla nebulosa IC 2177, la Nebulosa Gabbiano. (39) Costellazione Poppa La Poppa (in latino Puppis) ) è una costellazione dell'emisfero australe. È la più grande e la più settentrionale delle tre costellazioni in cui è stata divisa la vecchia Nave Argo. Stretta fra le brillanti stelle Sirio e Canopo, quasi appare oscurata, ma in realtà è una delle e costellazioni più ricche della volta celeste. Dall'Italia è visibile per intero solo nelle propaggini più meridionali. Trovare in cielo la Poppa non presenta difficoltà: la parte più settentrionale si estende infatti ad est di Sirio e del Cane Maggiore, mentre a sud di quest'ultima si trova la parte meridionale, che termina subito a nord della brillante Canopo. Costellazione Coordinate Nome Latino Puppis Ascensione Retta Genitivo Puppis Declinazione Abbreviazione Pup Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Febbraio Naos 2,25 Sciami Meteorici Pi Puppidi Zeta Puppidi Puppidi-Velidi Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Unicorno - Bussola - Vele Carena - Colomba - Cane Maggiore 4 Idra 147 7,5h gradi quadrati 105

106 Mitologia La costellazione rappresenta la poppa della Nave Argo, sulla quale Giasone e gli Argonauti si imbarcarono alla ricerca del Vello d'oro. L'estesissima costellazione dalla Nave Argo venne divisa in epoca moderna dal Lacaille e sotto questa veste è giunta fino ai giorni nostri, frazionata in tre parti: Poppa, Vele e Carena. Caratteristiche La costellazione giace sulla Via Lattea in un tratto estremamente ricco di campi stellari; questa ricchezza è dovuta alla presenza del Braccio di Orione, il braccio di spirale dove si trova anche il nostro Sistema Solare, che qua si presenta non oscurato da nebulosità e polveri galattiche. L'area della Poppa appare dunque pervasa da un grandissimo numero di stelle deboli, visibili ad occhio nudo in cieli tersi e, possibilmente, alle latitudini equatoriali o australi; la parte più settentrionale, in particolare verso il confine con l'idra, appare molto meno ricco di stelle, ed anzi si mostra come una delle aree più oscure del cielo, oscurità accentuata anche dalla presenza tutt'attorno di stelle fra le più luminose del cielo. Stelle principali ζ Puppis (Naos) è la stella principale della costellazione; si tratta di una stella supergigante di magnitudine 2,21. Sebbene sembri anonima all'osservazione ad occhio nudo, è una delle stelle più luminose conosciute in termini assoluti, risplendendo con una luce pari a volte quella del Sole in luce visibile e, prendendo anche in considerazione la banda ultravioletta, dove emette la maggior parte della sua energia, circa un milione di volte più della nostra stella. La sua distanza è stimata sui 1399 anni luce. π Puppis (Ahadi) è una stella gigante arancione di magnitudine 2,71, distante 1094 anni luce da noi; è anch'essa una stella molto luminosa (magnitudine assoluta -4,92) e si mostra in direzione di un ammasso aperto composto da altre stelline di quinta grandezza e alcune meno luminose, ben visibile ad occhio nudo e pienamente risolvibile con un binocolo. ρ Puppis (Tureis) è una stella bianco-giallastra di magnitudine 2,83; a differenza di altre stelle luminose della costellazione, non è una stella gigante. Dista circa 63 anni luce. τ Puppis (Altaleban) è una stella gigane arancione di magnitudine 2,94, distante 183 anni luce. ν Puppis (Kaimana) è una stella azzurra di magnitudine 3,17, distante 423 anni luce. Fra le altre stelle, sono da notare la ξ Puppis, di magnitudine apparente 3,34, interessante perché, con la sua magnitudine assoluta pari a -4,74 è una delle stelle più brillanti conosciute; un'altra stella molto luminosa (-6,04) è la HD 68601, che con una distanza stimata di oltre 4600 anni luce, è una delle stelle più lontane visibili ad occhio nudo. Con un semplice binocolo è visibile anche HD 61227, di sesta grandezza, che possiede una magnitudine assoluta di -9,14 e una distanza di ben anni luce. 106

107 Oggetti del cielo profondo M46, con la nebulosa planetaria NGC La costellazione della Poppa è attraversata dalla Via Lattea da nord-ovest a sud-est, in un tratto molto ricco di oggetti celesti, specialmente ammassi aperti, molti dei quali sono visibile anche con un semplice binocolo. Quasi a metà via fra le stelle π Puppis e ζ Puppis, si trova il più importante di questi, NGC 2451, la cui stella centrale, c Puppis, di quarta magnitudine, in realtà non facente parte dell'ammasso e avente un colore arancio intenso. Secondo alcuni studi sembra che si tratti di due ammassi distinti, che appaiono sovrapposti solo per un effetto prospettico. Un grado a sud-est si trova un altro ammasso, NGC 2477, meno luminoso, ma ugualmente appariscente. Verso nord, alcuni ammassi furono notati da Charles Messier, il quale li inserì nel suo famoso catalogo; il più importante di questi è sicuramente M47, ben visibile ad occhio nudo; nelle vicinanze si osserva pure M46, caratteristico per il fatto di presentare una piccola nebulosa planetaria a forma di anello nella parte settentrionale. Più a sud, nei pressi della stella ξ Puppis, si trova M93. Una curiosità la offre il brillante gruppetto della stella π Puppis, noto con la sigla di Cr 135, dove ben tre delle quattro stelle principali sono variabili. Sul confine con le Vele è presente una vasta associazione di stelle, nota come Cr 173, appena distinguibile dai campi stellari di fondo. NGC 2298 è invece un ammasso globulare, di media concentrazione; fra le nebulose, nessuna delle quali è visibile con binocoli o con un piccolo telescopio, la più cospicua è la NGC 2467, che appare circondata da diversi strati di stelle azzurre, molte delle quali si trovano in realtà a metà via fra noi e la nebulosa. Infine si segnala la presenza di una parte notevole del vasto complesso nebuloso noto come Nebulosa di Gum, un antico resto di supernova che ricopre parzialmente anche le costellazioni vicine Sistemi planetari Attorno ad alcune stelle della costellazione della Poppa sono stati scoperti dei pianeti extrasolari; fra questi: il 1º luglio 2003 fu trovato un pianeta orbitante attorno alla stella HD 70642; la sua orbita ricorda come ampiezza quella del pianeta Giove, ma con un'orbita circolare; 107

108 il 18 aprile 2006, si è scoperto che HD (la stella più vicina osservabile in questa costellazione) possiede tre pianeti dalla massa simile a quella di Nettuno, diventando così il primo sistema planetario noto che non possiede pianeti gioviani; la stella ospita inoltre una cintura di asteroidi che separe i due pianeti interni da quello esterno. il 4 luglio 2007 fu scoperto un pianeta orbitante attorno alla gigante rossa NGC , una stella appartenente all'ammasso ammasso aperto NGC Il pianeta possiede 10,6 volte la massa di Giove e orbita a una distanza di 2,1 UA dalla sua stella. La costellazione della Nave Argo in un'incisione sull'uranographia di Hevelius. (40) Costellazione del Pittore Il Pittore (in latino Pictor,, abbreviato in Pic) è una delle 88 costellazioni moderne. Originariamente nota come "Cavalletto del Pittore" Equuleus Pictoris, è una costellazione minore meridionale declinazione compresa tra -50 e -60. Appare fortemente oscurata dalla stella Canopo, ma a causa della sua vicinanza è anche facilmente individuabile l'area in cui giace, immediatamente ad ovest di questa. È praticamente invisibile dall'italia. Contiene la stella β Pictoris, circondata da un disco di polveri che probabilmente è un disco protoplanetario nel quale si stanno formando dei pianeti. Non ci sono oggetti del cielo profondo interessanti, essendo presenti solo galassie deboli e remote. Costellazione Coordinate Nome Latino Pictor Ascensione Retta 5,68h Genitivo Pictoris Declinazione -53 Abbreviazione Pic Area Totale 247 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano gennaio ore 21 Stella Principale Magnitudine apparente Alfa Pic 3,27 Costellazioni Confinanti In senso orario Bulino - Carena - Colomba Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 23 Dorado - Poppa - Pesce Volante 108

109 (41) Costellazione Dorado Il Dorado (o Pescespada) ) è una costellazione meridionale. Apparve per la prima volta nell' Uranometria di Johann Bayer 1603, ma risale probabilmente ad un tempo precedente. Quasi del tutto invisibile a latitudini mediterranee, contiene la maggior parte della Grande Nube di Magellano il resto si trova nella costellazione della Mensa. Costellazione Coordinate Nome Latino Dorado Ascensione Retta Genitivo Doradus Declinazione Abbreviazione Dor Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Febbraio Alfa Dor 3,27 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 5h gradi quadrati Bulino - Orologio - Reticolo Idro - Mensa - Pesce Volante Pittore 109

110 Oggetti stellari La stella più luminosa è la alfa doradus, di magnitudine 3,3. Oggetti del cielo profondo La Grande Nube di Magellano è l'oggetto più notevole non solo della costellazione, ma di tutta questa parte di cielo australe. Si presenta come una porzione separata della Via Lattea, in realtà è la più grande e la più vicina delle galassie satelliti della nostra. Nella sua parte nord-orientale si trova la gigantesca Nebulosa Tarantola, un oggetto di dimensioni formidabili, al punto che, nonostante la destanza, è visibile pure ad occhio nudo nelle notti più buie e limpide. L'esplorazione della Nube con piccoli strumenti permette di rivelare una grande quantità di oggetti celesti, soprattutto ammassi aperti. Pochi sono gli oggetti del cielo remoto, come le galassie; l'unica relativamente appariscente si individua due gradi ad ovest di Alfa Dor e porta la sigla NGC Grande Nube di Magellano 110

111 (42) Costellazione dell Orologio L'Orologio (in latino Horologium, abbreviato in Hor) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione minore dell'emisfero meridionale, posta ad una declinazione di circa -60. Venne originariamente chiamata Horologium Oscillitorium l'orologio Oscillante da Nicolas Louis de Lacaille, in onore dell'inventore dell'orologio a pendolo, Christian Huygens, ma il nome venne in seguito modificato. Costellazione Coordinate Nome Latino Horologium Ascensione Retta 3h Genitivo Horologii Declinazione -60 Abbreviazione Hor Area Totale 249 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Dicembre ore 21 Stella Principale Alfa Horologii Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,9 In senso orario Eridano - Idro - Reticolo Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 18 Dorado - Bulino 111

112 L'Orologio è una piccola e oscura costellazione del profondo emisfero celeste australe; non contiene alcuna stella luminosa, ad eccezione della α Horologii, situata nella parte più settentrionale della costellazione, che però è di magnitudine 3,85, dunque visibile solo sotto un cielo non inquinato. L'individuazione dell'orologio può essere facilitata grazie alla presenza della brillante Achernar, una delle stelle più brillanti della volta celeste, che rappresenta la foce di Eridano; l'orologio si trova pochi gradi ad est di questa stella ed occupa la regione oscura posta fra questa e il gruppetto di stelle di terza grandezza che rappresentano la costellazione del Reticolo. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra ottobre e febbraio; la sua declinazione australe fa sì che sia invisibile da una gran parte dell'emisfero nord, mentre alle latitudini mediterranee si presenta visibile solo per metà. La parte più meridionale si osserva invece solo in prossimità del Tropico del Cancro, mentre dall'emisfero sud è in massima parte circumpolare Oggetti del profondo cielo Nonostante le piccole dimensioni, l'orologio contiene alcune galassie brillanti, soprattutto nella parte più settentrionale. NGC 1433 è la più appariscente; si tratta di una galassia spirale barrata ben visibile anche con un piccolo telescopio. Simile, ma coi bracci più raccolti, è la NGC 1457, mentre NGC 1512 è una galassia spirale con un vistoso anello di stelle giovani e gas posto nel bordo più esterno. Nella parte meridionale è invece presente un ammasso globulare molto concentrato, catalogato come NGC NGC 1512, una delle galassia più brillanti della costellazione. 112

113 (43) Costellazione del Lupo Il Lupo (in latino Lupus) è una costellazione meridionale. È una delle 88 costellazioni moderne, ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo nel suo Almagesto. Si trova tra il Centauro e lo Scorpione. Nell'anno 1006 in questa costellazione esplose la supernova SN Costellazione Coordinate Nome Latino Lupus Ascensione Retta 15h Genitivo Lupi Declinazione -43 Abbreviazione Lup Area Totale 334 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano giugno alle 21 Stella Principale Magnitudine apparente Alfa Lupi 2,3 Costellazioni Confinanti In senso orario Regolo - Compasso - Centauro Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 3 Bilancia 113

114 Storia e mitologia Il Lupo è visto nell'atto di essere impalato su un bastone tenuto dal Centauro. Questa illustrazione è presa da Uranographia di Johann Bode. Gli antichi Greci chiamarono questa costellazione, che rappresentava un animale selvaggio non meglio identificato, Therium, mentre i Romani la chiamarono Bestia. La bestia era raffigurata impalata su un lungo bastone chiamato thyrsus tirso, tenuto dal Centauro dell'attigua costellazione. Di conseguenza le due costellazioni erano solitamente considerate una figura unica. Secondo lo storico George Michanowsky nel suo libro The Once and Future Star,La stella del passato e del futuro, i Babilonesi conoscevano questa costellazione come UR-IDIM, che significa, cane selvaggio. Eratostene disse che il Centauro teneva l'animale rivolto verso l'altare la costellazione Altare come se fosse sul punto di sacrificarlo. Igino si riferì a lui semplicemente come a una vittima, mentre Germanico Cesare disse che il centauro o stava trasportando cacciagione dal bosco o stava portando doni all'altare. L'identificazione di questa costellazione con un lupo sembra abbia avuto inizio durante il Rinascimento. Si è tentati di richiamare alla mente la storia di Licaone, re degli Arcadi, che servì a Zeus la carne del suo stesso figlio e che per punizione fu tramutato in lupo. Ma quella storia non ha nessuna connessione con questa costellazione, che sembra sia stata trascurata dai mitologi. Il fatto che sia stata importata probabilmente spiega perché i Greci non avessero miti da collegarle. Nessuna delle stelle del Lupo ha nome. Caratteristiche Il Lupo non ha stelle molto luminose, ma conta circa trenta stelle di seconda e terza magnitudine, e 70 più brillanti della sesta, il limite di visibilità ad occhio nudo, tra cui numerose stelle binarie e multiple. Le stelle che compongono la costellazione non hanno nome. La più luminosa è Alpha Lupi, una gigante blu. Oggetti del profondo cielo La costellazione del Lupo giace in un tratto della Via Lattea meridionale, compreso fra il Centauro e la Scorpione; questo fa sì che entro i suoi confini siano presenti degli oggetti galattici, i quali però sono, in generale, relativamente deboli. Nella parte nord-occidentale della costellazione si può notare l'ammasso globulare NGC 5986, non lontano dalla stella Eta Lupi. Due ammassi aperti si trovano invece nella parte sud, NGC 5822, il più notevole, e NGC Il bordo ovest si trova lontano dalla via Lattea, così è possibile notare alcune galassie spirale, le quali però sono fuori dalla portata di piccoli strumenti. Da segnalare infine la nebulosa planetaria IC 4406, contenente una caldissima stella di Wolf-Rayet. 114

115 Il resto di supernova della SN 1006, un tenue filamento di gas. (44) Costellazione Macchina Pneumatica La Macchina Pneumatica (in latino Antlia, abbreviato in Ant) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione minore dell'emisfero meridionale che fu definita nel XVIII secolo. Costellazione Coordinate Nome Latino Antlia Ascensione Retta 10h Genitivo Antliae Declinazione -90 Abbreviazione Ant Area Totale 239 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima -90 Latitudine massima +45 Passa al meridiano 5 Aprile ore 21 Stella Principale Alfa Antliae Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,25 In senso orario Idra - Bussola - Vele Altre Stelle Centauro Magnitudine <3 Nessuna Magnitudine <

116 Storia La costellazione della Macchina Pneumatica, unitamente ad altre dodici costellazioni del cielo meridionale, fu istituita dall'astronomoastronomo francese Nicolas Louis de Lacaille per riempire alcune regioni quasi vuote di stelle che non erano incluse in alcuna costellazione dell'epoca. Il suo nome completo, in latino, era in origine Antlia Pneumatica. Alle stelle di questa costellazione non sono state assegnate lettere di Bayer secondo l'usuale scala di luminosità, probabilmente per mancanza di interesse. Alla Macchina Pneumatica non è associato nessun mito classico, perché Lacaille interruppe la tradizione di dare nomi mitologici alle costellazioni, preferendo invece nomi di strumenti usati nelle scienze e nelle tecnologie. Caratteristiche La Macchina Pneumatica è una costellazione molto piccola e oscura, una delle più dimenticate; non contiene stelle brillanti: la più luminosa, o la meno debole, è α Antliae, una stella di magnitudine apparente 4,25 e tipo spettrale K4 III. La sua individuazione è fortemente penalizzata anche a causa del suo relativo isolamento da stelle appariscenti; la si può reperire a nord delle Vele e a sudest della Bussola, anch'essa scarsamente luminosa ma più appariscente e più facile da individuare. La parte più sudoccidentale giace sul bordo più esterno della Via Lattea, ma non vi sono campi stellari di rilievo. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra febbraio e giugno; dall'emisfero boreale il suo riconoscimento è in genere molto difficile anche a causa della scarsa altezza sull'orizzonte che questa costellazione può raggiungere; dall'emisfero australe è visibile per più tempo, ma le difficoltà di individuazione permangono. 116

117 La Macchina Pneumatica illustrata da Johann Bode. Oggetti del profondo cielo NGC 2997 è una galassia spirale di tipo Sc, inclinata di 45 rispetto alla linea di vista. NGC 3132 è una nebulosa planetaria, chiamata anche Eight Burst Nebula o Southern Ring Nebula. La sua stella centrale è in realtà un sistema binario. PGC è una galassia nana sferoidale appartenente al Gruppo Locale e pertanto molto vicina; ciononostante, la sua magnitudine apparente è pari ad appena 14,8. Galassia a spirale sbarrata NGC

118 (45) Costellazione delle Vele Quella delle Vele (in latino Vela) è una costellazione meridionale, una delle tre in cui è stata divisa la Nave Argo. È visibile, peraltro solo per metà, dalle regioni mediterranee medie, mentre è una costellazione caratteristica del cielo australe. Costellazione Coordinate Nome Latino Vela Ascensione Retta Genitivo Velorum Declinazione Abbreviazione Vel Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Marzo Regor 1,6 Sciami Meteorici Delta Velidi Gamma Velidi Puppidi- Velidi Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < h gradi quadrati Macchina Pneumatica - Bussola - Poppa Carena - Centauro 118

119 Storia La costellazione della Nave Argo in un'incisione sull'uranographia di Hevelius. Una volta esisteva la costellazione della Nave Argo, creata in epoca antica per commemorare la mitica impresa di Giasone e degli Argonauti alla ricerca dell Vello d'oro. La costellazione sopravvisse nei secoli fino in età moderna, quando Nicolas Louis de Lacaille la suddivise in tre parti principali: Poppa, Vele e Carena; l'albero maestro della nave diventò la minuscola costellazione della Bussola, posta a nord delle Vele. L'Unione Astronomica Internazionale, nel 1930, accettò la divisione proposta dal Lacaille, assegnando a questi asterismi gli attuali confini. Se la Nave Argo fosse ancora intera, oggi coprirebbe ben 1800 gradi quadrati di volta celeste, e sarebbe così la costellazione più grande del cielo. Osservazione Quella delle Vele è una costellazione di medie dimensioni; si individua senza difficoltà, a nord di un tratto molto brillante della Via Lattea australe, grazie alla disposizione a triangolo delle stelle γ Velorum, δ Velorum e λ Velorum. La stella più brillante risulta essere la γ Velorum, nota anche come Regor, di magnitudine apparente +1,75. Le stelle δ e κ Velorum, assieme alle stelle ε e ι della Carena, formano un asterismo noto come Falsa Croce, poiché simile e talvolta scambiato con la costellazione della Croce del Sud. Un tratto fortemente oscurato della Via Lattea, ma ricco di stelle, attraversa per intero la costellazione. Stelle principali γ Velorum (Regor), come detto, è la più brillante della costellazione, nonché una delle stelle più luminose che si conoscano in termini assoluti; è posta ad ovest, sul confine con l'adiacente costellazione della Poppa, e la lettera γ (gamma) indica che si trattava pure di una delle stelle più brillanti dell'antica costellazione della Nave Argo. δ Velorum (Koo She), è una stella bianca di magnitudine apparente +1,93, posta nel sud della costellazione. λ Velorum (Suhail), è una gigante arancione di magnitudine +2,23, una delle stelle più settentrionali della costellazione; a sud-ovest di questa stella si estende un ricco campo stellare, ben visibile anche ad occhio nudo. κ Velorum (nota talvolta come Markab) ) è una stella azzurra di magnitudine +2,47, posta lungo la linea della Via Lattea, nella parte meridionale della costellazione. μ Velorum, (Al Haram) ) di magnitudine +2,69, è la stella brillante più orientale della costellazione, vicino al confine con il Centauro. 119

120 La nomenclatura stellare segue quella assegnata alla costellazione della Nave Argo: le stelle α e β della Nave Argo sono ora le stelle α e β della Carena. Alle Vele sono finite le stelle γ e δ, e poi κ, λ e µ, ο e infine ψ. Seguono diverse lettere latine, (b, c, etc.) anch'esse secondo l'assegnazione data alla costellazione della Nave Argo. Oggetti del profondo cielo La costellazione delle Vele è attraversata dalla Via Lattea meridionale; sebbene in questo tratto questa sia fortemente oscurata, la costellazione abbonda di oggetti quali ammassi aperti e nebulose diffuse. Fra i primi, davvero notevole è IC 2391, posto due gradi a nord di δ Velorum, che ha al suo centro la stella di quarta magnitudine ο Velorum. È parte di una vastissima associazione stellare che comprende, fra le altre, le brillanti stelle Procione e Denebola. Un altro ammasso aperto visibile ad occhio nudo è NGC 2547, ben risolvibile in stelle anche con piccoli strumenti. Cinque gradi a nordovest di µ Velorum si trova l'ammasso globulare NGC 3201, poco concentrato ma molto appariscente, di magnitudine 6,8; è stato oggetto di un recente studio sulle stelle variabili di tipo RR Lyrae. Tra le nebulose planetarie, spicca NGC 3132, soprannominata Nebulosa anello del sud in contrapposizione con la ben nota Nebulosa Anello della Lira; si trova nella parte settentrionale della costellazione, ed è una delle nebulose planetarie più luminose della volta celeste, essendo visibile anche con piccoli strumenti. Di grande interesse è anche il resto di supernova noto come Nebulosa delle Vele; si tratta di una nebulosa originata da un'esplosione di supernova, che ha probabilmente avuto luogo circa anni fa ed è stata sicuramente ben visibile dalla Terra (si stima che avesse potuto raggiungere la magnitudine -9, ossia sarebbe stata visibile nel cielo in pieno giorno). Questo resto contiene una pulsar, che è stata la seconda ad essere identificata anche otticamente, dopo quella nella Nebulosa del Granchio. Un complesso ben maggiore è quello noto come Nebulosa di Gum, in onore del suo scopritore; si tratta di un vastissimo sistema di deboli filamenti, che ricoprono gran parte della costellazione delle Vele, sconfina a sud in Carena e si addentra nella parte meridionale della Poppa; si tratta probabilmente di un antico resto di supernova. Fra le regioni di formazione stellare delle Vele spicca il Vela Molecular Ridge, un grande complesso nebuloso che comprende alcuni oggetti di facile osservazione, come Gum 20 e soprattutto la nebulosa a riflessione NGC La Nebulosa delle Vele. 120

121 Tra le nebulose planetarie, spicca NGC 3132, soprannominata Nebulosa anello del sud in contrapposizione con la ben nota Nebulosa Anello della Lira; si trova nella parte settentrionale della costellazione, ed è una delle nebulose planetarie più luminose della volta celeste, essendo visibile anche con piccoli strumenti. Di grande interesse è anche il resto di supernova noto come Nebulosa delle Vele; si tratta di una nebulosa originata da un'esplosione di supernova, che ha probabilmente avuto luogo circa anni fa ed è stata sicuramente ben visibile dalla Terra si stima che avesse potuto raggiungere la magnitudine -9, ossia sarebbe stata visibile nel cielo in pieno giorno. Questo resto contiene una pulsar, che è stata la seconda ad essere identificata anche otticamente, dopo quella nella Nebulosa del Granchio. Un complesso ben maggiore è quello noto come Nebulosa di Gum, in onore del suo scopritore; si tratta di un vastissimo sistema di deboli filamenti, che ricoprono gran parte della costellazione delle Vele, sconfina a sud in Carena e si addentra nella parte meridionale della Poppa; si tratta probabilmente di un antico resto di supernova. (46) Costellazione della Carena La Carena (in latino Carina) è una costellazione meridionale, che faceva parte dell'antica costellazione della Nave Argo. Costellazione Coordinate Nome Latino Carina Ascensione Retta 9h Genitivo Carinae Declinazione -60 Abbreviazione Car Area Totale 494 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Alfa Carinidi Latitudine minima +20 Eta Carinidi Latitudine massima -90 Passa al meridiano Marzo Stella Principale Canapo Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente -0,7 In senso orario Vele - Poppa Pittore Altre Stelle Pesce Volante - Camaleonte - Mosca Magnitudine <3 Centauro Magnitudine <6 121

122 Storia e mitologia La costellazione della Nave Argo in un'incisione sull'uranographia di Hevelius. Questa è una delle parti in cui Argo Navis, la nave degli Argonauti, fu divisa dall'astronomo francese Nicolas Louis de Lacaille nel suo catalogo del cielo australe pubblicato nel Carina rappresenta a la carena della nave. Contiene la seconda stella del cielo in ordine di grandezza, Canopo, una stella supergigante bianco crema, distante circa 300 anni luce, che segna la posizione di uno dei due rematori principali della nave. Per quanto riguarda invece l'origine del nome della sua stella più brillante, Canopo, è da dire che non è menzionata da Arato di Soli, perché ai suoi tempi la stella era sotto l'orizzonte visibile della Grecia; il suo nome compare per la prima volta in Eratostene che lavorò più a sud, ad Alessandria, e quindi poté vederla. Scrittori greci come Strabone e Conone ci dicono che Canopo deriva il suo nome dal timoniere del Re greco Menelao. Al ritorno da Troia con Elena la flotta di Menelao fu portata fuori rotta da una tempesta e approdò in Egitto. Là Canopo morì per il morso di un serpente; Elena uccise il serpente e insieme al Re seppellì Canopo con tutti gli onori. Sul suo luogo di sepoltura prosperò la città di Canopo (la moderna 122

123 Abukir), sulla foce del Nilo. Data la prominenza della stella, le sonde spaziali moderne usano Canopo per stabilire le loro rotte. Eratostene conosceva questa stella anche con un altro nome, Perigeo, con riferimento al fatto che restava vicina all'orizzonte. La costellazione contiene una stella singolare, Eta della Carena, che nel 1843 s'infiammò a tal punto da diventare più brillante di Canopo, ma da quel momento la sua brillantezza è scesa al disotto del livello di visibilità a occhio nudo. Gli astronomi la ritengono una stella nuova e massiccia che un giorno esploderà. Osservazione La Carena è una costellazione di medie dimensioni, al di sotto dell'orizzonte nelle regioni temperate boreali. Si tratta infatti di una tipica costellazione australe: può essere osservata per intero solo a partire dal quindicesimo parallelo nord. È facilmente individuabile grazie alla brillantissima stella Canopo, una gigante gialla seconda in luminosità solo a Sirio. Canopo si trova all'estremità occidentale della costellazione, ed è anche la sua stella più settentrionale, tra quelle visibili ad occhio nudo; ad est le stelle ε Carinae e ι Carinae sono immerse nella Via Lattea. Nell'estremità orientale, spicca la stella θ Carinae, circondata da un folto gruppetto di stelline, e la luminosa Miaplacidus, la stella β della costellazione. Caratteristiche La Carena è una costellazione estremamente interessante. La sua parte nordorientale giace sulla Via Lattea in un suo campo particolarmente intenso, ricco di stelle e di oggetti di ogni genere. Le stelle ε e ι Carinae formano, con le più settentrionali δ e κ Velorum, un asterismo noto come Falsa Croce, perché spesso confuso con la vera Croce del Sud. Stelle principali La stella principale della costellazione è Canopo (α Carinae, Canopus in Latino), la seconda stella più luminosa del cielo; la prima è Sirio, la terza è Rigil Kentaurus (o Toliman). Si individua circa 35 a sud della stessa Sirio, ad ovest della scia luminosa della Via Lattea australe. Miaplacidus (β Carinae) è la seconda stella più luminosa della costellazione, ed è la ventinovesima stella più luminosa del cielo notturno, con una magnitudine apparente di +1,68; rispetto a Canopo si trova dalla parte opposta della costellazione. La stella Avior (ε Carinae) con una magnitudine apparente di 1,86 è anch'essa una delle più brillanti stelle nel cielo notturno, ma è visibile dall'emisfero boreale solo a latitudini tropicali. La stella Aspidiske (ι Carinae, nota anche come Turais) è una stella bianca di magnitudine +2,21, sul bordo della Via Lattea. La stella η Carinae (nota anche come Foramen), ora invisibile ad occhio nudo, è stata per lungo tempo una delle stelle più brillanti del cielo; si trova all'interno della Nebulosa di Eta Carinae, in uno dei tratti più brillanti della La nomenclatura stellare segue quella assegnata alla costellazione della Nave Argo: le stelle α e β Carinae sono effettivamente le stelle α e β dell'argo navis. Mancano le stelle γ e δ, ma sono presenti la ε, la η,che una volta era ben più luminosa di adesso, la θ e la ι, terminando infine con la Via Lattea. υ, la χ e la ω. Seguono diverse lettere latine, anch'esse secondo l'assegnazione data alla costellazione della Nave Argo. 123

124 Oggetti del cielo profondo L'ammasso aperto soprannominato Pleiadi del Sud. Entro i confini con la Carena si trova uno dei tratti di Via Lattea più brillanti e ricchi dell'intera volta celeste; la costellazione perciò abbonda di oggetti del cielo profondo appartenenti alla nostra Galassia, come ammassi e nebulose. Il fatto che però sia anche uno dei tratti più meridionali della Via Lattea, fa sì che sia visibile solo dalle regioni dell'emisfero australe, più la fascia tropicale di quello boreale. Tra gli innumerevoli ammassi aperti, il più notevole è senza dubbio quello noto come Pleiadi del Sud Southern Pleiades - IC 2602); la stella principale è la θ Carinae, azzurra, di magnitudine 2,7, circondata da un gruppetto di stelle di quinta che le conferiscono un aspetto caratteristico e inconfondibile. Di grande interesse per gli astrofili è pure un altro ammasso, NGC 3532, ben visibile anch'esso ad occhio nudo, giacente nel tratto più ricco della Via Lattea e soprannominato talvolta Ammasso pozzo dei desideri per la somiglianza ad un grande insieme di monete come quelle che si trovano sul fondo di un pozzo dei desideri. Poco ad ovest si trova pure l'ammasso NGC 3293, circondato sul lato NW da una nebulosa. A breve distanza da questi, sul bordo meridionale della Via Lattea, si trova il ricco ammasso NGC 3114, visibile ad occhio nudo e risolvibile in stelle anche con piccoli strumenti; a sud ovest della Falsa Croce si trova invece NGC 2516, altro brillante ammasso. La Nebulosa della Carena. 124

125 È presente pure un ammasso globulare, NGC 2808, uno dei più compatti che si conoscano. Tra le Nebulose diffuse, spicca la grande Nebulosa della Carena NGC 3372: posta al centro del ramo brillante della Via Lattea del sud, è la nebulosa diffusa più brillante dell'intera volta celeste, più luminosa pure della ben più famosa Nebulosa di Orione; ben visibile ad occhio nudo, in un semplice binocolo già si evidenziano alcune delle sue strutture più importanti, come una banda oscura che la attraversa da est ad ovest. La stella η Carinae si trova al suo interno. Tra le galassie, si segnala la presenza, poco a nord-est di Canopo, della Galassia nana della Carena, una galassia satellite della nostra Via Lattea. (47) Costellazione della Croce del Sud La Croce del Sud (in latino Crux,, "croce"; così chiamata in contrasto con la Croce del Nord, la costellazione del Cigno), è la più piccola delle 88 costellazioni moderne, ma anche una delle più famose. È circondata da tre lati dal Centauro, mentre a sud si trova la piccola Mosca. Costellazione Coordinate Nome Latino Crux Ascensione Retta Genitivo Crucis Declinazione Abbreviazione Cru Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Crucidi Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Maggio Acrux 0,77 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Centauro - Mosca 12h gradi quadrati 125

126 Cultura La croce del sud è rappresentata su numerose bandiere dell'emisfero australe. Storia La Croce del Sud si trova sotto le zampe anteriori del Centauro. Contiene una nuvola scura di polvere nota agli astronomi moderni come il Sacco di Carbone, ma chiamata Macula Magellanica, Macchia di Magellano, in quest'illustrazione da Uranographia di Johann Bode. È questa la più piccola di tutte le ottantotto costellazioni. Le stelle che la formano erano note ai Greci antichi e ai Romani, poiché a causa del fenomeno della precessione degli equinozi erano visibili anche dalla Grecia e dall'italia. All'epoca tuttavia non erano considerate una costellazione a sé stante, ma erano ritenute parte delle zampe posteriori del Centauro. Sembra che la croce sia stata descritta per la prima volta nel 1516 dal navigatore italiano Andreas Corsali, che la definì «così leggiadra e bella che nessun altro segno celeste vi può essere paragonato». La croce era usata dai naviganti come indicatrice del polo sud celeste, e fu adottata dagli astronomi come costellazione a sé alla fine del XVI secolo. Nella sua forma moderna la Croce del Sud sembra sia apparsa nei mappamondi celesti dei cartografi olandesi Petrus Plancius e Jodocus Hondius rispettivamente nel 1598 e nel 1600; prima di allora Plancius aveva rappresentato una croce del sud stilizzata in una parte del cielo completamente diversa, a sud di Eridano, dove ora sorge l'idra Maschio. La stella più brillante della costellazione è qualche volta chiamata Acrux, un nome che i navigatori attribuiscono alla sua designazione scientifica Alfa della Croce. Vista attraverso telescopi piccoli è divisibile in due punti brillanti bluastri. La seconda invece riporta un nome proprio, Mimosa. Osservazione La costellazione della Croce del Sud è una delle più brillanti e caratteristiche del cielo australe: la sua stella principale, Acrux, è la tredicesima stella più brillante del cielo; la costellazione si osserva per intero a sud del 27 parallelo nord, mentre dall'emisfero sud è circumpolare nelle sue regioni temperate: in queste zone si può affermare che la Croce del Sud fa da controparte australe all'asterismo del Grande Carro, in quanto è visibile in tutte le notti dell'anno e consente di individuare il polo sud celeste. Infatti, dato che il Polo Sud celeste manca di una stella brillante che lo marchi, come fa la Stella Polare con il Polo Nord Sigma Octantis è la più vicina, ma è così debole da essere inutile, due delle stelle della Croce del Sud α e γ, Acrux e Gacrux rispettivamente, sono 126

127 normalmente usate per trovarlo. Seguendo la linea definita da queste due stelle per approssimativamente 4,5 volte la distanza tra di loro porta ad un punto molto vicino al Polo Sud celeste. Alternativamente, si può costruire una linea tra α Centauri e Achernar α Eridani, una stella situata alla medesima declinazione, ma opposta rispetto al Polo Sud Celeste: il punto dove questa linea interseca la linea precedente corrisponde col Polo Sud Celeste. Caratteristiche La costellazione giace sulla Via Lattea australe, in un tratto molto brillante, sulla quale si sovrappone. a sud-est, una nebulosa oscura nota come Sacco di Carbone; le sue stelle più brillanti ad eccezione di γ Crucis, fanno parte di un'associazione stellare nota come Associazione Scorpius- Centaurus. Stelle principali Acrux (α Crucis) è la stella più brillante; si tratta di una stella azzurra di magnitudine integrata pari a 0,77, ossia equivalente ad Altair; in realtà è una stella doppia composta da due astri di magnitudine 1,4 e 2,09. Si tratta inoltre della stella brillante più meridionale di tutte, avendo declinazione -63. Il sistema dista da noi 321 anni luce. Mimosa (β Crucis) è una stella azzurra di magnitudine 1,25, la ventesima stella più luminosa del cielo; si tratta di una variabile pulsante con oscillazioni minime. la sua distanza è stimata sui 352 anni luce. Gacrux (γ Crucis) è una stella dal colore rosso vivo, che contrasta fortemente col colore azzurro delle altre stelle brillanti della costellazione; di magnitudine 1,59, costituisce il vertice più settentrionale della croce. A differenza delle altre stelle brillanti vicine, questa stella non appartiene all'associazione Scorpius-Centaurus, ma vi si trova in primo piano: la sua distanza è infatti stimata sugli 88 anni luce da noi, e possiede anche un moto proprio relativamente elevato, in direzione WNW. δ Crucis è la stella meno brillante del quartetto disposto a croce; è una stella azzurra di magnitudine 2,79, distante 364 anni luce. ε Crucis è una stella di colore arancione, di magnitudine 3,59; conferisce alla costellazione un aspetto caratteristico, sulla linea di congiunzione fra Acrux e δ Crucis. La sua distanza è stimata sui 228 anni luce. Tra le altre stelle, è da notare HD , una stella di settima magnitudine nota per avere un sistema planetario. 127

128 Oggetti del profondo cielo NGC 4755, un celebre ammasso aperto. La costellazione, come detto, giace sulla Via Lattea; questo fa sì che entro i suoi confini siano ben visibili diversi oggetti del profondo cielo interni alla nostra Galassia. La Nebulosa Sacco di Carbone è la più prominente nebulosa oscura del cielo, ben visibile ad occhio nudo come una toppa scura in questo tratta di Via Lattea, poco ad est della stella Acrux. Un altro oggetto è l'ammasso aperto NGC Conosciuto come Ammasso di Kappa Crucis, fu scoperto da Nicolas Louis de Lacaille nel Si trova ad una distanza di circa anni luce, e consiste di circa 100 stelle azzurre sparse su un'area larga 20 anni luce, sulle quali domina una stella rossa che contrasta con le altre e che conferisce all'ammasso il nome ancor più noto di Scrigno di Gioielli. Un altro ammasso aperto facilmente rintracciabile è NGC 4609, visibile ad est di Acrux, sul bordo occidentale del Sacco di Carbone. (48) Costellazione della Mosca La Mosca (in latino Musca, abbreviata in Mus) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione minore dell'emisfero meridionale, situata a circa 70 di declinazione sud. È perciò invisibile alle latitudini mediterranee. La si può individuare con estrema facilità, subito a sud della Croce del Sud. 128

129 Costellazione Coordinate Nome Latino Musca Ascensione Retta 12h Genitivo Muscae Declinazione -70 Abbreviazione Mus Area Totale 138 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Maggio ore 21 Stella Principale Magnitudine apparente Myia 2,69 Costellazioni Confinanti In senso orario Uccello del Paradiso - Compasso Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Centauro - Croce del Sud - Carena Camaleonte Caratteristiche La costellazione una volta era nota come Musca Australis, in contrapposizione ad una Musca Borealis, situata a nor-est dell'ariete. Oggi si tende a chiamarla semplicemente Musca, o, talvolta, Musca indica, uno dei vari nomi assunti in passato. È stata anche nota col nome di Apis, l'ape. 129

130 Oggetti stellari La stella più brillante della costellazione, Alfa, chiamata anche Myia, è una variabile dal colore azzurro distante 350 anni luce dalla Terra. La sua magnitudine apparente varia di pochi centesimi intorno al valore 2,7 in circa 2 ore. Beta, invece, è una stella doppia, formata da due astri di magnitudine 3,7 e 4, con un periodo orbitale di 383 anni. Attualmente la separazione è pari al secondo d'arco, quindi con un telescopio la stella è facilmente risolvibile. Viene chiamata anche Diptera. La Nova Muscae 1991 Entro i confini della Mosca si trova la Nova Muscae 1991, una sorgente transiente di raggi X. Nova Muscae 1991 è una stella binaria, e si pensa che una delle sue due componenti sia un buco nero. Questa deduzione si basa sulla rivelazione di radiazione derivata dall'annichilimento di positroni, che è stata rivelata durante l'esplosione del Oggetti del cielo profondo La Mosca è situata sul bordo meridionale della Via Lattea australe, il che potrebbe far pensare alla presenza di una discreta quantità di oggetti non stellari, se non fosse che questo tratto che per altro è lo stesso dove si trovano le costellazioni della Carena e della Croce del Sud si presenta fortemente oscurato da polveri interstellari. Non a caso alcuni oggetti sono infatti presenti, ma nella parte più meridionale della costellazione, lontano dalle polveri galattiche, ed in particolare si tratta di due ammassi globulari: NGC 4833, il più luminoso, vicino alla stella Delta Muscae e NGC 4372, subito a nord di Gamma Muscae. La Nebulosa Clessidra, una debole nebulosa planetaria. 130

131 (49) Costellazione del Compasso Il Compasso (in latino Circinus, abbreviato in Cir) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una piccola costellazione dell'emisfero meridionale, posta ad una declinazione compresa tra -55 e -70. È dunque invisibile dalle latitudini italiane. La si può comunque trovare con grande facilità, subito a oriente della stella Alfa Centauri. Costellazione Coordinate Nome Latino Circinus Ascensione Retta Genitivo Circini Declinazione Abbreviazione Cir Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Giugno Alfa Circini Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,2 In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 21 15h gradi quadrati Centauro - Mosca - Uccello del Paradiso Triangolo Australe - Regolo - Lupo 131

132 Caratteristiche La α Circini è una stella doppia la cui primaria è la più luminosa della costellazione. Si trova a 54 anni luce dal Sole, e la secondaria, di magnitudine 8,6, è risolvibile solo con un telescopio. β Circini è una stella bianca di magnitudine 4,07, distante 97 anni luce. γ Circini è una gigante blu di magnitudine 4,48, distante 509 anni luce. Il Compasso si trova stretto fra le due brillanti stelle che rappresentano il piede del Centauro, Alfa Centauri e Hadar, e la piccola ma appariscente costellazione del Triangolo Australe; giace su un tratto piuttosto brillante della Via Lattea del sud, ma non contiene né stelle luminose, né oggetti notevoli: la sua stella principale, la α Circini, è di magnitudine 3,2 e viene ulteriormente oscurata dalla vicina presenza di Alfa Centauri, poco più a nord. Nonostante ciò, proprio la vicinanza di stelle luminose ne consente una facile individuazione nella volta stellata. La declinazione di questa costellazione è fortemente australe: ciò comporta che da quasi tutte le aree della Terra a nord della fascia tropicale non sia mai osservabile; d'altra parte, nella fascia temperata australe si presenta circumpolare ed è osservabile in particolare nelle notti dell'autunno (marzo-giugno), quando si presenta alta sull'orizzonte. In antichità quest'area di cielo, assieme ad Alfa Centauri, era visibile anche dalle latitudini mediterranee, fino a quando la precessione degli equinozi non ha portato queste stelle a declinazioni troppo meridionali. Oggetti del cielo profondo Nonostante la presenza della Via Lattea, date le dimensioni ridotte della costellazione, gli oggetti non stellari non abbondano. Si può segnalare solo l'ammasso aperto NGC 5823, sul confine con il Lupo, parzialmente risolvibile con un binocolo o con piccoli strumenti. anche a causa della sua scarsa concentrazione. Fra gli oggetti nebulosi, spicca la Nube del Compasso, una grande nube molecolare oscura in cui sono attivi dei fenomeni di formazione stellare di stelle di piccola e media massa. Ammasso aperto NGC

133 50) Costellazione del Sestante Il Sestante (in latino Sextans, abbreviato in Sex) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione minore sita in prossimità dell'equatore celeste, che fu introdotta nel XVII secolo dall'astronomo polacco Johannes Hevelius. Caratteristiche Il Sestante è una piccola e oscura costellazione a cavallo dell'equatore celeste, creata in epoca moderna assieme a tante altre costellazioni che rappresentano strumenti tecnologici; non possiede alcuna stella luminosa, dato che la più brillante è anche l'unica che raggiunga la quarta magnitudine, pertanto la sua individuazione può risultare difficoltosa. La posizione in cui si trova può essere individuata comunque con facilità grazie alle brillanti stelle del Leone, e corrisponde alla regione priva di stelle cospicue situata a sud della luminosa Regolo; per scorgerne le componenti è necessario un cielo buio e possibilmente senza Luna. L'eclittica transita a circa un grado dall'angolo nordorientale della costellazione. Grazie alla sua posizione equatoriale, il Sestante è comunque visibile nella sua totalità in cielo dalla maggior parte della superficie terrestre, tra +80 e -80 di latitudine; il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale coincide con quello in cui si osserva il Leone, ossia nei mesi dell'inverno e della primavera boreale, fra fine gennaio e metà giugno. Dall'emisfero australe è invece osservabile dalla fine dell'estate all'inizio dell'inverno. Costellazione Coordinate Nome Latino Sextans Ascensione Retta 10h Genitivo Sextantis Declinazione 0 Abbreviazione Sex Area Totale 314 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra Sextantidi Latitudine minima -80 Latitudine massima +80 Passa al meridiano 5 Aprile ore 21 Stella Principale Alfa sextantis Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,49 In senso orario Leone - Idra - Cratere Altre Stelle Magnitudine <3 Nessuna Magnitudine <

134 Stelle principali α Sextantis è una gigante bianco-azzurra di magnitudine 4,48, distante 287 anni luce. γ Sextantis è una stella bianca doppia di magnitudine 5,07, distante 261 anni luce. β Sextantis è una stella azzurra leggermente variabile di magnitudine 5,08, distante 345 anni luce. Oggetti del cielo profondo La costellazione del Sestante giace lontana dalle nubi del piano della Via Lattea e si trova sul bordo di una regione ad elevata densità di galassie luminose; ciò giustifica la presenza entro i suoi confini di alcune galassie luminose. Fra queste, la più brillante è NGC 3115, soprannominata talvolta Galassia Fuso: si tratta di una galassia lenticolare che ospita nel suo nucleo un buco nero supermassiccio; nel nord della costellazione è invece visibile una coppia di galassie catalogate come NGC 3166 e NGC 3169, ben osservabili con un piccolo telescopio in una notte buia. Galassia NGC 3115 della galassia Fuso 134

135 (51) Costellazione della Bussola La Bussola (in latino Pyxis) ) è una costellazione meridionale minore, introdotta tta da Nicolas Louis de Lacaille con il nome Pyxis Nautica. A volte viene considerata la bussola della Nave Argo, anche se gli antichi greci certo non usavano bussole nella navigazione; sembra che però le sue deboli stelle venissero considerate in antichità come l'albero maestro della nave. Costellazione Coordinate Nome Latino Pyxis Ascensione Retta Genitivo Pyxidis Declinazione Abbreviazione Pyx Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Marzo Alfa Pyx 3,68 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Nessuna 18 Idra - Poppa - Vele Macchina Pneumatica 9h Gradi quadrati 135

136 Caratteristiche La Bussola è una piccola e oscura costellazione situata ai margini della scia luminosa della Via Lattea, ad est della Poppa e a nord delle Vele; occupa una regione di cielo particolarmente povera di stelle appariscenti, mentre lo sfondo è ricco di astri a partire dalla settima grandezza, specie sul lato sudoccidentale. La figura della costellazione è delineata da tre stelle di terza e quarta magnitudine, allineate in senso nord-sud; si tratta di tre astri intrinsecamente molto luminosi, ma la loro grande distanza ne fa diminuire la luminosità. Oltre a queste vi sono alcune stelle di quinta grandezza. Si tratta della parte più piccola in cui è stata suddivisa l'antica costellazione della Nave Argo, e in particolare la sua nomenclatura di Bayer è del tutto autonoma, a differenza delle altre tre costellazioni facenti una volta parte della nave. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale è compreso fra i mesi di gennaio e maggio; dall'emisfero nord la sua individuazione è resa difficoltosa dalla sua declinazione moderatamente australe, mentre dall'emisfero sud è più facilmente rintracciabile. In entrambi i casi è necessario comunque un cielo buio e non inquinato, possibilmente senza Luna. Oggetti del cielo profondo Nonostante la parziale presenza della Via Lattea, la costellazione non contiene oggetti galattici particolarmente appariscenti. Fra gli ammassi aperti l'unico alla portata di piccoli strumenti è NGC 2627, che contienene alcune stelle di decima e undicesima grandezza 136

137 (52) Costellazione Uccello del Paradiso L'Uccello del Paradiso (in latino Apus, abbreviato in Aps) è una debole costellazione vicina al polo sud celeste. Viene ufficialmente menzionata per la prima volta nell'uranometria di Johann Bayer, ma si ipotizza che fosse in uso già in precedenza presso i marinai Costellazione Coordinate Nome Latino Apus Ascensione Retta 16h Genitivo Apodis Declinazione -75 Abbreviazione Aps Area Totale 206 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano luglio ore 21 Stella Principale Alfa Apodis Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,83 In senso orario Triangolo Australe - Compasso - Mosca Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 13 Camaleonte - Ottante - Pavone Altare 137

138 Oggetti stellari δ Apodis è una doppia larga, risolvibile con un binocolo. Le due componenti, di magnitudine apparente pari a 4,7 e 5,3, sono due giganti rosse situate a distanze piuttosto differenti dal sistema solare: 760 e 660 anni luce rispettivamente. Si tratta dunque di una doppia ottica, piuttosto che di un reale sistema binario. Caratteristiche Si tratta di una piccola costellazione relativamente poco luminosa, situata sul bordo della parte più meridionale della Via Lattea del sud; le sue stelle principali risaltano soprattutto perché sono relativamente isolate e vicine fra loro rispetto alle stelle luminose vicine. La sua visibilità è limitata alle regioni dell'emisfero australe terrestre, più una ristretta fascia poco a nord dell'equatore. L'Uccello del Paradiso è una delle dodici costellazioni create da Petrus Plancius in seguito alle osservazioni compiute da Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman e fece la sua prima comparsa in un globo celeste di 35 cm di diametro realizzato nel 1597 o 1598, ad Amsterdam da Plancius e Jodocus Hondius. Plancius chiamò la costellazione Paradysvogel Apis Indica; il primo termine significa «uccello del paradiso» in olandese, ma le altre due parole, latine, significano ape indiana; apis, ape in latino, è probabilmente una svista per avis o uccello. Questa confusione sembra aver portato ad un cambio di nome per due costellazioni: Avis Indica, trasformato in Apus, e Apis, l'ape, divenuta in seguito Musca, la mosca. Oggetti del profondo cielo Verso il confine settentrionale della costellazione è visibile NGC 6101, un ammasso globulare poco concentrato. Ammasso globulare

139 (53) Costellazione Triangolo Australe Il Triangolo Australe (in latino Triangulum Australe, abbreviato in TrA) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una piccola costellazione dell'emisfero meridionale, le cui tre stelle più brillanti, di seconda e terza magnitudine, formano un triangolo quasi equilatero. Questa costellazione è stata introdotta da Johann Bayer nel 1603, nel suo lavoro Uranometria. Costellazione Coordinate Nome Latino Triangulum Australe Ascensione Retta Genitivo Trianguli Australis Declinazione Abbreviazione TrA Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Luglio Atria 1,913 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < h gradi qudrati Regolo - Altare - Compasso Uccello del Paradiso 139

140 Caratteristiche Si tratta di una piccola ma appariscente costellazione dell'emisfero meridionale, le cui tre stelle più brillanti, di seconda e terza magnitudine, formano un triangolo quasi equilatero; a queste si aggiungono altre due stelle di quarta grandezza, che rendono così la costellazione per certi versi simile ad un triangolo mozzato. Si trova sul bordo meridionale della Via Lattea, nel cui chiarore appare parzialmente immersa; non contiene tuttavia campi stellari particolarmente ricchi visibili ad occhio nudo o con piccoli strumenti. La sua individuazione è facilitata dalla presenza, a nordovest, delle brillantissima coppia di stelle formata da Alfa Centauri e Hadar. Il Triangolo Australe fu introdotto da Johann Bayer nel 1603, nel suo lavoro Uranometria, per riempire alcune aree di cielo rimaste ancora prive di costellazioni a sud dello Scorpione. La sua visibilità nel cielo notturno è limitata alle regioni dell'emisfero sud, dove si mostra per lo più circumpolare, e alle basse latitudini dell'emisfero nord, a partire dal Tropico del Cancro; grazie alla luminosità delle sue stelle principali, la costellazione è visibile anche dalle aree urbane senza difficoltà. Oggetti del profondo cielo La costellazione, nonostante si trovi sul bordo della Via Lattea, non offre un gran numero di oggetti non stellari, anche a causa delle sue ridotte dimensioni; le polveri galattiche inoltre oscurano il cielo profondo, rendendo difficile anche l'osservazione delle galassie, L'unico oggetto di facile osservazione è NGC 6025, un ammasso aperto nella Via Lattea, grande un terzo della Luna piena, facilmente riconoscibile anche al binocolo o con un piccolo telescopio, essendo la sua stella più luminosa di magnitudine 7. Si trova a 2700 anni luce dal sistema solare. Ammasso aperto NGC

141 (54) Costellazione del Camaleonte Il Camaleonte (in latino Chamaeleon) è una costellazione minore dell'emisfero sud. È stata introdotta da Johann Bayer nel suo lavoro Uranometria del 1603, ma è forse stata definita alcuni anni prima. È oggi una delle 88 costellazioni moderne. È davvero difficile scorgerla in cielo, a causa delle sue esigue dimensioni e le scarsa luminosità delle sue componenti e si potrebbe qui affermare che il nome della costellazione rispecchi in pieno la sua natura. Costellazione Coordinate Nome Latino Chamaeleon Ascensione Retta Genitivo Chamaeleontis Declinazione Abbreviazione Cha Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Magnitudine apparente Aprile YCha 4,1 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 19 11h gradi quadrati Mosca - Carena - Pesce Volante Mensa - Ottante - Uccello del Paradiso Individuare la costellazione Le stelle che compongono questo asteresimo sono tutte di quarta magnitudine o più deboli, cosa che rende dfficile la loro individuazione nel cielo. Per trovarla conviene partire da una costellazione 141

142 molto più brillante e riconoscibile, la Croce del Sud; seguendo l'allineamento formato dalle stella Alfa e Gamma si arriva in prossimità della stella Gamma del Camaleonte. Oggetti principali La stella più luminosa è la α Chamaeleontis, di magnitudine 4,05, che brilla con luce bianca. Quasi della stessa luminosità, più debole solo per pochi centesimi di magnitudine è γ Chamaeleontis magnitudine 4,09, una stella arancione posta a 260 anni luce dalla Terra. Nel camaleonte si trovano delle stelle doppie interessanti: Delta è costituita da due oggetti, chiamati Delta 1, magnitudine 5,5, e Delta 2 magnitudine 4,5, che però non mostrano di essere legati gravitazionalmente, essendo poste rispettivamente a 370 e 550 a.l. dalla Terra. ε Chamaeleontis è un'altra coppia, più difficile da separare richiede un telescopio con almeno 7 cm di diametro; le magnitudini sono 5,5 e 6,3. Cha è una delle stelle più piccole che si conoscano è una sub-nana bruna, ma è interessante in quanto pare essere circondata da un disco proto planetario. Oggetti del cielo profondo Non si segnalano oggetti interessanti: l'unico notevole è una nebulosa planetaria, NGC 3195, posta tra le stelle Delta e Zeta, in prossimità del confine sud della costellazione. (55) Costellazione del Pesce Volante Il Pesce Volante (in latino Volans, abbreviato in Vol) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione minore dell'emisfero meridionale. 142

143 Caratteristiche Il Pesce Volante è una costellazione di dimensioni molto ridotte situata nel profondo emisfero celeste australe; contiene alcune stelle di terza e quarta magnitudine che comunque rendono discretamente l'idea di un pesce volante. La sua posizione in cielo è giustificata dalla presenza della nave Argo poco più a nord, in partizolare della sezione della Carena, dato che intende rappresentare un pesce che nuota nelle vicinanze dello scafo della nave. Sei stelle sono di magnitudine più luminose della magnitudine 5,0, e sono visibili senza eccessive difficoltà in un cielo relativamente buio. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nel mesi compresi fra dicembre e maggio; essendo una costellazione posta a declinazioni fortemente australi, la sua visibilità è quasi del tutto limitata alle sole regioni poste a sud dell'equatore, con la sola eccezione delle aree più meridionali dell'emisfero emisfero boreale, in piena fascia tropicale. Costellazione Coordinate Nome Latino Volans Ascensione Retta 8h Genitivo Volantis Declinazione -70 Abbreviazione Vol Area Totale 141 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Marzo ore 21 Stella Principale Beta Volantis Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,77 In senso orario Carena - Pittore - Dorado Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 13 Mensa - Camaleonte 143

144 Oggetti non stellari Gli unici oggetti non stellari della costellazione sono galassie, in massima parte molto deboli; sono visibili con strumenti amatoriale di media potenza solo una coppia di galassie verso il centro della costellazione. HD è una stella simile al Sole con un pianeta simile a Nettuno, posto però su un'orbita estremamente vicina alla stella, ad appena 0,05 UA. (56) Costellazione del Reticolo Galassia a spirale NGC 2442 Il Reticolo (in latino Reticulum, abbreviato in Ret) è una delle 88 costellazioni moderne. SI tratta di una costellazione minore dell'emisfero sud, posta ad una declinazione di circa -60 ; venne introdotta da Lacaille per ricordare l'omonimo strumento di misurazione di posizioni ed angoli tra le stelle. Costellazione Coordinate Nome Latino Reticulum Ascensione Retta 4h Genitivo Reticuli Declinazione -60 Abbreviazione Ret Area Totale 114 Gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima -90 Latitudine massima +23 Passa al meridiano 30 Dicembre ore 21 Stella Principale Alfa Reticuli Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,4 In senso orario Orologio - Idro - Dorado Altre Stelle Magnitudine <3 Nessuna Magnitudine <

145 Caratteristiche Il Reticolo è una piccola costellazione del profondo cielo australe; contiene alcune stelle di terza e quarta magnitudine piuttosto vicine fra loro che ne facilitano l'individuazione, la quale è comunque facilitata dal fatto che essa viene a trovarsi a metà strada sulla linea congiungente le due brillanti stelle Canopo e Achernar, rispettivamente nelle costellazioni della Carena e di Eridano. In un cielo non molto limpido può essere presa come riferimento per reperire la Grande Nube di Magellano, posta pochi gradi a sudest. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra novembre e aprile, ossia in coincidenza della stagione estiva australe; dall'emisfero nord si presenta invisibile per quasi tutte le sue regioni ad eccezione di quelle poste a latitudini tropicali, mentre dell'amisfero australe si presenta circumpolare a partire dalle regioni poste a latitudini temperate. Stelle principali α Reticuli distante 390 anni luce dal Sole; è una stella gigante gialla di magnitudine apparente 3,3 distante 163 anni luce. β Reticuli, distante cinquantacinque anni luce, è una subgigante arancione di magnitudine apparente 3,8 distante 100 anni luce. ε Reticuli è una subgigante arancione di magnitudine 4,44, distante 59 anni luce. Oggetti non stellari Il Reticolo contiene alcune galassie brillanti, prima fra tutte NGC 1313, una grande galassia spirale visiile anche con un piccolo telescopio fra i cui bracci sono state scoperte decine di grandi regioni di formazione stellare. Le altre galassie sono visibili soprattutto sul lato nordorientale, al confine con il Dorado, come NGC

146 Fra i sistemi planetari noti in questa costellazione,il più noto è quello di ε Reticuli, scoperto nel 2000, che contiene un gigante gassoso con una massa minima pari a circa 1,5 masse gioviane. Sistemi planetari Nome del sistema Coordinate equatoriali all'epoca J AR Dec Magnitudine Tipo di stella Numero di pianeti confermati HD HD h 39 m 24 s ,56 Nana gialla 1 (b) 03 h 39 m 43 s ,10 Nana gialla 1 (b) ε Reticuli 04 h 16 m 29 s ,44 Subgigante arancione 1 (b) HD h 20 m 47 s ,42 Nana arancione 1 (b) NGC 1559, una galassia spirale ricca di stelle giovani. 146

147 (57) Costellazione dell Ottante L'Ottante (in latino Octans,, abbreviato in Oct) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione meridionale poco appariscente, introdotta da Nicolas Louis de Lacaille e nota più che altro per essere la sede del polo sud celeste. Costellazione Coordinate Nome Latino Octans Ascensione Retta 22h Genitivo Octantis Declinazione -90 Abbreviazione Oct Area Totale 291 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano settembre ore 21 Stella Principale Magnitudine apparente y Octantis 3,73 Costellazioni Confinanti In senso orario Tucano - Indiano - Pavone Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 nessuna 16 Uccello del Paradiso - Camaleonte Mensa - Idro 147

148 Caratteristiche L'Ottante contiene solo una stella di terza magnitudine, la ν Octantis, mentre le restanti sono di quarta e quinta grandezza; questo, unito al fatto che nelle regioni vicine non sono presenti altre stelle luminose, rende la sua individuqazione piuttosto difficoltosa. Sotto cieli bui è possibile reconoscere il triangolo scaleno allungato formato dalle stelle β, γ e ν. La stella σ Octantis è la più vicina al polo sud celeste, ma è così debole da essere in pratica inutile come stella polare per l'emisfero australe della Terra; infatti questa stella ha una magnitudine apparente di circa 5,5. Si preferisce solitamente ricorrere ad Acrux e Gacrux, due stelle particolarmente luminose della Croce del Sud che fungono da puntanti per il polo sud, dato che il loro prolungamento porta a σ Octantis. La sua visibilità è limitata alle regioni dell'emisfero australe: sebbene sia infatti in parte osservabile anche dalle regioni boreali più vicine all'equatore, affinché si possa avere una visione d'insieme della costellazione occorre trovarsi almeno nella fascia tropicale media dell'emisfero sud, in modo che la costellazione sia completamente circumpolare e quindi osservabile per intero. Oggetti non stellari La costellazione dell'ottante non contiene oggetti luminosi; le galassie qui visibili sono molto remote e difficilmente osservabili. l'oggetto catalogato come NGC 6438 è un esempio di galassie interagenti, mentre la galassia più luminosa è NGC7098, una galassia spirale barrata con i bracci molto deboli. Nell'Ottante sono note due stelle con un sistema planetario. HD possiede un pianeta gigante gassoso grande oltre quattro volte Giove, posto su un'orbita ad oltre 2 UA dalla sua stella madre; HD possiede invece un pianeta di dimensioni pari a un terzo di quelle di Giove, situato su un'orbita molto ravvicinata. (58) Costellazione del Tucano Il Tucano (in latino Tucana, abbreviato in Tuc) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione meridionale introdotta da Johann Bayer nel 1603, nel suo lavoro Uranometria, ed è totalmente invisibile alle latitudini mediterranee. Al suo estremo meridionale si trova la Piccola Nube di Magellano, una piccola galassia irregolare, satellite della Via Lattea. Caratteristiche Il Tucano è una piccola costellazione del profondo cielo australe; si individua però con facilità grazie alla presenza di una stella, la α Tucanae, che nonostante non possegga alcun nome proprio è una gigante arancione di magnitudine 2,9, dunque facile da individuare anche dai cieli di una città di medie dimensioni. Le altre componenti stellari sono però quasi tutte di quarta e quinta magnitudine, dunque difficili da osservare a meno che non si disponga di un buon cielo buio. Le sue modeste dimensioni sono compensate tuttavia dalla presenza, sul lato sudorientale della costellazione, di due degli oggetti non stellari più brillanti del cielo; qui infatti si può osservare la Piccola Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea che risulta essere la seconda galassia più brillante del cielo dopo la Grande Nube, nonché un brillante ammasso globulare noto come 47 Tucanae, il secondo più luminoso del cielo. La declinazione fortemente australe di questa costellazione fa sì che essa non sia osservabile per intero da quasi tutto l'emisfero boreale, ad eccezione delle regioni tropicali più basse; di contro, dall'emisfero australe è quasi ovunque circumpolare e la sua visibilità è notevolmente facilitata. Il periodo più propizio per la sua 148

149 osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra settembre e gennaio; dall'emisfero sud è dunque, assieme alla Gru, una tipica figura delle notti primaverili. Costellazione Coordinate Nome Latino Tucana Ascensione Retta 0h Genitivo Tucanae Declinazione -65 Abbreviazione Tuc Area Totale 295 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Novembre Stella Principale Alfa Tucanae Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 2,9 In senso orario Indiano - Ottante - Idro Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Fenice - Gru 149

150 Oggetti stellari La sua stella più luminosa è Alpha Tucanae α Tuc / α Tucanae, di magnitudine 2,9, posta nella parte nord-occidentale della costellazione. Una particolare stella doppia è Beta Tucanae β Tuc / β Tucanae, risolvibile facilmente con piccoli strumenti; la stessa è divisa in 3 sottoclassi: β 1 Tucanae, β 2 Tucanae, e poco più in là, è possibile scorgere β 3 Tucanae. Oggetti del profondo cielo La costellazione del Tucano contiene alcuni oggetti del profondo cielo particolarmente brillanti e conosciuti. In particolare spicca la Piccola Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea ben visibile anche ad occhio nudo come una macchia chiara di forma approssimativamente triangolare, più brillante sul lato sudovest; si tratta di una galassia di forma irregolare paragonabile a un cilindro, ed è connessa alla compagna maggiore, la Grande Nube di Magellano, da un lungo ponte di stelle e materiale interstellare noto come Corrente Magellanica. All'interno della nube si osservano con un potente telescopio molti ricchi campi stellari, ammassi di stelle e nebulose estese, specialmente sul lato settentrionale. La sua distanza è stimata sui quasi anni luce da noi. A breve distanza angolare dalla nube si osserva l'ammasso globulare 47 Tucanae, il secondo globulare più brillante del cielo, che fu a lungo scambiato per una stella, come si può capire dal suo nome, sebbene le stelle della costellazione non presentino i numeri tipici della nomenclatura di Flamsteed poiché si trova ben al di sotto dell'orizzonte europeo; 47 Tucanae è secondo in luminosità solo a Omega Centauri. Nonostante l'apparente vicinanza alla Piccola Nube, si tratta di un oggetto facente parte della nostra Galassia. Ancor più vicino alla Nube, ma sempre legato alla Via Lattea, si trova un altro ammasso globulare, catalogato come NGC 362. Fra le galassie esterne, in genere molto deboli, l'unica alla portata di piccoli strumenti è la NGC 7329, posta ad Ovest; NGC 7205 si trova invece in comune con l adiacente costellazione dell Indiana. La Piccola Nube di Magellano NGC 346 nella Piccola Nube di Magellano 150

151 (59) Costellazione della Mensa La Mensa (abbreviata in Men) ) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione meridionale, introdotta da Nicolas Louis de Lacaille con il nome Mons Mensae con riferimento alla Table Mountain (Montagna Tavola) in Sudafrica, dove Lacaille fece alcune importanti osservazioni del cielo meridionale. Questa costellazione copre una sezione a forma di chiave che si estende da 4h a 7,5h di ascensione retta, e da -71 a -85,5 di declinazione. È la seconda costellazione più meridionale (la prima è l'ottante), ed è totalmente inosservabile da quasi tutto l'emisfero nord terrestre. Questa è, tra le 88 costellazioni moderne, la meno luminosa, poiché la sua stella più luminosa, α Mensae, è solo di 5 magnitudine. Entro i suoi confini si trova una parte della Grande Nube di Magellano il resto è nel Dorado. Costellazione Coordinate Nome Latino Mensa Ascensione Retta Genitivo Mensae Declinazione Abbreviazione Men Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Gennaio Alfa Mensae Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 5,09 In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Nessuna 6 5,5h gradi quadrati Camaleonte - Pesce Volante - Dorado Idro - Ottante 151

152 Oggetti stellari Non contiene alcuna stella brillante: l'α Mensae, la più luminosa, è appena visibile ad occhio nudo da Terra, data la sua magnitudine di 5,09. Entro i suoi confini si trova una parte della Grande Nube di Magellano il resto è nel Dorado. Oggetti del profondo cielo La parte più meridionale della Grande Nube di Magellano sconfina in Mensa dalla soprastante costellazione del Dorado; alcuni ammassi aperti e nebulose sono dunque presenti, ma si tratta di oggetti piuttosto deboli, spesso fuori dalla portata di piccoli strumenti. Nella Mensa si trova PKS , un quasar che è stato il primo oggetto fotografato dal Telescopio a raggi X Chandra. Mostra grandi getti di gas sia nel visibile che nei raggi X. LH 95 nella Grande Nube di Magellano. NASA/ESA (60) Costellazione dell Indiano L'Indiano (in latino Indus, abbreviato in Ind) è una costellazione del cielo meridionale; la sua introduzione risale a Johann Bayer. La costellazione è figurativamente rappresentata con le fattezze di un indiano d'america. È quasi completamente invisibile dall'italia. 152

153 Costellazione Coordinate Nome Latino Indus Ascensione Retta 22h Genitivo Indi Declinazione -60 Abbreviazione Ind Area Totale 294 gradi Quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Settembre Stella Principale Magnitudine apparente Alfa indi 3,11 Costellazioni Confinanti In senso orario Microscopio - Sagittario - Telescopio Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Nessuna 19 Pavone - Ottante - Tucano Gru Caratteristiche L'Indiano è una piccola costellazione creata per raggruppare alcune stelle rimaste spaiate con la creazione di altre costellazioni adiacenti, come il Pavone. Può essere individuata grazie alla stella α Indi, di terza magnitudine e dunque osservabile anche nei cieli delle aree urbane, seppure con difficoltà; le costellazioni vicine semplificano la sua ricerca, in particolare la Gru, grazie alle sue brillanti stelle di prima e seconda magnitudine, situata ad est. La parte settentrionale dell'indiano, con la stella α, è visibile anche alle latitudini medie boreali, mentre la parte meridionale raccoglie solo stelle di quinta grandezza e confina direttamente con l'ottante, in cui ricade il polo sud celeste La sua osservazione per intero è possibile solo dall'emisfero australe, più la fascia immediatamente a nord dell'equatore; i mesi ideali per scorgerla nel cielo serale sono quelli che vanno da fine agosto 153

154 a dicembre, nella fascia tropicale, mentre nelle aree temperate australi si presenta in massima parte. circumpolare. Oggetti del cielo profondo La fascia di cielo ricoperta dall'indiano non è oscurata da polveri galattiche, così, nonostante le sue esigue dimensioni, si possono osservare alcune galassie. IC 5152 e NGC 7049 sono le più appariscenti, e si individuano nella parte più settentrionale della costellazione. (61) Costellazione della Gru La galassia NGC 7049 La Gru (in latino Grus) è una costellazione meridionale. Apparve per la prima volta nell'uranometria di Johann Bayer 1603, ma risale probabilmente ad un tempo anteriore. Dall'Italia è visibile, per gran parte, solo dalle regioni meridionali. Costellazione Coordinate Nome Latino Grus Ascensione Retta 22h Genitivo Gruis Declinazione -47 Abbreviazione Gru Area Totale 366 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima +34 Latitudine massima -90 Passa al meridiano Ottobre Stella Principale Al Na ir Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 1,73 In senso orario Pesce Australe - Microscopio - Indiano Altre Stelle Tucano - Fenice - Scultore Magnitudine <3 2 Magnitudine <

155 Caratteristiche La Gru è una piccola ma molto appariscente costellazione caratteristica dei cieli del sud; si individua a sud della brillante stella Fomalhaut e la disposizione delle sue stelle ricorda bene la figura di una gru o di un fenicottero pronto per spiccare il volo. La sua stella più luminosa è la α Gruis, nota col nome di Al Na'ir, ossia La brillante: in effetti è di magnitudine 1,73 ed è facile da individuare, come del resto l'intera costellazione, in un'area priva di altre stelle brillanti. A nord della coppia di stelle formata da α e β Gruis, le due stelle più luminose, si osserva una concatenazione di astri più deboli, alcuni dei quali sono disposti in coppie dai colori contrastanti e risolvibili anche ad occhio nudo. Le notti della primavera australe sono le più indicate per la sua osservazione: la sua presenza alta nel cielo subito dopo il tramonto preannuncia l'arrivo dell'estate, mentre resta comunque visibile per gran parte dell'anno; dall'emisfero nord invece la sua osservazione è molto sacrificata: la coppia di stelle più brillante può essere vista solo a partire dal 43 N, mentre l'intera costellazione diventa visibile solo dal 32 N, equivalente alle coste della Libia. Oggetti del profondo cielo Gli oggetti di un certo interesse sono scarsi in questa costellazione; la gran parte delle galassie sono infatti poco luminose e remote. Fra gli oggetti interni alla nostra Galassia vi è una nebulosa planetaria, catalogata come IC 5148, posta sulla parte settentrionale della costellazione e dall'aspetto ad anello, molto pallida anche nelle immagini a lunga posa. Fra le galassie, si nota la NGC 7552, posta ad est della Gru e accompagnata da altre galassie minori, come NGC

156 Galassie NGC 7552 e NGC 7410 (62) Costellazione del Microscopio Il Microscopio (in latino Microscopium, abbreviato in Mic) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una piccola costellazione meridionale, introdotta da Nicolas Louis de Lacaille. È situata a sud del Capricorno, nei pressi della stella Fomalhaut, appartenente al Pesce Australe Costellazione Coordinate Nome Latino Microscopium Ascensione Retta 21h Genitivo Microscopii Declinazione -36 Abbreviazione Mic Area Totale 210 gradi quadrati Dati Osservativo Sciami Meteorici Visibilità da Terra nessuno Latitudine minima -90 Latitudine massima +45 Passa al meridiano 20 settembre ore 21 Stella Principale y Microscopii Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,67 In senso orario Gru - Pesce Australe - Capricorno Altre Stelle Sagittario - Indiano Magnitudine <3 Nessuna Magnitudine <

157 Oggetti stellari Alla stella più luminosa della costellazione è stata assegnata la lettera Gamma; questo è un astro di magnitudine 4,7 distante un centinaio di anni luce dal Sistema Solare, che brilla di luce gialla. In ricordo del fatto to che la stella anticamente era parte della vicina costellazione del Pesce Australe, essa è talora indicata su alcuni atlanti come Csi Piscis Austrinus,, Gamma è seguita, per pochi centesimi di magnitudine, da Epsilon magnitudine 4,7, anch'essa lontana 100 anni luce, ma brillante di luce bianco-azzurra. azzurra. La stella Alfa magnitudine 4,9, si colloca solo al terzo posto nella graduatoria di stelle per luminosità nella costellazione, insidiata anche da Theta 1, che varia tra magnitudine 4,8 e 4,9. Infine, Lacaille 8760, stella rossa di magnitudine 6,7 tra le più vicine alla Terra, essendo distante solo 13 anni luce Caratteristiche Si tratta di una costellazione molto poco appariscente, situata a sud del Capricorno, a occidente della stella Fomalhaut, appartenente al Pesce Australe; le sue stelle principali sono di quinta magnitudine, dunque visibili solo in una notte buia e possibilmente senza Luna. Trovandosi nell'emisfero australe, la sua altezza sull'orizzonte non è mai elevata dalle latitudini temperate boreali e da parte dell'europa centrale risulta pure in parte invisibile, mentre è ben osservabile dall'emisfero sud; il periodo di massima osservazione nel cielo serale ricade fra i mesi di luglio e novembre. In antichità le stelle di questa costellazione facevano parte del Pesce Australe, di cui costituivano la coda, come si può intuire anche dalla disposizione delle sue stelle, che paiono il naturale prosieguo della sagoma di un pesce stilizzato con la bocca costituita dalla brillante stella Fomalhaut. Lacaille operò una divisione dell'originaria costellazione per creare il Microscopio. 157

158 Oggetti del profondo cielo L'unico oggetto del profondo cielo di discreta importanza è la galassia NGC 6925 NGC Nel Microscopio è noto un sistema planetario extrasolare, quello di WASP-7; si tratta di una nana gialla con un pianeta transiente, un pianeta gioviano caldo con una massa molto simile a quella di Giove. Galassia NGC 6925 Sistemi planetari Nome del sistema Coordinate equatoriali all'epoca J AR Dec Magnitudine Tipo di stella Numero di pianeti confermati WASP-7 20 h 44 m 10 s ,54 Nana gialla 1 158

159 (63) Costellazione del Telescopio Il Telescopio (in latino Telescopium, abbreviato in Tel) è una costellazione meridionale minore, identificata e così chiamata da Nicolas Louis de Lacaille, astronomo francese del XVIII secolo, noto studioso del cielo meridionale. Costellazione Coordinate Nome Latino Telescopium Ascensione Retta Genitivo Telescopii Declinazione Abbreviazione Tel Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Luglio Alfa Telescopii Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 3,5 In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < h gradi quadrati Sagittario - Corona Australe - Altare Pavone - Indiano 159

160 Caratteristiche Il Telescopio è una piccola costellazione che si estende a sud del Sagittario e della Corona Australe, sul bordo orientale della Via Lattea in prossimità del suo bulge centrale. Le sue stelle sono poco luminose, al punto che la sua stella principale, la α Telescopii, è di magnitudine 3,5; oltre a questa sono presenti solo alcuni astri di quarta e qualche altro di quinta. Le sue stelle principali sono raccolte nella parte nordoccidentale, e la presenza di altre stelle più luminose, come la α Pavonis, contribuisce a rendere ancora più oscuro questo angolo di cielo. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale coincide coi mesi estivi dell'emisfero boreale; tuttavia, la declinazione fortemente australe del Telescopio fa sì che esso sia visibile per intero dall'emisfero nord solo a partire dalla fascia temperata più meridionale, a ridosso del tropico; dall'emisfero australe invece la costellazione si presenta circumpolare in gran parte della sua fascia temperata ed è pertanto osservabile per la gran parte dell'anno. Oggetti non stellari La costellazione ospita pochi oggetti non stellari di rilievo, i quali sono comunque difficili da osservare. Fra gli oggetti interni alla nostra Galassia vi è un ammasso globulare, catalogato come NGC 6584; si tratta di un oggetto relativamente poco concentrato per questa classe di ammassi ed è visibile con un piccolo telescopio in una notte buia. Fra le galassie, sono presenti due ellittiche disposte vicine fra loro, NGC 6861 e NGC 6868, visibili con un potente telescopio amatoriale. Principali oggetti non stellari Nome Coordinate equatoriali all'epoca J Tipo Magnitudine AR Dec Dimensioni apparenti (in primi d'arco) Nome proprio NGC h 18 m 38 s : Ammasso globulare 9,2 7,9 NGC 6861 NGC h 07 m 19 s : Galassia 11,1 2,7 20 h 09 m 54 s : galassia 10,6 2,7 160

161 (64) Costellazione del Pavone Il Pavone (in latino Pavo,, abbreviato in Pav) è una costellazione dell'emisfero sud. È stata introdotta da Johann Bayer, ed è oggi una delle 88 costellazioni moderne. Dall'Italia è circumpolare australe, ossia non è mai visibile al di sopra dell'orizzonte. Costellazione Coordinate Nome Latino Pavo Ascensione Retta 20 Genitivo TelescoPavonispii Declinazione -65 Abbreviazione Pav Area Totale 378 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Delta Pavonis Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Agosto ore 21 Stella Principale Alfa Pavonis Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 1,94 In senso orario Ottante - Uccello del Paradiso Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Triangolo Australe - Altare Telescopio - Indiano 161

162 Caratteristiche Il Pavone è una costellazione di dimensioni relativamente contenute; contiene al suo interno una sequenza di stelle di terza e quarta magnitudine che la rendono piuttosto semplice da individuare, poco ad sudest della scia luminosa della Via Lattea del sud. La stella più luminosa, la α Pavonis, si trova una quindicina di gradi a sud della parte più orientale del Sagittario e ha una magnitudine pari a 1,94, potendo così essere utilizzata come riferimento anche dalle aree urbane per rintracciare il resto della costellazione, che si estende a sudovest di questa stella. La declinazione australe del Pavone non consente la sua osservazione dalla gran parte delle regioni dell'emisfero boreale: la stella α, che è la più settentrionale della costellazione, si trova a una declinazione di -56, restando pertanto invisibile a nord delle coste africane del Mediterraneo; dall'emisfero australe, al contrario, è circumpolare in quasi tutta la fascia temperata, mentre in quella tropicale è visibile per la gran parte delle notti dell'anno. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale coincide con quello della bassa stagione australe, nei mesi compresi fra maggio e ottobre. Oggetti del profondo cielo La costellazione contiene alcuni oggetti molto brillanti, facili da individuare anche con un binocolo se le condizioni atmosferiche lo consentono. NGC 6752 è il quarto ammasso globulare più luminoso del cielo; in una notte limpida è appena visibile anche ad occhio nudo, mentre è facilmente individuabile con un binocolo o con un piccolo telescopio. Ha dimensioni apparenti paragonabili a metà della Luna piena e si trova a anni luce dal sistema solare. La sua classe di concentrazione è VI, dunque a metà via fra quelli più concentrati e quelli meno densi. Fra le numerose galassie, spicca NGC 6744, una spirale barrata ben visibile anche con piccoli telescopi, in cui si mostra come una macchia chiara, mentre a forti ingrandimenti è possibile individuarne la barra; è una delle galassie più facili da osservare nell'emisfero meridionale. Altre galassie si trovano nella parte settentrionale della costellazione, come NGC 6684, o sul lato meridionale e orientale, come NGC 6876, la quale è anche al centro di un gruppo contenente una decina di galassie meno luminose ben visibili con un potente telescopio. L'ammasso globulare NGC

163 (65) Costellazione del Pesce Australe Il Pesce Australe (in latino Piscis Austrinus o Piscis Australis) è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, ed è anche una delle 88 moderne costellazioni. Costellazione Coordinate Nome Latino Piscis Austrinus Ascensione Retta Genitivo Piscis Austrini Declinazione Abbreviazione PsA Area Totale Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Stella Principale Fomalhaut Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 1,16 In senso orario Acquario - Capricorno - Microscopio Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Gru - Scultore 163

164 Caratteristiche Il Pesce Australe ha delle dimensioni molto ridotte, ma nonostante ciò è identificabile con facilità, a sud del Capricorno e dell'acquario, grazie alla brillante Fomalhaut, una stella di magnitudine 1,16; questa astra, considerata una delle quattro stelle regali, nell'antichità, assieme a Aldebaran, Regolo e Antares, possiede un sistema planetario e un disco di detriti, e inoltre, grazie alla precessione degli equinozi, si troverà nell'emisfero boreale celeste fra circa 6000 anni. La luminosità di Fomalhaut viene esaltata inoltre dal fatto che si trova in una regione di cielo priva di stelle luminose. Se si considera che anticamente la coda del Pesce Australe cadeva nell'attuale costellazione del Microscopio, creata in epoca moderna, l'asterismo riproduce abbastanza fedelmente l'idea di un pesciolino stilizzato. Nonostante la sua declinazione attuale sia piuttosto bassa, mediamente -30, la costellazione è ben visibile da gran parte dell'emisfero nord; il periodo migliore per la sua osservazione nei mesi serali ricade nel periodo compreso fra settembre e gennaio. La presenza della stella Fomalhaut sopra l'orizzonte meridionale dopo il tramonto indica l'avvicinarsi della stagione autunnale. Dall'emisfero australe, di contro, la costellazione appare nei cieli serali della fine dell'inverno, e il suo progressivo abbassarsi sopra l'orizzonte occidentale dopo il tramonto indica l'arrivo Mitologia Il Pesce Australe, chiamato Piscis Notius in Uranographia di Johann Bode, mentre beve dalla brocca dell'acquario. La bocca è segnata dalla stella lucida Fomalhaut. Eratostene lo chiamò il grande pesce e disse che era il genitore dei due pesci più piccoli della costellazione dei Pesci. Come per quelli, la sua mitologia ha una collocazione Medio Orientale che rivela le sue origini babilonesi. Secondo il breve resoconto di Eratostene, si suppone che la dea siriana della fertilità Derceto (il nome greco di Atargati) sia caduta in un lago a Bambyce vicino al fiume Eufrate in Siria, e sia stata salvata da un grosso pesce. Igino dice, ripetendo il suo appunto a proposito dei Pesci, che a causa di questa circostanza i Siriani non mangiano pesce ma venerano l'immagine dei pesci come quelle degli dèi. Tutte le storie che riguardano la mitologia di questa costellazione sono molto scarne. Bambyce più tardi divenne nota ai Greci come Hieropolis, che significa città sacra, e oggi si chiama Membij. Altre fonti classiche ci dicono che i templi di Atargati contenevano vasche di pesci. Si diceva che la dea punisse coloro che mangiavano pesce facendoli ammalare, ma i suoi sacerdoti lo mangiavano come rituale giornaliero. Secondo lo scrittore greco Diodoro Siculo, Derceto si lanciò di sua spontanea volontà in un lago ad Ascalone in Palestina in un tentativo di suicidio dovuto alla vergogna di avere avuto una relazione amorosa con un giovane siriano, Caistro, che la rese madre di una bambina, Semiramide. Derceto uccise il suo amante e abbandonò la figlia, che fu cresciuta da colombe e più tardi divenne regina di Babilonia. 164

165 Nel lago Derceto fu tramutata in sirena, metà donna e metà pesce. In cielo il Pesce Australe è più visibile dei Pesci perché contiene la stella di I grandezza Fomalhaut. Questo nome viene dall'arabo e significa «bocca del pesce», che è dove Tolomeo la descrisse. Il Pesce Australe è raffigurato nell'atto di bere l'acqua che scorre dalla brocca di Acquario, cosa strana per un pesce. Oggetti del profondo cielo La costellazione è priva di oggetti del profondo cielo alla portata di piccoli strumenti; sono presenti qui solo delle galassie remote e poco appariscenti. Principali oggetti non stellari Nome Coordinate equatoriali all'epoca J AR Dec Tipo Magnitudine Dimensioni apparenti (in primi d'arco) Nome proprio NGC h 35 m 46 s : Galassia 10,9 4,6 Sistemi planetari Fra le stelle del Pesce Australe con un sistema planetario spicca Fomalhaut, che oltre a un disco di detriti possiede un pianeta di tipo gioviano, situato a 115 UA dalla stella m,adre; è anche uno dei pochi pianeti che estrasolari che sono stati osservati direttamente. Anche nelle restanti stelle, il sistema planetario è composto da un pianeta gioviano. Sistemi planetari Nome del sistema Coordinate equatoriali all'epoca J AR Dec Magnitudine Tipo di stella Numero di pianeti confermati HD h 38 m 09 s ,56 Subgigante gialla 1 HD h 55 m 54 s ,10 Nana arancione 1 Fomalhaut 22 h 57 m 39 s ,17 Stella bianca 1 165

166 (66) Costellazione della Fenice La Fenice (in latino Phoenix) ) è una costellazione meridionale minore, introdotta dai navigatori danesi Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman, e ripresa da Johann Bayer nella sua opera Uranometria del Costellazione Coordinate Nome Latino Phoenix Ascensione Retta 0 Genitivo Phoenicis Declinazione -49 Abbreviazione Phe Area Totale 469,32 Gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Phoenecidi Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Novembre Stella Principale Magnitudine apparente Ankaa 2,39 Costellazioni Confinanti In senso orario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine < Gru - Tucano - Eridano Fornace - Scultore 166

167 Caratteristiche La Fenice (in latino Phoenix) è una costellazione meridionale minore, introdotta dai navigatori danesi Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman, e ripresa da Johann Bayer nella sua opera Uranometria del La costellazione si estende da -47 a -57 di declinazione, e da 23,5h a 2h di ascensione retta. Questo significa che è generalmente invisibile per chi vive sopra il 40 parallelo dell'emisfero nord, e rimane comunque bassa nel cielo per chi vive a nord dell'equatore. È invece facilmente visibile da luoghi come l'australia e il Sudafrica durante l'estate dell'emisfero sud. La Fenice è associata con lo sciame meteorico minore delle Phoenicidi, che incontra la Terra il 5 dicembre. Oggetti stellari Alcune delle stelle variabili della costellazione sono osservabili anche con piccoli strumenti, o in certi casi pure ad occhio nudo. Fra le variabili a eclisse, la più brillante è la ζ Phoenicis, che è pure una delle variabili più brillanti della costellazione; le sue oscillazioni fra la terza e la quarta magnitudine sono apprezzabili nell'arco di meno di due giorni anche senza l'ausilio di strumenti, prendendo come riferimento la luminosità delle stelle vicine. Le Mireidi sono in generale piuttosto deboli; la più brillante in fase di massima è la R Phoenicis, che arriva alla magnitudine 7,5. Una variabile facile da osservare al binocolo è la SX Phoenicis, una variabile pulsante che oscilla fra la sesta e la settima grandezza in poche decine di minuti; durante una sessione osservativa è possibile apprezzare diversi cicli completi di pulsazione. Oggetti del profondo cielo Gli oggetti del profondo cielo contenuti nella Fenice sono tutti molto deboli per essere alla portata di piccoli strumenti amatoriali; essendo lontana dalla scia della Via Lattea, è possibile osservare solo oggetti extragalattici, fra i quali nessuno supera la magnitudine 11. NGC 625 ripresa dal telescopio spaziale GALEX nell'ultravioletto. 167

168 (67) Costellazione dello Scultore Lo Scultore (in latino Sculptor,, abbreviata in Scl) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una costellazione meridionale minore introdotta dall'astronomo francese Nicolas Louis de Lacaille; egli la denominò originariamente come Studio dello Scultore, ma il nome è stato in seguito abbreviato. Costellazione Coordinate Nome Latino Sculptor Ascensione Retta 0h Genitivo Sculptoris Declinazione -30 Abbreviazione Scl Area Totale 475 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici nessuno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Novembre Stella Principale Alfa Sculptoris Costellazioni Confinanti Magnitudine apparente 4,31 In senso orario Pesce Australe - Gru - Fenice Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Nessuna 15 Fornace - Balena - Acquario 168

169 Caratteristiche Lo Scultore è un'oscura costellazione situata a declinazioni moderatamente australi; occupa la regione di cielo a sud della Balena ed è compresa fra le brillanti stelle Fomalhaut, Deneb Kaitos e Ankaa, pertanto la sua individuazione ne risulta molto facilitata. Le sue stelle più brillanti sono solo di quarta magnitudine e le stelle di fondo sono in numero esiguo, a causa della distanza dalla scia della Via Lattea; in particolare, il polo sud galattico ricade in questa costellazione. Proprio la distanza dal piano galattico fa sì che sia possibile osservare senza ostacoli gli oggetti extragalattici, in particolare le galassie. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra ottobre e gennaio, coincidenti con l'autunno boreale; l'emisfero australe è il luogo più adatto per la sua individuazione, ma anche dall'emisfero nord più essere osservata per intero fino alla latitudine 50 N, sebbene la totale assenza di stelle luminose rendano ancor più necessario cercare dei riferimenti in altre costellazioni vicine. Oggetti del profondo cielo Lo Scultore è sede del polo sud galattico; ciò comporta che gli oggetti extragalattici non vengano mascherati dalle polveri galattiche. La galassia più brillante della costellazione, nonché una delle più luminose del cielo, è NGC 253, nota anche col nome di Galassia dello Scultore; si tratta di una grande galassia spirale barrata vista parzialmente di taglio, ben visibile anche con un semplice binocolo come un fuso luminoso allungato. Anche NGC 55 è una brillante galassia, di forma asimmetrica e vista di taglio, situata sul confine con la Fenice, come pure NGC 289, visibile con piccoli strumenti. Nel settore occidentale dello Scultore si trova NGC 7793, una galassia spirale con un piccolo nucleo e un esteso sistema di bracci di spirale. Nella regione centro-orientale della costellazione si trova anche la Galassia Nana dello Scultore, una galassia nana che fa parte del Gruppo Locale. È presente pure un ammasso globulare, NGC 288, nella parte nordorientale della costellazione. La galassia NGC 300, visibile nella parte orientale della costellazione. 169

170 (68) Costellazione del Regolo Il Regolo (in latino Norma,, abbreviata in Nor) è una delle 88 costellazioni moderne. Si tratta di una piccola costellazione dell'emisfero meridionale, situata nei pressi dello Scorpione, che comprende al suo interno parte della Via Lattea. Costellazione Coordinate Nome Latino Norma Ascensione Retta 16h Genitivo Normae Declinazione -52 Abbreviazione Nor Area Totale 165 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Latitudine minima Latitudine massima Sciami Meteorici nessuno Gamma Normadi Passa al meridiano 5 luglio ore 21 Stella Principale Magnitudine apparente Y 2 Nor 4,0 Costellazioni Confinanti In senso orario Scorpione - Lupo - Compasso Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Nessuna 14 Triangolo Australe - Altare 170

171 Caratteristiche La costellazione è individuabile, per altro non senza una certa difficoltà, a sud-sudovest dello Scorpione, stretta fra le brillanti costellazioni del Lupo, ad ovest, e dell'altare, ad est; occupa per intero una regione galattica priva di oggetti luminosi, e in cui le stelle, deboli, quasi spariscono nel chiarore della Via Lattea australe, che qui è interessata da una grande nube stellare molto simile a quella visibile nello Scudo, e posta quasi specularmente ad essa rispetto al centro galattico. Il Regolo non possiede una stella α, né una β sono, rispettivamente, le attuali H e N Scorpii, mentre la sua stella più brillante, la γ 2 Normae, è solo di quarta magnitudine apparente; gli astri più luminosi si concentrano nella parte settentrionale della costellazione, a ridosso del bordo della nube stellare. I mesi ideali per la sua osservazione nel cielo serale sono quelli compresi fra aprile e agosto, alle basse latitudini temperate boreali o nella fascia tropicale, mentre dall'emisfero sud questa fascia si allarga. Alle latitudini medie mediterranee è visibile soltanto per metà. Storia Questa costellazione fu definita da Nicolas Louis de Lacaille durante la sua permanenza al Capo di Buona Speranza dal 1751 al La chiamò originariamente, la Livella e il Regolo, gli strumenti del carpentiere. È stata anche chiamata il Triangolo del Sud, senza alcuna relazione con il Triangolo Australe. Oggetti del profondo cielo Grazie alla sua posizione sulla Via Lattea, questa costellazione contiene molti oggetti del profondo cielo. Il più luminoso ammasso aperto è NGC 6087, nella parte sud-orientale del Regolo e contiene al suo interno la stella variabile S Normae; pochi gradi più a nord si trova una nube stellare di notevole luminosità, che si può considerare come la controparte più meridionale della famosa Nube stellare dello Scudo, nella costellazione omonima; qui è possibile individuare un notevole numero di ammassi aperti, primo fra tutti NGC In realtà gli ammassi aperti abbondano, ma non tutti sono di facile osservazione; lo stesso dicasi per le nebulose planetarie, abbondantissime, ma tutte deboli. La Nebulosa Formica, una particolare MZ 3, Menzel

172 (69) Costellazione dello Scudo Lo Scudo (in latino Scutum,, abbreviato in Sct) è una delle 88 costellazioni moderne. Nota anche come Scutum Sobiescii,, dal nome del re ed eroe polacco Jan Sobieski, fu introdotta nel 1690 da Johannes Hevelius; è una delle poche costellazioni ad essere associata ad un personaggio storico, assieme alla Chioma di Berenice. Costellazione Coordinate Nome Latino Scutum Ascensione Retta 19h Genitivo Scuti Declinazione -10 Abbreviazione Sct Area Totale 109 gradi quadrati Dati Osservativo Visibilità da Terra Sciami Meteorici Scutiti Giugno Latitudine minima Latitudine massima Passa al meridiano Agosto ore 21 Stella Principale Magnitudine apparente Alfa Scuti 3,85 Costellazioni Confinanti In senso orario Aquila - Coda del Serpente - Sagittario Altre Stelle Magnitudine <3 Magnitudine <6 Nessuna

173 Caratteristiche Lo Scudo è una costellazione difficile da individuare, sia perché non contiene stelle luminose: la α Scuti, la più brillante, è infatti solo di magnitudine 4; inoltre appare immersa profondamente nella Via Lattea, che la oscura ulteriormente; la sua caratteristica più evidente infatti è la Nube dello Scudo, un grande addensamento di stelle che appare in una notte sufficientemente buia come una grande macchia chiara, circondata specialmente nel lato meridionale da grandi bande oscure. Un semplice binocolo consente di osservare dei campi stellari particolarmente ricchi, specialmente nella zona più settentrionale. Dall'emisfero boreale si osserva con facilità nelle notti d'estate, mostrandosi relativamente alta sull'orizzonte meridionale a nord del Sagittario e a sudovest dell'aquila; la Nube dello Scudo è una caratteristica dominante nelle notti più limpide. Dall'emisfero australe è invece tipica delle notti invernali. Oggetti del cielo profondo Questa costellazione giace sulla Via Lattea, la quale la attraversa da nord-est a sud-ovest; nella parte settentrionale è presente un grande addensamento luminoso, un'area della Via Lattea non oscurato da polveri interstellari, che come già visto prende il nome di Nube Stellare dello Scudo: con un telescopio questa regione appare molto densa di stelle e attraversata da sottili venature scure di forma irregolare, specialmente verso nord e verso sudovest. Tra gli oggetti interessanti situati all'interno di questa costellazione si segnala M11, l'ammasso dell'anitra Selvatica, situato proprio nel mezzo della nube; un altro oggetto catalogato dal Messier è M26, localizzabile 3 gradi più a sud. Entrambi sono facilmente individuabili con un binocolo. La parte ovest dello Scudo è fortemente oscurata dalle polveri galattiche e non è presente nessun oggetto alla portata di strumenti amatoriali. Un gran numero di nebulose oscure si sovrappongono fra loro anche in direzione sud e nella parte centrale della costellazione M11, un ricco ammasso aperto. 173

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