Presentazione della prof. Nella Matta.

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1 Terrazzo Pellegrini Presentazione- Nella Matta Franco Ferlaino Katia Misitano Recensioni Mario Iazzolino Antonio Stricari Presentazione della prof. Nella Matta. Prima di iniziare voglio dare il benvenuto a tutti e ringraziare l Editore Pellegrini, che ci ospita in questa sede, accogliente e prestigiosa, luogo di incontri culturali e stimolanti. Questa sera parleremo di un libro scritto da una calabrese, quindi un altra perla della nostra regione, che, sono sicura, valicherà i confini, e per la ricchezza e l ampiezza di orizzonti e per la serietà di impostazione storica. Ma prima di parlare del romanzo, che ha vinto il premio letterario Amaro Silano, vorrei fare un breve cenno sulla personalità della scrittrice, poiché ogni scritto si comprende a pieno se conosciamo il mondo umano e culturale di chi scrive. Insegnante nei licei e nelle scuole medie, Tina Lojacono ha formato intere generazioni di adolescenti che la ricordano con stima infinita. La sua intensa attività nel mondo associativo e culturale la vede sempre pronta a cogliere stimoli e fermenti del nostro tempo, animatrice di iniziative di vasto respiro e di eventi culturali di notevole interesse. Tina è una donna del Sud che vive con grande partecipazione il suo tempo e avverte l ansia di comunicare esperienze, intuizioni: il tratto essenziale delle persone di cultura è di aprirsi al mondo, per trasmettere saperi e conquiste. Presidente dell Accademia degli Arrischiati è stata ideatrice e regista di apprezzati lavori teatrali, fra tanti voglio ricordare il Musical I promessi sposi che ha avuto molto successo e il Processo a Dante, portati sulla scena da attori improvvisati, ma estremamente curati e diligenti. La panchina di cemento è la somma del vasto e poliedrico mondo di Tina Lojacono, fatto della ricca umanità, che le prove della vita hanno reso sensibile e attenta agli altri. Parlare di questa fatica letteraria richiederebbe molto tempo, io mi limiterò a dire che il libro nasce dalle molteplici esperienze dell autrice e dal suo variegato mondo culturale, nel quale confluiscono interessi artistici,storici, musicali, perciò è straordinariamente ricco di storia, arte, letteratura, ma soprattutto di tanta umanità trasbordante partecipazione alle vicende, narrate con un linguaggio semplice e scorrevole, il linguaggio delle persone colte, immediato perché parte dal cuore e al cuore vuole arrivare senza mediazioni. E molto difficile condensare in poco tempo, il mondo tanto vasto del romanzo, ricco di sentimenti, emozioni, suggestioni che conquistano e affascinano; mi soffermerò brevemente sulla decisione di Diego di ritornare al Sud e forse questo è un messaggio che la scrittrice vuole consegnarci: Diego rappresenta uno di quei giovani del Sud che, dopo esperienze lavorative e di studio, decidono di tornare. E se gli avvenimenti storici sono stati il filo conduttore della narrazione, il fine e la preoccupazione della scrittrice sono stati quelli di fare un analisi attenta della realtà meridionale, attanagliata dai mali storici dell isolamento e dalla difficoltà di aprirsi all esterno ; e nel contempo, rimarcare la caparbietà delle persone colte, nel voler valorizzare la creatività dei giovani e recuperare quella identità forte che nessuna calamità naturale, terremoto o altro può fare a pezzi. Accogliamo quindi il suo messaggio, respingiamo la cultura del lamento, volgiamo le nostre energie a rivisitare il passato, per trarre forza e ispirazione per il presente.

2 Presentazione del prof.franco Ferlaino STRUTTURA E COMPOSIZIONE DELL OPERA- Tina, nel testo, ci informa di essersi avvalsa dei documenti d archivio della famiglia dei baroni G. e delle memorie della moglie dell ultimo discendente dei baroni, la signora Speranza, figlia di un liutaio. La saga familiare è costellata di storie minori che hanno scalfito l animo dell autrice ; esse moltiplicano le suggestioni narrative e riproducono innumerevoli personaggi. Tali storie subordinate,a tratti, diventano dominanti. E una struttura atipica, una sorta di Matrioska narrativa : la narrazione insegue e persegue ansiosamente la narrazione; il racconto si riproduce ossessivamente in mille altri racconti.. Tina racconta, narra, descrive, illustra, svela, riferisce, informa, riporta; partecipa ai lettori storie ed esperienze significative che le stridono dentro. In questo gioco narrativo, esordisce con una narrazione aneddotica che ha come protagonisti un frate e un nobile del luogo ; narrazione fatta da un personaggio femminile, Anna, che svanisce dopo avere introdotto l autrice a conoscere la signora Speranza. Anche i personaggi senza nome, semplici comparse, diventano narratori di storie: è il caso del vecchietto anonimo che l autrice e Anna incontrano nel breve tragitto che le conduce dal bar, dove si erano incontrate, alla casa di riposo, dove vive la signora Speranza. Ci sono persino narrazioni che attengono alla vita della stessa autrice che ci informa di un viaggio di istruzione organizzato per la sua scolaresca.e questo solo nelle primissime pagine dell opera! Quasi ogni storia può sviluppare un romanzo a se stante, come la vicenda di don Rosario e donna Dorotea ai quali viene sottratto il figlioletto Giorgio, che dopo venti anni, in un commovente incontro fortuito, scoprono essere diventato un commerciante ambulante di olio. Il lettore percepisce che la narrazione è a tutto campo, come se l autrice abbia forzato il sistema artistico e letterario del romanzo per seguire un imperativo interiore di raccontare; come in una sorta di rito liberatorio, sia per liberare quei fatti, sia per liberarsene. Questa insolita configurazione letteraria io la segnalo solamente: faccio mie le parole di Speranza che, quando legge la prima bozza del libro dice. Non so dare un etichetta a quello che hai scritto,non so collocare l opera nel contesto letterario contemporaneo. Non sono un critico e farei più danni di un gatto tra la cristalleria. Io affronterò l opera di Tina da lettore comune per quanto riguarda la poetica narrativa, ma farò le mie considerazioni nel merito della narrazione. NARRAZIONE E PERSONAGGI Il capostipite della saga è il vecchio barone don Pietro, persona di grande equilibrio che sa coniugare l eredità culturale ed economica della nobiltà terriera con le idee progressiste e moderate della borghesia trionfante. Egli si dedica, con metodo e responsabilità,alla cura ed al rilancio del patrimonio immobiliare della famiglia; incrementa le attività agricole e ne rilancia i prodotti investendo ed avviando una propria industria conserviera con la quale dà lavoro a molte persone del paese. Il figlio Diego, invece, è votato agli studi universitari ed al lavoro intellettuale. Frequenta le capitali europee e si ritrova in un mondo dove agonizzano i valori contadini e quelli della nobiltà terriera. Attratto dai bagliori della borghesia rampante e trionfante, assise all emergere di una società rapace, fondata sul profitto immediato da dissipare altrettanto rapidamente. Plastica e penetrante è la figura del conte Victor, eroe drammatico e decadente, dedito alla più sfacciata dissipazione dei beni ereditati, costretto a vendere persino ricordi, memorie ed affetti. Scrive Tina: Aveva voluto liberarsi di quell ala del palazzo che racchiudeva ricordi da cui non poteva fuggire Il conte Victor è simbolo dell alter ego di Diego, la sua figura è premonitrice, riflette quel destino, che, a passi più lenti e con alterne vicende, incombe sul casato dei baroni G. Diego sperimenta il mondo della borghesia che depreda le risorse. Alcuni suoi amici, rampolli della nuova classe sociale, intrigano storie di sesso e di amore fedifrago. L avventura amorosa che lo stesso Diego vive con Jannette, donna in carriera, autonoma, intraprendente e determinata, turba il giovane e lo irretisce in una relazione torbida e tormentata, senza prospettive. Per sua fortuna, però, incontra Isabella, che lo riscatta ai valori della famiglia, valori ai quali era stato formato dal padre. Isabella è una figura emergente, figlia di due modesti insegnanti e sarà lei a 2

3 dirigere l azienda familiare, mentre Diego, sempre più irretito nel lavoro intellettuale, è costretto a barcamenarsi tra i continui viaggi e brevi soste accanto alla moglie e al figlio Pedrito. Pedrito si dedica alla sua grande passione, la musica e diventa un concertista di successo, Il matrimonio con Speranza, figlia di un liutaio del paese, lascia presagire un vago ritorno all azienda familiare, ma le cose vano diversamente: Pedrito si perderà nei meandri della 2 guerra mondiale e Speranza si perderà nella ricerca disperata del marito. Speranza è eroina decadente, rinchiusa nel sogno del bel tempo che fu. Trascorre la vita tra il paese e Roma alla ricerca del marito per finire nel mondo dei ricordi lungo il viale del tramonto fino a travasare le sue nostalgiche memorie all autrice. Conclusione Questa la trama ricostruita del racconto, che, come ho detto, è inframmezzato da cento racconti e mille personaggi, che, come nella vita reale, rendono tremula la sintesi e non prevedibile l evolversi della narrazione. Nel primo capitolo, Tina ha adottato l io narrante, poi passa alla narrazione indiretta, in terza persona.. Nella seconda parte cede l io narrante alla signora Speranza: il libro sembrerebbe quasi scritto a due mani. Anche Speranza, però, indugia su situazioni, personaggi, racconti, figure subordinate e collaterali; uno stile che si confonde con quello dell autrice. Infine, nelle ultime cinque pagine, inavvertitamente, la narrazione viene ripresa dall io narrante dell autrice. Tutto ciò, insieme alle tracce narrative insolite altalenanti tra saga, memorie e racconti anche della stessa autrice, la latenza dei nomi del luogo e della casata, dapprima mettono in dubbio l impianto documentale e realistico della saga familiare, poi, ribaltano la citata dichiarazione fatta fuori dal racconto, che il libro non è frutto di fantasia,lasciando emergere che quanto scritto sia, invece, solo frutto della fantasia. 3

4 PRESENTAZIONE PROF KATYA MISITANO: La panchina di cemento è un romanzo che offre una molteplicità di spunti di riflessione e discussione,per cui è impossibile, a mio avviso, riuscire ad essere esaurienti quanto si vorrebbe e si dovrebbe, nel breve spazio di una presentazione. L autrice ci consegna, attraverso una prosa fluida e armoniosa, la storia di una famiglia aristocratica del sud, le cui vicende si snodano lungo un arco temporale vastissimo. Come e perché sia nata l idea di consegnare la storia di questa famiglia, è raccontato nel primo capitolo, che possiamo considerare una sorta di introduzione al romanzo vero e proprio. L autrice visita, in compagnia di una collega, il centro storico di una ridente cittadina meridionale, di cui nel libro non è rivelato il nome., ma solo l iniziale. E non sembra necessario rivelare il nome di questo incantevole borgo perché, a giudicare dagli scorci pittoreschi e suggestivi, dai bei palazzi, dalle chiese e dalle caratteristiche stradine tortuose, ma anche dalla sua posizione, il lettore può ravvisare il centro storico di una delle tante cittadine del sud. Quando l autrice si imbatte in una maestosa dimora che, circondata da un lussureggiante giardino, lascia intravedere, o meglio, immaginare un antico splendore, un antica sontuosità, incuriosita e soprattutto attratta da questa residenza, decide di saperne di più e incontra così Speranza, l ultima discendente della nobile famiglia che abitava un tempo questo luogo. Sarà proprio Speranza, che nella parte finale del romanzo, narra in prima persona, a introdurla nell archivio privato della famiglia e a farle conoscere, dunque, le vicende del nobile casato. La storia dei baroni G.(anche il nome del casato è taciuto nel libro), prende il via nell 800 da Pietro, unico figlio maschio del barone Emanuele. La sua è, da sempre, una famiglia di proprietari terrieri prima, imprenditori poi, come tante famiglia aristocratiche meridionali. La storia ci ha consegnato spesso l immagine di proprietari terrieri tiranni, dispotici, e masse di lavoratori oppresse, sfruttate e angariate. Pietro, figura centrale del romanzo, è, al contrario, un abile amministratore delle sue proprietà, ma è anche un uomo giusto e benvoluto. E u8n i9mprenditore acuto,e lungimirante, ma offre ai suoi lavoratori contratti di lavoro onesti ed equi..figura di grande spessore e alta statura morale, Pietro è un marito, un padre e poi un nonno ed un suocero attento, presente, affettuoso. Suo figlio Diego è, invece, un intellettuale, uno scrittore, al quale la realtà del paese sta molto stretta..diego viaggia tanto per approfondire la sua cultura. I suoi viaggi9 trasportano il lettore nelle magiche atmosfere delle capitali europee; Parigi, dove Diego arriva nel 1895, la ville lumiere, la capitale della Belle Epoque, dell art nouveau, del Moulin Rouge; Vienna, la capitale indiscussa della musica; Madrid. Personaggi di grande spessore quelli maschili: Pietro, Diego, Pedrito, ma altrettanto interessanti quelli femminili, di cui l autrice si serve per raccontare il cambiamento del ruolo della donna negli anni e passare in rassegna le figure rappresentative delle varie condizioni sociali. Si va così da Menica, l energica operaia della filanda, che è analfabeta, ma ama la letteratura, che in qualche modo conosce per averne sentito parlare lavorando come balia da un professore della zona, a donna Erminia, una delle poche popolane che è capace di scrivere e le lettere per conto delle mogli, delle madri degli emigranti calabresi, a jannette, borghese parigina disinvolta e sicura di sé, che sente la necessità di auto realizzarsi ponendosi in conflitto con le convenzioni, l ipocrisia ed il vuoto morale della società cui appartiene. Mentre di solito le donne collezionano cose frivole, Jannette colleziona penne. E una giornalista ed è convinta che una penna abbia più valore dello scettro del re. Divora articoli sulla condizione della donna nel mondo e insegue il sogno di raccontare, come giornalista e fotoreporter, temi scottanti della società. Si imbarcherà sul Titanic come inviata del Times. Il suo modello è Madame Bovary di Flaubert che, come lei, si sente soffocare nella grigia e opaca vita borghese di provincia e sogna avventure e amori romantici. Tra le figure femminili spicca Isabella, moglie di Diego,Ambiziosa, competitiva, abile imprenditrice, è una donna molto sensibile. In Calabria riavvia l azienda del suocero e sarà promotrice di un ammodernamento. Le figure femminili hanno un ruolo centrale nel libro anche quando non sono attrici protagoniste come dimostra il fatto che, oltre ai personaggi principali che agiscono nella vicenda, nel romanzo compaiono figure citate quali modelli cui ispirarsi. Mi riferisco alla seicentesca Maria dé Medici ed all ottocentesca Cristina di bel gioioso che diventano il tema di un convegno di Jannette e su cui Diego scriverà un Saggio ; o a Maria Montessori,la prima donna italiana laureata in medicina alla fine dell ottocento, modello cui si ispira Speranza, ultima discendente del casato del barone. Tutti i protagonisti del romanzo agiscono in contesti ben identificabili sia dal punto di vista geografico che cronologico e la società dell epoca in cui si muovono i personaggi non resta solo una cornice o uno sfondo delle vicende, ma diviene essa stessa protagonista del romanzo. L autrice, infatti, ci presenta con ricchezza di dettagli tutti gli aspetti sociali, politici e materiali del mondo raccontato. 4

5 Indugia abilmente, attraverso delle digressioni, innanzitutto sugli eventi storici e sugli eventi culturali e sociali rilevanti che si intrecciano alle vite dei protagonisti (cito, in ordine sparso, il terremoto del 1783 e quello del che rade al suolo Reggio e Messina, i due conflitti mondiali, l Anno Santo del 1950). E si sofferma poi sulle trasformazioni ed i cambiamenti della società italiana ed europea, presentando e espansione del ceto borghese, il passaggio dalla tradizione alla produzione, i movimenti e i cambiamenti culturali di Londra, Parigi, Vienna, Berlino, Madrid, San Pietroburgo, indugiando anche sulle innovazioni tecnologiche, i progressi della scienza, la moda, la nascita della pubblicità. L autrice intreccia al racconto anche una interessante descrizione di antiche tradizioni meridionali: il misterioso mondo dei frati, abili nel preparare infusi, tisane e prodotti medicamentosi dalle ricette segrete e ancora, fiere, processioni, credenze e racconti popolari intrisi di leggende. Tra i tanti aspetti interessanti del romanzo, mi ha colpito maggiormente il fatto che nel confronto fra l aristocrazia europea e quella meridionale dell epoca, quella meridionale esca vincente. Al mondo falso, artefatto e ipocrita dell aristocrazia europea si contrappone il mondo dei baroni meridionali che per qualche verso è ancora bucolico in quanto intriso di valori veri, di sentimenti autentici. E vero, come del resto emerge dal romanzo, che le masse popolari del Mezzo0giorno erano analfabete, erano costrette ad emigrare e vivevano molto spesso rapporti di subordinazione ancora feudali, ma raccontare dell umanità di questa famiglia, di questo barone, uomo giusto e benvoluto, costituisce, a mio modo di vedere, una sorta di riscatto dall immagine del proprietario terriero, dell imprenditore oppressore, ingiusto e prevaricatore. La storia di questa famiglia ci dice che esistevano delle eccezioni all immagine del padrone, cui siamo stati abituati dalla storia. Non ci sono, da parte di chi nella scala sociale occupa il gradino più alto, la crudeltà, l egoismo, la violenza di verghiana memoria, giustificati dalle incrollabili gerarchie sociali. E la panchina che, all ombra del grande gelso, campeggia da sempre nel lussureggiante giardino della dimora del barone, rappresenta il passato, il presente ed il futuro. Ha visto il giovane Pietro ammirare soddisfatto la sua terra ed è poi stata testimone delle gioie e delle ansie, degli amori di più di una generazione. Ha visto cambiamenti, partenze e soprattutto ritorni e allora diventa simbolo di attaccamento di una famiglia alla propria terra, del senso di appartenenza radicato come il cemento di cui è costituita.. Io vorrei ringraziare l autrice e, credo, di poterlo fare anche a nome di tutti i suoi lettori, per le emozioni che ci ha regalato, e vorrei farle i complimenti innanzitutto per l originalità dell impianto narrativo del suo romanzo e poi perché risulta evidente che dietro questo libro c è una sua personale e profonda conoscenza degli eventi storici narrati, ma anche un preciso, puntuale, minuzioso lavoro di ricostruzione storica che fanno del romanzo un opera davvero pregevole e di grande valore. 5

6 Gentile signora, Le invio una prima stesura della recensione al suo libro La panchina di cemento. Gliela sottopongo per sapere: se è soddisfacente, se la ritiene adeguata o se pensa che io possa insistere su qualche altro aspetto - considerando il testo molto ricco di spunti - e se c è qualcosa che lei non condivide. Mi ritengo più appagato se lei è soddisfatta, perché il libro mi è piaciuto e merita successo e tanta diffusione. Rinnovo i complimenti e le invio Cordiali saluti. Mario Iazzolino È una lettura piacevole, avvincente, ricca di eventi, di analisi puntuali sulle modificazioni sociali. Lo stile, che è un modo assoluto di vedere le cose, si fa notare per il registro linguistico elevato, per i dettagli precisi, le sottili sfumature chiarificatrici e i colori delle descrizioni incantate. La narrazione si muove su uno sfondo storico di lunga durata fra Ottocento e Novecento e segue le vicende di una famiglia, i cui componenti partecipano attivamente al corso degli eventi, subendo le varie trasformazioni politiche e sociali e vivendo le storie personali in maniera intensa. È la saga di un nucleo familiare in un paese indeterminato che, per parecchie generazioni, attraversa tutti gli avvenimenti più importanti dell Italia, dall Unità fino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, e oltre. È evidente che la visibilità e la suggestione dei luoghi descritti sono il risultato del filtro della sensibilità dell autrice che, attraverso uno sguardo molto personale, osserva, elabora e descrive, obbedendo alla sua natura emotiva e alla padronanza espressiva. La scrittrice, infatti, utilizza un linguaggio che le consente di evidenziare le bellezze estreme delle nostre coste, con una prosa che si eleva a poeticità letteraria, stimolata dalle risonanze di un anima profondamente partecipe, vivificando e animando la natura che normalmente appare informe e silenziosa. È la voce del cuore che suggerisce le sensazioni molteplici che animano il suo sguardo incantato, dando alle visioni una suggestione efficace e toccante. È particolarmente significativa la visione delle coste calabresi visitate in una gita scolastica e magistralmente dipinte da un osservatorio marino dai riflessi splendidi e trasparenti. È una policromia di stupendi colori in una varietà di paesaggi arrampicati sulle colline; è una natura lussureggiante che suggerisce profonde emozioni al viaggiatore disposto a vivere nuove e intense sensazioni. Sono, infatti, le risonanze dell anima che proiettano gli stati d animo, i sentimenti interiori nelle bellezze della natura, traendone emozioni tali da farli divenire sublimi. È lo spettacolo della natura osservata dal S. Elia. Sono le leggende, è la storia di Crotone e di Sibari che suscitano l interesse dell osservatrice. È tutta la Magna Graecia che fa pensare al passato glorioso della Calabria La natura così luminosa, così misteriosa, così vasta da far mancare il respiro Le ampie distese verdi, il torrente dalle acque chiacchierine e saltellanti fra i ciottoli, la montagna con l esplosione di colori le file regolari dei vigneti i campi di grano, luminose macchie gialle contrapposte alle macchie verdi dei boschi e degli agrumeti il fiume, una grande pennellata di colore azzurro e lontano, la costa frastagliata stretta dall abbraccio del mare turchino (pp ) La narrazione procede con la descrizione dei segni indelebili di un passato benevolo, grazie ai resti evidenti di un mondo privilegiato ormai scomparso che si rianima e, con un intensità emotiva che le è propria, fa apparire il vissuto più antico ed autentico, intrecciato con il mito (che nasconde grandi verità sotto l apparente aspetto fantastico ) e la storia, ma è soprattutto la fervida immaginazione e la creatività a far ricostruire una realtà verosimile, più che vera, con tutti i dettagli e le sfumature che rendono vivente l esperienza passata. 6

7 Fra i personaggi principali, delineati con il pennello linguistico raffinato e particolare fin nei minimi dettagli, spicca, ovviamente, il Barone, la cui vita era improntata a un grande dinamismo: non si limitava ad organizzare e ordinare, ma seguiva i lavori personalmente. La moglie, prima di diventare tale, ha visitato la Sicilia ed è rimasta affascinata dalla bellezza dei luoghi e dalla storia della Principessa di Carini. È proprio lì che Pietro, in visita ai parenti, e in compagnia del cugino, Giacomo, conosce Dolores e la sposa dopo pochi mesi. Il figlio che nasce dalla loro unione sarà il protagonista di una vita avventurosa, prima in Una Parigi profumata di storia, colorata di arti e passioni Capitale della Belle Èpoque, la ville lumière una città dove imperava la joie de vivre poi a Vienna e Siviglia Diego, educato alla più serena libertà, vivrà a Parigi una storia particolare, assieme ad amici dalla vita altrettanto tormentata. Parigi è descritta nelle sue varie immagini, nella storia, nell arte, nella letteratura con molta competenza anche nei particolari e nelle più piccole nuances. Jeannette, è stata assimilata a Madame Bovary. In realtà, molto vagamente si riesce a scorgere qualche punto di contatto che non raggiunge mai la complessità, il romanticismo, il disagio esistenziale e la tragicità del personaggio di Flaubert. Le differenze e qualche similitudine, in verità, sono segnalate dalla narratrice, che evidentemente conosce bene la storia di Madame Bovary. Infatti, Jeanette osserva Capii che la meschinità dell esistenza non si adegua mai all immagine sognata. (p.128) Spera quindi di trovare un qualche appagamento nella scrittura di brevi articoli su un giornale, a fare l inviato speciale, a studiare qualche personaggio italiano, come Maria de Medici e Cristina di Belgioioso, ad organizzare un convegno, aiutata da Diego, sulle due donne che avevano molto in comune, da cui lei vorrebbe forse acquisire qualche suggerimento prezioso. È interessante notare la riapparizione continua di Jeanette in diverse occasioni, finite con la tragica scomparsa sul Titanic dove si è imbarcata come inviata speciale, per un servizio giornalistico. È un amico che, nella parte finale della narrazione, informa Diego della sua morte, di alcune circostanze della sua vita travagliata, che lui non conosceva, e del suo amore ancora vivo per lui. Diego aveva avuto una storia, un po strana e, in certo senso, misteriosa, con questo personaggio tormentato, interrotta e mai completamente esaurita, perché lei, senza apparenti motivazioni, era scomparsa. Saprà della sua fine proprio dall amico che si trovava, come lei, sul Titanic e che si era salvato. Dopo la parentesi parigina Diego si reca a Vienna per estendere la sua esperienza e migliorare la sua cultura. Anche lo scenario di questa capitale è descritto nei suoi tratti più essenziali : la musica e la scienza, la letteratura e l arte. Anche qui la compagnia di alcuni amici, scienziati, medici, letterati, anche se, a differenza di lui, erano più inclini alla vita allegra e spensierata, è stata propizia all acquisizione di una buona cultura. Ritornato a Parigi comincia a frequentare la redazione di alcuni giornali, a scrivere degli articoli e a dirigere il supplemento letterario di un importante quotidiano. Guardava ormai la città con occhi diversi, cercando non più le vestigia del passato, ma i segni del presente e li trovò a Saint-Germain-des Près, a Montparnasse, a Montmartre. In quelle stradine, studenti, attori, musicisti si mescolavano di continuo alle legioni di turisti. Lì si poteva scoprire il fascino delle decorazioni patinate dal tempo. Il caffè Procope, dal nome del siciliano Procopio, che accoglieva non solo gli attori della Comédie Française non era solo caldo rifugio di letterati e artisti, ma di persone comuni che s incontravano per bere, per fare affari, per leggere i giornali o, più semplicemente per osservare il fluire della folla che camminava frettolosamente senza accorgersi degli altri, come se fosse spinta da una corrente che trascinava verso una meta da raggiungere il più presto possibile. La vita lì era convulsa già da allora! Nelle lettere al padre, Diego scriveva: Viaggiando si scopre se stessi oltre a scoprire il mondo. La mia sete di conoscenza diretta mi porterà in altri paesi, ma le sensazioni provate a Parigi e a Vienna difficilmente potrò provarle altrove! A Parigi Diego ritrova gli amici di Vienna con i quali vive altre avventure. Riesce a non pensare più, intensamente come prima, a Jeanette. Intanto, il Novecento incipiente appare pieno di promesse. È descritta la situazione d attesa delle più importanti capitali europee e le caratteristiche peculiari di ognuna di esse, soprattutto per le connotazioni culturali. La borghesia non aveva completamente sostituito l aristocrazia! 7

8 Le manifestazioni più interessanti di inizio secolo sono l Exposition Universelle dell anno Fra l altro il Palazzo dell Elettricità era un attrazione intrigante. Diego si trasferisce, poi, in Spagna, dove conosce Isabella, connotata da due incredibili occhi azzurri: due laghi dalle acque profonde ed è ammaliato dalla sua grazia e dalla sua spontaneità. (p. 155) Doveva fare un servizio su Goya, ed è aiutato in questo proprio da Isabella che gli diede molte informazioni altrimenti non percepite o trascurate. Era bello Diego con quei capelli biondi in contrasto con gli occhi neri. (p. 163) L esperienza altalenante di Diego con Jeanette lo rende, adesso, timoroso nei riguardi di Isabella, ma non gli impedisce di abbandonarsi alla sua bellezza e alla sua grazia. La sposerà ed avranno un figlio che chiameranno Pedrito. Il ritorno al paese di Diego, dopo tre anni di assenza e con una moglie e un figlio, riportò al padre, vedovo, una nuova energia, allontanando il dolore e l abbandono a cui si sentiva condannato. Intanto la situazione economica aveva costretto molti ad emigrare in America per sfuggire alle ristrettezze, alle privazioni e alla miseria imperante. Le conseguenze dell emigrazione sono analizzate con dovizia di particolari. Isabella ascoltava i vari racconti delle mogli, delle sorelle, delle madri degli emigranti. Diego ritrovò i suoi libri, le sue cose, i suoi ricordi, la vita di prima. Dopo la tragedia del Titanic, si ritrovò fra le mani il diario di Jeanette che aveva annotato tutte le emozioni, gli errori, le responsabilità, insomma i ricordi e la storia della sua vita. Inizia la seconda parte, in cui Speranza, attraverso ricordi conservati in una scatola, rivive e racconta la sua storia: le decisioni di diventare un infermiera, un insegnante, un medico in un percorso che comprende la prima guerra mondiale con tutte le conseguenze che ha comportato. Speranza aveva sposato il nobile Pietro, dopo un incontro occasionale in ospedale dove lei era infermiera. Il seguito, interessante e spesso drammatico, si potrà leggere in questo meraviglioso libro, denso di emozioni, di notizie, di argomentazioni, di riflessioni, insomma di cultura raffinata e puntuale. È fuor di dubbio, infatti, che il testo lascia intravedere la presenza delle esperienze, della cultura, delle emozioni della narratrice, la quale si compenetra e si amalgama con la realtà esteriore e i personaggi che risentono della sua sensibilità. Sono sempre gli occhi di chi guarda, a ricreare la vita e rendere artistico ciò che forse non lo è! Il racconto, ovvero la ricostruzione di un discendente non poteva certo cogliere le sfumature ed esaurire tutti i dettagli dei rapporti fra le persone, le sensazioni connesse alle esperienze di viaggio, alle emozioni dell amore vissuto che trovano posto in questo ricco, circostanziato e brillante racconto. La Panchina di Cemento, che dà il titolo al romanzo, è l elemento costante, la compagna, il ristoro obbligato dove tutti i membri della famiglia trovano la continuità e la memoria. È il punto d incontro, fra passato e presente, fra le diverse generazioni. È il luogo d osservazione privilegiato per trovare nuove energie e stimoli per l azione, essendo il sito di riposo preferito e opportuno, all ombra del gelso. Mi piace, infine, esprimere la mia più completa partecipazione alla vita, alle notazioni precise dei sentimenti più profondi dei personaggi, di avere centellinato tutte le emozioni della narratrice, di avere vissuto intensamente le vicissitudini delle persone rese vive dal linguaggio, lineare, scorrevole, ma artisticamente denso, per le connotazioni più brillanti, da imprimersi nella memoria con la forza comunicativa della letterarietà più autentica. Mario Iazzolino. 8

9 Egr. prof.ssa Tina Lojacono, voglio esprimerle le sensazioni che ho provato nel leggere il suo bellissimo romanzo La panchina di cemento e farle presenti alcune personali supposizioni sulla nascita dello stesso, nella speranza che possano essere da lei confermate. Prima di tutto è doveroso dirle che, mentre leggevo questo suo romanzo,sentivo in me forti emozioni che mi coinvolgevano sentimentalmente. Certamente non avrei potuto provare questo effetto se lo avessi letto senza impegnarvi il cuore o se si fosse trattato di un libro contenente solo un abile narrazione di fatti storici o di cronaca, anche se interessanti. A mio modesto parere, infatti, un romanzo non nasce da un lavoro certosino di ricerca o dalla fantasia eccelsa, frutto di una mente ricca di cultura, ma da un processo che proverò a descrivere con una similitudine, sperando di trovarla d accordo. E noto che le acque, comunque siano(pure o impure, dolci o salate) e dovunque si trovino, per effetto del calore del sole si trasformino in vapore costituito da microscopiche goccioline le quali,venendo a contatto le une con le altre, si aggregano e diventano sempre più grandi, poi, raffreddandosi cadono dal cielo sotto forma di pioggia. Solo dopo questo processo l acqua piovana può essere considerata purissima. Sostituendo ai vari elementi che entrano a far parte del ciclo della pioggia, quelli che servono a creare un romanzo, ci accorgiamo che il processo è simile. Possiamo considerare l acqua l assieme delle esperienze vissute e delle realtà conosciute fino al più intimo dei sentimenti che, solo se riscaldate dal fuoco dell Amore, con la sofferenza si elevano e purificano percorrendo gli spazi della mente dell autore\autrice, per poi aggregarsi e scendere come pioggia a fertilizzare il foglio sul quale nasce il romanzo. Non si crea, così, solo uno scritto ma una musica, una sinfonia di sentimenti ed emozioni che si intrecciano e mescolano armonicamente i loro Suoni, ed una pinacoteca di migliaia di immagini in movimento, che si attraggono ed uniscono raccontando, con le parole la vita. I personaggi offrono, in questo Suo libro, il loro corpo vuoto, dando possibilità a ciascun lettore di mettere dentro di loro il proprio cuore. Chi legge, infatti, si rende conto che non è il particolare personaggio a parlare, abbracciare, amare ma è egli stesso, e percepisce che, in quel momento, gli viene data una nuova possibilità di agire come nel passato non aveva voluto o potuto fare! Per questo chi scrive un romanzo non può essere definito semplicemente uno scrittore ma, a mio modesto parere, dovrebbe essere considerato un artista, poiché nel comporre il romanzo egli è, contemporaneamente, musicista, pittore, poeta e regista dello stesso. Ritengo che non si possano cogliere e mettere armonicamente insieme ed in evidenza i sentimenti dell uomo se l autore ne è privo o non ha sensibilità d animo; infatti, solo chi li ha conosciuti, analizzati,e sofferti ( certamente come lei) li possiede ancora vivi nel proprio cuore e, con arte e sensibilità, sa poi dar corso al processo che occorre per offrirli agli altri con semplicità ed efficacia, puri. Ecco cosa ho notato nelle pagine di questo Suo libro, andando sotto la lettera alla ricerca dei sentimenti più nobili, il primo dei quali è l Amore. 9

10 Concludo ringraziandola nuovamente per aver donato all umanità questa nuova perla libraria, densa di emozioni che toccano e ravvivano il cuore del lettore. Distinti saluti Antonio Stricari 10

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