Brasile: Il Settore del Vino

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1 Brasile: Il Settore del Vino L Istituto nazionale per il Commercio Estero, con la propria rete di Uffici nel mondo e con le attività di promozione e di assistenza, costituisce un osservatorio sui mercati internazionali al servizio delle imprese italiane. Maggio 2011 Copyright Istituto nazionale per il Commercio Estero Brasile Il Settore del Vino

2 Indice 1 Lavoro Realizzato Oggetto dell indagine Metodologia Fonti di Informazione Introduzione Generale Descrizione del quadro macroeconomico Capitolo I: Introduzione al settore Overview e tendenze Capitolo II: Analisi della domanda Tipologia di consumatore / utilizzatore finale Capitolo III: Analisi dell offerta L export L import Capitolo IV: L ambiente competitivo Capitolo VI: Opportunità per le aziende italiane Apertura di una filiale in Brasile Capitolo VII: Normative e procedure burocratiche

3 1 LAVORO REALIZZATO 1.1 Oggetto dell indagine Il presente studio cerca di evidenziare il panorama attuale del settore del vino in Brasile con l obiettivo di sviluppare uno strumento concreto in aiuto alle aziende italiane del Settore. Sono state realizzate varie attività di ricerca e analisi per illustrare la dinamica e la struttura del Settore e potere identificare reali opportunità d investimento in Brasile così come indicare le tendenze previste per il Settore. 1.2 Metodologia La metodologia utilizzata nella realizzazione dello studio si basa sull analisi strategica di informazioni e dati raccolti sul mercato, cercando di offrire alle imprese italiane una visione ampia ed imparziale del settore del vino brasiliano. 1.3 Fonti di Informazione Il mercato locale del vino presenta un ristretto numero di produttori locali, numerosi importatori indipendenti a livello regionale e pochi che operano a livello nazionale. Sono stati realizzati incontri di lavoro con operatori di mercato, tra cui: União Brasileira de Vitivinicultura (UVIBRA) Marco Guimarães, Managing Partner D Olivino Carolina Pirré de Castro, Marketing La Pastina Jorge Da Conceição Lopes, Direttore Commerciale Empório Santa Luzia André Di Napoli, Sales Manager Il Pianeta. Inoltre è stata sviluppata un intensa attività di desk research per identificare studi aggiornati sul Settore, working papers ed analisi settoriali di organi e associazioni. 3

4 2 INTRODUZIONE GENERALE 2.1 Descrizione del quadro macroeconômico Il Brasile conta oggi con 192 milioni di abitanti, ed una popolazione economicamente attiva di circa 85 milioni di persone, con uno sviluppo demografico annuo pari a 2,5 milioni di persone. L anno 2010 si è chiuso con una crescita del PIL del 7,5%, con una previsione per il 2011 del 5%. Il Brasile dispone del secondo maggior parco industriale del continente americano e la sua crescita industriale è in continua crescita grazie anche agli investimenti diretti esteri pari, nei primi due mesi del 2011, a USD 14 miliardi verso USD 42 miliardi ricevuti durante l intero Si nota l aumento costante del potere d acquisto soprattutto delle classi meno abbienti, dovuto alla crescita economica del paese, alla diminuzione del tasso di disoccupazione, alle politiche redistributive di diversi governi ed alla riduzione dell inflazione relativa ai beni di consumo di base. La disoccupazione è diminuita negli ultimi anni dal 10,9% del 2003 all attuale 6,8%. L indice d inflazione è oggi pari al 4,5% anno, anche se esiste una tendenza al rialzo. Attualmente la Cina, il principale partner commerciale del Brasile, è un grande importatore di materie prime e importante esportatore di beni semilavorati e manufatti. Nel 2009, il Brasile e la Cina hanno scambiato 28,9 miliardi, di cui 16,6 miliardi rappresentano le esportazioni brasiliane. Nel mese di aprile del 2010, i due paesi hanno firmato un importante accordo bilaterale che stabilisce gli obiettivi bilaterali nel periodo Al fine di permettere l organizzazione della Coppa del Mondo di calcio nel 2014, sono in corso innumerevoli opere soprattutto per quanto riguarda aeroporti, porti, strade e ferrovie. Il governo brasiliano ha previsto un fondo d investimento esclusivo per i municipi che ospiteranno la Coppa, denominato PAC (piano di accelerazione della crescita) che prevede 3,5 miliardi di Euro in particolare, ma non solo, per i municipi di San Paolo e Rio de Janeiro. Quest ultimo ospiterà inoltre le Olimpiadi del

5 3 CAPITOLO I: INTRODUZIONE AL SETTORE 3.1 Overview e tendenze In un contesto economico-industriale favorevole all ingresso di nuove aziende sul mercato e da una crescente domanda non ancora soddisfatta dai produttori locali, il Brasile continua ad importare beni di consumo, tra cui i vini ed affini. La cultura gastronomica brasiliana caratterizzata da una pluralità etnica presenta tratti di notevole sintonia con l Italia, dovuta in parte ad una intensa immigrazione italiana avvenuta soprattutto tra il 1880 e Questo fenomeno ha portato in Brasile molte famiglie di contadini e di piccoli agricoltori che hanno diffuso la loro cultura e le loro tradizioni, tra cui il know-how della coltivazione di vigneti e l abitudine del consumo del vino da tavola. Il vino italiano, diffuso nel mercato locale, deve tuttavia competere di forma crescente con vini argentini e cileni che risultano spesso più competitivi in termini di prezzo al pubblico. A prescindere dall aumento costante del consumo di vino in Brasile, i brasiliani consumano poco vino, 1,3 litri/anno pro capite, se comparato al consumo europeo, con una crescente preferenza per i vini esteri rispetto ai vini nazionali. Il 90% del consumo di vino è di vino rosso. Il consumatore predilige un vino tendenzialmente sul dolce, come ad esempio diversi vini importati dal Cile che possiedono un alto tenore di zucchero. Nel corso degli ultimi 8-10 anni il vino è entrato a fare parte delle abitudini alimentari dei brasiliani. Anche se non ancora comune nel quotidiano, il vino appare sempre più spesso sulla tavola di ristoranti e di case della classe medio-alta. Si nota un continuo aumento dello spazio riservato alla vendita di vini nei supermercati e la continua crescita del numero di enoteche e negozi specializzati nella vendita di vini e liquori, soprattutto importati. La limitata presenza di produttori locali di vino pregiato ha anche favorito la crescita costante del consumo di bevande alternative come birra e bibite analcoliche. Bisogna tenere presente che il consumatore brasiliano, vivendo in un paese con ampie aree di clima tropicale, preferisce bevande fresche e leggere. 5

6 Tra i vini italiani, il Lambrusco è quello maggiormente consumato, anche se il crescente potere d acquisto in Brasile ed una migliore conoscenza del prodotto, hanno portato ad una crescita della domanda di vini più elaborati e quindi più costosi. Nei supermercati di livello medio-alto si trovano vini piemontesi, toscani e siciliani, vini che fino a pochi anni fa erano presenti solo presso enoteche specializzate. Il maggiore ostacolo alla diffusione di vini esteri, tra cui italiani, è ancora costituito dalle barriere doganali che rendono oneroso e complesso l ingresso dei vini provenienti dall area extra Mercosul. Inoltre è completamente assente, o molto lacunosa, la campagna di promozione e di marketing relativa ai vini italiani in Brasile. I vini frizzanti e gli spumanti in genere sono molto diffusi ed apprezzati, anche se il prodotto più consumato ed in crescita costante è il vino da tavola rosso. Il consumo brasiliano di vino è cresciuto del 16% nel 2009 rispetto all anno 2008 ed è in leggera crescita nel Nonostante l aumento del consumo, la crisi del 2009 si è riflessa sulla produzione di uva da tavola, portando alcuni produttori ad abbandonare parte dei propri vigneti. Secondo l UVIBRA, associazione del settore che elabora statistiche nazionali del prodotto, nel 2009 sono stati consumati 240 milioni di litri di vino, essendo oltre il 90% di tipo rosso. Già nel 2010 si è manifestata una leggere crescita, con un consumo totale anno pari a 247 milioni di litri. Il consumo di vino importato è in continua crescita. Secondo l Istituto Brasiliano del Vino (Ibravin), solo nel periodo gennaio - maggio 2010, l importazione è aumentata del 28% in relazione allo stesso periodo del Tra i prodotti europei, in questo periodo, le importazioni dall Italia sono state pari al 58% del totale. 6

7 Principali tipologie di vini commercializzati in Brasile (in migliaia di litri) Vini Vinifera Vini Comuni Fonte: UVIBRA Il consumo pro capite di vino ha raggiunto nel 2010 i 1,3 litri pro capite. Questo valore è notevolmente inferiore ai 34 litri pro capite argentini, 16 litri cileni, 25 litri spagnoli, 58 litri francesi. Basandosi sui studi realizzati dall Istituto Brasiliano del Vino (IBRAVIN) in collaborazione con la Cooperativa Vitivinicola Argentina (COVIAR), il consumo brasiliano di vino e di spumante pro capite arriverà a 3,5 litri solo nel 2030, con un aumento dell 84%. Secondo studi dell International Wine and Spirit Record (IWRS), il consumo di vino rosso è aumentato del 28% in Brasile nel 2010, collocando il paese al nono posto tra i maggiori mercati del mondo per quel che riguarda il vino rosso. Analizzando qualitativamente il consumo, si rivela una mancanza di cultura da parte del consumatore medio. Non è un caso che il 63% dei brasiliani pensino che il sidro sia una tipologia di spumante.. Secondo l importatore D Olvino, i vini più economici continuano ad essere i più venduti, indipendentemente dalla classe sociale anche se si nota che il cliente tende ad informarsi maggiormente sull origine e sulla stessa casa vinicola. Attualmente il consumatore medio brasiliano risiede principalmente nelle aree urbane. 7

8 4 CAPITOLO II: ANALISI DELLA DOMANDA L economia brasiliana è in forte crescita grazie anche ad una moneta forte ed esportazioni crescenti. Nonostante i numerosi problemi strutturali ancora da risolvere, la crescita economica è sostenuta da diversi settori come la produzione di petrolio, l esportazione di prodotti agro-alimentari, di minerali, di biocombustibile, ma soprattutto dai consumi interni. In seguito allo sviluppo dell economia brasiliana si nota la crescita in particolare di due classi sociali brasiliane: la prima, quella dei milionari, pari oggi a circa 200 mila in tutto il paese, secondo il Boston Consulting Group, raggiungendo uno dei tassi di crescita più rapidi del mondo. La classe che più si è sviluppata in Brasile è la classe denominata C in Brasile, con un reddito tra i R$ e i R$ 4.807/mese. Questa classe sociale rappresenta circa 100 milioni di persone, metà della popolazione del paese. Famiglie che fino a pochi anni fa avevano difficoltà ad acquistare beni di consumo non strettamente necessari, ora grazie anche al credito facilitato, tendono ad acquistare prodotti alimentari come il vino. Secondo una ricerca dell International Wine si stima che il consumo di vino della classe C in Brasile crescerà del 39% nel Una delle principali barriere per la crescita del consumo del vino continua tuttavia a essere il prezzo finale della bottiglia. Una bottiglia di vino importato può arrivare a costare oltre 5 volte il prezzo FOB di origine, causa le pesanti imposte e margini che, a seconda dell importatore, possono essere decisamente più elevati che in Italia. Per i principali importatori di vini, sono soprattutto 4 i fattori principali che condizionano le loro vendite: prezzo di vendita, l etichetta/origine, la degustazione e le eventuali premiazioni, punteggi indicate dalle guide di riferimento internazionale, come Robert Parker ed il premio Diageo dedicato alle delicatessens. Gli operatori indicano due tipi di consumatori brasiliani: i off-trade e on-trade. I consumatori off-trade consumano vino irregolarmente, non si interessano a riviste o siti internet specializzati e acquistano presso supermercati, con prezzo di vendita a bottiglia 8

9 fino Euro 12; scelgono secondo il packaging, le promozioni, il paese di provenienza, il tipo di uva o marca. I consumatori on-trade, segmento che cresce costantemente, consumano con alta frequenza e con piacere il vino e ne studiano attentamente la sua cultura. Acquistano numerosi prodotti legati al vino come libri e riviste, studiano siti internet, seguono conferenze ed eventi, partecipano a degustazioni ecc. In questa nicchia si inserisce il consumatore più sofisticato. Il mercato del vino pregiato è una nicchia di mercato anche se in continua crescita e ancora legato in Brasile al fenomeno dello status symbol. Il vino Made in Italy in Brasile è ben considerato e molto apprezzato e tende ad essere acquistato da consumatori disposti a pagare prezzi a partire da Euro 25 la bottiglia. In diversi ristoranti alla moda di San Paolo, i proprietari confermano che il vino con un prezzo promozionale viene venduto molto meno che con un prezzo normale, pur trattandosi della stessa bottiglia. Il consumatore si sente spesso poco seguito e considerato dal produttore: non incontra informazioni sul vino e si sente obbligato ad acquistare spesso solo in funzione del prezzo o per indicazione di terzi. Spesso si incontrano punti vendita e ristoranti non in grado di spiegare la differenza tra i vari vini disponibili, carte di vini mal strutturate e venditori o camerieri poco preparati, oltre alla quasi totale mancanza di propaganda e marketing. Il mercato del consumo può essere segmentato a livello regionale. Per esempio gli stati delle regioni Sud e Sud-Est consumano l 88% del totale del paese, San Paolo è lider di consumo con il 36% del totale nazionale, seguito da Rio de Janeiro, che consuma 4,8 litri pro capita all anno, ossia, il 21% del totale nazionale. Esiste un forte potenziale di crescita a lungo termine sul mercato delle regioni Nord, Nord-Est e Centro-occidentali con i loro 80 milioni di abitanti. Per ora queste regioni consumano solo 0,6 litri pro capite/anno. 9

10 4.1 Tipologia di consumatore / utilizzatore finale Vendita all ingrosso e al dettaglio Elevato il numero di società di importazione di vini in Brasile. Sono oltre 300 tra cui i principali sono la Mistral, con oltre etichette, la Casa Flora/Porto a Porto, la Decanter, World Wine, Grand Cru, Interfood, Expand e Vinci. Molto specializzate sono la Cellar, per vini dall Italia e Francia, e l Enoteca Acquasanta per vini italiani. Le più significative società d import operano con etichette provenienti da diversi paesi, ma con i vini italiani considerati essenziali in particolare dalle regioni del Piemonte (tra cui Escaiola, Cordeiro de Montezemolo, etc.); Lombardia (Villa Crespia...); Veneto; Toscana (Brunello, La Velona, Poggio di Sotto, Fratelli Montoni...); Sicilia (Puglia Rivera...). L acquisto è realizzato direttamente dall importatore che entra in contatto con la casa vinicola estera anche attraverso la sua partecipazione a fiere del settore. I consumatori finali delle società di import sono gli empori alimentari, ristoranti, hotel, piccole reti di vendita al dettaglio e persone fisiche che desiderano acquistare una particolare tipologia di vino. Gli empori e le piccole reti di vendita al dettaglio sono i maggiori clienti delle società di import con gli empori che tendono a comprare grandi volumi per uno stock di circa 120 giorni. Hotel e ristoranti invece acquistano volumi più ridotti; alcuni importanti ristoranti acquistano anche solo 6-10 bottiglie al giorno. Oltre il 50% delle vendite di vino, espresse in volumi, avviene presso supermercati ed ipermercati. Makro, una catena distributiva di punti vendita all ingrosso, ha realizzato un area riservata ai vini, con una temperatura adeguata alla tipologia dei propri vini. Altri supermercati ne seguono l esempio. Secondo l ABRAS - Associazione Brasiliana di Supermercati - il maggiore supermercato del Brasile è il gruppo Pão de Açúcar, con 600 negozi ed un fatturato annuo di R$ 26,2 miliard. Il gruppo Pão de Açúcar è stato uno dei primi grandi retailers a contattare nel 1997 il sommelier Carlos Cabral al fine di promozionale. 10

11 Nel 2010 il gruppo Pão de Açúcar ha venduto 18 milioni di bottiglie di vini nazionali ed esteri, importando circa 100 mila casse di vino; nel 2011 prevede un aumento delle importazioni del 30%. Il secondo maggior supermercato è Carrefour, con 500 negozi ed un fatturato di R$ 25,6 miliardi. Secondo Carlos Eduardo Saco, responsabile dell area di bibite, la vendita di vino è cresciuta del 70% in questi ultimi 4 anni. Carrefour ha investito R$ 1,5 milioni per organizzare 9 fiere presso i suoi negozi principali, con eventi, degustazioni gratuite, musica dal vivo ecc. Presso i negozi Carrefour che hanno ospitato gli eventi, il fatturato del vino è raddoppiato in pochi mesi. Nel 2010 le importazioni sono cresciute del 100% per i vini cileni, del 50% per quelli portoghesi e del 30% per quelli argentini. Importante anche il supermercato Zona Sul a Rio de Janeiro. Nonostante sia al 17esimo posto nel ranking della Abras, è il lider del segmento dei vini a Rio de Janeiro. Secondo industry experts, nel 2010 l importazione di vini ha raggiunto 87,5 mila casse, di cui 35% provenienti dal Cile, 25% dall Argentina, 13% dalla Francia, 10% dal Portogallo, 7% dall Italia e 10 % da altri paesi come Australia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Africa del Sud e Spagna. Nel 2010 sono stati venduti un totale di 1,9 milioni di bottiglie di vino e spumante, con un fatturato di R$ 42 milioni. Secondo il Dott. Mello della UVIBRA, le reti di supermercati scelgono fornitori (case vinicole) tenendo conto della loro solidità e della possibilità di stabilire una partnership a lungo termine. La dimensione della casa vinicola non è prioritaria, ma è essenziale essere in grado di mantenere un flusso continuo di offerte del prodotto richiesto. 11

12 5 CAPITOLO III: ANALISI DELL OFFERTA In Brasile, la regione più importante per la produzione di vino è lo stato di Rio Grande do Sul al confine con l Uruguay e l Argentina. Nello stato di Rio Grande do Sul si trovano oltre il 50% della case vinicole brasiliane che producono il 90% del vino brasiliano. La cultura del vino in questa regione è stata sviluppata dagli immigranti italiani che hanno cominciato a coltivare i primi ceppi di uva proprio nella Serra Gaúcha. Dobbiamo quindi agli italiani l espansione della viticoltura nel Rio Grande do Sul. Attualmente sono i loro discendenti che si occupano di questa produzione, riflettendo cosi la tendenza di questo Settore di essere di micro e piccolo porto, con prevalenza di imprese familiari. Gli stati del Nord del paese, soprattutto Bahia e Pernambuco, si stanno affacciando sul mercato come alcuni produttori di vino nelle valli di São Francisco. Con una produzione su scala industriale iniziata 15 anni fa, oggi è il secondo maggior produttore di vino del Brasile, con circa 7,5 milioni di litri all anno. Lo stato di San Paolo, con un volume molto inferiore, occupa il terzo posto, con una produzione di bassa qualità. La produzione nazionale è altalenante, come indicato nel grafico. Questa mancanza di tendenza non rispecchia l aumento costante del consumo di vino Principali tipologie di vini prodotti in Brasile (migliaia di litri) Vini Comuni Vini Vinifere Fonte: UVIBRA 12

13 Per accompagnare la crescita del mercato, i viticoltori brasiliani hanno cercato di migliorare la qualità ed il prestigio dei loro vini introducendo ad es. le indicazioni geografiche, la denominazione di origine, etc. La prima indicazione geografica è stata delle Valli dei Vigneti (Vales dos Vinhedos). La vitivinicoltura è ancora tradizionale e molto poco industrializzata. Ogni regione produce in funzione del proprio clima e del proprio territorio. Esistono tre tipologie basiche di viticulture: la più importante è da clima temperato, seguita da quella da clima subtropicale e tropicale. La prima è la più tradizionale, di origine italiana e si concentra nella regione Sud e Sud- Est del paese, rappresentando circa l 88% dei vigneti e il 98% dell uva utilizzata nel processo di produzione. Le principale regioni localizzate in questo tipo di clima sono: Serra del Sud- Est di Rio Grande do Sul Serra Gaucha Vale do Rio Peixe Regioni Sud di Santa Catarina Est di San Paolo Sud di Minas Gerais Queste regioni possiedono caratteristiche climatiche molto simili tra loro, sono localizzate a 700 o 900 metri sul livello del mare, con una temperatura che varia dai 17 ai 20 gradi ed un umidità relativa dell aria che va dal 70% all 80%. In questa regione esiste una produzione molto diversificata: vengono coltivate uva bianca e nera di specie come la Vitis vinifera, Vitis labrusca e a Vitis bourquina. Da queste coltivazioni si producono i vini Isabel, Bordô (Ives), Couderc, Niagàra Branca, Concord Niagàra Rosada, Jacquez e Seibel 1077, Cabernet Sauvignon, Merlot, Tannat, Cabernet Franc, Pinot Noir, Touriga Nazionale e Tempranillo. Esistono altre nove regioni emergenti con clima temperato nello stato di Santa Catarina, a 900 o 1400 metri sul livello del mare, con produzione di vini di alta qualità. 13

14 5.1 L export Secondo i dati della FAO (Food and Agriculture Organization) il Brasile è all 11 posto in quantità di uva vitis vinifera esportata ed al 7 in termini di valore. Le esportazioni di uva vitis vinifera del 2010, pari a Euro 110 milioni, sono state superiori dell 11,95% a quelle registrate del 2009, ma inferiori al 2008 (Euro 144 milioni). I vini da tavola sono stati esportati hanno anche subito una flessione nel Nel 2010 le esportazioni sono state di 1,28 milioni di litri, equivalente a ca. 1,7 milioni di euro. Esportazione di vino da tavola negli ultimi 3 anni (migliaia di Euro) Vino da tavola Fonte: UVIBRA L Ibravin (Istituto Brasiliano del Vino) insieme all Agenzia di Promozione delle Esportazioni e dell Investimento (Apex-Brasil) ha realizzato il progetto Wines of Brasil per promuovere il vino brasiliano all estero. Nel 2011 si attende una crescita in valore delle esportazioni pari al 90%, per un totale pari a Euro 3,25 milioni in vini brasiliani di alta qualità. Ranking dei paesi importatori di vini brasiliani nel 2010: 1 Inghilterra; 2 Stati Uniti; 3 Olanda; 4 Germania; 5 Paraguai; 6 Colombia; 7 Svizzera; 8 Polonia; 9 Giappone; 10 Danimarca. 14

15 5.2 L import L importazione di vino in Brasile è stata in costante aumento negli ultimi 6 anni, grazie in particolare alla valorizzazione del Real, alla mancanza di una produzione diversificata locale ed all aumento del potere d acquisto. Le importazioni sono state nel 2010 pari a 195 milioni, equivalente a 71 milioni di litri di vini. Da notare che tra il 2005 e 2010, la crescita delle importazioni in valore ha superato la crescita in volumi, mostrando una propensione a migliorare la qualità del consumo. La tendenza per il 2011 è un aumento costante delle importazioni di vini di qualità. Anni Migliaia di Euro Evoluzione % Migliaia di Litri Evoluzione % , , , , , , , , , ,56 Fonte: Global Trade Atlas 2010 Il Cile continua ad essere il principale esportatore di vino in Brasile, superando il 30% del totale importato in valore Tale crescita è dovuta anche in base all esenzione dell imposta di importazione sui vini cileni stipolata in un accordo bilaterale tra i due paesi. Sempre nel 2010, l Argentina occupa il secondo posto nelle importazioni con il 22%, seguita dalla Francia con 14% e dall Italia 13%. 15

16 Espresse in litri, le importazioni dall Italia sono notevolmente superiori a quelle dalla Francia, dovuto n particolare al fatto che il Lambrusco è il vino più importato dall Italia rappresentando il 59% delle sue esportazioni seguito dal Prosecco con il 14%. Nel 2009, dovuto principalemente alla crisi economica mondiale, il consumo di vino è rallentato in Brasile, risultando in una diminuizione delle importazioni in generale. Da evidenziare la ripresa delle esportazioni italiane nel 2010, ma con una notevole riduzione dei prezzi di vini di medio-alta qualità Origine delle importazioni dei 6 principali paesi (milioni di litri) Fonte: UVIBRA Cile Argentina Italia Portogallo Francia Spagna Come si evidenzia nel grafico delle importazioni espresse in valore, l Italia e la Francia hanno mantenuto negli ultimi 6 anni una crescita costante delle loro esportazioni verso il Brasile. In particolare la Francia ha attuato programmi di marketing e pubblicità che le há permesso di essere considerata come il produttore di vini di alta qualità e di prestigio sul mercato brasiliano. Tra i più importanti importatori di vino in Brasile, si nota la presenza obbligatoria sai dei vini italiani che francesi, spesso in una proporzione di 10 vini italiani a francesi. 16

17 Origine delle importazioni dei 6 principali paesi (milioni di Euro) Fonte: Aladi Cile Argentina Francia Italia Portogallo Spagna La crescita del consumo di vini di alto livello francesi, acquistati da importatori specializzati, non è l unica tendenza in atto. I grandi retailers del settore alimentare sempre più spesso importano direttamente vini dall estero, in particolare vini da tavola, più economici, con l Italia ben posizionata in questo segmento di mercato. 17

18 6 CAPITOLO IV: L AMBIENTE COMPETITIVO Negli ultimi anni l apertura crescente ai mercati internazionali e la stabilizzazione dell economia brasiliana hanno trasformato il mercato del vino in Brasile obbligandolo a modifiche strutturali ed a migliorare la performance produttiva e la qualità delle proprie produzioni. Il mercato del vino è costituito in gran parte da di imprese localizzate del sud del paese, di capitale famigliare e locale, con una minoranza di aziende con capitale estero. Queste imprese sono considerate dei cluster, tenendo conto che esistono 10 imprese principali del settore, di cui 5 cooperative. La grande concorrenza per i vini brasiliani si concentra in primo luogo nei prodotti importati da paesi del Mercosul, principalmente dall Argentina e dal Cile e, a grande distanza dai vini europei. I produttori locali sono anche preoccupati dall aumento del prezzo dell uva, che rende il prodotto locale sempre meno competitivo, in termini di prezzo, rispetto ai vini importati. Si delinea di forma sempre più marcante una suddivisione del mercato tra vini comuni e vini high end. La produzione di vini comuni è caratterizzata dalla presenza di controlli e fiscalizzazioni superficiali che le permette di aggirare verifiche spesso costose e quindi offrire vini a prezzi competitivi. Inverso il caso delle case vinicole che offrono prodotti di lato livello. Nonostante la qualità del vino brasiliano aumenti costantemente, i vini nazionali non concorrono con i vini importati. I vini importati dispongono spesso una qualità superiore, con tecnologie di produzione e pratiche distributive e di promozione collaudate ed efficienti. L Italia possiede vini di alta qualità con i quali il Brasile non è in grado di competere. Anche se le principali marche brasiliane come Miolo, Salton e Casa Valduga, si adeguassero alle tecniche di produzione italiane o francesi ed adottassero strategie differenziate di marketing e di distribuzione, la loro materia prima non presenterebbe un livello di qualità stabile e costante, principalmente per quanto riguarda l uva nera. 18

19 La manodopera locale inoltre lascia non dispone ancora della necessaria preparazione tecnica e di formazione adeguata. I vini importati dall Italia arrivano generalmente via nave, come test di mercato, con un minimo di 2 pallets, con capacità di 600 bottiglie. I principali porti d entrata dei vini sono Itajaí, São Francisco do Sul e Santos. Il transit time Genova - Itajaì è di 30 giorni, ai vanno aggiunti circa 10 giorni per lo sdoganamento. La conseguente distribuzione avviene per la maggior parte nello stato di San Paolo, Rio de Janeiro e Brasilia. Il fenomeno contrabbando, presente anche nel settore del vino, ma di forma irrilevante, si nota soprattutto soprattutto nelle regioni meridionali confinanti con l Argentina. 19

20 7 CAPITOLO VI: OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE ITALIANE Con un mercato di oltre 190 milioni di possibili consumatori, il Brasile è in prospettiva una realtà di sicuro interesse per i produttori italiani. Il costante sviluppo del paese e il conseguente aumento del reddito pro capite hanno permesso negli ultimi anni un forte aumento dell importazione di diversi generi alimentari. Attualmente il reddito della popolazione in Brasile è in crescita del 6,3% all anno, ampliando la classe media, possibile consumatrice di vini italiani importati. Nella distribuzione locale di vini operano diversi operatori con caratteristiche e modalità operative differenti: dalle grandi organizzazioni internazionali di vendita (GDO), come Carrefour e Walmart, ai gruppi di distribuzione brasiliani, fino ad una serie innumerevole di piccole catene regionali. Diffusa inoltre la distribuzione via piccoli supermercati o negozi al dettaglio di generi alimentari. Un forte incentivo anche in prospettiva al consumo di vino italiano in Brasile è l aumento costante dei ristoranti italiani di alto livello, molto appezzati dal consumatore brasiliano. Da ricordare tuttavia che manca ancora la cultura gastronomica e la capacità di valorizzare la qualità intrinseca dei vini. In questo contesto è da segnalare l aumento costante delle iscrizioni a corsi di sommelier, che crescono in media 30% all anno. Esistono inoltre 5 corsi per enologi riconosciuti dal Ministero e 580 associazioni online sul vino. Attualmente i vini italiani sono importati da importatori specializzati o direttamente dalla grande distribuzione. Lo stock locale risulta essere imprescindibile al fine di minimizzare i possibili ritardi alle dogane e disporre di vini in pronta consegna Apertura di una filiale in Brasile Essere presente sul mercato, come già indicato nell analisi, risulta essere sempre più un fattore chiave nel successo, nel mercato del vino in Brasile. 20

21 Avendo una propria filiale locale, la casa vinicola italiana è in grado di riconoscere da vicino e di forma costante il reale andamento di mercato, l esigenza specifica di ogni cliente e cogliere le diverse opportunità di business offerte dal mercato. Esiste inoltre un vantaggio anche economico nel disporre di una propria società in Brasile: il potere capitalizzare il transfer price interno, minimizzando la base imponibile all entrata e le relative imposte d importazione brasiliane. L immagine aziendale nel mercato locale, la presenza costante e la facilità nel contatto diretto con i clienti brasiliani sono alcuni elementi che evidenziano l importanza strategica di disporre di una società locale propria. Il tipo di società più comunemente utilizzata e consigliata è la SRL, denominata Ltda in Brasile. La costituzione di questa società a San Paolo richiede circa 2 mesi a partire dalla disponibilità dei documenti richiesti. Sono necessari un minimo di 2 soci, persona fisica o giuridica, entrambi anche esteri. È tuttavia necessario che l amministratore della società disponga di una residenza fiscale in Brasile, indipendentemente dalla sua nazionalità. Esistono due forme di società disponibili in Brasile: Ltda. e S/A. Società limitata Ltda. Questo tipo di società deve essere costituita da almeno due soci, persone fisiche o giuridiche, senza la necessità di cittadinanza brasiliana o residenza in Brasile. è necessario che il titolare possegga come minimo 75% dell impresa per avere il controllo delle decisioni. La legislazione brasiliana non esige l iscrizione o il deposito di un capitale minimo, il capitale è diviso in quote e, al contrario di quello che succede nelle società per azioni, le quote non possono essere rappresentate da certificati o titoli. I tributi dei soci possono essere pagati in contanti o in beni, entro la data stabilita per la fine del contratto sociale. Società per Azioni S/A Sono necessarie almeno due azionisti per la sottoscrizione del capitale ed inoltre 10% del valore sottoscritto deve essere depositato immediatamente ed in contanti. 21

22 Il deposito in contanti del valore previsto dalle parti dovrà essere depositato presso una banca autorizzata dal CVM (organo equivalente al CONSOB italiano). Per avere il controllo decisionale dell impresa, il titolare deve possedere come minimo il 51% delle azioni. Il capitale sociale, stabilito nello statuto sociale della società ed espresso nella valuta nazionale, è diviso in azioni con o senza valore nominale. Il deposito delle azioni sottoscritte può essere effettivato una volta conferiti i valori in contanti o in beni, a patto che siano suscettibili di validità economica. L amministrazione della società può essere composta da persone fisiche brasiliane o titolari di residenza permanente in Brasile, dai soci (tutti od alcuni), o terzi, se così è autorizzato dal contratto sociale. In caso di amministrazione da parte di vari, è possibile creare un consiglio direttivo, ossia, un organo autorizzato ad assumere la gestione per un periodo determinato o fino alla revoca del nominativo dell amministratore, posto che la legge brasiliana non prevede una validità massima di durata per l incarico. L amministrazione di una società può avvenire in due modi: Sistema diretto, nel quale l assemblea generale nomina un consiglio direttivo con un minimo di due membri. Sistema indiretto, nel quale l assemblea generale nomina i membri del consiglio di amministrazione, organo non esecutivo, che a sua volta nomina i membri del consiglio direttivo che diventano i rappresentanti della società. Il consiglio di amministrazione deve essere costituito da un minimo di 3 membri che devono essere azionisti e possono risiedere all estero, a patto che almeno uno dei membri risieda in Brasile. Il consiglio direttivo deve essere composto per lo meno da due membri, che siano o meno azionisti, ma che devono obbligatoriamente avere il permesso di residenza permanente in Brasile. Registro del Capitale Sociale e dell impresa nel BACEN I soci dell impresa devono essere registrati presso la Banca Centrale del Brasile (BACEN) per l omologazione del capitale investito e per effettuare transazioni 22

23 commerciali - entrata ed uscita di contanti tra paesi in cui ci sia l esenzione di qualsiasi imposta fiscale. Tutti i depositi posteriori decorrenti dall aumento del capitale devono essere registrati nel BACEN. Attualmente le operazioni di cambio in Brasile sono soggette all imposta IOF, di 0,38%, che può variare a seconda della durata dell operazione. Regime Fiscale Esistono due tipi di regime fiscale che l impresa può scegliere, indipendentemente dalla sua fatturazione: Regime dell utile previsto ( lucro presumido ) Questo tipo di regime prevede un valore fisso del 14% per servizi sulla fatturazione, o del 7% per l industria/commercio. Regime dell utile reale ( lucro real ) Questo tipo di regime prevede il pagamento di un imposta di rendita di circa 35% sul risultato del bilancio dell esercizio. 23

24 8 CAPITOLO VII: NORMATIVE E PROCEDURE BUROCRATICHE La legislazione brasiliana in materia non presenta particolari ostacoli alle importazioni di prodotti italiani. Tuttavia sono elevati i dazi d importazione dei vini provenienti da paesi non membri del Mercosud. Il Ministero dell Agricoltura, Allevamento e Approvvigionamento (MAPA) è l organo responsabile per la registrazione in Brasile delle case vinicole nazionali ed estere. I principali documenti necessari per le esportazioni in Brasile sono il certificato di origine e di analisi, oltre che la comune documentazione di trasporto, imballaggio, etichettatura e fattura commerciale. A partire dal novembre 2009, è stata introdotta con una nuova normativa locale, la Normativa 54 del MAPA, secondo la quale per esportare il vino non è più necessaria la registrazione preventiva della casa vinicola estera e dei relativi presso il Ministero dell'agricoltura brasiliano. Tuttavia, il Fisco brasiliano ( Receita Federal ), tramite la Normativa SRF n. 504 e Normativa RFB n del 16 Agosto 2010, determina che i vini importati ai fini di distribuzione in Brasile, a partire del 1 Gennaio 2011, devono avere un bollo di controllo con il relativo codice d identificazione, che indica diverse caratteristiche sul prodotto importato, tra cui l importatore responsabile. Tale importatore deve essere stato previamente autorizzato ai fini delle importazioni dal Fisco brasiliano. Gli importatori che operano con negozi propri, dedicati alla vendita di vini importati, sono esenti dalla necessità di disporre della sopracittata autorizzazione. Il bollo di controllo dovrà essere richiesto dall importatore, al Fisco, indicando le quantità esatte da importare e dovrà essere riportato, su ogni singola bottiglia, dall importatore o dall esportatore, previa autorizzazione della dogana brasiliana. Etichettatura dei prodotti L etichetta sulla bottiglia importata può essere in lingua originale italiana, ma con l obbligo della traduzione in portoghese su una retro-etichetta, che avrà la stessa dimensione e grafica di quella italiana e dovrà contenere tutte le informazioni dell etichetta originale, in base al Decreto nº , de 1990 art.47 e 49. Un esempio: Nome del Prodotto 24

25 Produttore/Imbottigliatore Indirizzo Marchio Capacità della bottiglia: 750ml, 500ml, 1 litro Ingredienti: Uve vinifere Conservanti / Additivi Origine delle Uve Graduazione alcolica Contiene o non contiene Glutine Validità: indeterminata Rappresentante Importatore Indirizzo del rappresentante C.N.P.J. (Registro del rappresentante in Brasile. Regime Doganale Brasiliano Nella seguente tabella sono riportate le aliquote delle principali imposte che incidono sulle importazioni dei vini: Voce Doganale Prodotto II IPI ICMS PIS COFINS 2204 Vini di Uve fresche; Mosti di Uve diverse della voce n Champagne / Altri 20% 20% 25% 1,65% 7,60% In recipienti di capacità inferiore o uguale a 2 litri 27% 10% 25% 1,65% 7,60% Altri Altri Mosti di Uva 20% 10% 25% 1,65% 7,60% 2205 Vermut ed altri vini di uve fresche preparati con piante e con sostanze aromatiche In recipienti di capacità inferiore o uguale a 2 litri 20% 30% 25% 1,65% 7,60% Altri 20% 30% 25% 1,65% 7,60% 25

26 In base alla voce doganale, denominata NCM in Brasile, è possibile identificare le seguenti numerose imposte: d importazione (II); sui prodotti industrializzati (IPI); per l integrazione sociale (PIS); per il finanziamento della sicurezza sociale (COFINS); sulla circolazione delle merci (ICMS). Le imposte d importazione sono calcolate in sequenza, come indicato qui di seguito. Si pagano quindi le imposte sulle imposte: II = percentuale sul valore CIF IPI = percentuale sul valore CIF + II PIS = percentuale sul valore CIF + II + IPI COFINS = percentuale sul valore CIF + II + IPI + PIS. Inoltre esiste l imposta sulla circolazione delle merci e servizi (ICMS), simile all IVA, che essendo un imposta statale, non possiede un unica aliquota in Brasile. Dipendendo dalla politica tributaria adottata e dagli incentivi fiscali, ogni stato del Brasile stabilisce il proprio ICMS. Esiste tuttavia una concertazione tra i principali stati del paese, per i quali si applicano aliquote uguali o simili al 18%, ad eccezione degli stati del nord del Brasile. 26

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