QUADRO CONOSCITIVO RELAZIONE GEOLOGICA

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1 QUADRO CONOSCITIVO RELAZIONE GEOLOGICA MARZO 2014

2 COMUNE DI FIDENZA PROVINCIA DI PARMA COMUNE DI FIDENZA PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC) QUADRO CONOSCITIVO v. Nicolodi, 5/a Parma tel fax DIREZIONE TECNICA dott. Giorgio Neri A CURA DI dott. geol. Adriano Biasia dott. geol. Francesco Ravaglia CODIFICA R G S / 1 4 ELABORATO DESCRIZIONE RG RELAZIONE GEOLOGICA marzo 2014 A. Biasia G. Neri G. Neri Emissione REV. DATA REDAZIONE VERIFICA APPROVAZIONE DESCRIZIONE FILE RESP. ARCHIVIAZIONE COMMESSA 1082_RG_01-01 AB 1082

3 INDICE 1 PREMESSE RIFERIMENTI NORMATIVI NAZIONALI RIFERIMENTI NORMATIVI REGIONALI CARATTERI FISIOGRAFICI GENERALI SUOLO E SOTTOSUOLO INQUADRAMENTO GEOLOGICO Assetto geologico strutturale Strutture Attive ASSETTO STRATIGRAFICO GENERALE Depositi Quaternari Continentali Depositi Quaternari Marini FAA - Argille di Lugagnano (Pliocene inf.- medio) FCOB - Formazione a Colombacci - litofacies conglomeratica (Messiniano) Successione umbro-marchigiano-romagnola QUADRO LITOLOGICO GENERALE ASSETTO LITOSTRATIGRAFICO GENERALE ASPETTI GEOTECNICI Indagini geofisiche INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Aree in dissesto RISCHIO SISMICO Inquadramento sismotettonico Zonazione sismogenetica Pericolosità sismica di base Classificazione sismica Pericolosità sismica locale Microzonazione sismica di II Livello INQUADRAMENTO PEDOLOGICO Carta dei suoli Contenuto naturale di metalli nei suoli ACQUE SOTTERRANEE STRUTTURA DEGLI ACQUIFERI

4 4.2 AREE DI RICARICA DEGLI ACQUIFERI CARATTERISTICHE IDROCHIMICHE DELLE ACQUE SOTTERRANEE INDIVIDUAZIONE DEGLI ACQUIFERI COMPORTAMENTO IDRODINAMICO DELLA PRIMA FALDA VULNERABILITÀ DEGLI ACQUIFERI ZONE DI PROTEZIONE DEGLI ACQUIFERI ZONE DI RISPETTO DEI POZZI IDROPOTABILI ZONE DI RISPETTO DEI FONTANILI ACQUE SUPERFICIALI RETICOLO IDRICO PRINCIPALE Torrente Stirone Torrente Ghiara Torrente Rovacchia Rio Rovacchiotto Torrente Parola PERIMETRAZIONE FASCE DI RISPETTO IDRAULICO RETICOLO IDROGRAFICO SECONDARIO Torrente Gisolo Rio Venzola Rio Bergnola Corsi d acqua minori AREE A RISCHIO IDRAULICO MOLTO ELEVATO GEOSITI FATTIBILITA GEOLOGICA

5 1 PREMESSE Lo Studio geologico, che costituisce parte integrante del Quadro Conoscitivo (QC) del Piano Strutturale Comunale (PSC), è mirato a definire una sintesi interpretativa delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio, in grado di indirizzare le nuove scelte urbanistiche verso aree a minore pericolosità e vulnerabilità geologica e sismica. In quest ottica la presente relazione comprende i seguenti contenuti: - inquadramento geologico, geomorfologico e idrogeologico di tutto il territorio comunale; - analisi dei fenomeni naturali aventi ripercussione sull equilibrio fisico locale; - individuazione delle risorse naturali di emergenze ambientali suscettibili di salvaguardia; - analisi delle limitazioni alla disciplina edificatoria determinate dai vincoli di legge; - determinazione delle condizioni di fattibilità delle azioni del Piano in funzione delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche del territorio, con particolare riferimento alle condizioni di pericolosità sismica e rischio idrogeologico. Lo Studio è stato realizzato sulla base dei criteri e delle indicazioni contenute nella L.R. 24 marzo 2000 n. 24 e s.m.i. Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio e sulla base delle disposizioni previste nella Circolare regionale 1288/83 Indicazioni metodologiche sulle indagini geologiche da produrre a corredo dei piani urbanistici comunali. Quali ulteriori riferimenti tecnici per la realizzazione dello studio e per la redazione degli elaborati richiesti è stato inoltre fatto specifico riferimento al D.M. 14/01/08 Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni, alla L.R. 30 ottobre 2008, n. 19 "Norme per la riduzione del rischio sismico" ed alla Deliberazione dell Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna n.112 del 2 maggio 2007: Approvazione dell Atto di indirizzo e coordinamento tecnico ai sensi dell art.16 comma 1, della L.R. 20/2000 per Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia-Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica. Lo Studio è stato inoltre condotto secondo quanto previsto dalle norme attuative del Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) e del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), con particolare riferimento all'individuazione degli elementi del paesaggio da sottoporre ad attenzione nella fase progettuale della pianificazione urbanistica. La raccolta delle informazioni e dei dati di base necessari per le valutazioni tematiche sopra indicate è stata effettuata attingendo sia dal Database del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna (SGSS), sia da indagini di archivio messe a disposizione dagli enti pubblici e dai privati. 3

6 Si ritiene utile precisare che, il presente studio di pianificazione presenta un livello di approfondimento che esprime esclusivamente un giudizio di fattibilità d insieme delle trasformazioni proposte dal piano, individuando le limitazioni di ordine generale connesse alle condizioni geologico-ambientali del territorio e alla sua vulnerabilità ed esposizione a fenomeni naturali, in funzione delle destinazioni d uso; risulta pertanto evidente che nelle successive fasi di pianificazione (POC, PUA, RUE) i giudizi espressi dovranno essere integrati da specifiche e puntuali indagini commisurate alle caratteristiche dell'intervento edilizio che si intende effettuare. A corredo della presente relazione tecnica è stata redatta inoltre la seguente cartografia tematica: - Tav.01 - Carta geologica; - Tav.02 - Carta litotecnica; - Tav.03a - Sezioni stratigrafiche 1, 2, 3; - Tav. 03b - Sezioni stratigrafiche 4, 5, 6; - Tav.03c - Sezioni stratigrafiche 7, 8; - Tav.04 - Carta geomorfologica; - Tav.05 - Carta pedologica; - Tav.06 Carta della suscettibilità ad effetti sismici locali; - Tav.07 - Carta della vulnerabilità e delle zone di protezione degli acquiferi; - Tav.08 - Carta idrogeologica; - Tav.09 Carta del reticolo idrografico; - Tav.10 Carta di fattibilità. - ed i seguenti allegati: All 1 Prove penetrometriche statiche All 2 Sondaggi a carotaggio continuo All 3 Analisi dei microtremori All 4 Indagini geofisiche MASW 4

7 1.1 RIFERIMENTI NORMATIVI NAZIONALI Legge 2 febbraio 1974, n. 64, Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche. Decreto del Ministro dei lavori pubblici 11 marzo 1988, Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. Legge 24 febbraio 1992, n. 225, Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile. Decreto del Ministro dei lavori pubblici 16 gennaio 1996, Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59. Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274, Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. Decreto legislativo 22 gennaio 2004 e s.m.i., Codice dei beni culturali e del paesaggio Decreto Legislativo 3 aprile 2006 e s.m.i., n. 152, "Norme in materia ambientale". Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 ottobre 2007, Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni. Decreto del Ministro delle infrastrutture 14 gennaio 2008, Approvazione delle norme tecniche per le costruzioni. Dipartimento della Protezione Civile e la Conferenza delle Regioni e Province Autonome 13 novembre 2008; Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica. Decreto Legislativo 17 settembre 2010, n. 156, Linee guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. 5

8 1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI REGIONALI Norme del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR). Norme del Piano Territoriale Paesaggistico Provinciale (PTCP). Circolare regionale 12 febbraio 1983, n. 1288, Indicazioni metodologiche sulle indagini geologiche da produrre a corredo dei piani urbanistici comunali. Legge Regionale 24 marzo 2000, n. 20, Disciplina generale sulla tutela e uso del territorio. Delibera dell assemblea legislativa 2 maggio 2007, n. 112, Indirizzi per gli studi di micro zonazione sismica in Emilia Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica Legge Regionale 30 novembre 2009, n. 23, Norme in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio. modifica della legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 (disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio) e norme transitorie in meritoalla legge regionale 30 ottobre 2008, n. 19 (norme per la riduzione del rischio sismico). Legge Regionale 30 ottobre 2009, n. 19, Norme per la riduzione del rischio sismico. Delibera dell assemblea legislativa 6 dicembre 2010, n. 28, "Prima individuazione delle aree e dei siti per l installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l utilizzo della fonte energetica rinnovabile solare fotovoltaica". Delibera dell assemblea legislativa 26 luglio 2011, n. 51, "Individuazione delle aree e dei siti per l installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili eolica, da biogas, da biomasse e idroelettrica." Delibera della Giunta Regionale 10 settembre 2012, 1302, Approvazione dei criteri per gli studi di microzonazione sismica ed assegnazione e concessione dei contributi di cui all OPCM 4007/2012 a favore degli Enti Locali. Legge Regionale 21 dicembre 2012, n.19, Art Attuazione dei principi sulla riqualificazione incentivata delle aree urbane. 6

9 2 CARATTERI FISIOGRAFICI GENERALI Il territorio comunale di Fidenza si sviluppa nella fascia di alta pianura parmense al limite del margine collinare appenninico; l area è caratterizzata per gran parte dalla piana alluvionale costruita dai principali apparati fluviali appenninici della zona. I rilievi maggiori sono modesti e concentrati nella porzione meridionale del territorio; la quota massima (ca 350 metri s.l.m) si registra in località Case Monte Aliano. La superficie complessiva del territorio è di circa 95 km 2 ; i principali centri abitati sono rappresentati dal capoluogo e dalle frazioni di Bastelli, Castione, Fornio, Pieve di Cusignano, Ponte Ghiara e Santa Margherita. Altri centri e nuclei abitati sono rappresentati da Chiusa Ferranda, Cogolonchio, Parola, Rimale, Siccomonte, Vaio. Il territorio del Comune di Fidenza confina con i seguenti comuni (in senso orario partendo da nord): Busseto, Soragna, Fontanellato, Noceto, Medesano, Salsomaggiore Terme, Alseno (PC). Dal punto di vista cartografico il Comune di Fidenza risulta compreso nei seguenti elementi in scala 1: della Carta Tecnica Regionale : Castione Marchesi ; Soragna ; Casalbarbato ; Fidenza ; Alseno ; Parma Nord Ovest; Bagni di Tabiano ; Sanguinaro ; Medesano ; Tabiano. Dal punto di vista paesaggistico e morfologico il territorio comunale può essere distinto in tre unità di paesaggio: alta pianura, pedecollina e collina. L'ambiente di alta pianura è caratterizzato da paesaggi morfologici tipici delle piane alluvionali costituiti da depositi di argine/barra/canale che configurano una morfologia pianeggiante con pendenze comprese tra 0,5 e 1% e digradanti verso N. 7

10 La zona pedecollinare risulta caratterizzata da paleosuperfici, costituite da depositi appartenenti per lo più alla successione post-evaporitica, caratterizzata da prevalenti peliti deposte sul margine interno dell avanfossa padano-adriatica (Formazione di Tetto, Formazione a Colombacci, Argille Azzurre). Tali depositi si presentano profondamente incisi e smembrati dall'azione erosiva dei corsi d'acqua, che hanno finito per suddividerle in tanti costoni a sommità più o meno pianeggiante, delimitati lateralmente da scarpate di erosione fluviale anche terrazzate. Nell area collinare, all estremo settore meridionale, la successione post-evaporitica risulta in contatto tettonico con le unità appartenenti alla successione umbro-marchigiano-romagnola sollevate dalla Struttura di Salsomaggiore (Formazione del Torrente Ghiara FGH). Sotto l'aspetto idraulico gli elementi idrografici principali sono costituiti dai torrenti Stirone, Ghiara, Rovacchia e Parola. 3 SUOLO E SOTTOSUOLO 3.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO Assetto geologico strutturale Il territorio comunale di Fidenza ricade nell area di raccordo fra la parte esterna della catena appenninica strutturata nel Miocene superiore-pliocene inferiore e il settore padano-adriatico, le cui deformazioni sono invece databili al Pliocene superiore-quaternario. La fase tettonica del Miocene superiore ha dato origine al bacino sedimentario Padano, che appartiene alla categoria dei bacini di avanfossa periferici (peripheral foreland basins: Dickinson, 1974). La progressiva migrazione verso NE del bacino è legata alla nascita ed allo sviluppo dell attività di sovrascorrimento lungo due archi principali di strutture compressive orientate in direzione NW-SE: il primo, più meridionale, detto fronte di accavallamento appenninico (Pedeappenninic Thrust Front, PTF), definisce il limite della catena appenninica affiorante; il secondo, detto fronte di accavallamento esterno (External Thrust Front, ETF), definisce il limite dell'appennino sepolto. Questi archi di strutture condizionano durante tutto il Plio-Pleistocene la crescita e la distribuzione dei sistemi deposizionali lungo il margine meridionale del bacino interagendo con le fasi di erosione e sedimentazione guidate dalle oscillazioni climatico-eustatiche. 8

11 Figura 1: Profilo sismico che interessa parte del territorio comunale di Fidenza (RER & ENI - Agip, 1998) La parte sommitale della copertura sedimentaria del bacino è invece costituita da sedimenti quaternari che sono suddivisibili, dal basso verso l alto, in: depositi marini di ambiente prevalentemente litorale, depositi continentali fini riferibili ad ambienti di piana di inondazione alluvionale e depositi continentali grossolani alternati ad argille e limi associabili ad ambienti di conoide alluvionale. Questi ultimi rappresentano i sedimenti più recenti rinvenibili all interno del bacino. Nel sottosuolo i depositi di wedge-top della pianura costituiscono un cuneo che si allarga procedendo dal margine appenninico verso nord; all interno del territorio comunale di Fidenza lo spessore massimo di questi depositi arriva ad oltre 100 metri Tale successione di sedimenti è stata deposta sulla parte frontale del cuneo orogenico appenninico in strutturazione dopo che, con la fase tettonica intramessiniana, la falda ligure nel settore considerato ha cessato di avanzare. I principali eventi deformativi all interno della successione padana di wedge top affiorante e sepolta, sono registrati da discontinuità e lacune di vario ordine gerarchico, da corpi caotici e da vari tipi di strutture di crescita. Dal punto di vista strutturale l elemento principale dell area di studio è rappresentato dalla struttura anticlinalica di Salsomaggiore, una finestra tettonica che espone le unità di avanfossa del Langhiano- Serravalliano. Tale struttura, la cui impostazione tettonica e deposizionale è stata raggiunta durante la fase intra-messiniana, mostra un allineamento appenninico in direzione NW-SE (The Salsomaggiore structure Northwestern Apennine foothills, Italy: a Messinian mountain frontshaped by mass-wasting products; Artoni et alii, 2004). 9

12 Le unità alloctone traslate a nord dell'attuale anticlinale Salsomaggiore subito dopo l'inizio dell'evento evaporitico Messiniano, conservano ancora una chiara impronta tettonica, mostrando anche la prova di masse franate su larga scala, la cui origine è strettamente legata sia al sollevamento contemporaneo delle unità di avanfossa sottostanti che alle mutate condizioni climatiche. Figura 2: Mappa semplificata della Struttura di Salsomaggiore (NorthwesternApennine foothills, Italy): a Messinian mountain frontshaped by mass-wasting products - Artoni et alii, 2004) Un altro elemento strutturale molto importante per la zona è rappresentato dalla Linea del Torrente Stirone. Il movimento lungo questa linea tettonica, con relativo sollevamento del margine sinistro di almeno 10 metri, ha comportato l asimmetria della parte inferiore del bacino con relativo spostamento del corso d acqua verso est. Figura 3: Linea del T. Stirone (Papani e Bernini, 1987) Strutture Attive Gli studi di sismotettonica dell Emilia-Romagna, condotti dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione, hanno messo in evidenza come parte delle strutture sepolte che interessano il riempimento sedimentario Plio-Pleistocenico del bacino siano caratterizzate da attività molto recente ad attuale. 10

13 Nello specifico del territorio comunale di Fidenza, risultano attivi i sovrascorrimenti sepolti che danno luogo agli archi di Piacenza-Parma e il fronte coincidente con il margine pedeappenninico tra Salsomaggiore e la Val Taro; l attività di questa struttura ha determinato la formazione dell anticlinale e la finestra tettonica di Salsomaggiore. Figura 4: Strutture attive della Regione Emilia Romagna (Carta Sismotettonica della Regione Emilia-Romagna in scala 1: SGSS Regione Emilia Romagna a cura di M. Boccaletti e L. Martelli) 3.2 ASSETTO STRATIGRAFICO GENERALE Le unità stratigrafiche riscontrabili nel territorio comunale di Fidenza appartengono a due distinte successioni: umbro-marchigiano-romagnola (estremo settore meridionale) e neogenico-quaternaria del margine appenninico padano. I litotipi e le formazioni geologiche affioranti e sepolte nel sottosuolo dell area di studio vengono di seguito descritte, riprendendo la descrizione contenuta nella Legenda Geologica della Provincia di Parma redatta a cura del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna. La rappresentazione cartografica dei litotipi e le formazioni geologiche affioranti è riportata in Tavola 01- Carta Geologica. 11

14 3.2.1 Depositi Quaternari Continentali AES - Sintema emiliano-romagnolo Superiore Si tratta di un unità alluvionale, terrazzata di età compresa tra il pleistocene medio e l Olocene. Dal punto di vista litologico è costituita da ghiaie prevalenti in corrispondenza dei principali apparati fluviali (depositi di conoide e intravallivi terrazzati), passanti a limi prevalenti con locali intercalazioni sabbioso-ghiaiose nelle aree di interconoide. Tale sintema occupa interamente la zona pianeggiante del territorio comunale e le aree intravallive del settore collinare. Il Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore risulta suddivisibile in Subsintemi e Unità, affioranti a quote progressivamente decrescenti verso N. Di seguito si riporta una sintetica descrizione dei Subsintemi e delle Unità appartenenti al Sintema Emiliano-Romagnolo Superiore affioranti lungo il territorio comunale di Fidenza: AES8a Unità di Modena (Olocene) Affiora estesamente in tutta la parte centrale e settentrionale del territorio comunale, comprendendo l intero capoluogo e le aree in adiacenza ai principali corsi d acqua (T. Stirone, T. Rovacchia, T. Parola); risulta inoltre affiorante nel settore NO del territorio comunale, lungo un allineamento SO-NE nei pressi della frazione di Castione Marchesi. L unità è costituita da ghiaie e sabbie prevalenti, ricoperte da una coltre limoso argillosa discontinua. Rappresentano depositi alluvionali di conoide distale e di canale. Lo spessore massimo dell unità è di alcuni metri. AES8 Subsintema di Ravenna (Pleistocene sup. Olocene) Affiora estesamente nel settore NO del capoluogo in sponda sinistra del T. Stirone e nelle aree intravallive di pertinenza del T. Parola e T. Gisolo nel settore collinare. L unità è costituita da ghiaie sabbiose, sabbie e limi stratificati ricoperte da una coltre discontinua di limi argillosi. Rappresentano depositi di conoide e intravallivi terrazzati. Il tetto dell unità è rappresentato dalla superficie deposizionale, per gran parte relitta, corrispondente al piano topografico, mentre il contatto di base è discordante sulle unità più antiche. Lo spessore massimo dell unità è inferiore a 20 m. AES7b - Unità di Vignola (Pleistocene sup) Affiora ad ovest nei pressi delle frazioni di Fornio e Rimale e ad est nei pressi della frazione di S. Margherita. 12

15 E rappresentata da depositi di conoide e depositi intravallivi terrazzati, costituiti da ghiaie sabbiose, sabbie e limi stratificati, localmente con copertura discontinua di limi argillosi. Localmente possono essere prevalenti depositi del reticolo idrografico secondario costituiti da limi e limi sabbiosi con intercalazioni di ghiaie e sabbie. Lo spessore massimo dell unità è di circa 30 m. AES3 Subsintema di Agazzano (Pleistocene medio) Affiora sotto forma di un esteso ripiano ad ovest della frazione di Fornio. L unità è costituita da ghiaie e ghiaie sabbioso-argillose prevalenti formanti depositi alluvionali intravallivi e di conoide ghiaiosa. I depositi intravallivi sono generalmente costituiti da un intervallo basale con ghiaie prevalenti, sovrastato da un intervallo fine, limoso-argilloso. I depositi di conoide ghiaiosa, distali, invece, presentano comunemente un livello fine di spessore metrico alla base dell unità. Lo spessore risulta variabile da alcuni metri a 55 metri circa (nel sottosuolo della pianura). AES2A - Unità di Miano (Pleistocene medio) Affiora nel settore pedecollinare e sulle prime colline (Località Lodesana, Cabriolo, Siccomonte e Cogolonchio). Sono costituiti da depositi alluvionali intravallivi, terrazzati. Dal punto di vista litologico sono costituiti da ghiaie sabbiose, sabbie e limi stratificati, con copertura di limi argillosi. Lo spessore massimo è inferiore a 15 m. AES1 Subsintema di Monterlinzana (Pleistocene medio) Il Subsintema di Monterlinzana affiora nel settore meridionale del territorio comunale, in corrispondenza delle linee spartiacque sulle quali sono state impostate le principali strade di collegamento delle aree collinari (strada Guarda, strada di Siccomonte, strada Castellaro e Strada di Cogolonchio). Sono costituiti da depositi alluvionali intravallivi, terrazzati e profondamente incisi. Litologicamente sono costituiti da ghiaie sabbiose, sabbie e limi stratificati, con copertura di limi. Lo spessore massimo è inferiore a 15 m. AEI - Sintema emiliano-romagnolo inferiore (Pleistocene inf. Pleistocene medio) Affiora estesamente in corrispondenza del settore collinare di Fidenza. Si tratta di depositi di piana alluvionale e localmente di conoide alluvionale distale, costituiti da limi e limi argillosi prevalenti di colore grigio-azzurro, con intercalazioni ghiaiose le quali, in corrispondenza dei paleo-apparati fluviali principali possono diventare predominanti. Sono frequenti i livelli ricchi in sostanza organica e gasteropodi continentali. Lo spessore complessivo dell unità varia da 0 a circa 60 m. Il contatto di base è netto e discordante, talora erosivo. 13

16 3.2.2 Depositi Quaternari Marini CMZ - Sintema di Costamezzana (Pleistocene inf.) Gli affioramenti più significativi nel territorio comunale di Fidenza si rinvengono lungo il Rio Gisolo e il Rio di Cogolonchio; i depositi di tale Sintema sono comunque presenti al di sotto dei depositi alluvionali del Sintema Emiliano Romagnolo Inferiore (AEI) in tutta l area del territorio comunale. Il sintema di Costamezzana è costituito sostanzialmente da 3 associazioni di facies, sovrapposte ciclicamente e giustapposte, che individuano, nel complesso, un prisma sedimentario costiero con tendenza regressiva e progradante verso nord e nord-ovest: 1) Depositi prossimali di delta-conoide costituiti da sabbie e ghiaie argillose in strati spessi, frequentemente gradati e amalgamati, con intercalati livelli argillosi sottili, discontinui, biancastri, sterili, alternate a banconi argilloso-limosi con livelli ricchi in resti vegetali lignitizzati. 2) Depositi lagunari costituiti da sabbie medio-fini in strati sottili e medi con laminazione piano-parallela oppure di tipo hummocky, intercalate a limi argillosi verdi, debolmente bioturbati, contenenti talora macrofaune oligotipiche. 3) Depositi di delta-conoide ad alta energia fluviale e marina costituiti da sabbie, sabbie ghiaiose e subordinatamente ghiaie ciottolose in strati massivi o con una gradazione diretta poco sviluppata e comunque sovente mascherata dalle frequenti amalgamazioni tra strati successivi che possono inglobare clasti pelitici di dimensioni anche metriche. La matrice delle ghiaie è costituita sempre da sabbia medio grossolana. Lo spessore complessivo dedotto dall esame delle linee sismiche AGIP risulta variabile da 0 ad oltre 400 m circa. ATS - Sintema Del Torrente Stirone (Pliocene sup. - Pleistocene inf.) Affiora presente nel settore collinare lungo Costa Ferrari, Costa dei Sacchi e Cogolonchio (per gran parte costituito dalla sola litofacies ATSb). Il Sintema del torrente Stirone è costituito da depositi paralici e marini e si compone di due litofacies in parte eteropiche. La litofacies ATSa è caratterizzata da depositi di prodelta prevalentemente fini mentre la litofacies ATSb è costituita prevalentemente da corpi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi intervallati ciclicamente a facies pelitiche. Il limite basale è netto e discordante e localmente marcato dalla presenza di un livello calcarenitico di spessore plurimetrico ( crostone fossilifero nei Profili al mille dei pozzi AGIP). Lo spessore di questa alloformazione varia da poche decine a circa 1200 m FAA - Argille di Lugagnano (Pliocene inf.- medio) La Formazione delle Argille di lugagnano, affiorante nella parte meridionale del territorio comunale di Fidenza, è caratterizzata da sedimenti deposti in un bacino profondo a sedimentazione torbiditica. Dal punto di vista litologico sono caratterizzate da peliti marnose, grigio-azzurre massive a frattura concoide, in genere a stratificazione poco evidente, con rari livelli sabbioso-siltosi per lo più concentrati nella porzione basale della formazione e rari livelli siltosi in quella superiore. All interno dei 14

17 depositi pliocenici si rinvengono frequenti microfossili (foraminiferi planctonici) e macrofossili (lamellibranchi, gasteropodi, pteropodi, eccezionalmente resti di mammiferi sia marini che terrestri). Abbondanti anche resti di frammenti vegetali lignitizzati e livelli ad intensa bioturbazione. Lo spessore massimo è valutabile in 800 m, il contatto sulla sottostante Formazione a Colombacci risulta netto FCOB - Formazione a Colombacci - litofacies conglomeratica (Messiniano) Affiorante nella parte meridionale del territorio comunale di Fidenza, nei pressi della località Monte Manulo. La Formazione a Colombacci è caratterizzata da sedimenti di ambiente deposizionale di transizione tra quello continentale e quello lagunare, con facies ed associazioni faunistiche tipiche di ambienti di acqua dolce o sottosalata. La Formazione a Colombacci risulta in contatto discordante sulle unità tettoniche liguri (non affioranti nel territorio comunale di Fidenza) e trasgredisce sulle unità umbromarchigiano-romagnole (Formazione del Torrente Ghiara). Dal punto di vista litologico la Formazione è costituita da paraconglomerati poligenici grossolani gradati, a matrice sabbiosa, spesso poco cementati e poco organizzati, in corpi canalizzati. Verso l alto si rinvengono locali intercalazioni di areniti da grossolane a fini in strati da medi a spessi, a geometria lenticolare. Spessore variabile da pochi metri a 60 m circa.) Successione umbro-marchigiano-romagnola FGH - Formazione del Torrente Ghiara (Langhiano Serravalliano) Affiora nell estremo settore meridionale del territorio comunale. Si tratta di peliti marnose grigie a stratificazione indistinta, con sottili livelli siltosi e più raramente arenitici fini. Abbondante contenuto fossilifero. Spessore parziale massimo 900 m. 3.3 QUADRO LITOLOGICO GENERALE I litotipi affioranti e sub-affioranti nel territorio comunale di Fidenza (indicativamente sino a profondità di circa 10 m) sono stati rappresentati in Tavola 02 Carta litotecnica. In relazione ai diversi domini fisiografici, alta pianura, pedecollina e collina, caratterizzanti il Comune di Fidenza, i litotipi sono stati accorpati sulla base di un comportamento meccanico omogeneo condizionato prevalentemente dall ambiente deposizionale in cui si sono formati, oltre che dalla natura e dall età dei depositi. Per la perimetrazione delle aree a diverse caratteristiche litotecniche (Unità litotecniche), è stato fatto specifico riferimento ai seguenti elaborati disponibili: 15

18 - Carta Geologica in scala 1: della Regione Emilia-Romagna; - Carta Geologica in scala 1: della Regione Emilia-Romagna; - Carta Provinciale del Dissesto Idrogeologico della Provincia di Parma; - Progetto IFFI - Inventario dei fenomeni franosi in Italia. Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Dipartimento Difesa del Suolo-Servizio Geologico d'italia; - Banca Dati Geognostica della Regione Emilia-Romagna. Le unità geologico-litotecniche individuate sono state distinte tra terreni di copertura e substrato geologico. Per la descrizione della litologia delle coperture è stato utilizzato il metodo Unified Soil Classification System (ATSM, 1985). RI GW GP GM GC SW SP SM SC OL OH MH ML CL CH PT Terreni contenenti resti di attività antropica Ghiaie pulite con granulometria ben assortita, miscela di ghiaia e sabbie Ghiaie pulite con granulometria poco assortita, miscela di ghiaia e sabbia Ghiaie limose, miscela di ghiaia, sabbia e limo Ghiaie argillose, miscela di ghiaia, sabbia e argilla Sabbie pulite e ben assortite, sabbie ghiaiose Sabbie pulite con granulometria poco assortita Sabbie limose, miscela di sabbia e limo Sabbie argillose, miscela di sabbia e argilla Limi organici, argille limose organiche di bassa plasticità Argille organiche di media-alta plasticità, limi organici Limi inorganici, sabbie fini, Limi micacei o diatomitici Limi inorganici, farina di roccia, sabbie fini limose o argillose, limi argillosi di bassa plasticità Argille inorganiche di media-bassa plasticità, argille ghiaiose o sabbiose, argille limose, argille magre Argille inorganiche di alta plasticità, argille grasse Torbe ed altre terre fortemente organiche Tabella 1: Unified Soil Classification System (ATSM, 1985) 16

19 Le unità litotecniche individuate vengono di seguito descritte: UNITA LITOTECNICHE DI COPERTURA Unità litotecnica A Depositi alluvionali in evoluzione o recenti costituiti da ghiaie limi argillosi e sabbie in corpi canalizzati e lenticolari ad elevata resistenza, attualmente soggette a variazioni dovute alla dinamica fluviale. La distribuzione areale di tale unità risulta in corrispondenza dei corsi d acqua principali (T. Stirone, T. Ghiara e T. Parola). Classificazione ATSM: GC - GM Unità litotecnica B Depositi alluvionali medio-recenti terrazzati, costituiti da ghiaie sabbiose, sabbie e limi stratificati ricoperte da una coltre discontinua di limi argillosi di spessore variabile tra 1 e 5 m. Tali depositi, che appartengono alle Unità AES8 e AES8a (v. paragrafo 3.2.1), occupano gran parte del settore pianeggiante del territorio comunale e le vallecole collinari dei corsi d acqua principali. Classificazione ATSM: GC GM CL - ML Unità litotecnica C Depositi alluvionali antichi riferibili al Sintema Emiliano-Romagnolo superiore (AES7b - AES3). Si tratta di depositi di conoide e intravallivi terrazzati, costituiti da ghiaie sabbiose, sabbie e limi stratificati ricoperte da una coltre discontinua di limi argillosi di spessore plurimetrico. Affiorano nei settori occidentale e orientale del territorio nei pressi delle frazioni di Fornio e Rimale (ovest) e Santa Margherita (est). Classificazione ATSM: GC GM CL - ML Unità litotecnica D Depositi alluvionali terrazzati molto antichi riferibili al Sintema Emiliano-Romagnolo superiore (AES1 - AES2a). Si tratta di ghiaie sabbiose, sabbie e limi stratificati di spessore massimo di circa 10 m, ricoperte da una coltre discontinua di limi argillosi di spessore variabile tra 1 e 3 m. Affiorano nel settore collinare e in lembi isolati del settore pedecollinare. Classificazione ATSM: GC GM CL - ML 17

20 Unità litotecnica E Depositi alluvionali terrazzati molto antichi riferibili al Sintema Emiliano-Romagnolo inferiore (AEI). Si tratta di sedimenti di piana alluvionale e localmente di conoide alluvionale distale, costituiti da limi e limi argillosi prevalenti, con intercalazioni ghiaiose. Sono frequenti i livelli ricchi in sostanza organica. Affiorano in adiacenza all unità precedente nel settore collinare e in lembi isolati del settore pedecollinare. Classificazione ATSM: CL ML Unità litotecnica F Depositi caotici di elementi litoidi eterogenei ed eterometrici, in matrice pelitica, spesso prevalente, di origine gravitativa (frane attive, frane quiescenti e depositi di versante). Sono ubicate lungo le pendici dei versanti collinari più acclivi ed interessano principalmente la coltre superficiale (creeping e soliflusso). UNITA LITOTECNICHE DEL SUBSTRATO Unità litotecnica G Si tratta di sedimenti di delta-conoide, depositi lagunari depositi di delta-conoide, costituiti da sabbie e ghiaie argillose in strati spessi, frequentemente gradati e amalgamati, con intercalati livelli argillosi sottili, discontinui, riferibili al Sintema di Costamezzana (CMZ). Affiorano nelle valli collinari al di sotto dei depositi alluvionali continentali descritti in precedenza. Unità litotecnica H Depositi di origine marina riferibili al Formazione delle Argille Azzurre (FAA). Si tratta di peliti marnose, grigio-azzurre massive, con diffusa presenza fossilifera. I livelli più superficiali sono costituiti da argille sovraconsolidate la cui permeabilità risulta molto scarsa, ma sufficiente per una circolazione idrica in grado di condizionare la stabilità dei pendii. Unità litotecnica I Depositi costituiti da ghiaie e paraconglomerati poligenici grossolani, a matrice sabbiosa, generalmente poco cementati riferibili alla Formazione a Colombacci (FCO). Affiorano in continuità e lembi isolati nel settore collinare nei pressi di M. Manulo. 18

21 Unità litotecnica L Depositi costituiti da alternanze di livelli lapidei (calcari, arenarie) e pelitici (argille, argille marnose e marne) di origine torbiditica, con copertura limoso-argillosa di spessore variabile e consistenza medio-bassa. Affiorano nell estremo settore meridionale del territorio comunale e risultano interessate da diffusa presenza di dissesti di origine gravitativa. 3.4 ASSETTO LITOSTRATIGRAFICO GENERALE La caratterizzazione litostratigrafica dei principali litotipi affioranti nel territorio comunale può essere sinteticamente rappresentata mediante i dati provenienti da indagini geognostiche, realizzate a supporto della progettazione di opere civili ed infrastrutturali pubbliche e private. E evidente che tali prove non presentano una distribuzione uniforme lungo l intero territorio, ma sono distribuite principalmente presso le aree di espansione urbana localizzate nel capoluogo e nelle frazioni principali; rimangono pertanto scoperte le fasce poco o non urbanizzate, nelle quali sono disponibili solo informazioni stratigrafiche speditive desunte dalle perforazioni per lo sfruttamento idrico. Nello specifico sono stati raccolti i dati messi a disposizione da: 1. Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna: - n. 57 Pozzi per acqua; - n. 21 Sondaggi a carotaggio continuo. 2. Ufficio Tecnico del Comune di Fidenza: - n. 24 Prove penetrometriche statiche con punta meccanica CPT; - n. 8 Sondaggi a carotaggio continuo. 3. AMBITER S.r.l.: - n. 33 Prove penetrometriche statiche con punta meccanica CPT; - n. 2 Prove penetrometriche statiche con punta piezocono CPTU; - n. 6 Sondaggi a carotaggio continuo. L ubicazione delle indagini geognostiche disponibili è riportata in Tavola 02 Carta Litotecnica. Le indagini sono rappresentate, in forma simbolica per tipologia; il simbolo di ciascuna indagine è corredata da un suffisso che ne indica la fonte (RER: SGSS della Regione Emilia Romagna, COM: 19

22 archivio dell Ufficio Tecnico comunale di Fidenza, AMB: archivio Società Ambiter s.r.l.), l ubicazione del sito d indagine (es. A, B, ecc..) e il numero della prova (01, 02,ecc..). A titolo di esempio il suffisso di un sondaggio a carotaggio continuo fornito dal Comune di Fidenza è indicato come: COM_A_01. I dati provenienti dagli archivi del SGSS della Regione Emilia Romagna sono stati nominati con lo stesso suffisso indicato nella Banca Dati Geognostica della Regione Emilia-Romagna. Per la comprensione degli aspetti litostratigrafici nel sottosuolo e schematizzare in forma sintetica i dati disponibili, sono state costruite n. 8 sezioni stratigrafiche, una delle quali (Sez. 3-3 ) riprende esattamente la Sezione pubblicata n. 70 consultabile tra le Sezioni geologiche e prove geognostiche della pianura emiliano romagnola del SGSS della Regione Emilia Romagna (v. Figura 5). Figura 5: Estratto della sezione pubblicata n. 70 (da Sezioni geologiche e prove geognostiche della pianura emiliano romagnola del SGSS della Regione Emilia Romagna) Dall esame delle Tavv. 03a, 03b, 03c - Sezioni litotecniche, si evince che le aree di pianura e pedecollinari del territorio comunale presentano caratteristiche geologiche assimilabili, caratterizzate da una coltre di depositi alluvionali di spessore compreso tra 40 e 90 m (in rapido inspessimento verso la pianura). Tali depositi sono costituiti da alternanze stratificate di limi argillosi, ghiaie sabbiose e sabbie di spessore variabile che appoggiano al di sopra di un substrato marino/transizionale non rigido (Sintema di Costamezzana CMZ). Sulla base dell'insieme dei dati disponibili, è possibile rilevare la sostanziale prevalenza di materiali a grana fine (limo argilloso e limo sabbioso). Tali depositi presentano al loro interno livelli discontinui di corpi ghiaiosi immersi abbondante matrice sabbiosa e/o sabbioso-limosa, il cui tetto risulta 20

23 generalmente attestato a profondità variabili dai 5 ai 10 m da p.c., con generale approfondimento nei settori settentrionali e orientali dell area di studio. Solo nel settore orientale del territorio comunale (frazioni di Parola e S. Margherita) prevalgono i depositi ghiaiosi, frutto presumibilmente della coalescenza delle conoidi dei torrenti Parola e Rovacchia; in particolare è possibile osservare che i corpi ghiaioso-sabbiosi risultano talora amalgamati in banchi che possono raggiungere spessori di oltre 30 m. Nella fascia pedecollinare si osserva l aumento della componente sabbiosa e limoso sabbiosa, soprattutto a partire dai metri di profondità. Tale evidenza, supportata anche dai dati provenienti da alcuni sondaggi effettuati in loc. Ponte Ghiara (area scolmatore sul T. Ghiara) e nella zona di Vaio (sottopasso feroviario) in cui sono state rinvenute sabbie fossilifere, è legata presumibilmente all approssimarsi al margine appenninico in cui risultano affioranti i depositi del Sintema di Costamezzana (CMZ) e del Torrente Stirone (ATS). 3.5 ASPETTI GEOTECNICI Le prove geotecniche disponibili sono distribuite principalmente presso le aree urbanizzate del capoluogo e delle frazioni principali. In considerazione della presenza di materiali a grana fine nei primi metri di profondità, lungo l intero settore pianeggiante e pedecollinare del territorio, le prove geotecniche disponibili sono perlopiù costituite da quelle penetrometriche statiche a punta meccanica CPT. La variabilità delle condizioni litologiche e la disparità delle misure riguardo ai tempi di misura ed agli operatori, non permettono valutazioni attendibili su base statistica, riguardo andamenti, valori medi, minimi e massimi se non limitatamente a comparti molto ristretti. Per tale motivo di seguito si ritiene opportuno fornire solo un commento generico sull andamento delle resistenze alla punta registrate durante l esecuzione delle prove penetrometriche disponibili, in grado comunque di fornire un primo orientamento per la pianificazione di future indagini geognostiche nelle aree suscettibili di trasformazioni urbanistiche. Nello specifico è possibile osservare la sostanziale omogeneità litologica nei primi 8-10 metri di profondità lungo l intero territorio pianeggiante e pedecollinare del Comune, come dimostrano le resistenze alla punta qc, perlopiù comprese fra 1 e 4 MPa. Al di sotto dei 10 metri di profondità le resistenze aumentano nettamente in virtù del presumibile aumento della componente sabbiosa e della presenza di ghiaie poco addensate. 21

24 Figura 6: diagramma riepilogativo resistenza alla punta-profondità ricavato dall elaborazione di prove penetrometriche statiche 22

25 23

26 Figura 7: diagramma riepilogativo resistenza alla puntaprofondità ricavato dall elaborazione di prove penetrometriche statiche nelle varie località investigate 24

27 3.5.1 Indagini geofisiche Nell ambito dello Studio di Microzonazione sismica di II livello del Comune di Fidenza, sono stati monitorati 24 siti del territorio comunale attraverso l esecuzione e l elaborazione di n. 12 prove MASW (multichannel analysis of surface waves) e n. 24 analisi dei microtremori a stazione singola (HVSR). L ubicazione delle indagini geofisiche è riportata in Tavola 02 Carta litotecnica. Le misure dei microtremori a stazione singola eseguite, comprensive del valore della frequenza fondamentale (f 0 ) ed eventuali altri picchi significativi (f 1 ), sono riportate in Tabella 2: Indagine f 0 (Hz) f 1 (Hz) HVSR 01 f 0 = 2.88 (1.8) HVSR 02 f 0 = 6.72 (2.42) HVSR 03 - HVSR 04 f 0 = 0.88 (2.03) HVSR 05 f 0 = 3.72 (2.35) HVSR 06 f 0 = 8.66 (1.84) HVSR 07 - HVSR 08 f 0 = (2.74) HVSR 09 f 0 = 4.56 (2.15) f 1 = 11 (1.9) HVSR 10 f 0 = 6.31 (2.05) HVSR 11 f 0 = 5.97 (2.65) HVSR 12 f 0 = 6.0 (3.07) HVSR 13 f 0 = (2.11) HVSR 14 f 0 = 6.25 (2.32) HVSR 15 f 0 = 2.28 (2.57) f 1 = (3.08) HVSR 16 f 0 = 0.6 (1.9) f 1 = (1.94) HVSR 17 f 0 = 8.94 (1.78) HVSR 18 f 0 = 8.19 (2.90) HVSR 19 f 0 = (3.02) HVSR 20 - HVSR 21 f 0 = (2.08) HVSR 22 f 0 = (2.37) HVSR 23 f 0 = 3.81 (3.60) HVSR 24 f 0 = 10.0 (2.67) Tra parentesi tra parentesi viene inoltre indicata l ampiezza massima del picco di risonanza. Tabella 2: Riepilogo delle misure HVSR eseguite a corredo dello Studio di Microzonazione Sismica di II Livello 25

28 Per quanto riguarda le prove MASW (multichannel analysis of surface waves), di seguito vengono riepilogati i valori delle velocità delle onde di taglio V S nei primi 30 m di profondità ricavati dall elaborazione delle indagini effettuate. Si ritiene utile sottolineare che i valori di Vs30, risultano utili ai fini della progettazione (Norme Tecniche per le Costruzioni 2008), solo nelle aree in cui è ammessa la definizione dell'azione sismica tramite l'approccio semplificato descritto al punto delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 14/01/2008. Indagine Vs30 (m/s) MASW MASW MASW MASW MASW MASW MASW MASW MASW MASW MASW MASW Tabella 3: Riepilogo delle misure MASW eseguite a corredo dello Studio di Microzonazione Sismica di II Livello Demandando allo Studio di Microzonazione Sismica di II livello per gli approfondimenti, in questa sede si ritiene utile sottolineare il forte contrasto di velocità delle onde S, registrato nella prova MASW 23 (profilo di colore viola nel diagramma) realizzata nella frazione di Santa Margherita. Tale evidenza è presumibilmente attribuibile alla presenza di consistenti corpi ghiaiosi amalgamati che presentano spessore di oltre 30 m ed elevata rigidità (valori di Vs compresi tra circa m/s). Anche il rilievo dei microtremori realizzato in questa area (HVSR 23) individua un picco di risonanza a frequenza prossima a 3,81, compatibile quindi con la presenza di un interfaccia risonante posta entro i primi 30 m di profondità. 3.6 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO L'attuale assetto geomorfologico del territorio comunale è il risultato dell'effetto combinato di alterne vicende climatiche di varia intensità, lente deformazioni tettoniche ed interventi antropici, che si sono imposti negli ultimi millenni ed hanno direttamente interagito sulla rete idrografica. 26

29 L analisi geomorfologica si è basata, oltre ai rilievi sul terreno, anche sull esame della cartografia tematica esistente; in particolare è stato fatto riferimento alla Carta geomorfologica della Pianura Padana, scala 1: a cura di Castiglione, G.B., Cavallin, A., & Bondesan, A. (1992), alla Cartografia del dissesto idrogeologico della Regione Emilia Romagna nonché alle cartografie del P.A.I. dell Autorità di Bacino del F. Po. La configurazione geomorfologica del territorio comunale di Fidenza può essere sinteticamente riassunta dalle seguenti unità geomorfologiche: - Unità di alta pianura che occupa la porzione centro settentrionale del territorio comunale ed è contraddistinta da depositi alluvionali recenti e medio-recenti, le cui principali direttrici deposizionali presentano una vergenza SW-NE in accordo con l andamento dei principali corsi d acqua presenti (T. Stirone, T. Ghiara, T. Rovacchia e T. Parola); - Unità pedecollinare e delle prime colline che occupa la porzione meridionale del territorio, dove predominano i depositi alluvionali più antichi e la serie di sedimenti marini e transizionali recenti. Tali depositi risultano articolati in un sistema di pianalti terrazzati, profondamente incisi dai corsi d acqua del reticolo idrografico. La rappresentazione delle principali forme geomorfologiche presenti nel territorio comunale di Fidenza è rappresentato in Tav. 04 Carta Geomorfologica. Il territorio di pianura del Comune di Fidenza si sviluppa tra quote massime di 110 m s.l.m e minime di 45 m s.l.m. Le pendenze risultano comprese tra 0,5 e 1% debolmente digradanti verso N. Un accenno particolare meritano le conoidi del T. Stirone e del T. Ghiara. La conoide del T. Stirone si posiziona a NO rispetto all attuale percoso del torrente e risulta costituita da due conoidi di epoca Olocenica e Pleistocenica a geometria nettamente asimmetrica che si estendono sino in prossimità dell autostrada A1. La conoide del T. Ghiara presente dallo sbocco della fascia pedecollinare, interessa gran parte del capoluogo e si estende sino all incirca della linea ferroviaria MI-BO. La parte orientale di tale conoide si estende verso est sino alla località Coduro mentre la parte occidentale sembra invece erosa dallo spostamento verso est del T. Stirone. Come si può notare in Tav. 04 Carta Geomorfologica, la conoide del T. Ghiara risulta decisamente traslata rispetto all attuale corso d acqua. Tale fatto è dovuto alla deviazione artificiale subita dal T. Ghiara nel periodo di dominio dei Farnese; fino a quell epoca il torrente Ghiara arrivava infatti a 27

30 lambire la città in corrispondenza del vecchio ospedale di Fidenza come riportato in alcuni documenti dell epoca. Oltre alle conoidi del T. Stirone e T. Ghiara si sviluppano altri due ventagli listrici alluvionali di pertinenza del T. Ongina (poco a nord dell abitato di Castione Marchesi) e del T. Parola (nei pressi della frazione di Santa Margherita). Nel settore più settentrionale del territorio comunale sono inoltre presenti tracce di meandri abbandonati ed ampi dossi fluviali riferibili agli attuali corsi d acqua principali (Stirone e Parola) o a palealvei come quello su cui sorge l abitato di Castione Marchesi. Al passaggio della zona distale delle conoidi con i terreni della bassa pianura, si verifica un brusco cambiamento di litologia da granulometrie medio grossolane a fini, con un improvvisa variazione di permeabilità che provoca la risalita delle acque di falda nella fascia a nord dell autostrada del Sole. Nelle frazioni di Rimale e Bastelli sono infatti presenti sei fontanili tutt ora attivi (v. Figura 8). Località: Rimale Località: Bastelli Località: Bastelli Località: Bastelli Figura 8: Fontanili presenti nel Comune di Fidenza 28

31 Il sistema terrazzato del settore pedecollinare e collinare si estende a sud dell allineamento tra le frazioni di Fornio Ponte Ghiara - S. Margherita costituito da una serie di ripiani interessati da vistose incisioni vallive modellate dai locali rii. Lungo le pendici dei versanti collinari si rinvegono diffusi fenomeni di dissesto che interessano principalmente la coltre superficiale e sono caratterizzati da lenti ma diffusi fenomeni di movimento superficiale quali creeping e soliflusso Aree in dissesto La definizione del quadro conoscitivo dei dissesti è stata sviluppata attraverso l esame della documentazione esistente, integrata da sopralluoghi di campagna e rilievi aerofotogrammetrici. Nello specifico è stato fatto riferimento alla seguente cartografia tematica: - Progetto IFFI - Inventario dei fenomeni franosi in Italia. Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Dipartimento Difesa del Suolo-Servizio Geologico d'italia; - Carta Provinciale del Dissesto Idrogeologico della Provincia di Parma; Nessuna area abitata risulta, allo stato attuale, coinvolta in dissesti gravitativi. Le tipologie di frana e i relativi depositi presenti sul territorio comunale vengono di seguito descritti, riprendendo la descrizione contenuta nella Legenda Geologica della Provincia di Parma redatta a cura del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna: a1 - Deposito di frana attiva Deposito gravitativo con evidenze di movimenti in atto o recenti, costituito da litotipi eterogenei, raramente monogenici, ed eterometrici, più o meno caotici. La tessitura dei depositi è condizionata dalla litologia del substrato e dal tipo di movimento prevalente, che è stato generalmente indicato (dove non specificato, il tipo movimento è indeterminato). La maggior parte dei depositi di frana del territorio appenninico è comunque di tipo complesso ed è il risultato di più tipi di movimento sovrapposti nello spazio e nel tempo (tipicamente scorrimenti/colamenti). La tessitura prevalente risulta costituita da clasti di dimensioni variabili immersi in una abbondante matrice pelitica e/o sabbiosa. a1b: Deposito di frana per scorrimento Deposito originato dal movimento verso la base del versante di una massa di terra o roccia, che avviene in gran parte lungo una superficie di rottura o entro una fascia, relativamente sottile, di intensa deformazione di taglio. 29

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