CAPITOLO 1. PRESUPPOSTI TEORICI:

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1 CAPITOLO 1. PRESUPPOSTI TEORICI: ESPERIENZA OTTIMALE E QUALITÀ DELL ESPERIENZA SOGGETTIVA 1.1 IL BENESSERE Dal disagio all agio La percezione soggettiva del benessere La prospettiva eudaimonica: il benessere psicologico Gli studi e le ricerche effettuate nell ambito delle scienze sociali e del comportamento hanno sempre dato rilievo al disagio o agli aspetti disfunzionali dello sviluppo individuale e sociale. Poca attenzione è stata rivolta agli aspetti sani e funzionali che sostengono e promuovono lo sviluppo individuale e l integrazione sociale. Negli ultimi decenni si è assistito ad un inversione di tendenza e molti studi e ricerche si sono focalizzati sulla costruzione di modelli orientati ad indagare il benessere e la qualità della vita. Queste due dimensioni sono solitamente indagate valutandone gli indicatori oggettivi, come il reddito, le condizioni di salute e lo status sociale. Tuttavia, tali fattori non forniscono una valutazione adeguata ad indagare le risorse individuali, il grado di integrazione sociale e il successo nel perseguire obiettivi professionali e personali. Numerosi studi dimostrano invece che è necessario identificare e quantificare anche gli indicatori soggettivi del benessere e soprattutto la percezione soggettiva del benessere (Biswas-Diener e Diener, 2001; Diener e Suh, 1997; Marmot e Wilkinson, 1999). Per tali ragioni negli ultimi anni sono aumentati considerevolmente gli studi relativi alla qualità della vita e alla percezione soggettiva del benessere. Alla base di questi studi vi sono due prospettive da cui scaturiscono due diversi approcci teorici: la prospettiva edonica (Kahneman, Diener e Schwarz, 1999) e quella eudaimonica (Ryan e Deci, 2001). La prima è centrata sul concetto di benessere soggettivo (SWB = subjective well-being; Diener, 2000) e si riferisce principalmente alla dimensione affettiva e alla soddisfazione di vita. La seconda prospettiva utilizza invece il termine benessere psicologico (PWB = psychological well-being) e si riferisce principalmente al concetto di autorealizzazione intesa come attualizzazione delle potenzialità, risorse e attitudini individuali, alla costruzione di significati e alla condivisione di obiettivi (Ryff e Keyes, 1995; Waterman, 1993). Il termine eudaimonia proviene dalla Grecia antica e si traduce con divinità buona/benevola. Nell accezione aristotelica il campo semantico del termine è molto ampio e implica un processo di interazione e mutua influenza tra benessere personale e benessere collettivo. In quest ottica la felicità individuale si realizza nell ambito dello spazio sociale (Delle Fave, 2005). L eudaimonia corrisponde ai bisogni individuali e collettivi legati nel loro insieme a quel bene comune che pone gli esseri umani in tensione reciproca, e che ognuno ricerca attraverso le opportunità offerte dalla società e nella collaborazione reciproca orientata a costruire un progetto condiviso (Delle Fave e Massimini, 2005). Il benessere non è pertanto inteso 3

2 esclusivamente come sinonimo di piacere, ma si enfatizzano piuttosto la capacità umana di perseguire obiettivi significativi per il singolo e la società, la mobilizzazione delle risorse, l incremento delle abilità e dell autonomia individuale, le competenze sociali e il ruolo delle relazioni interpersonali nella promozione del benessere individuale e della comunità. Il benessere individuale è parte di un sistema complesso che gli studiosi possono esplorare attraverso la relazione tra qualità di vita percepita, definizione di obiettivi e azione sociale (Delle Fave e Massimini, 2004). Tra i principali studiosi che si sono occupati di benessere psicologico secondo la prospettiva eudaimonica si annoverano: Antonovsky (1987) che tra i primi ha esplorato le componenti psicologiche del benessere formulando il concetto di salutogenesi dove anche gli eventi negativi della vita possono assumere significato e senso ai fini della promozione della salute; Ryan e Deci (2000) che hanno posto l attenzione sull importanza dell autodeterminazione basata sui bisogni fondamentali di competenza, autonomia e relazione con gli altri; Peterson e Seligman (2004) che si sono invece dedicati allo studio delle strenght and virtues, ovvero delle risorse e dei punti di forza a livello psicologico individuale; infine Csikszentmihalyi (1975, 1988) che ha fondato l approccio, adottato nella presente indagine, costituito dagli studi sull esperienza ottimale L ESPERIENZA OTTIMALE Caratteristiche dello stato di flow I costrutti teorici della selezione psicologica e dell esperienza ottimale rientrano nella prospettiva eudaimonica in quanto permettono di connettere la dimensione esperienziale immediata del quotidiano con la progettualità e lo sviluppo individuale a lungo termine (Delle Fave, 2007). Diversi studi, effettuati anche a livello transculturale, hanno mostrato che l individuo coltiva preferenzialmente nell arco della propria vita un insieme definito di attività, interessi personali e valori, selezionandoli attivamente dal contesto in cui vive (Massimini e Delle Fave, 2000). Questo processo di selezione psicologica (Csikszentmihalyi e Massimini, 1985) si connette alla qualità dell esperienza soggettiva poiché nella vita quotidiana vengono ricercate e replicate preferenzialmente attività che consentono all individuo di sperimentare uno stato di coscienza positivo e complesso: il flow o esperienza ottimale (Csikszentmihalyi, 1975). Tale stato si caratterizza in primo luogo per la percezione di un bilanciamento tra elevate opportunità d azione ambientali (challenge) ed adeguate capacità personali (skill) nel farvi fronte; in secondo luogo tale stato si caratterizza da elevato coinvolgimento, concentrazione, controllo della situazione, chiari riscontri sull andamento dell attività, obiettivi chiari, assenza di auto-osservazione, motivazione intrinseca e stato affettivo positivo. 4

3 Fig Modello della Fluttuazione dell Esperienza (Mssimini, Csikszentmihalyi e Carli, 1987) Canale 1 ATTIVAZIONE Canale 8 ANSIA Alti challenge moderati skills Canale 2 ESPERIENZA OTTIMALE Alti challenge bassi skill Alti challenge alti skill Canale 7 PREOCCUPAZIONE Moderati challenge bassi skill MS Moderati challenge alti skill Canale 3 CONTROLLO C H A L L E N G E Canale 6 APATIA Bassi challenge bassi skill Bassi challenge moderati skill Canale 5 NOIA Bassi challenge alti skill Canale 4 RILASSAMENTO S K I L L Il flow e gli altri stati esperienziali L esperienza ottimale gioca un ruolo chiave nello sviluppo individuale, stimolando l accrescimento della complessità nel comportamento: col tempo, infatti, l impegno preferenziale in una specifica attività conduce al miglioramento di skill e competenze ad essa associate. Ne consegue che gli individui ricercano challenge progressivamente più complessi, per mantenerne il livello bilanciato con quello delle abilità acquisite e poter replicare così l esperienza ottimale. Ciò rappresenta non solo un occasione di benessere ma anche un opportunità di crescita personale. L EFM ovvero l Experience Fluctuation Model (Massimini, Csikszentmihalyi e Carli, 1987) è il modello adottato per analizzare la qualità dell esperienza soggettiva. Il piano cartesiano (Figura 1) è diviso in settori circolari, definiti canali, che rappresentano particolari intervalli di rapporto tra i challenge (asse delle ordinate) e gli skill (asse delle ascisse). I valori dei challenge e degli skill vengono standardizzati; di conseguenza la media dei challenge e degli skill e la media delle medie dei partecipanti sono pari a zero e corrispondono al centro del modello (media soggettiva = MS). Tra gli otto canali se ne distinguono quattro principali che identificano altrettanti stati esperienziali (Delle Fave, 1996): 5

4 esperienza ottimale, apatia, rilassamento e ansia identificati in precedenti studi condotti con numerosi campioni e in culture differenti (Delle Fave e Massimini, 2005). Il canale 2, caratterizzato da rapporto bilanciato tra elevati challenge e skill, si associa a valori significativamente elevati delle variabili affettive, cognitive e motivazionali. Questo canale corrisponde all esperienza ottimale, condizione impegnativa e complessa, contraddistinta da una stabile struttura cognitiva (elevata concentrazione ed elevato controllo). Le dimensioni emotiva e motivazionale, invece, seppure con valori superiori alla media, variano di intensità a seconda delle attività associate (Delle Fave e Massimini, 2005). Nel canale 6 challenge e skill così come componenti emotive, cognitive e motivazionali sono inferiori alla media. Si tratta di uno stato esperienziale corrispondente all apatia.: manca concentrazione, coinvolgimento, non si hanno le idee chiare su quanto accade inoltre non ci si sente liberi, tanto meno motivati e soddisfatti. Nel canale 4 lo sbilanciamento tra challenge inferiori alla media e skill superiori ad essa corrisponde ad una condizione di rilassamento. La persona percepisce valori molto elevati di controllo della situazione e stato affettivo positivo; tuttavia non è spinta ad agire o ad impegnare le proprie energie psichiche, e non percepisce obiettivi a lungo termine nell attività. Infine il canale 8 è caratterizzato dallo sbilanciamento tra challenge superiori alla media e skill inferiori ad essa. E associato ad uno stato d ansia in cui prevalgono mancanza di controllo e stato affettivo negativo.nei canali 1, 3, 5, 7 l esperienza appare intermedia tra le esperienze riportate nei canali principali. Sono stati pertanto definiti canali di transizione (Delle Fave, 1996; Csikszentmihalyi, 1997): attivazione (canale 1), controllo (canale 3), noia (canale 5) e preoccupazione (canale 7) ADOLESCENZA E QUALITÀ DELL ESPERIENZA Qualità della esperienza e prevenzione Qualità della esperienza e orientamento La maggior parte degli studi hanno indagato l adolescenza focalizzandosi sulla devianza, i comportamenti a rischio, il disagio, il consumo/abuso di sostanze e negli ultimi tempi il bullismo. Se da un lato questi studi hanno sicuramente rilevato delle problematiche e fatto seguire degli interventi, dall altro, però non hanno consentito di indagare la qualità dell esperienza e tutte quelle risorse investite dai ragazzi nella costruzione del benessere individuale. Nella prospettiva eudaimonica si vuole proprio indagare e riscoprire questi aspetti al fine di sostenere interventi orientati alla prevenzione e soprattutto alla promozione del benessere degli adolescenti. Il costrutto dell esperienza ottimale distoglie lo sguardo dal disagio, dal comportamento deviante e da tutto ciò che non funziona in adolescenza, enfatizzando la qualità delle esperienze vissute e in particolare le esperienze positive, coinvolgenti, motivanti e percepite come fonte di benessere. Sostenere lo sviluppo e promuovere l integrazione sociale significa individuare le sfere di 6

5 Qualità della esperienza e costruzione di ruoli, modelli e valori Esperienze/1: a scuola Esperienze/2: il tempo libero vita quotidiana entro cui l adolescente reperisce opportunità per esprimersi ed agire e promuovere tutte quelle esperienze piacevoli che stimolano l acquisizione di competenze e motivano il ragazzo a perseguire obiettivi in progetti di vita futuri. In questo senso l approccio può anche risultare funzionale a progetti di orientamento; comprendere le attività ottimali che riguardano il presente significa poter predire come tali attività si svilupperanno in futuro sfociando in percorsi formativi e lavorativi. In questa prospettiva è possibile non solo individuare le risorse ma anche le potenzialità nonché le attitudini che orientano e guidano le scelte formative e professionali. L adolescenza è il periodo delle esplorazioni sociali e personali attraverso cui l individuo costruisce la propria identità (Nurmi, Poole e Kalakoski, 1993). Analizzare la qualità dell esperienza soggettiva degli adolescenti individuando le attività associate all esperienza ottimale significa tentare di predire che tipo di adulti diventeranno. Gli adolescenti sono chiamati a confrontarsi con profondi cambiamenti sul piano fisico e psicologico, a rispondere alle richieste del loro ambiente culturale e decidere dei propri obiettivi futuri. In questa fase, l intensità e la qualità dell esperienza vissuta nelle diverse attività quotidiane contribuisce alla definizione del proprio ruolo, fornendo modelli di comportamento, valori fondamentali e linee guida per individuare e perseguire obiettivi futuri (Hirschi, 1969; Noller, 1995). Le società post-moderne soggette a continui e rapidi cambiamenti culturali offrono, già nella prima adolescenza, una gamma di opportunità d azione e di espressione di sé molto ampia. Nell ambito dell educazione, ad esempio, la scuola è sempre stata considerata l istituzione deputata alla costruzione e all incremento del potenziale creativo dell adolescente in termini di cambiamento culturale e sociale. Oggi, lo sviluppo delle nuove tecnologie offre nuove modalità di comunicazione tra ed entro le culture, aprendo diverse possibilità di apprendimento e costruzione dell identità in una società globale (Hokanson e Hooper, 2000; Sutherland e al., 2000). I mutamenti socioculturali vanno di pari passo con la riformulazione del sistema scolastico e del processo di apprendimento: l utilizzo di nuove tecnologie, la possibilità di personalizzare il proprio piano di studi e le diverse opportunità di scelta su come distribuire il tempo delle lezioni, sono alcuni dei cambiamenti della scuola nella direzione della flessibilità (Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca, 2003). Nonostante ciò, nella cultura occidentale uno dei problemi attuali è il disinteresse per la scuola da parte degli adolescenti che considerano le attività di apprendimento delle situazioni poco stimolanti (Massimini e Delle Fave, 2000). Le società post-industrializzazione, rispetto ai decenni passati, offrono possibilità differenti agli adolescenti per definire e incrementare il proprio potenziale. Le attività di tempo libero strutturato, per esempio, mantengono aspetti ludici dell infanzia e, allo stesso tempo, promuovono un impegno attivo nella definizione di obiettivi e competenze tipiche dell'età adulta (Larson e Kleiber, 1993). Le attività come sport, hobbies e arti sono percepite come fonte di esperienze positive per la loro struttura complessa, la motivazione intrinseca e l alto coinvolgimento che i partecipanti riportano, insieme a chiari feedback e 7

6 Esperienze/3: le relazioni Esperienze/4: la famiglia Obiettivo dello studio chiare regole. Il tempo libero non strutturato, per la sua mancanza di schemi ai quali attenersi, permette agli adolescenti di scoprire il piacere di autoregolare i propri comportamenti nelle esperienze di socializzazione (Delle Fave e Bassi, 2003). L adolescente riceve informazioni culturali dagli adulti e dalle istituzioni, ma anche dai coetanei. Essi sono attori partecipi della trasmissione culturale, così come è stata descritta da Cavalli-Sforza e Feldmann (1981). Gli autori distinguono tre vettori attraverso cui si trasmettono valori culturali: una direzione verticale (dai genitori), una obliqua (dalle istituzioni e da altri adulti) e una orizzontale (dai pari). In quest ultima, l individuo apprende dai suoi coetanei, dallo scambio e dalla condivisione di esperienze che si verifica nelle relazioni sociali. La sfera relazionale, quindi, diventa un ambito privilegiato in cui l adolescente non solo sperimenta identità possibili e fa esperienza della sua immagine con gli altri, ma assimila modelli e informazioni culturali provenienti da altri, che andranno a far parte del suo patrimonio individuale. Riguardo alla famiglia, la comunicazione e la qualità del tempo speso in famiglia, componenti cruciali delle relazioni intergenerazionali, hanno subito delle notevoli modificazioni negli ultimi decenni nelle società occidentali. Nella storia dell evoluzione umana, la famiglia è sempre emersa come la prima e fondamentale unità di aggregazione della società, che assume organizzazione e struttura differenti a seconda del contesto culturale. In molte culture tradizionali, la famiglia rappresenta la maggiore componente che influenza e direziona lo sviluppo dell infanzia e dell adolescenza. Nelle società moderne, il ruolo dei genitori sta subendo grossi cambiamenti: la famiglia nucleare non è più supportata emotivamente e praticamente da quella allargata, a causa di una frammentazione delle reti sociali (Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2001). In secondo luogo, l emancipazione della donna e il suo investimento sempre maggiore nella posizione lavorativa hanno trasformato le dinamiche familiari. Il ruolo tradizionale femminile è cambiato e ancora si sta evolvendo (Bassi e Delle Fave, 2004). Su questa trasformazione incide fortemente la scolarizzazione: la donna ha accesso all istruzione che le permette di fare scelte alternative. Oggi le adolescenti europee hanno le stesse opportunità educative dei ragazzi e molte famiglie incoraggiano il loro coinvolgimento negli studi accademici e successivamente nel lavoro. Il presente studio intende indagare la qualità dell esperienza soggettiva durante un periodo di vita delicato e complesso quale è l adolescenza. Osservare il profilo esperienziale degli adolescenti significa poter comprendere qual è il significato realmente attribuito alle esperienze che caratterizzano la vita quotidiana di questi ragazzi. Il costrutto dell esperienza ottimale consente infatti di rilevare le attività che si associano a diversi stati esperienziali. Ne consegue che l indagine può rilevare sia le attività associate ad apatia, noia o ansia sia le attività ottimali che invece promuovono il benessere psicologico, favoriscono il processo di crescita personale e orientano il percorso formativo e il futuro inserimento lavorativo. Inoltre, si intende individuare le sfere della vita quotidiana entro cui i ragazzi reperiscono e coltivano attività associate all esperienza ottimale al fine di 8

7 comprendere dove vengono investite le risorse individuali e come tali risorse possano essere stimolate, valorizzate e sostenute nella relazione educativa e formativa. 9

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