Decreto legislativo 231/01 e Sistemi di Gestione

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1 Decreto legislativo 231/01 e Sistemi di Gestione Ivo Caldera Coordinatore Gruppo di Studio AFI Sicurezza e Igiene Ambientale RISK MANAGEMENT E BUSINESS CONTINUITY Milano, 26 marzo /03/15 Ivo Caldera 1

2 L ambito di applicazione della legge 300/2000 (disciplina della responsabilita' amministrativa delle persone giuridiche) è stato esteso ai reati inerenti: - la sicurezza, dal D.Lgs 231/01 - l ambiente, dal D.Lgs 211/11. Le aziende possono essere sanzionate con pene molto pesanti, che possono arrivare alla limitazione o cessazione dell'attività,, con gravi conseguenze sulla business-continuity. 26/03/15 Ivo Caldera 2

3 Responsabilità per la sicurezza sul lavoro Nelle imprese gestite da società di capitali, gli obblighi inerenti alla prevenzione degli infortuni posti dalla legge a carico del datore di lavoro, gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di amministrazione. (Sentenza Cass. Pen. sez. IV, , n. 6280) 26/03/15 Ivo Caldera 3

4 Per il reati in materia di sicurezza sul lavoro il Legislatore, all art. art. 30 del D.Lgs 81/01, indica possibili Modelli organizzativi (attribuendo a questi modelli una presunzione di conformità), Per i reati ambientali, invece, il D.Lgs 121/11 non presenta un analogo esplicito riferimento ai Sistemi di Gestione Ambientale secondo lo standard ISO e/o al Regolamento EMAS. Diversamente da quanto accade per la prevenzione dei reati commessi con violazione delle norme in materia di salute e sicurezza, i criteri cui occorre fare riferimento per l adeguamento l del modello ai reati ambientali restano a oggi quelli previsti dall art. art. 6, D.Lgs n. 231/01 (per i reati commessi da soggetti in posizione apicale) ) e dall art. art. 7 (per i reati commessi da soggetti sottoposti all altrui altrui direzione e, quindi, dipendenti, collaboratori a vario titolo, ecc.). 26/03/15 Ivo Caldera 4

5 Anche in presenza di una delega di gestione conferita ad uno o più amministratori, specifica e comprensiva dei poteri di deliberazione e spesa, non possono comunque essere trasferiti i doveri di controllo sul generale andamento della gestione e di intervento sostitutivo in caso di mancato esercizio della delega (Sentenza Cass. Pen. Sez. IV, , n /2010). 26/03/15 Ivo Caldera 5

6 Caratteristica del D.Lgs 231/01 è presunzione di colpevolezza dell Ente, sul quale grava l onere l di dimostrare la mancanza di colpa (inversione dell onere della prova). 26/03/15 Ivo Caldera 6

7 Tuttavia, ai sensi dell art. 6 del D.Lgs 231/2001, l Azienda l si può esimere dalla responsabilità per i suddetti reati se dimostra che: l organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, Modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza l dei modelli e di aggiornarli è stato affidato ad un Organismo dell azienda dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (Organismo di Vigilanza); gli autori del reato lo hanno commesso eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione; non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell Organismo. 26/03/15 Ivo Caldera 7

8 Affinché possano avere valore esimente sulla responsabilità dell Ente, i Modelli di organizzazione e gestione devono: individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l attuazione l delle decisioni dell Ente in relazione ai reati da prevenire individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati prevedere obblighi di informazione nei confronti dell organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate 26/03/15 Ivo Caldera 8

9 Strumenti operativi per la gestione delle attività per l attuazione l degli obblighi legati al D.Lgs 231/01 ed al D.Lgs 211/11 26/03/15 Ivo Caldera 9

10 Cap. 8 - Volume X - Giugno 2014 Buone Pratiche di Fabbricazione Linee Guida AFI Gruppo di Studio AFI Sicurezza e Igiene Ambientale in collaborazione con Certiquality Interpretazione giurisprudenziale del D.Lgs 231/01 26/03/15 Ivo Caldera 10

11 Analisi schematica delle sentenze Tabella 1. Ubicazione del tribunale 2. Data 3. Premessa 4. Elementi della sentenza 5. Commento 26/03/15 Ivo Caldera 11

12 Elementi della sentenza Descrizione dell evento evento Norma contestata Soggetti sanzionati Responsabilità ai sensi del D.Lgs231/2001 Motivazioni della sentenza 26/03/15 Ivo Caldera 12

13 Motivazioni della sentenza Natura colposa dei reati in materia di sicurezza sul lavoro Predisposizione delle cautele antinfortunistiche Presupposto della sussistenza della responsabilità ex. D.Lgs231/2001 Inosservanza delle regole cautelari Mancata adozione dei modelli organizzativi Criterio dell interesse o vantaggio Modello di organizzazione in materia di sicurezza sul lavoro Identificazione delle singole condotte colpose specifiche Esclusione della responsabilità amministrativa 26/03/15 Ivo Caldera 13

14 Fattispecie di reato previste dal D.Lgs 231/01 Art. 25-septies (Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi in violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della sicurezza sul lavoro) Art. 25-undecies (Reati ambientali). 26/03/15 Ivo Caldera 14

15 Reati in materia di sicurezza sul lavoro (Codice Penale) art. 589: omicidio colposo art. 590: lesioni personali colpose 26/03/15 Ivo Caldera 15

16 Reati ambientali (D.Lgs n. 152/2006) (esempi 1/2) art. 137, commi 2, 3, 4, comma 5, primo e secondo periodo, commi 11 e 13 (scarichi idrici); art. 256, comma 1, lettere a) e b),, comma 3, primo e secondo periodo, commi 4, 5 e 6 (gestione di rifiuti non autorizzata); art. 257, commi 1 e 2 (bonifica dei siti); art. 258, comma 4 (violazione degli obblighi di comunicazione di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari di trasporto rifiuti); iuti); art. 259, comma 1 (traffico illecito di rifiuti); 26/03/15 Ivo Caldera 16

17 Reati ambientali (D.Lgs n. 152/2006) (esempi 2/2) art. 260, commi 1 e 2 (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti) art. 260 bis,, comma 6, comma 7, secondo e terzo periodo, comma 8, primo e secondo periodo (Sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti - SISTRI) art. 279, comma 5 (emissioni in atmosfera) art. 3, comma 6, legge 28 dicembre 1993, n. 549 (misure a tutela dell ozono stratosferico e dell ambiente) art. 8, commi 1 e 2, art. 9, commi 1 e 2, D.Lgs n. 202/2007 (inquinamento provocato dalle navi). 26/03/15 Ivo Caldera 17

18 IMPATTO ED INTERVENTI DI ADEGUAMENTO diviene pressoché indispensabile adottare un Modello Organizzativo ampia estensione delle aree di rischio da analizzare 26/03/15 Ivo Caldera 18

19 Articolo 30, comma 5, del Testo Unico delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: Modelli di organizzazione aziendale idonei ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche Linee guida UNI-INAIL INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro BS OHSAS /03/15 Ivo Caldera 19

20 Buone Pratiche di Fabbricazione Linee Guida AFI - Vol. VI Gruppo di Studio AFI Sicurezza e Igiene Ambientale in collaborazione con Certiquality Guida alla gestione della sicurezza e della salute sul lavoro nel settore chimico-farmaceutico, secondo l'art. 30 del DLgs 81/08, la legge 123/07 e la norma BS OHSAS 18001: /03/15 Ivo Caldera 20

21 Contenuti della linea guida AFI Certiquality sui sistemi di gestione della sicurezza Introduzione Riferimenti delle norme Definizioni Elementi del sistema di gestione Iter di certificazione Modello organizzativo di gestione Conclusioni 26/03/15 Ivo Caldera 21

22 Grazie per l attenzione l! Ivo Caldera Viale Umbria, Milano Tel. - Fax Mob ivo_caldera@fastwebnet.it 26/03/15 Ivo Caldera 22

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