STAGE LINGUISTICI UN PO PIU CONSULTA, UN PO PIU UNITI! E SE I MAYA CI AVESSERO SOLO AVVERTITI. Numero 1 - Febbraio 2013

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1 Numero 1 - Febbraio 2013 STAGE LINGUISTICI Il Deganutti a Londra e Valencia UN PO PIU CONSULTA, UN PO PIU UNITI! Le nostre rappresentanti in consulta E SE I MAYA CI AVESSERO SOLO AVVERTITI La lettera del capo indiano See-Yahtlh (Seattle) al Presidente USA Franklin Pirce

2 INDICE Degatimes Ma chi è realmente il Degatimes? Intervista alla Preside Un po più consulta, un po più uniti! Stage linguistici Londra VS Valencia Viaggio in Europa Where was it taken? (Dov è stata scattata?) Viaggio nella mente dei serial killer Violenza sulle donne Bianca come il latte, rossa come il sangue 24 Ho Hey 25 La crisi non ci ferma: amiamo le nostre tradizioni E se i Maya ci avessero solo avvertiti... Sono cresciuto in mezzo ai libri, facendomi amici invisibili tra le pagine polverose di cui ho ancora l'odore sulle mani. Concorso Fotografico C. Deganutti IV a Eedizione Intervista a Thomas Hertaux

3 DEGATIMES La redazione del Degatimes é al lavoro e aspetta il vostro contributo! Se volete scrivere qualche articolo e vederlo pubblicato sul giornalino, rivolgetevi ai responsabili delle varie sezioni che sono: Attività Scolastiche: Silvia Bizzarra e Kristina Dzhidzhonu classe ( 4B Er. ) Giovani, futuro ed Europa: Asia Polo e Francesca Marzinotto ( 5B Er. ) Interviste: Martina Morandini e Bruna Parlati ( 3A AFM ) Cultura e cronaca: Alessia Silvestri, Sara Di Lena e Debora Stocco (4B Er. ) Sport: Alessandro Piani ( 1 A ) Musica: Amon Petris ( 3E RIM ) Recensioni libri e film: Piera Ridolfo ( 3C SIA ) Foto, Poesie e pensieri: Davide De Stefano e Carmela Natale ( 3C SIA ) Perle dei prof e dediche personali: fatecele avere via , dicendo se le volete anonime o con il vostro nome! La mail per ogni informazione o suggerimento é degatimes@itcdeganutti.org inoltre potete raggiungerci su Facebook facebook.com/degatimes e anche su Twitter twitter.com/degatimes 1

4 LA REDAZIONE VISTA DA VICINO MA CHI E REALMENTE IL DEGATIMES? Sono qui seduta, nel mio solito posto, da quando entro in quest aula. Di solito ci ritroviamo qui per discutere sul da farsi e sulle nuove idee da incorporare nel prossimo numero del giornalino. Ormai ognuno appena entrato si fionda al proprio posto a formare un ferro di cavallo; sembra quasi che in questo modo ci sentiamo più protetti e meno in imbarazzo di quanto già lo siamo. Il prof. ha appena iniziato a parlare, facendo il punto della situazione, io ascolto distrattamente seppur interessata, lo so è un brutto, vizio ma non riesco a farne a meno: per quanto voglia stare attenta la mia mente dilaga in pensieri sempre più oscuri poi si risintonizza sulla realtà e riassumo il mio parziale interesse. Mi guardo attorno. Di fronte a me c è un ragazzo, uno di quelli dall aria intelligente tutto concentrato sul suo pc a risolvere gli ultimi problemi grafici; mi accorgo di conoscerlo decisamente poco ed è un peccato perché mi sembra un tipo sveglio, di quelli che non c è da stupirsi se farà strada. Scorgo lo sguardo un po più in là, noto quel ragazzo dai spessi occhiali e dal sorriso contagioso, mi sembra una di quelle persone pacate, d animo timido, ma allo stesso tempo forti più di quanto si possa immaginare, una di quelle persone che bisogna conoscere per apprezzarle. Mi lascio distrarre da un mio compagno che si dirige verso la lavagna multimediale che dire di lui, ormai dopo quattro lunghi anni di reciproca sopportazione diciamo che ci conosciamo a fondo e anche se i litigi non mancano mai, è bello sapere che puoi contare su qualcuno indipendentemente da tutto; in fondo se litighiamo è perché ci vogliamo bene. Ascolto un po il prof., ogni tanto volgo a lui lo sguardo incuriosita da quanta passione sprigiona nel trasmetterci la sua immensa voglia di vivere e nel tentare di farci uscire dal nostro stato di banalità e monotonia in cui spesso ci ritroviamo. La sua voce poi si interrompe per lasciar spazio a una ragazza mora, seduta in fondo alla stanza, la mia attenzione per un momento si volge su di lei: è molto pacata e decisa al tempo stesso, ha un portamento al quanto docile; provo quasi un filo di invidia nell osservarla. Vicino a lei c è un ragazzo, mi ricorda molto sua sorella, uscita qualche anno fa dal Deganutti a pieni voti, davvero brava, beh anche il fratello mi sembra che non smentisca le doti di famiglia! Nell angolino invece noto una ragazza con una lunga treccia, non la conosco molto ma mi suscita molta curiosità; a pelle mi sembra una bella persona, simpatica e con la testa sulle spalle. E poi, lì vicino, è seduta una ragazza stupenda che nonostante le difficoltà e il dolore che le vita le ha posto ingiustamente, è ancora qua a celare il tutto con un immenso sorriso; è estremamente forte e anche se soffre e i suoi occhi lo dimostrano, lei va avanti per la sua strada decisa a non mollare. 2

5 LA REDAZIONE VISTA DA VICINO A volte vorrei chiederle come fa, a volte vorrei semplicemente darle un abbraccio e sussurrarle che le sono vicino, che le voglio bene. Fisso per qualche istante la finestra, finalmente un po di sole a illuminare queste spoglie pareti e incrocio il mio sguardo con quelli di due occhi verdi intenso. Lei si potrebbe definire l alternativa del gruppo, quella che tira fuori le idee più bizzarre e divertenti, una vera fabbrica d originalità in persona. Al suo fianco siede una ragazza apparentemente arrogante e al quanto sgarbata, ma bastano pochi istanti per smentire il tutto, rimanendo sicuramente colpiti dall alto tasso d ironia. E il momento della resa dei conti, vedo animarsi gli spiriti ma rimango composta nel mio angolino, stupita nell osservare le reazioni di ciascuno. La prima a prendere la parola è la ragazza seduta accanto a me, la osservo per qualche istante con la coda dell occhio: è una mia compagna di classe; posso dire di conoscerla alquanto bene, ho condiviso molte emozioni ed esperienze con lei e spero che altrettante ne verrano. L ammiro molto per la bella persona che è: non ricordo un litigio, un offesa, un malinteso, nulla; una di quelle persone genuine e sensibili che dicono più con i fatti che con le parole, che si preoccupano per gli altri prima di preoccuparsi per se stesse, a lei va un grazie per il suo continuo sostegno e la sua grande forza di sopportarmi. Ecco siamo dieci splendidi ragazzi ognuno con i suoi pregi e i suoi difetti, ognuno con la sua storia, con i propri ideali, con le proprie ambizioni, quasi sconosciuti gli uni agli altri eppure accomunati dalla voglia di scrivere, condividere, esprimerci, essere ascoltati o capiti. Un bisogno questo difficile da esprimere a voce e per questo lo immagazziniamo su fogli di carta bianca che hanno la forza di cancellare le distanze fra noi, quasi a creare una piccola famiglia chiamata Degatimes. Suona la campanella che mi riporta di nuovo nella realtà e segna la fine di questa lunga riflessione; meglio andare a prendersi una bella boccata d aria fresca visto che è già ricreazione. 3

6 SCUOLA INTERVISTA ALLA PRESIDE LA NUOVA DIRIGENTE Signora Preside, quali sono state le sue precedenti esperienze nella scuola? Ha svolto altre attività lavorative al di fuori dell'ambito scolastico? Ho ricoperto la carica di insegnante di Educazione musicale alla scuola media. Dal 2002 sono diventata dirigente scolastico e nel 2007 ho partecipato ad un concorso e mi sono classificata al primo posto nella graduatoria dei dirigenti scolastici. 02. Come è stata accolta nel nostro istituto? Come si trova con gli insegnanti e gli alunni? Sono stata accolta con molta cordialità, ho conosciuto nuove persone tutte molto collaborative, motivate e gentili. I ragazzi sono molto attivi ed è quello che serve per affrontare questo nuovo anno scolastico. 03. Ci può descrivere la giornata tipica di un dirigente scolastico? E molto impegnativa, perché c è sempre qualcosa da svolgere, ma ciò mi piace molto. Dopo che gli insegnanti e gli allievi sono arrivati in Istituto e hanno dato inizio alle lezioni, controllo subito la posta elettronica, in particolare quella proveniente dai siti ministeriali. A metà mattinata, incontro il direttore dei servizi e dei pagamenti e poi accolgo eventuali visite insomma ci sono sempre tante persone con cui collaborare e molte cose da fare. 04. Le piace il suo lavoro? Sì, è molto interessante e vario e mi dà l opportunità di imparare tante cose nuove. Ho a che fare con gli studenti e il modo del lavoro, ho la possibilità di migliorare i servizi dell Istituto e cercare di risolvere, assieme ai miei collaboratori, i problemi legati all organizzazione delle varie attività. 05. Qual è stata la sua formazione? Avrebbe mai pensato di diventare Dirigente Scolastica? Mi sono laureata in Giurisprudenza all Università di Trieste e a quel tempo avevo in mentre altri progetti. Ora che faccio parte del mondo della scuola devo dire che mi piace molto capirne l organizzazione e contribuire al buon funzionamento dell Istituzione Scolastica. 06. Quali sono i suoi hobby? Adoro tutto ciò che è bello: musica, arte, danza e ciò che contribuisce a rendere migliore l animo umano. 07. Cosa trova di diverso in questo Istituto rispetto al precedente incarico? Il nuovo incarico è completamente diverso, perché cambia l età dei ragazzi e l organizzazione scolastica, con i vari piani di studio. Tutto ciò richiede, da parte mia, un impegno e un attenzione costanti per calarmi sempre di più nella nuova realtà. Ringraziamo la Preside per il tempo e la disponibilità che ci ha riservato! 4

7 SCUOLA Silvia Bizzarra e Maria Kristina Dzhidzhonu UN PO PIU CONSULTA, UN PO PIU UNITI! 27 Ottobre 2012, ore circa: parte da qui la nostra avventura nella Consulta Studentesca, dopo il temuto spoglio delle elezioni e la gioia contenuta della vittoria. Si perché ora il gioco iniziava a farsi serio: bisognava ripagare i voti ricevuti, realizzare almeno in parte i progetti proposti e soprattutto trovare il modo di avvicinare un po tutti di più alla consulta. Sapevamo che non sarebbe stato facile e non lo è tutt ora: non è semplice mantenere vivo l interesse per un organo a sé e tantomeno dover collaborare con altri sessanta componenti della Consulta ognuno proveniente da una diversa scuola della provincia; ma è proprio questo che rende ogni piccolo passo in avanti, ogni progetto approvato o partecipatovi una grande conquista, sia per noi che per il nostro Istituto. Un desiderio quest ultimo nato dalla voglia di sentirci parte attiva della scuola, uno stimolo per oltrepassare il muro di lavagne, banchi e libri, la curiosità di capire il meccanismo e le responsabilità di quell istituzione che noi chiamiamo scuola. In fondo se ci fermiamo un attimo a pensare finché vivremo nel menefreghismo, finché ci basterà perdere un giorno di scuola, finché entreremo in classe e passeremo cinque ore guardando distrattamente fuori dalla finestra, finché continueremo a contestare senza sapere le motivazioni della controparte, finché continueremo a ignorare tutto ciò che invece ci sta a cuore non potremo mai migliorarci e dare una scossa a questo futuro nero. Certamente direte che questi sono solo dei bei discorsi, capaci magari di animare numerosi spiriti, ma non basta ed è vero, perché se non si passa ai fatti le parole non servono a nulla. Per questo ora il nostro principale obiettivo diventa far sentire la nostra presenza e soprattutto coinvolgervi, diventando tutti un po più parte della Consulta e tutti un po più uniti per far sentire fuori da qui, che il Deganutti è vivo e pieno di energie da trasmettere! 5

8 SCUOLA Silvia Bizzarra e Maria Kristina Dzhidzhonu STAGE LINGUISTICI Londra VS Valencia LONDRA Nel periodo di fine Novembre, allo scoccare delle gelide temperature invernali, 19 ragazzi del nostro Istituto si sono avventurati, assieme alle formidabili accompagnatrici prof. Tomasicchio e Prof. Gardel, a un leggendario fotografo e una guida ad hoc., nella metropoli londinese e dintorni. 18 Novembre, domenica per la precisione, data cruciale per questa avventura nonché data di partenza. Catapultati dal letto, ci ritrovammo all aeroporto di Rochi dei Legionari e con la paura di avere qualche chilo di troppo nella valigia e la preoccupazione di aver scordato qualcosa di indispensabile a casa eravamo pronti al decollo. Bye-bye Italy! Neanche il tempo di stringere amicizia con il proprio vicino di posto che sbarcammo all aeroporto di Stansted: Londra! Pronti finalmente, sia fisicamente che psicologicamente a conoscere la propria famiglia londinese, a testare il proprio inglese e a convivere con le usanze e le tradizioni britanniche: ora si che il gioco iniziava a farsi duro, senza dimenticare che ci aspettavano le lezioni mattutine presso il Richmond Language Training Centre. Da qui in poi sette giorni di totale vita londinese tra la piccola cittadina di Richmond e la grande metropoli di Londra: metro, classici bus a due piani rossi, immensi parchi verdi, eleganti signore e cortesi signori in giacca e cravatta e i pantaloncini da jogging a spasso con il cane, coffee take away, confusionale guida a destra, plumcake, ecc Tutt altro mondo, tutt altra cultura. Una realtà dove i pregiudizi sono posti in secondo piano per lasciar spazio a un forte rispetto di luoghi e soprattutto persone di ogni razza, lingua e religione; mentre l effetto caotico e frenetico della metropoli lascia man mano spazio alla curiosità e alla magia del suo essere così sfacciatamente anticonformista. E come omettere le numerose visite a luoghi incantevoli: quelli che da casa si scorgono spesso in televisione, quelli che si ammirano nelle cartoline oppure si sogna di poter visitare un giorno o l altro. Posti quest ultimi che ospitano ad esempio il maestoso Buckingam Palace o la famosa St. Paul s Cathedral, passando per l imponente London Eye, il leggendario Houses of Parliament, il Millennium Bridge, la torre di Londra, per poi immergersi nell intricato mondo astronomico seguendo la linea di Greenwich. 6

9 SCUOLA Silvia Bizzarra e Maria Kristina Dzhidzhonu Inutile negare l immensa soddisfazione provata nel varcare le porte di Picadilly ed Oxford Street, abbandonandosi in una specie di shopping compulsivo per qualche ora tra i magazzini di Harrods, i mercatini di Natale e... (non posso fare ulteriore pubblicità gratuita) ma sicuramente vi verrano in mente due famosissimi negozi caratterizzati da altrettanti bellissimi modelli e modelle pronti ad aiutarvi nell ardua scelta del capo desiderato! Fu così che tra l euforia dello shopping, le gaffe causate dalla poca esperienza, gli incidenti di percorso e di linee metropolitane confuse e gli innumerevoli autoscatti ( a superamento di quelli cinesi) per documentare tutte quelle meraviglie giunse tra le lacrime, la malinconia e la voglia di rimanere, il fatidico 25 Novembre a segnare la fine della nostra avventura. E anche qui vi fu chi tentò di scamparvi, svegliandosi all ultimo momento o non facendosi trovare alla meta prestabilita, ma non ci fu scampo per nessuno : la nostra Madrepatria ci chiamava, ci rivoleva tutti per sé e poi sinceramente un buon caffè, con tutto il rispetto parlando, e una buona spaghettata ci mancavano proprio! Credo, però, che sicuramente nei nostri cuori rimarranno per sempre quei bellissimi frammenti di ricordi londinesi. VALENCIA Lo stage di Londra è stato senz altro positivo e ricco di esperienze divertenti e nuove, ma lo stage a cui ho partecipato con destinazione VALENCIA non è stato da meno. Il gruppo era formato dalle classi 4B erica, 4A erica e 3C rim e aveva come accompagnatrici le prof.sse Rubinich e Antonutti. Siamo partiti da Treviso verso le circa e arrivati a destinazione verso le Il viaggio è stato divertente perché alcuni di noi non avevano mai viaggiato in aereo e il momento di atterraggio/decollo è stato carico di terrore ed euforia. A Valencia ci attendeva la pioggia e tutte le nostre aspettative sul sole accecante sono subito scomparse All aeroporto ci aspettava il Direttore della scuola che avremmo frequentato, il signor Pappagallo. Già dal nome suscitava simpatia e dopo aver trascorso una settimana a scuola posso confermare che è proprio così. Senza perderci in altre ciance, dall aeroporto un pulmino ci ha portato nel centro di Valencia dove le nostre famiglie ospitanti ci aspettavano. E se non ci capiscono? Se noi non capiamo loro? Se ci troviamo male? Queste le domande più frequenti che hanno attraversato la maggior parte di noi. Tutto questo si è subito dissolto nel momento in cui signore tutte più o meno di mezz età, ci sono venute incontro abbracciandoci e baciandoci. Questa è sicuramente una delle cose più particolari che porto dentro della Spagna. 7

10 SCUOLA Silvia Bizzarra e Maria Kristina Dzhidzhonu Gli spagnoli o almeno la maggior parte sono tutti molto affettuosi, solari e ospitali; comunque, dopo aver ricevuto una vasta quantità di baci e abbracci ci siamo incamminati verso casa. Le case spagnole hanno in comune di non essere molto grandi, gli ambienti più abitati sono la cucina e il salotto in cui le signore passano molto tempo a guardare le famose telenovelas interminabili di cui capisci tutta la trama dopo aver visto solo una puntata. La signora Guadalupe, la mia mamma spagnola, dopo il tour della casa ha accompagnato me e Giorgia ( la mia compagna di avventure spagnole) a scuola dove il signor Pappagallo ci aspettava per darci il benvenuto e qualche istruzione sulle regole dell Istituto. Questo è stato forse il momento più divertente di tutti perché parlare con le persone ci ha fatto scoprire cose nuove sulla gastronomia di Valencia, inoltre è capitato di dover formulare delle frasi complicate e quindi giù a ridere spiegandoci con vocaboli tradotti dall italiano che non avevano alcun senso! Ad ogni modo il primo giorno si conclude con una bella pizza surgelata che devo dire la verità era proprio come la immaginavo: Pessima! I giorni seguenti sono stati tutti da scoprire, la mattina avevamo lezione con un insegnante anche lei molto disponibile e il pomeriggio era dedicato all esplorazione della città. Tra le meraviglie di Valencia è sicuramente degno di nota il centro storico perché si divide tra il moderno e il classico ed è un aspetto molto suggestivo. Volete sapere se abbiamo fatto un po di Movida? Ebbene sì, perché il sabato le insegnanti dopo averci accompagnato nel centro storico ci hanno lasciati liberi di esplorare alcuni dei numerosi locali. L atmosfera era allegra e festosa e per le strade si sentiva il sottofondo della musica latino-americana Il giorno dopo ( un po stanchi dalle ore piccole del giorno prima) abbiamo visitato il Museo delle Scienze simbolo di Valencia e l Oceanografico noto per la sua imponente struttura. Tra i due ho preferito l Oceanografico forse perché il mondo marino è così affascinante che è impossibile non rimanere incantai. Un altra esperienza che voglio raccontarvi è stata quella fatta al mercato. Sì, perché la nostra insegnante per darci l opportunità di parlare faccia a faccia con le persone, ci ha coinvolti in un esercitazione al mercato. Ovvero ci ha consegnato un questionario pieno di domande da rivolgere a negozianti e compratori, domande sul costo di qualche specifico prodotto, i piatti tipici di Valencia ecc. Insomma, ho voluto raccontarvi alcuni dei momenti salienti in Spagna e dirvi quanto questa esperienza sono valide e importanti. Sembra banale, ma vivere in casa di sconosciuti e mangiare un certo tipo di cibo e adattarsi a certi tipi di orari non è semplicissimo ma è attraverso questo che si matura e ci si responsabilizza, perché i momenti in cui si è liberi sono tanti e devi decidere tu se fare cose sbagliate o goderti quella settimana al massimo. Il cibo? Ovviamente non potevamo non assaggiare la Paella che è la cosa più buona del mondo e che può avere molteplici procedimenti di preparazione. Churros con chocolate sono classico che non avevo mai assaggiato prima, e poi tanti dolci tipici valenciani di cui molti a base di arancia. Senz altro uno stage positivo perché ho legato di più con i miei compagni, ho migliorato il mio spagnolo ed ho conosciuto una cultura abbastanza simile alla nostra, ma dalla quale secondo me dovremmo imparare molte cose. Se avete l occasione e la disponibilità consiglio a tutti di partecipare agli stage organizzati dalla scuola: è un momento unico anche se purtroppo... dura solo una settimana! 8

11 GIOVANI IN EUROPA DAVIDE DE STEFANO E CARMELA NATALE 9

12 GIOVANI IN EUROPA DAVIDE DE STEFANO E CARMELA NATALE 10

13 GIOVANI IN EUROPA ASIA POLO E FRANCESCA MARZINOTTO WHERE WAS IT TAKEN? (DOV E STATA SCATTATA?) Youth on the move è un iniziativa dell Unione Europea, la quale ha lanciato un nuovo concorso che avrà scadenza il 24 febbraio 2013; si tratta di individuare i nomi delle capitali europee riconoscendole solo ed esclusivamente da foto scattate. Il concorso è aperto ai giovani dai 16 ai 30 che provengono da uno dei 27 paesi dell Unione Europea (possono partecipare inoltre i cittadini della Croazia, della Macedonia, della Turchia e della Svizzera). La pagina del concorso si trova su facebook, basterà digitare nella barra di ricerca del noto social network youth on the move e seguire le indicazioni per poter partecipare. L iniziativa è rivolta a tutti i giovani che hanno avuto opportunità di viaggiare e scoprire i meravigliosi paesaggi delle capitali europee e che ormai sono in grado di riconoscerli a primo scatto. Sei un buon osservatore? Hai viaggiato abbastanza per l Europa? Allora, cosa stai aspettando? Affrettati e potrai vincere un meraviglioso gioiellino tecnologico! 11

14 CRONACA E ATTUALITA ELISA COSATTINI VIAGGIO NELLA MENTE DEI SERIAL KILLER Newton (USA), dicembre 2012: 28 vittime; Lignano Sabbiadoro, agosto 2012: 2 vittime; Norvegia, luglio 2011: 77 vittime; Erba (Co), dicembre 2006: 4 vittime. Questi sono solo alcuni dei più feroci crimini commessi negli ultimi decenni della storia contemporanea. Come è possibile giungere a commettere delitti di tale calibro senza provare un minimo di risentimento per quel che si sta facendo? Siamo talmente spietati da non riuscire a distinguere il bene dal male o tutto questo non è frutto del nostro arbitrio ma semplicemente di alcune anomalie del cervello di cui siamo dotati? Questo argomento trova le proprie radici nel passato: basta pensare a Socrate, il quale affermava che chi compie azioni crudeli non riesce a identificarle come tali, o a Jean-Jacques Rousseau, colui che elaborò la teoria del mito del buon selvaggio. La condizione di sofferenza e infelicità che l uomo vive è infatti il risultato del suo allontanamento dallo stato di natura, nel quale l essere vivente è buono ed è provvisto di sentimenti che non lo portano a recare del male agli altri. Si delinque quindi, basandoci sul pensiero di Rousseau, a causa della condizione in cui si trova la nostra società? Diversi ricercatori ritengono che il crimine sia dovuto al disagio collettivo e che, di conseguenza, il miglioramento del contesto in cui viviamo e dei rapporti tra i singoli individui è un ottima soluzione. Recenti studi scientifici però hanno portato alla luce importanti informazioni inerenti al cervello e al codice genetico: tramite particolari esami effettuati su molti serial killer, si è riscontrata in parecchi casi un anomalia nella parte anteriore dell organo del sistema nervoso che amministra le sensazioni e i movimenti. Un gruppo di scienziati, inoltre, ha dimostrato che delle varianti di alcuni geni possono comportare una condotta violenta. Significa perciò che non siamo noi i responsabili delle nostre azioni? Pietro Pietrini, professore all Università di Pisa, afferma:<<la presenza di queste alterazioni non è condizione né necessaria né sufficiente perché un individuo metta in atto un comportamento antisociale, ma ne aumenta le probabilità>>. Si tratta di un tema di notevole interesse in quanto riguarda la sfera legale: non ha utilità condannare un essere vivente che non è cosciente di ciò che fa o, in altro caso, se non è in grado di detenere il comando sui suoi impulsi. Un giudice ha diritto di richiedere l esecuzione di perizie psichiatriche per verificare lo stato di infermità mentale dell incriminato ma, se si riuscisse a trovare un metodo in grado di basarsi su dati oggettivi, questo comporterebbe un beneficio all intera collettività. Non frenerà purtroppo il numero delle vittime derivate da sferzanti omicidi, ciò nonostante esso può essere una delle risorse utili che abbiamo per esercitare una giustizia caratterizzata da obiettività e concretezza. 12

15 CRONACA E ATTUALITA ALESSIA SILVESTRI VIOLENZA SULLE DONNE Dall inizio del 2012 in Italia sono state uccise più di 120 donne tradite, nella maggior parte dei casi, da uomini che dicevano di amarle. Si calcola che ogni due giorni una donna muore per mano di fidanzati, mariti, conviventi ed ex gelosi e oppressivi. Nella maggior parte dei casi avevano già sporto denuncia per stalking, violenza domestica o abusi ma non sono state ascoltate. Negli ultimi anni il ruolo della donna nella società moderna è mutato e si è evoluto rendendole sempre più emancipate e indipendenti. Questi cambiamenti hanno spesso generato scompensi nella mentalità maschilista e patriarcale di alcuni uomini che ancora oggi vedono la donna come un oggetto privo di opinioni e libertà. Questa è in parte l eredità che ci è stata lasciata dalla mentalità assolutista del passato che vedeva l uomo a capo della gestione familiare, erano gli uomini a lavorare e prendere decisioni di qualsiasi genere mentre le donne erano sottomesse e dovevano sottostare alle regole del capofamiglia. Al giorno d oggi le donne hanno raggiunto pari diritti e pari libertà degli uomini ma la loro libertà non è sempre accettata e compresa da tutti. Gran parte degli omicidi è generato dalla gelosia accecante che colpisce gli uomini che non si rassegnano alla fine di un rapporto e non accettano che la propria donna possa decidere di rifarsi una vita o avere le proprie libertà. L Italia è uno dei paesi meno attivi nella prevenzione e nella tutela della vita delle donne anche a causa della mancanza di leggi che puniscono in maniera esemplare chi compie violenze. Serena Dandini nel suo spettacolo teatrale ferite a morte ripercorre le violenze subite dalle donne per non dimenticare tutte coloro che hanno pagato con la propria vita quello che pensavano fosse amore. Le storie di queste donne sono interpretare da diversi personaggi di spicco nel panorama femminile italiano. Qui di seguito è riportato un brano tratto dallo spettacolo. MAZZO DI CHIAVI lettura di Emanuela Grimalda Allora questa è del cancello, questa del portoncino blindato, no questa è del garage.. Se cambio la serratura ha detto che m ammazza, dice che è anche casa sua, solo perché ci ha abitato, ma io ci stavo in affitto da prima che arrivasse lui, ma se cambio la serratura ora m ammazza. La cambio?, non la cambio???... 13

16 CRONACA E ATTUALITA ALESSIA SILVESTRI E io non l ho cambiata, così è entrato di notte tranquillo con le sue chiavi e mi ha strangolata mentre dormivo. Il ragazzino non si è accorto di nulla, ha continuato a dormire. Era bravo con il ragazzino, lo portava ai campi sportivi a vedere le partitelle, è stato quello che mi ha ingannato, se uno è buono con il ragazzino è buono pure con me, pensavo... Mi sentivo tanto sola, la fabbrica, il ragazzino, mi piaceva vedere un uomo dentro casa la mattina, son belli i maschi in bagno mentre si fanno la barba con quel buon profumo di pulito.. per essere pulito era pulito, si cambiava due camice tutti i giorni, io non ero una grande stiratrice,lo so, ma lui era un po fissato, è colpa delle madri che abituano questi maschi come al Grand Hotel, e poi quando escono nel mondo vero non ci si ritrovano più Se avessi avuto i soldi c andavo io al Grand Hotel insieme al ragazzino e lasciavo quella maledetta casa, me l avevano detto al centro anti-violenza, cambia la serratura, ma io c avevo paura che m ammazzava, l aveva urlato ai quattroventi : se cambia la serratura l ammazzo. E io non l ho cambiata.e infatti è entrato e m ammazzato non c è una logica. Chi ci capisce qualcosa è bravo Allora questa è della porta principale, no del portoncino Entrava e usciva a tutte le ore come gli pareva, accendeva la televisione a tutto volume di notte, mi svegliava il ragazzino, svuotava il frigorifero, si mangiava la spesa di due giorni, era abituato a servirsi a piacimento poi veniva in camera da letto, lì non c erano proprio le serrature, apriva e anche lì si serviva a piacimento, solo del bagno non aveva le chiavi, lì potevo chiudermi a piangere in santa pace. Eppure dopo l ultima discussione sembrava quietato, vedrai che ha capito, ho pensato, non mi ha neanche detto: "se cambi la serratura t ammazzo, allora mi son detta, quasi quasi domani la cambio ma mi ha ucciso prima Io non lo volevo offendere, volevo solo lasciarlo o meglio volevo che lui ci lasciasse in pace a me e al ragazzino Ma lui dalla madre non ci voleva tornare, eppure la madre stirava meglio di me, me lo diceva sempre, dovresti imparare da mia madre, non ho fatto in tempo Scusate glielo dite voi alle ragazze del centro anti-violenza che c avevano ragione, io non le ho più trovate, dice che hanno dovuto chiudere per via dei tagli, ora al posto loro c è una banca, ma il mutuo non me l hanno dato, peccato volevo tanto cambiare casa ora mi son rimaste solo queste chiavi e non mi ricordo neanche cosa aprono questa è del cancello e questa?? 14

17 CRONACA E ATTUALITA CASSANDRA BEGO LA CRISI NON CI FERMA: AMIAMO LE NOSTRE TRADIZIONI Si è conclusa già da alcune settimane, la tradizionale Fiera di Santa Caterina ha occupato come ogni anno, piazza Primo Maggio, Udine. È una ricorrenza molo antica, a cui noi friulani partecipiamo attivamente. Come è andata quest'anno? La moltitudine di bancarelle con oggetti di vario genere ci invitava ad acquistare e quindi a mettere mano al portafoglio. Nonostante la crisi, ogni anno durante questa famosa fiera, piazza Primo Maggio pullula di persone di tutte le età; nessuno rinuncia ad una passeggiata: nemmeno il freddo sembra fermare i fiume di presone che passeggiano, strette fra loro, accanto alla bancarelle. Quest'anno più di ogni altro, la crisi ha colpito gravemente gli italiani. L'economia dell'italia, di certo, non è delle migliori, ma le tradizioni fanno parte del nostro popolo ed hanno un valore molto importante delle quali non dobbiamo dimenticarci. Per anni, questa ricorrenza è stata rispettata, l'aria frizzante che sprigiona ha attirato persone provenienti da ogni paese del Friuli. La Fiera di Santa Caterina trasforma le giornate umide e fredde in occasione di divertimento, caratterizzato da un clima accogliente e festoso. È esattamene ciò di cui gli italiani hanno bisogno: un periodo di festa nonostante la crisi ci spinga, giustamente, a spendere un po di meno. Un consiglio è quello di uscire, farsi coinvolgere dall'allegria e dai colori di queste ricorrenze e avvenimenti È un modo semplice per dimenticare, almeno in parte, la crisi, che ha messo in ginocchio le famiglie italiane e respirare un po di allegria, ottimismo e speranza. 15

18 CRONACA E ATTUALITA E SE I MAYA CI AVESSERO SOLO AVVERTITI... La lettera del capo indiano See-Yahtlh (Seattle) al Presidente USA Franklin Pirce, il Grande Bianco di Washington, del Forse l'unica vera premonizione seria sulla possibile fine del nostro pianeta. La lettera del capo Seattle è considerata ancora oggi la più bella e profonda dichiarazione mai fatta sull'ambiente, vale la pena di leggerla dopo aver sentito tante furbe banalità sulla fine del mondo. Scrive il capo indiano dei Seattle: Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana. Se non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua sotto il sole come è che voi potete acquistarli? Ogni parco di questa terra è sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura, ogni ronzio di insetti è sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con sé il ricordo dell'uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cavallo e la grande aquila sono nostri fratelli, la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Quest'acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è solamente acqua, per noi è qualcosa di immensamente significativo: è il sangue dei nostri padri. I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete. I fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli. Se vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordarvi, e insegnarlo ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri e i vostri fratelli e dovrete dimostrare per i fiumi lo stesso affetto che dimostrerete ad un fratello. Sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi. Per lui una parte della terra è uguale all'altra, perchè è come uno straniero che arriva di notte e alloggia nel posto che più gli conviene. La terra non è suo fratello, anzi è suo nemico e quando l'ha conquistata va oltre, più lontano. Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere come si fa con i montoni o con le pietre preziose. 16

19 CRONACA E ATTUALITA Il suo appetito divorerà tutta la terra e a lui non resterà che il deserto. Non esiste un posto accessibile nelle città dell'uomo bianco. Non esiste un posto per vedere le foglie e i fiori sbocciare in primavera, o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse è perchè io sono un selvaggio e non posso capire. Il baccano sembra insultare le orecchie. E quale interesse può avere l'uomo a vivere senza ascoltare il rumore delle capre che succhiano l'erba o il chiacchierio delle rane, la notte, attorno ad uno stagno? Io sono un uomo rosso e non capisco. L'indiano preferisce il dolce suono del vento che slanciandosi come una freccia accarezza la faccia dello stagno, e preferisce l'odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o profumato dal pino pieno di pigne. L'aria è preziosa per l'uomo rosso, giacchè tutte le cose respirano con la stessa aria: le bestie, gli alberi, gli uomini, tutti respirano la stessa aria. L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira. Come un uomo che impiega parecchi giorni a morire resta insensibile alle punture. Ma se noi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordare che l'aria per noi è preziosa, che l'aria divide il suo spirito con tutti quelli che fa vivere. Il vento che ha dato il primo alito al Nostro Grande Padre è lo stesso che ha raccolto il suo ultimo respiro. E se noi vi vendiamo le nostre terre voi dovrete guardarle in modo diverso, tenerle per sacre e considerarle un posto in cui anche l'uomo bianco possa andare a gustare il vento reso dolce dai fiori del prato. Considereremo l'offerta di acquistare le nostre terre. Ma se decidiamo di accettare la proposta io porrò una condizione: l'uomo bianco dovrà rispettare le bestie che vivono su questa terra come se fossero suoi fratelli. Che cos'è l'uomo senza le bestie? Se tutte le bestie sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine nello spirito. Poichè ciò che accade alle bestie prima o poi accade anche all'uomo. Tutte le cose sono legate tra loro. Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi calpestano è fatto delle ceneri dei nostri padri. Affinchè i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa è arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra è madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, bensì è l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto ciò che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non è l'uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso. C'è una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprirà presto: il nostro Dio è lo stesso vostro Dio. Voi forse pensate che adesso lo possedete come volete possedere le nostre terre ma non lo potete. Egli è il dio dell'uomo e la sua pietà è uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco quanto per l'uomo rosso. Questa terra per lui è preziosa. Dov'è finito il bosco? E' scomparso. Dov'è finita l'aquila? E' scomparsa. E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza. L uomo è l unico animale che si autoestiguerà per stupidità (Mauro Corona scrittore) 17

20 RECENSIONI ALESSIA KORRESHI E MAYA AGOSTINO BIANCA CAOME IL LATTE, ROS- SA COME IL SANGUE TITOLO: Bianca come il latte, rossa come il sangue. AUTORE: Alessandro D Avenia N DI PAGINE: 254 pagine EDITORE: Mondadori COSTO: 19,00 GENERE: Romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue è un libro del 2010 di Alessandro D Avenia, scrittore, professore e sceneggiatore italiano. In questo libro Leo, un ragazzo di 16 anni come noi, si annoia a scuola, ama ascoltare musica, giocare a calcio, stare con gli amici ma ha una passione che supera tutti i limiti, una passione rossa come il sangue, una passione che si chiama Beatrice. È una ragazza dai capelli rossi, è l amore segreto di Leo che però riesce a confidarsi solo con Silvia, la sua migliore amica. Leo ha paura di esporsi, di urlare al mondo che ama quella ragazza per la quale darebbe la vita. I suoi genitori non lo capiscono, solo il suo prof., il Sognatore, lo aiuta facendogli capire che quello che prova non è sbagliato. Ma a Leo si oppone una forza che non sa come combattere Leo riuscirà a dichiararsi? Beatrice ricambierà? Questa è una storia nella quale ognuno di noi può rispecchiarsi, in un modo o nell altro Di sicuro qualche ragazzo è innamorato senza dirlo, di sicuro qualche ragazza è importante per qualcuno senza saperlo. D Avenia riesce a descrivere le emozioni dei personaggi e a coinvolgere il lettore con colpi di scena e la ricerca dello stare bene con se stessi. 18

21 RECENSIONI PIERA RIDOLFO SONO CRESCIUTO IN MEZZO AI LIBRI, FACENDOMI AMICI INVISIBILI TRA LE PAGINE POLVEROSE DI CUI HO ANCORA L'ODORE SULLE MANI. mo libro pubblicato dallo scrittore, Il palazzo della mezzanotte, uscito per la prima volta nelle librerie italiane il 7 maggio Così dice di sé il seguitissimo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafón, nato a Barcellona il 25 settembre 1964, che ha iniziato la sua carriera nel 1993 con una serie di libri per bambini e ragazzi. Nel 2001 esordisce nella narrativa per adulti con il suo quinto romanzo L'ombra del vento che, grazie al passaparola, è diventato un successo letterario europeo con più di 8 milioni di copie vendute nel mondo, tradotto in più di 36 lingue e vincitore di numerosi premi internazionali, tra cui il Premio Barry per il miglior romanzo d'esordio nel Altri celebri romanzi sono Il gioco dell'angelo del 2008, Marina del 2009, Il prigioniero del cielo del 2011 e l ulti- Tutte le sue opere sono state tradotte in oltre quaranta lingue e hanno conquistato milioni di lettori e numerosi premi in tutto il mondo. Lo stereotipo comune del giovane d oggi è quello del ragazzo che si ubriaca, si spinella e vive la sua vita senza apparenti obiettivi e ideali. Non sempre è così! Chissà quanti ragazzi hanno talenti naturali come la scrittura, la musica, la poesia, la fotografia ma gli esprimono di nascosto, silenziosamente, forse per paura o semplicemente per pigrizia. Nella nostra scuola abbiamo trovato un ragazzo, Spangel Anndreas di 18 anni, nato in Romania e trasferitosi in Italia da soli 4 anni, che ha accettato di mettersi in gioco : appassionato di lettura, Anndreas si è imbattuto in un romanzo di Zafón e si è subito innamorato del suo modo di scrivere. Dopo aver letto i suoi libri un giorno si è seduto alla scrivania e, sullo stile di Zafón, Anndreas ha iniziato un suo romanzo del quale pubblichiamo uno stralcio... 19

22 RECENSIONI PIERA RIDOLFO [ ]Caldo, era l unica cosa che sentivo. Tutte le mie emozioni, pensieri o idee erano svaniti. Mi svegliavo ogni mattino senza sapere cosa fare. Quel caldo aveva invaso la città e nessuno poteva scappare, eravamo prigionieri del sole. Ero uno dei tanti prigionieri ma non sapevo quello che mi aspettava nelle seguenti giornate. Avevo appena finito di far colazione quando si avvicinò Ruiz. Come ogni mattina era contento e sembrava l unica persona che poteva sconfiggere quel calore insopportabile. <Buongiorno amico mio! Hai caldo?> ogni sua parola era accompagnata da un sorriso quasi inquietante. <Divertente> risposi lanciandogli un occhiata maliziosa. Quel mattino Ruiz mi raccontò una cosa che mi sembrava tratta da un libro horror, una strage. Venti giovani ragazze morte per cause sconosciute, alla stessa ora, in venti posti diversi. La polizia non era in grado di capire cos'era accaduto, così lui, utilizzando la sua influenza da giornalista famoso, aveva iniziato un indagine propria insieme al capo del dipartimento della polizia locale, l ispettore Salvador. L ispettore era una persona alta ed inquietante ma dopo anni avevo capito che l aspetto fisico ingannava, Salvador era una persona buona. <Buongiorno giovanotto> sentii dire da una voce familiare. Salvador era venuto per parlarmi di una nuova collezione di libri da cui ero attratto da anni. <Oggi ti porto grandi notizie Benjamin, i libri arriveranno tra un paio di giorni e sarò molto contento di regalarteli> <Signor Salvador lei è un buon uomo e non so come ringraziarla, magari con... > <Non voglio sentir parlare di soldi. Questo mestiere mi offre già abbastanza e poi questa occasione per me è una sfida. Considera questi libri il mio regalo per il tuo venticinquesimo compleanno.> Avevo quel sorriso che caratterizza ogni bambino. Mi sentivo felice di aver due amici come Ruiz e il signor Salvador accanto. Erano gli unici che dopo la morte dei miei genitori si erano azzardati a crescermi. Il signor Salvador mi aveva ricordato una cosa che io cercavo di dimenticare: compivo 25 anni. Vivevo solo da quando avevo compiuto 18 anni e senza l aiuto di Ruiz sarei finito in una marea di guai. E stato lui a trasformarmi nell uomo che sono adesso, a trovarmi un lavoro presso un giornale di piccola categoria ed era l unico che leggeva le mie storie. La sera del mio compleanno decisi di portare a cena i miei due amici. Ricordo che mentre andavamo al ristorante sia Salvador che Ruiz furono chiamati perché un altro crimine era avvenuto nella città. Stessa storia, stesso metodo. L assassino aveva tagliato la gola ad una povera ragazza dopodiché le aveva disegnato, con una precisione incredibile, un serpente in fiamme sulla parte inferiore del piede. Il giorno seguente stavo scrivendo, avevo perso la nozione del tempo e non mi fermavo da almeno dieci ore, quando sentii bussare alla porta. 20

23 RECENSIONI PIERA RIDOLFO Ignorai i ripetuti rumori che provenivano dall esterno e quando capii che non c era più nessuno decisi di andare ad aprire la porta. Fui sorpreso. Una ragazzina stava ferma davanti alla porta con un sorriso sarcastico. <Buongiorno signore. E lei il signor Santiago, Benjamin Santiago?> <Sì, e lei chi sarebbe signorina?> <Il mio nome è Sandra.> <Piacere ed arrivederci> <Mi ascolti signor Santiago, sono venuta perché voglio... > <Non mi interessa quello che vuole signorina. Sono molto impegnato e non ho tempo di... > <Nessuno le ha detto che è maleducazione interrompere una persona che parla?> mi disse guardandomi come se fossi un bambino sciocco. <So chi è e cosa fa, ma io sono venuta per diventare sua assistente e deve sapere che sono molto testarda signore.> <Non ho mai detto di aver bisogno... > prima di finire la frase Sandra era già dentro casa mia cercando di trovare nel salotto, nella cucina ed in tutta la casa, qualcosa che si trovasse in disordine. <Questa casa ha bisogno di un tocco femminile. Come fa a vivere in queste condizioni Benjamin?> <Per me è più che sufficiente signorina. E non mi chiami così, mi sento vecchio. Può chiamarmi Ben.> <Senta Ben... anch'io ho un nome e sentirmi dire da uno scorbutico come lei ogni due secondi che sono una signorina non è la cosa che voglio, quindi la prego di chiamarmi per nome.> <Va bene. Adesso però deve andarsene perché mi sta disturbando.> <Devo dirle di no Ben. Purtroppo ho litigato con i miei genitori per colpa sua e sono stata cacciata di casa. Quindi o mi assume come assistente oppure andrò a vivere in strada. Ma visto che lei è il colpevole... > <Io non sono colpevole di niente. Cosa c entro io con te e la tua famiglia?! Perché dovrei sentirmi responsabile di una sconosciuta?> <Perché ho detto ai miei genitori che grazie ai tuoi libri ho capito che la mia vita sarebbe appartenuta alla lettura Ben.> <Ma che idiozie sono?! E poi come hai fatto a leggere uno dei miei libri se solo una persona può farlo?> <Glielo dirò se mi assume come sua assistente. Potrei dormire in una delle stanze della casa..> A dire la verità la casa era piuttosto grande e non mi prendevo cura di quel posto quasi mai. Però nella mia testa non riuscivo a capire come questa ragazzina aveva fatto a leggere uno dei miei libri, così decisi di assumerla.[ ] [ ]Tornai a casa presto con in testa un unico desiderio: leggere la serie di gialli che cercavo da quando avevo 19 anni. Quando arrivai alla metà del terzo volume un sentimento di angoscia terrorizzante e paura mi scorrevano nelle vene. Alla duecentoquarantesima pagina del terzo volume, grande tutta la pagina e disegnato perfettamente a mano, in fiamme, c era un serpente. Chiamai Sandra e le dissi che non avrebbe mai dovuto aprire il cassetto dove avevo messo i libri. Vivace come sempre iniziò a tormentarmi sul perché di quella decisione e non capiva perché lei, in qualità di mia assistente, non poteva sapere tutte le cose che mi riguardavano. 21

24 RECENSIONI PIERA RIDOLFO < Quello che devi sapere lo saprai al momento giusto. Fino ad allora tu non devi aprire quel cassetto. Hai capito?> <Ma... > <Niente ma. Sì o no?> <Sì. Ma lei non mi piace, è scorbutico, triste, spaventato e preoccupato.> Quella settimana avrei incontrato un editore tedesco che mi aveva contattato mesi prima per assumermi. Avrei dovuto scrivere un libro per lui. Non sapevo ancora le condizioni del contratto ma egli mi aveva assicurato che i soldi non sarebbero stati un problema. I giorni seguenti sono stati i più belli per quella casa. In sei anni non avevo mai vissuto dei giorni così sereni. Sandra non faceva altro che pulire e mettere in ordine tutto quello che vedeva ed io pensavo ogni giorno di trovarmi nella casa sbagliata. La partenza per Praga si avvicinava e non facevo alcun tipo di preparazione. Avevo già una formica che lavorava tutto il tempo ed io non volevo rubarle il posto. Decisi di vedere i miei due amici il giorno prima della partenza, entrambi dicevano di essere contenti per me, ma gli occhi parlano sempre e in loro leggevo una preoccupazione atroce. Il giorno dopo prendevo il treno per Praga. Alle 6 del mattino sui binari, Sandra, tratteneva fiumi di lacrime. Le gridai che sarei tornato entro due settimane, a quel punto lei scoppiò a piangere. In fondo non era altro che una giovane ragazzina di 17 anni. Quello stesso giorno a Barcellona, con il treno delle sette, arrivava una persona che avrebbe cambiato il mio futuro.[ ] 22

25 FOTOGRAFIA CONCORSO FOTOGRAFICO C. DEGANUTTI IV a EDIZIONE Anno scolastico 2012/2013 Tema dell edizione 2012/2013: Il tema del concorso fotografico di quest anno è ARIA, ACQUA, TERRA e FUOCO. Sono elementi reali, ma hanno anche una forte valenza simbolica e metaforica. Rappresentali tutti e quattro secondo il tuo modo di vedere e la tua personale sensibilità. Concorrenti: La partecipazione al Concorso è aperta a tutti gli alunni e ai docenti dell Istituto. Modalità di partecipazione: Ciascun concorrente partecipa presentando una (o più) serie di quattro fotografie inedite, ciascuna delle quali emblematica di uno dei quattro elementi. Le fotografie possono essere scattate con macchine reflex, digitali, reflex digitali; il formato stampa (omogeneo) non po essere inferiore a cm. 13x18. Termini di partecipazione: Le fotografie (firmate sul retro con indicazione della classe di appartenenza) vanno depositate, dentro ad una busta (o più buste per chi presenta più serie: una busta per ciascuna serie di foto), presso la Segreteria Alunni, entro le ore 12 di sabato 20 aprile Commissione giudicatrice: Le fotografie pervenute saranno giudicate, in modo insindacabile, da una Commissione, presieduta dal Dirigente Scolastico e composta anche da un docente, da un fotografo professionista e da due alunni delle ultime classi dell Istituto. Nella valutazione degli elaborati sarà privilegiata la considerazione dell originalità delle inquadrature e della capacità di interpretare il tema in termini personali e creativi. Premi e riconoscimenti: Sono riservati ai soli alunni partecipanti. Ai primi tre alunni classificati sarà riconosciuto (per l anno scolastico 2012/2013) un punteggio, in termini di credito formativo, e saranno attribuiti dei premi costituiti da strumenti di materiale elettronici. La premiazione avverrà nel corso del incontro di fine anno che comprenda le iniziative svolte da alunni e docenti. Oltre alle fotografie dei primi tre classificati, sarà esposta, nei locali dell Istituto, o in altri locali aperti anche al pubblico, un selezione delle fotografie di alunni e docenti ritenute più significative e originali. Avvertenze: Nelle fotografie le persone non possono essere riprese in primo piano o comunque in modi che ne possano rilevare l identità. Le fotografie pervenute non saranno restituite e rimarranno acquisite all archivio dell Istituto. Per gli appassionati Durante la scorsa assemblea di Istituto del mese di dicembre, si è tenuto un incontro di fotografia presieduto dal prof. Enzo Barazza e dal dott. Mario Callegari. Nel corso di esso, i due fotografi professionisti hanno fatto vedere alcune fotografie e hanno illustrato alcuni caratteri principali dello scatto. C è stata una vasta partecipazione di alunni incuriositi, principianti e appassionati del settore. 23

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