IMPIANTO DI TRATTAMENTO E RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI - DITTA TROILO s.r.l.

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3 INDICE 1. PREMESSA Presentazione dell azienda QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (P.U.T.T.) Gestione dei rifiuti speciali nella Regione Puglia Piano Regionale di qualità dell aria Piano di Bacino della Puglia, stralcio Assetto Idrogeologico (PAI) Piano di Tutela delle Acque Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E.) Siti d importanza Comunitaria (SIC) Zone a protezione speciale (ZPS) Aree Naturali Protette Piano Regolatore Generale del Comune di Putignano Compatibilità con i vincoli presenti sul territorio QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Descrizione del progetto Analisi delle alternative progettuali QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Ambiente fisico Impatto potenziale sull ambiente fisico Misure di mitigazione e/o compensazione Ambiente Idrico Impatto potenziale sull ambiente idrico Misure di mitigazione e/o compensazione Suolo e sottosuolo Impatto potenziale su suolo e sottosuolo Misure di mitigazione e/o compensazione Ecosistemi naturali: vegetazione, flora e fauna Impatto potenziale sugli ecosistemi naturali: flora, fauna Misure di mitigazione e/ compensazione Paesaggio e patrimonio culturale Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. I

4 4.5.1 Impatto potenziale sul paesaggio Misure di mitigazione e/ compensazione Ambiente antropico Impatto potenziale Misure di mitigazione e/ compensazione STIMA DEGLI EFFETTI CONCLUSIONI Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. II

5 1. PREMESSA Il presente documento costituisce la Sintesi non Tecnica allegata allo Studio di Impatto Ambientale dell aumento della potenzialità ed integrazione tipologie di un impianto di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi operante in procedura semplificata, come previsto dagli articoli 214 e 216 del D. Leg. 152/2006 s.m.i. Il documento ha lo scopo di informare il pubblico sui contenuti dello Studio di Impatto Ambientale che, in applicazione della Legge Regionale n. 11 del 12 Aprile 2001 (Norme sulla valutazione dell impatto ambientale) e s.m.i., analizza gli impatti derivanti dalla fase di costruzione ed esercizio dell opera in oggetto. L impianto, in funzione all interno di una cava di calcare in attività dello stesso titolare, è di proprietà della Ditta Troilo s.r.l. (sede legale in Putignano (BA) in Via Cap. Mario Laterza n ) ed è ubicato nel Comune di Putignano, in provincia di Bari, presso la Strada Comunale Corcione S.N., in località Macchia Rotonda. La Ditta proponente, iscritta all Albo dei gestori dei rifiuti per le tipologie descritte in seguito, è già autorizzata alla messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi (attività R13) per un quantitativo complessivo di t/a, di cui t/a per l attività di recupero R5, limitata ad un massimo di 10 t/g. A seguito di favorevoli condizioni di mercato, che hanno condotto il proponente a munirsi di un nuovo impianto di frantumazione (da destinare esclusivamente al recupero del materiale proveniente dall esterno e non dall attività di coltivazione della cava), la Ditta ha avviato le procedure per la richiesta di un incremento della quantità di materiale recuperabile da t/a, per cui risulta già autorizzata, ad una quantità pari alla totalità del volume per cui è autorizzata alla messa in riserva, ovvero t/a (il che costringerebbe l azienda a superare sicuramente le 10 t/g). Per questo motivo, l intervento è stato sottoposto alla procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), in quanto la tipologia di impianto rientra nell allegato IV del D.Leg. 4/2008 punto 7 comma zb) Impianti di Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 3

6 smaltimento e recupero rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/g, mediante operazioni di cui all allegato C lettere da R1 a R9. La fase di screening si è conclusa con una delibera, espressa da parte del Comitato di Valutazione di Impatto Ambientale della Provincia di Bari nella seduta del 01/02/2011, di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale. Esaminando criticamente le osservazioni formulate in fase di screening, dopo aver recepito i contenuti degli elaborati presentati in sede di Verifica di assoggettabilità a VIA, sono state analizzate e risolte le carenze contenute nel precedente lavoro ed effettuati i necessari esami degli aspetti ambientali attraverso delle indagini puntuali ed approfondimenti di dettaglio, per i quali ci si è avvalsi di competenze specialistiche. Allo scopo è stato redatto lo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.), elaborato secondo una struttura che ricalca consolidati schemi presenti in letteratura e a loro volta desunti dalle normative in vigore. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 4

7 1.1 Presentazione dell azienda La Ditta Troilo s.r.l. è un azienda a conduzione familiare operante dal lontano 1967 come cava di calcare e dal 1972 nel settore della frantumazione e vagliatura del materiale inerte. Attualmente la Ditta è autorizzata, oltre che per l attività di cava, anche per la messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi, che si svolge nello stesso sito di cava. L area di interesse della cava si sviluppa su di una superficie di 17 ha, su particelle catastali tutte appartenenti al Foglio 55 del Comune di Putignano; la Ditta si occupa dell estrazione di pietra calcarea dalla quale ricava inerti di varia pezzatura destinati alla messa in riserva ed alla successiva vendita al pubblico o al riutilizzo immediato per la produzione di calcestruzzo, tramite l impianto di betonaggio presente all interno della stessa area di cava. L azienda si occupa, altresì, anche dell attività di trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi, prevalentemente terre e rocce da scavo ovvero rifiuti provenienti dalle demolizioni e costruzioni nei cantieri edili. La cava era condotta in precedenza dalla Ditta F.lli Troilo snc, che nel 1985 richiedeva, ai sensi della L.R. 37/85, l autorizzazione alla prosecuzione della coltivazione mineraria; successivamente, con Decreto dell Assessore all Industria n. 23/Min del 3 Maggio 1991, veniva rilasciata alla Ditta Troilo Nicola & C. snc, l autorizzazione alla coltivazione mineraria sui terreni di proprietà della Ditta stessa. Con Decreto dell Assessore dell Ufficio Minerario della Regione Puglia 88/Min. del 05/12/1995 veniva trasferito il titolo autorizzativo a favore della società Troilo srl. Successivamente, la stessa ditta otteneva la iscrizione al registro provinciale delle imprese esercenti l attività di recupero rifiuti non pericolosi (iscrizione n. 239 del 22/9/1999). Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 5

8 Con Determinazione n. 100 del 06/09/2005 del Servizio Rifiuti della Provincia di Bari, l iscrizione al registro provinciale veniva rinnovata per le tipologie individuate nell allegato 1 sub allegato 1 del D.M. 05/02/1998 ai sensi e per gli effetti dell art. 33 del D.L. n. 22/97. Con tale Determinazione, dunque, la Ditta risultava autorizzata al recupero di t/a per tali quantità e tipologie indicate. Nell anno 2007, la Ditta richiedeva, con note del 10/04/2007 e del 20/09/2007, l incremento della quantità massima di rifiuti trattabili, riferiti esclusivamente alle tipologie: 7.1 da t/a a t/a (Codici CER , , , , , , , ) 7.6 da 5 t/a a 100 t/a (Codici CER , ) con conseguente variazione della quantità complessiva di rifiuti da trattare di t/a; tale variazione veniva autorizzata con Determinazione n. 53 del Servizio Rifiuti della Provincia di Bari. Con note rispettivamente del 03/12/2008 e del 26/10/2009, la stessa ditta richiedeva, altresì, l integrazione dell iscrizione all Albo dei gestori dei rifiuti per le seguenti tipologie: 7.31 bis ( t/a) (Codice CER ) 13.1 (150 t/a) (Codici CER , , , , ) 13.2 (150 t/a) (CER , , , , , ) e la variazione della quantità di rifiuti da trattare per un quantitativo complessivo di t/a di cui t/a per l attività di recupero R5 (con limite delle 10 t/g). Tale integrazione veniva autorizzata con Determinazione Dirigenziale n. 7 del 20/01/2010 del Servizio Rifiuti della Provincia di Bari. In seguito a tale Determina, quindi, attualmente la Ditta è autorizzata a trattare le tipologie di rifiuti con le relative quantità: Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 6

9 Punto del D.M. 05/02/ Codici CER corrispondenti Quantità annua (t) Autorizzata Quantità massima stoccabile (t) Attività di recupero (messa in riserva R13 e recupero R5) Quantità annua avviata a recupero (max 10 t/a) R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R R R13 R R13 R R13 R R R R13 R5 10 Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 7

10 Segue tabella Punto del D.M. 05/02/ Codici CER corrispondenti Quantità annua (t) Autorizzata Quantità massima stoccabile (t) Attività di recupero (messa in riserva R13 e recupero R5) Quantità annua avviata a recupero (max 10 t/a) R13 R R13 R R R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R bis R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R5 150 Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 8

11 Invece, con il progetto in oggetto, l incremento quantitativo richiesto relativo alle operazioni di recupero R5 è riportato nella seguente tabella: Punto del D.M. 05/02/ Codici CER corrispondenti Quantità annua (t) Autorizzata Quantità massima stoccabile (t) Attività di recupero (messa in riserva R13 e recupero R5) Quantità annua da avviare a recupero R R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R R R13 R R13 R R13 R R R R13 R5 10 Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 9

12 Punto del D.M. 05/02/ Codici CER corrispondenti Quantità annua (t) Autorizzata Quantità massima stoccabile (t) Attività di recupero (messa in riserva R13 e recupero R5) Quantità annua da avviare a recupero R R13 R R13 R R R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R bis R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R R13 R5 150 Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 10

13 Con Determinazione Dirigenziale del Servizio Ambiente e Rifiuti della Provincia di Bari n. 584 del 03/09/2010 l autorizzazione al trattamento ed al recupero dei rifiuti non pericolosi è stata rinnovata per altri 5 anni, tramite fermo restando i limiti per le quantità da trattare e recuperare precedentemente citati. Per completezza espositiva, si riportano di seguito i pareri e le autorizzazioni in possesso della stessa Ditta Troilo relativamente all attività di cava: Parere igienico sanitario relativo all attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi prot. N. 1181/IP del 02/08/2004; Determinazione Dirigenziale del Settore Ecologia Regione Puglia n. 635 dell 11/ parere favorevole di VIA per l ampliamento della cava di calcare come approfondimento della coltivazione della cava e come area di pertinenza non interessata da scavi (circa 1 ha per le particelle 114, 115 e 254 del Foglio 55 del Comune di Putignano); Determinazione Dirigente del Servizio Attività Estrattive n. 147 del 23/10/2009 Autorizzazione ampliamento cava di calcare. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 11

14 2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Nel presente capitolo è riportata una sintesi del quadro di riferimento programmatico, che fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l'opera progettata e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale. 2.1 Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (P.U.T.T.) Ambiti territoriali Estesi - A.T.E. L impianto di trattamento ricade in ambito esteso di valore distinguibile C - ove sussistono condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti. Considerando che: l impianto di trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi è già esistente ed in attività, gli interventi previsti sono di potenziamento della quantità di rifiuti recuperati, ai sensi della normativa vigente, si può concludere che gli interventi di adeguamento sono perfettamente coerenti con gli indirizzi di tutela e con le prescrizioni di base elencate dal PUTT per gli Ambiti Territoriali Estesi di valore distinguibile C, in quanto sono di completamento di un impianto esistente e progettate nel rispetto delle prescrizioni dettate. Ambiti territoriali distinti- A.T.D. Nel seguito si riporta la verifica della vincolistica presente nell area di interesse, intendendo con essa sia il sito interessato direttamente dal progetto che l area vasta di pertinenza. I risultati sono riportati anche sotto forma grafica, come si può evincere dagli elaborati Allegati al Quadro di Riferimento Programmatico tavv , nei Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 12

15 quali sono evidenziati i singoli vincoli di cui si compongono i tre Sistemi costituenti gli Ambiti Distinti. In tutta l area interessata dall intervento non esistono vincoli di cui alla L.N. 1497/39; vincoli di cui alla L. 431/85 Decreti Galasso; vincolo idrogeologico; Boschi, Macchie, Biotipi, Parchi e Catasto grotte e relative aree annesse; Idrologia superficiale; aree destinate ad usi civici; vincoli faunistici; Tutto il territorio comunale di Putignano è inserito nel vincolo Zona Trulli. L art.2.05 individua i piani urbanistici territoriali tematici di secondo livello, tra questi al punto 6.4. viene perimetrata l area "Valle dei Trulli". Nell area dell impianto in oggetto e nelle immediate vicinanze non si riscontra la presenza di dette emergenze, in particolare l'intervento è posto all interno delle aree recintate di una cava attiva, non coinvolge l'ambito territoriale significativo caratterizzato dal particolare habitat della zona a trulli, comunque distante dalla zona d'intervento. Pertanto, l'intervento non ha interferenze né è in contrasto con le direttive e le prescrizioni di base previste dall'art. 6.4 delle N.T.A. del PUTT relativamente al vincolo della zona "Valle dei Trulli" e a tutti gli Ambiti Distinti. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 13

16 2.2 Gestione dei rifiuti speciali nella Regione Puglia Aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali nella Regione Puglia L impianto rispetta i requisiti di localizzazione poiché conforme ai gradi di prescrizione di tutti i fattori ambientali previsti per gli aspetti considerati dal Piano. Infatti, in riferimento agli Aspetti strategico/funzionali, si specifica che la delocalizzazione dell impianto (con grado di prescrizione - Vincolante) dalla sua posizione attuale a quella in zona di tipo D (come su descritto punto 3) non è una soluzione applicabile per i seguenti motivi: l impianto è già esistente e dotato di tutte le autorizzazioni necessarie; incompatibilità con il PRG del comune di Putignano che ai sensi dell art. 68 delle N.T.A. nelle suddette aree (tipizzate come Area Produttive D) vieta: in tutti i casi, le attività inerenti la manipolazione, lo stoccaggio, il riciclaggio e lo smaltimento di rifiuti di qualsiasi genere; la ubicazione in zona E agricola non è escludente; la delocalizzazione dell impianto di trattamento e recupero del materiale di cava in zona industriale, rispetto alla presenza in zona agricola ma in un sito di cava attiva porterebbe solo un notevole aumento degli impatti negativi sull ambiente connessi: al trasporto/traffico veicolare; alla movimentazione di polveri in un area aggiuntiva e diversa da quella di cava, danneggiando le attività esistenti limitrofe; al rumore, danneggiando anche in questo caso le attività esistenti limitrofe; gli interventi in oggetto previsti per l impianto non sono da valutarsi come ampliamenti e varianti sostanziali proposte in quanto l art. 5 comma l-bis del D.Lgs. 152/06 riporta la definizione di modifica sostanziale come: la Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 14

17 variazione di un piano, programma o progetto approvato, comprese, nel caso dei progetti, le variazioni delle loro caratteristiche o del loro funzionamento, ovvero un loro potenziamento, che possano produrre effetti negativi significativi sull'ambiente Nel caso in esame, l aumento della quantità di recupero (R5) richiesto dalla Ditta Troilo srl non si configura né come un ampliamento nè tantomeno come una variante sostanziale, poiché la richiesta si basa sulla possibilità di recuperare un quantitativo di materiale di cui la ditta è già autorizzata alla messa in riserva pertanto sarebbe già disponibile (quindi non si tratta di un ampliamento). Inoltre, l aumento della quantità di materiale da recuperare, sicuramente riduce gli effetti negativi sull ambiente, in quanto il materiale in riserva verrebbe recuperato direttamente presso il sito e non in altri stabilimenti riducendo trasporti, ed altri effetti avversi correlati alla produzione di polveri, quindi il Piano di Gestione dei Rifiuti non sarebbe applicabile; come richiesto dal Piano sono previste e già adottate idonee misure di mitigazione e compensazione (cfr. Quadro di Riferimento Ambientale). Pertanto, si può concludere che l impianto è coerente con il Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali e il suo Aggiornamento. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 15

18 2.3 Piano Regionale di qualità dell aria Il territorio del comune di Putignano (figura seguente) rientra in zona D Mantenimento, con valori di qualità dell aria non critici. Quindi a livello di Piano di Qualità dell Aria l ambito comunale rientra in una zona non particolarmente inquinata, ove non si rilevano valori di qualità dell aria critici ed insediamenti industriali di rilievo. Considerato che, come verrà esplicitato in seguito, i valori di polveri immessi in atmosfera dall impianto sono abbondantemente inferiori ai limiti previsti dalla norma, la presenza dell impianto è compatibile con le indicazioni del Piano. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 16

19 2.4 Piano di Bacino della Puglia, stralcio Assetto Idrogeologico (PAI) L area di intervento non è interessata da Area a Pericolosità da frana è, invece, in parte interessata dalle perimetrazioni previste dal PAI, come Aree a Bassa Probabilità di inondazione (cfr. anche Allegati al Quadro di Riferimento Programmatico tav ). Per tale motivo il proponente ha provveduto a presentare all Autorità di Bacino della Regione Puglia uno Studio di Compatibilità Idrologica ed Idraulica sul quale la stessa AdB ha espresso parere di compatibilità, con le prescrizioni consistenti nella realizzazione di sistemi atti a mitigare gli effetti potenzialmente negativi connessi alla presenza di una pericolosità di allagamento sulle aree interessate dall attività di cava. Il proponente, seguendo direttamente le indicazioni dei tecnici dell AdB, ha provveduto a realizzare un canale in cls, a protezione dell area di cava e degli impianti presenti, dotato di un misuratore di livello collegato direttamente ad un avvisatore sonoro ed acustico per garantire la salvaguardia e sicurezza degli operatori. Gli interventi di ampliamento dell impianto di trattamento e recupero si sviluppano in un area totalmente esterna alla perimetrazione dell area inondabile BP. Inoltre, dallo studio della cartografia (cfr. anche Allegati al Quadro di Riferimento Programmatico tav ) delle aree a rischio, il sito di intervento (zona da sistemare per il nuovo impianto di trattamento e recupero) non è interessato da alcun vincolo. Dalla consultazione della Carta Idrogeomorfologica della Regione Puglia, redatta di recente dall Autorità di Bacino, valutata favorevolmente in linea tecnica dalla Regione nel mese di novembre 2009 ed in corso di definitiva approvazione, si evince che l area di intervento è situata a ridosso di un corso d acqua nella zona a ovest. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 17

20 Occorre anche precisare che, a prescindere dalla tipologia di materiale stoccato, la richiesta dell aumento dei quantitativi da recuperare con l attività R5 è estesa alla quantità di rifiuti non pericolosi di cui la ditta è già autorizzata per la messa in riserva con l attività R13 ( t/a), quindi nell area di impianto non si verificherà alcun aumento di cumuli di materiali e, di conseguenza, nessuna modifica alla perimetrazione delle aree inondabili. Al contrario, il recupero di tutta la quantità di materiale autorizzata alla messa in riserva ridurrebbe notevolmente i tempi di stazionamento e, quindi, i volumi di accumulo a vantaggio della sicurezza idraulica. Concludendo, l aumento di potenzialità dell impianto di trattamento e recupero, oggetto della presente relazione: riguarda un area esterna all area inondabile su descritta, non ha interferenze con il corso d acqua obliterato, per cui è stato già redatto un apposito studio di compatibilità idrologica ed idraulica, il recupero di tutta la quantità di materiale autorizzata alla messa in riserva ridurrebbe notevolmente i tempi di stazionamento e, quindi, i volumi di accumulo a vantaggio della sicurezza idraulica, quindi si può affermare che l intervento è compatibile con il P.A.I. e non ci saranno modifiche che potranno influenzare le previsioni e le indicazioni del P.A.I. stesso. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 18

21 2.5 Piano di Tutela delle Acque Dall analisi delle tavole allegate al suddetto piano, è emerso che l intervento non interessa alcuna area tra quelle individuate dal Piano come Zona di protezione speciale idrologica. In merito alle Aree di vincolo d uso degli acquiferi, inoltre, si riscontra che il sito oggetto di studio non ricade tra le Aree vulnerabili da contaminazione salina. Si conclude, pertanto, che il progetto non presenta alcun elemento di contrasto con il Piano di Tutela delle Acque. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 19

22 2.6 Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E.) L impianto in oggetto è sito all interno dei confini di proprietà di una cava attiva, infatti il PRAE ne individua i contorni identificandolo come Bacino n.85 - BC, Bacino di Completamento. L impianto di trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi è coerente con le indicazioni del PRAE in quanto: l impianto è già esistente e con tutte le autorizzazioni necessarie; all art. 28 delle norme tecniche - Uso dei materiali di scarto, comma 1, il materiale di scarto, fatta salva la gestione dei rifiuti ai sensi del D.Lgs.117/2008, dovrà di norma essere sistemato nell area di cava durante ed al termine della coltivazione, oppure portato in deposito nei siti indicati dai relativi piani di coltivazione oppure essere valorizzato come sottoprodotto per usi diversi; l area di impianto ricadendo in una zona classificata come calcari e calcari dolomitici, stratificato o in banchi, variamente fratturati, risulta priva di aree di possibile intensa fratturazione, di aree di possibile estrazione di pietra ornamentale e di aree destinate a Piani Particolareggiati. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 20

23 2.7 Siti d importanza Comunitaria (SIC) Zone a protezione speciale (ZPS) Aree Naturali Protette L impianto in oggetto (Allegato al Quadro di Riferimento Programmatico: tav 1.3) non interferisce con tali aree vincolate, in quanto non rientra in nessuna zona destinata a Sito d'importanza Comunitaria (SIC) e Zone a protezione speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva 79/409 CEE. Dallo studio della cartografia nella quale sono indicati i vincoli relativi alle aree protette e la localizzazione dell area oggetto d intervento rispetto ad essi, si evidenzia la perfetta compatibilità della presenza dell impianto con le suddette aree. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 21

24 2.8 Piano Regolatore Generale del Comune di Putignano Dalla consultazione dallo strumento urbanistico comunale vigente, si evince come l area di intervento (attività di cava) comunque preesistente (risalente al 1967) è inquadrata nella zonizzazione come: E.1 Area Agricola-Produttiva. Il Comune di Putignano ha espresso parere urbanistico favorevole; infatti, con nota n /2010 del il Dirigente della III a Ripartizione Urbanistica del Comune di Putignano esprime Parere di Compatibilità urbanistica dell impianto di trattamento e recupero di rifiuti speciali non pericolosi con lo strumento urbanistico comunale vigente. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 22

25 2.9 Compatibilità con i vincoli presenti sul territorio L area di intervento non ricade in aree protette ex lege regionale n. 19/97 ( Norme per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione ), né statali ex lege n. 394/91 ( Legge quadro sulle aree protette ). L area non è interessata da vincoli rivenienti dalla Legge n 1089 del ( Tutela delle cose d interesse storico ed artistico ), né su di essa prospettano immobili di interesse storico o artistico. L area non è gravata da vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. n del ( Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e terreni montani ). L area non è interessata da vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 490/99, già ex lege 1497/39. In conclusione, l intervento è compatibile con i vincoli presenti sul territorio. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 23

26 3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Nel presente capitolo si fornisce una breve descrizione dell intervento progettuale L impianto di trattamento, situato a circa 4 km dal centro di Putignano, si trova all interno di una cava di 17 Ha in attività dal lontano1967; nel 1972 viene inserito il primo impianto di frantumazione e vagliatura, adibito al trattamento del materiale cavato. In particolare, l azienda è sita in località Macchia Rotonda di Putignano, in posizione ottimale grazie al sistema viario rappresentato dalla S.S. 172 Putignano Alberobello prima e dalla Strada Comunale Corcione dopo, fino all accesso al sito. Catastalmente, la cava è collocata nella unità catastale del Comune di Putignano, al Foglio n. 55 particelle: 110, 112, 113, 120, 130, 308, 309, 310, 311, 312, 321, 347, 369, 370, 372, 373, 374, 375, 379, 380, 388, 398, 400, 402, 403, 407, 408, 432, 559, 560, 561, 562, 565, 567, 570 e, per quanto riguarda il recente ampliamento, Foglio 55 particelle 114, 115, 254. Il solo impianto di trattamento incide esclusivamente sulla particella 112 sempre del Foglio 55. All interno dell area di cava si svolgono le seguenti attività: produzione di materiali inerti per l edilizia frantumati e lavorati ottenuti dalla coltivazione mineraria della cava; produzione di materiali inerti per l edilizia ottenuti dal recupero di rifiuti non pericolosi trattati (categorie prevalenti CER terra e rocce da scavo, CER rifiuti misti di demolizione e costruzione,ecc.); produzione di calcestruzzo. Pertanto sono presenti nell area di cava due tipologie di impianti: impianto di riciclaggio rifiuti non pericolosi (prevalentemente inerti da demolizione e costruzione); impianto di betonaggio per la produzione di conglomerato cementizio. Attualmente la Ditta, iscritta all Albo dei gestori dei rifiuti dal 1999 (iscrizione n. 239), è autorizzata alla messa in riserva (attività R13) di t/a di rifiuti non Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 24

27 pericolosi ed a recuperarne massimo t/a, mediante operazione di cui all allegato C, lettera R5, della parte IV del D.Lgs. 152/06. Con il presente progetto l azienda intende recuperare tutto il volume di materiale autorizzato alla messa in riserva. All uopo, infatti, ha acquistato un nuovo impianto di frantumazione e vagliatura da utilizzare esclusivamente per il recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione che giungono dall esterno, mentre il vecchio frantumatore sarà usato solo per la frantumazione del materiale cavato. L area aziendale è articolata in più settori separati ciascuno dei quali dotato di una propria autonomia funzionale, sia per l organizzazione del lavoro sia per le diverse tecnologie impiegate (cfr. allegati al Quadro di Riferimento Progettuale). In particolare sono distinguibili i seguenti comparti: reception; piazzale con area per la pesatura dei mezzi in ingresso/uscita; area di cava; area di stoccaggio dei rifiuti non pericolosi; impianto di frantumazione inerti (vecchio); area da sistemare per il nuovo impianto di frantumazione inerti; impianto per la produzione di calcestruzzo; uffici. L area adibita allo stoccaggio dei rifiuti è pavimentata in cemento ed è asservita da griglia di captazione che convoglia le acque meteoriche in due apposite vasche di raccolta riutilizzate in loco nell impianto per il lavaggio mezzi e l abbattimento polveri. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 25

28 Nel seguito sono descritte in dettaglio le fasi di lavorazione delle varie attività in questione e gli interventi di adeguamento da effettuarsi per l aumento di potenzialità dell impianto relativamente alla fase di recupero. Per il trattamento e riciclaggio dei rifiuti non pericolosi vengono effettuati processi tecnologici che trasformano i rifiuti mediante operazione di cui all allegato C, lettera R5, della parte IV del D.Lgs. 152/06, derivanti dalle attività di costruzione e demolizione che avvengono nei cantieri esterni, in inerti da costruzione di varie pezzature pronti per la vendita al pubblico e riutilizzabili nel settore edilizio (sottofondi stradali, o altri utilizzi). Il materiale ottenuto dalla fase di recupero R5 risponde ai requisiti tecnici fissati dalla UNI e dal CEN (norma CEN 13242) per la marcatura CE degli aggregati recuperati. Fasi di processo Lo schema di funzionamento del processo prevede 3 fasi operative da realizzare in sequenza: Fase 1. accettazione, registrazione, pesatura, scarico e stoccaggio; Fase 2. frantumazione e vagliatura; Fase 3. stoccaggio materiale recuperato; A queste fasi principali, strettamente legate al solo recupero dei rifiuti non pericolosi, si aggiungono le seguenti fasi accessorie: Fase 4. eliminazione rifiuti non idonei; Fase 5. alimentazione impianto; Fase 6. separazione frazione ferrosa; Fase 7. eliminazione frazioni leggere; Fase 8. separazione granulometrica; Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 26

29 Fase 9. formazione di cumuli in base alle diverse granulometrie; Fase 10 trasporto su automezzo e conferimento ad impianti autorizzati FASE 1 ACCETTAZIONE DEI RIFIUTI Ingresso automezzi Registrazione Pesatura Scarico Stoccaggio temporaneo FASE 2 FRANTUMAZIONE E VAGLIATURA FASE 3 CLASSIFICAZIONE E STOCCAGGIO MATERIALE RECUPERATO della parte eccedente di rifiuti non recuperabile. Figura 3.1. Schema di produzione Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 27

30 FASE 1. ACCETTAZIONE All arrivo dell automezzo all ingresso dell impianto il carico viene accettato tramite semplice controllo visivo diretto e/o con l ausilio di videocamere. Lo scarico dei materiali avviene nella zona di stoccaggio accumulando i materiali in funzione della composizione prevalente (laterizi, materiali lapidei, cementiti, gres porcellanato, misti, eventuali frazioni indesiderate). L automezzo che giunge all impianto scarica direttamente il materiale ribaltando il cassone o aprendone il fondo o movimentandolo con l ausilio del braccio meccanico dell automezzo. Durante questa fase di scarico è possibile un ulteriore controllo che consente di rigettare il materiale in ingresso se non rispecchia le tipologie trattabili dall impianto. FASE 2. FRANTUMAZIONE E VAGLIATURA La fase 2 inizia con la movimentazione dei materiali dalla zona di stoccaggio alla tramoggia di carico dell impianto tramite pala meccanica gommata. Nell impianto avvengono la frantumazione mediante mulini meccanici, la separazione delle frazioni leggere mediante apparecchiature meccaniche e la vagliatura meccanica del prodotto all uscita dell impianto. FASE 3. CLASSIFICAZIONE E STOCCAGGIO La fase di classificazione consta nello stoccaggio in cumuli dei materiali suddivisi in base alla granulometria pronti per la vendita diretta e quindi al riutilizzo nel mercato edilizio. Successivamente il materiale riciclato viene caricato sui mezzi di trasporto verso i luoghi di riutilizzo. Attrezzature utilizzate nel ciclo produttivo Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 28

31 Le attrezzature utilizzate ed il ciclo produttivo messo in atto ai fini della produzione di inerti nelle diverse granulometrie, ottenuta dalla frantumazione dei materiali, si articola nelle seguenti fasi tutte a cielo aperto, mediante un impianto fisso di frantumazione: 1 Trasporto del materiale e/o rifiuto da frantumare dall'area di deposito agli impianti (avviene con autocarri, ecc., attraverso vie di transito interne all'area); 2 Scarico del materiale in tramoggia di carico atta a ricevere dal mezzo meccanico, pala o escavatore o autocarro, il materiale e distribuirlo nella giusta dose al frantoio attraverso l'alimentatore a piastre e il vaglio sgrossatore vibrante; 3 vaglio sgrossatore preposto alla vagliatura del materiale affinché le parti fini di natura a volte scadenti, non passino nel frantoio e vengono scartate e accumulate a parte con nastro trasportatore; 4 Frantoio ad urto, nel quale sono immesse tutte le pezzature di qualsiasi materiale si voglia frantumare; 5 Deferrizzatore a magneti permanenti che scorpora dal frantumato le componenti metalliche (ferro da calcestruzzo, ecc.); 6 Nastro trasportatore del misto frantumato all'unità di vagliatura; 7 Unità di vagliatura per la selezione e la miscelazione dei materiali frantumati; 8 Silos per il contenimento del materiale proveniente dall'unità di vagliatura; 9 Nastro trasportatore di messa a cumulo materiale di sottogriglia; 10 Nastro trasportatore di materiale proveniente dalla selezione al gruppo di frantumazione secondaria; 11 Silos per il contenimento del materiale proveniente della selezione e destinato alla frantumazione secondaria; 12 n. 3 mulini a martelli per la frantumazione del materiale proveniente dalla selezione 13 Nastro trasportatore di messa a cumulo del materiale frantumato; Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 29

32 14 Dispositivo per la nebulizzazione dell'acqua per consentire l'abbattimento della polvere durante la frantumazione; I prodotti finali del ciclo produttivo (sia di materia prima proveniente da cave che di rifiuti riciclati) sono costituiti da inerti selezionati nelle granulometrie e tipologie appresso indicate: Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 30

33 3.1 Descrizione del progetto Nell ambito della richiesta di aumento di potenzialità dell impianto di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi, la Ditta Troilo srl intende sistemare una zona interna all area di cava, nei pressi dell ingresso, in vista dell eventuale incremento del quantitativo di materiale recuperabile. Infatti, la Ditta ha programmato di riservare un area adiacente all ingresso esistente, dove ad oggi vengono stoccati i blocchi di calcestruzzo prodotti dall impianto di betonaggio, esclusivamente per lo stoccaggio dei rifiuti provenienti dall esterno e del materiale già frantumato pronto per essere venduto al pubblico. Tale piazzale di stoccaggio, di estensione di circa 800 m 2, è situato in prossimità dell imboccatura superiore del nuovo impianto di frantumazione, acquistato recentemente dalla Ditta con l intenzione di utilizzarlo solo per il recupero del materiale trattato. L area in questione verrà dotata di una pavimentazione impermeabile con sottofondo in materiale inerte, soletta in conglomerato cementizio e impermeabilizzazione con guaina ed organizzata e attrezzata così come indicato nella figura seguente (cfr. anche allegati grafici al Quadro di Riferimento Progettuale). Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 31

34 Figura 3.2.Panoramica dell area di cava In prossimità del nuovo ingresso verrà posta una nuova pesa collegata direttamente con l ufficio dell ingresso principale, allo scopo di consentire il controllo dei mezzi in ingresso ed uscita, senza interferire con le altre attività di cava. Dalla parte opposta verrà realizzato un ingresso riservato esclusivamente alla Ditta, dal quale gli operatori potranno accedere con i muletti e/o con le pale caricatrici per la movimentazione/carico del materiale e. In base alla pendenza dell area, è prevista la disposizione di una griglia di captazione, per convogliare le acque meteoriche di dilavamento del piazzale verso una vasca di raccolta (cfr. figura seguente). L acqua accumulata verrà riutilizzata in azienda per il lavaggio dei mezzi e/o per la bagnatura delle piste interne. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 32

35 Figura 3.3 Particolare della sistemazione della nuova area di trattamento Per l aumento della capacità produttiva e per il miglioramento qualitativo del processo di riciclaggio dei rifiuti non pericolosi è stato già installato un nuovo frantumatore e vagliatore di marca Continental Nord, acquistato nel 2007, ma allo stato attuale non operativo a causa dell esiguità del volume di inerti trattato. Tale impianto garantirà, invece, il riciclaggio della totalità del volume di rifiuti trattati, riducendo così la quantità di materiale cavato sottratto alla natura e i viaggi verso gli impianti limitrofi per la conclusione del ciclo del riciclaggio. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 33

36 3.2 Analisi delle alternative progettuali Si tratta di una fase fondamentale dello Studio di Valutazione di Impatto, in quanto la presenza di alternative è un elemento fondante dell intero processo di VIA. Le alternative di progetto possono essere distinte per: alternative strategiche; alternative di localizzazione; alternative di processo o strutturali; alternative di compensazione o di mitigazione degli effetti negativi; dove: per alternative strategiche si intendono quelle prodotte da misure atte a prevenire la domanda, la motivazione del fare, o da misure diverse per realizzare lo stesso obiettivo; le alternative di localizzazione possono essere definite in base alla conoscenza dell ambiente, alla individuazione di potenzialità d uso dei suoli, ai limiti rappresentati da aree critiche e sensibili; le alternative di processo o strutturali passano attraverso l esame di differenti tecnologie, processi, materie prime da utilizzare nel progetto; le alternative di compensazione o di mitigazione degli effetti negativi sono determinate dalla ricerca di contropartite, transazioni economiche, accordi vari per limitare gli impatti negativi. Oltre a queste possibilità di diversa valutazione progettuale, esiste anche l alternativa zero coincidente con la non realizzazione dell intervento che, nel caso in esame, coincide con la conferma delle potenzialità attuali senza la possibilità di effettuare il recupero di tutto il materiale autorizzato alla messa in riserva. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 34

37 Nel caso in esame, tutte le possibili alternative sono state ampiamente valutate e vagliate nel corso della redazione del SIA; tale processo ha condotto alla soluzione che ha fornito il massimo rendimento con il minore impatto ambientale. Le alternative di localizzazione sono state affrontate in funzione di quanto prescritto dal Piano di gestione dei rifiuti della Regione Puglia per valutare la idoneità del sito ad accogliere l impianto. L idoneità del sito si manifesta per alcune peculiarità fondamentali per un impianto di trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi, ossia: - è totalmente al di fuori dall abitato della città ed ad una distanza tale (4 km) da non determinarne interferenza a livello di rumori, polveri ed impatto visivo; - è dotato di infrastrutture viarie compatibili con il volume di traffico generato dal funzionamento dell'impianto; - è inserito in zona agricola del vigente PRG del Comune di Putignano, che vieta d altronde la localizzazioen in zona industriale; - è compatibile con la localizzazione prevista dal Piano di Gestione dei Rifiuti e inoltre idoneo dal punto di vista vincolistico ed ambientale. Ad ogni modo, il confronto tra la installazione nell attuale sito rispetto ad una ipotetica delocalizzazione in zona industriale è stata effettuata anche sottoforma matriciale, in maniera da valutarne ed esaltarne le differenze. Si può anticipare sin d ora che, come prevedibile, la eventuale delocalizzazione nella zona industriale più vicina, aumenterebbe notevolmente gli impatti di polveri, rumore e trasporti. Al contrario, la richiesta di ampliamento del recupero in questione ridurrebbe l impatto ambientale rispetto allo stato di fatto, sia per quanto riguarda il traffico veicolare degli automezzi verso le discariche o gli altri impianti sia, soprattutto, per quanto concerne la coltivazione mineraria della cava, favorendo l azione del Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 35

38 recupero in linea con la normativa oltre che con le finalità di salvaguardia ambientale. Tale vantaggio verrà illustrato in maniera più approfondita nel seguito, nel paragrafo relativo alle matrici di impatto ambientale. Appurata la idoneità della localizzazione del sito esistente, è stata effettuata l analisi delle alternative di processo o strutturali riguardanti, oltre che la forma, anche altri aspetti correlati ed interagenti come la configurazione planimetrica ottimale, gli standard funzionali, le tipologie di rifiuti trattati e le strutture a disposizione, i materiali e le tecniche costruttive. La valutazione dei suddetti aspetti, come si è visto in precedenza, ha condotto alla scelta della riorganizzazione degli spazi dell impianto che rende il maggior beneficio economico con il minor risparmio ambientale. Da questo punto di vista alternative progettuali non sussistono in quanto l impianto, allo stato attuale, è già in grado di sopperire alla richiesta in questione vista la potenzialità attuale di t/g. In particolare, la scelta delle caratteristiche delle apparecchiature e delle opere annesse è stata frutto di un processo che ha condotto all utilizzo delle migliori tecnologie disponibili sul mercato, in vista di un aumento delle potenzialità dell impianto. La richiesta di per sè può essere configurata come un alternativa di compensazione e/o di mitigazione, in quanto risulta indispensabile ai fini della riduzione delle potenziali interferenze sulle componenti ambientali per quanto concerne, in particolare, la componente traffico e soprattutto per il risparmio ambientale riguardante la riduzione dell attività di coltivazione della cava; quest ultime sono state valutate e descritte nel capitolo dell analisi degli impatti ambientali. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 36

39 4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nel presente capitolo si riporta una sintesi del Quadro di Riferimento Ambientale, in cui i contenuti sono stati acquisiti con un approccio attivo, derivante sia da specifiche indagini, concretizzatesi con lo svolgimento di diversi sopralluoghi, che da un approfondito studio della bibliografia esistente e della letteratura di settore. 4.1 Ambiente fisico Impatto potenziale sull ambiente fisico In fase di cantiere Generalmente i principali impatti attesi a carico della componente atmosferica sono dovuti alle produzioni significative di polveri nell aria in seguito al trasporto ed alla movimentazione di materiali ed all uso dei macchinari e delle attrezzature di cantiere; nel caso in oggetto contemporaneamente alle lavorazioni di cantiere, che come detto non richiederanno alcun approvvigionamento di mezzi e materiali, si svolgeranno le normali attività di cava, che hanno una produzione di polveri certamente maggiori di quelle prodotte che verranno prodotte dalle operazioni di cantiere. Quindi, l impatto sulla componente atmosfera in fase di cantiere tiene conto della sovrapposizione delle attività di cava e di funzionamento del vecchio impianto di trattamento, che non sospenderanno le attività in quanto non interferenti. Per il solo cantiere, definibile di piccole dimensioni (circa 1500 m 2 ), è stata stimata una diffusione delle polveri per una fascia di interferenza larga circa 110 m. Considerato che il vento prevalente è quello proveniente da nord-ovest, la zona maggiormente interessata dalle polveri sarebbe quella a sud-est, cioè all interno della depressione della cava. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 37

40 Nella zona posta a nord-ovest, invece, non ci sono recettori sensibili, come siti residenziali o altro. Per le motivazioni precedenti tali attività, effettuate nell ambito dell area di cava, sono certamente trascurabili rispetto alle altre pertanto l impatto prodotto in fase di cantiere è da ritenersi lieve e di breve durata. In fase di esercizio L impianto di trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi in oggetto determina potenziali impatti sulla qualità dell aria attraverso le seguenti attività che generano emissioni in atmosfera: Mezzi e macchinari in movimento; Frantumazione di inerti; Produzione di calcestruzzo; Stoccaggio di inerti. Al fine di valutare i valori di emissioni la ditta Trolio ha incaricato l azienda Euroambiente srl di certificare i valori di emissioni all interno dell area di impianto. Il certificato rilasciato in data 5 luglio 2010, riporta che i valori di concentrazione di polveri rispettano ampiamente i valori limite stabiliti dalla Determina della Regione Puglia n. 156 del 13/09/2002. In più c è da evidenziare come i valori notevolmente al di sotto di quelli limite sono stati rilevati nelle condizioni a regime (impianto già dotato del secondo frantumatore) in un periodo dell anno (mese di luglio) a maggiore concentrazione di polveri rilevabili dai recettori interni alla cava, per effetto della bassa piovosità e umidità, oltre che calma dei venti. Con la richiesta dell aumento del materiale di recupero, il frantumatore opererà certamente per una durata maggiore, ma non potrà andare oltre la propria capacità massima. Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 38

41 Questo significa che, nelle condizioni di progetto, i valori di punta delle concentrazioni delle polveri, sempre in mg/nm 3, non potranno che essere al massimo pari a quelli già rilevati, quindi continueranno ad essere molto al di sotto dei valori limite. Inoltre, la ubicazione dell impianto di frantumazione nell area di cava costituisce di per sé già una rilevante azione mitigatrice in quanto il materiale frantumanto, per come è conformato il sito, finirà già a livello del fondo cava limitando notevolmente la diffusione delle polveri. Alla luce delle considerazioni precedenti e delle misure di mitigazione utilizzate nell impianto e nell adiacente cava, le emissioni in atmosfera, contenute nei limiti imposti dalla normativa, producono un impatto lieve e di lunga durata Misure di mitigazione e/o compensazione Per ridurre gli impatti connessi con l innalzamento di polveri e con il traffico veicolare, in fase di cantiere, saranno utilizzati mezzi che rispettino le norme in materia di emissioni, saranno minimizzati i tempi di stazionamento a motore acceso durante le attività di carico e scarico di ogni genere (merci e/o passeggeri) e attraverso una efficiente gestione logistica degli spostamenti, sia in entrata che in uscita. Inoltre, durante le lavorazioni a maggiore produzione di polveri, si provvederà alla bagnatura delle piste usate dagli automezzi, al ricoprimento con teli dei cumuli di terra provvisori ed all utilizzo di mezzi di trasporto dotati di cassoni chiusi. Durante l esercizio dell impianto le emissioni di polveri produrranno da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico, scarico o stoccaggio materiali polverulenti. I sistemi di contenimento e mitigazione dell impatto dovuto alla propagazione delle polveri sono i seguenti: nebulizzare in continuo l inerte all ingresso del frantumarore; Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 39

42 movimentare il materiale in giorni privi di vento; bagnare con frequenza le piste e i cumuli di materiale stoccato (anche mediante il riutilizzo delle acque meteoriche raccolte in vasca). 4.2 Ambiente Idrico Impatto potenziale sull ambiente idrico In fase di cantiere Per quanto riguarda la fase di cantiere, già di per se di modesta entità, tra le opere da realizzare per la risistemazione dell area da destinare al trattamento e recupero dei rifiuti inerti ci sono: soletta in conglomerato cementizio per la pavimentazione dell area e, di conseguenza, per la formazione dei conglomerati, verrà utilizzata acqua, che però sarà già mescolata con l impasto direttamente nell impianto di betonaggio e nelle autopompe di proprietà della Ditta; l acqua in eccesso sarà smaltita attraverso i sistemi di intercettazione e smaltimento tutt ora in funzione all interno dell area d impianto; vasca di raccolta in cemento armato realizzata con le stesse modalità viste per la soletta. È previsto l utilizzo di acqua anche per il lavaggio dei mezzi, per la bagnatura delle aree di stoccaggio e delle terre oggetto di movimentazione, che verrà tutta convogliata e smaltita come già avviene attualmente nel rispetto delle norme sullo smaltimento dei reflui. Per i servizi igienici degli operai verranno utilizzati quelli già presenti nello stabilimento. Lo scarico delle acque nere e fognanti avviene nella fossa biologica di tipo Imhoff per il quale la Ditta è autorizzata, ai sensi della legge 319/76 e della L.R. n. 31 del 02/05/1995, sia dal Comune di Putignano con domanda n. prot che Rev 00 Sintesi non Tecnica pag. 40

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