12. Gli epitomatori di Livio
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- Alessandro Silvestri
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1 12. Gli epitomatori di Livio Il racconto di Valerio Massimo I nove libri di exempla di Valerio Massimo (I secolo d.c.) erano un vasto prontuario di episodi significativi, ripartiti in molte rubriche, ad uso dell oratore, che vi poteva attingere l esempio più adatto a illustrare diversi atteggiamenti morali: in questo caso, il sentimento della pietas religiosa. Valerio Massimo, Dictorum et factorum memorabilium libri IX, I 8, 3 [1] Captis a Furio Camillo Veis, milites iussu imperatoris simulacrum Iunonis Monetae, quod ibi ingenti religione cultum erat, in urbem translaturi ex sede sua movere conabantur. Quorum ab uno per iocum interrogata dea an Romam ire vellet, velle se respondit. [2] Hac voce audita, lusus in admirationem versus est, iamque non simulacrum, sed ipsam ex caelo Iunonem petitam portare se credentes, laeti in ea parte montis Aventini, in qua nunc templum eius cernimus, collocaverunt. [1] Quando Camillo ebbe preso Veio, i soldati per ordine del generale cercavano di spostare la statua di Giunone Moneta dalla sua sede, per portarla in città. La dea, interrogata per scherzo da uno di questi se voleva andare a Roma, ripose di sì. [2] Udita questa voce, il gioco si mutò in meraviglia, e credendo che quella che portavano non fosse una statua, ma Giunone stessa scesa dal cielo, lieti la collocarono in quella parte dell Aventino dove oggi vediamo il suo tempio. 1. iussu: «per ordine», dal sostantivo iussus, us. Monetae: l epiteto Moneta, «che avverte», risale alla radice indoeuropea *men-, mon- «pensare» che è in mens, moneo, memini, monstro, mentior, ed anche in moneta «danaro coniato»: infatti nel tempio di Giunone Moneta c era la zecca di Roma. ingenti religione: «con grande devozione». cultum erat (riferito a simulacrum): «era onorato». in urbem: «a Roma». translaturi: «per trasportarla», participio futuro con valore finale. Quorum ab uno: «E da uno di questi»; notare il nesso relativo. an respondit: «se voleva, rispose che voleva». 2. lusus: «lo scherzo». admirationem: «sorpresa»; i soldati, meravigliati della risposta della statua, la trasportano sull Aventino, certi di spostare non una statua, ma la dea in persona, ovviamente benevola verso i Romani. versus est: «si mutò», dal verbo verto, ere. portare se: «di trasportare», subordinata dipendente da credentes.
2 Utilizzando le note e la nostra traduzione fornisci una tua traduzione del racconto di Valerio Massimo. Il racconto di Nepoziano Nepoziano, Epitome a Valerio Massimo, 9, 4 [1] Furius Camillus Veios cepit iussitque statuam Iunonis Monetae transferri. [2] Unus e militibus per iocum interrogavit simulacrum num vellet ire Romam. Respondit: «Volo». [1] Furio Camillo prese Veio e comandò che la statua di Giunone Moneta fosse portata via. [2] Uno dei soldati per scherzo chiese alla statua se volesse andare a Roma. Quella rispose di sì. 1. Veios: «la città di Veio», antica città dell Etruria. Iunonis Monetae: «di Giunone Moneta». Moneta, ae è l epiteto di Giunone e significa «che avverte» in quanto la dea aveva avvertito (moneo) i Romani di un terremoto imminente. Nel tempio di Giunone Moneta aveva sede la zecca. La radice indoeuropea men-, mon- «pensare» si ritrova in mens, moneo, memini, monstrum, mentior. 2. per iocum: «per gioco»; un soldato chiede per scherzo alla statua della dea se vuole andare a Roma. num: «se», congiunzione che introduce la proposizione interrogativa indiretta. Volo: «Lo voglio». Il gioco si trasforma in un favorevole presagio per i Romani. Utilizzando le note e la nostra traduzione fornisci una tua traduzione del racconto di Nepoziano. Il racconto di Giulio Paride Giulio Paride, Epitome a Valerio Massimo, I 8, 3 Captis a Furio Camillo Veis, Iunonis Monetae simulacrum, cum per iocum a milite interrogatum esset an Romam vellet transferri, velle se respondit. Quando Veio fu presa da Camillo, la statua di Giunone Moneta, interrogata per scherzo da un soldato se volesse essere trasportata a Roma, rispose di sì.
3 Captis Veis: «Essendo stata presa la città di Veio». an: «se», congiunzione che introduce la proposizione subordinata dubitativa. Il riassunto degli epitomatori I tre riassunti, di Nepoziano, Giulio Paride e Valerio Massimo, seguono prevalentemente le regole della «cancellazione» (eliminazione di frasi o parole del racconto liviano che si riferiscono a dettagli ritenuti marginali) e della «generalizzazione» (sostituzione di alcuni elementi con elementi più generali che li includono). Con l aiuto della seguente tabella, rileva nei testi i due procedimenti e valuta la progressiva perdita d informazioni che il passo di Livio subisce nella stesura di Valerio Massimo, e che il passo di quest ultimo subisce nella versione dei suoi due epitomatori. Livio Valerio Massimo Nepoziano Giulio Paride Il contesto Quando ogni ricchezza profana fu portata via da Veio, si iniziò il trasporto dei tesori degli dei e degli dei stessi Lo spirito religioso ma si fece ciò con spirito religioso, e non con l animo di chi va per depredare Il rito di purificazione Giovani scelti tra Captis a Furio Camillo Veis, Furius Camillus Veios cepit Captis a Furio Camillo Veis,
4 i soldati, purificati nei corpi con abluzioni e vestiti di bianco L incarico ebbero il compito di portare a Roma Giunone Regina. milites iussu imperatoris simulacrum Iunonis Monetae [ ] in urbem translaturi ex sede sua movere conabantur. iussitque statuam Iunonis Monetae transferri. Lo stato d animo dei giovani Devotamente entrarono nel suo tempio, con un brivido religioso portarono le mani verso la dea L usanza etrusca perché questa statua secondo i riti etruschi poteva essere toccata solo dal sacerdote di una certa famiglia Scherzo e risposta della dea E quando uno di quelli, o per ispirazione divina o per scherzare come fanno i giovani, disse: Vuoi andare quod ibi ingenti religione cultum erat Quorum ab uno per iocum interrogata dea an Romam ire vellet, velle se respondit. Hac voce audita, lusus in Unus e militibus per iocum interrogavit simulacrum num vellet ire Romam. Respondit: Volo. Iunonis Monetae simulacrum, cum per iocum a milite interrogatum esset an Romam vellet transferri, velle se
5 a Roma, Giunone?, tutti gli altri esclamarono che la dea aveva accennato col capo di sì. Una nuova versione del fatto Successivamente si modificò la versione dell aneddoto con l aggiunta che perfino si era udita la dea rispondere sì. La facilità del trasporto Sta di fatto che il trasferimento della dea dalla sua sede non presentò alcun problema; narrano che dava l impressione di seguire spontaneamente, leggera e facile ad essere trasportata; L arrivo sull Aventino e la dedica di un tempio senza incidenti fu condotta sull Aventino, sua eterna sede, dove admirationem versus est iamque non simulacrum, sed ipsam ex caelo Iunonem petitam portare se credentes laeti in ea parte montis Aventini, in qua nunc templum eius cernimus, respondit.
6 l aveva chiamata il voto del dittatore romano e dove in seguito le fu dedicato un tempio da quello stesso Camillo che l aveva promesso. collocaverunt.
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