Non ci sono giustificazioni

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Non ci sono giustificazioni"

Transcript

1 Copia 1,00. Copia arretrata 2,00 L O S S E RVATOR E ROMANO EDIZIONE SETTIMANALE Unicuique suum IN LINGUA ITALIANA Non praevalebunt Anno LXV, numero 47 (3.817) Città del Vaticano Giovedì 19 novembre 2015 Il Papa commosso e vicino al popolo francese per il feroce attacco jihadista che ha provocato centoventinove morti a Parigi Non ci sono giustificazioni E all Angelus domenicale ribadisce che la violenza in nome di Dio è una bestemmia La ferita e il vuoto P ossiamo ben capire come il mondo occidentale, quello di antica matrice cristiana, oggi si senta sconvolto e ferito. Ferito anche in quelli che ritiene siano i suoi valori, in particolare quello dell accoglienza ai bisognosi e ai perseguitati, difeso da molti negli ultimi affannosi mesi davanti alla massa crescente di immigrati che stanno arrivando in Europa in fuga dalla guerra e dal terrorismo islamico. È chiaro che gli attentati di Parigi giocano a favore di chi invece è contrario all accoglienza, di chi vede in ogni immigrato un potenziale t e r ro r i s t a. Ma, se si guarda bene, i terroristi che agiscono in Francia non sono almeno finora immigrati da poco giunti in Europa, ma figli o addirittura nipoti di immigrati arrivati molti decenni fa, nati e cresciuti qui, quindi cittadini a tutti gli effetti. Ma si tratta di cittadini che non hanno assimilato il sistema di valori trasmesso loro dalla scuola: il valore della laicità e dell uguaglianza, e in particolare della libertà individuale assicurata a tutti. Molti commentatori stanno dicendo in queste ore che la colpa è di una integrazione fallita, soprattutto professionale e sociale. E se in questo c è molto di vero, ci si può però chiedere quale integrazione economica sia possibile oggi, quando sono disoccupati anche i ragazzi francesi, e la crisi della scuola rende sempre più difficile se non impossibile l ascesa sociale per le classi subalterne. Non è dunque solo un problema dei figli degli immigrati, ma questi lo vivono diversamente, insieme a qualche ragazzo europeo che li raggiunge sul fronte dell o dio. A questo proposito risulta molto più convincente l analisi di Farhad Khosrokhavar, sociologo iraniano che studia da anni l immigrazione islamica in Europa, in un saggio pubblicato nel numero dello scorso giu- «Questo non è umano». Così Papa Francesco, interpellato telefonicamente dall emittente italiana Tv2000, ha parlato sabato 14 novembre, degli attacchi jihadisti che la sera precedente, venerdì 13, hanno insanguinato Parigi. «Io sono commosso e addolorato ha detto al direttore Lucio Brunelli e non capisco, ma queste cose sono difficili da capire, fatte da esseri umani; e per questo sono commosso e addolorato e prego. Sono tanto vicino al popolo francese, tanto amato, sono vicino ai familiari delle vittime e prego per tutti loro». Il Pontefice ha definito le stragi nella capitale francese «un pezzo» di quella terza guerra mondiale a pezzi di cui ha già parlato più volte, aggiungendo che «non ci sono giustificazioni per queste cose». E riprendendo una sottolineatura dell intervistatore, ha ribadito che non può esserci giustificazione «né religiosa né umana». Per questo ha concluso «sono vicino a tutti quelli che soffrono e a tutta la Francia, cui voglio tanto bene». In precedenza, il dolore del Papa per l accaduto era stato espresso in un telegramma, a firma del segretario di Stato, inviato al cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi. Papa Francesco vi si legge «si unisce nella preghiera alla sofferenza delle famiglie colpite» ed esprime «a quanti hanno partecipato ai soccorsi la sua vicinanza spirituale». Il Papa «ancora una volta condanna con fermezza la violenza, che nulla può risolvere, e lui chiede a Dio di ispirare a tutti pensieri di pace e di solidarietà». All Angelus domenicale del 15 novembre, Francesco è tornato a parlare dei sei simultanei attacchi terroristici che hanno colpito Parigi uccidendo 129 persone secondo l ultimo bilancio ufficiale e ne sono state ferite Alle soglie del giubileo l invito a mostrare il volto di una Chiesa aperta Davanti alla porta della misericordia «Coraggio! Entriamo per questa porta!». Giunti ormai «alle soglie del Giubileo», all udienza generale di mercoledì 18 novembre Papa Francesco ha invitato tutta la Chiesa ad accostarsi «alla grande porta della Misericordia di Dio». oltre duecentocinquanta. Numeri terribili che fanno del molteplice attentato il più grave mai messo in atto in Francia. «Voglio riaffermare con vigore ha detto il Pontefice ai numerosissimi fedeli presenti in piazza San Pietro che la strada della violenza Esprimo il mio profondo dolore per gli attacchi terroristici di Parigi. Pregate con me per le vittime e le loro famiglie. #PrayersforParis (@Pontifex_it) e dell odio non risolve i problemi e che utilizzare il nome di Dio per giustificare questa strada è una bestemmia!». Il presidente François Hollande, che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, ha parlato di un «atto di barbarie assoluta», un «atto di guerra commesso da un armata jihadista contro i valori che noi difendiamo e ciò che siamo: un Paese libero». Solidarietà con il popolo francese tanto duramente colpito è stata espressa dai leader politici di tutto il mondo e dai rappresentanti di ogni confessione religiosa. di LU C E T TA SCARAFFIA C O N T I N UA A PA G I N A 20 PAGINE 12 E 13 PAGINA 2

2 pagina 2 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 «Avversità e traversie di ogni genere» affliggono anche i nostri giorni. Lo ha ricordato il Papa introducendo la preghiera dell Angelus di domenica 15 novembre, in piazza San Pietro, prima di manifestare il suo dolore per i sanguinosi attacchi terroristici di Parigi. Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il Vangelo di questa penultima domenica dell anno liturgico propone una parte del discorso di Gesù sugli avvenimenti ultimi della storia umana, orientata verso il pieno compimento del regno di Dio (cfr. Mc 13, 24-32). È un discorso che Gesù fece a Gerusalemme, prima della sua ultima Pasqua. Esso contiene alcuni elementi apocalittici, come guerre, carestie, catastrofi cosmiche: «Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli verranno sconvolte» (vv ). Tuttavia questi elementi non sono la cosa essenziale del messaggio. Il nucleo centrale attorno a cui ruota il discorso di Gesù è Lui stesso, il mistero della sua persona e della sua morte e risurrezione, e il suo ritorno alla fine dei tempi. La nostra meta finale è l i n c o n t ro con il Signore risorto. E io vorrei domandarvi: quanti di voi pensano a questo? Ci sarà un giorno in cui io incontrerò faccia a faccia il Signore. Chiesta dal cardinale Parolin Mobilitazione di risorse spirituali Sugli attacchi terroristici a Parigi è intervenuto anche il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in un intervista rilasciata al quotidiano francese «La Croix». Rispondendo alle domande del corrispondente da Roma, Sébastien Maillard, il porporato ha auspicato una mobilitazione di tutti gli attori politici e religiosi, compresi i musulmani, per sradicare il terrorismo: una mobilitazione generale, ha aggiunto, della Francia, dell Europa e del mondo intero, sia dei mezzi di sicurezza, sia di risorse spirituali, per dare una risposta positiva al male. «In un mondo lacerato dalla violenza ha sottolineato il cardinale questo è il momento giusto per lanciare l offensiva della miseric o rd i a». All Angelus il dolore per i barbari atti terroristici in Francia La violenza in nome di Dio è una bestemmia È questa la nostra meta: questo incontro. Noi non attendiamo un tempo o un luogo, ma andiamo incontro a una persona: Gesù. Pertanto, il problema non è quando accadranno i segni premonitori degli ultimi tempi, ma il farsi trovare pronti all incontro. E non si tratta nemmeno di sapere come avverranno queste cose, ma come dobbiamo comportarci, oggi, nell attesa di esse. Siamo chiamati a vivere il presente, costruendo il nostro futuro con serenità e fiducia in Dio. La parabola del fico che germoglia, come segno dell estate ormai vicina (cfr. vv ), dice che la prospettiva della fine non ci distoglie dalla vita presente, ma ci fa guardare ai nostri giorni in un ottica di speranza. È quella virtù tanto difficile da vivere: la speranza, la più piccola delle virtù, ma la più forte. E la nostra speranza ha un volto: il volto del Signore risorto, che viene «con grande potenza e gloria» (v. 26), che cioè manifesta il suo amore crocifisso trasfigurato nella risurrezione. Il trionfo di Gesù alla fine dei tempi sarà il trionfo della Croce, la dimostrazione che il sacrificio di sé stessi per amore del prossimo, ad imitazione di Cristo, è l unica potenza vittoriosa e l unico punto fermo in mezzo agli sconvolgimenti e alle tragedie del mondo. Il Signore Gesù non è solo il punto di arrivo del pellegrinaggio terreno, ma è una presenza costante nella nostra vita: è sempre accanto a noi, ci accompagna sempre; per questo quando parla del futuro, e ci proietta verso di esso, è sempre per ricondurci al presente. Egli si pone contro i falsi profeti, contro i veggenti che prevedono vicina la fine del mondo, e contro il fatalismo. Lui è accanto, cammina con noi, ci vuole bene. Vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosità per le date, le previsioni, gli oroscopi, e concentra la nostra attenzione sull oggi della storia. Io avrei voglia di domandarvi ma non rispondete, ognuno risponda dentro : quanti di voi leggono l oroscopo del giorno? Ognuno risponda. E quando ti viene voglia di leggere l oroscop o, guarda a Gesù, che è con te. È meglio, ti farà meglio. Questa presenza di Gesù ci richiama all attesa e alla vigilanza, che escludono tanto l impazienza quanto l assopimento, tanto le fughe in avanti quanto il rimanere imprigionati nel tempo attuale e nella mondanità. Anche ai nostri giorni non mancano calamità naturali e morali, e nemmeno avversità e traversie di ogni genere. Tutto passa ci ricorda il Signore ; soltanto Lui, la sua Parola rimane come luce che guida, e rinfranca i nostri passi e ci perdona sempre, perché è accanto a noi. Soltanto è necessario guardarlo e ci cambia il cuore. La Vergine Maria ci aiuti a confidare in Gesù, il saldo fondamento della nostra vita, e a perseverare con gioia nel suo amore. Al termine della preghiera mariana, il Papa ha avuto severe parole di condanna per la «barbarie» della strage di Parigi. Quindi ha ricordato la beatificazione in Brasile del sacerdote Francisco de Paula Victor, figlio di una schiava a f ro a m e r i c a n a. Cari fratelli e sorelle, desidero esprimere il mio dolore per gli attacchi terroristici che nella tarda serata di venerdì hanno insanguinato la Francia, causando numerose vittime. Al Presidente della Repubblica Francese e a tutti i cittadini porgo l espressione del mio fraterno cordoglio. Sono vicino in particolare ai familiari di quanti hanno perso la vita e ai feriti. Tanta barbarie ci lascia sgomenti e ci si chiede come possa il cuore dell uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti, non si può non condannare l inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell odio non risolve i problemi dell umanità e che utilizzare il nome di Dio per giustificare questa strada è una bestemmia! Vi invito ad unirvi alla mia preghiera: affidiamo alla misericordia di Dio le inermi vittime di questa tragedia. La Vergine Maria, Madre di misericordia, susciti nei cuori di tutti pensieri di saggezza e propositi di pace. A Lei chiediamo di proteggere e vegliare sulla cara Nazione francese, la prima figlia della Chiesa, sull Europa e sul mondo intero. Tutti insieme preghiamo un po in silenzio e poi recitiamo l Ave Maria. [Ave Maria...] Ieri, a Três Pontas, nello Stato di Minas Gerais in Brasile, è stato proclamato beato don Francisco de Paula Victor, sacerdote brasiliano di origine africana, figlio di una schiava. Parroco generoso e zelante nella catechesi e nell amministrazione dei sacramenti, si distinse soprattutto per la sua grande umiltà. Possa la sua straordinaria testimonianza essere di modello per tanti sacerdoti, chiamati ad essere umili servitori del popolo di Dio. Saluto tutti voi, famiglie, parrocchie, associazioni e singoli fedeli, che siete venuti dall Italia e da tante parti del mondo. In particolare, saluto i pellegrini provenienti da Granada, Málaga, Valencia e Murcia (Spagna), San Salvador e Malta; l associazione Accompagnatori Santuari Mariani nel Mondo e l Istituto secolare Cristo Re. A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e a r r i v e d e rc i! L OSSERVATORE ROMANO EDIZIONE SETTIMANALE Unicuique suum IN LINGUA ITALIANA Non praevalebunt Città del Vaticano o r n e o s s ro m.v a w w w. o s s e r v a t o re ro m a n o.v a GI O VA N N I MARIA VIAN d i re t t o re Giuseppe Fiorentino v i c e d i re t t o re Gianluca Biccini co ordinatore Redazione via del Pellegrino, Città del Vaticano fax Servizio fotografico telefono fax photo@ossrom.va w w w. p h o t o.v a TIPO GRAFIA VAT I C A N A EDITRICE L OS S E R VAT O R E ROMANO don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Abbonamenti: Italia, Vaticano: 58,00 (6 mesi 29,00); Europa: 100,00 - $ U.S.; America Latina, Africa, Asia: 110,00 - $ U.S.; America del Nord, Oceania: 162,00 - $ U.S. Per informazioni, sottoscrizioni e rinnovi: telefono ; fax ; i n f o s s ro m.v a Pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A. System Comunicazione Pubblicitaria Via Monte Rosa 91, Milano telefono /3003, fax s e g re t e r i a d i re z i o n e s y s t e i l s o l e 2 4 o re. c o m

3 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 3 I trentacinque anni del Jesuit Refugee Service Un nome e un volto dietro le statistiche Dietro ciascuno dei sessanta milioni di rifugiati sparsi nel mondo la cifra più alta dalla seconda Guerra mondiale ci sono «un nome, un volto, una storia». Lo ha ricordato Papa Francesco durante l udienza ai membri del Jesuit Refugee Service, svoltasi nella mattina di sabato 14 novembre, nella Sala Clementina, in occasione del trentacinquesimo anniversario di fondazione. Nel raccoma n d a re fedeltà all ideale di padre Arrupe, che nel 1980 diede vita alla struttura di accoglienza, il Pontefice ha riproposto i «tre punti fondamentali della vostra missione: accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati». Cari fratelli e sorelle, vi do il benvenuto in occasione del trentacinquesimo anniversario della fondazione del Jesuit Refugee Service, voluto dal P. Pedro Arrupe, allora Superiore Generale della Compagnia di Gesù. L impressione e l angoscia da lui sofferte di fronte alle condizioni dei boat people sud-vietnamiti, esposti agli attacchi dei pirati e alle tempeste nel Mar Cinese Meridionale, lo indussero a prendere questa iniziativa. Padre Arrupe, che aveva sperimentato l esplosione della bomba atomica a Hiroshima, si rese conto delle dimensioni di quel tragico esodo di profughi. Vi riconobbe una sfida che i Gesuiti non potevano ignorare, se volevano rimanere fedeli alla loro vocazione. Volle che il Jesuit Refugee Service andasse incontro ai bisogni sia umani sia spirituali dei rifugiati, quindi non soltanto alle loro immediate necessità di cibo e di asilo, ma anche all esigenza di vedere rispettata la loro dignità umana ferita, e di essere ascoltati e confortati. Il fenomeno delle migrazioni forzate è oggi drammaticamente aumentato. Folle di profughi partono da diversi Paesi del Medio Oriente, dell Africa e dell Asia, cercando rifugio in Europa. L Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite ha valutato che ci sono, in tutto il mondo, quasi 60 milioni di rifugiati, la cifra più alta dalla Seconda Guerra Mondiale. Dietro queste statistiche ci sono persone, ciascuna con un nome, un volto, una storia, e la sua inalienabile dignità di figlio di D io. Voi operate attualmente in dieci diverse regioni, con progetti in 45 Paesi, accompagnando rifugiati e popolazioni nelle migrazioni interne. Un buon gruppo di Gesuiti e di religiose lavorano insieme a tanti collaboratori laici e a moltissimi rifugiati. Nel tempo siete sempre rimasti fedeli all ideale di P. Arrupe e ai tre punti fondamentali della vostra missione: accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati. La scelta di essere presenti nei luoghi dove c è maggiore bisogno, in zone di conflitto e di post-conflitto, vi ha resi internazionalmente conosciuti per essere vicini alla gente, capaci di imparare da essa come meglio servire. Penso specialmente ai vostri gruppi in Siria, Afghanistan, Repubblica Centrafricana e nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove vengono accolte persone di fedi diverse che condividono la vostra missione. Il Jesuit Refugee Service lavora per offrire speranza e futuro ai rifugiati, anzitutto mediante il servizio dell educazione, che raggiunge un gran numero di persone e riveste speciale importanza. Offrire educazione è molto più che dispensare nozioni. È un intervento che offre ai rifugiati qualcosa per cui andare oltre la sopravvivenza, mantenere viva la speranza, credere nel futuro e fare dei progetti. Dare ai bambini un banco di scuola è il regalo più bello che possiate fare. Tutti i vostri programmi hanno questo scopo ultimo: aiutare i rifugiati a crescere nella fiducia in sé stessi, a realizzare il massimo del potenziale insito in loro e a metterli in grado di difendere i propri diritti come singoli e come comunità. Per bambini costretti ad emigrare, le scuole sono spazi di libertà. In C O N T I N UA A PA G I N A 7 Congresso degli ex alunni latinoamericani della Compagnia Per mantenere vivo il «virus gesuitico» «Assistenza sanitaria, alimentazione, educazione»: sono i tre campi di azione che devono impegnare gli ex alunni gesuiti in America latina. Li ha indicati Papa Francesco nel videomessaggio inviato loro in occasione del sedicesimo congresso continentale svoltosi a Guayaquil, in Ecuador, dall 11 al 13 novembre. Il Papa ha chiesto in particolare di pensare alle tragedie umane, le quali sono ben più che tragedie sociali «perché ha spiegato ogni persona è tempio della Trinità». Raccomandando di pensare «alle tragedie umane che stanno accadendo in America latina», Francesco come accade di consueto in circostanze simili ha attinto all esperienza pastorale di arcivescovo nella capitale argentina. «Mi ha sempre colpito molto ha ricordato una zona di Buenos Aires, sulla riva del Rio, dove c erano 36 ristoranti, uno dietro l altro. A chi andava a cenare lì lo spennavano, gli presentavano un conto salatissimo. Erano generalmente pieni. Accanto, c era una stazione ferroviaria e iniziava subito una villa miseria, una baraccop oli, una favela. Che questa immagine ha esortato vi faccia vedere la tragedia che comporta oggi la mancanza di giustizia, la mancanza di equità». Anche perché, ha fatto notare, «molte persone che stavano mangiando lì erano cristiane, molte credevano in Gesù Cristo e si professavano cattoliche, e forse avevano studiato in scuole cattoliche». Tutta la lunga e articolata riflessione del Pontefice ha preso spunto dalla considerazione che chiunque abbia studiato presso collegi, università o scuole della Compagnia di Gesù, dovrebbe conservare dentro di sé un v i ru s, quello di essere sempre «in tensione tra il cielo, la terra e se stesso». È un convincimento che il Papa, come ha rivelato nel videomessaggio, ha maturato studiando sant Ignazio di Loyola e in particolare «la contemplazione dell incarnazione», che si ritrova dal numero 101 in poi degli E s e rc i z i. Ne consegue che «chi ha studiato con i gesuiti non può nascondere la testa, come fa lo struzzo, dalla realtà della terra. Non può crearsi un mondo isolato con una religiosità light di fronte alla realtà. E non può vendere la sua coscienza alla mondanità». Si tratta dunque di un invito a non riporre la formazione ricevuta «in un armadio. Bisogna tirarla fuori; sarebbe molto triste se già non ve ne ricordaste più». E così facendo, ha proseguito, ci si pone «in tensione in tre cose»: il cielo, «le tre persone divine»; la terra, «la gente, gli uomini, i Paesi, le situazioni»; e Maria, «la casa di Nazaret». Perché, «la Chiesa vi vuole, ex alunni gesuiti, in tensione tra la fede che professate e questa fede in tensione con ciò che sta accadendo ora nel mondo». «Che cosa sta accadendo o c- correrebbe domandarsi in America Latina? Quanti bambini non vanno a scuola? Perché non possono? Quanti bambini non hanno cibo a sufficienza? Quanti bambini non hanno la salute?». E la risposta di Francesco è stata una dichiarazione di intenti. «Se hai dentro di te il virus gesuitico ha commentato devi guardare che cosa dici a Dio quando vedi questa disuguaglianza, che cosa dici a Dio quando vedi lo sfruttamento dei bambini che lavorano, lo sfruttamento della gente, che cosa dici a Dio quando vedi che non ci si prende cura della terra e che per seminare e seminare si deforesta la terra e questo danneggia la gente; che cosa dici a Dio quando compagnie minerarie usano il cianuro e l arsenico per estrarre il minerale e questo mina la salute di tanta gente, di tanti bambini, di tanti adulti». Da qui la rinnovata consegna a essere «in tensione. E la verità salta fuori sempre nella tensione», perché «la verità non è quieta, non è cristallizzata, porta ad agire, porta a cambiare, porta a fare, porta a imitare Dio creatore, porta a essere umani»; e di conseguenza a non stare tranquilli, como di, senza problemi, disinteressandosi dell umanità che ci circonda: un umanità fatta di «tanta diversità, sia di abiti sia di gesti», di tante persone differenti «alcune bianche e altre nere, alcune in pace e altre in guerra, alcune che piangono, altre che ridono, alcune sane e altre malate, alcune che nascono e altre che muoiono». Al termine del videomessaggio il Papa ha infine ricordato il viaggio compiuto a luglio in Ecuador: «Guayaquil è bella, è una città che amo», ha detto, chiedendo di far abbracciare da parte sua «padre Paquito», il gesuita novantunenne Francisco Cortés, cui è legato da antica amicizia.

4 pagina 4 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Alla famiglia guanelliana Per sconfiggere la carestia della carità Fidarsi, guardare, affrettarsi: sono i tre verbi concreti che Papa Francesco ha affidato alla famiglia guanelliana, ricevendo in udienza giovedì mattina, 12 novembre, nell Aula Paolo VI, i partecipanti al pellegrinaggio svoltosi in occasione della festa della Madre della Divina Provvidenza, patrona delle opere fondate dal santo lombardo. Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Vi ringrazio per le parole che mi avete rivolto. Non solo mi avete presentato la vostra Opera, ma in qualche modo avete anche voluto accogliermi nella vostra famiglia. Oggi per voi è una solennità importante: festeggiate la Madre della Divina Provvidenza, che è la vostra patrona, e soprattutto è per voi proprio la Madre di famiglia, come voleva san Luigi Guanella. Avete appena celebrato il primo centenario della sua nascita al cielo. Vorrei provare a immaginare che cosa lui potrebbe dirvi per confermarvi nella fede, nella speranza e nella carità. Certamente lo farebbe con la sua semplicità schietta e genuina; e allora ho pensato a tre verbi concreti: fidarsi, guardare e affrettarsi. F i d a rs i. La vita di Don Guanella ha avuto al centro la certezza che Dio è Padre misericordioso e provvidente. Questo era per lui il cuore della fede: sapersi figlio sempre amato, di cui il Padre si prende cura, e quindi fratello di tutti, chiamato a infondere fiducia. Dio è padre e non riesce a non amarci. Nemmeno è capace di stare lontano dai suoi figli. Se siamo distanti da Lui, veniamo attesi; quando ci avviciniamo, siamo abbracciati; se cadiamo, ci rialza; se siamo pentiti, ci perdona. E desidera di GABRIELE NICOLÒ sempre venirci incontro. San Luigi ha tanto creduto in questo amore concreto e provvidente del Padre, da avere spesso il coraggio di superare i limiti della prudenza umana, pur di mettere in pratica il Vangelo. Per lui la Provvidenza non era una p o esia, ma la realtà. Dio ha cura di noi e vuole che ci fidiamo di Lui. Penso che il Padre celeste sia molto dispiaciuto, quando vede che i suoi figli non si fidano pienamente di Lui: credono forse a un Dio lontano, più che nel Padre misericordioso. In tanti può sorgere anche il dubbio che Dio, pur essendo Padre, sia anche padrone. Allora sembra meglio non affidarsi a Lui fino in fondo, perché potrebbe chiedere qualcosa di troppo impegnativo o persino mandare qualche prova. Ma questo è un grande inganno: è l inganno antico del nemico di Dio e dell uomo, che camuffa la realtà e traveste il bene da male. È la prima tentazione: prendere le distanze da Dio, intimoriti dal sospetto che la sua paternità non sia davvero provvidente e buona. Dio è invece soltanto amore, puro amore provvidente. Egli ci ama più di quanto amiamo noi stessi e sa qual è il nostro vero bene. Per questo desidera che nel corso della vita diventiamo quello che siamo dal momento del Battesimo: dei Scelta e firmata dal Papa per la Treccani La parola è misericordia Sentenziava lo scrittore francese Anatole France: «Non esiste una magia come quella delle parole». Affermazione destinata a essere ancor più incisiva se alle parole non si conferisce solo una funzione estetica o blandamente esornativa, ma si affida loro anche e soprattutto il compito di trasmettere messaggi di alto valore morale. Ecco allora che quando Papa Francesco a d e re n d o all iniziativa della Treccani, rivolta a una cinquantina di personaggi, di indicare la parola che ha «cambiato la propria vita» ha scritto sul sito dell enciclopedia italiana «Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia», ben si comprende la forza dirompente contenuta anche in un unica parola. Del resto è proprio nella sola parola «misericordia» che si manifesta in pienezza la sintesi del pontificato di Francesco. Nell accettare l elezione, il Pontefice ha detto: «Sono peccatore, ma accetto in spirito di penitenza e confidando sulla misericordia e sull infinita pazienza del Signore nostro Gesù Cristo». Francesco ha quindi indetto l ormai imminente giubileo della misericordia e la bolla d indizione è intitolata «Il volto della misericordia». Nelle sue omelie e nei suoi discorsi ricorre costantemente il concetto che quello attuale è «il tempo della misericordia» e che Dio è «tutto e solo misericordia». E per citare un riferimento di questi ultimi giorni, il Papa, durante la visita di martedì Rembrandt, «Il padre misericordioso» (1666) figli amati, che sono in grado di vincere la paura e di non cadere nel lamento, perché il Padre ha cura di noi. Siete convinti di questo? Il secondo verbo è g u a rd a re. Il Padre creatore suscita anche la creatività in coloro che vivono come suoi figli. Allora essi imparano a guardare il mondo con occhi nuovi, resi più luminosi dall amore e dalla speranza. Sono occhi che permettono di guardarsi dentro con verità e di vedere lontano nella carità. A questo sguardo gli altri non appaiono come ostacoli da superare, ma come fratelli e sorelle da accogliere. Si scopre così, come disse Don Guanella, che «l amore del prossimo è il conforto della vita». scorso a Firenze, indicando il Cristo del Giudizio universale dipinto all interno della cupola di Brunelleschi, lo ha definito «giudice della m i s e r i c o rd i a». Certo è che in un mondo sempre più minacciato dalla logica perversa della violenza e della vendetta, la parola «misericordia» suona come una vera e propria sfida ad andare controcorrente: in essa vibra l esortazione a cambiare mentalità, così da privilegiare la carità e il perdono. E in questo scenario ben s inserisce l iniziativa promossa dalla Treccani, che nel voler fotografare «le trasformazioni della lingua e della società» in Italia, mira a rivalutare la parola come momento di pausa propizio per fermarsi e pensare in un mondo che, al contrario, è sempre più dominato dalla velocità e dalla fretta. E come è fondamentale pronunciare e diffondere certe parole, è altrettanto importante che esse siano adeguatamente recepite e valorizzate, affinché non rimangano lettera morta. Non a caso soleva ripetere Michel de Montaigne che «la parola è per metà di colui che parla e per metà di colui che l ascolta». Nel mondo non mancano mai i problemi e il nostro tempo conosce purtroppo nuove povertà e tante ingiustizie. Ma la più grande carestia è quella della carità: servono soprattutto persone con occhi rinnovati dall amore e sguardi che infondano speranza. Perché «l amore farà trovare modi e discorsi per confortare chi è debole», diceva ancora il vostro f o n d a t o re. A volte la nostra vista spirituale è miope, perché non riusciamo a guardare al di là del nostro io. Altre volte siamo presbiti: ci piace aiutare chi è lontano, ma non siamo capaci di chinarci verso chi vive accanto a noi. Talvolta, invece, preferiamo chiudere gli occhi, perché siamo stanchi, sopraffatti dal pessimismo. Don Guanella, che raccomandava di guardare Gesù a partire dal suo cuore, ci invita ad avere lo stesso sguardo del Signore: uno sguardo che infonde speranza e gioia, capace al tempo stesso di provare un «vivo senso di compatimento» nei confronti di chi soffre. E infine, a f f re t t a rs i. «I poveri sono i figli prediletti» del Padre, diceva san Luigi, che amava ripetere: «Chi dà ai poveri, presta a Dio». Come il Padre è delicato e concreto nei riguardi dei figli più piccoli e deboli, così anche noi non possiamo far attendere i fratelli e le sorelle in difficoltà, perché sono sempre parole di Don Guanella «la miseria non può aspettare. E noi non possiamo fermarci fino a quando ci sono poveri da soccorrere!». La Madonna si affrettò per raggiungere la cugina Elisabetta (cfr. Lc 1, 39). Anche noi ascoltiamo l invito dello Spirito ad andare subito incontro a chi ha bisogno delle nostre cure e del nostro affetto, perché, come insegnava san Luigi, «un cuore cristiano che crede e che sente non può passare davanti alle indigenze del povero senza socc o r re r v i». La vostra famiglia è sorta nella fiducia del Padre, sotto lo sguardo di Gesù e nelle mani materne di Maria. Vi ringrazio per il bene che fate e vi incoraggio a continuare, senza stancarvi. Vi benedico tutti con affetto. E vi chiedo per favore di pregare per me. Non dimenticatevi! Adesso vi invito a pregare la Madonna: Ave o Maria,...

5 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 5 Il fenomeno delle migrazioni è un opportunità che va compresa e affrontata con senso di giustizia, spirito di accoglienza, rispetto della dignità e osservanza della legalità. Lo ha ricordato il Papa nel discorso consegnato ai vescovi della Slovacchia, ricevuti in udienza nella mattina di giovedì 12 novembre, in occasione della visita «ad limina Apostolorum». Ai vescovi della Slovacchia in visita «ad limina» ricordata la necessità di testimoniare l accoglienza Incontro ai migranti con rispetto e giustizia tante che la Chiesa infonda speranza, affinché tutti i cambiamenti del momento attuale si trasformino in un rinnovato incontro con Cristo, che spinga il vostro popolo ad un autentico progresso. I fedeli laici, chiamati ad animare le realtà temporali con i fermenti evangelici, non possono esimersi dall operare anche all interno dei processi politici volti al bene comune. Per essere gioiosi testimoni del Vangelo in ogni ambiente, essi hanno bisogno di sentirsi parte viva della Chiesa. È vostro Donato a Lampedusa il crocifisso ricevuto a Cuba Faro e speranza vello diocesano e nazionale, che includa un adeguato accompagnamento delle famiglie, anche di quelle non complete, soprattutto se vi sono dei figli. Nell ambito della pastorale della famiglia, è necessario valorizzare i giovani, speranza della Chiesa e della società. In essi pulsa un forte desiderio di servizio al prossimo e di solidarietà, che richiede l orientamento e la fiducia dei Pastori per trasformarsi in un incontro vivo con Cristo, in un deciso progetto di diffusione del Vangelo. Di fatto, nonostante le tante lu- Papa Francesco ha deciso di donare a Lampedusa il crocifisso ricevuto in dono, in occasione della sua visita a Cuba, dal presidente Raúl Castro. Lo ha reso noto nei giorni scorsi, in occasione del Convegno ecclesiale di Firenze, il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. «Il Papa mi ha fermato ha raccontato il porporato e mi ha detto che voleva donare un crocifisso a Lampedusa. È un crocifisso la cui croce è formata da remi di barche, quindi ricorda la realtà degli immigrati». Un gesto che è segno «dell amore che il Papa ha per l arcidiocesi di Agrigento e per Lampedusa e se il Papa ci stima così e ci vuol bene così, per noi ha proseguito il porporato diventa una responsabilità ancora più grande. Questo Cristo del Mediterraneo, queste braccia aperte che dalla chiesa di Lampedusa guarderanno il mare, diventano faro e speranza per tutti». Il crocifisso (alto 340 centimetri e largo 275) è opera dell artista Alexis Leyva Machado, noto come Kcho. Sarà esposto domenica 11 dicembre nella chiesa Santa Croce di Agrigento, per l apertura diocesana del Giubileo della misericordia. Successivamente verrà portato in pellegrinaggio nel territorio dell arcidiocesi, prima di essere collocato nella parrocchia di San Gerlando a Lampedusa. Cari fratelli nell Episcopato! Vi incontro con gioia, Pastori della Chiesa in Slovacchia, durante questa visita ad limina nella quale vi recate alle tombe degli Apostoli, rinnovando la fede in Cristo Gesù e i vincoli di comunione con il Successore di Pietro, approfondendo altresì il senso di collegialità e di mutua collaborazione tra di voi. Desidero incoraggiarvi nel lavoro pastorale che svolgete, pur tra le difficoltà del momento attuale, caratterizzato da rapide trasformazioni in tanti ambiti della vita umana e dalla grande sfida della globalizzazione. In esso si riscontrano a volte minacce per le nazioni meno numerose, ma al tempo stesso anche elementi che possono offrire nuove opportunità. Un opportunità, diventata segno dei tempi, è il fenomeno delle migrazioni, che richiede di essere compreso e affrontato con sensibilità e senso di giustizia. La Chiesa è chiamata a proclamare e testimoniare l accoglienza del migrante in spirito di carità e di rispetto della dignità della persona umana, nel contesto di una necessaria osservanza della legalità. Di fronte alla prospettiva di un ambiente multiculturale sempre più esteso, occorre assumere atteggiamenti di reciproco rispetto per favorire l incontro. È auspicabile che il popolo slovacco mantenga la sua identità culturale e il patrimonio di valori etici e spirituali, fortemente legato alla sua tradizione cattolica. Così potrà aprirsi senza timori al confronto nel più ampio orizzonte continentale e mondiale, contribuendo ad un sincero e fruttuoso dialogo, anche su tematiche di vitale importanza quali la dignità della vita umana e la funzione essenziale della famiglia. Oggi più che mai è necessario illuminare il cammino dei popoli con i principi cristiani, cogliendo le opportunità che la situazione attuale offre per sviluppare un evangelizzazione che, con linguaggio nuovo, renda più comprensibile il messaggio di Cristo. Perciò è imporcompito riconoscere loro il proprio ruolo nella vita delle comunità ecclesiali, anche per quanto riguarda l elaborazione e la realizzazione dei progetti pastorali. Apprezzo molto quanto state facendo a favore della famiglia, che affronta tante difficoltà e che è sottoposta a tante insidie. Questi sforzi richiedono di essere accompagnati da una pastorale familiare integrale a lisinghe che invitano all edonismo, alla mediocrità e al successo immediato, i giovani non si lasciano intimorire facilmente dalle difficoltà e sono particolarmente sensibili all impegno senza riserve, quando si presenta loro l autentico significato della vita. Hanno perciò bisogno di avere da voi chiare indicazioni dottrinali e morali, per edificare nella città dell uomo la città di Dio. Abbiate grande sollecitudine paterna verso i sacerdoti, vostri principali collaboratori nel ministero pastorale. Essi hanno bisogno di programmi ben articolati di formazione permanente negli ambiti della teologia, della spiritualità, della pastorale e della dottrina sociale della Chiesa, che permettano loro di essere evangelizzatori competenti. In effetti, per gran parte del Popolo di Dio, essi sono il canale principale attraverso il quale passa il Vangelo, e anche l immagine più immediata mediante la quale incontrano il mistero della Chiesa. La loro preparazione intellettuale e dottrinale deve pertanto essere sempre unita alla testimonianza di una vita esemplare, alla stretta comunione con i Vescovi, alla fraternità con i loro fratelli nel sacerdozio, all affabilità nel rapportarsi con tutti, e a quel tipo di pace spirituale e di ardore apostolico che solo il contatto costante con il divino Maestro può dare. Affinché i sacerdoti sentano vicina la vostra presenza, è di grande importanza che siate disposti ad ascoltarli e a trattarli con fiducia, mostrando attenzione per le difficoltà che tante volte li affliggono. La Chiesa, segno e strumento di unità degli uomini con Dio e fra di loro, è chiamata ad essere casa e scuola di comunione, in cui si sa apprezzare e accogliere quanto c è di positivo nell altro. Questo atteggiamento è molto utile anche in riferimento ai buoni contatti che occorre ristabilire in Slovacchia tra Pastori e persone consacrate, valorizzando meglio il valido apporto di tutti i religiosi nell attività pastorale. Al tempo stesso, la Chiesa che è nel vostro Paese è chiamata a portare avanti la pastorale dei Rom, con un opera di vasta evangelizzazione che cerchi di raggiungere tutte queste persone che, purtroppo, continuano a vivere in una certa separazione sociale. Vi domando di far giungere alle vostre comunità ecclesiali l e s p re s s i o - ne del mio affetto e della mia vicinanza spirituale; di porgere il mio ringraziamento ai sacerdoti e alle comunità religiose maschili e femminili, che con tanta generosità si adoperano per annunciare e testimoniare il Vangelo, come pure ai catechisti e agli altri collaboratori nell opera di evangelizzazione; e di comunicare la riconoscenza del Papa alle persone e alle istituzioni dedite alla carità e alla solidarietà con i più bisognosi. Affido le vostre preoccupazioni pastorali alla Vergine Addolorata, Patrona della Slovacchia, ed invoco la sua materna intercessione affinché il Paese prosperi nella pace e in conformità con i migliori valori della sua tradizione cristiana. E mentre vi chiedo di pregare per me, a voi e ai fedeli di ognuna delle Chiese particolari che presiedete imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

6 pagina 6 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Paolo VI in India per il Congresso eucaristico internazionale (2-5 dicembre 1964) In un videomessaggio al Congresso eucaristico nazionale dell India celebrato dal 12 al 15 novembre a Mumbai alla presenza dell inviato speciale del Papa, il cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don Francesco ha ribadito che l Eucaristia «non è un premio per i buoni, ma è la forza per i deboli, per i peccatori». Di seguito una traduzione dall inglese del messaggio pontificio. Caro Fratello, Sua Beatitudine Cardinale Thottunkal Baselios Cleemis, Presidente della Conferenza episcopale, caro Fratello Cardinale Oswald Gracias, Presidente del Comitato organizzativo del Congresso Eucaristico Nazionale, Videomessaggio al congresso eucaristico dell India Fo r z a per i deboli amati Vescovi della Conferenza episcopale dell India, cari fratelli sacerdoti, religiosi e religiose, credenti in Gesù Cristo, e tutte le persone di buona volontà in India, È con grande gioia che vi saluto mentre vi riunite per il Congresso Eucaristico Nazionale. Il Congresso Eucaristico è di grande rilievo, poiché segna l anniversario del giubileo d oro del Congresso Eucaristico Internazionale, che si è tenuto a Mumbai nel 1964 ed è stato il primo Congresso Eucaristico Internazionale presieduto da un Papa. Il Congresso Eucaristico Nazionale acquisisce un ulteriore sapore speciale per il fatto che si svolge nell imminenza dell apertura del Giubileo straordinario della misericordia, che ho tanto desiderato celebrare. Il tema scelto per il Congresso Eucaristico, Nutriti dall Eucaristia per nutrire gli altri, è certamente importante e ispirante. Il Congresso Eucaristico è un dono di Dio non soltanto per i Cristiani in India, ma anche per l intera popolazione di un Paese così diverso culturalmente e tuttavia tanto ricco spiritualmente. Per migliaia di anni l India è stata permeata dal desiderio di verità, dalla ricerca del divino, dall impegno per la bontà e la gentilezza. Mentre celebrate questo grande evento, tornano in mente le parole di Papa Paolo VI nel suo discorso ai membri delle religioni non cristiane il 3 dicembre 1964: «L Eucaristia è la commemorazione di Gesù Cristo e del suo amore per Dio, il Padre nei cieli, e per tutti gli uomini, un amore fino alla morte. Questo amore di Gesù non è una questione del passato; è volto a rimanere presenteeavivere inogni cuore umano. Cristo è caro anche a questo Paese, non solo a quanti sono cristiani essi sono una minoranza, ma ai milioni di persone che hanno imparato a conoscerlo e ad amarlo come un ispirazione di amore e di sacrificio di sé». L Eucaristia, come giustamente evidenzia il tema scelto, ci nutre. Come ho sottolineato nell omelia del Corpus Domini, «l Eucaristia attualizza l Alleanza che ci santifica, ci purifica e ci unisce in comunione mirabile con Dio. Così impariamo che l Eucaristia non è un premio per i buoni, ma è la forza per i deboli, per i peccatori. È il perdono, è il viatico che ci aiuta ad andare, a camminare» (4 giugno 2015). Gli esseri umani in tutto il mondo hanno oggi bisogno di nutrimento. E questo nutrimento non serve solo a soddisfare la fame fisica. Ci sono altri tipi di fame: di amore, di immortalità, di vita, di affetto, di cure, di perdono, di misericordia. Questa fame può essere saziata solo con il pane che giunge dall alto. Gesù stesso è il pane vivo che dà vita al mondo (cfr. Gv 6, 51). Il suo corpo offerto per noi sulla croce, il suo sangue versato per il perdono dei peccati dell umanità, ci è reso disponibile nel pane e nel sangue dell Eucaristia, trasformato con la consacrazione. Ma l Eucaristia non finisce con la partecipazione al corpo e al sangue del Signore. Ci porta alla solidarietà con gli altri. La comunione con il Signore è necessariamente una comunione con i nostri fratelli e le nostre sorelle. E per questo, colui che viene alimentato e nutrito con il corpo e il sangue stessi di Cristo non può rimanere indifferente quando vede i suoi fratelli che soffrono il bisogno e la fame. Coloro che sono nutriti dall Eucaristia sono chiamati a portare la gioia del Vangelo a quanti non l hanno ricevuta. Rafforzati dal Pane vivo, siamo chiamati a portare speranza a quanti vivono nelle tenebre e nella disperazione. «E nell Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada, quella del servizio, della condivisione, del dono, e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché la potenza di Dio, che è quella dell amore, scende nella nostra povertà per trasformarla» (Omelia nella solennità del Corpus Domini, 2013). Che questo Congresso Eucaristico sia una sorgente di luce per tutta la gente in India, che sia portatore di grande gioia e felicità, che sia per i miei fratelli e le mie sorelle indiani un occasione per riunirsi in unità e amore. Che tutti coloro che partecipano a questo Congresso Eucaristico camminino al fianco di Maria nostra Madre cantando il Ma g n i f i c a t p er tutto ciò che il Signore ha fatto per noi. Benedico tutti voi, cari fratelli e care sorelle in India. Che Dio sia con ognuno di voi e con il vostro grande Paese. Le credenziali dell a m b a s c i a t o re del Principato di Monaco Udienza al segretario generale dell Organizzazione degli Stati Americani Nella mattina di venerdì 13 novembre il Papa ha ricevuto in udienza Sua Eccellenza il signor Claude-Joël Giordan, nuovo ambasciatore del Principato di Monaco, per la presentazione delle lettere con cui viene accreditato presso la Santa Sede Nella tarda mattinata di venerdì 13 novembre Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano Sua eccellenza il signor Luis Leonardo Almagro segretario generale dell Organizzazione degli Stati Americani

7 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 7 Una madre siriana appena giunta con i figli sulle coste della Grecia (Reuters) «Dio ha inviato a noi, nell E u ro p a ricca, l affamato perché gli diamo da mangiare, il forestiero perché lo accogliamo». Lo ha detto il Papa ai partecipanti alla conferenza promossa dalla Romano Guardini Stiftung di Berlino, ricevuti nella mattina di venerdì 13 novembre nella Sala Clementina. DA PA G I N A 3 classe, vengono accuditi dagli insegnanti e sono protetti. Purtroppo, sappiamo che nemmeno le scuole sono risparmiate dagli attacchi di chi semina violenza. Invece le aule scolastiche sono luoghi di condivisione, anche con bambini di culture, etnie e religioni differenti, dove si segue un ritmo regolare, un ordine confortevole, in cui i bambini possono di nuovo sentirsi normali, e i genitori felici di saperli a scuola. L istruzione offre ai piccoli rifugiati una via per scoprire la loro autentica vocazione, sviluppandone le potenzialità. Tuttavia, troppi bambini e giovani rifugiati non ricevono un educazione di qualità. L accesso all educazione è limitato, specialmente per le ragazze e per la scuola secondaria. Per questo, durante il prossimo Giubileo della Misericordia, vi siete posti l obiettivo di aiutare altri giovani rifugiati Signore e Signori, cari amici, sono molto lieto di poter salutare voi membri della Fondazione Romano Guardini, venuti a Roma per partecipare al convegno promosso dall Università Gregoriana in occasione del 130 anniversario della nascita di Guardini. Ringrazio il Prof. von Pufendorf per le gentili parole di saluto, e per aver annunciato l imminente pubblicazione di un testo inedito. Sono convinto che Guardini sia un pensatore che ha molto da dire agli uomini del nostro tempo, e non solo ai cristiani. Con la vostra Fondazione voi state realizzando questo progetto, facendo entrare il pensiero di Guardini in un dialogo polifonico con gli ambiti della politica, della cultura e della scienza di oggigiorno. Auspico vivamente che questo impegno abbia buon successo. Nel suo libro Il mondo religioso di Dostoevskij, Guardini riprende, tra l altro, un episodio dal romanzo I fratelli Karamazov (Il mondo religioso di Dostoevskij, Morcelliana, Brescia, pp. 24ss). Si tratta del passo dove la gente va dallo s t a re c Zosima per presentargli le proprie preoccupazioni e difficoltà, chiedendo la sua preghiera e benedizione. Si avvicina anche una contadina macilenta per confessarsi. Con un bisbiglio sommesso dice di aver ucciso il marito malato il quale in passato l aveva maltrattata molto. Lo s t a re c vede che la donna, nella disperata consapevolezza della propria colpa, è totalmente chiusa in sé stessa, e che qualsiasi riflessione, qualsiasi conforto o consiglio urterebbe contro questo muro. La donna è convinta di essere condannata. Il sacerdote, però, le mostra una via d uscita: la sua esistenza ha un senso, perché Dio la accoglie nel momento del pentimento. «Non temere nulla, non temere mai, e non angosciarti dice lo s t a re c, purché il pentimento non s indebolisca in te, e poi Dio perdonerà tutto. Del resto, non c è, e non ci può essere, su tutta la terra un peccato che Dio non perdoni a chi si pente sinceramente. Né l uomo può commettere un peccato così grande che esaurisca l infinito amore di Dio» (ibid., p. 25). Nella confessione la donna viene trasformata e riceve di nuovo speranza. Proprio le persone più semplici comprendono di che cosa si tratta Al Jesuit Refugee Service ad andare a scuola. La vostra iniziativa di Educazione Globale, col motto Mettiamo in moto la M i s e r i c o rd i a, vi metterà in grado di raggiungere molti altri studenti, che hanno urgente bisogno di un educazione che li ripari dai pericoli. Sono riconoscente per questo al gruppo di sostenitori e benefattori e al gruppo internazionale di sviluppo del Jesuit Refugee Service, che oggi si sono uniti a noi. Grazie alla loro energia e al loro sostegno, la misericordia del Signore raggiungerà tanti bambini e famiglie nei prossimi anni. Mentre proseguite nell opera di educazione dei rifugiati, pensate alla Santa Famiglia, la Madonna, san Giuseppe e Gesù bambino, fuggiti in Egitto per scampare alla violenza e cercare rifugio presso stranieri; e ricordate le parole di Gesù: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7). Portate sempre dentro di voi queste parole, vi siano di stimolo e Attualità del pensiero e dell opera di Guardini L Europa ricca accolga i fratelli affamati qui. Vengono prese dalla grandezza che risplende nella sapienza e nella forza di amore dello s t a re c. Comprendono che cosa significhi santità, cioè un esistenza vissuta nella fede, capace di vedere che Dio è vicino agli uomini, tiene la loro vita tra le sue mani. Al riguardo, Guardini dice: «Accettando con semplicità l esistenza dalla mano di Dio, la volontà personale si trasforma in volontà divina e così, senza che la creatura cessi di esser unicamente creatura e Dio veramente Dio, si attua la loro unità vivente» (ibid., p. 32). Questa è la visione profonda di Guardini. Forse ha il fondamento nel suo primo libro metafisico Der Gegensatz. Per Guardini, tale unità vivente con Dio consiste nella relazione concreta delle persone con il mondo e con gli altri intorno a sé. Il singolo si sente intessuto in un popolo, cioè di conforto. Da parte mia, vi assicuro la mia preghiera. E anche voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. E non posso finire questo incontro, queste parole senza presentarvi un icona: quel canto del cigno del padre Arrupe, proprio in un centro per rifugiati. Ci chiedeva di pregare, di non lasciare la preghiera. E proprio lui con questo consiglio e con la sua presenza lì, in quel centro per rifugiati in Asia, non sapeva che in quel momento si congedava: sono state le sue ultime parole, il suo ultimo gesto. È stata proprio l eredità ultima che ha lasciato alla Compagnia. Arrivato a Roma, è stato colpito dall ictus che l ha fatto soffrire per tanti anni. Quest icona vi accompagni: l icona di uno bravo, che non solo ha creato questo servizio, ma uno al quale il Signore ha dato la gioia di congedarsi parlando in un centro per rifugiati. Il Signore vi benedica. in una «unione originaria degli uomini che per specie, paese, ed evoluzione storica nella vita e nei destini sono un tutto unico» (Il senso della Chiesa, Morcelliana, Brescia, 2007, p ). Guardini intende il concetto di p op olo distinguendolo nettamente da un razionalismo illuministico che considera reale soltanto ciò che può essere colto dalla ragione (cfr. Il mondo religioso in Dostoevskij, p. 321) e che tende a isolare l uomo strappandolo dalle relazioni vitali naturali. Il popolo, invece, significa «il compendio di ciò che nell uomo è genuino, profondo, sostanziale» (ibid., p. 12). Possiamo riconoscere nel popolo, come in uno specchio, il «campo di forze dell azione divina». Il popolo continua Guardini «sente questa dappertutto operante e ne intuisce il mistero, l inquietante presenza» (ibid., p. 15). Per questo a me piace dire ma ne sono convinto che p op olo non è una categoria logica, è una categoria mistica. Per questo motivo che Guardini dice. Forse possiamo applicare le riflessioni di Guardini al nostro tempo, cercando di scoprire la mano di Dio negli eventi attuali. Così potremmo forse riconoscere che Dio, nella Sua sapienza, ha inviato a noi, nell E u ro - pa ricca, l affamato perché gli diamo da mangiare, l assetato perché gli diamo da bere, il forestiero perché lo accogliamo, e l ignudo perché lo vestiamo. La storia poi lo dimostrerà: se siamo un popolo, certamente lo accoglieremo come un nostro fratello; se siamo solamente un gruppo di individui più o meno organizzati, saremo tentati di salvare innanzitutto la nostra pelle, ma non avremo continuità. Ringrazio ancora una volta tutti voi per la vostra presenza. Lavorare con l opera di Guardini vi faccia sempre più comprendere il significato e il valore dei fondamenti cristiani della cultura e della società. Di cuore vi benedico, e vi chiedo per favore di pregare per me. [Benedizione...]

8 pagina 8 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Nel cinquantesimo anniversario del decreto conciliare sull apostolato dei laici Protagonisti nella città terrena I laici non sono «membri di second o rd i n e e semplici esecutori di ordini», ma possono essere protagonisti nella vita della Chiesa, perché «l annuncio del Vangelo non è riservato» ai professionisti della missione : lo ha scritto il Papa ai partecipanti alla giornata di studio, svoltasi il 10 novembre all u n i v e rs i t à romana della Santa Croce, organizzata dal Pontificio Consiglio per i laici nel cinquantesimo anniversario del decreto conciliare «Apostolicam actuositatem». Al Venerato Fratello Cardinale STA N I S ŁAW RYŁKO, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici Rivolgo il mio cordiale saluto a Lei, Signor Cardinale, e a tutti i partecipanti alla Giornata di studio organizzata dal Pontificio Consiglio per i Laici, in collaborazione con la Pontificia Università della Santa Croce, sul tema Vocazione e missione dei laici. A cinquant anni dal Decreto «Apostolicam actuositatem». Il vostro convegno si colloca nel quadro del 50 anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, evento straordinario di grazia, che, come affermò il beato Paolo VI, ha avuto «il carattere d un atto d amore; d un grande e triplice atto d amore: verso Dio, verso la Chiesa, verso l umanità» (Allocuzione all inizio della Quarta Sessione, 14 settembre 1965: Insegnamenti, III [1965], 475). Questo rinnovato atteggiamento di amore che ispirava i Padri conciliari ha portato anche, tra i suoi molteplici frutti, ad un modo nuovo di guardare alla vocazione e alla missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, che ha trovato magnifica espressione anzitutto nelle due grandi Costituzioni conciliari Lumen gentium e Gaudium et spes. Questi documenti basilari del Concilio considerano i fedeli laici entro una visione d insieme del Popolo di Dio, a cui essi appartengono assieme ai membri dell ordine sacro e ai religiosi, e nel quale partecipano, nel modo loro proprio, della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo stesso. Il Concilio, dunque, non guarda ai laici come se fossero membri di second o rd i n e, al servizio della gerarchia e semplici esecutori di ordini dall alto, ma come discepoli di Cristo che, in forza del loro Battesimo e del loro naturale inserimento nel mondo, sono chiamati ad animare ogni ambiente, ogni attività, ogni relazione umana secondo lo spirito del Vangelo (cfr. LG, 31), portando la luce, la speranza, la carità ricevuta da Cristo in quei luoghi che, altrimenti, resterebbero estranei all azione di Dio e abbandonati alla miseria della condizione umana (cfr. GS, 37). Nessuno meglio di loro può svolgere il compito essenziale di «iscrivere la legge divina nella vita della città terrena» (ibid., 43). Sull ampio sfondo di questa dottrina conciliare, si inserisce il Decreto Apostolicam actuositatem, che tratta più da vicino della natura e degli ambiti dell apostolato dei laici. Questo documento ha ricordato con forza che «la vocazione cristiana è per sua natura anche vocazione all ap o- stolato» (n. 2), per cui l annuncio del Vangelo non è riservato ad alcuni professionisti della missione, ma dovrebbe essere l anelito profondo di tutti i fedeli laici, chiamati, in virtù del loro Battesimo, non solo all animazione cristiana delle realtà temporali, ma anche alle opere di esplicita evangelizzazione, di annuncio e di santificazione degli uomini (cfr. ibid.). Si può dire che tutto questo insegnamento conciliare ha fatto crescere nella Chiesa la formazione dei laici, che tanti frutti ha già portato fino ad ora. Ma il Concilio Vaticano II, come ogni Concilio, interpella ogni generazione di pastori e di laici, perché è un dono inestimabile dello Spirito Santo che va accolto con gratitudine e senso di responsabilità: tutto ciò che ci è stato donato dallo Spirito e trasmesso dalla santa Madre Chiesa va sempre di nuovo capito, assimilato e calato nella realtà! Applicare il Concilio, portarlo nella vita quotidiana di ogni comunità cristiana: era questa l ansia pastorale che ha sempre animato san Giovanni Paolo II, da vescovo e da Papa. Durante il Grande Giubileo del 2000, egli disse: «Una nuova stagione si apre dinanzi ai nostri occhi: è il tempo dell approfondimento degli insegnamenti conciliari, il tempo della raccolta di quanto i Padri conciliari seminarono e la generazione di questi anni ha accudito e atteso. Il Concilio Ecumenico Vaticano II è stato una vera profezia per la vita della Chiesa; continuerà ad esserlo per molti anni del terzo millennio appena iniziato» (Discorso al Convegno internazionale sull attuazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, 27 febbraio 2000: Insegnamenti, XXIII, 1 [2000], 278). Prego il Signore, per intercessione della Vergine Santa, perché il vostro convegno sia di stimolo a tutti pastori e fedeli laici ad avere nel cuore la stessa ansia di vivere e attuare il Concilio e portare al mondo la luce di Cristo. Vi chiedo per favore di pregare per me e con affetto vi b enedico. Dal Vaticano, 22 ottobre 2015 Memoria di san Giovanni Paolo II FRANCESCO Udienza al presidente della Repubblica di Polonia Nella mattina di lunedì 9 novembre, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda, il quale, successivamente, si è incontrato con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato da monsignor Antoine Camilleri, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati. Nel corso dei cordiali colloqui è stato rilevato il contributo positivo della Chiesa cattolica alla società polacca, anche in vista della visita del Pontefice a Kraków l anno prossimo, in occasione della giornata mondiale della gioventù. Successivamente ci si è soffermati su alcuni temi di mutuo interesse, quali la promozione della famiglia, il sostegno ai ceti sociali più bisognosi e l accoglienza dei migranti. Infine, sono state discusse alcune tematiche che concernono la comunità internazionale, quali la pace e la sicurezza, il conflitto in Ucraina e la situazione nel Medio oriente. Concluso il convegno ecclesiale italiano Chiamati a un nuovo inizio La Chiesa in Italia è chiamata a un nuovo inizio. È quanto ha detto il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), concludendo a Firenze il quinto convegno ecclesiale nazionale. Cinque giorni di lavori, con delegati diocesani e oltre duecento vescovi, sul tema «In Gesù il nuovo umanesimo». Giornate segnate in maniera indelebile dalla visita compiuta martedì 10 da Papa Francesco. E proprio alle parole pronunciate in quella occasione dal Pontefice ha fatto più di una volta riferimento il presidente della Cei. «Il Santo Padre, nel discorso programmatico che ci ha rivolto nella cattedrale, ci ha mostrato lo spirito e le coordinate fondamentali che si attende dalla nostra Chiesa. Ci ha chiesto autenticità e gratuità, spirito di servizio, attenzione ai poveri, capacità di dialogo e di accoglienza; ci ha esortati a prendere il largo con coraggio e a innovare con creatività, nella compagnia di tutti coloro che sono animati da buona volontà», ha sintetizzato Bagnasco, il quale ha poi sottolineato che il testo del Pontefice «andrà meditato con attenzione, quale premessa per riprendere, su suo invito, l esortazione apostolica Evangelii gaudium nelle comunità e nei gruppi di fedeli, fino a trarre da essa criteri pratici con cui attuarne le disp osizioni». Per il porporato, l assise fiorentina ha rappresentato qualcosa di innovativo nella tradizione ecclesiale italiana del post-concilio. Il convegno costituisce, infatti, «un nuovo punto di partenza per il cammino delle nostre comunità e dei singoli credenti». In questo senso, ha aggiunto, «sarebbe parziale affermare che la Chiesa italiana ha celebrato in questi giorni il suo quinto convegno ecclesiale; ben di più, essa ha scelto di assumere il percorso del convegno e di mettersi in gioco, in un impegno di conversione finalizzato a individuare le parole più efficaci, le categorie più consone e i gesti più autentici attraverso i quali portare il Vangelo nel nostro tempo agli uomini di oggi». Lo stile intrapreso è quello del «cammino sinodale», che «ci fa sentire responsabili gli uni degli altri», attraverso una dinamica «che si estende anche oltre la comunità cristiana e raggiunge tutte le persone, fino alle più lontane, ben sapendo ha detto Bagnasco citando il discorso del Papa a Prato che non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere». In altri termini, la «ricostruzione dell umano», ha rimarcato il presidente della Cei con riferimento al tema del convegno, «passa da un attenta conoscenza delle dinamiche e dei bisogni del nostro mondo, quindi dall impegno a un inclusione sociale che ha a cuore innanzitutto i poveri. Tale impegno operoso muove da un costante riferimento alla persona di Cristo, modello e maestro di umanità, che dell uomo è il prototipo e il compimento». Sulla scorta ancora delle parole del Pontefice a Firenze «Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in lui i tratti del volto autentico dell uomo» Bagnasco sottolinea come spetti alla comunità cristiana «mostrare a tutti l infinito tesoro racchiuso» nella persona di Gesù. «Lasciamoci guardare da Lui, misericordiae vultus, consapevoli che la condizione primaria di ogni riforma della Chiesa richiede di essere radicati in Cristo». Anche perché, nel mondo attuale «spesso così esposto al rischio dell autosufficienza o alla tentazione di ridurre Dio ad astratta ideologia, l esistenza di Gesù, fattasi dono perfetto, rappresenta l antidoto più efficace». L indicazione, e dunque il cuore delle «prospettive» delineate dal presidente della Cei, è C O N T I N UA A PA G I N A 17

9 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 9 Nel pomeriggio di domenica 15 novembre il Papa si è recato nella Christuskirche di via Sicilia, in visita alla comunità evangelica luterana di Roma. L i n c o n t ro è culminato in una preghiera comune, durante la quale, dopo la lettura del Vangelo, il Pontefice ha pronunciato a braccio la seguente omelia. Gesù, durante la sua vita, ha fatto tante scelte. Questa che oggi abbiamo sentito sarà l ultima scelta. Gesù ha fatto tante scelte: i primi discepoli, gli ammalati che guariva, la folla che lo seguiva... lo seguiva per ascoltare perché parlava come uno che ha autorità, non come i loro dottori della legge che si pavoneggiavano; ma possiamo leggere chi era questa gente due capitoli prima, nel 23 di Matteo; no, in Lui vedevano autenticità; e quella gente lo seguiva. Gesù con amore faceva le scelte e anche le correzioni. Quando i discepoli sbagliavano nei metodi: Facciamo che venga il fuoco dal cielo?... Ma voi non sapete qual è il vostro spirito. O quando la mamma di Giacomo e Giovanni è andata a chiedere al Signore: Signore, ti voglio chiedere un favore, che i miei due figli, nel momento del tuo Regno, uno sia a destra, l altro a sinistra.... E Lui correggeva queste cose: sempre guidava, accompagnava. Ma anche dopo la Risurrezione fa tanta tenerezza vedere come Gesù sceglie i momenti, sceglie le persone, non spaventa. Pensiamo il cammino verso Emmaus, come li accompagna [i due discepoli]. Loro dovevano andare a Gerusalemme ma sono scappati da Gerusalemme, per paura, e Lui va con loro, li accompagna. E poi si fa vedere, li recupera. Durante la visita alla comunità evangelica luterana di Roma la richiesta di perdono per le divisioni L ultima scelta È una scelta di Gesù. E poi la grande scelta che a me sempre commuove, quando prepara lo sposalizio del figlio e dice: Ma andate all incro cio delle strade e portate qui i ciechi, i sordi, gli zoppi.... Buoni e cattivi! Gesù scelse sempre. E poi la scelta della pecora smarrita. Non fa un calcolo finanziario: Ma, ne ho 99, ne perdo una... No. Ma l ultima scelta L incontro nella Christuskirche Nel ricordo della strage a Parigi sarà quella definitiva. E quali saranno le domande che il Signore ci farà quel giorno: Sei andato a Messa? Hai fatto una buona catechesi?. No, le domande sono sui poveri, perché la povertà è al centro del Vangelo. Lui essendo ricco si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Lui non ritiene un privilegio di essere come Dio ma si è annientato, si è umiliato fino alla fine, fino alla morte di Croce (cfr. Fil 2, 6-8). È la scelta del servizio. Gesù è Dio? È vero. È il Signore? È vero. Ma è il servo, e la scelta la farà su quello. Tu, la tua vita l hai usata per te o per servire? Per difenderti dagli altri con i muri o per accoglierli con amore? E questa sarà l ultima scelta di Gesù. Ci dice tanto sul Signore questa pagina del Vangelo. E posso farmi la domanda: ma noi, luterani e cattolici, da che parte saremo, a destra o a sinistra? Ma ci sono stati tempi brutti fra noi... Pensate alle persecuzioni... fra noi! con lo stesso Battesimo! Pensate a tanti bruciati vivi. Dobbiamo chiederci perdono di questo, dello scandalo della divisione, perché tutti, luterani e cattolici, siamo in questa scelta, non in altre scelte, in questa scelta, la scelta del servizio come Lui ci ha indicato essendo servo, il servo del Signore. A me piace, per finire, quando vedo il Signore servo che serve, mi piace chiedergli che Lui sia il servo dell unità, che ci aiuti a camminare insieme. Oggi abbiamo pregato insieme. Pregare insieme, lavorare insieme per i poveri, per i bisognosi; amarci insieme, con vero amore di fratelli. Ma, padre, siamo diversi, perché i nostri libri dogmatici dicono una cosa e i vostri dicono l altra. Ma un grande vostro [esponente] ha detto una volta che c è l ora della diversità riconciliata. Chiediamo oggi questa grazia, la grazia di questa diversità riconciliata nel Signore, cioè nel Servo di Jahveh, di quel Dio che è venuto tra noi per servire e non per essere servito. Vi ringrazio tanto di questa ospitalità fraterna. Grazie. di MAU R I Z I O FO N TA N A «È una gioia pregare oggi con i fratelli Luterani a Roma. Dio benedica tutti coloro che lavorano per il dialogo e l unità dei cristiani». È cominciata con un tweet la visita di Papa Francesco alla comunità evangelica luterana della capitale. Le parole lanciate in rete dal Pontefice nella mattina di domenica 15 novembre, sono state l anticipazione di un incontro atteso e desiderato, per ribadire la volontà di un cammino comune e per rinsaldare il dialogo ecumenico, anche in vista delle celebrazioni del 2017 per i 500 anni della riforma luterana. Un attesa e una gioia ricambiate dalla piccola comunità riunita nella Christuskirche di via Sicilia e dimostrate dal lunghissimo applauso che ha accolto il Pontefice all ingresso in chiesa e lo ha accompagnato mentre con il pastore Jens-Martin Kruse si dirigeva verso l a l t a re. Francesco è stato il terzo Papa a fare visita a quella che da quasi un secolo fu completata nel 1922 è la casa dei luterani a Roma. Prima di lui Giovanni Paolo II, l 11 dicembre 1983 (in occasione del quinto centenario della nascita di Martin Lutero), e Benedetto XVI, il 14 marzo Invitato a partecipare al culto domenicale pomeridiano, il Pontefice è giunto qualche minuto prima delle 16. Ad attenderlo, oltre a tanta gente radunata dietro le transenne, c erano il pastore Kruse, il cardinale vicario Vallini e monsignor Sapienza, reggente della prefettura della Casa Pontificia, che lo hanno accolto insieme ai membri del Consiglio di comunità della Christuskirche. È così cominciato un intenso momento di dialogo e di preghiera ecumenica, accompagnato dal canto del coro che, nella migliore tradizione musicale protestante, ha eseguito brani di Schütz, Mendelssohn-Bartoldy e Bach. Fra i presenti i cardinali Koch e Kasper, rispettivamente presidente e presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell unità dei cristiani, l arcivescovo Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, i vescovi Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i laici, e Farrell, segretario del dicastero ecumenico, monsignor Gnavi, segretario della commissione diocesana per l ecumenismo e il dialogo. Hanno partecipato all incontro la presidente del sinodo luterano, Christiane Groeben, il vicedecano della Chiesa evangelica luterana in Italia, il pastore Jacob Betz. Era anche presente l archimandrita Simeon Catsinas, rettore della chiesa greco-ortodossa di San Teodoro in Palatino. Tra l assemblea, gli ambasciatori di Germania in Italia e presso la Santa Sede. Attraversato da un ombra di tristezza sia da parte del pastore sia del Papa nel ricordo del feroce attentato di Parigi, l incontro si è comunque dipanato in un clima sereno, semplice, caratterizzato da un forte senso di fraternità. «Ci guardiamo negli occhi gli uni gli altri ha detto il reverendo Kruse salutando il Pontefice e ci stringiamo la mano. Ci raccontiamo l un l altro chi siamo e cosa ci sta a cuore. Preghiamo gli uni per gli altri. Cantiamo insieme. Ascoltiamo insieme il Vangelo e stiamo insieme davanti a Dio». E ha continuato: «Sperimentiamo, così, che siamo già uniti nella fede nell unico Signore Gesù Cristo e che gli apparteniamo inscindibilmente, come membra del suo corpo». L unità, ha aggiunto, «non è un futuro lontano» perché «se seguiamo la volontà di Gesù, allora sperimentiamo l unità già adesso». Dialogo e preghiera sono stati i due elementi portanti della visita: dialogo e preghiera, ha detto il pastore, «sono due dimensioni essenziali sul cammino verso l unità della cristianità». E subito dopo le parole di accoglienza, è cominciato il dialogo: Francesco, seduto accanto a Kruse, ha risposto alle domande di tre membri della comunità, intessendo un dialogo dal sapore confidenziale. Più volte ha strappato il sorriso ai presenti con qualche battuta, ma ha anche toccato le corde intime dei cuori, in particolare rivolgendosi alla donna, sposata con un cattolico, C O N T I N UA A PA G I N A 10

10 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 10/11 L incontro nella Christuskirche Prima della comune preghiera nella Christuskirche dove si è recato in visita domenica sera, 15 novembre Papa Francesco ha risposto a braccio alle domande di tre membri della comunità evangelica luterana di Roma. Il piccolo Julius, di nove anni, ha chiesto: «Che cosa ti piace di più dell essere Papa?». La risposta è semplice. Quello che mi piace... Se io ti domando cosa ti piace di più del pasto, tu dirai la torta, il dolce! O no? Ma bisogna mangiare tutto. La cosa che mi piace, sinceramente, è fare il parroco, fare il pastore. Non mi piace fare i lavori d ufficio. Non mi piacciono questi lavori. Non mi piace fare interviste protocollari questa non è protocollare, è familiare! ma devo farlo. Perciò cosa mi piace di più? Fare il parroco. E un tempo, mentre ero rettore della facoltà di teologia, ero parroco della parrocchia che c è accanto alla facoltà, e sai, mi piaceva insegnare il catechismo ai bambini e la domenica fare la Messa con i bambini. C erano più o meno 250 bambini, era difficile che tutti stessero in silenzio, era difficile. Il dialogo con i bambini... Questo mi piace. Tu sei un ragazzo e forse mi capirai. Voi siete concreti, voi non fate domande campate in aria, teoriche: Perché questo è così? Pe rc h é.... Ecco, mi piace fare il parroco e, facendo il parroco, quello che più mi piace è stare con i bambini, parlare con loro, e s impara tanto. S impara tanto. Mi piace fare il Papa con lo stile del parroco. Il servizio. Mi piace, nel senso che mi sento bene, quando visito gli ammalati, quando parlo con le persone che sono un po disperate, tristi. Amo tanto andare in carcere, ma non che mi portino in galera! Perché, parlare con i carcerati... tu forse capirai quello che ti dirò ogni volta che io Il dialogo con la comunità evangelica luterana di Roma No ai cuori chiusi tà, ma io penso penso! che nel suo cuore non è felice. Non so se ho risposto a quello che tu volevi sapere. Quindi Anke de Bernardinis, sposata con un cattolico romano, ha espresso dolore per «non poter partecipare insieme alla Cena del Signore» e ha domandato: «Che cosa possiamo fare per raggiungere, finalmente, la comunione su questo punto?». Grazie, Signora. Alla domanda sul condividere la Cena del Signore non è facile per me risponderle, soprattutto davanti a un teologo come il cardinale Kasper! Ho paura! Io penso che il Signore ci ha detto quando ha dato questo mandato: Fate questo in memoria di me. E quando condividiamo la Cena del Signore, ricordiamo e imitiamo, facciamo la stessa cosa che ha fatto il Signore Gesù. E la Cena del Signore ci sarà, il banchetto finale nella Nuova Gerusalemme ci sarà, ma questa sarà l ultima. Invece nel cammino, mi domando e non so come rispondere, ma la sua domanda la faccio mia io mi domando: condividere la Cena del Signore è il fine di un cammino o è il viatico per camminare insieme? Lascio la domanda ai teologi, a quelli che capiscono. È vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono differenze fra noi, che abbiamo la stessa dottrina sottolineo la parola, parola Abbiamo una fede, un battesimo, un Signore Pubblichiamo il testo dell omelia che il Pontefice aveva preparato per l occasione e che ha poi sostituito con un testo improvvisato. Cari sorelle e fratelli nel Signore, l incontro di oggi ci consente di condividere un momento di preghiera fraterna, e ci dà anche l opp ortunità di riflettere sui nostri rapporti e sulla situazione ecumenica in generale. Possiamo anzitutto ringraziare il Signore perché abbiamo compiuto numerosi passi verso l unità, anche se siamo coscienti che il cammino da fare è ancora lungo. Oggi, il movimento ecumenico è diventato un elemento fondamentale della vita delle nostre comunità. Per molte persone, di diverse generazioni, i progressi nel campo ecumenico sono diventati un obiettivo per il quale vale la pena di impegnarsi in maniera stabile. Molti uomini e donne sono disposti a cooperare per superare insieme le divisioni ancora presenti tra noi cristiani. A livello locale, regionale e mondiale, si sperimenta un ecumenismo molto vivo. Anche fuori dalle nostre comunità, gli uomini e le donne di oggi sono alla ricerca di una fede vissuta in maniera autentica. E questa ricerca costituisce il motivo principale anche del progresso ecumenico. Un ecumenismo che voglia avere un futuro non può che partire dalle preoccupazioni e dai problemi dell uomo di oggi. In primo luogo si tratta di riconoscersi reciprocamente dote e chiede l assoluzione. Sono rimedi per mantenere vivo il Battesimo. Quando voi pregate insieme, quel Battesimo cresce, diventa forte; quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù, perché è venuto Gesù, cosa ci ha fatto Gesù, fate lo stesso, sia in lingua luterana che in lingua cattolica, ma è lo stesso. La domanda: e la Cena? Ci sono domande alle quali soltanto se uno è sincero con sé stesso e con le poche luci teologiche che io ho, si deve rispondere lo stesso, vedete voi. Questo è il mio Corpo, questo è il mio sangue, ha detto il Signore, fate questo in memoria di me, e questo è un viatico che ci aiuta a camminare. Io ho avuto una grande amicizia con un vescovo episcopaliano, quarantottenne, sposato, due figli e lui aveva questa inquietudine: la moglie cattolica, i figli cattolici, lui vescovo. Lui accompagnava la domenica sua moglie e i suoi figli alla Messa e poi andava a fare il culto con la sua comunità. Era un passo di partecipazione alla Cena del Signore. Poi lui è andato avanti, il Signore lo ha chiamato, un uomo giusto. Alla sua domanda Le rispondo soltanto con una domanda: come posso fare con mio marito, perché la Cena del Signore mi accompagni nella mia strada? È un problema a cui ognuno deve rispondere. Ma mi diceva un pastore amico: Noi crediamo che il Signore è presente lì. È presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza? Eh, sono le spiegazioni, le interpretazioni.... La vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni. Sempre fate riferimento al Battesimo: Una fede, un battesimo, un Signore, così ci dice Paolo, e di là prendete le conseguenze. Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza. Un Battesimo, un Signore, una fede. Parlate col Signore e andate avanti. Non oso dire di più. come comunità di credenti che cercano il Regno di Dio e la sua giustizia, ben sapendo che così riceveranno tutto il resto (cfr. Mt 6, 33). In questo cammino comune possiamo imparare gli uni dagli altri, sostenerci a vicenda, incoraggiarci e sperimentare i doni di una fede vissuta come ricchezza e fonte di forza. Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci ha riproposto la parabola del Giudizio finale (cfr. Mt 25, 31-46). Esso ci ricorda che saremo, anzi, siamo giudicati in base alla nostra vicinanza concreta al fratello nella sua situazione reale, nella sua condizione. Questo presuppone capacità di attenzione, di compassione, di condivisione, di servizio. È un modo di essere Chiesa, così come la presenta il Concilio Vaticano II nelle parole iniziali della Costituzione pastorale Gaudium et spes: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo» (n. 1). Questa è anche la vocazione e la missione ecumenica di cattolici e luterani e di tutti i cristiani: un impegno comune nel servizio di carità, soprattutto verso i più piccoli e i più poveri, rende credibile la nostra appartenenza a Cristo. Altrimenti, essa rimane compromessa dalle divisioni e dai conflitti tra le Chiese e tra i credenti. Possiamo assumere insieme la gioia e la fatica della diaconia della Tre pilastri Infine Gertrud Wiedmer, svizzera, tesoriera della comunità, ha presentato al Papa un progetto di aiuto ai rifugiati e ha chiesto: «Che cosa possiamo fare, come cristiani, affinché le persone non si rassegnino o non erigano nuovi muri?». Lei, essendo svizzera, essendo la tesoriera, ha tutto il potere in mano! Un servizio... La miseria... Lei ha detto questa parola: la miseria. Mi vengono da dire due cose. La prima, i muri. carità in una maggiore cooperazione ecumenica. Possiamo farlo con i bambini e gli anziani più disagiati, con i rifugiati, e con tutti coloro che hanno bisogno di cure e di sostegno. Un altro aspetto molto importante per il nostro cammino di unità è ritrovare tutta la ricchezza della preghiera comune, dei testi liturgici e delle varie forme di culto. Le celebrazioni ecumeniche della Parola, come per esempio la liturgia ecumenica delle ore. Appartiene in modo specifico all ambito dell ecumenismo spirituale la lettura comune della Bibbia. E ricordo in particolare la Settimana di preghiera per l unità dei cristiani, la Giornata di preghiera ecumenica per la cura del creato, il 1 settembre di ogni anno, ed altri momenti, che la vostra comunità già organizza con impegno insieme ai diversi partner ecumenici. Inoltre, illuminati dal comune Battesimo, luterani e cattolici siamo chiamati a proseguire il dialogo teologico. Dopo 50 anni di dialogo ecumenico, gli sforzi compiuti mostrano che tutto ciò che ci unisce è già molto più di ciò che ancora ci divide. Siamo continuamente alla ricerca di una più profonda conoscenza della verità divina. L esp erienza degli ultimi decenni ci mostra che occorre perseverare nei nostri sforzi, per scoprire insieme nuovi aspetti della rivelazione divina e darne insieme testimonianza, secondo la volontà del Signore. Con tale fiducia L uomo, dal primo momento se noi leggiamo le Scritture è un grande costruttore di muri, che separano da Dio. Nelle prime pagine della Genesi vediamo questo. E c è una fantasia dietro i muri umani, la fantasia di diventare come Dio. Per me il mito, per dirlo in parole tecniche, o la narrazione della Torre di Babele, è proprio l atteggiamento dell uomo e della donna che costruiscono muri, perché costruire un muro è dire: Noi siamo i potenti, voi nel dialogo potremo approfondire in particolare i temi della Chiesa, dell Eucaristia e del M i n i s t e ro. Mi sembra anche fondamentale che la Chiesa Cattolica porti avanti coraggiosamente anche l attenta e onesta rivalutazione delle intenzioni della Riforma e della figura di Martin Lutero, nel senso di una Ecclesia semper reformanda, nel grande solco tracciato dai Concili, come pure da uomini e donne, animati dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo. Il recente documento della Commissione luterana-cattolica per l unità, D al conflitto alla comunione - Commemorazione luterana-cattolica comune della Riforma nell anno 2017, ha affrontato e realizzato questa riflessione in modo promettente. Dunque, l ecumenismo fra cattolici e luterani, che è condizione fondamentale di una testimonianza convincente della nostra fede in Cristo di fronte agli uomini del nostro tempo, si fonda su questi pilastri: la preghiera comune, la condivisione diaconale con i poveri, il dialogo teologico. Tra poco inizierà il Giubileo della Misericordia. Vi invito ad accompagnarci in questo cammino, in comunione ecumenica, a Roma e in tutte le Chiese e comunità locali, affinché possa essere per tutti un momento di riscoperta della misericordia di Dio e della bellezza dell amore per i fratelli. Il Signore ci benedica e ci custodisca nella sua pace. entro in un carcere, domando a me stesso: Perché loro e io no?. E lì sento la salvezza di Gesù Cristo, l a m o re di Gesù Cristo per me. Perché è Lui che mi ha salvato. Io non sono meno peccatore di loro, ma il Signore mi ha preso per mano. Anche questo lo sento. E quando vado in carcere sono felice. Fare il Papa è fare il vescovo, fare il parroco, fare il pastore. Se un Papa non fa il vescovo, se un Papa non fa il parroco, non fa il pastore, sarà una persona molto intelligente, molto importante, avrà molta influenza nella sociedifficile da capire ma io mi domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se abbiamo lo stesso Battesimo dobbiamo camminare insieme. Lei è una testimonianza di un cammino anche profondo perché è un cammino coniugale, un cammino proprio di famiglia, di amore umano e di fede condivisa. Abbiamo lo stesso Battesimo. Quando Lei si sente peccatrice anche io mi sento tanto peccatore quando suo marito si sente peccatore, Lei va davanti al Signore e chiede perdono; Suo marito fa lo stesso e va dal sacerfuori. Ma in questo noi siamo i potenti e voi fuori c è la superbia del potere e l atteggiamento proposto nelle prime pagine della Genesi: Sarete come Dio (cfr. Gen 3, 5). Fare un muro è per escludere, va in questa linea. La tentazione: Se voi mangiate questo frutto, sarete come Dio. A proposito della Torre di Babele questo forse me lo avete sentito dire, perché lo ripeto, ma è tanto plastico c è un midrash scritto nel 1200 più o meno, nel tempo di Tommaso d Aquino, di Maimonide, più o meno in quel tempo, da un rabbino ebreo, che spiegava ai suoi nella Sinagoga la costruzione della Torre di Babele, dove la potenza dell uomo si faceva sentire. Era molto difficile, molto costoso, perché si doveva fare il fango e non sempre l acqua era vicina, cercare la paglia, fare l impasto, poi tagliare, farli seccare, poi farli asciugare, poi cuocerli nel forno e alla fine salivano e gli operai li prendevano... Se cadeva uno di questi mattoni era una catastrofe, perché erano un tesoro, erano costosi, costavano. Se cadeva un operaio, invece, non succedeva niente! Il muro sempre esclude, preferisce il potere in questo caso il potere del denaro perché il mattone costava, o la torre che voleva arrivare fino in cielo e così sempre esclude l umanità. Il muro è il monumento all esclusione. Anche in noi, nella nostra vita interiore, quante volte le ricchezze, la vanità, l o rg o g l i o diventano un muro davanti al Signore, ci allontanano dal Signore. Fare i muri. Per me, la parola che mi viene adesso, un po spontanea, è quella di Gesù: come fare per non fare muri? Servizio. Fate la parte dell ultimo. Lava i piedi. Lui ti ha dato l esempio. Servizio agli altri, servizio ai fratelli, alle sorelle, servizio ai più bisognosi. Con questa opera di sostenere le 80 giovani madri, voi non fate muri, fate servizio. L egoismo umano vuol difendersi, difendere il proprio potere, il proprio egoismo, ma in quel difendersi si allontana dalla fonte di ricchezza. I muri alla fine sono come un suicidio, ti chiudono. È una cosa brutta avere il cuore chiuso. E oggi lo vediamo, il dramma... Mio fratello Pastore oggi ha nominato Parigi: cuori chiusi. Anche il nome di Dio viene usato per chiudere i cuori. Lei mi domandava: Cerchiamo di essere di aiuto alla miseria, ma sappiamo anche che le possibilità hanno una fine. Che cosa possiamo fare come cristiani, affinché le persone non si rassegnino o non erigano nuovi muri?. Parlare chiaro, pregare perché la preghiera è forte e servire. E servire. Un giorno, a Madre Teresa di Calcutta hanno fatto la domanda: Ma tutto questo sforzo che Lei fa soltanto per far morire con dignità questa gente che è a tre, quattro giorni dalla morte, che cosa è?. È una goccia d acqua nel mare, ma, dopo questo, il mare non è più lo stesso. E, sempre col servizio, i muri cadranno da soli; ma il nostro egoismo, il nostro desiderio di potere cerca sempre di costruirli. Non so, questo mi viene di dire. Grazie. DA PA G I N A 9 che gli aveva chiesto come poter vivere pienamente la comunione con il marito. Continuamente dalle parole del Papa, e anche dalla sua gestualità, è emerso il desiderio di andare oltre le dispute teologiche e di parlare concretamente di unione, di cammino condiviso, di preghiera comune, dell unico battesimo che unisce cattolici e p ro t e s t a n t i. Poi è giunto il momento della preghiera che, guidata dal pastore, è stata inizialmente caratterizzata dalla lettura del Vangelo previsto dal calendario liturgico luterano. Un brano quello di Matteo (25, 31-46) relativo al giudizio finale molto caro a Francesco, che lo richiama spesso nei suoi discorsi come punto di riferimento per ogni cristiano. E a conferma di ciò, il Papa ha messo da parte l omelia preparata per l o c- casione e ha parlato a braccio. Dopo le preghiere d i n t e rc e s - sione a quelle previste il pastore Kruse ne ha aggiunta una per le vittime di Parigi e per i loro familiari tutta l assemblea ha recitato il Padre nostro e ricevuto la benedizione impartita dal Pontefice. Al termine dell incontro, il presidente del concistoro, Wolfram Thomas, ha presentato al Papa i doni della comunità: una tipica corona di Avvento e un quadro realizzato dai bambini con le impronte colorate delle loro mani e gli auguri per le prossime feste natalizie. Francesco ha ricambiato con un calice, di grande valore simbolico. Quindi, dopo un breve incontro privato con tutti gli ecclesiastici presenti, il Papa è tornato in chiesa per salutare la comunità. All esterno poi, dove c era ancora molta gente radunata, Francesco ha dato un ultimo, caloroso abbraccio al pastore Kruse, e quindi, alle 17.20, è salito in macchina per ritornare in Vaticano.

11 pagina 12 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Alle soglie del giubileo l invito a mostrare il volto di una Chiesa aperta e accogliente Davanti alla porta della misericordia Testimoni di un Dio che mai si stanca di perdonare «Coraggio! Entriamo per questa porta!». Giunti ormai «alle soglie del Giubileo» Papa Francesco invita tutta la Chiesa ad accostarsi «alla grande porta della Misericordia di Dio». Nella catechesi di mercoledì 18 novembre durante l udienza generale in piazza San Pietro, il Pontefice ha incoraggiato tutti, le famiglie in particolare, all accoglienza e al perdono, perché «una Chiesa inospitale, così come una famiglia rinchiusa su sé stessa, inaridisce il mondo». coglie il nostro pentimento offrendo la grazia del suo perdono. La porta è generosamente aperta, ci vuole un p o di coraggio da parte nostra per varcare la soglia. Ognuno di noi ha dentro di sé cose che pesano. Tutti siamo peccatori! Approfittiamo di questo momento che viene e varchiamo la soglia di questa misericordia Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Con questa riflessione siamo arrivati alle soglie del Giubileo, è vicino. Davanti a noi sta la porta, ma non solo la porta santa, l altra: la grande porta della Misericordia di Dio e quella è una porta bella!, che acdi Dio che mai si stanca di perdonare, mai si stanca di aspettarci! Ci guarda, è sempre accanto a noi. Coraggio! Entriamo per questa porta! Dal Sinodo dei Vescovi, che abbiamo celebrato nello scorso mese di ottobre, tutte le famiglie, e la Chiesa intera, hanno ricevuto un grande incoraggiamento a incontrarsi sulla soglia di questa porta aperta. La Chiesa è stata incoraggiata ad aprire le sue porte, per uscire con il Signore incontro ai figli e alle figlie in cammino, a volte incerti, a volte smarriti, in questi tempi difficili. Le famiglie cristiane, in particolare, sono state incoraggiate ad aprire la porta al Signore che attende di entrare, portando la sua benedizione e la sua amicizia. E se la porta della misericordia di Dio è sempre aperta, anche le porte delle nostre chiese, delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, delle nostre istituzioni, delle nostre diocesi, devono essere aperte, perché così tutti possiamo uscire a portare questa misericordia di Dio. Il Giubileo significa la grande porta della misericordia di Dio ma anche le piccole porte delle nostre chiese aperte per lasciare entrare il Signore o tante volte uscire il Signore prigioniero delle nostre strutture, del nostro egoismo e di tante cose. Il Signore non forza mai la porta: anche Lui chiede il permesso di entrare. Il Libro dell Apocalisse dice: «Io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (3, 20). Ma immaginiamoci il Signore che bussa alla porta del nostro cuore! E nell ultima grande visione di questo Libro dell Apocalisse, così si profetizza La «recognitio» a San Pietro e San Giovanni in Laterano Verso l anno santo Si è svolta, martedì pomeriggio, 17 novembre, la cerimonia della re c o - gnitio della Porta santa della basilica di San Pietro. Analogo rito si era svolto, lunedì pomeriggio, 16 novembre, nella basilica di San Giovanni in Laterano. La re c o g n i t i o nella basilica vaticana è stata introdotta da una preghiera del cardinale Angelo Comastri, arciprete, che ha guidato la processione del Capitolo della basilica, e dalla monizione di un cerimoniere. Quindi, quattro sampietrini hanno abbattuto a colpi di piccone il muro che sigilla la Porta santa all interno della basilica, estraendo la cassetta metallica lì custodita dal momento della chiusura del Grande Giubileo del Nella cassetta sono conservati i documenti dell ultimo Anno santo, tra cui la chiave che consentirà di aprire la Porta santa, le maniglie, oltre alla pergamena del rogito, mattoni e medaglie commemorative. Dopo aver pregato all altare della Confessione, la processione ha raggiunto la sala capitolare, dove la cassetta metallica estratta dalla porta è stata aperta con la fiamma ossidrica. Oltre a monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, che ha preso in consegna i documenti e gli oggetti della re c o g n i t i o, era presente l a rc i v e - scovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. Il rito in Laterano è stato presieduto dal cardinale Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma. È stata staccata la lapide con la grande croce, che si trovava sulla parte della Città di Dio: «Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno», il che significa per sempre, perché «non vi sarà più notte» (21, 25). Ci sono posti nel mondo in cui non si chiudono le porte a chiave, ancora ci sono. Ma ce ne sono tanti dove le porte blindate sono diventate normali. Non dobbiamo arrenderci all idea di dover applicare questo sistema a tutta la nostra vita, alla vita della famiglia, della città, della società. E tanto meno alla vita della Chiesa. Sarebbe terribile! Una Chiesa inospitale, così come una famiglia rinchiusa su sé stessa, mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo. Niente porte blindate nella Chiesa, niente! Tutto aperto! La gestione simbolica delle p orte delle soglie, dei passaggi, delle frontiere è diventata cruciale. La porta deve custodire, certo, ma non respingere. La porta non dev e s s e re forzata, al contrario, si chiede permesso, perché l ospitalità risplende nella libertà dell accoglienza, e si oscura nella prepotenza dell invasione. La porta si apre frequentemente, per vedere se fuori c è qualcuno che aspetta, e magari non ha il coraggio, forse neppure la forza di bussare. Quanta gente ha perso la fiducia, non ha il coraggio di bussare alla porta del nostro cuore cristiano, alle porte delle nostre chiese... E sono lì, non hanno il coraggio, gli abbiamo tolto la fiducia: per favore, che questo non accada mai. La porta dice molte cose della casa, e anche della Chiesa. La gestione della porta richiede attento discernimento e, al tempo stesso, deve ispirare grande fiducia. Vorrei spendere una parola di gratitudine per tutti i custodi delle porte: dei nostri condomini, delle istituzioni civiche, delle stesse chiese. Spesso l accortezza e la gentilezza della portineria sono capaci di offrire un immagine di umanità e di accoglienza all intera casa, già dall ingresso. C è da imparare da questi uomini e donne, che sono custodi centrale della parete, recuperando la capsa, la cassetta di zinco nella quale erano contenuti il verbale di chiusura e la chiave della Porta santa, oltre a 41 medaglie con lo stemma papale di Giovanni Paolo II. Giovedì 19 novembre, la re c o g n i t i o si svolge nella basilica di Santa Maria Maggiore e lunedì 23 in quella di San Paolo fuori le Mura. dei luoghi di incontro e di accoglienza della città dell uomo! A tutti voi custodi di tante porte, siano porte di abitazioni, siano porte delle chiese, grazie tante! Ma sempre con un sorriso, sempre mostrando l accoglienza di quella casa, di quella chiesa, così la gente si sente felice e accolta in quel posto. In verità, sappiamo bene che noi stessi siamo i custodi e i servi della Porta di Dio, e la porta di Dio come si chiama? Gesù! Egli ci illumina su tutte le porte della vita, comprese quelle della nostra nascita e della nostra morte. Egli stesso l ha affermato: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10, 9). Gesù è la porta che ci fa entrare e uscire. Perché l ovile di Dio è un riparo, non è una prigione! La casa di Dio è un riparo, non è una prigione, e la porta si chiama Gesù! E se la porta è chiusa, diciamo: Signore, apri la porta!. Gesù è la porta e ci fa entrare e uscire. Sono i ladri, quelli che cercano di evitare la porta: è curioso, i ladri cercano sempre di entrare da un altra parte, dalla finestra, dal tetto ma evitano la porta, perché hanno intenzioni cattive, e si intrufolano nell ovile per ingannare le pecore e approfittare di loro. Noi dobbiamo passare per la porta e ascoltare la voce di Gesù: se sentiamo il suo tono di voce, siamo sicuri, siamo salvi. Possiamo entrare senza timore e uscire senza pericolo. In questo bellissimo discorso di Gesù, si parla anche del guardiano, che ha il compito di aprire al buon Pastore (cfr. Gv 10, 2). Se il guardiano ascolta la voce del Pastore, allora apre, e fa entrare tutte le pecore che il Pastore porta, tutte, comprese quelle sperdute nei boschi, che il buon Pastore si è andato a riprendere. Le pecore non le sceglie il guardiano, non le sceglie il segretario parrocchiale o la segretaria della parrocchia; le pecore sono tutte invitate, sono scelte dal buon Pastore. Il guardiano anche lui obbedisce alla voce del Pastore. Ecco, potremmo ben dire che noi dobbiamo essere come quel guardiano. La Chiesa è la portinaia della casa del Signore, non è la padrona della casa del S i g n o re. La Santa Famiglia di Nazareth sa bene che cosa significa una porta aperta o chiusa, per chi aspetta un figlio, per chi non ha riparo, per chi deve scampare al pericolo. Le famiglie cristiane facciano della loro soglia di casa un piccolo grande segno della Porta della misericordia e dell accoglienza di Dio. È proprio così che la Chiesa dovrà essere riconosciuta, in ogni angolo della terra: come la custode di un Dio che bussa, come l accoglienza di un Dio che non ti chiude la porta in faccia, con la scusa che non sei di casa. Con questo spirito ci avviciniamo al Giubileo: ci sarà la porta santa, ma c è la porta della grande misericordia di Dio! Ci sia anche la porta del nostro cuore per ricevere tutti il perdono di Dio e dare a nostra volta il nostro perdono, accogliendo tutti quelli che bussano alla nostra porta.

12 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 13 Nei saluti ai fedeli ricordata la giornata mondiale dei diritti dell infanzia È un dovere proteggere i bambini Il ringraziamento alle comunità di clausura per la loro missione Dopo la catechesi, salutando i diversi gruppi linguistici presenti all udienza del 18 novembre, Francesco ha ricordato la Giornata mondiale dei diritti dell infanzia che si celebra il 20 novembre. «È un dovere di tutti ha detto proteggere i bambini e anteporre ad ogni altro criterio il loro bene». Il Pontefice ha quindi invitato a vigilare specialmente là dove i fanciulli «sono esposti al reclutamento da parte di gruppi armati». Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua francese. Vi auguro che le vostre famiglie facciano sempre delle loro soglie di casa un segno di quella Porta della Misericordia che Gesù apre a tutti. Dio vi benedica! Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all odierna Udienza, specialmente quelli provenienti dall Inghilterra e dagli Stati Uniti d America. Rivolgo un saluto particolare al gruppo di preghiera El Shaddai ed ai chirurghi della Ivins Society. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica! Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua tedesca. Carissimi, una Chiesa inospitale e una famiglia rinchiusa su sé stessa mortificano il Vangelo e rendono arido il mondo. All udienza generale toccanti testimonianze di carcerati Oltre le sbarre «Francesco ha accolto nella sua casa un ex ergastolano come me, anche se finalmente dopo ventidue anni in cella sono stato riconosciuto innocente: ma se non è un miracolo questo, allora come lo vogliamo chiamare?». Mercoledì 18 novembre, durante l udienza generale in piazza San Pietro, Giuseppe Gulotta ha raccontato al Papa la sua storia: «Per trentasei anni sono stato considerato un assassino ma oggi finalmente mi posso abituare a un altra vita, da uomo libero». Aveva diciotto anni, nel 1976, quando venne ingiustamente accusato dell omicidio di due carabinieri in Sicilia. Gulotta ricorda di aver «passato in cella gli anni migliori della vita» e di averne attesi ben trentasei, fino al 2012, per scrollarsi «di dosso questo peso enorme. Come ho fatto a resistere? Ho vissuto di speranza e mi sono nutrito sempre d amore». Per questo oggi vive proprio come un miracolo «non ho altra parola», dice l i n c o n t ro con Francesco. Marcello Viola, in carcere da ventisette anni, sta scontando invece la condanna all ergastolo. «Per testimoniare il suo percorso anche spirituale», il fratello Franco e le sorelle Mariella e Claudia hanno voluto incontrare il Pontefice. E gli hanno portato due ritratti dipinti in carcere da Marcello: uno raffigura il giovanissimo Jorge Mario e l altro il Papa in una delle sue più sorridenti espressioni. «Siamo venuti dicono per chiedere a Francesco di ricordare nostro fratello nella preghiera e di benedirlo, per sostenerlo nel suo cammino di fede nonostante quella che Marcello chiama la sua non vita dietro le sbarre». E altri ventisette ragazzi, accolti dall associazione messinese Santa Maria della Strada «per un percorso in alternativa alla detenzione in carcere», si sono stretti attorno al Papa con tutto il loro entusiasmo. «Hanno sofferto molto e provengono da situazioni di grave disagio e di privazioni continue» spiega don Francesco Pati, responsabile delle case di accoglienza diocesane. «Siamo vicini ogni giorno a circa centoventi persone», spiega: «Abbiamo iniziato con i dormitori per i senza fissa dimora e ora assistiamo gli anziani soli e abbandonati, i carcerati, i malati terminali, le ragazze madri, le donne sole, i disabili, le persone che hanno problemi psichici». Anche il solo venire a Roma non è stato facile per un asso ciazione «che vive di provvidenza» fa notare il sacerdote. «Ci ospita gratuitamente una comunità di religiose che ci ha messo a disposizione la cucina e così noi, da Messina, abbiamo portato da mangiare perché non abbiamo disponibilità economiche». Con particolare affetto Francesco ha poi abbracciato quattro bambini della Sierra Leone, in Italia per un programma di ricupero dopo aver contratto il virus ebola. A promuo- Lo Spirito Santo accompagni il vostro cammino con la sua luce. Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola, in particolare i gruppi provenienti dalla Spagna e dall'america Latina. Chiediamo alla Sacra Famiglia, che conobbe quello che significa trovare una porta chiusa, che aiuti le famiglie cristiane a essere un segno eloquente della Porta della misericordia, che si apre al Signore che chiama e al fratello che viene. Che Dio vi benedica. Carissimi pellegrini di lingua portoghese, in particolare brasiliani di Belém, João Pessoa, Olinda e Recife, di cuore vi saluto e vi auguro che la vostra visita a Roma si compia con lo spirito del vero pellegrino, che, sapendo di non possedere ancora il Bene più grande, si mette in viaggio deciso a cercarlo. Sappiate che Dio si lascia trovare da quanti Lo desiderano in questo modo. Su di voi e sulle vostre famiglie scendano abbondanti benedizioni del Signore! Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Libano e dalla Siria! Nel Giubileo della Misericordia, le famiglie cristiane facciano della loro soglia di casa un segno della misericordia e dell accoglienza di Dio; e ogni Chiesa sia testimone della Misericordia del Padre celeste, che non chiude mai la porta del Suo perdono di fronte ai pentiti e non ci tratta mai secondo i nostri meriti, ma secondo l immensità della Sua misericordia e del Suo amore. Il Signore vi benedica e vi protegga tutti dal male. vere l iniziativa è l associazione Love Bridges, fondata a Iglesias da don Ignazio Poddighe, presente all udienza con cinquanta volontari e con due autorità statali venute appositamente dalla Sierra Leone: Alie Doyle Kamara, ministro della provincia del nord del Paese e Sheka Tarawalie, vice ministro degli Interni. A sostenere il programma contro il virus è anche il ministero italiano delle Politiche sociali. Un fascio di trentatré rose rosse è stato donato a Francesco da Nadia Accetti, fondatrice dell asso ciazione Donna Donna, che dopo aver sofferto per gravi disturbi legati all alimentazione, fino al punto di tentare il suicidio, porta avanti ora «una campagna capillare proprio contro anoressia, bulimia e la sindrome da alimentazione incontrollata». A conclusione dell udienza, è stato quindi presentato al Pontefice il messale Divine Worship, destinato agli ordinariati eretti da Benedetto XVI, con la costituzione apostolica An g l i c a n o - rum coetibus, per le comunità anglicane che entrano nella piena comunione con la Chiesa cattolica. A portare a Francesco il volume liturgico, insieme all editore, sono stati l arcivescovo Joseph Augustine Di Noia e monsignor Steven Lopes, rispettivamente segretario aggiunto e officiale della Congregazione per la dottrina della fede. Do un cordiale benvenuto ai pellegrini polacchi. Saluto in particolare i rappresentanti del Sindacato Autonomo dei Lavoratori Solidarność. Da trentacinque anni il vostro Sindacato si impegna a favore del mondo del lavoro, sia fisico, che intellettuale, nonché per la tutela dei diritti fondamentali della persona e delle società. Siate fedeli a questo impegno, affinché gli interessi politici o economici non prevalgano sui valori che costituiscono l essenza della solidarietà umana. Affido voi e tutti i membri del Sindacato alla protezione del vostro patrono, il beato don Jerzy Popiełuszko, e vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo! Dopodomani ricorrerà la Giornata mondiale dei diritti dell infanzia. È un dovere di tutti proteggere i bambini e anteporre ad ogni altro criterio il loro bene, affinché non siano mai sottoposti a forme di servitù e maltrattamenti e anche a forme di sfruttamento. Auspico che la Comunità internazionale possa vigilare attentamente sulle condizioni di vita dei fanciulli, specialmente là dove sono esposti al reclutamento da parte di gruppi armati; come pure possa aiutare le famiglie a garantire ad ogni bambino e bambina il diritto alla scuola e all educazione. Il 21 novembre, poi, la Chiesa ricorda la Presentazione di Maria Santissima al Tempio. In tale circostanza ringraziamo il Signore per il dono della vocazione degli uomini e delle donne che, nei monasteri e negli eremi, hanno dedicato la loro vita a Dio. Affinché le comunità di clausura possano compiere la loro importante missione, nella preghiera e nel silenzio operoso, non facciamo mancare la nostra vicinanza spirituale e materiale. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Sono lieto di accogliere i sacerdoti di Gubbio, accompagnati dal loro Vescovo, Mons. Ceccobelli. Saluto l Associazione Thalidomidici Italiani, i partecipanti al Convegno Nazionale promosso dall O pera Romana Pellegrinaggi, l Asso ciazione Love Bridges di Iglesias e l Associazione Santa Maria della Strada di Messina. In questo giorno, in cui celebriamo la Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo, auguro a tutti che la visita alle tombe degli Apostoli rafforzi la gioia della fede. Porgo un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Cari giovani e studenti, in particolare di Afragola e di Roma, la testimonianza degli Apostoli, che hanno lasciato tutto per seguire Gesù, accenda anche in voi il desiderio di amarlo con tutte le forze e di seguirlo; cari ammalati, le gloriose sofferenze dei Santi Pietro e Paolo diano conforto e speranza alla vostra offerta; cari sposi novelli, le vostre case possano essere templi di quell Amore da cui nessuno potrà mai separarci.

13 pagina 14 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Messe a Santa Marta Piccola e grande bellezza Venerdì 13 novembre «Non cadere mai nell idolatria delle immanenze e nell idolatria delle abitudini» e puntare invece «sempre oltre: dall immanenza guardare la trascendenza e dalle abitudini guardare l abitudine finale, che sarà la contemplazione della gloria di Dio». Con la certezza che se «la vita è bella, anche il tramonto sarà tanto bello». Ecco le raccomandazioni suggerite dal Papa nella messa celebrata, venerdì mattina 13 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta. Francesco ha preso le mosse dal salmo 18, proposto dalla liturgia. In quella preghiera, ha detto, «abbiamo ripetuto: I cieli narrano la gloria di D io : la sua gloria, la sua bellezza, l unica che rimane per sempre». Invece «le due letture sia quella del libro della Sapienza (13, 1-9), sia quella del Vangelo (Luca 17, 26-37) ci parlano di glorie umane, anzi di idolatrie». In particolare, ha fatto notare il Papa, «la prima lettura parla della bellezza della creazione: è Emily Kame Kngwarreye, «La creazione della terra» (1994) bella! Dio ha fatto cose belle!». Ma subito «sottolinea l errore, lo sbaglio di quella gente che, in queste cose belle, non è stata capace di guardare al di là e cioè alla trascendenza». Sì, certamente sono cose «belle in se stesse, hanno la loro autonomia di bellezza in questo caso», ma quegli uomini «non hanno riconosciuto che Carta d identità all asta Lunedì 16 novembre Un invito a non mettere «all asta la nostra carta d identità» cristiana, a non uniformarci allo spirito del mondo, che quando riesce a prevalere porta all apostasia e alla persecuzione. Lo ha individuato Papa Francesco commentando la liturgia della parola di lunedì mattina, 16 novembre, durante la consueta celebrazione della messa nella cappella di Casa Santa Marta. Il Pontefice ha dedicato la sua riflessione interamente alla prima lettura, tratta dal primo libro dei Maccabei (1, ), riassumendone i contenuti «con tre parole: mondanità, apostasia, persecuzione». Rileggendolo, Francesco ha fatto notare «che il brano incomincia così: In quei giorni uscì una radice perversa». E ha spiegato come «l immagine della radice che è sotto terra, non si vede, sembra non fare male, ma poi cresce e mostra, fa vedere, la propria realtà» negativa, sia presente anche nella lettera agli Ebrei, il cui «autore ammoniva i suoi nello stesso modo: Che non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi mali e ne contagi tanti». In proposito il Papa ha descritto «la fenomenologia della radice», la quale «cresce, sempre cresce», anche quando come nel caso del brano preso in esame può sembrare una «radice ragionevole: Andiamo e stringiamo un alleanza con le nazioni che ci stanno attorno; perché tante differenze? Perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali. Andiamo da loro, siamo uguali». E così, ha proseguito nella descrizione, «alcuni del popolo presero l iniziativa e andarono dal re che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni delle nazioni. Dove? Nel popolo eletto, cioè nella Chiesa di quel momento». Ma, ha subito avvertito Francesco, in quell azione «c è la mondanità. Facciamo ciò che fa il mondo, lo stesso: mettiamo all asta la nostra carta d identità; siamo uguali a tutti». Proprio come gli uomini di Israele, i quali «incominciarono a fare questo: costruirono un ginnasio a Gerusalemme, secondo le usanze delle nazioni, le usanze pagane; cancellarono i segni della circoncisione, cioè rinnegarono la fede, e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni e si vendettero per fare il male». Ma, ha messo in guardia il Pontefice, proprio «questo, che sembrava tanto ragionevole, siamo come tutti, siamo normali diventò la distruzione». Perché, ha ribadito, «questa è la mondanità. Questo è il cammino della mondanità, di quella radice velenosa, perversa». questa bellezza è un segno di un altra bellezza più grande che ci aspetta». Proprio «quella bellezza» a cui si riferisce il salmo 18: «I cieli narrano la gloria di Dio». È «la bellezza di Dio». Invece, si legge nel libro della Sapienza, questi uomini «affascinati» dalla bellezza delle «cose create da Al riguardo Francesco ha confidato come lo abbia sempre colpito il fatto «che il Signore, nell ultima cena pregasse per l unità dei suoi e chiedesse al Padre che li liberasse da ogni spirito del mondo, da ogni mondanità, perché la mondanità distrugge l identità; la mondanità porta al pensiero unico, non c è diff e re n z a». E la prima conseguenza di ciò è l apostasia. Il Papa lo ha dimostrato proseguendo la rilettura del brano: «Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo il pensiero unico, la mondanità e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re; anche molti israeliti accettarono il suo culto: sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato». Dunque «l apostasia. Cioè, la mondanità ti porta al pensiero unico e all ap ostasia. Non sono permesse, non ci sono permesse le differenze». Finiamo col diventare «tutti uguali. E nella storia della Chiesa, nella storia abbiamo visto, penso a un caso, che alle feste religiose è stato cambiato il nome il Natale del Signore ha un altro nome per cancellare l identità». Inoltre non bisogna dimenticare, sembra voler dire la lettura, che all apostasia segue la persecuzione. «Il re ha continuato il Pontefice innalzò sull altare un abominio di C O N T I N UA A PA G I N A 15 Dio» hanno finito per prenderli per «dèi». È proprio «l idolatria dell immanenza». In pratica hanno pensato che «queste cose sono senza oltre e sono tanto belle che sono dèi», appunto. Ma così «si sono attaccati a questa idolatria; sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia». Senza pensare, invece, a «quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati Colui che è principio e autore della bellezza». «È un idolatria guardare le tante bellezze senza pensare che ci sarà un tramonto» ha rimarcato il Pontefice, rilevando però che «anche il tramonto ha la sua bellezza». E ce l abbiamo tutti «il pericolo» di avere «questa idolatria di essere attaccati alle bellezze di qua, senza la trascendenza». È, appunto, ha insistito Francesco, «l idolatria dell immanenza: crediamo che le cose come sono, sono quasi dèi, non finiranno mai». E «dimentichiamo il tramonto». «L altra idolatria è quella delle abitudini» ha quindi affermato Francesco. Nel passo evangelico odierno «Gesù, parlando dell ultimo giorno, proprio del tramonto, dice: Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del figlio dell uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno che Noè entrò nell a rc a». Insomma «tutto è abituale, la vita è così: viviamo così, senza pensare al tramonto di questo modo di vivere». Ma «anche questa è un idolatria: essere attaccato alle abitudini, senza pensare che questo finirà». E «la Chiesa ci fa guardare la fine di queste cose». Dunque, «anche le abitudini possono essere pensate come dèi». Così «l idolatria» consiste nel pensare che «la vita è così» tanto da andare avanti per abitudine. E «come la bellezza finirà in un altra bellezza, l abitudine nostra finirà in un eternità, in un altra abitudine. Ma c è Dio!». Ecco, allora, ha spiegato Francesco, che «la Chiesa ci prepara, in questa settimana, alla fine dell anno liturgico e ci fa pensare proprio alla fine delle cose create». Sì, «saranno trasformate, ma c è un consiglio ha aggiunto il Papa che Gesù ci dà in questo Vangelo di oggi: Non tornare indietro, non guardare indiet ro». E «prende l esempio della moglie di Lot». Anche «l autore della lettera agli Ebrei», ha fatto infine notare il Pontefice, raccoglie «questo consiglio e dice: Noi i credenti non siamo gente che torna indietro, che cede, ma gente che va sempre avanti». E Francesco ha rilanciato, a sua volta, il consiglio di «andare sempre avanti in questa vita, guardando le bellezze, e con le abitudini che abbiamo tutti noi, ma senza divinizzarle» perché «finiranno». Dunque, ha concluso, «siano queste piccole bellezze, che riflettono la grande bellezza, le nostre abitudini per sopravvivere nel canto eterno, nella contemplazione della gloria di Dio».

14 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 15 Senza compromessi Martedì 17 novembre Non lasciarsi indebolire dallo spirito del mondo e vivere coerentemente, senza cedimenti e compromessi, il proprio essere cristiani. È l invito che Papa Francesco, meditando sulle letture del giorno, ha rivolto durante la messa celebrata martedì 17 novembre a Santa Marta. Seguendo la via attraverso la quale in questi giorni «la Chiesa ci prepara alla fine dell anno liturgico», il Pontefice ha parlato di «come comportarsi nella persecuzione». E per farlo ha sviluppato il filo logico avviato il giorno prima, quando la sua riflessione si era soffermata sui tre concetti della «mondanità» dell «apostasia» e della «persecuzione». Lo spunto gli è stato offerto dal brano del secondo libro dei Maccabei (6, 18-31) nel quale il novantenne Eleàzaro una sorta di Policarp o, di pater familias dell Antico testamento «non si lascia indebolire dallo spirito della mondanità» e «davanti alla prova non si arrende». Cosa era accaduto? «Il pensiero unico dell apostasia ha spiegato il Papa voleva che mangiasse la carne suina»; lui invece si rifiutò e la sputò. Allora «i suoi amici mondani, quelli che avevano ceduto allo spirito della mondanità, lo chiamarono e lo tirarono in disparte e cercarono di convincerlo», proponendogli una soluzione di comodo: «Facciamo una cosa, tu fatti una bella zuppa di carne che tu puoi mangiare e fai finta di mangiare la carne suina e così salvi la tua vita e non pecchi». Ma l anziano scriba «si indignò». E «con quella dignità, con quella nobiltà che lui aveva da una vita coerente» andò al «martirio», dando testimonianza: «No, io alla mia età non darò questo esempio ai giovani». È un chiaro esempio di «coerenza di vita» dalla quale ci allontana «la mondanità spirituale». Proprio su questo si è soffermato Francesco analizzando il comportamento di molti: «Tu fai finta di essere così, ma vivi in un altra maniera». È la mondanità che si insinua nell animo umano e mano a mano se ne impossessa: «è difficile conoscerla dall inizio ha fatto notare Francesco perché è come il tarlo che lentamente distrugge, degrada la stoffa e poi quella stoffa diventa inutilizzabile». Così «l uomo che si lascia portare avanti dalla mondanità perde l identità cristiana», la rovina diventando «incapace di coerenza». Infatti, ha continuato il Papa, c è chi dice: «Oh, io sono tanto cattolico, padre, io vado a messa tutte le domeniche, ma tanto cattolico»; poi, però, nella vita quotidiana o nel lavoro è incapace di coerenza. Così, ad esempio, cede alle lusinghe di chi gli propone: «Se tu mi compri questo, facciamo questa tangente e tu prendi la tangente». «Questa ha ribadito il Pontefice non è coerenza di vita, questa è mondanità». Ed è proprio la mondanità che «porta alla doppia vita, quella che appare e quella che è vera, e ti allontana da Dio e distrugge la tua identità cristiana». Per questo «Gesù è tanto forte quando chiede al Padre: Padre, io non ti chiedo che li tolga dal mondo ma che li salvi, che non abbiano lo spirito mondano», cioè «quello spirito che distrugge l identità cristiana». Dalla Sacra scrittura, in particolare dalla vicenda dell anziano Eleàzaro, viene un «esempio contro questo spirito di mondanità». Non a caso il Pontefice ha invitato i fedeli a riascoltare le sue parole coerenti: «Se molti giovani pensano che io a novant anni sono passato alle usanze straniere, a loro volta, per colpa della mia finzione, si perderanno per causa mia». Eleàzaro, dunque, si preoccupa dell esempio che potrebbe dare ai giovani se cedesse. È una scelta che il Papa ha così interpretato: «Lo spirito cristiano, l identità cristiana, mai è egoista, sempre cerca di curare con la propria coerenza, curare, evitare lo scandalo, curare gli altri, dare un buon esempio». Certo, ha aggiunto Francesco, qualcuno potrebbe obiettare: «Ma non è facile, padre, vivere in questo mondo, dove le tentazioni sono tante, e il trucco della doppia vita ci tenta tutti giorni, non è facile!». In realtà, ha spiegato il Pontefice, «per noi non solo non è facile, è impossibile. Soltanto Lui è capace di farlo». Perciò la liturgia del giorno invita a pregare con il salmo: «Il Signore mi sostiene». Gustave Doré, «Il martirio di Eleàzaro» (1866) È Dio, ha ribadito il Papa, «il sostegno nostro contro la mondanità che distrugge la nostra identità cristiana, che ci porta alla doppia vita». Solo lui può salvarci. E dunque «la nostra preghiera umile sarà: Signore, sono peccatore, davvero, tutti lo siamo, ma ti chiedo il tuo sostegno, dammi il tuo sostegno, perché da una parte non faccia finta di essere cristiano e dall altra parte viva come un pagano, come un mondano». Il Pontefice ha concluso l omelia con un consiglio: «Se voi avete oggi un po di tempo, prendete la Bibbia, il secondo libro dei Maccabei, capitolo sesto, e leggete questa storia di Eleàzaro. Vi farà bene, vi darà coraggio per essere esempio a tutti e anche vi darà forza e sostegno per portare avanti l identità cristiana, senza compromessi, senza doppia vita». DA PA G I N A 14 devastazione. Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze; stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco. Se, presso qualcuno, veniva trovato il libro dell alleanza e se qualcuno obbediva alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte». Ecco appunto «la persecuzione», che «incomincia da una radice» anche «piccola, e finisce nell ab ominazione della desolazione». Del resto, «questo è l inganno della mondanità». E perciò nell ultima cena Gesù domandava al Padre: «Non ti chiedo di toglierli dal mondo, ma custodiscili dal mondo», ovvero «da questa mentalità, da questo umanismo, che viene a prendere il posto dell uomo vero, Gesù Cristo»; da questa mondanità «che viene a toglierci l identità cristiana e ci porta al pensiero unico: Tutti fanno così, perché noi no?». Ecco allora l attualità del brano odierno, che «di questi tempi, ci deve far pensare» a com è la nostra identità. Occorre chiedersi: «È cristiana o mondana? O mi dico cristiano perché da bambino sono stato battezzato o sono nato in un Paese Lunedì 16 novembre René Magritte, «Golconda» (1953) cristiano, dove tutti sono cristiani?». Secondo Francesco è necessario trovare una risposta a tali domande, poiché «la mondanità che entra lentamente», poi «cresce, si giustifica e contagia». Come? «Cresce come quella radice» citata nella lettura; «si giustifica facciamo come tutta la gente, non siamo tanto differenti cerca sempre una giustificazione, e alla fine contagia, e tanti mali vengono da lì». Al termine dell omelia il Papa ha evidenziato come tutta «la liturgia, in questi ultimi giorni dell anno liturgico», ci faccia pensare a queste cose, e in particolare oggi ci dica «nel nome del Signore: guardatevi dalle radici velenose, dalle radici perverse che ti portano lontano dal Signore e ti fanno perdere la tua identità cristiana». Si tratta insomma di un esortazione a tenersi alla larga «dalla mondanità» e a chiedere nella preghiera, in particolare, che la Chiesa sia custodita «da ogni forma di mondanità. Che la Chiesa sempre abbia l identità disposta da Gesù Cristo; che tutti noi abbiamo l identità» ricevuta nel battesimo; «e che questa identità non venga buttata fuori» solo per voler «essere come tutti, per motivi di normalità». In definitiva, ha concluso Francesco, «che il Signore ci dia la grazia di mantenere e custodire la nostra identità cristiana contro lo spirito di mondanità che sempre cresce, si giustifica e contagia».

15 pagina 16 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Gaetano Marini in un ritratto attribuito ad Alessandro Bornaccini (Santarcangelo di Romagna, Museo Storico Archeologico) Duecento anni fa moriva Gaetano Marini Un erudito nella bufera di PAOLO VIAN F igura straordinariamente complessa quella dell erudito e antiquario romagnolo Gaetano Marini ( ). E non solo, non tanto per gli innumerevoli soggetti versatilmente trattati nei suoi scritti (dagli archiatri pontifici alle iscrizioni antiche delle ville e dei palazzi Albani, dagli atti e monumenti dei fratelli Arvali ai latercoli ritrovati fra i ruderi delle terme di Tito, dalle note sui docenti dell A rc h i g i n n a s i o romano del primo Cinquecento sino alla sua opera forse più celebre, I papiri diplomatici, pubblicata nel 1805), per i molti incarichi anche diplomatici, i ramificati rapporti e le numerose corrispondenze, le svariate ascrizioni accademiche. La complessità quasi enigmatica del personaggio, certo difficile da interpretare, attiene alle tormentate vicende che la Chiesa e la Santa Sede vissero in poco più di un quindicennio, tra la prima Repubblica romana ( ), la deportazione e la morte in esilio di Pio VI (1799), l ascesa dell astro napoleonico e la sua definitiva e rovinosa caduta nel Nella bufera Marini fu profondamente coinvolto assumendo posizioni di cui non è facile cogliere la co erenza. Il prefetto dell Archivio Vaticano (dal 1782), l erudito e zelante p re - lato che aveva preso le distanze dal giansenismo italiano, avversato il giurisdizionalismo dei sovrani europei, disapprovato la cedevolezza di Clemente XIV nello scioglimento della Compagnia di Gesù (1773) e la prudenza di Pio VI nel condannare gli eventi rivoluzionari che sconvolgevano il continente, poco più di un mese dopo la proclamazione della Repubblica romana (15 febbraio 1798) ebbe l incarico di sovrintendere i tre grandi istituti vaticani, Biblioteca, Archivio e Museo, una concentrazione senza precedenti e senza repliche. Divenuto in maggio archivista generale della Nazione e membro dell Istituto nazionale delle scienze e delle arti, Marini giurò fedeltà alla repubblica (anche se Pio VI dichiarò illegittima la pratica), collaborando a pieno titolo col nuovo regime. Nello stesso mese trasferì nell A rc h i - vio Vaticano il secolare e prezioso «Archivum Arcis», creato da Sisto IV e conservato a Castel Sant Angelo, con altri archivi ecclesiastici. Una misura, perfettamente coerente con le vedute centralizzatrici degli ispiratori francesi delle vicende romane, che si sarebbe rivelata provvidenziale in anni di depredazioni e dispersioni di ogni genere. Meno di un anno dopo, però, il 7 aprile 1799 il prelato di Santarcangelo di Romagna ritrattò il giuramento prestato e, con paradossale continuità, il 18 agosto 1800 Pio VII lo nominò primo custode della Biblioteca Vaticana, cumulando nuovamente nella stessa figura il governo delle due istituzioni. Colpi di scena e re v i re m e n t s non erano però davvero finiti. Instaurato a Roma il regime napoleonico, Marini (da poco terminato l allestimento della collezione epigrafica poi sistemata da Pio VII nella celebre Galleria lapidaria, fra il Museo Chiaramonti e l Appartamento Borgia) fu espulso dalla città il 2 aprile 1808 e costretto a tornare nella regione natale, ora denominata Dipartimento del Rubicone. Salvo essere richiamato otto mesi dopo nell Urbe, per essere reintegrato nei suoi incarichi e affiancato dal fedelissimo nipote Marino, che fu, nel 1822, tra i suoi primi biografi e apologeti. Quando nel 1810 la megalomania napoleonica decise di trasferire a Parigi gli archivi della Santa Sede, destinati a confluire in un gigantesco archivio sovranazionale, i due Marini seguirono i convogli carichi di documenti e traslocarono sulla Senna, ove giunsero l 11 aprile Da allora, per più di quattro anni, gli archivisti vaticani in trasferta custodirono il loro patrimonio. Il 28 agosto 1813, a nome di Pio VII detenuto a Fontainebleau, il cardinale Antonio Dugnani fece sapere a Marini che non avrebbe dovuto lasciare Parigi (come evidentemente desiderava) perché non era bene che si allontanasse «dalla sposa (gli Archivi) che vi è stata affidata». Fra l abdicazione dell imperatore (6 aprile 1814) e il suo temporaneo ritorno (26 febbraio 1815) per l effimera parentesi dei Cento giorni, Marini partecipò alle prime misure in vista del ritorno a Roma dei documenti vaticani. Morì il 17 maggio 1815, lontano dal suo quieto appartamento all ombra di San Pietro, al primo piano di palazzo Cesi in Borgo Vecchio, solo un mese prima della giornata di Waterloo (18 giugno 1815) che segnò la definitiva caduta dell aquila che aveva stravolto l Europa. L opera del definitivo recupero dei beni librari, documentari e artistici della Santa Sede fu condotta a termine, fra immaginabili difficoltà e alla vigilia di vivaci polemiche e recriminazioni, dal nipote Marino, con l aiuto di Antonio Canova. Chi fu, dunque, Gaetano Marini? Un disinvolto ecclesiastico (certo chierico, forse mai sacerdote) alla fine sedotto dalle nuove idee (come ha scritto Jeanne Bignami Odier) o convinto della loro ineluttabile fortuna, comunque pronto a servire i padroni di turno? Un tecnico adatto per tutte le stagioni o un uomo dalla granitica fedeltà flessibilmente e intelligentemente capace di adattarsi alle diverse, mutevoli situazioni pur di salvare il salvabile, per evitare il p eggio? La pluralità delle risposte alla domanda, la diversità delle possibili interpretazioni sono lo specchio di un epoca di radicali e repentini mutamenti, in cui gli eventi vissero un inedita accelerazione. Ha probabilmente ragione Domenico Rocciolo nell individuare il senso della condotta di Marini nello sforzo di «lavorare per la Chiesa (e per la storia) attraverso il servizio alla repubblica», poi all impero. Una scelta difficile, rischiosa, al limite dell ambiguità e del paradosso. Ma se il personaggio è apparso ad alcuni idealmente contraddittorio, indubbio è il valore del suo poliedrico profilo di studioso e di erudito al quale offrono ora un formidabile tributo i due volumi di quasi milleottocento pagine ideati, promossi e curati da Marco Buonocore (Gaetano Marini [ ] protagonista della cultura europea. Scritti per il bicentenario della morte, I-II, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2015 [Studi e testi, ], pagine 1767). Cinquantadue autori, quarantotto articoli suddivisi in nove sezioni (L Italia, l Europa e Gaetano Marini; La repubblica letteraria; Archivio Segreto e Biblioteca Vaticana; Numismatica; Papirologia; Editoria; Epigrafia; Musei epigrafici), centinaia fra tavole, figure e tabelle, con tre, minutissimi indici (delle fonti manoscritte e archivistiche; degli esemplari a stampa; dei nomi di persona): sostanzialmente tutti gli aspetti e le sfaccettature di Marini vengono per la prima volta analizzati a più voci e da diverse prospettive, con cura e attenzione senza precedenti. Ne emerge una figura davvero al crocevia di una rete europea di scambi e di relazioni erudite: punto di arrivo di molteplici tradizioni di studi antiquari e al tempo stesso origine di molti altri rivoli, che passano per Angelo Mai, arrivano a Giovanni Battista De Rossi e vanno oltre. Molte schede manoscritte di Marini, relitti di progetti mai conclusi come quello sulle iscrizioni cristiane greche e latine prima del Mille, sono ancora citate e utilizzate. Nel novembre 1811 Napoleone decise di visitare a Palazzo Soubise gli archivi della Santa Sede violentemente trapiantati nella capitale francese. Vi incontrò il benedettino Carlo Altieri, discutibile e ambigua figura del genere che abbondò in quegli anni difficili, e Marino Marini, che ne scrisse nelle sue Memorie storiche dell occupazione, e restituzione degli Archivii della Santa Sede, redatte nel 1816 ma pubblicate postume nel Gaetano non partecipò all incontro ma il nipote deve avergliene parlato e il soggetto fu probabilmente frequente nei colloqui fra i due. L imperatore chiese agli archivisti «se ancora fra quelle carte alcuna ne meritasse i torchi». Ma l inizialmente pacifico confronto prese inaspettatamente una brutta piega. Di fronte al sussiegoso ma non servile argomentare dei due, Napoleone perse per un attimo le staffe e si lasciò andare a sfoghi e minacce, manifestando l intenzione di deportare in Batavia quanti si fossero opposti ai suoi disegni egemonici. Quasi come in una parabola, l uomo più potente del mondo inciampò di fronte all umile sicurezza dei modesti ministri del Papa che seppero parlare a testa alta. Con la saggezza della storia e la forza della fede, sapevano che il potere umano passa e che quanto più sembra all apice della sua crudele onnipotenza tanto più è vicino al tracollo. Forse di questo l imp eratore, in quel lontano giorno del novembre 1811, ebbe paura. Anche a quell incontro capita di pensare rievocando la grande e complessa figura di Gaetano Marini nel bicentenario della morte.

16 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 17 La sentenza della Consulta sugli embrioni Preferisco nascere di LU C E T TA SCARAFFIA L a sentenza della Consulta che permette di selezionare gli embrioni sani in caso di grave malattia trasmissibile geneticamente non è arrivata imprevista: sono anni che viene denunciata quella che si ritiene ed effettivamente è una contraddizione legislativa. Perché finora lo stesso feto malato che non si poteva eliminare a stadio embrionale poteva invece essere abortito secondo la legge 194. Naturalmente, sarebbe stato possibile e auspicabile risolvere la contraddizione nel modo opposto, cioè eliminando la possibilità di effettuare il cosiddetto aborto terapeutico, che già dal nome rivela l imbarazzo e la manipolazione: qui non si tratta di terapie per curare l embrione malato, ma di eliminazione. Le definizioni hanno il potere di cambiare il segno morale di un azione, e questa dicitura ha la pretesa di rendere non solo giustificabile, ma quasi encomiabile, questo tipo di aborto. Oggi la contraddizione è stata cancellata da una sentenza che permette l eliminazione già in stadio embrionale, come al solito cercando di alleggerire la gravità di questo atto prevedendo che questa selezione si potrà effettuare solo nei casi di gravi malattie. Ma sappiamo già che, come è stato per la legge 194, si tratta di una severità facilmente aggirabile, anche solo invocando l incapacità psicologica della madre di accettare il figlio imperfetto qualora la malattia non sia così grave in se stessa. Naturalmente, secondo il senso comune che si è formato in questi decenni, quella della Consulta sembra una saggia decisione. Perché procreare figli malati? Non è meglio eliminare l occasione di sofferenza per noi e per loro? Non è meglio selezionare l embrione invece di sottoporre madre e feto alla violenza dell ab orto? Non è facile opporsi a questa interpretazione, e riportare tutte queste azioni, volte apparentemente a eliminare della sofferenza, alla loro vera natura di selezione eugenetica, alla loro appartenenza a quella che Papa Francesco denuncia come cultura dello scarto, finalizzata a negare ogni possibilità di vita a chi è imperfetto. Chi si oppone sembra cattivo, insensibile alla sofferenza degli altri, incapace di comprendere le possibilità di felicità che ci vengono offerte dalle nuove scoperte tecno-scientifiche. Senza dubbio in situazioni come queste ci troviamo davanti a uno degli inganni più sottili della cultura contemporanea, a una confusione palese in cui il bene viene invocato a copertura del male. Non è facile far capire che anche gli esseri imperfetti hanno diritto di vivere, che anche loro possono essere felici, e così le loro famiglie, magari anche più di chi ha figli in perfetta salute. Per questo sono essenziali le testimonianze concrete di chi vive questa situazione, così come le dichiarazioni delle associazioni delle persone con disabilità, che ripetono instancabilmente che preferiscono essere nati piuttosto che scartati. Ma in realtà per capire che queste pratiche di rifiuto sono profondamente sbagliate bisogna cambiare la classifica delle rilevanze, rivedere profondamente le priorità delle nostre vite. La sentenza della Consulta, quindi, ci chiama a un esame di coscienza profondo, a una revisione completa. Solo così potrà essere compreso l orrore di una società che, legalmente, toglie ogni possibilità di vita ai più deboli, agli imperfetti. Concluso il convegno ecclesiale italiano DA PA G I N A 8 quella di una Chiesa chiamata «a vivere in uno stato di continua missione» e che «vuole riaffermare affettuosa vicinanza e operosa dedizione» al Pontefice. Di qui, anche alcune «sottolineature» che riassumono i risultati del convegno attraverso l analisi delle cinque vie congressuali (uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare). In primo luogo, «non basta essere accoglienti: dobbiamo per primi muoverci verso l altro, perché il prossimo da amare non è colui che ci chiede aiuto, ma colui del quale ci siamo fatti prossimi. Dobbiamo uscire e creare condivisione e fraternità: le comunità e associazioni, i gruppi e i singoli cristiani, vivano sempre con questo spirito missionario». Il passaggio successivo consiste «nell annunciare la persona e le parole del Signore, secondo le modalità più adatte perché, senza l annuncio esplicito, l incontro e la testimonianza rimangono sterili o quantomeno incompleti». La terza tappa della missione «consiste nell abitare, termine con il quale ci richiamiamo a una presenza dei credenti sul territorio e nella società, secondo un impegno concreto di cittadinanza», che non riguarda soltanto l attività politica e amministrativa in senso stretto, ma anche un attivo interessamento alle diverse problematiche sociali. A tale proposito, «anche alla luce di recenti fatti di cronaca», il porporato ha ribadito che «l impegno del cattolico nella sfera pubblica deve testimoniare coerenza e trasparenza». A ciò si aggiunge il compito di educare, «per rendere gli atti buoni non un elemento sporadico, ma virtù, abitudini della persona, modi di agire e di pensare stabili, patrimonio in cui la persona si riconosce». Tutti questi passaggi sono poi tesi a «trasfigurare le persone e le relazioni, interpersonali e sociali». Infatti, «il messaggio evangelico, se accolto e fatto proprio dalle diverse realtà umane, trasfigura, scardinando le strutture di peccato e di oppressione, facendo sì che l umanesimo appreso da Cristo diventi concreto e vita delle persone». Sull uso inappropriato degli antibiotici I batteri che resistono di FERDINAND O CANCELLI L Organizzazione mondiale della sanità ha indetto tra il 16 e il 22 novembre prossimi la «World Antibiotic Awareness Week», la settimana della consapevolezza sull utilizzo degli antibiotici. Un recente editoriale apparso su «The Lancet Infectious Diseases» proprio commentando questa iniziativa inquadra il sempre più grave problema della diffusa resistenza di alcuni microrganismi agli antibiotici. Nel maggio di quest anno la World Health Assembly ha richiamato i propri membri in vari Paesi ad adottare opportune strategie d azione per contrastare il fenomeno entro i prossimi due anni ma la situazione sembra piuttosto difficile da controllare. Antimicrobial resistance: the Hydra among us è il titolo dell editoriale di «The Lancet» che aiuta il lettore a comprendere un fenomeno tanto preoccupante quanto misconosciuto al grande pubblico. In pratica gli antibiotici ai quali siamo abituati stanno perdendo parte della loro efficacia perché diversi batteri, alcuni tra l altro agenti patogeni di malattie molto gravi e diffuse come le polmoniti o la tubercolosi, hanno sviluppato o svilupperanno meccanismi di resistenza che li rendono immuni all azione dei farmaci. Per comprendere il fenomeno nella sua complessità servirebbe un monitoraggio attento della prevalenza dei fenomeni di resistenza agli antibiotici ma, come sottolinea «The Lancet», molti Paesi poco o mediamente sviluppati mancano completamente di sistemi di sorveglianza efficaci. L India, viene citato a titolo di esempio, sta «lentamente sviluppando un sistema di sorveglianza nazionale» ma «ci vorranno anni per arrivare a mettere insieme dati utili». Ma quali sono le cause alla base dell insorgenza di un fenomeno che rischia di farci passare dal secolo degli antibiotici a quello della resistenza agli stessi? L editoriale, citando un recente rapporto del Centre for Disease Dynamics, Economics and Policy dal titolo The State of the Wo rl d s Antibiotics 2015, evidenzia come all origine della resistenza vi sia un uso inappropriato di tali farmaci in due aree: quella umana e quella animale. Nell uomo i problemi sono molteplici, alcuni anche sotto i nostri occhi nella pratica medica quotidiana: prescrizioni inadeguate quando l agente eziologico della malattia magari è virale e non batterico (classico a questo proposito l uso immediato di antibiotici in banali infezioni virali delle vie aeree), uso di dosi al di sotto di quelle consigliate («perché si sa che i medici esagerano sempre», mi sono sentito dire un giorno da una paziente), interruzione della terapia ai primi miglioramenti sintomatologici, uso indiscriminato di più antibiotici magari in rapida successione e senza ricetta medica in quei Paesi, e sono tanti, in cui la vendita di tali farmaci avviene tra i prodotti da banco o in rete. Negli animali per molti anni è stato routinario utilizzare gli antibiotici come promotori della crescita o come profilattici delle infezioni in cibo e acqua somministrati a capi d allevamento che in molti casi venivano cresciuti in ambienti angusti e in scadenti condizioni igieniche. Non si deve pensare però che tali esempi di cattivo utilizzo facciano parte del passato: la California, riporta l editoriale, a metà ottobre di quest anno è stato il primo Stato Usa a mettere al bando gli antibiotici come promotori della crescita per gli animali da allevamento. E questo in un Paese, gli Stati Uniti appunto, con i più alti livelli di consumo di farmaci nel mondo e in cui l ottanta per cento degli antibiotici utilizzati è destinato agli animali, gli stessi che poi l uomo consuma come carne tutti i giorni. La minaccia è reale: la stessa rivista ha pubblicato sempre nel mese di ottobre un articolo che spiega chiaramente che la resistenza batterica agli antibiotici mette a rischio anche la profilassi per gli interventi chirurgici o la chemioterapia. Quali sono allora le possibili soluzioni? «The Lancet» tocca alcuni punti delicati anche nell attualità del dibattito italiano. Uno fra tutti le vaccinazioni: in un momento di drammatica flessione del tasso di individui vaccinati in molti Paesi occidentali, Italia compresa, grazie ad alcune infondate voci di presunte complicazioni legate ai vaccini, la necessità è quella di vaccinarsi per i casi indicati. Una polmonite che complica un influenza, malattia a torto quasi confusa con un raffreddore un po più grave, comporterà sicuramente l uso di antibiotici e l uso dovrà essere corretto e monitorato. Perché rischiare se esiste un vaccino? L ottimizzazione delle condizioni igieniche in ospedali e allevamenti, la limitazione dell utilizzo degli antibiotici ai casi per i quali è veramente necessario, la corretta posologia, una maggior consapevolezza del fenomeno della resistenza sia nel grande pubblico che tra gli addetti ai lavori, politiche serie di monitoraggio dei dati, la messa al bando di tali molecole per usi scorretti nell allevamento a fini alimentari e, speranza per il futuro, lo sviluppo e la ricerca di nuove classi di farmaci: queste le sole soluzioni possibili. «Gli antibiotici rappresentano una preziosa risorsa che ha cambiato il volto della medicina conclude l articolo non possiamo permetterci di perdere la loro efficacia nella lotta contro le malattie».

17 pagina 18 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Per riflettere sulla Scrittura «Jesus teaching in the temple», XIX secolo (vetrata del Corpus Christi College, Cambridge, Inghilterra) Domenica 29 novembre, I di Avvento Crescita e progresso di LEONARD O SAPIENZA Diceva sant'agostino: «Non progredire è regredire... Dal momento in cui dirai ho già fatto abbastanza, non progredirai più!». Il progresso è una legge della vita. La crescita è capitale per lo sviluppo. In questi tempi, poi, sta diventando una parola d ordine. È legge sia dell economia, sia della natura: ogni crescita è buona in se stessa. Oggi tutti parlano di crescita dei consumi, crescita della produzione, del livello di vita, del prodotto interno lordo: c re s c i t a, parola magica. Anche la parola di Dio, nella seconda lettura, parla di c re s c i t a, di p ro g re s s o. Ma in un altro senso. Crescita nell a m o re ; progresso nella vita spirituale; nella dignità umana. All inizio del tempo di Avvento, in preparazione al Natale, è utile domandarci se la nostra vita spirituale, la nostra vita cristiana ha fatto qualche progresso, o se invece ristagna, o regredisce. Non si tratta di G e re m i a 33, 14-16: Io farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia. Salmo 24: A te, Signore, innalzo l anima mia. 1 Tessalonicesi 3, 12-4,2: Il Signore renda saldi e irreprensibili i vostri cuori al momento della sua venuta. Luca 21, : La vostra liberazione è vicina. cambiare strada o vita, ma di tendere a un livello più alto, di fare meglio. Giacché si può sempre fare meglio. Nella vita spirituale non si resta allo stesso livello senza scendere. Bisogna salire, o almeno tentare costantemente di salire un altro poco ancora. Non diamo ragione a quel tale, che ha detto: «Gli uomini invecchiano, ma non migliorano» (Oscar Wilde). Se una cosa mi dispiace, nel mio carattere, nei miei pensieri, nelle mie convinzioni, o la lascio stare, o la miglioro. Qualcuno ha detto: «Il progresso è opera degli insoddisfatti» (Jean-Paul Sartre). E per quanto riguarda la nostra vita cristiana, noi dobbiamo essere eternamente insoddisfatti. Il meglio è sempre possibile e doveroso. Questo Avvento, che viviamo in tempo di crisi, ci ricorda che non si esce da nessuna crisi se non ci esercitiamo nell arte di dare il meglio di noi, di salire, di p ro g re d i re. Ripresa, crescita: ma prima nella vita spirituale, e poi nell economia. La società vivrà ancora, se ci saranno cristiani seri e consapevoli che contribuiranno per il progresso vero e totale dell uomo. NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Sault Sainte Marie (Canada), presentata da Sua Eccellenza Monsignor Jean-Louis Plouffe, in conformità al canone del Codice di Diritto Canonico. Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Sault Sainte Marie (Canada) l Eccellentissimo Monsignore Marcel Damphousse, trasferendolo dall Ufficio di Vescovo di Alexandria-Cornwall. (12 novembre 2015) Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Ucraina Sua Eccellenza Monsignor Claudio Gugerotti, Arcivescovo titolare di Ravello, finora Nunzio Apostolico in Bielorussia. Il Santo Padre ha nominato Delegato Apostolico nelle Isole Comore, con funzioni di Delegato Apostolico in La Riunione, Sua Eccellenza Monsignor Paolo Rocco Gualtieri, Arcivescovo titolare di Sagona, Nunzio Apostolico in Madagascar, in Maurizio e nelle Seychelles. (13 novembre 2015) Il Santo Padre ha presieduto questa mattina, nella Sala Bologna, una Riunione Interdicasteriale. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Cremona (Italia), presentata da Sua Eccellenza Monsignor Dante Lafranconi, in conformità al can0ne del Codice di Diritto Canonico. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Pavia (Italia), presentata da Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Giudici, in conformità al canone del Codice di Diritto Canonico. Provviste di Chiese Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Nuevo Laredo (Messico) Sua Eccellenza Monsignor Enrique Sánchez Martínez, finora Vescovo titolare di Tamugadi e Ausiliare di D urango. Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Cremona (Italia) il Reverendo Monsignore Antonio Napolioni, del clero dell Arcidiocesi di Camerino - San Severino Marche, finora Parroco della parrocchia di San Severino Vescovo, in San Severino Marche, e Vicario Episcopale della medesima Arcidiocesi. Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Pavia (Italia) il Reverendo Monsignore Corrado Sanguineti, del clero della Diocesi di Chiavari, finora Pro-Vicario Generale della medesima D iocesi. (16 novembre 2015) Il Santo Padre ha nominato Membro della Congregazione delle Cause dei Santi l Eminentissimo Cardinale Edwin Frederick O Brien, Gran Maestro dell Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il Santo Padre ha nominato Consigliere della Pontificia Commissione per l America Latina l Eccellentissimo Monsignore Jorge Carlos Patrón Wong, Arcivescovo-Vescovo emerito di Papantla (Messico), Segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero. Il Santo Padre ha nominato Consultore della Congregazione delle Cause dei Santi l Illustrissima Professoressa Stefania Nanni, Docente Associato di Storia moderna presso l Università «La Sapienza» di Roma. (17 novembre 2015) Nomine episcopali Le nomine italiane di questa settimana riguardano la Lombardia. Antonio Napolioni vescovo di Cremona Nato a Camerino, provincia di Macerata e arcidiocesi di Camerino - San Severino Marche, l 11 dicembre 1957, dopo la maturità classica e due anni di giurisprudenza all università statale di Camerino, è entrato nel seminario regionale di Fano. Quindi ha proseguito la formazione presso la Pontificia università Salesiana, conseguendo il dottorato in teologia, con specializzazione in pastorale giovanile e catechetica. Ordinato sacerdote il 25 giugno 1983 per l a rc i - diocesi di Camerino - San Severino Marche, è stato direttore dell ufficio catechistico diocesano ( ), assistente ecclesiastico regionale ( ) e poi nazionale ( ) dell Agesci. Dal 1991 era vicario episcopale per la pastorale e nel contempo è stato vice-rettore ( ) e rettore ( ) del Pontificio seminario regionale marchigiano Pio XI in Ancona, e direttore del centro regionale vocazioni delle Marche ( ). Dal 1993 insegna teologia pastorale e catechetica nell istituto marchigiano di Ancona ed è stato docente della stessa materia nel Pontificio istituto di pastorale della Pontificia università Lateranense ( ). Dal 2010 era parroco di San Severino Vescovo nell omonima cittadina marchigiana. Corrado Sanguineti vescovo di Pavia Nato il 7 novembre 1964 a Milano, nel 1983 è entrato nel seminario vescovile seguendo i corsi alla facoltà teologica dell Italia settentrionale - sezione parallela di Genova, dove ha conseguito il baccellierato in teologia. Ha ricevuto l o rd i n a z i o n e sacerdotale il 30 ottobre 1988 per la diocesi di Chiavari e ha frequentato il Pontificio istituto biblico di Roma, conseguendo la licenza in scienze bibliche e laureandosi in teologia alla Pontificia università della Santa croce, soggiornando nel collegio lombardo di Roma. È stato vicario coadiutore nella parrocchia di San Giuseppe nei Piani di Ri, alla periferia di Chiavari ( ); parroco di San Lorenzo di Levaggi ( ); presidente della consulta diocesana per la pastorale giovanile ( ); membro del centro diocesano vocazioni ( ) e del consiglio pastorale diocesano ( ). Dal 2005 è direttore e docente dell istituto di scienze religiose Mater Ecclesiae di Chiavari, pro-vicario generale, membro del consiglio presbiterale diocesano, del collegio dei consultori e del consiglio pastorale diocesano. Dal 2013 era parroco di due comunità San Colombano in Vignale e San Martino del Monte in San Colombano Certenoli e prevosto della cattedrale di Nostra Signora dell O r- to. Inoltre, è docente di Sacra scrittura presso la facoltà teologica dell Italia settentrionale sezione di Genova; incaricato diocesano per la formazione del clero; presidente della consulta per la cultura; referente diocesano del Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana e prefetto degli studi del seminario diocesano.

18 numero 47, giovedì 19 novembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 19 Musulmani contro la cristianofobia La necessità dell i n c o n t ro di MUHAMMAD SAMMAK L a preoccupazione che oggi attanaglia i cristiani orientali non è infondata. Essa è una reazione ai tragici eventi che hanno scosso molti Paesi arabi, e di cui sono stati vittime i cristiani. Per la loro fede sono stati uccisi, costretti all emigrazione, fatti prigionieri e privati dei loro luoghi di culto, delle chiese e dei monasteri. All ondata di estremismo religioso, con la sua violenza e l estensione del suo dominio su vaste aree (dell Iraq e della Siria in particolare), ma soprattutto con i suoi slogan takfiristi ed eversori, non è corrisposta un ondata islamica di segno contrario capace di rispondere con forza sul piano giuridico e pratico. Ciò ha accresciuto nei cristiani un sentimento di frustrazione e timore per il loro futuro e destino. La colossale emigrazione verso l e s t e ro che ne è seguita è un fenomeno che non ha precedenti nella storia moderna delle relazioni islamo-cristiane. Dalla metà del XX secolo a oggi la percentuale dei cristiani presenti nell Oriente arabo si è più che dimezzata e l emorragia è destinata ad aggravarsi se l estremismo eversore continuerà a crescere. Sono molteplici le ragioni della preoccupazione La dichiarazione di Beirut Nel giugno del 2015, l associazione islamica benefica Maqâsid ha promosso la stesura della Dichiarazione di Beirut, un documento che si prefigge di contrastare la violenza religiosa e promuovere una cultura islamica illuminata. Uno degli estensori denuncia le nozioni brandite dall estremismo eversore sia contro i cristiani sia contro i musulmani. Pubblichiamo stralci del suo intervento apparso sul numero di novembre 2015 della rivista semestrale «Oasis», pubblicata in italiano, francese, inglese e arabo, ora edita da Marsilio. senza dell islam è credere in tutti i profeti e in tutti gli inviati, da Abramo a Muhammad, e in tutte le scritture celesti che sono state loro rivelate in quanto scritture ispirate da Dio, in particolare il Vangelo e la Torah che, ricorda il Corano, contengono «retta guida e luce» (5, 44-46). La dhimmitudine non è una nozione coranica e tanto meno uno statuto religioso. Essa è un «patto» civile concluso (in un dato periodo) tra due parti: i musulmani al potere e i cristiani protetti. All epoca in cui i musulmani hanno istituito questo sistema non ne esisteva uno migliore e più equo per regolare la convivenza con i non-musulmani. Oggi invece esiste il concetto di cittadinanza. Nel periodo mamelucco e ottomano questo patto ha suscitato malcontento perché faceva del cristiano un cittadino di seconda classe e, nel quadro da esso stabilito, il cristiano era attaccato nella sua dignità e privato dei suoi diritti. Rievocare oggi questa nozione equivale ad auspicare il ritorno a quegli eccessi disumani, incivili e irreligiosi. Per questa ragione i cristiani vedono nella dhimma un attentato al patriottismo e alla convivenza. E hanno ragione. La dhimma è una nozione anacronistica e non ha più valore da quando gli stessi contraenti hanno sciolto il patto su cui essa si fondava ed è nato lo Stato nazionale, fatto da musulmani e cristiani insieme. Con il consolidamento della nozione di cittadinanza, che garantisce l uguaglianza tra i cittadini a prescindere dalla religione, dalla confessione, dalla razza e dal genere, la dhimma diventa un fatto storico, non una norma definitiva e stabile. Va da sé che superare la dhimma non Un immagine sacra danneggiata sul pavimento della chiesa ortodossa di Um al-zinar nella città siriana di Homs La Chiesa copta ha canonizzato alcune suore uccise dai crociati. Gli storici arabi capirono presto come stavano realmente le cose e infatti definirono queste spedizioni «campagne franche». Essi sapevano che i cristiani orientali erano stati vittime di queste campagne tanto quanto i musulmani. Allo stesso modo, ogni volta che scoppia una crisi nelle relazioni tra gli arabi e gli Stati Uniti o con qualsiasi Stato europeo, i cristiani arabi vengono accusati di essere una quinta colonna del nemico occidentale contro i musulmani e gli arabi. L origine di questo errore, anzi di questo vero e proprio peccato, sta nella confusione che si genera nelle menti degli estremisti islamici tra le nozioni di Occidente e Cristianesimo. Così essi immaginano che il Cristianesimo orientale sia un estensione dell O ccidente, la sua punta di lancia, o che i cristiani orientali siano ciò che resta dei crociati conquistatori. Due fatti smentiscono questa visione. Oggi poi, dopo l avvento del cosiddetto Stato islamico, è tornato di moda il richiamo al Califfato. Esso viene inteso come uno Stato religioso che emargina i cristiani. Tuttavia esso non è un istituzione prevista dal Corano e neppure un lascito del può accettare noi? E se per sua natura non ci accetta, perché mai noi dovremmo accettarlo? Ne deriva che l emigrazione dei cristiani dall Oriente non provoca solo lo sfaldamento del tessuto sociale nazionale e la perdita di competenze culturali, scientifiche ed economiche uniche, ma danneggia anche la presenza islamica in Occidente e nel mondo, riflettendosi negativamente sulle relazioni islamo-cristiane e accentuando il sentimento di rifiuto per l islam e la discriminazione verso i musulmani. L islamofobia ha delle ripercussioni nei Paesi musulmani in cui i cristiani orientali sono vittime, generando quella che può essere definita cristianofobia. E questo, come abbiamo detto, è dovuto alla mancata distinzione tra l Occidente e il Cristianesimo. Ne deriva un incremento dell estremismo non solo in Oriente ma anche in Occidente, ciò che pregiudica ulteriormente le relazioni islamo-cristiane. Alla luce di tutto ciò non è possibile, o forse non è più possibile, curare isolatamente ognuno di questi fenomeni poiché l uno è conseguente e complementare all altro. Arrestare l emorragia dell esodo cristiano è possibile solo a condizione di riuscire ad arginare l estremismo e il fanatismo nelle società islamiche. I cristiani e i musulmani arabi e orientali hanno l eccezionale responsabilità di custodire i rapporti islamo-cristiani mettendo da parte provocazioni reciproche. I cristiani possono veicolare al mondo un immagine costruttiva di convivenza con i musulmani, ma perché questo sia possibile è necessario che essi vivano in patria in dei cristiani. La più importante di queste è legata alle nozioni religiose brandite dai movimenti estremisti islamici, che le considerano tra le costanti del credo islamico, ciò che di fatto non sono. Alcuni movimenti islamici estremisti negano la fede di cristiani ed ebrei sulla base dell errata comprensione di due versetti coranici: «In verità la religione, presso Dio, è l islam» (3, 19) e «chiunque desideri una religione diversa dall islam, non gli sarà accettata da Dio» (3, 85). Ciò avviene attraverso una visione esclusivista della fede in Dio, che viene circoscritta al solo messaggio di Muhammad. In verità questa comprensione errata allontana gli stessi movimenti islamici dallo spirito dell islam e dall essenza del testo coranico. L islam infatti è abbandono all unico Dio. Alla luce di questa precisazione, essere musulmani non significa credere esclusivamente in ciò che ha rivelato Muhammad. L es- Profeta. Fondamentalmente nell islam non esiste uno Stato religioso clericale, come recentemente significa superare la sharia islamica né ha ricordato anche al-azhar. Il Califfato è un istituzione sulla quale si è tanto meno la dottrina islamica. La dhimmitudine è una pagina triste di raggiunto un accordo in seguito alla una lunga storia che ha visto periodi morte del Profeta per dare autorevolezza al sovrano musulmano in luminosi e periodi bui, come sottolinea l Esortazione Apostolica sul Libano del Il fenomeno del fanatismo e quanto successore di Muhammad. Ogni volta che sorge un problema dell estremismo, che tanto preoccupano i cristiani orientali, costituisco- condizioni pacifiche e costruttive. politico che coinvolge dei cristiani, che si tratti di un partito o di un autorità politica o religiosa, vengono emigrazione. Oltre a intaccare i fon- non godono dei diritti di una cittano la ragione principale della loro Ma questo non può accadere se essi loro rinfacciate le crociate in modo damenti fragili della cittadinanza, dinanza piena. Da parte loro i musulmani possono aiutare i loro con- da diffamarli, danneggiarli e screditarli. Ma la realtà è che le crociate in dai fondamenti della sbarra e del dicittadini cristiani a svolgere questo l estremismo, con la sua deviazione Oriente non furono operazioni di ritto islamico e la sua pretesa di monopolio della verità, è un importante volta poter vivere in un contesto pa- ruolo, ma per farlo devono a loro proselitismo cristiano. Si trattò di campagne espansionistiche condotte fattore che si aggiunge agli elementi cifico e costruttivo. Questo non è dall Occidente sotto l insegna della politici ed economici responsabili possibile se non si sradica la cultura croce per liberare Gerusalemme dai dell emigrazione di cui soffrono le del rifiuto dell altro e non si favorisce musulmani. Lo prova il fatto che le prime vittime di quelle campagne furono nostre società nazionali. Quest emigrazione è in sé una la cultura del rispetto delle liber- tà individuali e collettive, ciò che i fedeli delle Chiese orientali e gli ebrei, da Costantinopoli alla stessa Gerusalemme. I crociati hanno distrutto delle cause dell islamofobia, perché veicola in Occidente il messaggio che convivere con l islam non è pos- consente di realizzare la piena cittadinanza dei diritti e dei doveri. Le nostre società arabe lamentano chiese, ucciso monaci e sacersibile perché l islam rifiuta l a l t ro. una mancanza di democrazia e un doti, dato alle fiamme paesi e villaggi cristiani abitati da gente pacifica. L Occidente risponde con la stessa logica: se l islam rifiuta l altro, come C O N T I N UA A PA G I N A 20

19 pagina 20 L OSSERVATORE ROMANO giovedì 19 novembre 2015, numero 47 Dopo il feroce attacco di matrice jihadista a Parigi Di fronte alla sfida del terrore di LUCA M. PO S S AT I C on gli attacchi jihadisti a Parigi, il cuore dell Europa è tornato a essere, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, un campo di battaglia. Il rischio, ora, è che questa nuova escalation del terrore provochi un passo indietro delle democrazie, un cedimento a chi ne vuole distruggere i valori essenziali. Il massacro è frutto di un disegno preciso. Alla metà di ottobre Ayman Al Zawahiri, successore di Osama bin Laden al vertice di Al Qaeda, si era rivolto in un messaggio audio allo Stato islamico (Is) proponendo «l urgente unione dei jihadisti» per lanciare un massiccio attacco contro «occidente, Russia, hezbollah e alawiti». Ora ne abbiamo la certezza: l app ello è stato raccolto. L ordigno che ha seminato morte ad Ankara, il disastro aereo nel Sinai e la bomba che giovedì ha dilaniato il cuore di Beirut ne sono la tragica conferma. E questo proprio nel momento in cui l avanzata dei jihadisti in Siria e in Iraq conosce la prima vera battuta di arresto: i peshmerga curdi supportati dai raid della coalizione a guida statunitense sono riusciti a riconquistare Sinjar, la città simbolo dei massacri della minoranza degli yazidi, mentre le truppe di Assad hanno ripreso il controllo dell area di Aleppo. Ogni giorno decine di raid russi martellano le zone del nord siriano ancora nelle mani degli uomini di Al Baghdadi. E meno di 48 ore fa è stata diffusa la notizia dell uccisione del famigerato Jihadi John, il b oia dell Is, colpito da un drone americano. Di fronte a questi fallimenti, i jihadisti hanno risposto scatenando il terrore in Europa. Proprio oggi, a Vienna, si sono riuniti i capi delle diplomazie dei Paesi coinvolti nella crisi siriana per arrivare a una strategia comune. Strategia che non potrà non tenere conto di altri due scenari-chiave: quello libico, dove le violenze tra milizie rivali non conoscono tregua e il dialogo sulla proposta di pace delle Nazioni Unite si è arenato; e quello israelo-palestinese, dove Hamas ha lanciato una nuova ondata di attacchi dopo gli scontri, a settembre, nell area della moschea di Al Aqsa, uno dei luoghi più sacri dell islam. La crisi siriana è figlia di queste due situazioni che ancora restano irrisolte, simboli del fallimento della politica che da oltre un secolo l o c- cidente porta avanti in Medio e Vicino oriente e in Africa settentrionale. Certo, la Francia è stata colpita per il suo impegno in Siria. Ma dietro gli attacchi di Parigi c è anche un altra amara realtà: non si cancella la minaccia del terrorismo soltanto con le marce, gli appelli e le dichiarazioni. Dopo la strage di «Charlie Hebdo», la Francia ebbe un moto di orgoglio e tutto l occidente si strinse attorno a Parigi in una grande manifestazione. Poi l attenzione mediatica è scemata, i segnali di allerta sono stati sottovalutati: era stato colpito un simbolo, un giornale, non la gente comune, non lo stile della vita quotidiana. Ieri sera la strategia è cambiata. La realtà è che, drammaticamente, il terrorismo islamico sfrutta quegli stessi elementi fondamentali che compongono il dna della democrazia occidentale: la libertà di espressione (e quindi i media) e la libertà di movimento (e quindi l immigrazione). Attraverso questi strumenti il terrore s infiltra nelle pieghe della società aperta con l unico obiettivo di seminare la paura e di condizionare i comp ortamenti. Impossibile sconfiggere un nemico così, se prima l occidente non avrà ripensato in profondità se stesso e la sua storia. Un ripensamento che allontani la tentazione della chiusura delle frontiere e il rifiuto dell a l t ro per ripartire dall accoglienza e dalla solidarietà, valori fondamentali dell identità europea. DA PA G I N A 1 La ferita e il vuoto gno della rivista «Études». Lo studioso individua la crisi che porta i giovani alla rottura con le società occidentali non tanto nel rifiuto dei valori che queste offrono loro, ma piuttosto nel vuoto di regole morali che li accoglie nel nuovo mondo. Nell imbarazzo con il quale nell occidente di oggi viene accettato il loro modo di proporsi, che sottolinea l accentuata differenza tra i sessi, mentre il modello vincente è quello della sua cancellazione. In una società in cui tutto sembra lecito e possibile al singolo, in cui i rapporti fra i sessi sono privi di norme, in cui viene evitata ogni risposta relativa alla morte e alla vita dopo di essa, ai giovani rimane possibile sperare solo in un buon guadagno che permetta un livello crescente di consumi. Via debole, che tra l altro oggi è loro preclusa. Il sociologo iraniano legge quindi la corsa verso il fondamentalismo come un Sessantotto alla rovescia, in cui invece della liberalizzazione si cerca un mondo di regole dove trovare dignità al di là della condizione economica e un significato sicuro all esistenza. Questa interpretazione, molto più sottile e acuta di quelle che siamo abituati a leggere e ascoltare, rivela come sia fallace la speranza di affrontare questo problema enfatizzando la laicità, ricacciando le religioni nel sommerso e nell indicibile. E al tempo stesso apre nuove responsabilità ma anche nuove possibilità all azione delle donne e degli uomini di fede. Musulmani contro la cristianofobia DA PA G I N A 19 eccesso di estremismo e fanatismo. L assenza di democrazia imposta da regimi tirannici opprimenti contrasta con i requisiti necessari per gestire società plurali dal punto di vista religioso, confessionale ed etnico, rafforza il fanatismo, e soffia sul fuoco della divisione e della lacerazione. A farne le spese sono i diritti di cittadinanza e la libertà religiosa che essi implicano, che vengono sistematicamente violati. In sintesi possiamo perciò affermare che i cristiani orientali sono cittadini originari e non casuali della regione. Essi non appartengono alla cultura occidentale, né sono un prolungamento politico dell Europa, ma sono tra gli artefici della cultura araba, tra i custodi della sua lingua e tra i costruttori dei Paesi arabi e difensori della loro sovranità. La loro sofferenza è un aspetto di una sofferenza complessiva di tutti i popoli della regione. L unica via di uscita da questa situazione è la cittadinanza, con il rispetto dei diritti dell uomo, delle comunità e il consolidamento dei rapporti islamo-cristiani a ogni livello. Opporsi con la buona parola all ondata estremista è un diritto e un dovere. È un diritto della società e un dovere di ogni uomo di fede che aspiri all unità, alla sicurezza e alla pace della sua società, sia in Libano che negli altri Stati arabi. Uscire dalla crisi di fiducia che ha scosso e dominato le relazioni islamo-cristiane è possibile riacquistando quello spirito conciliante e non solo tollerante che è proprio dell islam. Questa riscoperta è complementare a quella dello spirito del Cristianesimo sancito nella dichiarazione Nostra aetate nel Per la prima volta il Concilio ha manifestato non solo la sua stima per i musulmani, che professano l unicità di Dio, onorano la madre del Messia e il Messia venerandolo come profeta, ma ha altresì dichiarato che «le divergenze con i musulmani costituiscono un pericolo per la fede nel Dio unico, il quale ha creato tutti gli uomini e li ha chiamati alla redenzione e alla felicità». Esso ha fissato un principio fondamentale: «La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno». È vero che, in Medio Oriente in generale ma in Libano in particolare, i musulmani e i cristiani vivevano già prima del Vaticano II sentimenti di fratellanza reciproca. Tuttavia il Concilio ha dato a questa fratellanza una base teologica, cosicché la fratellanza nazionale si è unita alla fratellanza di fede nell unico Dio. Tale fratellanza non può essere solamente uno slogan, ma deve tradursi nell atteggiamento individuale e collettivo e nella vita pubblica. Alla luce di questo si spiega l insistenza dell Esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente sul diritto e sul dovere dei cristiani «di partecipare pienamente alla vita della nazione, lavorando alla costruzione della loro patria», e sul fatto che «godano di piena cittadinanza e non siano trattati come cittadini o credenti inferiori». Il musulmano in Medio Oriente, e in particolare in Libano, può fare a meno del cristiano per praticare i propri riti religiosi e consolidare la sua relazione spirituale con Dio. Nella stessa misura, o forse in misura maggiore, il cristiano può fare a meno del musulmano; ma nessuno dei due può fare a meno dell a l t ro nella sua vita. La vita infatti, come dice Martin Buber, è l incontro con l altro. E l incontro non avviene tra simili, avviene tra diversi.

I Quaresima B. Padre, tu che ci doni il tuo Figlio come Vangelo vivente, fa che torniamo a te attraverso un ascolto rinnovato della tua Parola, pr.

I Quaresima B. Padre, tu che ci doni il tuo Figlio come Vangelo vivente, fa che torniamo a te attraverso un ascolto rinnovato della tua Parola, pr. I Quaresima B Padre buono, ti ringraziamo per aver nuovamente condotto la tua Chiesa nel deserto di questa Quaresima: donale di poterla vivere come un tempo privilegiato di conversione e di incontro con

Dettagli

Programmazione annuale RELIGIONE CATTOLICA CLASSI I II III IV V

Programmazione annuale RELIGIONE CATTOLICA CLASSI I II III IV V Istituto Comprensivo G Pascoli - Gozzano Anno scolastico 2013/2014 Programmazione annuale RELIGIONE CATTOLICA CLASSI I II III IV V Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola

Dettagli

LA BIBBIA. composto da 46 libri, suddivisi in Pentateuco Storici Sapienziali Profetici 5 16 7 18

LA BIBBIA. composto da 46 libri, suddivisi in Pentateuco Storici Sapienziali Profetici 5 16 7 18 GRUPPOQUINTAELEMENTARE Scheda 02 LA La Parola di Dio scritta per gli uomini di tutti i tempi Antico Testamento composto da 46 libri, suddivisi in Pentateuco Storici Sapienziali Profetici 5 16 7 18 Nuovo

Dettagli

Parrocchia Santi Pietro e Paolo. Venite alla festa

Parrocchia Santi Pietro e Paolo. Venite alla festa Parrocchia Santi Pietro e Paolo Venite alla festa Questo libretto e di: Foto di gruppo 2 Occhi, naso, bocca, orecchie, mani... per pregare Occhi: se i miei occhi sono attenti, possono cogliere i gesti

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s. 2014-2015

PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s. 2014-2015 Scuola Primaria ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE FRATELLI CASETTI CREVOLADOSSOLA (VB) WWW.iccasetti.gov.it PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s. 2014-2015 RELIGIONE CATTOLICA COMPETENZE CHIAVE - competenze sociali

Dettagli

INAUGURAZIONE NUOVO ANNO CATECHISTICO

INAUGURAZIONE NUOVO ANNO CATECHISTICO 1. Inaugurazione ufficiale del nuovo anno di catechismo: Biccari 12 Ottobre ore 10,00. Riportiamo il testo della celebrazione. INAUGURAZIONE NUOVO ANNO CATECHISTICO Inizio: Si esce dalla sagrestia con

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO SEGNI

ISTITUTO COMPRENSIVO SEGNI ISTITUTO COMPRENSIVO SEGNI Scuola dell infanzia Programmazione Religione Cattolica Anno scolastico 2013 2014 Insegnante:BINACO MARIA CRISTINA Motivazione dell itinerario annuale Il percorso per l I.R.C.

Dettagli

I SIGNIFICATI DEL TERMINE CHIESA.

I SIGNIFICATI DEL TERMINE CHIESA. LA NASCITA DELLA CHIESA (pagine 170-177) QUALI SONO LE FONTI PER RICOSTRUIRE LA STORIA DELLA CHIESA? I Vangeli, gli Atti degli Apostoli le Lettere del NT. (in particolare quelle scritte da S. Paolo) gli

Dettagli

PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA-DISCIPLINARE Anno Scolastico 2013/2014. Scuola Primaria Classe 1^ - sez. B

PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA-DISCIPLINARE Anno Scolastico 2013/2014. Scuola Primaria Classe 1^ - sez. B PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA-DISCIPLINARE Anno Scolastico 2013/2014 Scuola Primaria Classe 1^ - sez. A Disciplina Religione Cattolica Ins. STRIKA LUCIANA Presentazione della classe Livello cognitivo

Dettagli

NATALE DEL SIGNORE (ANNO C) Messa del giorno Grado della Celebrazione: Solennità Colore liturgico: Bianco

NATALE DEL SIGNORE (ANNO C) Messa del giorno Grado della Celebrazione: Solennità Colore liturgico: Bianco NATALE DEL SIGNORE (ANNO C) Messa del giorno Grado della Celebrazione: Solennità Colore liturgico: Bianco INTRODUZIONE Il tempo di Natale è un tempo di doni - un dono dice gratuità, attenzione reciproca,

Dettagli

Curricolo di Religione Cattolica

Curricolo di Religione Cattolica Curricolo di Religione Cattolica Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria - L alunno riflette su Dio Creatore e Padre, sugli elementi fondamentali della vita di Gesù

Dettagli

Sono stato crocifisso!

Sono stato crocifisso! 12 febbraio 2012 penultima dopo l epifania ore 11.30 con i fidanzati Sono stato crocifisso! Sia lodato Gesù Cristo! Paolo, Paolo apostolo nelle sue lettere racconta la sua storia, la storia delle sue comunità

Dettagli

6 gennaio 1936 6 gennaio 2006: 70 anniversario della Prima idea. E il testamento spirituale che Germana ha preparato alle missionarie e per l Istitu-

6 gennaio 1936 6 gennaio 2006: 70 anniversario della Prima idea. E il testamento spirituale che Germana ha preparato alle missionarie e per l Istitu- Vincent Van Gogh, Il Seminatore al tramonto, 1888 6 gennaio 1936 6 gennaio 2006: 70 anniversario della Prima idea E il testamento spirituale che Germana ha preparato alle missionarie e per l Istitu- to.

Dettagli

RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA Traguardi Obiettivi di apprendimento Contenuti

RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA Traguardi Obiettivi di apprendimento Contenuti RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA Scoprire nell'ambiente i segni che richiamano ai cristiani e a tanti credenti la presenza di Dio Creatore e Padre Descrivere l'ambiente di vita di Gesù nei suoi aspetti

Dettagli

Istituto Comprensivo Perugia 9

Istituto Comprensivo Perugia 9 Istituto Comprensivo Perugia 9 Anno scolastico 2015/2016 Programmazione delle attività educativo didattiche SCUOLA PRIMARIA Disciplina RELIGIONE CLASSE: PRIMA L'alunno: - Riflette sul significato dell

Dettagli

ACCENDI UNA LUCE IN FAMIGLIA Preghiera nella comunità domestica in comunione con Papa Francesco

ACCENDI UNA LUCE IN FAMIGLIA Preghiera nella comunità domestica in comunione con Papa Francesco ACCENDI UNA LUCE IN FAMIGLIA Preghiera nella comunità domestica in comunione con Papa Francesco Sul far della sera la famiglia si riunisce in casa per la preghiera. Ove fosse possibile si suggerisce di

Dettagli

14 Raduno Giovanile 8-14 Agosto 2011 Congregazione Cristiana Evangelica Messina

14 Raduno Giovanile 8-14 Agosto 2011 Congregazione Cristiana Evangelica Messina .. mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede (2 Pietro 1:5) Natale Mondello 14 Raduno Giovanile 8-14 Agosto 2011 Congregazione Cristiana Evangelica Messina Dio ha un piano per

Dettagli

Mario Basile. I Veri valori della vita

Mario Basile. I Veri valori della vita I Veri valori della vita Caro lettore, l intento di questo breve articolo non è quello di portare un insegnamento, ma semplicemente di far riflettere su qualcosa che noi tutti ben sappiamo ma che spesso

Dettagli

INTRODUZIONE. motivazioni e finalità

INTRODUZIONE. motivazioni e finalità Un mondo di bellissimi colori: io e l'ambiente. Tanti bambini tutti colorati: io e gli altri. Un bambino dai colori speciali: io e la famiglia. Avvento e Natale. Io e Gesù, una giornata insieme a Gesù.

Dettagli

Scopri il piano di Dio: Pace e vita

Scopri il piano di Dio: Pace e vita Scopri il piano di : Pace e vita E intenzione di avere per noi una vita felice qui e adesso. Perché la maggior parte delle persone non conosce questa vita vera? ama la gente e ama te! Vuole che tu sperimenti

Dettagli

Intenzioni per l Apostolato della Preghiera 2014

Intenzioni per l Apostolato della Preghiera 2014 Intenzioni per l Apostolato della Preghiera 2014 GENNAIO 2014 Perché venga promosso un autentico sviluppo economico, rispettoso della dignità di tutti gli uomini e di tutti i popoli. Perché i cristiani

Dettagli

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO

Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO 1. Il bambino sviluppa il senso dell identità personale, è consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli ed esprimerli in modo adeguato

Dettagli

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World LOCUZIONI AL MONDO Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World 2 Sommario 1. La decisione della SS. Trinità al tuo

Dettagli

PIANO DI LAVORO ANNUALE SCUOLA DELL'INFANZIA PROGETTO IRC A.S. 2015/2016 IO HO DIRITTO

PIANO DI LAVORO ANNUALE SCUOLA DELL'INFANZIA PROGETTO IRC A.S. 2015/2016 IO HO DIRITTO PIANO DI LAVORO ANNUALE SCUOLA DELL'INFANZIA PROGETTO IRC A.S. 2015/2016 IO HO DIRITTO Premessa La Scuola Cattolica si differenzia da ogni altra scuola che si limita a formare l uomo, mentre essa si propone

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA Anno Scolastico 2014/2015 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLA CLASSE TERZA DELLA SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA PRIMARIA Anno Scolastico 2014/2015 OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLA CLASSE TERZA DELLA SCUOLA PRIMARIA Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo Statale di Calolziocorte Via F. Nullo,6 23801 CALOLZIOCORTE (LC) e.mail: lcic823002@istruzione.it - Tel: 0341/642405/630636

Dettagli

Veglia di preghiera: Riconciliati da Dio, sulla strada della libertà

Veglia di preghiera: Riconciliati da Dio, sulla strada della libertà Veglia di preghiera: Riconciliati da Dio, sulla strada della libertà Tipologia Obiettivi Linguaggio suggerito Setting Veglia di preghiera: Riconciliati da Dio, sulla strada della libertà Una celebrazione

Dettagli

11 ottobre 18 ottobre 25 ottobre 1 novembre 8 novembre 15 novembre 22 novembre 29 novembre. Il segno dell Acqua. La comunità cristiana

11 ottobre 18 ottobre 25 ottobre 1 novembre 8 novembre 15 novembre 22 novembre 29 novembre. Il segno dell Acqua. La comunità cristiana Parrocchia Santi Giacomo - Schema per la catechesi dei Fanciulli: Tappa 11 ottobre 18 ottobre 25 ottobre 1 novembre 8 novembre 15 novembre 22 novembre 29 novembre 30 novembre I segni di Primo Anno Ci accoglie

Dettagli

«Il Padre vi darà un altro Paraclito»

«Il Padre vi darà un altro Paraclito» LECTIO DIVINA PER LA VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) Di Emio Cinardo «Il Padre vi darà un altro Paraclito» Gv 14,15-21 Lettura del testo Dal Vangelo secondo Giovanni (14,15-21) In quel tempo, Gesù disse

Dettagli

7ª tappa È il Signore che apre i cuori

7ª tappa È il Signore che apre i cuori Centro Missionario Diocesano Como 7 incontro di formazione per commissioni, gruppi e associazioni missionarie 3 anno Aprile 2009 Paolo: la Parola di Dio non è incatenata 7ª tappa È il Signore che apre

Dettagli

CURRICOLO RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA

CURRICOLO RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA CURRICOLO RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA Traguardi per lo sviluppo delle competenze L alunno riflette su Dio Creatore e Padre significato cristiano del Natale L alunno riflette sui dati fondamentali

Dettagli

I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE RELATIVI ALL IRC NEI CAMPI DI ESPERIENZA.

I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE RELATIVI ALL IRC NEI CAMPI DI ESPERIENZA. I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE RELATIVI ALL IRC NEI CAMPI DI ESPERIENZA. (Cfr. Indicazioni nazionali per il curricolo Sc. Infanzia D.P.R. dell 11-02-2010) Il sé e l altro Le grandi domande,

Dettagli

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a GIORNATA DEL VOLONTARIATO Torino 7 aprile 2013 Desidero porgere un caloroso saluto a nome dell intera Assemblea regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a partecipare a questa

Dettagli

CAPACI DI CONDIVIDERE OGNI DONO

CAPACI DI CONDIVIDERE OGNI DONO GRUPPOPRIMAMEDIA Scheda 03 CAPACI DI CONDIVIDERE OGNI DONO Nella chiesa generosita e condivisione Leggiamo negli Atti degli Apostoli come è nata la comunità cristiana di Antiochia. Ad Antiochia svolgono

Dettagli

Occhi, naso, bocca, orecchie, mani... per pregare

Occhi, naso, bocca, orecchie, mani... per pregare Il Signore ci fa suoi messaggeri Abbiamo incontrato Gesù, ascoltato la sua Parola, ci siamo nutriti del suo Pane, ora portiamo Gesù con noi e viviamo nel suo amore. La gioia del Signore sia la vostra forza!

Dettagli

Come fare una scelta?

Come fare una scelta? Come fare una scelta? Don Alberto Abreu www.pietrscartata.com COME FARE UNA SCELTA? Osare scegliere Dio ha creato l uomo libero capace di decidere. In molti occasioni, senza renderci conto, effettuiamo

Dettagli

ANNO SCOLASTI CO 2010/ 2011

ANNO SCOLASTI CO 2010/ 2011 ANNO SCOLASTI CO 2010/ 2011 ANNO SCOLASTI CO 2010/ 2011 FINALITA OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO CONTENUTI Acquisire atteggiamenti di stima e sicurezza di se e degli altri Scoprire attraverso i racconti

Dettagli

PARROCCHIA DELLA B.V. DEL CARMINE UDINE AVVENTO 2015 ANIMAZIONE DELLE MESSE DA PARTE DEI BAMBINI DELLE ELEMENTARI

PARROCCHIA DELLA B.V. DEL CARMINE UDINE AVVENTO 2015 ANIMAZIONE DELLE MESSE DA PARTE DEI BAMBINI DELLE ELEMENTARI PARROCCHIA DELLA B.V. DEL CARMINE UDINE AVVENTO 2015 ANIMAZIONE DELLE MESSE DA PARTE DEI BAMBINI DELLE ELEMENTARI Quarta Domenica di Avvento 20 dicembre 2015 Accensione della Candela della Corona dell

Dettagli

PREGHIERE per la Corona del Discepolo a 33 grani

PREGHIERE per la Corona del Discepolo a 33 grani PREGHIERE per la Corona del Discepolo a 33 grani PREGHIERE PER LA CORONA DEL DISCEPOLO A 33 GRANI Editrice Shalom 31.05.2015 Santissima Trinità Libreria Editrice Vaticana (testi Sommi Pontefici), per gentile

Dettagli

Curricolo di religione cattolica scuola primaria CLASSE I

Curricolo di religione cattolica scuola primaria CLASSE I NUCLEI FONDANTI Dio e l uomo 1. Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre e che fin dalle origini ha voluto stabilire un alleanza con l uomo. 2. Conoscere Gesù di Nazareth, Emmanuele

Dettagli

Unità Pastorale Cristo Salvatore. Proposta di itinerari per l iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi

Unità Pastorale Cristo Salvatore. Proposta di itinerari per l iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi Unità Pastorale Cristo Salvatore Proposta di itinerari per l iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi 2 3 Introduzione LE DIMENSIONI DELLA FORMAZIONE CRISTIANA In qualsiasi progetto base di iniziazione

Dettagli

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Traccia: Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Per la preghiera: vedi in allegato. Sviluppo dell

Dettagli

Cresco.. con Gesù!!! Scuola dell'infanzia Maria Immacolata Monteortone Percorso di educazione alla religione cattolica Anno 2010/2011

Cresco.. con Gesù!!! Scuola dell'infanzia Maria Immacolata Monteortone Percorso di educazione alla religione cattolica Anno 2010/2011 Cresco.. con Gesù!!! Scuola dell'infanzia Maria Immacolata Monteortone Percorso di educazione alla religione cattolica Anno 2010/2011 1 Unità di apprendimento: La creazione del mondo Motivazione Aiutare

Dettagli

============================================ II DOMENICA DOPO NATALE (ANNO C) ======================================================================

============================================ II DOMENICA DOPO NATALE (ANNO C) ====================================================================== -------------------------------------------------- LA LITURGIA DEL GIORNO 03.01.2016 Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Bianco ============================================ II DOMENICA

Dettagli

RELIGIONE CATTOLICA. Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria

RELIGIONE CATTOLICA. Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria RELIGIONE CATTOLICA Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria L alunno riflette su Dio Creatore e Padre, sui dati fondamentali della vita di Gesù e sa collegare i contenuti

Dettagli

RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA

RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA 1. Scoprire nei segni dell ambiente la presenza di Dio Creatore e Padre 2. Conoscere Gesù nei suoi aspetti quotidiani, familiari, sociali e religiosi 3. Cogliere i segni

Dettagli

Classe prima,seconda,terza,quarta, quinta.

Classe prima,seconda,terza,quarta, quinta. DIREZIONE DIDATTICA 1 CIRCOLO MARSCIANO Piazza della Vittoria,1 06055- MARSCIANO (PG)- C.F.800005660545 Centralino/Fax 0758742353 Dirigente Scolastico 0758742251 E.mail:pgee41007@istruzione.it Sito Web:

Dettagli

Maschere a Venezia VERO O FALSO

Maschere a Venezia VERO O FALSO 45 VERO O FALSO CAP I 1) Altiero Ranelli è il direttore de Il Gazzettino di Venezia 2) Altiero Ranelli ha trovato delle lettere su MONDO-NET 3) Colombina è la sorella di Pantalone 4) La sera di carnevale,

Dettagli

ASCENSIONE DEL SIGNORE LECTIO DIVINA PER LA VII DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) «Io sono con voi» Mt 28,16-20. Di Emio Cinardo

ASCENSIONE DEL SIGNORE LECTIO DIVINA PER LA VII DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) «Io sono con voi» Mt 28,16-20. Di Emio Cinardo ASCENSIONE DEL SIGNORE LECTIO DIVINA PER LA VII DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) Di Emio Cinardo «Io sono con voi» Mt 28,16-20 Lettura del testo Dal Vangelo secondo Matteo (28,16-20) In quel tempo, gli undici

Dettagli

CURRICULUM SCUOLA PRIMARIA RELIGIONE CATTOLICA

CURRICULUM SCUOLA PRIMARIA RELIGIONE CATTOLICA Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca Istituto Comprensivo Giulio Bevilacqua Via Cardinale Giulio Bevilacqua n 8 25046 Cazzago San Martino (Bs) telefono 030 / 72.50.53 - fax 030 /

Dettagli

frutto della collaborazione fra Volontari della Caritas Parrocchiale, Alunni e Alunne, Insegnanti e Comitato dei Genitori

frutto della collaborazione fra Volontari della Caritas Parrocchiale, Alunni e Alunne, Insegnanti e Comitato dei Genitori La Scuola Primaria PAOLO NEGLIA di Vanzago, nell ambito delle manifestazioni organizzate per la Festa di fine anno scolastico, ha promosso la seguente iniziativa frutto della collaborazione fra Volontari

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI RELIGIONE CATTOLICA

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI RELIGIONE CATTOLICA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI RELIGIONE CATTOLICA 1. DIO E L UOMO CLASSE PRIMA 1.1 Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre 1.2 Conoscere Gesù di Nazareth come Emmanuele, testimoniato

Dettagli

Dilecti amici Carissimi giovani

Dilecti amici Carissimi giovani 5 INDICE Dilecti amici 1. Auguri per l anno della gioventù 9 2. Cristo parla con i giovani 12 3. La giovinezza è una ricchezza singolare 15 4. Dio è amore 19 5. La domanda sulla vita eterna... 22 6....

Dettagli

PICCOLA CATECHESI SUL BATTESIMO PRESENTAZIONE PER GENITORI

PICCOLA CATECHESI SUL BATTESIMO PRESENTAZIONE PER GENITORI PICCOLA CATECHESI SUL BATTESIMO PRESENTAZIONE PER GENITORI PERCHE FACCIAMO IL BATTESIMO? 1. Obbedienti al comando di Gesù: Andate, fate discepole tutte le genti battezzandole nel nome del Padre e del Figlio

Dettagli

Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA?

Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA? Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA? Sac. Don Magloire Nkounga Dott. D Ambrosio Giuseppina 1 Quando ci possono

Dettagli

PREGARE NELL ASSEMBLEA LITURGICA CON LE FAMIGLIE NELL ANNO DELLA SPERANZA

PREGARE NELL ASSEMBLEA LITURGICA CON LE FAMIGLIE NELL ANNO DELLA SPERANZA A R C I D I O C E S I D I U D I N E Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia PREGARE NELL ASSEMBLEA LITURGICA CON LE FAMIGLIE NELL ANNO DELLA SPERANZA CRISTO NOSTRA SPERANZA (1 Tm 1,1) Anno Pastorale

Dettagli

" UN AMORE Celeste Programmazione di Educazione Religiosa Scuola dell Infanzia Paritaria C. Arienta Prato Sesia a.s. 2015-2016

 UN AMORE Celeste Programmazione di Educazione Religiosa Scuola dell Infanzia Paritaria C. Arienta Prato Sesia a.s. 2015-2016 " UN AMORE Celeste Programmazione di Educazione Religiosa Scuola dell Infanzia Paritaria C. Arienta Prato Sesia a.s. 2015-2016 Alle Scuole Paritarie è assicurata piena libertà per quanto concerne l orientamento

Dettagli

A DIECI ANNI DALLA NOTA SULL INIZIAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI

A DIECI ANNI DALLA NOTA SULL INIZIAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI A DIECI ANNI DALLA NOTA SULL INIZIAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI PREGHIAMO Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo: sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti nel tuo nome; vieni a noi,

Dettagli

Misericordiosi))come) il))padre) Esperienza)della)grazia)nell'unità)

Misericordiosi))come) il))padre) Esperienza)della)grazia)nell'unità) LetteradiNatale2015dell'AbateGeneraleOCist Misericordiosi))come))il))Padre) Roma,8dicembre2015 Solennitàdell'Immacolata Carissimi Vi scrivo questa lettera di Natale proprio mentre inizia il Giubileo della

Dettagli

IL VENERABILE DON PASQUALE UVA:

IL VENERABILE DON PASQUALE UVA: IL VENERABILE DON PASQUALE UVA: - - - - - - 11 - - - La fede: risposta d amore al Dio Amore - - - 12 Si conosce Dio per fede, e non vi è altra via sulla ter- ra per conoscerlo. E la religiosa pratica questa

Dettagli

PIANO DI LAVORO ANNUALE SCUOLA DELL'INFANZIA PROGETTO IRC A.S. 2014/2015 UN MONDO CREATO PER ME

PIANO DI LAVORO ANNUALE SCUOLA DELL'INFANZIA PROGETTO IRC A.S. 2014/2015 UN MONDO CREATO PER ME PIANO DI LAVORO ANNUALE SCUOLA DELL'INFANZIA PROGETTO IRC A.S. 2014/2015 UN MONDO CREATO PER ME Premessa In riferimento al Progetto Educativo e alle Indicazioni Nazionali, l'insegnamento della Religione

Dettagli

LITURGIA DEL MATRIMONIO

LITURGIA DEL MATRIMONIO LITURGIA DEL MATRIMONIO 65. Se sono celebrati insieme due o più Matrimoni, le interrogazioni prima del consenso, la manifestazione e l'accoglienza del consenso devono sempre aver luogo singolarmente per

Dettagli

Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla!

Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla! Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla! Quarta Primaria - Istituto Santa Teresa di Gesù - Roma a.s. 2010/2011 Con tanto affetto... un grande grazie anche da me! :-) Serena Grazie Maestra

Dettagli

CLASSE PRIMA CONOSCENZE ABILITA COMPETENZE. -Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre

CLASSE PRIMA CONOSCENZE ABILITA COMPETENZE. -Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre CLASSE PRIMA CONOSCENZE ABILITA COMPETENZE -Scoprire un mondo intorno a sé; un dono stupendo il creato -Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre -L alunno/a sa: -riflettere su Dio

Dettagli

PIANO DI LAVORO ANNUALE IRC SCUOLA DELL INFANZIA

PIANO DI LAVORO ANNUALE IRC SCUOLA DELL INFANZIA PIANO DI LAVORO ANNUALE IRC SCUOLA DELL INFANZIA 1 ANNO SCOLASTICO 2009/2010 L educazione religiosa nella scuola dell infanzia concorre alla formazione integrale del bambino, promovendo la maturazione

Dettagli

EDUCARE ALLA SESSUALITA E ALL AFFETTIVITA

EDUCARE ALLA SESSUALITA E ALL AFFETTIVITA EDUCARE ALLA SESSUALITA E ALL AFFETTIVITA Accompagnare i nostri figli nel cammino dell amore di Rosangela Carù QUALE EDUCAZIONE IN FAMIGLIA? Adolescenti Genitori- Educatori Educazione 1. CHI E L ADOLESCENTE?

Dettagli

L ESSERE OPERATORE CARITAS MI AIUTA A VIVERE CON E PER CRISTO? DOTT.SSA LAURA SALVO PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA DOCENTE ISSR RICERCATRICE ITCI

L ESSERE OPERATORE CARITAS MI AIUTA A VIVERE CON E PER CRISTO? DOTT.SSA LAURA SALVO PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA DOCENTE ISSR RICERCATRICE ITCI L ESSERE OPERATORE CARITAS MI AIUTA A VIVERE CON E PER CRISTO? DOTT.SSA LAURA SALVO PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA DOCENTE ISSR RICERCATRICE ITCI VIVERE CON E PER CRISTO Evangelizzare significa: Convertire Portare

Dettagli

Programmazione di religione cattolica

Programmazione di religione cattolica Programmazione di religione cattolica Istituto Comprensivo P. Gobetti Trezzano sul Naviglio Anno Scolastico 2012/2013 INSEGNANTE: Franca M. CAIATI Obiettivi specifici di Apprendimento Questi obiettivi

Dettagli

BENEDIZIONE DELLE MAMME E DEI PAPÀ IN ATTESA

BENEDIZIONE DELLE MAMME E DEI PAPÀ IN ATTESA I A6 BENEDIZIONE DELLE MAMME E DEI PAPÀ IN ATTESA Parrocchia Domenica CANTO D INIZIO NEL TUO SILENZIO Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me, sei tu che vieni, o forse è più vero

Dettagli

BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. BEATI VOI

BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. BEATI VOI BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA MI FA#-7 Se sarete poveri nel cuore, beati voi: LA6 MI sarà vostro il Regno di Dio Padre. MI FA#-7 Se sarete voi che piangerete, beati voi, LA6 MI perché

Dettagli

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013 Farra, 24 febbraio 2013 informare su quelle che sono le reazioni più tipiche dei bambini alla morte di una persona cara dare alcune indicazioni pratiche suggerire alcuni percorsi Quali sono le reazioni

Dettagli

scuola dell infanzia di Vado

scuola dell infanzia di Vado ISTITUTO COMPRENSIVO DI VADO-MONZUNO (BO) scuola dell infanzia di Vado PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI IRC sezione (5 anni) anno scolastico 2014/2015 ins: Formicola Luigi UNITA DIDATTICA 1 Alla scoperta del

Dettagli

C O M U N I T A P A S T O R A L E AROLO - LEGGIUNO - SANGIANO. La nostra Proposta per l

C O M U N I T A P A S T O R A L E AROLO - LEGGIUNO - SANGIANO. La nostra Proposta per l C O M U N I T A P A S T O R A L E AROLO - LEGGIUNO - SANGIANO La nostra Proposta per l Partiamo! Partiamo con l avventura di questo Oratorio Estivo, sempre ricco di0novità0e0di0voglia0di0amicizia. Il tema

Dettagli

Laici cristiani nel mondo di oggi

Laici cristiani nel mondo di oggi Laici cristiani nel mondo di oggi Francesco Benvenuto Roma Centro Nazareth 3 settembre 2015 3 settembre 2015 Roma - Centro Nazareth 1 Una riflessione Dal dopo concilio siamo stati abituati a progettare,

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO LEONARDO DA VINCI LIMBIATE scuole dell infanzia don Milani e Andersen anno scolastico 2014-2015 ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO

ISTITUTO COMPRENSIVO LEONARDO DA VINCI LIMBIATE scuole dell infanzia don Milani e Andersen anno scolastico 2014-2015 ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO 1 programmazionescinfdonmandirc14.15 ISTITUTO COMPRENSIVO LEONARDO DA VINCI LIMBIATE scuole dell infanzia don Milani e Andersen anno scolastico 2014-2015 ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO 2 GIORNATA SCOLASTICA

Dettagli

Programmazione Didattica Scuola Primaria

Programmazione Didattica Scuola Primaria DIREZIONE DIDATTICA DI NAPOLI 5 E. MONTALE Viale della Resistenza 11K-80145 NAPOLI tel. e fax 081/5430772 Codice fiscale: 94023840633 Cod. Mecc. : NAEE005006 E-MAIL: naee005006@istruzione.it Web:www.5circolo.it

Dettagli

il nuovo Schema di regolamento per i Centri Missionari Diocesani,

il nuovo Schema di regolamento per i Centri Missionari Diocesani, Nuovo Schema di regolamento per i Centri Missionari Diocesani La Presidenza della CEI, nella riunione del 13 giugno 2012, ha approvato il nuovo Schema di regolamento per i Centri Missionari Diocesani,

Dettagli

Ai Cristiani dell Arcidiocesi di Lucca. Lettera per indicare il cammino pastorale Anno 2012-2013

Ai Cristiani dell Arcidiocesi di Lucca. Lettera per indicare il cammino pastorale Anno 2012-2013 Ai Cristiani dell Arcidiocesi di Lucca Lettera per indicare il cammino pastorale Anno 2012-2013 Per voi sono Vescovo con Voi sono cristiano (S. Agostino) Parti della Lettera Prima Parte: CHIESA di LUCCA

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

PIANO ANNUALE I.R.C.

PIANO ANNUALE I.R.C. ISTITUTO COMPRENSIVO DI LOGRATO (BS) SCUOLA DELL INFANZIA ZIROTTI DI MACLODIO (BS) PIANO ANNUALE I.R.C. ( INSEGNAMENTO RELIGIONE CATTOLICA) A.A. 2015/2016 INSEGNANTE: Cutrupi Alessia 1. U.d.A. IL DONO

Dettagli

Da dove nasce l idea dei video

Da dove nasce l idea dei video Da dove nasce l idea dei video Per anni abbiamo incontrato i potenziali clienti presso le loro sedi, come la tradizione commerciale vuole. L incontro nasce con una telefonata che il consulente fa a chi

Dettagli

La nuova adozione a distanza della Scuola. Secondaria di Primo Grado di Merone.

La nuova adozione a distanza della Scuola. Secondaria di Primo Grado di Merone. La nuova adozione a distanza della Scuola Secondaria di Primo Grado di Merone. Riflessione sull Associazione S.O.S. INDIA CHIAMA L' India è un' enorme nazione, suddivisa in tante regioni (circa 22) ed

Dettagli

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 Indice Introduzione pag. 9 Ringraziamenti» 13 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 1. I contenuti curati, interessanti e utili aiutano il business» 15 2. Le aziende

Dettagli

Laboratorio Nazionale Giovani e Cultura: l immigrazione Roma, 17 19 aprile 2009

Laboratorio Nazionale Giovani e Cultura: l immigrazione Roma, 17 19 aprile 2009 Laboratorio Nazionale Giovani e Cultura: l immigrazione Roma, 17 19 aprile 2009 I lavori svolti in questo laboratorio hanno messo in luce tre aspetti che definiremmo di carattere generale: In primo luogo

Dettagli

Relazione attività esercizio 2012

Relazione attività esercizio 2012 Relazione attività esercizio 2012 maggio 2013 Il Sentiero di Morena fonda le sue radici nella storia pluriennale di un gruppo di fami-glie della provincia di Ascoli Piceno che praticano direttamente o

Dettagli

CURRICOLO VERTICALE RELIGIONE CATTOLICA

CURRICOLO VERTICALE RELIGIONE CATTOLICA Istituti Comprensivi di Udine allegato al Piano dell Offerta Formativa CURRICOLO VERTICALE Redatto sulla base delle Nuove Indicazioni Nazionali 2012 e I.N. 2007, in sintonia con le Raccomandazioni del

Dettagli

Vicariato Sant Angelo Formazione catechisti 1 incontro

Vicariato Sant Angelo Formazione catechisti 1 incontro Vicariato Sant Angelo Formazione catechisti 1 incontro Signore Gesù, tu ci inviti ad essere germe fecondo di nuovi figli per la tua Chiesa. Fa che possiamo diventare ascoltatori attenti della tua Parola

Dettagli

UNMARED ACCOGLIENZA IOEGLIALTRI. Obiettivi d apprendimento 1 LIVELLO. Attività Mezziestrumenti 2-3 LIVELLO. Unitàformativa.

UNMARED ACCOGLIENZA IOEGLIALTRI. Obiettivi d apprendimento 1 LIVELLO. Attività Mezziestrumenti 2-3 LIVELLO. Unitàformativa. IOEGLIALTRI Capacità di rapportarsi agli altri attraverso il gioco in atteggiamento positivo di accoglienza Il bambino si apre alla capacità di interazione con i coetanei, con le insegnanti e identifica

Dettagli

Natale del Signore - 25 dicembre

Natale del Signore - 25 dicembre Natale del Signore - 25 dicembre La Messa della notte sviluppa il tema di Gesù luce e pace vera donata agli uomini ( colletta); viene commentata attraverso una lettura tipologica la nascita di Gesù con

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO MONTE SAN PIETRO PROGRAMMAZIONE IRC SCUOLA PRIMARIA ***********

ISTITUTO COMPRENSIVO MONTE SAN PIETRO PROGRAMMAZIONE IRC SCUOLA PRIMARIA *********** ISTITUTO COMPRENSIVO MONTE SAN PIETRO PROGRAMMAZIONE IRC SCUOLA PRIMARIA *********** Classe Prima 1. Dio creatore e Padre di tutti gli uomini. 2. Gesù di Nazareth, l Emmanuele, Dio con noi. 3. La Chiesa,

Dettagli

SCUOLA MARIA SS. DEL BUON CONSIGLIO Via delle Vigne Nuove, 104 ROMA ISTITUTO SUORE DEGLI ANGELI PROGETTO EDUCATIVO

SCUOLA MARIA SS. DEL BUON CONSIGLIO Via delle Vigne Nuove, 104 ROMA ISTITUTO SUORE DEGLI ANGELI PROGETTO EDUCATIVO SCUOLA MARIA SS. DEL BUON CONSIGLIO Via delle Vigne Nuove, 104 ROMA ISTITUTO SUORE DEGLI ANGELI PROGETTO EDUCATIVO Anno scolastico 2014-2015 1 PREMESSA La SCUOLA CATTOLICA svolge la sua missione educativa

Dettagli

Riflessioni della classe IV^A dopo l'incontro con Padre Fabrizio

Riflessioni della classe IV^A dopo l'incontro con Padre Fabrizio Riflessioni della classe IV^A dopo l'incontro con Padre Fabrizio L incontro con padre Fabrizio è stato molto importante per capire che noi siamo fortunatissimi rispetto a tante altre persone e l anno prossimo

Dettagli

Sacramento del. I segni importanti del Battesimo sono:

Sacramento del. I segni importanti del Battesimo sono: Sacramento del Il Battesimo è la purificazione dal peccato originale e il dono della Nuova Vita, come amati e prediletti Figli di Dio, appartenenti alla famiglia della Chiesa per mezzo dello Spirito Santo.

Dettagli

Arcidiocesi di Udine Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. Pregare nell assemblea liturgica con le famiglie nell anno della Carità

Arcidiocesi di Udine Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. Pregare nell assemblea liturgica con le famiglie nell anno della Carità Arcidiocesi di Udine Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia Pregare nell assemblea liturgica con le famiglie nell anno della Carità IN PREGHIERA PER TUTTE LE FAMIGLIE NELLA FESTA DELLA SANTA

Dettagli

CURRICOLO RELIGIONE CLASSE 1^

CURRICOLO RELIGIONE CLASSE 1^ CLASSE 1^ Dio e l uomo Classe 1^ Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore. Gesù di Nazareth. La Bibbia e le, leggere e saper riferire circa alcune pagine bibliche fondamentali i segni cristiani

Dettagli

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente).

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente). QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO Gentile genitore, le sottoponiamo il presente questionario anonimo al termine dell incontro a cui ha partecipato. La valutazione da lei espressa ci aiuterà a capire

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ANNUALE DEL PIANO DI LAVORO RELIGIONE CATTOLICA ISTITUTO COMPRENSIVO DI VOLVERA Anno scolastico 2014-2015

PROGRAMMAZIONE ANNUALE DEL PIANO DI LAVORO RELIGIONE CATTOLICA ISTITUTO COMPRENSIVO DI VOLVERA Anno scolastico 2014-2015 PROGRAMMAZIONE ANNUALE DEL PIANO DI LAVORO RELIGIONE CATTOLICA ISTITUTO COMPRENSIVO DI VOLVERA Anno scolastico 2014-2015 Le insegnanti Ferraris Paola Lupo Rosalia Merino Alessia RELIGIONE CLASSE PRIMA

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

ISCRIZIONE AL CATECHISMO 2014/2015:

ISCRIZIONE AL CATECHISMO 2014/2015: COMUNITÀ PASTORALE MARIA MADRE DELLA SPERANZA, SAMARATE Incontro con i genitori all inizio dell anno oratoriano 2014/2015 Carissimi genitori, all inizio di questo nuovo anno ci lasciamo guidare dalle parole

Dettagli

ENTRATA (PRELUDIO) INNO DI ENTRATA. SALUTO Pastore: Il Signore sia con voi! Comunità: E con il tuo spirito! oppure: E il Signore sia anche con te!

ENTRATA (PRELUDIO) INNO DI ENTRATA. SALUTO Pastore: Il Signore sia con voi! Comunità: E con il tuo spirito! oppure: E il Signore sia anche con te! Liturgia per matrimonio Versione abbreviata della liturgia di matrimonio della Chiesa luterana danese, autorizzata con risoluzione regale del 12 giugno 1992 ENTRATA (PRELUDIO) DI ENTRATA SALUTO Pastore:

Dettagli