PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA

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1 PROVINCIA DI BRESCIA ASSESSORATO ASSETTO TERRITORIALE, PARCHI, V.I.A. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA NORME TECNICHE D ATTUAZIONE Delibera di approvazione del Consiglio Provinciale n 22 del 21 aprile 2004

2 INDICE DELLE ABBREVIAZIONI A.C. - Alta Capacità A.T.E. - Ambiti territoriali estrattivi A.T.O. - Ambito Territoriale Ottimale C.B.P.A. - Codice di Buona Pratica Agricola N.T.A. - Norme tecniche d Attuazione P.A. - Piani Attuativi P.A.I. - Piano d Assetto Idrogeologico P.L.I.S. - Parco Locale d Interesse Sovracomunale P.R.R.A. - Piano Regionale di Risanamento delle Acque P.R.G. - Piano Regolatore Generale (comunale) P.R.Q.A. - Piano Regionale di Qualità dell Aria P.S.E. - Piano Stralcio per il controllo dell Eutrofizzazione P.S.S.E. - Piano di Sviluppo Socio Economico (delle Comunità Montane) P.T.C. - Piano Territoriale di Coordinamento (dei Parchi) P.T.C.P. - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale P.T.P.R. - Piano Territoriale Paesistico Regionale P.U.C. - Piano Urbanistico Comunitario (delle Comunità Montane) P.U.M. - Piano Urbano della Mobilità R.E. - Regolamento Edilizio (comunale) R.I.R. - Rischio Incidente Rilevante S.I.C. - Sito d Importanza Comunitaria S.L.P. - Superficie Lorda di Pavimento S.U.S. - Sistema Urbano Sovracomunale T.P.L. - Trasporto Pubblico Locale V.A.S. - Valutazione Ambientale Strategica V.I.A. - Valutazione di Impatto Ambientale Z.P.S. - Zona di Protezione Speciale 1

3 PARTE I. DISPOSIZIONI GENERALI 6 TITOLO.I. IL DOCUMENTO 6 CAPO I. IL P.T.C.P.: NATURA, PRINCIPI, FINALITA E CONTENUTI 6 Art. 1 - Natura e ambito di applicazione 6 Art. 2 - Principi 6 Art. 3 - Obiettivi principali 7 Art. 4 - Contenuti 7 CAPO II. IL P.T.C.P.: DESCRIZIONE DEL DOCUMENTO 8 Art. 5 - Articolazione 8 Art. 6 - Elaborati 8 Art. 7 - Definizioni 9 Art. 8 - Aspetto conoscitivo 10 CAPO III. IL P.T.C.P.: FORMAZIONE, VARIANTI, AGGIORNAMENTI, ATTUAZIONE 10 Art. 9 - Formazione e partecipazione dei Comuni e delle Comunità Montane 10 Art Varianti 11 Art Aggiornamenti 11 Art Attuazione del P.T.C.P. 12 Art Sistemi urbani ed intese interistituzionali 12 Art Documenti di pianificazione intermedia 14 Art Atti di pianificazione complessa 14 Art Progetti strategici 14 Art I Programmi di azione paesistica 15 Art Sistema informativo territoriale 16 TITOLO.II. RAPPORTI CON GLI ALTRI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE 16 CAPO I. IL P.T.C.P.: RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA 16 Art Recepimento nel P.T.C.P. della pianificazione e legislazione sovraordinata 16 Art Rapporti con la Pianificazione di Bacino 16 Art Rapporti con il Piano Territoriale Paesistico Regionale 17 Art Rapporto con i Piani dei Parchi 17 Art Rapporto con altri Piani di Settore 17 Art Rapporto con i Piani di Settore regionali con delega provinciale 18 CAPO II. IL P.T.C.P.: RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE SUBORDINATA 19 Art Rapporti con i Piani di sviluppo socio economico o Piani urbanistici delle Comunità Montane 19 Art Rapporti con i Piani di Settore Provinciali non sovraordinati 19 Art Formazione degli strumenti urbanistici comunali P.R.G. e loro varianti 19 Art Adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al P.T.C.P.. 20 Art Valutazione della compatibilità fra strumenti urbanistici comunali e P.T.C.P.. 21 Art Valutazione preliminare di compatibilità 21 Art Documentazione necessaria per l espressione del parere di compatibilità per i P.R.G. e loro varianti generali 21 Art Valutazione di compatibilità in sede di Accordi di programma e Conferenze di Servizi 22 Art Piani attuativi di interesse sovracomunale 22 Art Perequazione 22 TITOLO.III. RAPPORTO CON GLI STRUMENTI DI CONTROLLO AMBIENTALE 23 CAPO I. LE PROCEDURE VALUTATIVE E AGENDA XXI 23 Art Rapporto con la procedura di V.I.A. e di Valutazione d Incidenza 23 Art Rapporto con la Valutazione ambientale strategica 23 Art Rapporto con la Valutazione paesistica dei Progetti 23 Art Rapporto con Agenda XXI provinciale 23 PARTE II. I SISTEMI TERRITORIALI 24 TITOLO.I. IL SISTEMA AMBIENTALE 24 CAPO I. FINALITÀ 24 2

4 Art Oggetto ed obiettivi 24 CAPO II. ACQUA 24 Art Tutela quantitativa e qualitativa dei corpi idrici superficiali 24 Art Fasce di rispetto di fiumi, laghi, stagni e lagune 25 Art Eutrofizzazione dei corpi d acqua superficiali 25 Art Zone ad alta vulnerabilità della falda 27 Art Aree sensibili 27 Art Inquinamento dei corpi idrici sotterranei da nitrati 28 Art Inquinamento da fitofarmaci 28 Art Reti di fognatura ed impianti di depurazione 28 Art Reti di pubblico acquedotto 29 CAPO III. ARIA 29 Art Obiettivi ed azioni 29 Art Inquinamento da traffico motorizzato 30 Art Inquinamento atmosferico da fonti industriali 30 Art Emissioni in atmosfera da impianti di produzione d energia 30 Art Emissioni da impianti termici 30 Art Assorbimento dei gas climalteranti 31 CAPO IV. SUOLO 32 Art Obiettivi, azioni ed indirizzi 32 Art Limitazioni del consumo di suolo a scopo edificatorio 32 Art Attività di escavazione: rapporto con i piani cave 33 Art Ambiti di cava 33 Art Attività di smaltimento rifiuti 34 Art Azioni per la ricostituzione dell humus 35 Art Salvaguardia della permeabilità 35 Art Diminuzione dello stato di inquinamento D.M. 471/99 siti di bonifica 35 CAPO V. COMPONENTI AMBIENTALI 36 Art Fasce di rispetto a scopo sanitario 36 Art Inquinamento elettromagnetico 37 Art Inquinamento luminoso 37 Art Inquinamento acustico 38 CAPO VI. AMBITI A RISCHIO 39 Art Rischio idrogeologico 39 Art Rischio sismico 48 Art Rischi industriali 49 CAPO VII. AMBIENTE BIOTICO - TUTELA E SVILUPPO DEGLI ECOSISTEMI 50 Art Oggetto e contenuti per la tutela e sviluppo degli ecosistemi 50 Art Tutela della fauna 50 Art Tutela della flora 50 Art Aree boscate 51 Art Arbusteti, Siepi, Filari 51 Art Alberi di interesse monumentale 52 Art Stagni, lanche e zone umide estese 52 Art Parchi Nazionali, Regionali, Riserve naturali regionali, Monumenti naturali, P.L.I.S., aree di rilevanza ambientale, come capisaldi di continuità ecologica. 53 Art Siti d Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) 53 CAPO VIII. RETE ECOLOGICA PROVINCIALE 54 Art Rete ecologica provinciale 54 Art Ecomosaici 55 Art Elementi della rete ecologica provinciale 55 TITOLO.II. IL SISTEMA DEL PAESAGGIO E DEI BENI STORICI 56 CAPO I. GENERALITÀ 56 Art Oggetto e obiettivi 56 Art Indirizzi generali e ambiti delle trasformazioni condizionate 56 Art Il Piano Paesistico Comunale 58 CAPO II. LA VINCOLISTICA PREO RDINATA 59 Art I beni soggetti a tutela ex art.139 T.U.490/99 59 Art Gli ambiti di elevata naturalità 59 3

5 Art Ambiti di contiguità ai Parchi Regionali 60 Art I beni individui - Elenchi 61 Art I beni archeologici 62 CAPO III. TRASFORMAZIONE ED USO DEL TERRITORIO 63 Art Gli oggetti paesistici 63 Art La rilevanza paesistica 65 Art Le vedute a scala vasta 65 TITOLO.III. IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ 67 CAPO I. GENERALITÀ 67 Art Oggetto e contenuto 67 Art Indirizzi generali 68 Art Ambiti 69 Art Accessibilità alle reti di trasporto pubblico 69 Art Rapporti con la pianificazione comunale 69 Art Fasce d interesse delle nuove infrastrutture lineari 70 Art Salvaguardie 71 CAPO II. AEROPORTI 71 Art Aeroporto Gabriele d Annunzio, Montichiari 71 Art Altre attrezzature di volo 72 CAPO III. VIABILITÀ 72 Art Rete delle infrastrutture stradali a carattere sovralocale 72 Art Strade di livello locale 73 Art Classificazione funzionale 73 Art Programmazione della rete stradale provinciale 73 Art Trasformazioni urbanistiche lungo la viabilità extraurbana 74 Art Fasce di rispetto stradale 74 Art Strade mercato 74 Art Strade di fruizione paesistica 74 Art Interventi di deframmentazione 75 CAPO IV. FERROVIE 75 Art Alta capacità 75 Art Ferrovie storiche 75 Art Valichi ferroviari 76 CAPO V. LINEE METROPOLITANE 76 Art Le linee nell area metropolitana centrale 76 CAPO VI. LINEE AUTOMOBILISTICHE E TPL 76 Art Le linee automobilistiche dirette 76 Art Integrazione strumenti urbanistici, trasporti pubblici anche su natanti e trasporti a fune. 76 CAPO VII. CICLABILITÀ, PEDONALITÀ, UTENTI DEBOLI 76 Art Piste ciclabili 76 Art Percorsi pedonali 77 Art Utenti deboli 77 CAPO VIII. FUNZIONI DI RECAPITO E INTERSCAMBIO 78 Art Parcheggi 78 Art Interscambi 78 Art Condizioni di subordine nell attuazione degli strumenti urbanistici 79 TITOLO.IV. IL SISTEMA INSEDIATIVO 80 CAPO I. GENERALITA 80 Art Generalità 80 CAPO II. VOCAZIONI D USO DEL TERRITORIO 80 Art Oggetto, obiettivi, indirizzi 80 Art Zone a prevalente non trasformabilità a scopo edilizio 81 Art Zone a prevalente destinazione agricolo-boschiva 82 Art Centri storici, ambiti urbanizzati, zone degradate 82 Art Zone di controllo 83 Art I Centri ordinatori e centri integrativi 84 CAPO III. TIPOLOGIE INSEDIATIVE E LORO LIVELLO: INDICAZIONI PER LA LOCALIZZAZIONE 85 Art Generalità 85 4

6 Art Zone a mix prevalentemente residenziale 85 Art Zone a mix produttivo prevalentemente industriale 86 Art Zone ecologicamente attrezzate 87 Art Insediamenti commerciali 88 Art Insediamenti per servizi 93 Art Insediamenti turistici 93 CAPO IV. AMBITI A STATUTO PARTICOLARE 94 Art Parchi, riserve e monumenti naturali 95 Art Ambiti da destinare a Parchi Locali d Interesse Sovracomunale (P.L.I.S.) 95 Art Ambiti da destinare a parchi urbani di interesse sovralocale sovracomunale e verde urbano 96 Art Ambiti da destinare a mitigazione e compensazione di interventi infrastrutturali di grande imp ortanza 97 CAPO V. ORIENTAMENTI PER LA COLLOCAZIONE DEI FABBISOGNI 97 Art Stima convenzionale di consumo di suolo per fabbisogno endogeno ed esogeno 97 Art Criteri per il dimensionamento degli strumenti urbanistici comunali 99 Art Indirizzi e modalità per la collocazione di insediamenti e servizi di livello sovralocale 100 PARTE III. DISPOSIZIONI TRANSITORIE 101 TITOLO.I. DISPOSIZIONI TRANSITORIE 101 Art Adeguamento dei piani urbanistici comunali. 101 Art Salvaguardia

7 PARTE I. DISPOSIZIONI GENERALI TITOLO.I. IL DOCUMENTO CAPO I. IL P.T.C.P.: NATURA, PRINCIPI, FINALITA E CONTENUTI Art. 1 - Natura e ambito di applicazione Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) si configura come piano di direttiva, riguarda l intero territorio provinciale ed è caretterizzato: da atemporalità; dal vincolo gerarchico che lega tra di loro gli strumenti urbanistici dei diversi livelli. Il P.T.C.P., nel rispetto delle scelte urbanistiche comunali e nella coerenza della programmazione regionale, definisce le strategie di assetto ed organizzazione del territorio, di tutela ambientale e delle risorse sul territorio provinciale. Il P.T.C.P. pone vincoli nel rispetto della coerenza del sistema pianificatorio e nel rispetto del principio della sussidiarietà nonché nel rispetto dell equiordinazione degli Enti ai sensi dell art.114 della Costituzione. Il P.T.C.P. si concreta prevalentemente come un quadro di riferimento e come strumento urbanistico in ordine: a) alle scelte territoriali di competenza provinciale o di rilevanza sovracomunale; b) all attuazione di scelte di massima operata ai livelli di pianificazione superiore mediante quadri di riferimento economico-territoriali e piani settoriali. Il P.T.C.P. è redatto in conformità dell art.5 della legge quadro Urbanistica n.1150/1942, nonché delle Leggi nazionali e regionali di settore, dell art.20 del D.Lgs. n.267/2000 Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), dell art.57 del D.Lgs. n.112/1998, dell art.3 della Legge regionale n.1/2000 e della D.G.R. n.6/49509 del 07 aprile 2000 Linee generali di assetto del territorio lombardo ai sensi dell art.3, comma 39 della L.R.1/2000 e della D.G.R. n 7/7582 del 21 dicembre 2001 Documento integrativo alle Linee generali di assetto del territorio lombardo ai sensi dell art.3, comma 39 della L.R.1/2000, approvate con D.G.R. n 6/49509 del 7 aprile 2000, visti alla luce della Legge n.3/2001 che costituzionalizza il principio di sussidiarietà, di differenziazione e di adeguatezza. Art. 2 - Principi I principi del P.T.C.P., oltre a quelli richiamati all art.1, sono la sostenibilità ambientale e la solidarietà territoriale, ove per sostenibilità ambientale si intende il complesso delle scelte, perseguite a mezzo di norme di tutela ambientale e di valorizzazione paesistico-naturale, storicoculturale e di salvaguardia degli ambiti di pericolosità morfologica-idrogeologica, sismica e derivante da attività industriali; mentre per solidarietà territoriale si intende il responsabile impegno che ogni soggetto deve assumere nei confronti degli altri soggetti istituzionali per raggiungere intese finalizzate e per ottimizzare l azione pubblica sul territorio. Tali principi si concretizzano attraverso la più ampia partecipazione dei soggetti privati interessati (singoli ed associati) nei procedimenti pianificatori ed attraverso forme di coordinamento orizzontale (intese e concerti) dei soggetti pubblici interessati nell ambito di formazione degli stessi procedimenti pianificatori. 6

8 Art. 3 - Obiettivi principali Il principale obiettivo del P.T.C.P. è quello del coordinamento tra la pianificazione sovra e quella sotto ordinata al livello provinciale. In termini generali le finalità del P.T.C.P. sono essenzialmente: il miglioramento della qualità del territorio, attraverso lo sviluppo equilibrato e sostenibile delle sue peculiarità quali le testimonianze storiche e preistoriche, le risorse culturali ed ambientali, le capacità produttive ed i valori sociali, la tutela ed il corretto uso dei beni ambientali, la valorizzazione del paesaggio attraverso la riscoperta delle identità locali, che sono componenti essenziali dello sviluppo sociale ed economico, la creazione di un sistema insediativo policentrico costituito da sistemi urbani sovracomunali rappresentativi le identità locali, l'incremento della accessibilità e quindi il potenziamento delle reti infrastrutturali e di comunicazione, l orientamento dell' uso del territorio ai fini insediativi nei limiti della compatibilità con la conservazione dei valori fisico-naturali e storico-culturali e con la prevenzione dei rischi, la riconduzione ad unità e coerenza dei piani e dei programmi settoriali, la difesa e la centralità dell attività agricola, l incremento della biodiversità. Art. 4 - Contenuti Il P.T.C.P. contiene: l indicazione delle vocazioni generali del territorio; l indicazione delle peculiarità proprie di ciascun ambito provinciale; il programma generale delle maggiori infrastrutture puntuali ed a rete di mobilità e la loro collocazione di massima; le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica, ed idraulico forestale ed in genere per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque. Il P.T.C.P. determina i criteri per la localizzazione di: aree da destinare al soddisfacimento di fabbisogni insediativi prevalentemente residenziali, non risolvibili a scala comunale; aree da destinare al soddisfacimento di fabbisogni prevalentemente produttivi tramite anche le aree industriali ed ecologicamente attrezzate di cui alla L.R.1/2000; insediamenti per servizi pubblici a scala sovralocale; insediamenti di grandi strutture di vendita; insediamenti di sistemi turistici di livello provinciale. Il P.T.C.P. ha efficacia di piano paesistico ambientale ed individua ai sensi dell art.3 comma 28 della L.R.1/2000: a) le zone di particolare interesse paesistico-ambientale, di cui alla lett. b) dell'art.13 della L.R.18/1997, sulla base delle proposte dei comuni ovvero, in mancanza di tali proposte, degli indirizzi regionali, di cui all'art.14 della medesima L.R.18/1997, i quali definiscono i criteri per l'individuazione delle zone stesse, cui devono attenersi anche i comuni nella formulazione delle relative proposte; b) gli ambiti territoriali in cui risulti opportuna l'istituzione di parchi locali di interesse sovracomunale, in conformità ai commi 57 e 58. c) le aree protette meglio ind ividuate nel Progetto Preliminare Quaderno II alle pg L analisi paesistica di dettaglio, che copre l intero territorio provinciale, così come rappresentata nella Tav.2 scala 1:25000 e descritta nell Allegato I alle N.T.A. - Il sistema del paesaggio dei beni storici. Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia di Brescia - costituisce: 7

9 approfondimento dei sistemi territoriali definiti in base ai caratteri paesistico-ambientali; individuazione delle zone di particolare interesse paesistico nel rispetto dei criteri paesistici di cui alla D.G.R. n VI/47670 del 29/12/99; perimetrazione degli ambiti territoriali in cui risulti opportuna l istituzione di Parchi locali di interesse sovracomunale; definizione dei criteri per la trasformazione e l uso del territorio rivolti alla salvaguardia dei valori paesistici ed ambientali da proteggere. L analisi degli ambiti territoriali attraverso il dettaglio delle componenti paesistiche consente una efficace tutela paesistica senza rendere necessaria l ulteriore estensione del vincolo ex D.Lgs 490/99. I caratteri identificativi, gli elementi di criticità, e gli indirizzi normativi di cui all Allegato I alle N.T.A. - Il sistema del paesaggio dei beni storici.disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia di Brescia - delle presenti, specificano la disciplina prevista nei decreti istitutivi dei vincoli ex Lege 1497/39 mentre negli ambiti non sottoposti a vincolo paesaggistico assumono il valore di direttiva nei confronti della pianificazione comunale. L analisi paesistica di dettaglio sopraindicata verifica e meglio specifica gli ambiti di elevata naturalità di cui al PTPR, specificandone le valenze in funzione della definizione da parte dei Piani paesistici comunali con effetto ai sensi dell art.6 delle N.T.A. del PTPR e del successivo art.86 delle presenti norme. Il P.T.C.P. contiene il recepimento del vigente Piano stralcio per l assetto idrogeologico dell Autorità di Bacino del fiume Po (P.A.I.) Il P.T.C.P. richiama, altresì, ad adempimenti che discendono da normative nazionali o regionali non direttamente attinenti alla pianificazione Provinciale esse sono state richiamate in quanto costituiscono un utile corredo disciplinare di riferimento per uno strumento urbanistico che vuole assumere un carattere sistemico. CAPO II. IL P.T.C.P.: DESCRIZIONE DEL DOCUMENTO Art. 5 - Articolazione Il P.T.C.P.. articola il proprio contenuto in 4 sistemi territoriali: sistema ambientale; sistema paesistico; sistema della mobilità; sistema insediativo. Art. 6 - Elaborati Il P.T.C.P. è costituito dai seguenti elaborati: 1. Documento preliminare - Quaderno 1; 2. Progetto preliminare Quaderno 2; 3. Relazione; 4. Normativa articolata in tre parti: Disposizioni generali, I sistemi territoriali, Disposizioni transitorie; 5. Allegati alla normativa: I. Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della provincia II. Elenchi beni storico culturali individui; III. Piano viario provinciale; IV. Regolamento per il funzionamento della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane 8

10 6. Tavole: o Tav. 1 : Struttura e Mobilità scala 1: ; o Tav. 2 : Paesaggio scala 1: ; o Tav. 3 : Ambiente e Rischi scala 1: Art. 7 - Definizioni Il P.T.C.P. si esprime attraverso i seguenti elementi: 1) individuazioni cartografiche di elementi territoriali areali, lineari o puntuali alla scala 1:25.000/1:50.000; 2) individuazioni testuali costituite da descrizioni puntuali ai fini dell identificazione dell oggetto, aggiuntive rispetto a quelle cartografiche; 3) disposizioni normative organizzate in diversi livelli: a) Definizioni/Oggetti: sono le descrizioni dei vari oggetti normati. b) Obiettivi generali: sono le finalità che il P.T.C.P. persegue per i singoli sistemi riferite ai titoli della Parte II delle N.T.A. oppure per insiemi di elementi omogenei riferiti ai capitoli. c) Obiettivi particolari: sono le finalità che il P.T.C.P. persegue per i singoli argomenti individuati negli articoli. d) Indirizzi: sono atti diretti a fissare gli obiettivi per l elaborazione dei piani sotto ordinati, dei piani settoriali del medesimo livello di pianificazione o di altri atti di pianificazione o programmazione degli enti pubblici, che non escludono ambiti di discrezionalità nella specificazione ed integrazione delle proprie previsioni da parte dei soggetti titolari della pianificazione sotto ordinata. e) Prescrizioni: le prescrizioni prevalgono automaticamente nei confronti di qualsiasi strumento di pianificazione o di programmazione alla scala provinciale, sub-provinciale e comunale fatte salve eventuali diverse specificazioni normative contenute nelle N.T.A., o che derivino da normative regionali o statali vigenti. f) Direttive: sono gli atti che contengono i criteri che le Pubbliche Amministrazioni devono osservare nello svolgimento di determinate attività. Le direttive, per loro natura, non escludono la discrezionalità della Pubblica Amministrazione destinataria, che risulta orientata e non esclusa, per due ragioni: la direttiva ha carattere generico e la sua portata vincolante si riferisce solo all attività complessivamente considerata e non ai singoli atti; la portata vincolante della direttiva non è ritenuta assoluta bensì relativa, conseguentemente la Pubbliche Amministrazioni destinatarie possono discostarsene con debita motivazione. g) Raccomandazioni: sono gli atti, più attenuati rispetto alle direttive, che riguardano una valutazione ampia in relazione agli strumenti urbanistici locali sotto ordinati. h) Osservazioni: sono i rilievi che, Enti pubblici o privati, cittadino in forma singola o associata, possono presentare, per iscritto e nel rispetto dei tempi previsti dalla legge di riferimento, e che assumono la qualifica di apporti collaborativi ad un migliore perseguimento degli interessi pubblici. i) Opposizioni: sono i rimedi giuridici, intesi come rilievi critici, che devono essere presentati entro i termini di legge e per iscritto da chiunque si ritenga leso nell ambito di un diritto soggettivo o di un interesse legittimo. 9

11 j) Sovracomunale: il Piano è sovracomunale in quanto abbraccia il territorio di più comuni (area vasta all interno della Provincia). Le sue previsioni di valenza sovracomunale, sono quelle relative: agli aspetti di salvaguardia paesistico-ambientale (Tav 2 e all.1) alla viabilità, alle infrastrutture della mobilità ai servizi di scala sovracomunale ex art.135 alle zone di prevalente destinazione industriale in rilevanza sovracomunale di cui all art.132 alle strutture di vendita di cui ai punti 1) e 2) dell art.134 agli insediamenti turistici di livello sovacomunale di cui all art.136 agli insediamenti esogeni come determinati dall art.141 agli aspetti ambientali di insediamenti i cui effetti interessino anche i comuni contermini o le strutture della mobilità sovracomunale. Tutti questi aspetti condizionano i contenuti dei singoli strumenti urbanistici comunali (compresi nel perimetro del P.T.C.P.) in modo da poter orientare e coordinare gli insediamenti, secondo le esigenze economiche, tecniche e sociali, considerate unitariamente al di sopra del particolarismo comunale. k) Proposte: sono suggerimenti che si consegnano agli Enti titolari della pianificazione sovraordinata. j) Azioni : sono le iniziative che il P.T.C.P. propone alla Provincia stessa di intraprendere al fine di raggiungere gli obiettivi generali e parziali. Si considerano come elementi essenziali del P.T.C.P. quelli individuati ai punti 1), 2) nell ambito dei relativi margini di precisione e completezza descrittiva, ed al punto 3) limitatamente alle lettere a), b), c), d), e), f). Art. 8 - Aspetto conoscitivo Il P.T.C.P. riassume alla propria scala l insieme delle conoscenze a supporto delle decisioni delle Pubbliche Amministrazioni destinatarie circa gli interventi sul territorio e le relative valutazioni: tali conoscenze dovranno essere oggetto di costante aggiornamento. CAPO III. IL P.T.C.P.: FORMAZIONE, VARIANTI, AGGIORNAMENTI, ATTUAZIONE Art. 9 - Formazione e partecipazione dei Comuni e delle Comunità Montane La formazione del P.T.C.P. e delle sue varianti, nonché la promozione delle stesse, avvengono attraverso le procedure di cui alla L.R.1/2000. Il luogo della concertazione fra Provincia, Comuni, e Comunità Montane è la Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane, prevista dall art.3 comma 7 della L.R.1/2000 Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n.112 e successive modifiche ed integrazioni, nonché gli organismi da essa delegati come il Comitato di presidenza istituito nel corso della prima seduta della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane, così come previsto dal Regolamento per il funzionamento della stessa di cui all Allegato IV delle presenti norme. L esito del processo partecipativo è formalizzato con parere rilasciato in sede di Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane così come stabilito nel Regolamento della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane. 10

12 Art Varianti Il P.T.C.P. può essere soggetto a varianti totali o parziali alle quali, ai sensi del comma 34 dell art.3 L.R.1/2000, si applicano le stesse procedure per l approvazione del P.T.C.P. e si distinguono nelle seguenti categorie: modifiche ai contenuti immediatamente operativi (prescrizioni che determinano il regime giuridico delle aree, incluse quelle di salvaguardia) salvo che per il recepimento di normative sovraordinate; modifiche alle componenti essenziali così come indicate nel precedente art.7, non derivanti da atti preordinati; modifiche alle componenti strategiche di livello regionale quali: elementi fondamentali individuati nei documenti regionali Linee di assetto del territorio lombardo modificati ed integrati dallo stesso Documento integrativo - e Criteri relativi ai contenuti paesistici elementi fondamentali della programmazione regionale di settore; modifiche che interessino tutto il territorio provinciale o aspetti di impostazione metodologica che riguardino più tematiche. Art Aggiornamenti Costituiscono aggiornamento del P.T.C.P.: il recepimento di disposizioni preordinate sia derivanti da meccanismi messi in atto dal P.T.C.P. stesso (programmi strategici, maggior definizione nella individuazione del rischio idrogeologico) purché non ricadenti nei casi di cui all articolo precedente, sia contenute nella legislazione in materia, sia dai Piani di Settore soggetti ad approvazione regionale, sia dei Piani d Area con valenza di stralcio del PTPR; il recepimento dei contenuti dei Piani di Settore di competenza provinciale laddove non in contrasto con gli obiettivi del P.T.C.P.; il recepimento dei contenuti paesistici degli atti a maggior definizione comunale facenti parte del Piano del paesaggio lombardo ai sensi del P.T.P.R.; il recepimento dei tracciati derivanti dalla progettazione definitiva delle reti infrastrutturali di mobilità e delle nuove varianti coerenti con gli obiettivi del P.T.C.P. e concordate con i Comuni; il recepimento dei progetti insediativi concertati in base alle regole del P.T.C.P. stesso; l aggiornamento dello stato di fatto redatto in base al Mosaico dei P.R.G. ed in base al S.I.T. (Sistema Informativo Territoriale); l aggiunta di progetti strategici di interesse provinciale o di iniziativa locale ulteriori rispetto all elenco di cui all art.16, purché coerenti con gli obiettivi del P.T.C.P.; il recepimento delle modifiche ai P.T.C. dei parchi naturali nazionali, regionali e dei parchi regionali; la correzione dei meri errori materiali avviene a cura e a responsabilità del Dirigente competente. Gli aggiornamenti sono formalizzati tramite delibera della Giunta Provinciale, salvo per quanto attiene ai programmi innovativo-strategici che competono al Consiglio provinciale ex art.42 del D.Lgs.267/2000, e vengono comunicati al Presidente della Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane che informerà la Conferenza stessa, e soggetti a pubblicazione. 11

13 Art Attuazione del P.T.C.P. Il P.T.C.P. si attua in rapporto alla efficacia e modalità delle varie previsioni mediante i seguenti elementi meglio specificati al successivo CAPO V: il recepimento delle proposte da parte della pianificazione preordinata; il recepimento degli indirizzi da parte della pianificazione preordinata con delega provinciale; i piani di settore provinciali; i piani attuativi di interesse sovracomunale; la pianificazione generale comunale; l adeguamento degli strumenti urbanistici generali dei Comuni. Il P.T.C.P. si attua anche attraverso i seguenti elementi così come meglio definiti ai successivi articoli: i sistemi urbani; gli atti di pianificazione intermedia e le relative intese interistituzionali; gli atti di pianificazione complessa e le relative intese interistituzionali o atti regionali; i progetti strategici e di Piani di Settore relativi; i Piani di Azione paesistica. Art Sistemi urbani ed intese interistituzionali I sistemi urbani sovracomunali sono gli ambiti in cui si articola l organizzazione territoriale della Provincia e sono stabiliti dal P.T.C.P.. in base all attività di concertazione con i Comuni e con le Comunità Montane avvenuta durante la formazione del P.T.C.P.. stesso. Essi sono così articolati: 1. BRESCIA e COMUNI vicini, con 16 Comuni (Azzano Mella, Brescia, Borgosatollo, Botticino, Capriano del Colle, Castelmella, Castenedolo, Collebeato, Flero, Mazzano, Nuvolento, Nuvolera, Poncarale, Rezzato, Roncadelle, San Zeno Naviglio). Centro ordinatore: Brescia. 2. VAL CAMONICA, con 41 Comuni (Angolo Terme, Artogne, Berzo Demo, Berzo Inferiore, Bienno, Borno, Braone, Breno, Capo di Ponte, Cedegolo, Cerveno, Ceto, Cevo, Cimbergo, Cividate Camuno, Corteno Golgi, Darfo Boario Terme, Edolo, Esine, Gianico, Incudine, Losine, Lozio, Malegno, Malonno, Monno, Niardo, Ono San Pietro, Ossimo, Paisco Loveno, Paspardo, Pian Camuno, Ponte di Legno, Prestine, Saviore dell'adamello, Sellero, Sonico, Temù, Vezza d'oglio, Vione, Piancogno). Centro ordinatore: Darfo-Boario Terme. Centri integrativi: Breno, Edolo. 3. FRANCIACORTA e SEBINO, con 25 Comuni (Adro, Capriolo, Castegnato, Cazzago San Martino, Cellatica, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Marone, Monte Isola, Monticelli Brusati, Ome, Palazzolo s/o, Paratico, Passirano, Pisogne, Provaglio d'iseo, Rodengo Saiano, Rovato, Sale Marasino, Sulzano, Paderno Franciacorta, Zone). Centri ordinatori: Gussago, Iseo, Rovato, Palazzolo s/o. 4. VALTROMPIA, con 18 Comuni (Bovegno, Bovezzo, Brione, Caino, Collio, Concesio, Gardone V.T., Irma, Lodrino, Lumezzane, Marcheno, Marmentino, Nave, Pezzaze, Polaveno, Sarezzo, Tavernole sul Mella, Villa Carcina). Centri ordinatori: Gardone Val Trompia e Lumezzane. Centri integrativi: Concesio, Sarezzo 5. VAL SABBIA, con 25 Comuni (Agnosine, Anfo, Bagolino, Barghe, Bione, Capovalle, Casto, Gavardo, Idro, Lavenone, Mura, Odolo, Paitone, Pertica Alta, Pertica Bassa, Preseglie, Provaglio Val Sabbia, Roè Volciano, Sabbio Chiese, Serle, Treviso Bresciano, Vallio Terme, Vestone, Villanuova sul Clisi, Vobarno). Centri integrativi: Gavardo, Vestone e Vobarno, Idro. 12

14 6. GARDA BRESCIANO, con 24 Comuni (Bedizzole, Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Gardone Riviera, Gargnano, Limone sul Garda, Lonato, Magasa, Manerba del Garda, Moniga del Garda, Muscoline, Padenghe sul Garda, Polpenazze del Garda, Pozzolengo, Prevalle, Puegnago sul Garda, Salò, San Felice del Benaco, Sirmione, Soiano del Lago, Tignale, Toscolano Maderno, Tremosine, Valvestino). Centri ordinatori: Salò, Desenzano 7. CHIARI, con 16 Comuni (Berlingo, Castelcovati, Castrezzato, Chiari, Coccaglio, Comezzano-Cizzago, Lograto, Maclodio, Ospitaletto, Pontoglio, Roccafranca, Rudiano, Torbole Casaglia, Travagliato, Trenzano, Urago d'oglio) Centro ordinatore: Chiari. 8. ORZINUOVI LENO MANERBIO, con 31 Comuni (Alfianello, Bagnolo Mella, Barbariga, Bassano Bresciano, Borgo San Giacomo, Brandico, Cigole, Corzano, Dello, Leno, Longhena, Fiesse, Gambara, Gottolengo, Mairano, Manerbio, Milzano, Offlaga, Orzinuovi, Orzivecchi, Pavone Mella, Pralboino, San Paolo, Pompiano, Pontevico, Quinzano d'oglio, San Gervasio Bresciano, Seniga, Verolanuova, Verolavecchia, Villachiara). Centri ordinatori: Orzinuovi, Leno e Manerbio. 9. MONTICHIARI con 9 Comuni (Acquafredda, Calcinato, Calvisano, Carpenedolo, Ghedi,, Isorella, Montichiari, Montirone, Remedello, Visano). Centro ordinatore: Montichiari. Una diversa articolazione dei S.U.S. comporta procedura di aggiornamento di cui all art.11 delle presenti norme. I S.U.S. costituiscono l ambito spaziale di riferimento per le concertazioni finalizzate alle intese interistituzionali. Le intese circa la localizzazione di insediamenti a carattere sovracomunale, supportati dai Documenti di Pianificazione Intermedia, di cui al successivo art.14, saranno siglate dalla Provincia e dai Comuni interessati per territorio e con i Consorzi di Bonifica e le Comunità Montane competenti per territorio qualora la variante investa aree interessate da rete irrigua secondo i disposti della L.R.7/2003 secondo le seguenti casistiche: A) Quando il singolo comune intenda utilizzare nel proprio P.R.G. previsioni di consumo del suolo derivanti dall applicazione della crescita esogena media, riferita al S.U.S. d appartenenza, secondo i parametri di cui all art.141 delle presenti N.T.A., con un minimo di 50 famiglie. B) Quando il singolo comune intenda utilizzare, nel proprio P.R.G., previsioni di consumo del suolo superiori alle condizioni di cui al punto precedente Per quanto attiene al caso A) il singolo comune promuoverà un intesa diretta con la Provincia circa la localizzazione degli insediamenti a carattere sovracomunale. La Provincia esprimerà il proprio parere vincolante dandone comunicazione ai comuni del S.U.S. Per quanto attiene al caso B) il singolo comune promuoverà un intesa con la Provincia circa la localizzazione degli insediamenti a carattere sovracomunale. La Provincia, in caso di istruttoria preliminare con esito favorevole, indirà una conferenza di concertazione, estesa al o ai S.U.S interessati che sarà di massima articolata, in una fase di presentazione ed in una di approfondimento degli elementi tecnici. La conferenza dei Comuni del o dei S.U.S. interessati esprimerà a maggioranza il suo parere di tipo consultivo proponendo, eventualmente, le modifiche che riterrà opportune. L intesa, una volta acquisito il parere favorevole della Conferenza di concertazione, dovrà essere stipulata tra il Comune interessato e la Provincia la quale, in sede di parere vincolante sul P.R.G. o sulla variante al P.R.G. del medesimo Comune, dovrà attenersi all intesa sottoscritta. Nei casi A) e B) le intese sono necessario presupposto per procedere alla variazione degli strumenti urbanistici. 13

15 Art Documenti di pianificazione intermedia Per gli insediamenti a carattere sovracomunale di cui all art.13 capoverso quarto, lett.b), nonché agli articoli 134, punto 2, 135 e 136, il P.T.C.P. si attua a mezzo di pianificazione d interesse sovracomunale. Tali documenti possono assumere di volta in volta le seguenti forme, anche in relazione alle diverse normative che regolano le singole tipologie di insediamenti: relazione allegata agli strumenti urbanistici comunali in fase di nuova predisposizione; relazione allegata alle procedure semplificate che costituiscono variante di P.R.G. quali lo sportello unico per le attività produttive,.; relazione allegata alle intese interistituzionali previste dalla normativa vigente nazionale e regionale (Protocolli d Intesa, Accordi di programma, Programmazione negoziata, Conferenze di Servizi ) Tali atti precisano le disposizioni del P.T.C.P. sviluppandone sia l aspetto conoscitivo, sia le scelte insediative, sia l aspetto programmatico. In particolare tali atti dovranno chiarire i bacini di utenza e la domanda potenziale, gli ambiti di maggiore influenza, circa gli impatti, l aspetto socio economico a livello di bacino d utenza ed economico legato agli impatti, le eventuali mitigazioni e compensazioni. Gli ambiti di studio e valutazione saranno di norma riferiti ai sistemi urbani. Gli effetti indotti dall intervento sulla rete viaria devono essere valutati mediante apposito studio di traffico finalizzato a verificare lo schema di accessibilità in rapporto alle caratteristiche degli insediamenti e dei flussi veicolari - attuali e di progetto - rilevati o stimati in corrispondenza della tipica ora di punta, anche al fine di individuare le eventuali opere di adeguamento o potenziamento della rete da realizzarsi contestualmente. Tali atti dovranno comunque essere valutati dalla Provincia, o promossi dalla stessa, che esprimerà parere vincolante di compatibilità. Art Atti di pianificazione complessa Ove specificatamente previsto dal P.T.C.P. e sue varianti, l attuazione del P.T.C.P. è preceduta dalla formazione di atti di pianificazione complessa tra gli enti territoriali interessati aventi funzione programmatoria e di indirizzo nei confronti della successiva pianificazione attuativa. Ove ritenuto utile da parte degli enti coinvolti, gli atti di pianificazione complessa possono essere tradotti in accordi di programma ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. Se l ambito riguarda il territorio di un singolo Comune, si procede con un piano attuativo il cui contenuto sia conforme all atto di pianificazione complessa pur essendo fatta salva, in ogni caso, la facoltà di procedere mediante accordo di programma. Gli atti di pianificazione complessa precisano alle scale opportune le disposizioni del P.T.C.P. sviluppandone sia l aspetto conoscitivo, sia l aspetto insediativo, sia le scelte insediative, sia l aspetto programmatico. Essi sono promossi dalla Provincia, dalla Conferenza dei Comuni e delle Comunità Montane o da raggruppamenti di Comuni associati per continuità territoriale. Laddove non in contrasto con le disposizioni normative del P.T.C.P. tali piani vengono assunti mediante intese interistituzionali fra Provincia e Comuni interessati previa concertazione a livello di S.U.S.. Laddove si riconoscano contenuti di livello sopraprovinciale essi possono essere assunti dalla Regione come atti di pianificazione regionale. Agli ambiti di pianificazione complessa si applicano le misure di salvaguardia derivanti dai propri contenuti. Art Progetti strategici Sono singole azioni di progettazione e programmazione che il P.T.C.P. enuncia sulla via del perseguimento dei propri obiettivi generali e particolari. Le azioni di progettazione e 14

16 programmazione si traducono a seconda della specificità in programmi da inserire nella programmazione economica della Provincia o in Piani di Settore che potranno costituire aggiornamento del P.T.C.P. stesso oppure varianti nei casi descritti dai precedenti artt.10, 11, delle presenti norme. Il P.T.C.P. propone, in via esemplificativa, un primo elenco di Progetti Strategici che potrà essere ulteriormente esteso dalla Provincia. Essi sono: PROGETTI STRATEGICI DI INTERESSE REGIONALE 1) Il Piano Territoriale d Area per l aeroporto G. D Annunzio di Montichiari. PROGETTI STRATEGICI DI INTERESSE PROVINCIALE 1) Progetto di sviluppo sostenibile delle colline moreniche del Garda bresciano 2) Il Piano Integrato d Area del Medio Sebino Orientale 3) Progetto strategico per la valorizzazione dei sentieri della guerra di liberazione nazionale 4) Progetto strategico per la promozione dello sviluppo sostenibile locale attraverso la messa a sistema dei beni culturali e naturali 5) Il piano di indirizzo forestale 6) Il sistema informativo territoriale ed il Mosaico degli strumenti urbanistici comunali 7) Il completamento del Piano di Assetto Idrogeologico 8) La rete ecologica provinciale 9) Terre Alte Progetto di valorizzazione di un territorio fra tre laghi: Lago di Garda, Lago d Idro e Lago di Ledro 10) Piano Forestale Provinciale PROGETTI STRATEGICI DI INIZIATIVA LOCALE 1) Dieci grandi foreste di pianura 2) Il Piano Integrato di Sviluppo Locale del comprensorio di Montecampione, della Bassa Valle Camonica e del Sebino 3) Dominato Leonense 4) Recupero delle tradizioni locali della pianura bresciana 5) Proposta integrata di salvaguardia e valorizzazione dell area parco fiume Strone nel Comune di S. Paolo 6) Musealità del territorio 7) Progetto di Valorizzazione della Rocca d Anfo 8) Piano Integrato di Sviluppo Locale Terre Basse dei comuni di Dello, Azzano Mella, Barbariga, Brandico, Corzano, Longhena e Mairano 9) Recupero paesaggistico dell antico Bosco dei castagnari e della Pieve religiosa di Poncarale 10) Tutela e valorizzazione del sistema Idro-Chiese 11) Piano Integrato di Sviluppo Locale dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo 12) Piano Integrato di Sviluppo Locale dei Comuni di Capo di Ponte, Cerveno, Losine, Ono San Pietro 13) Recupero dei centri storici di origine medioevale, in Comune di Idro 14) Recupero e valorizzazione dell'area "Boccalone", in Comune di Idro 15) Riqualificazione delle aree pubbliche a lago in località Calchere a Crone di Idro 16) Valorizzazione del sito archeologico di "Castello Antico" e il recupero delle vecchie fornaci, in Comune di Idro 17) Piano Integrato di Sviluppo dell Alta Valle Camonica Art I Programmi di azione paesistica I Programmi di Azione Paesistica di cui all art.23 delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale, costituiscono progetti strategici del PTCP, come definiti al 15

17 precedente art.16, per quanto riguarda le seguenti casistiche: formazione di parchi urbani e territoriali, reti di percorsi di fruizione paesistica del territorio, valorizzazione di siti e monumenti del paesaggio agrario, dell archeologia industriale e dell infrastrutturazione idraulica del territorio. Art Sistema informativo territoriale La gestione dell aspetto conoscitivo di cui all art.8 trova nell elaborazione di cartografie tematiche lo strumento primario per l elaborazione e gestione delle informazioni sul territorio nonché della loro messa a disposizione al pubblico. Nell ambito dei Progetti Strategici, il PTCP propone la mosaicatura degli strumenti urbanistici comunali estesa a tutto il territorio provinciale come insostituibile strumento conoscitivo dell evoluzione della disciplina urbanistica provinciale. La cartografia del P.T.C.P. fa parte del S.I.T. provinciale così come il Mosaico degli strumenti urbanistici. Il S.I.T. verrà continuamente implementato ed aggiornato nell ambito delle tematiche evidenziate dal P.T.C.P. e dall evoluzione delle conoscenze derivanti anche dal rapporto con i Comuni. Gli elementi conoscitivi che l esperienza dimostrerà più utili, potranno essere richiesti con modalità stabilite con ulteriori direttive. TITOLO.II. RAPPORTI CON GLI ALTRI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE CAPO I. IL P.T.C.P.: RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA Art Recepimento nel P.T.C.P. della pianificazione e legislazione sovraordinata Il P.T.C.P. rispetta la vigente legislazione statale e regionale nel campo ambientale, territoriale, della prevenzione dei rischi, della protezione delle cose di interesse storico-artistico, dell edilizia e dei trasporti. Il P.T.C.P. rispetta altresì la pianificazione e la programmazione sovraordinata sia statale che regionale nel proprio territorio. Art Rapporti con la Pianificazione di Bacino Il P.T.C.P. recepisce il P.A.I. sia per quanto riguarda l'aspetto cartografico, che ne riproduce esattamente le tavole per il territorio della Provincia di Brescia, sia per quanto riguarda l'aspetto normativo. In attuazione del P.A.I., il P.T.C.P. propone i seguenti approfondimenti da eseguire previo protocollo d intesa con la Regione (Allegato n.4 D.G.R. 7582/01): l estensione delle fasce fluviali alle parti mancanti dei corsi d acqua maggiori da individuare mediante apposito progetto strategico; la delimitazione delle fasce fluviali dei corsi d acqua minori secondo gli studi contenuti nella componente geologica dei P.R.G. comunali ai sensi della L.R.41/1997; l individuazione puntuale della traiettoria delle masse franose e degli ambiti interessati secondo gli studi contenuti nella componente geologica dei P.R.G. comunali ai sensi della L.R.41/1997. Recepisce gli approfondimenti suddetti una volta approvati dall Autorità di Bacino del Fiume Po, mediante procedura di aggiornamento. 16

18 Art Regionale Rapporti con il Piano Territoriale Paesistico Il P.T.C.P. recepisce, precisandoli alla propria scala, i contenuti del Piano Territoriale Paesistico Regionale secondo le modalità di cui al capo V: approfondendoli ed articolandoli nelle componenti di cui alla Tav.2 e nella disciplina di cui all Allegato I alle N.T.A. - il sistema del paesaggio dei beni storici disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia di Brescia. Assume specifica valenza paesistica e costituisce parte del Piano del Paesaggio Lombardo ai sensi dell art.6 della normativa del PTPR. Art Rapporto con i Piani dei Parchi Nelle aree comprese nei territori classificati ai sensi della L.N.394/1991 e L.R.86/1983, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: 1. nel caso di Parchi con PTC approvato, nei relativi ambiti, recepisce le relative Previsioni, anche con riferimento ai contenuti naturalistico-ambientali. Nelle materie di cui al Titolo I, III e IV, prevale il P.T.C.P., nel caso in cui le stesse non siano già normate dal P.T.C.P. del Parco; 2. nel caso di Parchi con PTC adottato, le relative Previsioni si considerano in salvaguardia secondo le disposizioni contenute nei provvedimenti di adozione. Nelle materie di cui ai Titoli I, III e IV prevale il P.T.C.P.. 3. nel caso di Parchi privi di PTC prevalgono le norme di salvaguardia previste nei decreti istitutivi. Per le materie non coperte da tali norme, si applica il P.T.C.P.; 4. nel caso di Parchi per i quali non siano state rinnovate le norme di salvaguardia si applica il P.T.C.P.. In caso di modifiche successive o nel caso in cui insorgano contrasti tra gli strumenti di pianificazione, le decisioni saranno concertate fra Provincia ed Enti gestori. Per i parchi naturali approvati, il P.T.C.P. recepisce i contenuti dei relativi PTC. Si precisa che per il parco Nazionale dello Stelvio, l'approvazione del Piano per il parco avrà effetto di dichiarazione di pubblico interesse e sostituirà ad ogni livello i piani paesistici, territoriali o urbanistici e ogni altro strumento di pianificazione. Per quanto riguarda il parco Adamello si fa presente cha la realizzazione della ferrovia Edolo- Marileva non è di tipo programmatico ma si riferisce agli studi di fattibilità, nell'ambito dei quali verrà affrontato il rapporto con il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco. Per il parco del Garda la realizzazione di una nuova viabilità dovrà essere sottoposta alle procedure concertative con l'ente Parco. Ai fini dell individuazione dei Parchi regionali i confini che hanno efficacia sono quelli delle rispettive leggi istitutive. Il piano territoriale di coordinamento del parco può disporre modifiche ed integrazioni alla delimitazione territoriale indicata dalla legge istitutiva. Ai fini dell individuazione dei Parchi Regionali naturali o Nazionali, i confini che hanno efficacia sono quelli delle rispettive leggi istitutive ed eventuali modifiche ai confini possono avvenire unicamente con altre leggi nazionali o regionali. Art Rapporto con altri Piani di Settore Il P.T.C.P. recepisce il Piano Regionale della Qualità dell Aria e lo Studio energetico provinciale. 17

19 Art Rapporto con i Piani di Settore regionali con delega provinciale Il P.T.C.P. recepisce i contenuti dei Piani Territoriali Regionali di Settore vigenti. Nella propria attività relativa alla pianificazione territoriale regionale di settore la Provincia tiene conto degli indirizzi previsti in materia dal P.T.C.P.. Tali Piani sono: - Piano Regionale di risanamento delle acque - Settore Funzionale dei Pubblici Servizi di Collettamento e depurazione ( approvato con D.C.R. n 2088 del 27/03/1985). - Piani delle attività estrattive - Piano Cave nei diversi settori merceologici: o sabbia e ghiaia, ( approvata revisione con D.C.R. n VI/1159 del 03/03/1999); o argilla (Approvato con D.C.R. VII/ 120 del 21/12/2000); o carbonati (Approvato con D.C.R. VII/ 120 del 21/12/2000); o pietre ornamentali da taglio (Approvato con D.C.R. VII/ 120 del 21/12/2000). - Piano per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati (approvato con D.C.R. n V/1343 del 21/02/1995) Nel caso di nuovi Piani o varianti dei vigenti, essi dovranno tenere conto degli indirizzi del P.T.C.P. in materia. 18

20 CAPO II. IL P.T.C.P.: RAPPORTI CON LA PIANIFICAZIONE SUBORDINATA Art Rapporti con i Piani di sviluppo socio economico o Piani urbanistici delle Comunità montane Gli strumenti di programmazione delle Comunità Montane hanno contribuito alla formazione del PTCP e in particolare: il Piano di Sviluppo Urbanistico Comunitario, per quelle Comunità Montane che ne sono dotate ai sensi della L.1102/71. Tale strumento si considera comunque abolito alla data di approvazione del P.T.C.P., fatte salve le previsioni di cui al successivo art.86; il Piano pluriennale di Sviluppo Socio Economico che si considera invece come strumento di attuazione del P.T.C.P. stesso. Nel caso di revisioni o nuove elaborazioni dei PSSE queste dovranno recepire le indicazioni del P.T.C.P. ed essere predisposte secondo le procedure di concertazione. Art sovraordinati Rapporti con i Piani di Settore Provinciali non Il P.T.C.P. si attua anche attraverso i Piani di Settore Provinciali la cui elaborazione e approvazione è di competenza della Provincia. I Piani di cui la Provincia è dotata e che il P.T.C.P. fa propri sono: Piano agricolo provinciale Piano Faunistico Venatorio Programma triennale dei Servizi del trasporto pubblico locale Piano sentieristico provinciale Piano delle sedi scolastiche Linee di indirizzo per la programmazione turistica Lo studio energetico provinciale. Altri Piani formano il risultato di Progetti strategici del P.T.C.P. così come definiti dall art.16. Alcuni formano parte integrante del P.T.C.P. come il Piano Viario. Sono inoltre in itinere i seguenti piani: Piano di Protezione Civile, Piano della Rete Ecologica provinciale. Art Formazione degli strumenti urbanistici comunali P.R.G. e loro varianti. Il P.T.C.P. è strumento preordinato alla predisposizione degli strumenti urbanistici comunali i quali dovranno: 1. riconoscere alla propria scala gli elementi normati dal P.T.C.P., eventualmente integrando o correggendo le individuazioni cartografiche con adeguate ricognizioni, implementandone l aspetto conoscitivo; 2. uniformarsi agli obiettivi; 3. attuare gli indirizzi verificandone l aderenza alle condizioni locali ed eventualmente integrandole in funzione degli obiettivi; 4. recepire le prescrizioni; 5. seguire le direttive e le raccomandazioni; 6. recepire le indicazioni delle Linee di pianificazione per un uso sostenibile del territorio rurale in conformità con quanto previsto dal Decreto Direttore Generale del 05/08/

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