Indice. Vita del Massimo. Ex alunni

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1 cultura imp copia:01cultura :11 Pagina 1 Vita del Massimo Indice Periodico quadrimestrale dell Istituto Massimo Direttore responsabile: Michele Simone Coordinatore editoriale: Edoardo Iervolino Hanno collaborato a questo numero: Antonella Armeni Giulio Viola Patrizia Guidi Anna Perugini Francesca Santinelli P. Francesco Tata S.I. Fotocomposizione impaginazione e stampa: Tre Refusi srl - Roma Finito di stampare nel mese di gennaio 2014 Direzione e amministrazione: Via Massimiliano Massimo, Roma (EUR) Tel. 06/ Autorizzazione del Tribunale di Roma n. registro Sped. in abb. post. comma 20 art. 2/C L. 662/96. Filiale di Roma. SCUOLA DELL'INFANZIA 6 L importanza delle regole 7 Primo anno prime emozioni. È tutto pronto 9 Una merenda... per socializzare 11 Musica, misica... e ancora musica 13 L importanza di avere un nome 18 Dialogo a due mani sul silenzio 20 Gli Auguri di Natale SCUOLA PRIMARIA 24 L albero dei desideri IA 26 Laboratorio espressivo IB 27 Laboratorio espressivo IC 28 La nostra biblioteca IIB 29 Classe II C 29 Classe III A 30 Calsse III B 31 Classe III C 33 Le terze a spasso nel tempo! 34 IV A Un esperienza di Arte terapia a scuola 37 IV A Un esperienza di paura 38 che cosa è per me il Natale IV C 39 Il computer IV B 43 Gli alunni delle IV A e B al teatro Sistina per lo spettacolo Canto di Natale di C. Dickens 43 Laboratorio di Arte della scritta con la scrittrice Alessandra Verducci SCUOLA SECONDARIA DI 1 GRADO 46 Concerto di Natale 48 Visita studi SKY 3, 2, 1,... in onda 52 Più libri più liberi 52 Un amante di nome Arte 56 Visita didattica alle Chiese paleocristiane 58 Un incontro inaspettato 59 Composizioni scuole medie... SCUOLA SECONDARIA DI 2 GRADO 62 Viaggio in Cina 65 Ritorno a Sighet: un Capodanno un po diverso 66 Hangout 67 La biblioteca d Istituto, tra tradizione e novità novembre 2013 Roma-Madrid 70 Un fine settimana diverso dagli altri 71 Copia di Ebe, scultura di Canova 72 Il Ratto di Proserpina: marmo o vera carne? 73 Il livello di istruzione Ex alunni 76 Il basket all Istituto Massimiliano Massimo 77 Premio Massimo 78 In Togo la scuola P. Giuseppe Giannella s.j. 1

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3 cultura imp copia:01cultura :42 Pagina 3 Gli auguri di Natale di P.Vitangelo Denora Cari ragazzi, non so se avete letto l intervista che Papa Francesco ha concesso domenica scorsa alla Stampa: la trovate su internet, è molto bella. A me sono piaciute in particolare le riflessioni sul Natale. Il giornalista gli ha chiesto: Che cosa dice il Natale all uomo di oggi? Il Papa ha risposto: Natale dice innanzitutto due cose: abbiate speranza e non abbiate paura della tenerezza. Avere speranza, ha detto Papa Francesco, significa ricordarsi anche nei momenti più difficili che Dio apre sempre le porte, non le chiude mai. È il papà che ci apre le porte. Non avere paura della tenerezza significa portare la carezza e l abbraccio di Dio agli altri. In sostanza, il Papa dice che Dio non se ne fa niente di cristiani che sanno tutte le preghiere a memoria, che vanno a Messa tutti i giorni, se poi non sanno abbracciare le persone che hanno accanto. Fatelo anche voi, se potete, durante queste feste di Natale: fate sentire il vostro affetto in famiglia, pure se vi sembra difficile, e il più possibile con tutti, non solo con i vostri migliori amici. C è una cosa che Gesù ci insegna, facendosi bambino: Dio, che può tutto, sceglie di dipendere dalle cure di un papà e di una mamma. Ci insegna che, per alcuni anni della nostra vita, abbiamo bisogno dei nostri genitori per crescere, o magari qui a scuola anche dei nostri insegnanti comunque, abbiamo bisogno di adulti di cui fidarci. A volte può essere faticoso accettarlo, soprattutto per i ragazzi più grandi del liceo: se vi ricordate, c è un momento della vita di Gesù (a 12 anni) in cui anche lui ha un battibecco abbastanza serio con sua madre e suo padre. Ma Natale è il momento per ringraziarli di tutto quello che fanno per voi, dei sacrifici che fanno per darvi la possibilità di crescere al meglio. Dedicate un po di queste feste a stare con loro, con le vostre famiglie, e a far sentire in casa la vostra gratitudine e il vostro amore. Attenzione, non sto dicendo che sia tutto semplice. Anzi, personalmente quei film natalizi in cui tutti sono felici e contenti solo perché c è l atmosfera del Natale mi stanno pure un po antipatici. Che cosa vuol dire l atmosfera del Natale? Che sei felice perché vedi la città addobbata, o un Babbo Natale che si arrampica su un terrazzo, o qualche pacchettino sotto l albero? La nostra vita varrebbe molto poco, se la nostra felicità dipendesse da un pacchetto sotto l albero. Certo, è bello ricevere regali, ma il Natale questo il Papa lo ripete chiaramente, nell intervista alla Stampa non è allegria: è gioia. Voi sapete la differenza tra l allegria e la gioia? Spero di sì. L allegria passa, la gioia resta. L allegria viene da fuori, la gioia viene da dentro. Il Natale è la gioia di sapere che non sono solo, ma che Dio mi è accanto: così accanto che ha voluto condividere una vita umana, come la mia. Ha pianto come me, ha preso il latte dalla mamma come me, ha avuto caldo e freddo come me, ha giocato come me, si è arrabbiato come me, ha avuto amici come me, ha studiato come me, si è divertito come me, è cresciuto fisicamente come me, e così via. Qualsiasi cosa io faccia nella mia vita, non sono solo. Né posso esserlo, quando ho un Dio così vicino. Ecco, il mio augurio di Natale è che non lo dimentichiate mai. 3

4 cultura imp copia:01cultura :42 Pagina 4 Un pensiero, con tutto il cuore, vorrei rivolgerlo anche alla comunità di adulti che si impegna insieme a noi gesuiti per far crescere questi ragazzi, per renderli uomini e donne al servizio degli altri. Sapete bene e se non lo sapete vi chiedo scusa, perché vuol dire che non ve lo diciamo abbastanza quanto siete importanti per la Compagnia di Gesù, ma non solo: siete importanti per la Chiesa e per tutta la società. Come la stella cometa, state portando questi ragazzi nella direzione giusta, a incontrare il senso profondo dell esistenza: siatene orgogliosi e non dimenticatelo mai, anche nei momenti difficili. Buon Natale a voi e alle vostre famiglie. Concludiamo leggendo insieme una preghiera, scritta da un gesuita: il cardinale Carlo Maria Martini, che è stato a lungo arcivescovo di Milano. O Gesù, che ti sei fatto Bambino per venire a cercare e chiamare per nome ciascuno di noi, tu che vieni ogni giorno e che vieni a noi in questa notte, donaci di aprirti il nostro cuore. Noi vogliamo consegnarti la nostra vita, il racconto della nostra storia personale, perché tu lo illumini, perché tu ci scopra il senso ultimo di ogni sofferenza, dolore, pianto, oscurità. Fa che la luce della tua notte illumini e riscaldi i nostri cuori, donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe, dona pace alle nostre case, alle nostre famiglie, alla nostra società! Fa che essa ti accolga e gioisca di te e del tuo amore. Signore Gesù, che cammini sulla nostra terra e soffri le nostre povertà per annunciare il comandamento della carità, infondi in noi il tuo Spirito d amore che apra i nostri occhi, per riconoscere in ogni uomo un fratello: e finalmente diventi quotidiano il gesto semplice e generoso che offre aiuto e sorriso, cura e attenzione al fratello che soffre, perché in questo Natale non facciamo festa da soli. Amen. 4

5 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 5 Infanzia

6 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 6 L importanza delle regole Infanzia Uno degli apprendimenti fondamentali che i bambini sviluppano a scuola è quello di imparare una serie di regole di comportamento indispensabili per seguire le attività, socializzare con i compagni, parlare con l'insegnante, fare delle scelte, sviluppare delle relazioni nel rispetto di se stessi e degli altri. Molte delle regole che i bambini trovano a scuola e in classe assomigliano a quelle che trovano (o dovrebbero trovare) a casa loro; ce ne sono però alcune che sono tipiche dell'ambiente scolastico, che per dimensioni e tipo di relazioni non coincide del tutto con quello familiare. Per esempio, entrare e uscire ordinatamente dall'aula, condividere il materiale con gli altri bambini, rispettare i turni, aiutare i compagni, scrivere il proprio nome sui lavoretti, andare alla mensa tenendosi per mano, non dare spinte ecc. Alcune delle norme che regolano la vita scolastica vengono esplicitate dall'insegnante, altre invece sono implicite nei comportamenti e nelle scansioni temporali delle attività stesse della classe. Inseriti nel flusso delle attività e delle abitudini, i bambini assorbono, senza sforzo, sia le norme esplicite che quelle implicite. Questo tipo di apprendimento è facilitato dal clima che l'insegnante riesce a creare nella classe. Se sono adatte all'età e alle loro esigenze di crescita, i bambini accettano volentieri le regole per svariati motivi: perché si sentono protetti (è vietato mordere, dare calci e pugni); perché danno una direzionalità e un senso all'agire; perché le regole consentono di prevedere i comportamenti altrui e gli esiti dei propri interventi (se io sono gentile con gli altri, gli altri sono gentili con me); perché definiscono ciò che è bene e ciò che è male; ciò che è giusto da ciò che è sbagliato; perché contribuiscono alla costruzione psicologica della personalità; perché forniscono delle indicazioni e delle soluzioni che li rendono via via più autonomi. Dunque, le regole sono importanti per sentirsi in sicurezza, per poter imparare a muoversi nel contesto sociale, per strutturare la personalità. L'insegnante è il garante del sistema di norme e di comportamenti che consentono il buon funzionamento del gruppo classe. Una volta che queste norme sono state interiorizzate, possono essere "esportate" al di fuori della scuola. Capita spesso che i bambini esportino in famiglia i comportamenti che hanno assorbito a scuola e viceversa. Nelle situazioni migliori c'è una condivisione tra famiglie e scuola in fatto di regole. In altri casi questa sintonia non c'è e i bambini vengono allora a trovarsi al centro di indicazioni contrastanti. Quando a scuola i bambini non rispettano né gli adulti, né i compagni, né i materiali, non obbediscono, sono violenti e si abbandonano a crisi di rabbia, bisogna chiedersi qual è la causa. Può darsi che l'insegnante sia inesperto o non abbia la motivazione necessaria. Può darsi che i singoli bambini abbiano problemi emotivi o turbe del comportamento. Può darsi che all'origine del disadattamento ci sia una carenza educativa precoce imputabile alla famiglia. Questa carenza, oggi non rara, ha l'effetto di privare i bambini di quelle fondamenta su cui è poi possibile impostare un'educazione alla cittadinanza e al rispetto delle legalità. Assenti o troppo assorbili dal lavoro, certi genitori non riescono a educare i figli. Altri sono convinti della necessità di un quadro educativo coerente e struttu- 6

7 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 7 rante, ma non sanno delinearlo e farlo rispettare. Di fronte alle normali manifestazioni di onnipotenza dei bambini piccoli, molti genitori non riescono a dire un no chiaro e fermo per i seguenti motivi: hanno paura di far soffrire il bambino; sono troppo stanchi per reagire. Rinunciano a passare all'atto oppure lo fanno in modo soltanto verbale. Preferiscono parlare al bambino da pari a pari e pensano che un dialogo posato e costruttivo sia sufficiente a modificarne i comportamenti. Sono in preda al dubbio, all'indecisione e ai sensi di colpa, quando invece si tratterebbe semplicemente di aiutare un bambino che supera i limiti e inverte il rapporto adulto-bambino a ritrovare la sua giusta collocazione nella relazione con gli adulti. La carenza educativa precoce può essere il risultato, fin dalle prime settimane di vita, di un quadro educativo disorganizzato e dispersivo che genera insicurezza: non si tratta di assenza di un apporto culturale o di stimolazioni intellettive, che è altra cosa, ma di assenza di un quadro di vita in cui il bambino possa riferirsi a delle regole, a degli adulti che lo rispettano, a dei ritmi rassicuranti che lo aiutano a organizzarsi psicologicamente. La carenza educativa precoce può essere anche la conseguenza dell'incapacità dei genitori di tollerare che il proprio figlio provi delle frustrazioni. Nel tentativo di risparmiargli ogni contrarietà cercano di gratificarlo momento per momento, lo ricoprono di regali, chiedono il suo parere a proposito e a sproposito, lo pongono continuamente al centro degli eventi e così facendo rafforzano la sua impressione di onnipotenza e di assenza di limiti: un'impressione che ha, tra le sue possibili manifestazioni, esplosioni do violenza e crisi di rabbia. Quando la famiglia non ha fatto un buon lavoro nelle prime fasi dello sviluppo dei figli, la scuola di trova a dover rimediare, il che non è né facile né immediato. Bisognosi di educazione, infatti, non sono soltanto i bambini ma in primo luogo i loro genitori. Ecco un compito in più per la scuola: organizzare degli incontri con i genitori, ragionando con loro sui fondamentali dell'educazione alla convivenza e inducendoli a rivedere il loro stile educativo. D'altro canto, se il sistema di regole presente a scuola non trova un'adeguata accoglienza di adeguarvisi, in determinate circostanze, ma è difficile che lo introietti e lo faccia proprio. Anna Oliverio Ferraris Università "La Sapienza" di Roma da Scuola d'infanzia, n.10, pp Primo anno prime emozioni La tua divisa è sistemata, lo zainetto ci aspetta vicino alla porta, ti guardo negli occhi e ti stringo forte perché ti vedo ancora così fragile e indifeso, ho però È tutto pronto piena fiducia nelle tue capacità e so che ce la farai ad affrontare questa importante avventura! Inizia per te la scuola materna, la scuola che conduce ogni bimbo Infanzia 7

8 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 8 8Infanzia verso l autonomia e la socializzazione, quella che ti aprirà la strada per il lungo cammino nella scuola dell obbligo e farà di te, figlio mio, l uomo del domani. Oggi è il tanto atteso primo giorno, grande festa e grande accoglienza: sono tutti lì per i nuovi anatroccoli e i nuovi tigrotti e ai tuoi occhi ogni cosa appare bella e semplice. Entriamo insieme nella tua classe per scoprire il tuo nuovo mondo e per conoscere i tuoi nuovi amici. Seduti vicini vicini su quelle sedioline fatte a tua misura, giochiamo insieme, prendiamo il pongo, dipingiamo, coloriamo e ci sporchiamo le mani; è tutto così gioioso che mi sento già pronta per lasciarti andare Lentamente ci alleniamo per il distacco, ogni giorno mi sposto un pochino di più da te e ti lascio i tuoi spazi e tu sei sempre sereno e sorridente. Ti resto però ancora vicina, seppur invisibile ai tuoi occhi, seduta in disparte aspetto, insieme ad altre mamme e ad altri papà, di sapere cosa fai e con loro mi confronto, sbircio dalle finestre, chiedo notizie appena posso Tutto scorre fantasticamente tra giochi e risate e il momento di riabbracciarti diventa una grande festa! Qualche amichetto di scuola ha già versato le prime lacrime, piangere è normale, è liberatorio, è una reazione che ci si aspetta prima o poi, il desiderio di tornare a casa: Mamma, Papà non mi lasciate!, il mio cuore di mamma che si stringe Finalmente anche tu, una mattina, inaspettatamente, ti lasci andare ed io mi abbasso, ti guardo, ti sorrido e ti parlo con amore, ma a te non basta e allora le maestre con pazienza e cura ti prendono e con un espressione rassicurante mi fanno capire che devo voltarmi e andare. Mi giro, piango dentro un pochino anche io e cammino verso l uscita, sicura che presto passerà. I giorni trascorrono, ogni mattina lo stesso rituale, le stesse frasi e la stessa fatica a lasciarti Sono sconfortata, vederti piangere fa male a tutti e due e non so cosa poter fare per aiutarti. Poi capisco che non posso fare altro che accettare la tua ribellione con serenità, perché, in fondo, è l unico modo che un bambino di tre anni conosce per manifestare il suo disappunto, la sua tristezza, la sua rabbia. Avvolta da questa consapevolezza, una mattina come tante altre, mi hai guardata, hai appeso il tuo zainetto e con la manina mi hai fatto ciao ciao, nessuna storia, solo un sorriso felice e allora ho capito, guardandoti negli occhi, che finalmente insieme a te e alle maestre ce l avevamo fatta! Buon cammino amore mio, i piccoli passi di un buon inserimento possano portarti verso un viaggio ricco di conquiste e soddisfazioni! Valentina Cancedda Mamma di Emanuele 3 anni (Anatroccolo)

9 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 9 Una merenda... per socializzare All inizio dell anno scolastico, nel mese di ottobre, i responsabili della scuola dell infanzia hanno organizzato una merenda di socializzazione rivolta alle due sezioni dei tre anni Tigrotti e Anatroccoli. Erano presenti la direttrice Patrizia Guidi e le maestre delle due classi con altri insegnanti: musica, psicomotricità, atelier, inglese e religione; ciascuno per ogni disciplina che dovrà contribuire alla formazione dei nostri figli. L incontro si è tenuto nel cortile della scuola, in un pomeriggio pieno di sole, rallegrato dal verde degli alberi che circondano la costruzione. La tavola rettangolare era festosamente imbandita con pizzette, salatini, patatine, panini, dolcetti preparati da noi mamme per l occasione. La festa è durata un paio di ore, tanto quanto basta per un primo incontro, un po per scrutarci, un po per conoscersi. I bambini, più timidi e guardinghi di noi adulti, cominciavano ad avvicinarsi fra loro, a volte con qualche carezza altre volte con piccole scontrosità; e poi via, a correre e saltare! Soprattutto i maschietti! D altra parte, se sono dei Tigrotti È stato piacevole poi, per noi genitori, vedere i piccoli già impegnati a cantare Infanzia 9

10 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 10 una canzoncina appresa nei primi giorni di scuola. La comunicazione fra gli adulti invece è stata più immediata e sciolta. Si è rivelato interessante incontrare e scoprire volti e persone nuove, differenti ma allo stesso tempo con caratteristiche simili alle mie. Credo che questo tipo di incontri tra famiglie dovrebbe ripetersi nel tempo - parallelamente al percorso scolastico dei bambini poiché ritengo importante sviluppare uno spirito di aggregazione che ci permetta di condividere e di confrontarsi sulle varie fasi di crescita dei nostri figli, cioè educare insieme. Solo in questo modo potremo gioire dei successi ma anche e soprattutto trovare il coraggio per affrontare eventuali insuccessi. Attraverso la crescita comune si potranno individuare dei progetti, finalizzati di volta in volta a varie tematiche. Per esempio riflettere sul valore della persona, oggi più che mai condizionata dal denaro e dalle apparenze; oppure sulle diversità o altro, valorizzando il ruolo della famiglia nel percorso educativo e non delegando tutto l impegno e le responsabilità alla scuola. Un altra cosa vorrei dire: osservando gli alunni e i familiari delle classi più avanti, da principiante quale sono, ho notato una certa coesione fra loro e un senso di appartenenza. Quindi, cerchiamo di imparare augurandoci buon viaggio! Giulia Fantini mamma di Lorenzo Tigrotto Infanzia 10

11 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 11 Musica, musica... e ancora musica La musica non è indispensabile per vivere, ma aiuta a vivere meglio, come ogni forma d arte arricchisce l individuo donandogli spessore e profondità. La musica fa parte di noi, viviamo in un ambiente ricco di suoni e anche prima della nascita, nella pancia della mamma, ne siamo avvolti e travolti. La musica è capace di scatenare in noi una vasta gamma di emozioni: può calmare, emozionare, ma anche spaventare. Per il bambino, in particolare, è un patrimonio espressivo, comunicativo e introspettivo incredibile che alimenta l immaginazione e la creatività. Quindi la Scuola dell Infanzia è l ambiente perfetto dove inserire un corso di musica e sono ormai diversi anni che il pomeriggio si tengono laboratori di musica secondo la Music Learning Theory (MLT), la teoria dell apprendimento musicale formulata dal professore e ricercatore americano Edwin E. Gordon. Questi corsi mettono in pratica le ricerche effettuate da Gordon per stimolare e sviluppare il potenziale musicale del bambino nel rispetto delle modalità e dei tempi di apprendimento di ogni singolo bambino. Libero movimento e interazione libera e fluida in un ambiente non verbale immerso nella musicalità. Il contesto è informale, il bambino non è forzato a rispondere musicalmente, viene scollegato dall ottica del tutto subito, della performance a tutti i costi e ci si pone sei suoi confronti con rispetto. Dopo queste premesse è con grande gioia che la Scuola dell Infanzia si è arricchita di un altro corso di musica in orario scolastico. Oltre al corso pomeridiano, che rimane come laboratorio e segue in modo puro la MLT, è stato aggiunto un corso antimeridiano che viene seguito da tutti i bambini delle sei sezioni. Questo corso, pur seguendo il principio dell ascolto e della libera interazione, è concepito in modo più formale. Purtroppo non è possibile effettuare una lezione di pura teoria Gordon perché mancano alcuni elementi essenziali al suo giusto svolgimento come il poter lavorare con i piccoli gruppi e gli ambienti sgombri da mobilio e distrazioni ludiche ma, visto che sarebbe stato un peccato privare i bambini di questa grande opportunità, la teoria Gordon sarà comunque presente (rielaborata ed adattata alla situazione perché possa funzionare anche in un ambiente non ottimale) come ad esempio nei canti rituali del saluto e nei canti e ritmi senza parole. Le lezioni sono più convenzionali ma non per questo meno importanti o interessanti, infatti sono arricchite con l ascolto di brani del repertorio classico e con l introduzione della teoria musicale poiché presentare e spiegare le distinzioni in musica aiutano a definire l ascolto e a dare un significato al gusto estetico che andrà formandosi nei bambini così da creare degli ascoltatori consapevoli. In una delle prime lezioni i bambini hanno ascoltato quella che viene definita musica descrittiva (quando un brano musicale, attraverso suoni o dinamiche, descrive un evento, un animale o qualsiasi altra cosa). Oltre al Volo del calabrone di Rimskij- Korsakov, alla Moldava di Smetana e al Cigno di Saint Saëns, dove gli è stato spiegato cosa la musica descriveva, gli è Infanzia 11

12 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 12 stato presentato Aquarium dal Carnevale degli Animali di Camille Saint Saëns senza dire loro nulla, neanche il titolo, lasciandogli la possibilità di esprimere graficamente quello che la musica più gli ispirava, unendo così due forme di arte. È veramente un peccato non poter pubblicare tutti i loro disegni con le emozioni che li hanno ispirati. È interessante vedere come ad alcuni, la stessa musica, ha trasmesso serenità ed incanto e ad altri inquietudine, godetevi questi pochi disegni e buona musica a tutti! Un prato di montagna (Renata) Una spirale (Matteo) Una strega (Francesco) Infanzia Oggetti volanti pericolosi che arrivano dal cielo (Carolina) Le sirene (Vittoria) Una bolla di sapone (Francesca) Una fata in pericolo cade nell'acqua (Isabel) 12

13 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 13 Un uomo spaventato in una stanza piena di fantasmi (Francesco) Temporale (Virginia) L'IMPORTANZA DI AVERE UN NOME Progetto delle sezioni dei 5 anni Qual è il significato del tuo nome, secondo Te? È iniziato il nuovo anno scolastico. Siamo diventati tutti più grandi, ora siamo blu. Abbiamo cambiato classe perché nella nostra classe ci sono giochi adatti ai bambini di cinque anni. Abbiamo iniziato a giocare con lettere e numeri e abbiamo imparato a copiare i nostri nomi. La maestra, un giorno, ci ha chiesto: Qual è il significato del vostro nome? Perché mamma e papà hanno scelto di chiamarvi con il vostro nome? Perché ogni cosa ha un nome? E quando io dico la parola tavolo pensiamo tutti alla stessa cosa? Ragionando in classe insieme sul significato dei nomi, ci siamo resi conto che molti di noi, quasi tutti in verità, non ne conoscevano il significato. E allora abbiamo pensato di trasformarci in investigatori e andare alla ricerca del significato del nostro nome... Altrimenti... Qualcuno può andarsene con il sacco pieno dei nostri nomi! Matilda Senza i nostri nomi siamo perduti! Ludovica I significati dei nostri nomi sono importanti perché alle persone che incontriamo bisogna dire i nostri nomi. Matilda E Gesù come fa a vivere senza il significato dei nostri nomi? Morirebbe. Perché se noi non abbiamo il nome Ge- Infanzia 13

14 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 14 sù anche lui non avrà il nome... e tutta la terra va in pezzi. Flavio Dopo aver riflettuto insieme sul senso più profondo dei nomi, secondo noi, abbiamo deciso di chiedere aiuto a mamma e papà e di fare con loro la ricerca al computer sul significato oggettivo. Ecco, il risultato dello sforzo congiunto: Matilda: valorosa in battaglia. Vuol dire che sono bella, che io sono cresciuta così come sono e ero bella quando ero piccola. Perché io sono carina e anche generosa. E un po timida, che vuol dire che non riesco a parlare molto bene. Flavio: vuol dire d oro. Me l ha detto mamma e non l ha cercato, lo sapeva. Mi hanno chiamato Flavio e non Giulio per riconoscere chi era il vero Flavio da chi era il vero Giulio. Benedetta: che augura il bene. Mia madre mi ha detto che il significato del mio nome vuol dire che accadono cose belle, che possono accadere a tutti. Mia mamma ha scelto quel nome. Perché quando mamma ha portato due bambine: Angelica e Benedetta, non avrebbe saputo qual era il vero nome... e perché loro mi vogliono tanto bene e non mi abbandoneranno mai. Alessandro: Perché io con mamma e papà sono bravo... e perché se eravamo uguali, con lo stesso nome, non mi riconoscevano. Francesca: libera VuoI dire che sono libera, che sono molto gentile, che conosco tanti bambini, anche tanti maschi, come quelli che ho conosciuto in vacanza. Se Livia si chiamava Francesca, uguale a me, mamma non sapeva chi era la piccola: mia sorella. E quindi mia madre ha deciso di chiamarmi Francesca perché le è piaciuto cosà. Infanzia 14

15 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 15 Simone: Perché mi hanno chiamato così, perché mamma e papà mi vogliono tanto bene. Emma: essere forte e coraggiosa. Mi hanno chiamato così perché mi vogliono bene e perché mamma si chiama Emanuela e papà si chiama Maurizio. Angelica D.: il messaggero di Dio. Io so che sono. Io l ho cercato prima il significato del mio nome. Io sono il messaggero di Gesù e di Dio. Lui mi guarda, in qualche maniera, e io do i messaggi. Ho pure San Angelica. Francesco: uomo libero. Veramente, sono arrivato a casa e l ho chiesto a mia madre e lei lo sapeva già. Isabel: il mio Dio è perfezione. Mi hanno chiamato così per i capelli gialli e marrone. Riccardo: padrone e valoroso. Perché mamma ci ha tenuto tanto e mi ha chiamato Riccardo e poi ho anche una sorella che papà ci ha tenuto tanto a chiamare Rachele. Ludovica: combattente. Vuol dire quando un cavaliere combatte. Mamma, però, non mi voleva chiamare Ludovica, mi voleva chiamare Monica come lei. Poi, invece, i miei fratelli e papà mi hanno chiamato Ludovica. Gabriele: uomo forte di Dio. Mattia: dono di Dio. Vuol dire che ho un dono. Ho il dono di aiutare sempre i miei amici. Sofia: vuol dire Sapienza. Vuol dire OF : of, non lo so che cosa vuol dire. Il colore è il blu. Il metallo è l argento. La pietra è lo zaffiro. Lo zaffiro è un materiale blu che però se si stacca ti devi andare a lavare le mani perché è velenoso. Giovanni: dono di Dio. Dio è un gigante che dà i regali alle mamme e mi ha messo nella pancia della mia mamma. Il mio significato del mio nome significa che io vado in una torre in un castello poi tengo il cappellino forte, forte e volo come una mongolfiera. Angelica C.: messaggero di Dio. VuoI dire che quando Gesù dà tutte le cose ai bambini, come i giochi, io dò tutte le cose ai bambini perché sono gentile. Nicolò: vincitore del popolo. Vincitore del popolo, vuol dire vincitore di tutte le persone. Virginia: bambina gentile e illuminata. Perché a mamma e papà gli piace questo nome. Tiziano: difensore. Vuol dire che gioca a pallone, vicino al portiere. Perché io gioco con mio fratello Leonardo e perché l amico di Leonardo si chiamava Tiziano. Isabella: il mio Dio è perfezione. II nome Isabella è un nome di tre regine importanti. Una è Isabella di Borbone, una è la Cattolica e una è quella d Inghilterra. Il significato del mio nome è: il mio Dio è perfezione. Infanzia 15

16 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 16 Manca ancora qualche particolare per definire la nostra ricerca... Qualcuno di noi non ha trovato le parole per spiegare il nome a modo suo, qualcun altro è stato assente in questi giorni. Aggiungeremo quello che manca strada facendo. Così come, abbiamo pensato ci piacerebbe aggiungere il significato dei nomi dei nostri maestri. Ma in fondo, si sa, il percorso è ancora più bello quando si ha la possibilità di goderne passo dopo passo... A che serve avere un nome? Tutte le cose hanno un nome perché il nome serve per chiamarci. Mario Anche per parlare e conoscere qualcuno, così gli chiedi come ti chiami, lui te lo dice e poi giocate insieme. Niccolò Tutto nel mondo ha un nome. Maria Chiara Te lo dico io: sono sposati e dormono a letto insieme e fanno le cose belle, decidono per esempio di portarti allo zoo marine. Io non lo sapevo, è così che fanno le sorprese! Andrea Noi siamo i figli dei genitori. Christian Anche i genitori hanno il nome e noi siamo i figli di mamma e papà. Eleonora Ma perché i genitori che sono adulti dormono insieme e noi che siamo piccoli dobbiamo dormire da soli? Giacomo Sono sposati, ecco! Maria Chiara Si! Si amano, si vogliono tanto bene. Niccolò Cosa significa il mio nome? Infanzia 16 Forse pensavano che sono un po monella. Un po lo sono ma sono anche buona e brava e bellissima. Lucilla Perché mamma voleva questo, gli è piaciuto e hanno scelto questo. Vittoria Secondo me è un bel nome per una femmina. Forse significa pure bello. Rachele Mi piace e mi fa pensare a un bella casa, esempio ad un fiore e una rosa celeste. Ludovica Cancedda Mi fa pensare a mamma e che gli voglio bene. Lorenzo Mamma, quando ero piccolo, si è scritto su un foglio di carta Massimo. Questo nome gli piaceva e l'aveva deciso. Massimo A mamma gli piace, perché gli fa pensare alle ballerine. Io devo fare la ballerina Però può essere che gli piaceva perché è corto. A papà piaceva, a mamma no, però poi si sono messi d accordo e hanno scelto Livia. Livia

17 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 17 Gli piace perché pensi a qualcosa di prezioso, tipo le collanine con i brillanti che luccicano. Ludovica Galotti Mi vuole bene e per questo pensa ai brillanti luminosi. Elena Papà mi ha visto, ha sentito il nome e ha detto che mi chiamo così perché sono unica e preziosa. Mica tutti si chiamano con due nomi!! Maria Chiara Mamma e papà mi dicono che sono pasticcione, forse Andrea gli fa pensare a questo. A me fa pensare ai transformers, ai robot, alle macchine grandi e forti. Andrea Quando ero piccola a papà non gli piaceva, perché non sapeva che ero bella, poi mi ha visto e ha deciso così! Maria Mamma e papà hanno deciso questo perché mi vogliono bene. Francesco Visto che sono forte forse gli fa pensare alla guerra, perché io sono un cavaliere che protegge chi ha bisogno. Sono un cavaliere buono. Giacomo Papà mi ha dato questo nome perché tutti hanno dato i nomi ed e rimasto solo questo. Aurora Quando sono nata, mi hanno dato prima il nome e poi il cognome. Io mi chiamo Francesca Picerni. Francesca E gli piaceva questo perché sono bello. Christian Quando mio fratello viene a casa e pure gli altri, mamma, papà, i nonni e mi chiamano, mi piace e sono bella. Però mamma voleva un nome strano e papà ha detto che questo era più bello. E vero!! Eleonora Ma forse solo perché gli piace. Pure a me mi piace. Leonardo Perché papà l ha deciso e perché mi fa pensare al calcio. Niccolò Io mi chiamo Mario perché nonno Mario voleva Mario 2, è così! Nonno Peppe non voleva nessuno. Mario A papà piaceva questo nome, a mamma il nome Ilaria. Poi hanno parlato e papà ha deciso. Sofia Il mio nome mi fa pensare alle margherite profumate. Giuseppe Infanzia 17

18 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 18 Dialogo a due mani sul silenzio Offrire spazio al silenzio Infanzia Nelle nostre società le città sono sempre più invivibili per vari motivi: insicurezza sociale, inquinamento ambientale, traffico ed anche inquinamento acustico. I bambini delle nuove generazioni, pur avendo molteplici intelligenze ed essendo velocissimi ad imparare, sono: agitati, impulsivi e di frequente in ambito scolastico, hanno difficoltà d attenzione e di concentrazione. Il continuo movimento, il costante rumore, la vita frenetica, impediscono la cura per le proprie gestualità e per le relazioni tra pari, con il rischio di frammentare e rendere vana la ricerca di nuove forme di relazioni interpersonali, vivendo talvolta in solitudine e in disorientamento. È così utile offrire spazio al silenzio così che: Il silenzio apra una via (Gandhi). La scommessa educativa in una società che va di fretta, è quella di accompagnare l alunno attraverso una delle forme del processo educativo. Nell esperienza del silenzio il bambino potrà vivere la naturale realtà del corpo, non separato dalle sue funzioni: emotive, fisiche, mentali, psicologiche, sensoriali. Attraverso questo processo il piccolo si porrà in ascolto con altre dimensioni al di fuori e dentro di esso, in continuo cambiamento e movimento. Nel silenzio della parola, l acquietarsi della mente, la pacificazione del respiro, la serena lucidità dell attenzione favoriscono la concentrazione. Il lavoro nel silenzio permette un modo d essere serenamente attivi, senza perdere di vista la necessità d ascolto, la disponibilità d uno spazio creativo dove accogliere ed esprimere ciò che succede sul posto in un preciso momento. Educare al silenzio è una modalità per guidare il bambino ad un maggior livello di consapevolezza di sé. Attraverso il silenzio e l insegnamento ad esso si richiede uno sforzo d attenzione verso sé stessi, verso gli altri e lo spazio circostante. L esperienza del silenzio è un occasione di conoscenza di sé e dell altro, al fine di decentrare l attenzione su egocentrismo e protagonismo, per lasciarsi conquistare dall altro e dal suo ascolto. Al termine di ogni esperienza silenziosa sarà utile ri-percorrere il processo appena compiuto, così che l alunno rielabori ed interiorizzi i momenti più significativi, in modo da maturare il senso dell esperienza vissuta valorizzando, attraverso una visione personale, l importanza di aver condiviso il vissuto educativo insieme agli altri. In tal modo, l esperienza individuale sarà posta al servizio degli altri per un contributo alla ricchezza di tutti. Attraverso questa fase del processo educativo sarà possibile vivere, così come Papa Francesco invita a sperimentare, un atto d umiltà davanti a Cristo ed ai nostri fratelli che possa porre in silenzio noi stessi e le nostre idee per un continuo colloquio con Lui, al fine d imparare a prendersi cura degli altri. Prof. Cristina Martelli 18

19 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 19 Sul filo del silenzio Prendendo spunto dall idea di un dialogo a due mani, diventa necessario sottolineare l importanza del silenzio come occasione per rielaborare i propri pensieri in forma più consapevole; come momento di dialogo con se stessi, con le proprie emozioni, con la parte profonda del mondo interiore; come opportunità per esprimere il proprio immaginario e il particolare punto di vista del bambino. Quindi, come spazio e tempo per riflettere ed ascoltare se stessi. Uno spazio e tempo da ricercare nella quotidianità per fermare la corsa frenetica della modernità e, rallentando il ritmo, prendere consapevolezza del proprio posto nel mondo. Io chi sono? E dove sto andando? Dal dialogo profondo con se stesso e con il proprio mondo interiore il bambino ne uscirà più forte, perché consapevole dei talenti e delle specifiche qualità che caratterizzano la propria persona e, di conseguenza, più consapevole del personale contributo che può dare al mondo attraverso l espressione della propria visione delle cose. Della propria Verità. Il risultato sarà di avere a che fare con bambini che sapranno interrogarsi lungo il cammino della vita e grazie a questa possibilità potranno diventare uomini e donne capaci di fare delle loro scelte l espressione dei propri talenti e della loro vita un progetto da realizzare nel tempo e nello spazio. Uomini e donne che nella relazione e nell incontro con l altro sapranno riconoscere un occasione di arricchimento e comunione profonda che nasce dalla consapevolezza di essere ognuno protagonista attivo della propria specifica missione e, allo stesso tempo, ognuno parte fondamentale del Tutto. Un umanità in grado di vedere nell altro il riflesso di se stesso, delle proprie debolezze e dei propri punti di forza. Un umanità in grado di tenere conto delle esigenze dell altro così come delle proprie. Una Umanità nuova capace di superare spinte competitive e punti di vista egocentrici nella costruzione di un mondo a misura d uomo. Un umanità in cammino, insieme, capace di riconoscere nell altro e nel mondo il segno e la presenza di Dio. Francesca Lanzi Infanzia 19

20 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 20 Gli Auguri di Natale Anatroccoli Tigrotti Infanzia 20

21 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 21 Elefantini Infanzia 21

22 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 22 Koala Leoncini Delfini Infanzia 22

23 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 23 Scuola primaria Ho saputo che lei non cʼè più, maestra. Una stretta forte allo stomaco. È lì che devo avere lʼanima. -Sembra ieri- mi dico e già è tempo di saluti. Mi perdoni se uso ancora il lei per dedicarle questo piccolo omaggio, ma non eccederò proprio ora in quella confidenza che il nostro rapporto non ci aveva dato a parole, sentendomi protetta da quella distanza garbata che era giusto perdurasse negli anni. Un giorno lessi di come si apre una strada sulla neve fresca, perché altri abbiano un sentiero. Si sceglie una giornata serena perché il vento non cancelli il lavoro. La fatica più grande è del primo uomo: gli altri cammineranno accanto a quel primo solco, non dentro. E la strada è aperta. Se si calpestassero le orme del primo uomo si avrebbe un cammino visibile ma non facilmente praticabile, perché troppo profondo. Lei, maestra, aprì quel sentiero per il primo dei miei figli e accanto a quelle orme lui ha percorso molta strada. Essenziale e chiara nel dono di dare un nome alle cose, di cogliere un sorriso dietro a un banco, lei è stata per noi la prima maestra. Scoprimmo la magia dellʼalfabeto e delle parole ben sistemate che ne venivano fuori. Tremammo su quei numeri traballanti che poi diventavano cifre sicure. Con lei sperimentammo i primi salti nella fantasia: maestra di orizzonti e di corse verso le cose buone. Lei è una persona importante a cui non posso più dire quanto buon lavoro sta spendendo mio figlio sulla via tracciata. Senza difetti di spazio, per fortuna la strada rimane, la stessa in cui ci aiutammo a farlo camminare verso unʼidentità più sicura. Ricerco spesso le parole che lei spese verso lʼavvenire di questo bambino. Si è portata via molte cose, maestra. Molte cose che potevano ancora esserci utili. E la testa è piena di parole, che non dico perché non posso più, perché quasi non le so. Sono rimasti tanti ricordi. Se li cercassi bene sono certa che li troverei tutti. Alcuni recenti, altri più lontani, sono ancora tutti buoni da usare, una preziosa moneta affettiva per procurarsi ancora un consiglio, un sorriso che non ci lasci soli di fronte ai ritardi della vita, per non rimanere disorientati di fronte ai rischi inattesi. Ora ho la sensazione di mancare un appuntamento e, nello stesso tempo, avrei desiderio di un istante che ci vedesse tutti, di nuovo, presenti. lo e mio figlio abbiamo la fortuna di averle detto tutto quello che lei meritava di conoscere - la riconoscenza, lʼaffetto di sapere che seguiva ancora da lontano i successi o le nuove difficoltà. Tutto questo lascia unʼintesa che ora ci aiuta a fare maldestramente fronte alla sua mancanza. La abbraccio ancora una volta, come qualcuno da cui si spera conforto. Il viaggio che verrà, anche grazie a lei, non sarà senza ali. Rachele Novelli di Santo

24 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 24 L albero dei desideri I bambini della Prima A esprimono un desiderio Vorrei che mi capitassero le più forti carte dei Pokemon così batterei mio fratello Tommaso, finalmente! Nicolò Acherman Vorrei stare sempre con la maestra Anna Maria perché è proprio buona e simpatica! Ludovica Benedini Vorrei essere una Winx, quella che si chiama Stella perché secondo me è la più bella e fa una magia luminosa!!! Giorgia Galanti Vorrei avere una macchina del tempo e viaggiare nel passato per andare nell'era preistorica. Alexander Mancusi Scuola primaria Vorrei essere una Fata-principessa che vola e sa parlare tutte le lingue. Vittoria Buldrini Vorrei diventare una principessa sposando un bel principe con la corona d'oro. Maria Vittoria Capetta Io vorrei un cagnolino (va bene di qualunque razza) e lo chiamerei Zampa. Mi piacciono tanto i cani!!! Chiara Catalano Mi piace così tanto la scuola che ci vorrei stare sempre e fare poche vacanze (solo un mese). Nicolò Commini Vorrei avere un cane chihuahua ma papa' non vuole. Speriamo che cambi idea!!! Sara Curci Vorrei che papa' passasse più tempo con me perché lavora troppo!!! Sara De Persio Vorrei avere un robot che faccia le gare di velocità con altri robot e vinca sempre lui. Giulia Maroni Vorrei andare a Parigi che è una città molto bella. Lì vorrei salire sulla torre Eiffel. Giuseppe Marrucci Io vorrei che fosse sempre lunedì perché mi piace mangiare a scuola con la mia maestra e tutti i miei compagni di classe, non ci sono compiti per casa e perché vado in piscina e mi piace molto nuotare! Carlotta Medioli Io vorrei che, per il mio compleanno, qualcuno mi regalasse dei fiori. Vorrei dei fiori viola e grandi e molto molto profumati! Il mio compleanno è a Primavera, il 25 marzo. Ginevra Mergè Vorrei vedere un arcobaleno di 10 colori cioè che oltre ai soliti 7 colori abbia il fucsia, l'oro e l'argento. Giovanni Miele 24

25 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 25 Io vorrei diventare un pilota di aerei. Vorrei lavorare per la compagnia aerea tedesca che si chiama Lufthansa che ha come simbolo un uccello. Pietro Muzi Io vorrei essere tanto bravo a scuola. E specialmente sul nuovo quaderno, quello rosso con i quadretti più piccoli, vorrei essere proprio ordinato. Tommaso Penna Io da grande vorrei diventare un forte tennista. Mi allenerei tutti i giorni così potrei sfidare mio zio Stefano. Federico Necci Vorrei essere una principessa, vivere in un castello e avere una corona con tanti diamanti che brillano. Federica Nicoletti Il mio desiderio è avere dei giocattoli che considerò speciali: sono dei camaleonti gommosi. Io ne ho 3 e vorrei completare la collezione. Daniel Ondarza Io vorrei che tutto fosse gratis così potremmo prendere qualsiasi giocattolo senza pagare niente! Francesco Palermo Io vorrei giocare sempre a calcio con nonno Bruno ma lui spesso è impegnato. Federico Parisi Classe prima A I nostri primi pensierini: che cosa ci da gioia e che cosa ci rende tristi Io mi sento felice quando sto al parco con la mia amichetta Chiara. Sara De Persio Mi piace tanto abbracciare mia sorella Giorgia! Giovanni Miele Voglio un uccellino: una bella canarina gialla con cui giocare e di cui prendermi cura. La vorrei chiamare Viola. Martina Pulcini Io vorrei vivere a Parigi così potrei andare ogni giorno a Eurodisney. Lì potrei fare delle montagne russe altissime!!! Io non ho paura! Matteo Stefanelli Io vorrei già essere grande per avere una casa tutta mia con un bel giardino così potrei avere un cane. Vorrei un golden retriever femmina e la chiamerei Giulia. Sofia Tomei Vorrei stare più tempo con mamma e fare con lei tanti bei disegni. Edoardo Vicentin Sono triste quando un mio amico si fa male perché gli voglio bene. Francesco Palermo Io sono felice quando gioco. Nicolò Achermann Quando mio nonno è morto io ero triste. Federico Necci Scuola primaria 25

26 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 26 Quando sono con la mia amica Sofia sono felice perché lei è la mia amica del cuore. Sara Curci Quando il mio fratellino è nato io ero felice. Nicolò Commini Sono dispiaciuta quando mia sorella piange. Giulia Maroni Quando litigo con la mia amichetta mi dispiace! Martina Pulcini...E per la serie Il sentimento è reciproco... Il mio amico del cuore è Tommaso perché noi giochiamo insieme e ci divertiamo. Edoardo Vicentin Il mio amico del cuore è Edoardo perché giochiamo insieme e ci divertiamo! Tommaso Penna Laboratorio espressivo IB Scuola primaria 26

27 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 27 Laboratorio espressivo IC Spunti, riflessioni e creatività dopo la lettura de Il libro dell alfabeto di L.Lionni Durante il laboratorio la classe si è divisa ed era bello stare in pochi con la maestra a disegnare. (DIEGO) È stato bello ascoltare la maestra Micaela leggere questo libro e mi è piaciuto tanto il bruco che porta tutte le lettere sulla sua schiena. (ALESSANDRO) Molto bello è stato quando tutte le lettere si sono avvicinate tra loro e il vento non è riuscito a portarle via. (ETTORE) Mi è piaciuto molto quando le formiche dicono Quest albero è un alfabetiere e quando l ape parlante dice di essere l insetto delle parole. (CLAUDIA) Mi è piaciuto quando la maestra ci ha letto il libro e poi la parte del bruco che con le lettere forma una frase importante: PACE IN TERRA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA. (TOMMASO) Per quattro settimane noi del laboratorio abbiamo fatto tanti lavoretti e mi sono divertito. (JACOPO) E stato bello ritagliare dalle riviste le lettere e attaccarle sulle foglie. (FILIPPO) Mi è piaciuto incollare le lettere sulle foglie. (RICCARDO) Scuola primaria A me è piaciuto tanto il vento che portava via tutte le letterine. (ELIAS) 27

28 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 28 La nostra biblioteca IIB Scuola primaria Se i libri fossero Se i libri fossero di torrone ne leggerei uno a colazione. Se un libro fosse fatto di prosciutto a mezzogiorno lo leggerei tutto. Se i libri fossero di marmellata a merenda darei una ripassata. Se i libri fossero di frutta candita li sfoglierei leccandomi le dita. Se un libro fosse di burro e di panna lo leggerei prima della nanna. R. Piumini La biblioteca è bella perché prendo dei libri fantastici, e mi piace molto leggere. Lavinia Pini La biblioteca è fantastica perché puoi prendere libri bellissimi e soprattutto divertenti. Diego Demartino La biblioteca è bella e si fa molto silenzio, in classe c è una biblioteca e io ho preso un libro che si chiama Tonino l invisibile. Filippo Lodi Mi piace leggere perché impariamo a leggere bene con la maestra Stefania. Davide Dante La biblioteca mi è sempre piaciuta perché leggere i libri è molto bello e aumenta le cose che sai e i libri sono molto interessanti e entusiasmanti. Cecilia Turco A me piace leggere perché è divertente e quando leggi sembra che stai dentro il libro. Filippo Capitanelli La biblioteca è bellissima perché si possono leggere tanti libri interessanti e belli. Simone Ruberto Ma del libro letto, quale parte ti piace di più? Alice cascherina La parte più bella è stata la sesta storia, dalla sesta riga in poi. Alice scrive il suo sogno e ci cade dentro e io mi sono divertita perché era bellissima!!! Alice aveva un vestito bellissimo, poi le spuntarono le ali e finalmente diventò una fata. Maria Chiara Zoccoli La gabbianella e il gatto La mia parte preferita è quando il gatto salva la gabbiana dai topi perché mi piace il suo gesto coraggioso. Iacopo Galli Sandokan e la tigre di Monpracen La parte più bella è stata quando Sandokan combatte, perché il combattimento piace ai maschi e io sono un maschio. Jacopo Reggiani Attenti ai baffi, arriva Topigoni La parte più bella per me è stata quando Geronimo ha vinto una carriola piena di monete d oro, perché così poteva salvare la sua casa editrice. Esther Novelli L isola del tesoro La parte che mi è piaciuta di più è stato il finale perché i due fratelli riescono a fare pace. Sofia Pera 28

29 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 29 La parte più bella è quando si preparano i dolci perché io sono molto, ma molto goloso di dolci. Mattia Proietti Delfino e l anguillina La parte che mi è piaciuta di più è quando il delfino fa amicizia con l anguillina perché l ha aiutata a ritrovare la sua strada. Valentina Pizziconi Classe II C Classe III A Scuola primaria 29

30 Vita del Massimo 15- copia:01cultura :57 Pagina 30 Classe III B LABORATORIO DI LETTURA E ARTE DELLA SCRITTURA Scuola primaria Quest anno noi bambini di terza abbiamo svolto il laboratorio di lettura e arte della scrittura tenuto dalla scrittrice Alessandra Verducci Conoscere una vera scrittrice è stato davvero emozionante!! Alessandra ci ha spiegato come nasce l idea di un racconto, come si sviluppa e come prende vita un vero libro, Ci ha presentato i personaggi del suo primo racconto, attraverso dei disegni che erano fantastici!! Abbiamo anche scoperto che i protagonisti del libro Dietro il buio sono i suoi nipoti e i loro amici, quindi dei bambini che esistono veramente!! Alessandra ci ha aiutato a capire come deve essere strutturato un racconto per essere fatto bene, Ragazzi, non è poi cosi semplice scrivere una storia fantastica!! Prima di tutto bisogna usare l immaginazione che è fondamentale! La nostra scrittrice ci ha insegnato qualche trucchetto per esercitarla e per sviluppare la creatività. L esercizio più divertente è stato questo: aprire il dizionario a caso, leggere la prima parola trovata e inventare un idea narrativa con quella parola!! lncredibile! Ci sembrava impossibile, ma credeteci, sono venute fuori storie carinissime! Leggetene qualcuna: PATATA: C era una patata di nome Patatina che viveva in una città fatta tutta di patate, dove si parlava in lingua patatese, ma ad un certo punto cominciarono a parlare in italiano.. e in zucchese... L. Gaoni MEMORIA: Tempo fa in una campagna viveva una memoria infallibile, ricordava ogni cosa vista, sentita o letta. Un giorno le cadde un sasso sulla testa e la memoria cominciò a dimenticare... A Frasca LIQUEFATTO: C era una volta un pezzo di ghiaccio detto Liquefatto, anche se era piccolo un giorno ghiacciò tutta Ghiacciolandia e nessuno riuscì più a muoversi... L Bono QUADRATO: C era un quadrato felice perché tutti lo usavano, però un giorno si trasformò in triangolo e nessuno lo usò più! Cosi... L Carullo MACININO: C era una volta un macinino che abitava in un ristorante. Un giorno, per sbaglio, sparse il pepe sul tavolo... tutti si misero a starnutire e... G, Mannucchi PIAZZALE: C era una volta un piazzale abbandonato, sporco e disabitato. Un brutto giorno a Pescara, dov era il piazzale, arrivò un uragano che riempì il piazzale di polvere e.., G, Mariotti EST: Un giorno Est decise di visitare Ovest e la gente non sapeva più dov era l Est, così... F. Cappiello ESTATE: Tanto tempo fa, in estate tutti i bambini andavano al mare, ma l estate si stufò di far divertire tutti così decise di andare via... C. Dessena 30

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