PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA - Analisi SWOT partecipata

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA - Analisi SWOT partecipata"

Transcript

1 1

2 2

3 PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA - Analisi SWOT partecipata L analisi SWOT viene utilizzata come supporto alle scelte contribuendo a razionalizzare i processi decisionali. Sviluppata negli anni 50, essenzialmente in ambito economico, dai primi anni 80 ha trovato una particolare diffusione anche in altri contesti come ad esempio quello della diagnosi territoriale. La SWOT nel processo di Contratto di Fiume (CdF) del Serchio è stata inserita per dare completezza all analisi preliminare per evidenziare caratteristiche, relazioni e sinergie presenti allo stato attuale, nel contesto di studio. La SWOT può essere condotta a tavolino da esperti, o come nel nostro caso essere partecipata, associando esperti e stakeholder. Scopo della SWOT partecipata è di far emergere e di anticipare sviluppi, che a partire da ciò che è oggi, potrebbero avere ripercussioni sull assetto del territorio e segnalare importanti aspetti per la parte di caratterizzazione del CdF, sia negative che positive. Non tutte le positività e negatività richiedono lo stesso grado di attenzione quindi nella proposizione di punti di forza e debolezza è importante tenere presente la probabilità, urgenza e rilevanza di ciò che si propone. Nell analisi SWOT condotta nei tre Tavoli di Lavoro del CdF, a cui hanno partecipato 78 soggetti, ci si è voluti soffermare, in particolare, sui punti di debolezza e punti di forza, in quanto fattori endogeni del territorio. Per fattori endogeni si intendono le variabili interne al sistema sulle quali è possibile intervenire. Il dato emerso consente di individuare attraverso una lettura incrociata, i fattori che sono in grado di ostacolare o favorire il raggiungimento di obiettivi di miglioramento. I punti di forza e di debolezza rispetto al contesto esaminato, sono in grado variare (in termini quantità e qualità) in base alle strategie ed interventi che verranno proposti. Lo scopo dell analisi SWOT partecipata, è quindi quella di fornire un quadro degli elementi di forza da valorizzare e delle debolezze da contenere. Tutto ciò associato alla costruzione di scenari alternativi (visioning EASW) consentirà di rappresentare e di intervenire sui principali fattori che possono influenzare il successo del Contratto di Fiume. Tavoli I^ sessione Tavolo 1: QUANTITA E QUALITA DELL ECOSISTEMA FLUVIALE, INFRASTRUTTURE ENERGETICHE Tavolo 2: RISCHIO IDRAULICO E GEOMORFOLOGIA, ATTUAZIONE DIRETTIVE CAMBIAMENTI CLIMATICI Tavolo 3: PAESAGGIO, FRUIZIONE E SVILUPPO ECONOMICO Argomenti affrontati 1. Naturalità 2. Uso del Suolo e manutenzione del territorio 3. Infrastrutture energetiche 4. Controllo e qualità delle acque 1. Aree di pertinenza fluviale e antropizzazione 2. Sistema degli invasi 3. Geomorfologia e dinamica fluviale 4. Pericolosità, sicurezza idraulica e manutenzione 1. Sistemi insediativi e di paesaggio 2. Infrastrutture, accessibilità territoriale e mobilità 3. Fruizione tempo libero, offerta turistica 4. Aree produttive e sviluppo economico 1

4 Risultati dell Analisi SWOT partecipata TAVOLO N.1 LUCCA 14 MARZO 2012 QUANTITA E QUALITA DELL ECOSISTEMA FLUVIALE, INFRASTRUTTURE ENERGETICHE PUNTI DI FORZA IN "PILLOLE" 1 - NATURALITA (ecosistemi, Parco, biodiversità ) 1) La presenza di un 50% di suolo occupato dal bosco anche se di tipo povero che andrebbe migliorato, testimonia una naturalità da perseguire e da ritrovare. 2) La presenza di specie tutelate che in alcuni punti sono concentrate e fungono da serbatoio di biodiversità, individuate grazie anche alla richiesta di analisi genetiche di specie autoctone. 3) La presenza di un effetto depurativo dovuto al naturale processo biologico ad opera di microorganismi, vegetalianimali, a patto che gli ecosistemi vengano tutelati e, ove necessario, recuperati. 4) La presenza ancora di varchi quali aree di discontinuità all interno di ampie fasce antropizzate, di fondamentale importanza per la connessione ecologica - da riqualificare e da perseguire. 5) La presenza di siti di grande importanza naturalistica, paesaggisticamente ancora integri con enorme valore conservazionistico, di ecosistemi ancora recuperabili con vocazione a parchi fluviali (cfr. sistema di orti nell' area a monte di Decimo), di riserve biogeniche. 6) Il fiume come corridoio ecologico funzionale fondamentale, parte di una rete ecologica, con un alveo ampio e una quantità di affluenti che possono garantire funzioni connettive e di serbatoio di specie animali e vegetali di importanza regionale, che testimonia anche la resilienza degli ecosistemi fluviali. 2 - USO DEL SUOLO E MANUTENZIONE DEL TERRITORIO (boschi, aree perifluviali, edificato.) 1) Il PTCP che fin dal 2000 ha dato indicazioni importanti per il controllo dell'uso del suolo e la limitazione delle nuove edificazioni nelle aree di pertinenza fluviale. 2) La presenza di estese foreste, da tutelare in maggior misura e di un'agricoltura poco impattante sui versanti. 3) La presenza di terreni incolti sulla mezza costa e nelle aree di pertinenza fluviale, recuperabili sia per l uso agricolo che naturalistico (trattasi di porzione di territorio di estesa superficie, su cui si può potenzialmente intervenire e che offrono, proprio per la loro estensione,elevate potenzialità). 4) La presenza di un'economia locale forte ( cartiere, piccole e medie industrie, indotto, ecc.) connessa all'avvenuta trasformazione del suolo, consumo di nuovo suolo che però va ormai contenuto fino ad un suo arresto nell area fluviale. 3 INFRASTRUTTURE ENERGETICHE (idroelettrico, biomasse, energie rinnovabili ) 1) La produzione di energia idro-elettrica dagli invasi da un forte contributo alla generazione di energia da fonti rinnovabili e contribuisce a combattere l inquinamento atmosferico in quanto energia pulita. 2) La presenza di piccoli impianti di teleriscaldamento a biomassa forestale che testimonia una certa vocazione di questo territorio allo sfruttamento del legname, anche risultante dalla manutenzione del patrimonio boschivo. 3) La presenza di numerose aree produttive, con ampie superfici di coperture disponibili per installare impianti fotovoltaici così da avere più energia differenziando la fonte (meno idroelettrico e meno mini-idro e più fotovoltaico sui tetti). 5) L' avvenuta assistenza specialistica da parte di tecnici ambientali alla Direzione Lavori di costruzione degli impianti, spesso richiesta da alcune ditte ha sempre migliorato l'inserimento ambientale degli impianti e corretto eventuali storture. Tale presenza/assistenza andrebbe resa obbligatoria. 2

5 4 CONTROLLO E QUALITA DELLE ACQUE (depurazione, pozzi, scarichi.) 1) L'avvenuta crescita della "cultura. dell'acqua" testimoniata anche dalle industrie idro-esigenti che stanno elevando le qualità di gestione ambientale attraverso un uso delle acque controllato, copiosi interventi per la riduzione dei consumi idrici e il miglioramento della qualità scarichi (migliori tecnologie disponibili), adozione di sistemi di gestione ambientale (molte sono certificate EMAS). 2) L aumentata coscienza ambientalista con riguardo agli aspetti fluviali da parte delle popolazioni che vedono/vivono il fiume e che sono sempre più attente a ciò che succede nel fiume. 3) La buona efficienza depurativa con impianti di depurazione a servizio delle industrie (percentuale delle acque ad uso industriale depurate alta) e la necessità di miglioramento della qualità delle acque depurate, perseguita grazie a nuovi impianti di depurazione o a potenziamenti di quelli esistenti e alla frequenza e qualità dei controlli sui parametri fisico-chimici e biologici. 4) Il rapporto tra grado di urbanizzazione e stato qualità acque che è soddisfacente. 5) Gli obiettivi e gli indirizzi del Piano di gestione delle acque, che prevede tratti di rispetto, misure di salvaguardia e previsione di interventi migliorativi. I PUNTI DI DEBOLEZZA IN "PILLOLE" 1 - NATURALITÀ (Ecosistemi, Parco, biodiversità.) 1) La difficoltà di accesso ai dati sulla naturalità che risultano ancora troppo riservati e dispersi in troppe banche dati e la difficoltà di accesso agli atti e alle informazioni ambientali e la scarsa diffusione di studi esistenti ( es. carta ittica). 2) La presenza di specie alloctone, esotiche e anche di parassiti connessi anche ai cambiamenti climatici,che denota una scarsa attenzione ai problemi della biodiversità, specialmente nella ittiofauna, minacciata anche dalla presenza di continue interruzioni dovute a dighe e sbarramenti. 3) La perdita di naturalità per riduzione degli apporti idrici delle vallate affluenti e per i lavori in alveo compreso il Serchio. 4) Una eccessiva antropizzazione delle sponde che rende l'ambiente fluviale e il regime delle acque fortemente compromesso dalla presenza di attività umane, con presenza di urbanizzazione nastriforme e assenza di varchi. 5) La difficile circolazione dei dati e delle informazioni a livelli diversificati ed adeguati con difficoltà da parte dei tecnici verso gli amministratori e gli utenti anche per l'assenza di una "rete" di connessione tra Enti, professionisti e ricercatori a livello locale. 6) Lo scarso coinvolgimento delle popolazioni e delle nuove generazioni. 7) La sempre maggiore carenza quantitativa di H 2O connessa ai periodi siccitosi, alternati ad eventi di piena improvvisi, che andranno a modificare una situazione già critica sia quantitativa che qualitativa. 8) L'inadeguatezza del Deflusso Minimo Vitale e il rilascio inferiore a tale limite. 9) Il dragaggio, la rettificazione del corso d'acqua e l accumulo del materiale (rialzando le sponde) che distruggono irreversibilmente gli ecosistemi fluviali. 2 - USO DEL SUOLO E MANUTENZIONE DEL TERRITORIO (boschi, aree perifluviali, edificato.) 1) L'urbanizzazione eccessiva e a nastro (quasi continua) che ha generato una eccessiva pressione urbanistica del fondovalle con continuo rosicchiamento di "suolo" a discapito della naturalità e del sistema fluviale unita ad una scarsa manutenzione del territorio e all'assenza di coordinamento delle politiche. 2) La scarsa efficacia o l'assenza di controlli in corso d opera o post operam sugli interventi di taglio della vegetazione fluviale o di realizzazione di impianti idroelettrici o di altre infrastrutture, che se pur richiesti, non sempre si realizza. 3) Il taglio della vegetazione perifluviale per esigenze di riduzione del rischio idraulico che, non solo è controproducente per lo stesso rischio, ma toglie residui di naturalità ed induce al peggioramento della qualità delle acque per carenza autodepurativa con innesco di popolazioni esotiche. 3

6 4) L'assenza di un attento controllo sull'uso del suolo e l'assenza della sua manutenzione che deve essere recuperata a scala di bacino per generare effetti positivi. 5) L'assenza di una pianificazione della gestione della vegetazione fluviale e di una corretta gestione della fascia riparia per consentire un bilanciamento tra la domanda di riduzione del rischio idraulico e le funzioni proprie della fascia riparia. 6) La cattiva salute dei boschi in conseguenza di numerosi fattori sinergici fra cui primeggiano clima e parassiti alloctoni. 7) L'assenza di politiche di rieducazione e di coinvolgimento dovuta anche alla scarsa attenzione della politica ai problemi della manutenzione e riqualificazione del territorio ivi compresa l'assenza di coordinamento tra i vari attori preposti. 3 INFRASTRUTTURE ENERGETICHE (idroelettrico, biomasse, energie rinnovabili ) 1) Il ritardo nella pianificazione complessiva sugli impianti per la produzione di energia, con particolare riferimento all'idroelettrico e alle biomasse, alla taglia di tali impianti, all'impatto ambientale, alla loro collocazione sul territorio e l'assenza di un bilancio energetico con relativa filiera. 2) L' eccessiva presenza di impianti idroelettrici nell'asta principale e di mini impianti negli affluenti che generano problemi legati alle attività di manutenzione degli invasi ed all' artificializzazione della portata. 3) Le valutazioni di fattibilità degli impianti di produzione di energia basate su dati vecchi e superati (accrescimento biomasse, portata torrenti, ecc.) e quindi inaffidabili e la domanda crescente di realizzazione di tali impianti a seguito degli incentivi del "conto energia", con ripercussioni sull ambiente non solo legati alla fase di esercizio ma anche di cantiere. 4) I tempi di approvazione dei progetti tropo lunghi con procedure complesse ed estenuanti per i proponenti. 5) Il possibile potenziale "inquinamento termico" prodotto dagli impianti (rilascio di acqua a temperature superiori a quelle di captazione). 4 CONTROLLO E QUALITA DELLE ACQUE (depurazione, pozzi, scarichi.) 1) La prevista riduzione /smantellamento della struttura ARPAT che rischia di generare una diminuzione della frequenza e dell' efficacia dei controlli. 2) La non ancora sufficiente ed efficace depurazione civile che deve essere potenziata anche con l'ausilio di affinamenti ( introduzione di trattamenti terziari-fitodepurazione-ecc.) 3) Il non ancora sufficiente controllo delle acque depurate e la mancanza di una pianificazione della loro reimmissione. 4) La non ancora presa di coscienza nella gestione dell'esistente e nella progettazione del nuovo dei "cambiamenti climatici". 5) La elevata vulnerabilità degli acquiferi che già presentano uno stato chimico critico. 6) La scarsa portata dei corpi idrici minori, specialmente in certi periodi dell anno in conseguenza della riduzione delle precipitazioni. 7) L' uso spesso ancora improprio delle acque di alta qualità che non dovrebbero essere indirizzate ad usi ad es. di tipo industriale, dove subiscono un ciclo d'uso che le fa restituire con qualità inferiore, peggiorando così la qualità complessiva delle acque. 8) L'elevata concentrazione di fonti inquinanti in corrispondenza di tratti con scarsa portata. 4

7 TAVOLO 2 LUCCA 13 MARZO 2012 RISCHIO IDRAULICO E GEOMORFOLOGIA, ATTUAZIONE DIRETTIVE CAMBIAMENTI CLIMATICI PUNTI DI FORZA IN PILLOLE 1- AREE DI PERTINENZA FLUVIALE E ANTROPIZZAZIONE 1) L esistenza di tratti dove ancora sussiste naturalità, biodiversità e presenza di aree naturali di esondazione 2) L esistenza di capacità di autodepurazione delle acque e di FTB (Fasce Tampone Boscate ) 3) L accrescimento della cultura del Fiume e la vocazione ad una sua maggiore Fruizione 4) La possibilità che le aree produttive di fondovalle possano contribuire a realizzare gli interventi di messa in sicurezza del Fiume 5) L esistenza di un grande interesse generale e dei cittadini, alle politiche di gestione del fiume sia per la sicurezza che per lo sviluppo futuro che per il suo valore ambientale 6) L avvenuto riconoscimento delle pertinenze fluviali come aree vincolate dal P.T.C.P fin dal 2000 comporta l esistenza di aree ancora libere, che possono avere una corretta utilizzazione per interventi di messa in sicurezza, interventi che però devono ricomprendere anche quelli non strutturali 2 SISTEMA DEGLI INVASI 1) La capacità del sistema degli invasi di riuscire a dare un buon contributo alla mitigazione delle crisi idriche del fiume dovute ai periodi siccitosi, grazie alle riserve di acqua che vanno a costituire e ai rilasci in periodo di crisi idrica 2) La capacità del sistema degli invasi di concorrere alla gestione delle piene, perché modulano le piene minori. Gli invasi concorrono anche alla gestione di eventi estremi, attraverso il controllo dei rilasci nei momenti di piena, quando tali rilasci sono gestiti in modo coordinato (cfr. anno 1982), ma potrebbero aiutare a gestire ulteriormente il controllo di tali eventi piena attraverso accordi sottoscritti e piani di gestione concordati e coordinati. 3) Gli invasi contribuiscono alla modulazione dei rilasci nei periodi siccitosi consentendo il mantenimento di un deflusso minimo. 3 GEOMORFOLOGIA E DINAMICA FLUVIALE 1) Le attività conoscitive condotte in campo geomorfologico e di dinamica fluviale, pure se perfettibili, costituiscono uno strumento basilare per la difesa delle zone antropizzate, con l individuazione di aree pericolose anche per eventi estremi 2) La collaborazione e il coordinamento tra enti preposti al governo del territorio, quando esiste, va a costituire una efficace azione non strutturale di gestione dei rischi conosciuti. 4 PERICOLOSITA, SICUREZZA IDRAULICA E MANUTENZIONE 1) La presenza di una sola Autorità, forte e in grado di intervenire. 2) La possibilità che le opere idrauliche esistenti possano essere occasione di interventi di riqualificazione, ma manca una vera interdisciplinarietà nella progettazione. 3) L azione di restauro e di ricostituzione della funzionalità della rete di canali di deflusso annullata dall urbanizzazione e industrializzazione, ove possibile, per concorrere alla sicurezza dell antropizzato. 4) La possibilità che l elevato livello di antropizzazione esistente, anche di tipo produttivo, possa dare luogo ad un sistema di manutenzione programmata, ove gli Enti si rapportassero maggiormente e positivamente con i residenti e gli operatori. 5

8 PUNTI DI DEBOLEZZA IN PILLOLE 1- AREE DI PERTINENZA FLUVIALE E ANTROPIZZAZIONE 1) L eccessiva occupazione per antropizzazione/edificazione del fondo valle del Fiume Serchio, che si è sviluppata anche lungo la viabilità che garantisce accessibilità ai luoghi, non permette alle aree di esondazione naturale di svolgere il loro ruolo. Anche l eccessivo sfruttamento del fiume costituisce elemento di criticità. 2) L esistenza di grossi insediamenti produttivi ed anche residenziali senza opere di difesa, che dovrebbero essere messi in grado di sfruttare la loro presenza anche a favore del Fiume e della sua manutenzione, dando anche possibilità di espansione trasformandole in Aree Produttive Ecologicamente e Energicamente Attrezzate (A.P.E.E.A.). 3) L esistenza di edificazioni in aree pericolose con conseguenti opere di sicurezza, alterano irreversibilmente il funzionamento del fiume, senza eliminare definitivamente il pericolo, ma solo limitandolo. 4) L assenza di iniziative, tipo l istituzione di zone protette o di parchi fluviali attrezzati, per riuscire a gestire i territori senza antropizzarli e impermeabilizzarli eccessivamente. 5) La non univoca e precisa definizione di area di pertinenza fluviale ( prevalenza dell approccio strettamente idraulico o di quello ambientale-paesaggistico?) e il fatto che tali aree non riescono a richiamare l attenzione, più o meno incisivamente, alla vicinanza al fiume e alle problematiche ad esso collegate e l eccessiva vincolistica per gli insediamenti esistenti 6) La non sempre univoco e a volte imprecisa/impropria perimetrazione delle frane attive e la mancanza di un confronto tra i e con i Comuni su tali temi 7) La presenza di aree di trattamento inerti e l assenza di una efficace gestione dei sedimenti trattenuti dalle dighe. 2 SISTEMA DEGLI INVASI 1) L eccessivo numero di dighe nel Serchio (17): vi sono tanti invasi di piccole dimensioni e sono in aumento le richieste per la realizzazione di piccole derivazioni per usi idroelettrici (mini-idro). 2) Il Deflusso Minimo Vitale non sufficiente con un rilascio degli invasi al di sotto del Deflusso Minimo Vitale. Possibile impoverimento o distruzione degli ecosistemi fluviali ed inaridimento dei terreni. 3) La presenza di invasi e la variazione delle portate ha conseguenze sul livello della diversità ecologica del fiume, in quanto tali invasi vanno a costituire barriere insormontabili per la fauna 3 GEOMORFOLOGIA E DINAMICA FLUVIALE 1) L assenza di studi e ricerche di dettaglio, anche di tipo statistico e di modellazione idraulica su fenomeni fluviali complessi (erosione in alveo, trasporto solido)che dovrebbero essere potenziati per singoli tratti o zone, ivi compreso approfondimenti sulle frane attive e la correzione e aggiornamento continuo della cartografia. 2) Una non corretta valutazione del ruolo della vegetazione in alveo e una cattiva gestione della stessa. 3) Non si ha ancora una chiara percezione che il trend climatico di medio periodo (trentennale) è di inaridimento, soprattutto sul versante apuano, con brevi ma anche fortissimi nubifragi. 4) I cambiamenti climatici antropici portano (e porteranno) a regimi pluviometrici estremamente imprevedibili caratterizzati da eventi climatici estremi con possibili crisi di siccità e di alluvioni. 5) Il non ancora trasparente e sufficiente accesso ai dati presso tutti gli enti detentori 6) L assenza e la totale mancanza della cultura del fiume e l esecuzione opere di difesa idraulica senza criteri di conservazione della naturalità 4 PERICOLOSITA, SICUREZZA IDRAULICA E MANUTENZIONE 1) L assenza di una corretta progettazione e di azioni di manutenzione. 2) La manutenzione è sostanzialmente e complessivamente carente sia per l insufficiente manutenzione delle opere idrauliche esistenti, sia per la scarsa manutenzione del reticolo minore che per l assenza di una manutenzione programmata e finalizzata dovuta al difetto di valorizzazione di questa azione. 3) L esecuzione delle opere idrauliche e di messa in sicurezza avviene sempre con interventi di somma urgenza a seguito di emergenze o dietro finanziamenti di protezione civile. 6

9 4) L impegno in termini di oneri economici che comporta la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e di manutenzione, sempre più difficile da sostenere. Occorre trovare nuove modalità per sostenere tali necessità 5) L esistenza di un eccessivo numero di Enti con competenze sovrapposte in materia, rende sempre più difficile la programmazione e l attuazione di interventi, compresa la manutenzione. 6) La mancanza di un unica autorità che possa operare con mezzi efficaci e razionali e che stabilisca norme e effettui controlli sul territorio. 7) Nella gestione dell emergenza il territorio è ripartito ancora per confini amministrativi o per eventi calamitosi e non secondo il bacino idrografico e i sistemi di allerta non sono ancora sufficientemente rodati. 8) La mancanza di una consapevolezza diffusa del dover convivere con il rischio. La mancanza di una consapevolezza della cittadinanza sugli scenari di pericolosità (necessità di una maggiore presa di coscienza). Mancanza di una valorizzazione dell azione del singolo cittadino nella gestione del territorio che presiede. 9) La mancanza di una cultura e di memoria storica del fiume. 10) I tagli alla vegetazione perifluviale che trattiene la vegetazione nei versanti in frana compresa l assenza di una gestione della crescita della vegetazione e di depositi locali nel corso d acqua, costante come nel passato. 11) La mancanza di un ruolo forte dei Comuni sulle Aree a rischio idraulico comunali per intervenire sugli aspetti di conservazione, di utilizzo industriale, di fruizione da parte del pubblico, di diffusione culturale legate all importanza del fiume sull ambiente. 12) La scarsa valorizzazione dell attività agricola nella tutela del rischio idrogeologico. 7

10 TAVOLO 3 LUCCA 13 MARZO 2012 PAESAGGIO, FRUIZIONE E SVILUPPO ECONOMICO PUNTI DI FORZA IN PILLOLE 1- SISTEMI INSEDIATIVI E DI PAESAGGIO 1) La presenza di insediamenti agricoli di pregio ancora attivi e di molte attività agricole, quali pescicoltura, laghetti sportivi, e attività sportive pubbliche. 2) La presenza di centri storici (che vedono il fiume) rilevanti dal punto di vista storico-architettonico (consentono la lettura della storia del territorio) con particolare riferimento ai borghi fortificati, agli insediamenti militari, ad opere di interesse storico-architettonico e culturale (ponti, dighe, mulini, etc.) da recuperare e valorizzare. 3) L'esistenza di numerosi fattori socio/antropici che legano la popolazione al fiume e che rendono il rapporto con il fiume un elemento storico-culturale identitario del territorio insediato come valore da recuperare 4) La notevole variabilità del paesaggio associata alle caratteristiche del fiume e alla buona qualità delle acque, che vanno a costituire un patrimonio inestimabile che ha bisogno di essere conservato e valorizzato, mediante l incentivazione di percorsi turistico-culturali. 2- INFRASTRUTTURE, ACCESSIBILITA TERRITORIALE E MOBILITA 1) La presenza della ferrovia che ha una grande potenzialità d'uso sia per la fruibilità e visibilità del territorio del fiume che per la possibilità di utilizzo per l'alleggerimento del traffico su gomma. 2) La presenza di infrastrutture legate alla produzione di energia idroelettrica di grande interesse anche come archeologia industriale, con manufatti architettonici di pregio quali ad es. la centrale di Pian della Rocca, Vinchiana, etc. 3- FRUIZIONE TEMPO LIBERO, OFFERTA TURISTICA 1) Le caratteristiche storico-monumentali e paesaggistiche dell'area, il fiume che attrae, si prestano ad un turismo diffuso e sostenibile. 2) Le risorse possibili che sono: trekking (ad es. sentieri CAI), mountain bike, agriturismi (che offrano anche conoscenza, cultura e prodotti del territorio locale), sviluppo tecniche pesca, raduni e gare di pesca anche a livello nazionale, giornate tipo per il turista con visita al fiume (anche con l utilizzo di biciclette, piccoli natanti, etc.), corsi per foto-amatori ecc. 4- AREE PRODUTTIVE E SVILUPPO ECONOMICO 1) La presenza di aree produttive importanti per lo sviluppo economico ed il risvolto occupazionale fin dal dopoguerra, che limitano gli spostamenti di mano d'opera fuori comune e che va mantenuto e favorito. 2) La possibilità di creare una rete di imprese collegate fra loro per attività uguali o complementari o in filiera una a servizio dell altra 3) Il riuso della ferrovia per il trasporto merci. 4) La sostanziale dimensione modesta degli insediamenti produttivi e l'applicazione delle migliori tecnologie disponibili da parte delle aziende nel trattamento delle acque e nel contenimento dei quantitativi utilizzati. 8

11 PUNTI DI DEBOLEZZA IN PILLOLE 1- SISTEMI INSEDIATIVI E PAESAGGIO 1) Le inadeguate infrastrutture per accessi, l'assenza di varchi, di parcheggi, servizi e di sentieri attrezzati e organizzati. 2) La scarsa conoscenza delle matrici storiche e di stratificazione insediativa e la scarsa attenzione alle potenzialità del tessuto storico e di antica formazione. 3) La poca attenzione all inserimento di attività produttive e attrezzature nel contesto paesaggistico e lo sviluppo recente del sistema insediativo eseguito con architettura di bassa qualità con saldatura dei vari centri nel fondovalle. 4) L'abbandono dei centri storici collinari e montani, con perdita dei valori storico-culturali e paesaggistici e delle caratteristiche identitarie dei luoghi. 5) L'eccesso di urbanizzazione e l'assenza lungo le rive di piccoli "parchi-oasi" fluviali. 6) La fragilità in alcune situazioni localizzate, degli argini e di abbondante presenza di detriti, che possono contribuire a rendere insicuri alcuni insediamenti e stabilimenti. 2- INFRASTRUTTURE, ACCESSIBILITA TERRITORIO E MOBILITA 1) La mancanza di segnaletica, parcheggi e di viabilità minore di collegamento e di penetrazione al fiume che rende difficile o impossibile l'accesso a luoghi caratteristici e di valore. 2) L'assenza di percorsi ciclabili diffusi e "sicuri" rispetto al traffico pesante. 3) La scarsa possibilità di adeguamento strutturale (interventi ingegneristici molto costosi) delle infrastrutture strategiche (Ferrovia, SP, SS) esposte a rischio. 4) La non funzionale connessione della viabilità di fondovalle rispetto alla mobilità montana. 5) L'assenza di maggiori fermate dei treni alle stazioni esistenti per favorire e costituire punti di contatto e di accesso con il sistema turistico-culturale, etc. e l'assenza di interconnessioni ferroviarie con le industrie per favorire il trasporto delle merci. 6) L'eccesso di traffico pesante su gomma sulle strade di fondovalle. 7) Il pericolo di caricare di nuovi insediamenti e di nuove urbanizzazioni anche i tratti di viabilità nati come varianti a quella storica 3- FRUIZIONE TEMPO LIBERO, OFFERTA TURISTICA 1) L'assenza di percorsi naturali e di oasi di sosta attrezzate e in punti panoramici e di percorsi di connessione storico-culturale, dovuta alla scarsa conoscenza delle potenzialità dei luoghi. 2) La scarsità di percorsi connessi al territorio fluviale, di aree fruibili attrezzate intorno al fiume, o di veri e propri "parchi fluviali" per l approdo, la pesca e il tempo libero. 3) La ridotta o assente navigabilità del fiume (canottaggio ecc.) e la non ancora piena utilizzazione delle aree demaniali. 4) La mancanza di un coordinamento tra i comuni che gravitano sul fiume sia per scopi turistici ( messa a sistema del turismo) che di gestione del fiume. 4- AREE PRODUTTIVE E SVILUPPO ECONOMICO 1) Il difficile accesso alle aree di particolare interesse e pregio dagli insediamenti produttivi che costituiscono barriere. 2) L'eccesso di traffico di merci su gomma e lo scarso utilizzo della ferrovia. 3) L'assenza di Aree Produttive Ecologicamente ed Energeticamente Attrezzate verso cui si deve andare al fine di recuperare l'inserimento paesaggistico delle stesse e per produrre nuovo sviluppo economico. 4) La presenza di insediamenti produttivi anche sui corsi affluenti minori. 5) L'avvenuta occupazione delle aree di pertinenza fluviale con riduzione delle dinamiche geomorfologiche e fluviali con conseguente richiesta di messa in sicurezza del territorio. 6) La scarsa qualità architettonica e tipologica degli insediamenti e il livello di degrado e di mancata manutenzione degli stessi. 9

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento

Dettagli

Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO

Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO Piano di Gestione delle Acque I Aggiornamento Rapporto tra PDGAcque e altri piani di indirizzo: PDGAlluvioni, Piano di Sviluppo Rurale, Piano di Indirizzo

Dettagli

Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000. Fulvio CERFOLLI, PhD

Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000. Fulvio CERFOLLI, PhD Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000 Fulvio CERFOLLI, PhD Che cos e un PIANO DI GESTIONE di un sito Natura 2000? E uno strumento di pianificazione del territorio

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Contratti di fiume strategie e prospettive. Massimo Bastiani Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume

Contratti di fiume strategie e prospettive. Massimo Bastiani Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume Contratti di fiume strategie e prospettive Massimo Bastiani Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume Contratti di Fiume come Patti per i beni collettivi Agricoltura e prodotti tipici Fruizione

Dettagli

GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALI NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE

GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALI NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALI NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE G. Cacciabue, V.Debrando 1 La mitigazione degli effetti prodotti sul territorio

Dettagli

Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici

Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici Quadro normativo: Legge 183/89, «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» Si intende: a) per suolo: il territorio, il suolo, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali;

Dettagli

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.

Dettagli

Corso di Fondamenti di Urbanistica a.a. 2013/14. Prof. Giuseppe De Luca. Analisi S.W.O.T

Corso di Fondamenti di Urbanistica a.a. 2013/14. Prof. Giuseppe De Luca. Analisi S.W.O.T UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE Facoltà di Architettura CdL in Scienze dell Architettura Corso di Fondamenti di Urbanistica a.a. 2013/14 Prof. Giuseppe De Luca Analisi S.W.O.T L'analisi SWOT L'analisi

Dettagli

PIANO D AZIONE ENEPOLIS CONCLUSIONI

PIANO D AZIONE ENEPOLIS CONCLUSIONI PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice CONCLUSIONI Le attività iniziali del progetto sono state realizzate in un arco di tempo di

Dettagli

Il Patto dei Sindaci e il Piano di Azione per l Energia Sostenibile - PAES -

Il Patto dei Sindaci e il Piano di Azione per l Energia Sostenibile - PAES - Il Patto dei Sindaci e il Piano di Azione per l Energia Sostenibile - PAES - Smart City Comuni in classe A 1 Indice 1. Il Patto dei Sindaci 2. Il Piano di Azione per l Energia Sostenibile PAES 3. Il progetto

Dettagli

LE OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Ipotesi e proposte nel contesto del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020

LE OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Ipotesi e proposte nel contesto del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020 LE OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Ipotesi e proposte nel contesto del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020 Floriana Clemente Direzione Ambiente Robassomero, 11 dicembre 2013 Le risorse:

Dettagli

Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio

Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Architettura Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio UNA RETE DI GREENWAYS PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI PRATO: occasioni di riqualificazione

Dettagli

PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI

PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI 85 PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI IL

Dettagli

Progetto Formativo MACROAREA AGROAMBIENTALE

Progetto Formativo MACROAREA AGROAMBIENTALE Progetto: MISURA 111 Azione 1 Formazione- Pacchetto Formativo Misto Ambito: Programma di Sviluppo Rurale Regione Sicilia 2007-2013 Sede: GANGI Corso di formazione per ESPERTO AGROAMBIENTALE Progetto Formativo

Dettagli

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile 1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4

Dettagli

Le fattispecie di riuso

Le fattispecie di riuso Le fattispecie di riuso Indice 1. PREMESSA...3 2. RIUSO IN CESSIONE SEMPLICE...4 3. RIUSO CON GESTIONE A CARICO DEL CEDENTE...5 4. RIUSO IN FACILITY MANAGEMENT...6 5. RIUSO IN ASP...7 1. Premessa Poiché

Dettagli

Criticità ambientale. Opportunità di finanziamento. Risultato atteso. Obiettivo. Azioni Scadenze Stakeholders coinvolti

Criticità ambientale. Opportunità di finanziamento. Risultato atteso. Obiettivo. Azioni Scadenze Stakeholders coinvolti Criticità Obiettivo Risultato atteso Azioni Scadenze Stakeholders coinvolti Opportunità di finanziamento Mancanza di (Emas, Ecolabel, ISO14001) presso le strutture turistiche. Aumentare il numero di certificazioni

Dettagli

Settore Agricoltura Beni culturali e ambientali Turismo. X Gestione del territorio

Settore Agricoltura Beni culturali e ambientali Turismo. X Gestione del territorio REGIONANDO 2001 REGIONE LIGURIA Settore Assetto del territorio e Controllo Tecnico ATTIVITÀ REGIONALI PER LA QUALIFICAZIONE E SOSTEGNO DEGLI ENTI LOCALI LIGURI NELLA DIFESA DEL SUOLO E NELLA TUTELA DELLA

Dettagli

Repertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche

Repertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche Repertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche All. VII, parti A e B, punto 8 della Direttiva 2000/60/CE e All. 4, parti A e B, punto 8, alla Parte Terza del D.Lgs.

Dettagli

Comune di Arluno. 21 Progetti

Comune di Arluno. 21 Progetti Comune di Arluno 21 Progetti Scheda di progetto 1/21 Tecnico settori urbanistica ed ecologia Piano regolatore generale con supervisione del PTCP e della VAS Tempi del progetto L intera comunità Il nuovo

Dettagli

La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane

La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane L importanza delle risorse umane per il successo delle strategie aziendali Il mondo delle imprese in questi ultimi anni sta rivolgendo

Dettagli

AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LECCE

AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LECCE CONSULTAZIONE PUBBLICA Pianificazione Urbanistica Partecipata La Città non è fatta di soli edifici e piazze, ma è fatta di memoria, di segni, di linguaggi, di desideri, che sono a loro volta l espressione

Dettagli

Sicurezza, ambiente, efficienza e mercato

Sicurezza, ambiente, efficienza e mercato Sicurezza, ambiente, efficienza e mercato Aprire nuovi fronti nel paese per rispondere alla sfida economica, a quella climatica e delle risorse GIANNI SILVESTRINI PRESIDENTE GREEN BUILDING COUNCIL ITALIA,

Dettagli

Valsat Sintesi non tecnica

Valsat Sintesi non tecnica Valsat Sintesi non tecnica Pagina 1 di 7 SOMMARIO 1 INTRODUZIONE... 3 2 CONTENUTI ED OGGETTO... 3 3 VERIFICA DI COERENZA... 4 4 ANALISI AMBIENTALI... 5 5 CONCLUSIONI... 7 Pagina 2 di 7 1 INTRODUZIONE La

Dettagli

- che attualmente il Lazio è interessato da 6 aree protette nazionali e da 69 aree protette regionali

- che attualmente il Lazio è interessato da 6 aree protette nazionali e da 69 aree protette regionali OGGETTO: PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEL MONUMENTO NATURALE ''LAGHETTO IN LOC. SEMBLERA MONTEROTONDO SCALO'' AI SENSI DELL'ART. 6 DELLA LEGGE REGIONALE 6 OTTOBRE 1997 N. 29 E SS.MM.II. - APPROVAZIONE DELLA

Dettagli

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) I INCONTRO PUBBLICO PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore

Dettagli

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

Dettagli

Bio i d o i d v i er e s r i s t i à à in i n r e r t e e.

Bio i d o i d v i er e s r i s t i à à in i n r e r t e e. Biodiversità in rete. Studio di fattibilità della Rete Ecologica locale tra Adda e Lambro passando per il Monte Barro. Con il contributo di Il progetto nel suo contesto. Il presente progetto è stato presentato

Dettagli

Contratti di Fiume: quale ruolo all interno delle politiche regionali e nazionali

Contratti di Fiume: quale ruolo all interno delle politiche regionali e nazionali VIII TAVOLO NAZIONALE CONTRATTI DI FIUME DISSESTO IDROGEOLOGICO ED EMERGENZE IDRICHE AL TEMPO DEI F CAMBIAMENTI CLIMATICI Contratti di Fiume: quale ruolo all interno delle politiche regionali e nazionali

Dettagli

CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO

CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 207 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 8.1 Criteri generali di individuazione e valutazione degli interventi Gli

Dettagli

QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA

QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA CONTRATTO DI PAESAGGIO FINALIZZATO ALLA DEFINIZIONE DI UNA STRATEGIA DI SVILUPPO TERRITORIALE E DI RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA DEI TERRITORI MONTANI DI COMUNANZA

Dettagli

C o m u n e d i C o s t a d e N o b i l i P r o v i n c i a d i P a v i a P I A N O D I G O V E R N O D E L T E R R I T O R I O

C o m u n e d i C o s t a d e N o b i l i P r o v i n c i a d i P a v i a P I A N O D I G O V E R N O D E L T E R R I T O R I O C o m u n e d i C o s t a d e N o b i l i P r o v i n c i a d i P a v i a P I A N O D I G O V E R N O D E L T E R R I T O R I O Q U E S T I O N A R I O C O N O S C I T I V O P A R T E C I P A Z I O N E

Dettagli

Comune. Santa Maria Maggiore. Siti RN2000. ZPS Val Formazza SIC/ZPS/Parco Nazionale della Val Grande. PRGC vigente

Comune. Santa Maria Maggiore. Siti RN2000. ZPS Val Formazza SIC/ZPS/Parco Nazionale della Val Grande. PRGC vigente Comune Siti RN2000 Santa Maria Maggiore ZPS Val Formazza SIC/ZPS/Parco Nazionale della Val Grande PRGC vigente Varchi SM1 INCONTRO CON IL COMUNE Comune di Santa Maria Maggiore 21/12/2010 L espansione edilizia

Dettagli

ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51

ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51 ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51 Campania al Lavoro, un piano di azione per favorire l, occupazione Qualità e innovazione per l occupazione.

Dettagli

Milano, 21 marzo 2012. Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP

Milano, 21 marzo 2012. Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP Azioni ambientali di UBI BANCA e CDP INDICE Strategia aziendale in materia di clima La policy ambientale e il codice etico La loro applicazione Il programma energetico Le opportunità derivanti da CDP 2

Dettagli

1. INSERIMENTO URBANISTICO

1. INSERIMENTO URBANISTICO A.S.A. Azienda Servizi Ambientali Comune di Pomarance OPERE DI COLLETTAMENTO DELLA RETE FOGNARIA AL NUOVO DEPURATORE RELAZIONE INSERIMENTO URBANISTICO Data Aprile 2015 Codice PGI G089-0636-000 Codice Commessa

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Il percorso partecipativo del Piano di Adattamento della città di Bologna

Il percorso partecipativo del Piano di Adattamento della città di Bologna Il percorso partecipativo del Piano di Adattamento della città di Bologna INTRODUZIONE Il percorso partecipativo ha avuto l obiettivo di sviluppare un confronto fra i diversi stakeholder sulle proposte

Dettagli

Facoltà di Architettura LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANISTICA

Facoltà di Architettura LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANISTICA I Programmi complessi Si innestano in una duplice riflessione: 1. scarsità delle risorse pubbliche per la gestione delle trasformazioni urbane; 2. limiti della operatività del Piano Regolatore Generale.

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2

Dettagli

Accordo di Programma EXPO 2015

Accordo di Programma EXPO 2015 Accordo di Programma EXPO 2015 Tavolo di coordinamento L integrazione dei dati territoriali per il coordinamento degli interventi Nuovo spazio Guicciardini, 13 gennaio 2011 a cura del Settore Pianificazione

Dettagli

Progetto Atipico. Partners

Progetto Atipico. Partners Progetto Atipico Partners Imprese Arancia-ICT Arancia-ICT è una giovane società che nasce nel 2007 grazie ad un gruppo di professionisti che ha voluto capitalizzare le competenze multidisciplinari acquisite

Dettagli

Spin -Off dell Università di Urbino Carlo Bo

Spin -Off dell Università di Urbino Carlo Bo Spin -Off dell Università di Urbino Carlo Bo La Forza della Società Consortile Magie Del Fattore srl Mission 1 Il tema della produzione di energia e dell uso efficiente della stessa è spesso al centro

Dettagli

I centri storici Casamassima, Sammichele, Turi SCENARI per valorizzare l identità

I centri storici Casamassima, Sammichele, Turi SCENARI per valorizzare l identità I centri storici Casamassima, Sammichele, Turi SCENARI per valorizzare l identità Francesco Maiorano ANCSA Associazioni Nazionale Centri Storici e Artistici PIST Peucetia Turi-Casamassima-Sammichele obiettivo

Dettagli

PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE: Misure urgenti per la gestione coordinata delle energie rinnovabili e la tutela della biodiversità nella Regione Molise

PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE: Misure urgenti per la gestione coordinata delle energie rinnovabili e la tutela della biodiversità nella Regione Molise PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE: Misure urgenti per la gestione coordinata delle energie rinnovabili e la tutela della biodiversità nella Regione Molise Il Consigliere Vittorino Facciolla Il Consigliere Michele

Dettagli

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Fase 2.1.1 Trasferimento delle esperienze maturate dalla Regione Marche in materia

Dettagli

Integrare le politiche per tutelare e riqualificare le risorse idriche!

Integrare le politiche per tutelare e riqualificare le risorse idriche! Integrare le politiche per tutelare e riqualificare le risorse idriche! VIVIANE IACONE! DG AMBIENTE ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE! Strumenti di pianificazione per la tutela delle risorse idriche! E in

Dettagli

Il rischio idraulico REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Servizio Tecnico Bacino Reno. Giuseppe Simoni

Il rischio idraulico REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Servizio Tecnico Bacino Reno. Giuseppe Simoni Il rischio idraulico Giuseppe Simoni Servizio Tecnico Bacino Reno REGIONE EMILIA-ROMAGNA Il rischio da eventi naturali CONCETTI FONDAMENTALI 1) Il RISCHIO è il prodotto di più fattori : - PERICOLOSITA

Dettagli

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO ATTUAZIONE DEL PROGETTO REBIR Risparmio Energetico, Bioedilizia, Riuso Data 29.01.2009

Dettagli

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia Associazione Imprenditori Idroelettrici del Friuli Venezia Giulia Monitoraggio dei corsi d'acqua per la realizzazione e la gestione delle derivazioni Palazzo Torriani, Udine, 20 settembre 2013 Piano Regionale

Dettagli

1.4 DESCRIZIONI E INTERPRETAZIONI. 1.4. Commercio e attività produttive

1.4 DESCRIZIONI E INTERPRETAZIONI. 1.4. Commercio e attività produttive DESCRIZIONI E INTERPRETAZIONI 1.4. Commercio e attività produttive 1.4 ANALISI E DATI Lo spazio attualmente occupato dal commercio e delle attività produttive è l 11% del territorio, pari 1.707.968 mq.

Dettagli

RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE

RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE Sala delle Colonne BPM Milano 29 aprile 2010 Francesco G. Paparella Presidente AIBA PERCHE IL BROKER Nel 2009 i broker: hanno intermediato il 46,1% dei rami

Dettagli

LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE NATURALI IN EUROPA. Silva Marzetti

LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE NATURALI IN EUROPA. Silva Marzetti L EUROPA E LE RISORSE AMBIENTALI, ENERGETICHE E ALIMENTARI BOLOGNA, 16 MARZO 2015 LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE NATURALI IN EUROPA Silva Marzetti Scuola di Economia, Management e Statistica Università

Dettagli

Prevenzione Formazione ed Informazione

Prevenzione Formazione ed Informazione Il Rischio Sismico Prevenzione Formazione ed Informazione Giuseppe Licata Esperto in Sistemi Informativi Territoriali e Telerilevamento. Laureando in Scienze Geologiche, curriculum rischi geologici Il

Dettagli

Michele Pisante Commissario Delegato CREA 02/03/2016 1

Michele Pisante Commissario Delegato CREA 02/03/2016 1 Michele Pisante Commissario Delegato CREA 02/03/2016 1 RISORSE IDRICHE: finalità e attività da svolgere 5 linee: Programmazione investimenti irrigui; Condizionalità Ex ante; Integrazione e sinergie con

Dettagli

nei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE

nei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE AD USO INDUSTRIALE per la produzione di ENERGIA IDROELETTRICA nei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE attraverso lo sfruttamento

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Analisi dei fabbisogni formativi dei professionisti che. operano nella valorizzazione dei Beni Culturali nella. Provincia di Pisa

Analisi dei fabbisogni formativi dei professionisti che. operano nella valorizzazione dei Beni Culturali nella. Provincia di Pisa Analisi dei fabbisogni formativi dei professionisti che operano nella valorizzazione dei Beni Culturali nella Provincia di Pisa A cura di Katia Orlandi Il territorio della Provincia di Pisa si caratterizza

Dettagli

Presentazione dell incontro

Presentazione dell incontro Presentazione dell incontro Giuseppe Bortone Direttore Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa 1 Realizzazione della Rete Natura 2000 in Emilia- Romagna Fasi di realizzazione: periodo 1995 2000:

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI IMPERIA AL SINDACO DI POMPEIANA

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI IMPERIA AL SINDACO DI POMPEIANA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI IMPERIA AL SINDACO DI POMPEIANA AL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL CORPO FORESTALE DI IMPERIA ALLA POLIZIA PROVINCIALE DI IMPERIA Prot.n. 251/06

Dettagli

MESSINA 2020- VERSO IL PIANO STRATEGICO

MESSINA 2020- VERSO IL PIANO STRATEGICO MESSINA 2020- VERSO IL PIANO STRATEGICO COMMISSIONE 3 : SERVIZI PER LO SVILUPPO LOCALE DEI TERRITORI Sintesi risultati incontro del 9 Febbraio 2009 ASSISTENZA TECNICA A CURA DI: RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO

Dettagli

URBANISTICA b) il diritto di farsi casa per abitarvi. a) delle cose di interesse artistico e storico. c) n 1150 del 17 agosto 1942.

URBANISTICA b) il diritto di farsi casa per abitarvi. a) delle cose di interesse artistico e storico. c) n 1150 del 17 agosto 1942. URBANISTICA La legge n 1766 del 16 giugno 1927 introduceva il concetto dello Ius caselimandi cioè: a) il diritto di costruire abitazioni rurali. b) il diritto di farsi casa per abitarvi. c) il diritto

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

ROADSHOW PMI TURISMO E PMI

ROADSHOW PMI TURISMO E PMI ROADSHOW PMI TURISMO E PMI Cagliari, 29 maggio 2009 Per il 67,2% delle Pmi del turismo la situazione economica del Paese è peggiorata nei primi cinque mesi del 2009 rispetto al secondo semestre del 2008.

Dettagli

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata in località Cavallara presso l abitato di S.Giovanni nel Comune di Ostellato.

Dettagli

Il monitoraggio del fiume Serio: Inquadramento delle criticità ambientali

Il monitoraggio del fiume Serio: Inquadramento delle criticità ambientali UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA Dipartimento di Scienze dell Ambiente e del Territorio Il monitoraggio del fiume Serio: Inquadramento delle criticità ambientali Relatore: SERGIO CANOBBIO Seriate,,

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

Ordine degli Ingegneri. Energia per il Governo del Territorio

Ordine degli Ingegneri. Energia per il Governo del Territorio Ordine degli Ingegneri Provincia di Como Energia per il Governo del Territorio L uso razionale dell energia Pertinenza del tema Aspetti pianificatori Proposte Uso razionale dell energia La questione urbana

Dettagli

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy n. 022 - Martedì 31 Gennaio 2012 Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy Questo breve report dell Agenzia Europea per l'ambiente prende in esame il ruolo del riciclo nella

Dettagli

Approcci e strategie per il risparmio energetico. Amministratore Delegato di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A.

Approcci e strategie per il risparmio energetico. Amministratore Delegato di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A. Approcci e strategie per il risparmio energetico Amministratore Delegato di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A. LA SOCIETÀ HA UN RUOLO RILEVANTE PER LO SVILUPPO NEL TERRITORIO DI INFRASTRUTTURE STRATEGICHE

Dettagli

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00

Convegno. Aree industriali e politiche di piano. Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile. Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Roma 30 gennaio 2014 ore 14,00 Università Roma Tre, Dipartimento di Architettura Via della Madonna dei Monti, 40 Convegno Aree industriali e politiche di Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione

Dettagli

Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio

Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio Eva Trasforini Fondazione CIMA eva.trasforini@cimafoundation.org Vi racconto qualcosa di me Ho un TOT di anni

Dettagli

www.ecostampa.it Senaf

www.ecostampa.it Senaf 058904 www.ecostampa.it Senaf 058904 www.ecostampa.it Senaf Versione per la stampa Stampa Il 10 Novembre alla Fiera di Roma Comuni «rinnovabili»: cresce la diffusione per tutte le fonti Si parlerà delle

Dettagli

Carta delle imprese per il Turismo Sostenibile nel Parco Lombardo della Valle del Ticino 2010

Carta delle imprese per il Turismo Sostenibile nel Parco Lombardo della Valle del Ticino 2010 Carta delle imprese per il Turismo Sostenibile nel Parco Lombardo della Valle del Ticino 2010 Progetto LA SOSTENIBILITÀ COME PERCORSO DI QUALITÀ PER LE AZIENDE TURISTICHE DEL PARCO DEL TICINO www.networksvilupposostenibile.it

Dettagli

Aspetti geologici nella pianificazione

Aspetti geologici nella pianificazione Associazione Nazionale Urbanisti e Pianificatori Territoriali e Ambientali con il patrocinio di Comune di Este Consorzio di Bonifica Adige Euganeo PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: PREVENZIONE UN COMPITO

Dettagli

Risorse e potenzialità turistiche della Media Valle del Po

Risorse e potenzialità turistiche della Media Valle del Po UNIVERSITA CATTOLICA DEL SACRO CUORE SEDE DI PIACENZA FACOLTA DI ECONOMIA MASTER IN MANAGER SVILUPPO TURISTICO TERRITORIALE MUST Risorse e potenzialità turistiche della Media Valle del Po SINTESI PER IL

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi

Dettagli

Evoluzione normativa sul rischio idrogeologico dalla Legge 183/1989 alla Direttiva Alluvioni (2007/60/CE) e il Decreto Legislativo 49/2010

Evoluzione normativa sul rischio idrogeologico dalla Legge 183/1989 alla Direttiva Alluvioni (2007/60/CE) e il Decreto Legislativo 49/2010 Evoluzione normativa sul rischio idrogeologico dalla Legge 183/1989 alla Direttiva Alluvioni (2007/60/CE) e il Decreto Legislativo 49/2010 Francesca Testella,Centro Euro- Mediterraneo per i Cambiamenti

Dettagli

IL SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE

IL SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE B IL SISTEMA NATURALE ED AMBIENTALE Premessa Il quadro conoscitivo del PTCP restituisce un analisi del sistema naturale ed ambientale del territorio provinciale che pone limiti ed offre opportunità alle

Dettagli

Dal FEP al FEAMP: quale transizione

Dal FEP al FEAMP: quale transizione L attuazione della Politica Europea per la Pesca: Dal FEP al FEAMP Bologna, 08 ottobre 2014 Regione Emilia Romagna FEP: Misura 5.1 Assistenza tecnica Dal FEP al FEAMP: quale transizione Giulio Malorgio

Dettagli

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO nuove scelte per la difesa del nostro Appennino

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO nuove scelte per la difesa del nostro Appennino Comitato alluvione 11 Giugno 2011 onlus Il dissesto nell Appennino di Parma programmiamo la prevenzione Fornovo, Biblioteca Comunale, 20 Maggio 2014 IL DISSESTO IDROGEOLOGICO nuove scelte per la difesa

Dettagli

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE VENETO BANDI DI FINANZIAMENTO APERTI CHE RIGUARDANO IL SETTORE LEGNO ENERGIA

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE VENETO BANDI DI FINANZIAMENTO APERTI CHE RIGUARDANO IL SETTORE LEGNO ENERGIA PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE VENETO BANDI DI FINANZIAMENTO APERTI CHE RIGUARDANO IL SETTORE LEGNO ENERGIA ASSE 1 MISURA 121 MISURA 121 M Ammodernamento delle Aziende Agricole in montagna

Dettagli

SCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE

SCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE SCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE In adeguamento al Regolamento n.1 di attuazione della legge regionale n. 50/2012, articolo 2 - comma 6, nel Comune di Tezze sul Brenta è stata individuata un area degradata

Dettagli

Scheda azione emergente - 10

Scheda azione emergente - 10 Scheda azione emergente - 10 Azione emergente Politica cui l azione concorre Obiettivo Strategico Obiettivi operativi Attività DEFINIZIONE E ADOZIONE DI PIANI DI EMERGENZA COMUNALI ED INTERCOMUNALI Riduzione

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

IL VERDE PUBBLICO 2.0

IL VERDE PUBBLICO 2.0 IL VERDE PUBBLICO 2.0 Approcci innovativi alla gestione del verde 21 novembre 2014, Brindisi Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, L. n 10/2013: cosa significa per i Comuni? Dott.ssa for. Francesca

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

ALLEGATO. Il sito web interattivo

ALLEGATO. Il sito web interattivo ALLEGATO 3 Il sito web interattivo www.paesaggio.regione.puglia.it l paesaggio visto dagli abitanti Il paesaggio visto dagli abitanti I primi risultati dell'atlante delle Segnalazioni http://paesaggio.regione.puglia.it

Dettagli

Le politiche energetiche della Regione Emilia Romagna. Alberto Rossini Coordinatore ANCI Emilia-Romagna del PAES Valmarecchia

Le politiche energetiche della Regione Emilia Romagna. Alberto Rossini Coordinatore ANCI Emilia-Romagna del PAES Valmarecchia Le politiche energetiche della Regione Emilia Romagna Alberto Rossini Coordinatore ANCI Emilia-Romagna del PAES Valmarecchia Santarcangelo di Romagna 19 Febbraio 2015 Le politiche energetiche in Europa

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA SULLA PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO AMBIENTALE TRA. CONFINDUSTRIA - Confederazione Generale dell Industria Italiana

PROTOCOLLO D INTESA SULLA PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO AMBIENTALE TRA. CONFINDUSTRIA - Confederazione Generale dell Industria Italiana PROTOCOLLO D INTESA SULLA PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO AMBIENTALE TRA CONFINDUSTRIA - Confederazione Generale dell Industria Italiana E ANIA - Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici Confindustria,

Dettagli

La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia

La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia Roberto Pretolani Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale Università degli Studi di Milano La politica

Dettagli

Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo. Fase Conoscitiva

Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo. Fase Conoscitiva Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo Fase Conoscitiva Quali fattori vanno analizzati La fase conoscitiva analizza: Realtà geoterritoriale (quadro strutturale) Quadro Urbano (infrastrutture, edificato,

Dettagli

MULTIFUNZIONALITÀ AZIENDALE: UN OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE FEMMINILI E IL TERRITORIO VERONICA NAVARRA PRESIDENTE DELEGATO ONILFA

MULTIFUNZIONALITÀ AZIENDALE: UN OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE FEMMINILI E IL TERRITORIO VERONICA NAVARRA PRESIDENTE DELEGATO ONILFA MULTIFUNZIONALITÀ AZIENDALE: UN OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE FEMMINILI E IL TERRITORIO VERONICA NAVARRA PRESIDENTE DELEGATO ONILFA Sul filo del lavoro Nuove trame per lo sviluppo della filiera tessile e

Dettagli

La perequazione urbanistica principi e forme di applicazione

La perequazione urbanistica principi e forme di applicazione WORKSHOP MODALITA DI ATTUAZIONE DEL PIANO: Tecniche attuative del Piano La perequazione urbanistica principi e forme di applicazione Sala Conferenze Belvedere di San Leucio (CE) 19 febbraio 2015 Il principio

Dettagli

Manutenzione del territorio e prevenzione dei rischi

Manutenzione del territorio e prevenzione dei rischi Manutenzione del territorio e prevenzione dei rischi Mauro Agnoletti Dipartimento di Economia, Ingegneria, Scienze e Tecnologie Agrarie e Forestali Università degli Studi di Firenze La ricerche sulle dinamiche

Dettagli

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO GEOGRAFIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Paesaggio Capire che cos è la geografia e di che cosa si occupa. Saper distinguere tra geografia fisica e umana. Capire il mondo in cui viviamo attraverso le

Dettagli

LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020

LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 \ OBIETTIVI TEMATICI (art.9 Reg.Generale) Interventi attivabili nel periodo 2014-2020 Grado

Dettagli