LABORATORIO DI ECONOMIA APPLICATA DEFINIZIONI E INDICATORI VALORI CORRENTI E VALORI CONCATENATI: METODI DI CALCOLO DELLE GRANDEZZE REALI

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1 LABORATORIO DI ECONOMIA APPLICATA DEFINIZIONI E INDICATORI VALORI CORRENTI E VALORI CONCATENATI: METODI DI CALCOLO DELLE GRANDEZZE REALI Valori ai prezzi correnti (o nominali): Indicano il valore di un aggregato di merci al tempo corrente: incorporando le variazioni di prezzo. Valori reali ai prezzi dell anno precedente: Indicano il valore di un aggregato di merci del tempo corrente espresso ai prezzi dell anno precedente: Valori reali ai prezzi di un anno base: Indicano il valore di un aggregato di merci del tempo corrente espresso ai prezzi dell anno base (sono anche detti "valori a prezzi costanti"): Valori reali a prezzi concatenati: sono valori costruiti con la cosiddetta metodologia del concatenamento, in cui la base per il calcolo dei valori reali viene modificata in ogni periodo. Il concatenamento consiste nel costruire una serie di valori reali, dove ciascun valore è calcolato mediante i prezzi dell anno precedente, ma successivamente nel ricostruire, mediante i tassi di variazione percentuali annui, un intera serie storica riportata a un unico anno di riferimento arbitrario; sicché i valori dei diversi anni divengano confrontabili. Gli indici concatenati si contrappongono ai cosiddetti indici a base fissa, in cui al contrario l'anno base viene mantenuto costante per un certo numero di periodi (v. valori ai prezzi di un anno base). In termini formali, indicando con il saggio di crescita reale registrato al tempo t e con il valore reale del prodotto al tempo t ottenuto con la metodologia del concatenamento, dove 0 indica l anno di riferimento arbitrariamente scelto, tale valore reale si ottiene come segue: 1

2 Cioè cumulando la crescita reale annua registrata periodo per periodo a partire da un valore nominale iniziale. Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento consiste nel fatto che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato e questo garantisce la migliore (meno distorta) rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici. L elemento a sfavore del concatenamento si riconduce alla proprietà dell additività. L additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l aggregato totale a sua volta deflazionato. Questa proprietà consente di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti. Per le stime ottenute con il metodo del concatenamento, la proprietà dell additività viene mantenuta quando vengono presentati gli aggregati in valore ai prezzi dell anno precedente mentre viene persa quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento. Si noti che, una volta che sia disponibile la serie storica di una variabile espressa a prezzi concatenati, il saggio di crescita reale può essere ottenuto semplicemente come tasso di variazione percentuale annuo della serie. NUMERI INDICE E TASSI DI VARIAZIONE Ogni serie storica che esprime i livelli di una variabile può essere alternativamente espressa mediante numeri indice. Ciò implica uguagliare arbitrariamente a 100 il valore della variabile in un periodo qualsiasi della serie storica (periodo base), e dividere i valori relativi agli altri periodi per il valore che la variabile aveva nel periodo base: I tassi di variazione annui si ottengono da una serie espressa in numeri indice esattamente allo stesso modo in cui si ottengono dalla serie originaria: CONTRIBUTO ALLA VARIAZIONE DI UN AGGREGATO Quando di un aggregato si conoscano il tasso di variazione su un certo periodo e il tasso di variazione delle sue componenti, è possibile calcolare il "contributo" di ciascuna componente alla variazione dell'aggregato moltiplicando il tasso di crescita di ciascuna componente per la quota che essa rappresenta nell'aggregato. 2

3 DEFLATORE Rapporto tra un aggregato espresso in termini nominali e lo stesso espresso in termini reali. Indica quanta parte della crescita dell aggregato, espresso in termini nominali, sia da attribuire a variazioni di prezzo. PREZZI BASE E PREZZI DI MERCATO Il prezzo base misura l'ammontare effettivo ricevuto dal produttore. Include i contributi sui prodotti ed esclude le imposte sui prodotti ed ogni margine commerciale e di trasporto fatturato separatamente dal produttore. Il prezzo di mercato rappresenta il prezzo finale pagato dal consumatore, comprensivo di tutti i margini e le imposte. Il Pil si valuta normalmente ai prezzi di mercato ed è comprensivo dell'iva (imposta sul valore aggiunto). VARIAZIONE CONGIUNTURALE Variazione rispetto al periodo infra-annuale (mese o trimestre) precedente. VARIAZIONE TENDENZIALE Variazione rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. INDICI DI PREZZO E MISURE DELL INFLAZIONE L'inflazione è un processo di aumento continuo e generalizzato del livello dei prezzi. Un aumento dell inflazione corrisponde ad una situazione in cui aumenta la velocità di crescita dei prezzi, mentre una riduzione dell inflazione si verifica nel caso in cui i prezzi, pur essendo in aumento, crescono ad una velocità minore. Il tasso di inflazione è il tasso di variazione del livello generale dei prezzi: t P t P P t 1 t 1 Quando il livello generale dei prezzi scende, si parla di deflazione. Il livello generale dei prezzi si misura tramite la costruzione dell indice dei prezzi al consumo, calcolato come media ponderata dei prezzi di un certo numero di beni e servizi (circa 1500) che entrano normalmente a far parte del consumo delle famiglie. Beni e servizi entrano in un paniere in quantità che riflettono il consumo medio per famiglia della collettività di riferimento. I cui prezzi vengono rilevati periodicamente (mensilmente o ogni due mesi) e localmente e poi riportati in una media nazionale. In Italia il calcolo dell'indice è affidato all'istituto nazionale di statistica (ISTAT). Tre diversi indici dei prezzi al consumo L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA). I tre indici hanno finalità differenti: il NIC misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico; in altre parole considera l'italia come se fosse un'unica grande famiglia di consumatori, all'interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche; il FOI si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (extragricolo). E' l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato; 3

4 l'ipca è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'unione Europea, ai fini dell'accesso e della permanenza nell'unione monetaria. Analogie e differenze tra i tre indici dei prezzi al consumo I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale. NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana; per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato. L'IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita, mentre vengono compresi i ticket sulle prestazioni sanitarie e sui farmaci, esclusi dal computo degli altri due indici. Un'ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il concetto di prezzo considerato: il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita, l'ipca si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore e quindi tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni). Componente di fondo dell'inflazione (o "core inflation"): viene calcolata, con riferimento all indice nazionale dei prezzi al consumo NIC, escludendo i beni alimentari non lavorati e i beni energetici. Inflazione acquisita: rappresenta la variazione media annua dell indice dei prezzi al consumo che si avrebbe ipotizzando che l indice stesso rimanga, nei restanti mesi dell anno, al medesimo livello dell ultimo dato mensile disponibile (cioè che le successive variazioni congiunturali siano nulle). Principali classificazioni dei beni e servizi Beni durevoli: includono le autovetture, gli articoli di arredamento, gli elettrodomestici. Beni non durevoli: comprendono i generi alimentari, i detergenti per la pulizia della casa, i prodotti per la cura della persona, i medicinali. Beni semidurevoli: comprendono i capi di abbigliamento, le calzature, i libri. Beni energetici regolamentati: includono le tariffe per l energia elettrica e il gas di rete per uso domestico. Beni energetici non regolamentati: comprendono i carburanti per gli autoveicoli e i lubrificanti. Prodotti ad alta frequenza di acquisto: includono, oltre ai generi alimentari, le bevande alcoliche e analcoliche, i tabacchi, le spese per l affitto, i beni non durevoli per la casa, i servizi per la pulizia e manutenzione della casa, i carburanti, i trasporti urbani, i giornali e i periodici, i servizi di ristorazione, le spese di assistenza. Prodotti a media frequenza di acquisto: comprendono, tra gli altri, le spese di abbigliamento, le tariffe elettriche e quelle relative all acqua potabile e lo smaltimento dei rifiuti, i medicinali, i servizi medici e quelli dentistici, i trasporti stradali, ferroviari marittimi e aerei, i servizi postali e telefonici, i servizi ricreativi e culturali, i pacchetti vacanze, i libri, gli alberghi e gli altri servizi di alloggio. Prodotti a bassa frequenza di acquisto: comprendono gli elettrodomestici, i servizi ospedalieri, l acquisto dei mezzi di trasporto, i servizi di trasloco, gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, gli articoli sportivi. Servizi relativi all abitazione: comprendono i servizi di riparazione, la pulizia e la manutenzione della casa, la tariffa per i rifiuti solidi, il canone d'affitto, le spese condominiali. Servizi relativi alle comunicazioni: comprendono i servizi di telefonia e i servizi postali. Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona: comprendono i pacchetti vacanza tutto compreso, i servizi di alloggio, i ristoranti, bar e simili, le mense, la 4

5 riparazione di apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, i servizi per l'abbigliamento, i servizi per l'igiene personale, i servizi ricreativi e culturali vari, i concorsi e le lotterie. Servizi relativi ai trasporti: comprendono i trasporti aerei, marittimi, ferroviari, e stradali, i servizi di manutenzione e riparazione di mezzi di trasporto, i trasferimenti di proprietà, le assicurazioni sui mezzi di trasporto. Servizi vari: comprendono l istruzione, i servizi medici, i servizi per l assistenza, i servizi finanziari;professioni liberali; servizio funebre; assicurazioni sugli infortuni. ATTIVITA, OCCUPAZIONE, DISOCCUPAZIONE All'interno della popolazione, si definiscono i seguenti sottoinsiemi: popolazione in età da lavoro: sottoinsieme della popolazione, costituito da tutte le persone che giuridicamente potrebbero dedicarsi a un'attività lavorativa (sono quindi esclusi i giovani, fino al compimento dell'obbligo scolastico, e gli anziani con 65 anni e oltre) forze di lavoro: sottoinsieme del precedente, comprende tutte le persone effettivamente presenti sul mercato del lavoro, o perché occupati in un'attività produttiva, o perché alla ricerca attiva di un lavoro. Le forze di lavoro si dividono in occupati e disoccupati Si definiscono i seguenti rapporti: forze di lavoro tasso di partecipazione = (o di attività) popolazione in età da lavoro disoccupati tasso di disoccupazione = forze di lavoro popolazione - popolazione in età da lavoro indice di dipendenza = popolazione in età da lavoro occupati tasso di occupazione = popolazione in età da lavoro Il primo esprime la percentuale di popolazione in età da lavoro che effettivamente partecipa al mercato del lavoro. Il secondo esprime la percentuale di forze di lavoro che non trovano un'occupazione. Il terzo è un indice demografico, ed esprime la quantità di persone "dipendenti" (cioè impossibilitate a procurarsi da sé il reddito necessario al sostentamento) teoricamente a carico di ogni persona in età da lavoro. Il quarto rapporto misura quale parte della popolazione potenzialmente in età da lavoro sia effettivamente occupata. UNITÀ DI LAVORO (ULA) Rappresentano una misura dell occupazione con la quale le posizioni lavorative a tempo parziale (contratti di lavoro part-time e seconde attività) sono riportate in unità di lavoro a tempo pieno. Le unità di lavoro sono calcolate al netto della cassa integrazione guadagni. 5

6 SALDO PRIMARIO Con riferimento al bilancio pubblico, rappresenta il saldo del conto delle Amministrazioni pubbliche al netto degli interessi passivi. -COIN Indicatore sintetico costruito dalla Banca d'italia, mostra con un singolo numero le previsioni di crescita dell'area euro al netto delle componenti più erratiche. Viene aggiornato ogni mese, e costruito sulla base di un gran numero di dati (produzione industriale, dati sui mercati finanziari e di borsa, indicatori di domanda, interviste). LA BCE E LA POLITICA MONETARIA BASE MONETARIA. Corrispondente alle passività della Banca centrale, è detenuta in parte dal pubblico (circolante), in parte dalle banche (riserve). M1 comprende il circolante e i depositi in conto corrente. M2 comprende M1 più i depositi bancari e postali a breve e (vincolati in genere fino a due anni). M3 comprende M2 più altri titoli molto liquidi, come obbligazioni e titoli di stato a breve scadenza. Struttura BCE Il Sistema europeo delle banche centrali (SEBC) comprende la Banca centrale europea e le banche centrali nazionali dei 28 stati membri dell'unione europea. L'Eurosistema (organismo informale) comprende la BCE e le banche centrali nazionali dei 19 paesi che hanno introdotto la moneta unica (Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna). Le banche centrali nazionali dei paesi al di fuori della zona euro conducono una politica monetaria nazionale autonoma. Sono organi della BCE il Comitato esecutivo, composto da 6 membri tra cui il Presidente della BCE, e il Consiglio direttivo, costituito dai membri del Comitato esecutivo e dai rappresentanti delle banche centrali nazionali appartenenti all'eurosistema. Sono esclusi i rappresentanti delle Banche centrali dei paesi non aderenti all'euro, che partecipano invece al Consiglio generale. Il Consiglio direttivo si riunisce ogni sei settimane e determina la politica monetaria. Operazioni di politica monetaria della BCE La regolazione della liquidità avviene mediante: Operazioni di mercato aperto su iniziativa della BCE Operazioni su iniziativa delle controparti, per la gestione giornaliera della liquidità Modifiche del coefficiente di riserva obbligatorio delle banche Le operazioni di mercato aperto sono solitamente operazioni pronti contro termine, cioè temporanee. Le più importanti sono le operazioni di rifinanziamento principale (REPO) sulle quali si stabilisce il tasso di interesse di riferimento della politica monetaria europea. Altre operazioni sono le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. Le operazioni su iniziativa delle controparti sono due tipi di operazioni che rispettivamente iniettano o assorbono liquidità overnight (dal pomeriggio alla mattina del giorno dopo): il rifinanziamento marginale e il deposito marginale per cui una banca deposita un eccesso di liquidità presso la Banca centrale. La differenza tra il tasso di rifinanziamento marginale e il tasso di deposito marginale dà luogo al così detto corridoio in cui fluttua il tasso di interesse interbancario. 6

7 I principali tassi di interesse del mercato interbancario sono l'eonia (Euro OverNight Index Average) e l'euribor (EURo Inter Bank Offered Rate). Entrambi rappresentano medie ponderate di una pluralità di tassi effettivi su operazioni di finanziamento interbancario, a brevissimo o breve termine, tra le principali banche europee. L'Euribor è tipicamente il riferimento dei mutui ipotecari a tasso variabile, il cui tasso si calcola applicando uno spread al tasso Euribor (ad esempio) a sei mesi. La riserva obbligatoria è la percentuale dei depositi e titoli a breve che le banche devono depositare in media nel mese presso la banca centrale. ODM (Operazioni definitive monetarie) o OMT (Outright Monetary Transactions) comunemente note come "piano anti spread" (lett. transazioni monetarie dirette, introdotte nel settembre Si tratta di un piano che la BCE mette a disposizione dei paesi che ne facciano richiesta e consiste nell acquisto illimitato di titoli di Stato (a breve termine) sul mercato secondario, con lo scopo di ridurre le pressioni derivate dallo spread e placare i timori sui mercati finanziari. Soggetto a stretta condizionalità, il programma non è mai stato attuato non avendo alcun paese membro fatto ancora richiesta. Quantitative easing Insieme di manovre di massiccio acquisto di titoli, tra cui titoli dei debiti sovrani, da parte della BCE lanciato a fine 2014 e attuato nei primi mesi del Parte della liquidità erogata alle banche viene assoggettata alla condizione che venga trasferita all economia reale. La manovra ha lo scopo dichiarato di frenare le pressioni deflazionistiche e di far affluire credito all economia reale. Bilancia dei pagamenti (documento contabile che registra tutte le transazioni tra residenti nazionali e residenti esteri: con segno positivo sono registrate le transazioni che comportano pagamenti dall'estero, con segno meno le transazioni che comportano pagamenti verso l'estero): Conto corrente Esportazioni e importazioni di beni Esportazioni e importazioni di servizi Redditi da e verso l'estero Trasferimenti unilaterali in conto corrente Conto capitale Acquisizioni e cessioni di attività intangibili (brevetti, ecc.) Trasferimenti unilaterali in conto capitale Conto finanziario Investimenti diretti Investimenti di portafoglio Derivati Altri investimenti Variazione riserve ufficiali segno + segno Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi Redditi dall'estero Redditi verso l'estero Trasferimenti unilaterali dall'estero Trasferimenti unilaterali verso l'estero 7

8 Aumento delle passività verso l'estero (CF): Investimento diretto dall'estero Vendita di titoli a operatori esteri Incremento dei debiti commerciali o bancari sull'estero Diminuzione delle riserve ufficiali Acquisizione di attività sull'estero (CF): Investimento diretto all'estero Acquisto di titoli esteri Aumento dei crediti commerciali o bancari sull'estero Aumento delle riserve ufficiali Al netto di mancate o erronee registrazioni (comprese nella voce Errori e omissioni), il saldo contabile complessivo della bilancia dei pagamenti deve sempre essere uguale a zero, poiché di ogni transazione viene anche registrato il corrispettivo finanziario (ovvero l'effettivo pagamento). Ad esempio, per la vendita all'estero di un certo quantitativo di beni (esportazione) a fronte della voce con segno positivo registrata nel conto corrente ci sarà anche una voce con segno negativo nel conto finanziario, che equivale o all'ingresso di valuta (aumento delle riserve ufficiali) se il pagamento è effettuato in contanti, o all'accensione di un credito verso l'estero. Per costruzione, la somma dei saldi del conto corrente e del conto capitale corrisponde (a meno di "errori ed omissioni") al saldo, cambiato di segno, del conto finanziario. Quest'ultimo saldo, ancora cambiato di segno, corrisponde, a meno degli aggiustamenti di valutazione, alla variazione della posizione finanziaria netta del paese verso l'estero (la posizione finanziaria netta deriva dal saldo di tutte le attività sull'estero e le passività verso l'estero di tutti i soggetti pubblici e privati che compongono l'economia nazionale). Dal punto di vista economico ciò che conta è il saldo economico della bilancia dei pagamenti, che è pari alla somma del saldo dei tre conti escludendo però dal conto finanziario la variazione delle riserve ufficiali e le modifiche della posizione netta sull'estero delle banche. Il saldo economico della bilancia dei pagamenti, indicato con BP, può essere in avanzo, in pareggio o in deficit e determina la tendenza del tasso di cambio a variare (v. oltre). Tasso di cambio nominale bilaterale (e): prezzo della valuta nazionale in termini di una valuta estera (quotazione certo per incerto). Con questo tipo di quotazione, aumenti del tasso di cambio e equivalgono ad apprezzamenti della valuta nazionale, ne risultano pertanto disincentivate le esportazioni (che si riducono in quantità) e incentivate le importazioni. Diminuzioni del tasso di cambio equivalgono a deprezzamenti della valuta nazionale (con effetti positivi sulla quantità di esportazioni e negativi sulla quantità di importazioni). Tasso di cambio reale bilaterale (e r ): tasso di cambio nominale ponderato per il rapporto tra gli indici di prezzo interni (P) ed esteri (P F ) e r = ep/p F 8

9 è anche detto indice di competitività (suoi aumenti implicano diminuzioni di competitività delle merci nazionali, e viceversa). Se aumenta e r, si esporta di meno (in quantità) e si importa di più (sempre in quantità), e viceversa. Il tasso di cambio nominale viene determinato sul mercato valutario o mercato dei cambi, su cui si scambiano le diverse valute utilizzate per i pagamenti internazionali. Per effettuare pagamenti all'estero gli operatori nazionali devono acquistare (cioè domandare al sistema bancario) valuta estera in cambio della quale cedono valuta nazionale; mentre gli esportatori e tutti gli operatori nazionali che ricevono pagamenti dall'estero fanno affluire (offrono) valuta estera al sistema bancario nazionale (in ultima istanza alla banca centrale) in cambio della quale ricevono valuta nazionale. Questi flussi di valuta estera domandata e offerta contro valuta nazionale formano il mercato dei cambi. Il prezzo che si forma sul mercato dei cambi è il tasso di cambio. Un deficit di bilancia dei pagamenti comporta una tendenza della valuta nazionale a deprezzarsi Un avanzo di bilancia dei pagamenti comporta una tendenza della valuta nazionale ad apprezzarsi. Regimi di cambio. Si definiscono regimi di cambio fisso o cambi fissi quelle situazioni, frutto di accordi internazionali, in cui le autorità (banche centrali) di vari paesi si impegnano a mantenere fisso il prezzo della propria valuta nei termini delle altre valute facenti parte dell'accordo. Normalmente si fissano delle bande di oscillazione, più o meno limitate, entro le quali l'accordo si considera rispettato. Per rispettare l'accordo di cambio la banca centrale si impegna a intervenire continuamente sul mercato valutario con acquisti o vendite della propria valuta contro altre valute per influire sulla quotazione (prezzo). Si definiscono regimi di cambio flessibile o cambi flessibili quelle situazioni in cui si lascia che il cambio sia determinato esclusivamente dalle forze di mercato senza alcun intervento della banca centrale. Questo implica che il cambio sia soggetto a continue fluttuazioni. Nella pratica i cambi perfettamente flessibili non esistono. Quasi sempre le banche centrali intervengono sul mercato dei cambi, anche in assenza di accordi espliciti, per pilotare il valore internazionale della propria valuta. In altri casi si giunge ad un accordo informale tra due o più paesi per evitare fluttuazioni eccessive delle proprie valute o per contrastare la tendenza al forte apprezzamento o deprezzamento di una di esse. In tutti questi casi la fluttuazione del cambio si definisce sporca o amministrata. I due casi estremi di cambi perfettamente e irrevocabilmente fissi e di cambi perfettamente flessibili impediscono alle autorità di politica economica di considerare 9

10 il tasso di cambio uno strumento di politica economica. Nel primo caso infatti il cambio è un obiettivo immodificabile, nel secondo non si può intervenire su di esso. Tutti i regimi intermedi consentono invece alle autorità di manovrare il cambio adottando la cosiddetta politica valutaria (modifica della parità dichiarata in caso di cambi fissi ma aggiustabili; intervento diretto sul mercato dei cambi nel caso di fluttuazione amministrata). Questa ha di solito il fine di intervenire sul saldo della bilancia dei pagamenti modificandolo. Altre definizioni o nozioni utili ai fini dell esame: - Parametri di Maastricht (in particolare parametri fiscali) - Patto di Stabilità e Crescita - Regola del bilancio strutturale in pareggio - Nozione di prodotto potenziale e output gap - 10

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