Risorse naturali comuni

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1 Aalborg Commitment 3 Ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità per la protezione, la conservazione e la disponibilità per tutti delle risorse naturali comuni. Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per: 1 ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota delle energie rinnovabili e pulite, 2. migliorare la qualità dell acqua e utilizzarla in modo più efficiente, 3. promuovere e incrementare la biodiversità, mantenendo al meglio ed estendendo riserve naturali e spazi verdi, 4. migliorare la qualità del suolo, preservare i terreni ecologicamente produttivi e promuovere l agricoltura e la forestazione sostenibile, 5. migliorare la qualità dell aria. 28

2 Capitolo 3 INDICATORI SELEZIONATI CRITICITÀ TENDENZA NEL TEMPO 3.1 Prelievi da grandi e piccole derivazioni (portate concesse) 3.2 Qualità dei corpi idrici superficiali (Stato Ecologico dei Corsi d Acqua) 3.3 Qualità dei corpi idrici sotterranei (Stato Chimico delle Acque Sotterranee) 3.4 Copertura ed efficienza del servizio di depurazione BOX: LO STATO DEGLI ACQUIFERI SOTTERRANEI 3.5 Incidenza aree protette sul territorio 3.6 Specie di vertebrati e piante superiori 3.7 Grado di valenza faunistica del territorio 3.8 Uso del suolo reale e pianificato 3.9 Grado di frammentazione delle aree naturali protette BOX: INTERVENTI DI RIFORESTAZIONE E RIQUALIFICAZIONE FLORISTICA E FAUNISTICA BOX: IL METROBOSCO. UN PATTO PER IL NUOVO BENESSERE METROPOLITANO In sintesi Conservare le risorse naturali comuni è come investire in borsa sui fondamentali I fondamentali, in provincia di Milano sono i sistemi idrici e le aree verdi, cioè le risorse che rappresentano il patrimonio e l identità del territorio provinciale. Il sistema economico e insediativo provinciale vive dell utilizzo delle proprie riserve di acque sotterranee e superficiali. Dal punto di vista quantitativo non siamo certo alle situazioni di criticità di altre aree del Paese, trattandosi di riserve estesissime e che vengono continuamente alimentate dal ciclo idrologico naturale. Ma la pluralità e l irrazionalità di alcuni utilizzi, coniugata con i fenomeni di inquinamento delle risorse idriche disponibili, rappresentano un problema da gestire con maggiore coerenza. I prelievi di maggior entità (o meglio, le portate concesse) restano quelli per usi irrigui (pari al 61% delle portate totali concesse da grandi derivazioni superficiali) e per usi industriali (pari al 35%, in diminuzione). Assolutamente meno rilevanti gli usi potabili (anche se in leggera crescita) le cui captazioni, per problemi legati a fenomeni di contaminazione della falda superficiale, si stanno però spostando negli acquiferi più profondi (con maggiori costi e rischi di ulteriore contaminazione). La qualità delle acque superficiali in provincia di Milano, al contrario della situazione della maggioranza del territorio della regione, è ancora prevalentemente pessima o scadente e si registrano di recente alcuni peggioramenti. Miglioramenti ma non ancora sufficienti - sono visibili nei contesti dove sono stati attivati interventi di tutela del deflusso minimo vitale o di collettamento e depurazione. Sul territorio provinciale le fognature coprono il 98% del servizio e, a esclusione della città di Milano, la copertura 29

3 del servizio depurazione nel 2002 era pari all 87,0% (ab. serviti/ab totali). Recentemente Milano ha sbloccato la situazione di deficit di depurazione che è stata per anni causa di impatti ambientali gravissimi sull intero bacino padano, ma in provincia permangono situazioni di deficit locale, anche marcate, soprattutto per gli impianti con bassa potenzialità e alcune aree della provincia sebbene con modestissimo carico inquinante non sono ancora raggiunte dalle reti di collettamento. Anche per le acque sotterranee risorsa tanto più preziosa perché fonte primaria dell approvvigionamento idropotabile la situazione si presenta critica: nel 40% dei casi monitorati le caratteristiche idrochimiche risultano scadenti a causa di impatto antropico rilevante. Complessivamente su tutto il territorio provinciale, i pozzi pubblici in cui sono stati riscontrati fenomeni di contaminazione, o per cui sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni massime ammissibili per almeno uno dei parametri da esso indicati, risulta pari al 25% del totale (si veda il Box dedicato al tema delle Acque Sotterranee). In questo quadro il sistema di aree protette costruito in provincia pari al 48% del territorio e con esso il sistema degli ambiti agricoli, rivestono un ruolo strategico. Essi rappresentano il territorio dove vanno mantenute intatte o ricreate le funzioni di rigenerazione del sistema idrico e della biodiversità. In questi anni la tutela di questi territori ha anche evitato la perdita di importanti aree verdi e ha attenuato, in particolare nell area meridionale del territorio, gli effetti dello sprawling urbano arrivato invece nelle aree più a nord e della Brianza a livelli quasi di saturazione. Più recentemente questo patrimonio, ulteriormente valorizzato, è diventato oggetto di strategie provinciali di riqualificazione territoriale (si vedano i Box) che, se giocate con coraggio anche dai Comuni impegnati nella revisione dei loro Piani di Governo del Territorio, potrebbero finalizzare i processi in corso di riconversione delle attività agricole alla effettiva realizzazione di una più ampia e integrata rete ecologica provinciale. 30

4 Capitolo 3 Gli indicatori in dettaglio 3.1 Prelievi da grandi e piccole derivazioni (portate concesse) Portate concesse per le grandi derivazioni Provincia di Milano - Anno 2007 Nella provincia di Milano all inizio del 2007 sono concesse captazioni da pozzo, 320 derivazioni superficiali e 221 sorgenti. Tra le grandi derivazioni le portate concesse principali sono principalmente destinate a uso irriguo ( l/s, pari al 61% delle portate da grandi derivazioni) e industriale ( l/s, pari al 35%), tutte provenienti da derivazioni superficiali. Vi sono poi le grandi derivazioni concesse per produzione di energia elettrica (potenza nominale media totale degli impianti pari a kw) provenienti da quattro derivazioni superficiali del fiume Adda (due a Trezzo sull Adda, una a Cassano d Adda, una lungo il Canale Muzza): in questi casi le acque prelevate vengono successivamente restituite. L alimentazione delle opere di captazione a uso potabile proviene principalmente da acque sotterranee: l/s provengono da concessioni di grandi derivazioni (8.140 l/s dei quali dalla sola città di Milano) e altre l/s da piccole derivazioni (pari al 42% del totale delle portate concesse da piccole derivazioni). Le rimanenti portate concesse da piccole derivazioni sono destinate principalmente a uso irriguo (37%) e industriale (15%). Portate concesse per le piccole derivazioni Provincia di Milano - Anno 2007 Fonte: Regione Lombardia D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile Fonte: Regione Lombardia D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile 31

5 La provincia di Milano a confronto Portate concesse per le grandi e piccole derivazioni, Province lombarde - Anno 2007 Portate pro capite concesse per le grandi e piccole derivazioni, Province lombarde Anno 2007 Le portate concesse in provincia di Milano all ottobre del 2004 (a esclusione delle portate a uso idroelettrico), complessivamente pari a circa l/s, rappresentano il valore provinciale più elevato nella regione Lombardia, cui seguono i valori della provincia di Mantova e di Brescia ( l/s e l/s rispettivamente). La destinazione d uso prevalente per quasi tutte le province è costituita dall uso irriguo, ma mentre è dominante (superiore all 80% delle portate concesse, ad esclusione dell uso idroelettrico) nelle province di Cremona, Pavia, Varese, Brescia, Bergamo e Lodi, diventa meno rilevante nelle province di Mantova e Milano, dove significativa è anche la destinazione industriale (pari nelle due città al 47% e 31%). Considerando invece il valore pro capite, la provincia di Milano, con 95 l/s ogni abitanti residenti, presenta un valore inferiore a quello regionale, pari a 144 l/s ogni 1.000ab. La provincia di Milano ha comunque valori di portata concessa pro capite maggiori di quelle di Como e Lecco (rispettivamente 13,5 l/s ogni 1.000ab e 15 l/s ogni 1.000ab), e minori di quelli delle province di Lodi (352 l/s ogni 1.000ab) e Mantova (568 l/s ogni 1.000ab). Fonte: Regione Lombardia D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile 32

6 Capitolo Qualità dei corpi idrici superficiali (Stato Ecologico dei Corsi d Acqua) 1 Qualità delle acque superficiali dei fiumi - Anno In riferimento all indice SECA 1, nel periodo la qualità delle acque dei corpi idrici superficiali è migliorata in tutti i bacini regionali e per metà di essi non si è riscontrato peggioramento in nessuna stazione. Nel 2005 il 65% delle stazioni di monitoraggio dell ARPA presenti sul territorio regionale presentano una qualità sufficiente o più che sufficiente. Le stazioni con Stato Ecologico scadente o pessimo risultano invece sostanzialmente concentrate in due aree ben definite, una delle quali rappresenta il cuore del sistema idrico provinciale milanese: il bacino del Lambro Seveso Olona (l altra è il bacino del Mella nella Lombardia centro orientale). 2 Nel territorio provinciale di Milano, tra il 2003 e il 2006, si è in realtà registrato un miglioramento del SECA in diversi punti della rete di monitoraggio nel bacino del fiume Lambro (es. nelle stazioni lungo il cavo Redefossi, il Colatore Addetta, il Naviglio Martesana), miglioramenti che dipendono probabilmente sia da interventi infrastrutturali realizzati nell ambito del collettamento e della depurazione dei reflui (come il risanamento della roggia Vettabbia a seguito dell attivazione dell impianto di depurazione di Nosedo), sia dall applicazione del deflusso minimo vitale (garantendo la portata che deve essere presente in un corso d acqua a valle delle captazioni idriche per mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi). Tra il 2005 e il 2006 si registrano anche alcuni peggioramenti: in 4 stazioni di monitoraggio a causa del peggioramento delle qualità chimiche (per la scarsa qualità dovuta alla concentrazione del fosforo totale e dell azoto ammoniacale, oltre che di COD domanda Chimica di Ossigeno e Escherichia Coli indicatore di inquinamento di origine fecale e in due stazioni per il peggioramento della componente biologica degli ecosistemi. 2 Qualità delle acque superficiali dei fiumi - Anno 2006 Nota1 Il SECA (Stato Ecologico dei Corsi d Acqua) può assumere una delle 5 classi predefinite (da 1 a 5, dove 1 rappresenta la classe migliore), che viene assegnata tramite una valutazione congiunta di due indici: l IBE, lo stato di qualità biologica, che rappresenta la diversità e la consistenza della comunità 33 dei macroinvertebrati bentonici e che può assumere una delle 5 classi predefinite (da 1 a 5, dove 1 rappresenta la classe migliore) e il LIM, Livello di Inquinamento espresso dai Macrodescrittori che è un indice di qualità chimica delle acque, anch esso diviso in 5 livelli (da 1 a 5, dove 1 rappresenta il livello migliore); all indice SECA viene attribuita la classe peggiore tra quelle di IBE e LIM. Il SACA (Stato Ambientale dei Corsi d Acqua) considera anche lo stato di qualità chimica delle acque in relazione alla presenza di sostanze pericolose, persistenti e bioaccumulabili.

7 Fonte: ARPA Lombardia Settore Risorse Idriche 34

8 Capitolo Qualità dei corpi idrici sotterranei (Stato Chimico delle Acque Sotterranee) 1 Qualità delle acque sotterranee - Anno Il monitoraggio delle acque sotterranee mostra un quadro di generale compromissione delle risorse idriche sotterranee della Lombardia. Tra il 2004 e il 2005 lo SCAS 2 presenta nel 51% dei casi (su 261 punti di monitoraggio della qualità delle acque sotterranee dell ARPA) caratteristiche idrochimiche scadenti a causa di impatto antropico rilevante oppure a causa di particolari facies idrochimiche naturali (nel 16% dei punti impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione; nel 31% dei casi impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche). 2 In base allo studio Geologia degli Acquiferi Padani della Regione Lombardia 3, nel territorio regionale padano sono stati individuati quattro Gruppi Acquiferi sovrapposti (A, B, C, D), delimitati alla base dall interfaccia acqua dolce/acqua salata, e sono state inoltre individuate le rispettive aree di ricarica diretta potenziale. Secondo questo studio il territorio provinciale di Milano risulta quasi interamente incluso nelle aree di ricarica dei quattro acquiferi e in particolare a nord del territorio provinciale i limiti degli acquiferi A e B coincidono e si trovano più a sud rispetto ai limiti degli acquiferi C e D (anch essi coincidenti in una nella zona più a nord). La capacità di ricarica degli acquiferi è moderata in gran parte del territorio provinciale, è elevata nella parte nord e nord-est, andando verso sud diminuisce, fino a divenire bassa in gran parte del Comune di Milano, oltre che nella parte più a ovest del territorio provinciale. 2 Aree di ricarica e limiti degli acquiferi sotterranei - Anno 2002 Nota 2 Lo stato ambientale delle acque sotterranee è definito in base allo stato quantitativo e allo stato chimico, secondo cinque classi da elevato a scadente e naturale particolare. In particolare lo SCAS (Stato Chimico delle Acque Sotterranee) esprime sinteticamente la qualità chimica delle acque di falda, attribuita a ciascun punto di monitoraggio (pozzo o piezometro), a prescindere dall uso a cui la risorsa acqua è destinata (le classi vanno da 1 a 4, dove 1 indica la classe migliore; la classe 0 è attribuita in caso di caratteristiche di qualità basse per cause naturali e non antropiche); lo stato quantitativo si basa sul bilancio idrico di un bacino e la caratterizzazione dei singoli acquiferi in termini di potenzialità, produttività e grado di sfruttamento, elemento principale 35 di questo monitoraggio è il rilevamento del livello piezometrico dei pozzi. Nota 3 Lo studio è stato condotto tra il 1999 e il 2002 in collaborazione con Eni-Divisione Agip, relativo alla ricostruzione di un modello geologico del sottosuolo della pianura a scala regionale (realizzato attraverso l interpretazione integrata di dati sismici e stratigrafici), le aree di ricarica diretta potenziale degli acquiferi sono state caratterizzate in funzione della capacità protettiva dei suoli (in collaborazione con ERSAF).

9 3 Qualità delle acque sotterranee delle falde - Anno Tra il 2005 e il 2006 nel territorio provinciale di Milano, su 82 punti monitorati, lo SCAS presenta nel 40% dei casi caratteristiche idrochimiche scadenti a causa di impatto antropico rilevante, nel 16% dei punti impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione, nel 44% dei casi impatto antropico nullo o ridotto e sostenibile. I dati rilevati si riferiscono in prevalenza agli acquiferi A (36 punti) e B (26 punti), solo parzialmente agli acquiferi C (11 punti) e D (1 punto). 36

10 Capitolo Copertura ed efficienza del servizio di depurazione Depuratori esistenti - Anno 2002 (inclusi gli attuali depuratori di Milano città) La provincia di Milano è suddivisa in 2 ATO (Ambito Territoriale Ottimale): uno per il Comune di Milano, l altro relativo ai restanti Comuni della Provincia. Dalla ricognizione realizzata dalla Provincia di Milano realizzata nel 2002 per il settore collettamento-depurazione (presente nel Piano d Ambito dell ATO della Provincia di Milano recentemente redatto), si è stimato che sul territorio provinciale le fognature coprono il 98% del servizio, con una tipologia di reti prevalentemente mista (lunghezza reti miste pari a 97,4%, bianche pari a 1,3%, nere pari a 1,5%). Ad esclusione della città di Milano, la copertura del servizio depurazione nel 2002 è pari all 87,0% (ab. serviti/ab totali), e gli impianti (pari a 56 sul territorio provinciale) per il 50% dei casi hanno una potenzialità inferiore a AE 4. La destinazione dei fanghi di questi impianti in discarica è pari all 80%; la potenzialità complessiva degli impianti supera di appena il 5% il carico afferente, con situazioni di deficit locale, anche marcate, soprattutto per gli impianti con bassa potenzialità (su 24 impianti con potenzialità inferiore ai carichi afferenti, 18 impianti hanno potenzialità inferiore a AE). A servizio della città di Milano da qualche anno sono stati realizzati due impianti (Nosedo e San Rocco), entrambi con più di un milione di AE, ed è stato ampliato l impianto già esistente di Peschiera Borromeo. Fonte: Provincia di Milano ATO Provincia di Milano Fonte: Regione Lombardia D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile (SIRIO), anno 2006 Nota 4 Nel Programma di Tutela ed Uso delle Acque (PTUA) della Regione Lombardia, in base a dati aggiornati al 2003, i depuratori presenti nel territorio provinciale di Milano (esclusa Milano città) sono 60, con un numero di Abitanti Equivalenti a volte superiore e a volte inferiore alla Potenzialità degli impianti presenti nel Piano 37 dell ATO della Provincia di Milano, ma complessivamente più elevato (circa AE in più). Nota 5 Il numero di comuni è superiore a quello complessivo della provincia in quanto diversi impianti consortili (schemi depurativi) servono gli stessi comuni come pure sono presenti dei comuni con più di un impianto di depurazione. Inoltre alcuni impianti consortili (San Colombano al Lambro, Canegrate, ecc.) trattano acque di comuni non ricadenti nella provincia di Milano

11 Fonte: Provincia di Milano ATO Provincia di Milano Fonte: Regione Lombardia D.G. Reti e Servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile (SIRIO), anno 2003 Lo stato degli acquiferi sotterranei 6 A partire dai primi anni Novanta nella provincia di Milano si è cominciato ad assistere, in corrispondenza del capoluogo, a un costante e ingente innalzamento dei livelli freatici della prima falda. Tale tendenza ha determinato e continua a determinare gravi disagi, dovuti alla sempre più frequente interferenza delle acque di falda con le strutture sotterranee presenti (parcheggi, linee metropolitane, sottopassi, scantinati, etc.), soggette a periodici o costanti fenomeni di allagamento. La Provincia di Milano ha potuto negli anni registrare l inizio del fenomeno di innalzamento dei livelli freatici, quantificandone l entità sul territorio e procedendo ad una prima valutazione delle possibili cause e alla formulazione di ipotesi di intervento. In particolare, per l area del Comune di Milano e i Comuni limitrofi, vengono elaborate 2 volte all anno (marzo e settembre) carte delle isopiezometriche (m s.l.m.), carte della soggiacenza di prima falda (m) e carte dell incremento annuale dei livelli di prima falda. Inoltre per alcuni punti di controllo sono disponibili le serie storiche di tali dati a partire dagli anni L osservazione della carta della soggiacenza della falda freatica può fornire una buona indicazione sullo stato di disponibilità della risorsa idrica sotterranea nel territorio provinciale. Esiste un andamento piuttosto regolare delle linee isofreatiche (che rappresentano il luogo dei punti di uguale quota assoluta della superficie freatica), pressoché parallele e allungate in direzione Ovest-Est, con un cono di depressione in corrispondenza dell area urbana milanese; detto cono è in fase di attenuazione per la risalita della falda rispetto alla depressione che si era venuta a creare negli anni Settanta. La dismissione industriale ha comportato, infatti, una riduzione dei prelievi a partire dai primi anni novanta, stimata intorno ai m 3 annui, con la conseguenza del fenomeno dell innalzamento della falda nell area del milanese. Oltre ai problemi tecnico-strutturali legati a tale risalita della falda, si sono anche avute conseguenze sull aumento della concentrazione di inquinanti che, presenti negli strati superficiali insaturi del terreno, sono passati in soluzione nelle acque di falda. Segue a pag 40 38

12 Capitolo 3 Piezometria e soggiacenza della falda freatica - Anno 2005 Aree di ricarica, drenaggio e rigenerazione degli acquiferi sotterranei - Anno 2007 Nota 6 Box elaborato da Ambiente Italia su dati Provincia di Milano - D.C. Risorse Ambientali Sistema Informativo Falda e Piano ATO Provincia di Milano e su dati Provincia di Milano - D.C. Pianificazione e assetto del territorio - Settore Pianificazione Territoriale Paesistica e Ambientale. Nota 7 39 I dati utilizzati per le elaborazioni cartografiche derivano dal Settore Acquedotto e dal Settore Fognature del Comune di Milano (misure mensili), dalla società MM Infrastrutture del territorio S.p.A. (misure semestrali) e dal Consorzio Acqua Potabile (misure mensili), raccolti e organizzati sul Sistema Informativo Falda.

13 L attività di analisi che ha accompagnato il percorso per la definizione delle caratteristiche e funzioni degli ambiti agricoli ha comportato nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale vigente un approfondimento relativo al ciclo delle acque 8. In sintesi il territorio provinciale si distingue per una porzione settentrionale, che si sviluppa a nord della linea di monte dei fontanili, in cui la struttura del sottosuolo e la natura dei terreni affioranti consentono l infiltrazione delle acque verso le falde idriche: in tale contesto predomina quindi una funzione di ricarica delle acque sotterranee anche grazie all apporto dei corsi d acqua naturali e artificiali (es. Canale Villoresi). Viceversa a sud della linea suddetta si riscontra un cambiamento della struttura sotterranea a causa del quale il sistema delle acque superficiali e quello sotterraneo formano un sistema ciclico in cui le componenti interagiscono dinamicamente con l effetto di rigenerarsi sia in termini quantitativi che qualitativi. Da una analisi relativa alle caratteristiche naturali del sistema descritto, è stato quindi possibile individuare aree di particolare fragilità rispetto alla diffusione di sostanze inquinanti (definite di vulnerabilità molto elevata degli acquiferi ). Il monitoraggio della qualità delle acque sotterranee nella Provincia di Milano viene seguita dal Sistema Informativo Falda della Provincia di Milano e dagli Enti convenzionati. Gli inquinanti maggiormente presenti nel settore Nord del territorio milanese sono gli idrocarburi (impianti di raffinazione), i solventi clorurati (processi di lavorazione industriali) e i nitrati (agricoltura, perdite fognarie ed emissioni del traffico veicolare); mentre nel settore meridionale e nell area del Magentino si rinvengono soprattutto prodotti più legati alle pratiche agricole come pesticidi e anticrittogamici. In particolare la variazione dei nitrati nel tempo riscontrati nell acquifero freatico è riassumibile nelle figure seguenti che riguardano gli anni 1985 e Dall esame della dismissione dei pozzi pubblici per inquinamento si ha un quadro della dinamica del fenomeno che ha portato a riconoscere nel settore Nord e parzialmente in quello Est le zone di territorio provinciale con i maggiori problemi di inquinamento. Alcuni Comuni (come Cormano, Bollate, Cernusco sul Naviglio, Bussero, Macherio, Cavenago Brianza, Cesate, Pioltello, Carugate) hanno dovuto dismettere il 60% dei propri pozzi; in altri (come Pero, Bellusco, Brugherio, Novate Milanese, Ornago) la chiusura (o l installazione di impianti di trattamento) ha riguardato il 100% dei pozzi. Complessivamente, su tutto il territorio provinciale i pozzi pubblici in cui sono stati riscontrati fenomeni di contaminazione, ovvero per cui sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni massime ammissibili per almeno uno dei parametri da esso indicati, risulta pari al 25% del totale. Il Rapporto Ambientale della VAS dell adeguamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale del 2007, definisce lo stato di compromissione dell acquifero tradizionale da intermedio a grave nella parte settentrionale e nella zona di Milano, e scarso nel settore meridionale. 40

14 Capitolo 3 Carta della concetrazione massima di nitrati - falda tradizionale - Anno 1985 Carta della concetrazione massima di nitrati - falda tradizionale - Anno Nota 8 Fonte: Provincia di Milano - D.C. Pianificazione e assetto del territorio - Settore Pianificazione Territoriale Paesistica e Ambientale - Studi per l adeguamento al piano territoriale per l adeguamento alla LR 12/05.

15 Aree a tutela paesistica (aree protette + SIC e ZPS, escllusi PLIS) - Anno Incidenza aree protette sul territorio Area a tutela paesistica (aree protette + SIC e ZPS, escllusi PLIS) - Anno 2006 Un valore pari al 48% del territorio provinciale (come media ponderata) è interessato da aree protette. Sono incluse in questa percentuale le aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) e sono esclusi i PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale). La quota principale è comunque rappresentata da aree a destinazione agricola (quindi con caratteristiche e con un regime di protezione ben differente da quello di aree protette a prevalente valenza naturalistica). In particolare l area Milano, dove è presente il Parco Agricolo Sud Milano, registra in questo modo una percentuale di superficie protetta (55% del territorio) pari a circa tre volte quella dell area Brianza (18%). Le aree protette di maggior estensione sono costituite dai Parchi Regionali ( ettari), ai quali si sovrappongono gran parte delle Rilevanze ambientali ( ettari, in gran parte costituita dalla Rilevanza Sud Milano-Medio Lambro). Il territorio dell area Milano è in gran parte ricoperto dal Parco Agricolo Sud Milano e dal Parco Lombardo della Valle del Ticino, il territorio dell area Brianza dal Parco della Valle del Lambro e dal Parco delle Groane. Sui 189 Comuni della Provincia di Milano le aree SIC interessano 43 Comuni e le ZPS 18, le Riserve Naturali 6 Comuni e i Parchi Naturali 38 Comuni (i Parchi Naturali maggiormente estesi sono il Parco Agricolo Sud Milano, il Parco della Valle del Lambro, il Parco Adda Nord). In 58 Comuni della Provincia (20 Comuni appartenenti all area Brianza), non vi sono aree protette, in 120 Comuni almeno il 10% del territorio è sottoposto a misure di tutela, in 70 Comuni oltre il 50% del territorio ricade in aree protette e in 42 Comuni oltre il 90% del territorio è in area di tutela. 42

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