L edilizia che risolve le sfide dell energia

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1 RIVESTIMENTI Nastri bianco e vetro Materiali fotocatalitici SUPERFICI DRENANTI Ambiente e sicurezza unite dalla tecnologia ATTIVITÀ ESTRATTIVA Sistema a nastri lavorazione rivoluzionata MENSILE - ANNO XLVII NUMERO 6 - SETTEMBRE ,90 Organo ufficiale Via Eritrea 21, Milano. ISSN: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB Milano ENI GREEN DATA CENTER FERRERA ERBOGNONE, PAVIA L edilizia che risolve le sfide dell energia Mosca Real estate BIM PROCESSO COSTRUTTIVO Gestione integrata RUSSIA Le imprese italiane favorite dall apertura ai capitali stranieri Lužniki Impianto sportivo Sochi Impianto sportivo

2 Cantiere STRUTTURE PER IL TERZIARIO ENI GREEN DATA CENTER A FERRERA ERBOGNONE, L edilizia che risolve le sfide dell energia 18 Paolo Scaroni amministratore delegato e direttore generale eni COMMITTENTE eni è una delle maggiori aziende energetiche integrate al mondo e opera nei settori dell esplorazione e della produzione di gas e petrolio, del trasporto internazionale e della vendita del gas, della generazione di energia, della raffinazione e della vendita di prodotti petroliferi, della chimica e dell ingegneria e costruzione. eni è presente in 90 paesi con 78mila dipendenti. Forte l impegno per eni lo sviluppo sostenibile: valorizzare le persone, contribuire allo sviluppo e al benessere delle comunità nelle quali opera, rispettare l ambiente, investire nell innovazione tecnica, perseguire l efficienza energetica e mitigare i rischi del cambiamento climatico. Ing. Marcello Cerea presidente del consiglio di amministrazione Starching PROGETTAZIONE STRUTTURALE Starching Studio Architettura Ingegneria è una società specializzata nella pianificazione, progettazione e realizzazione di interventi di edilizia nei settori terziario, commerciale, residenziale, alberghiero e ospedaliero. Dal 1992 Studio associato tra l ing. Marcello Cerea e l arch. Maria Paola Pontarollo, diviene nel 1999 Società di ingegneria. Starching ha un approccio interdisciplinare alle sue sfide progettuali nel settore delle costruzioni a qualsiasi scala di difficoltà, dalle valutazioni immobiliari alla consegna. Lo sviluppo della società passa attraverso l ottenimento nel 2002 della certificazione di conformità ai requisiti della norma Iso 9001 del proprio sistema di gestione aziendale e, nel giugno 2008, l adozione un software di progettazione Bim (Building informsation modeling), Allplan, che abbraccia tutte le tecniche di progettazione attuali, dal disegno bidimensionale all elaborazione di modelli architettonici complessi. Ing. Mauro Eugenio Giuliani Managing Partner Redesco INGEGNERIA STRUTTURALE Redesco (Research-Design-Consulting) Studio Giuliani opera dal 1976 ai massimi livelli nel campo dell Ingegneria strutturale e civile e costituisce l evoluzione dello Studio di Gian Carlo Giuliani, avviato nel 1959, attraverso l aggregazione di esperti in discipline complementari e la creazione di una infrastruttura di supporto tecnico. Nel 2008, in seguito alla completa acquisizione del ramo d azienda e di tutto il know-how, Redesco Studio Giuliani si è fusa nella società Redesco Progetti Srl, che opera nelle attività di progettazione, direzione lavori, consulenza e studio di fattibilità di strutture complesse; ideazione e sperimentazione di sistemi strutturali innovativi e progetto di metodi costruttivi. Tra i progetti in corso, in Italia e all estero, spiccano alcuni degli edifici alti più importanti degli sviluppi milanesi (Torre Hadid, Torre Libeskind), in calcestruzzo, ponti ferroviari a struttura composita in Algeria, la nuova sede Bnl di Roma in acciaio, e altri interventi di vario genere ad alto contenuto di complessità strutturale.

3 PAVIA di Clotilde Cadringher IL CANTIERE Per dimensioni, concentrazione, smaltimento, trasporto, smaltimento termico ed efficienza complessiva, i data center presentano alcuni tra i più complessi problemi di gestione dell energia. Obiettivo strategico di questa realizzazione per eni a Ferrera Erbognone è stato dunque la ricerca della massima efficienza energetica dell intero sistema e non solo dei suoi apparati informatici, individuando soluzioni innovative per raggiungere tale scopo. Il nuovo eni Green Data Center, realizzato nel territorio di Ferrera Erbognone (Pv), ospita tutti i sistemi centrali di elaborazione destinati sia all informatica gestionale che alle elaborazioni di simulazione computazionale di Hpc (high performance computing) per eni: in totale oltre 7mila sistemi, con più di 60mila core Cpu, con assorbimenti energetici fino a 30 mw di potenza It utile, in uno spazio fino a mq. Obiettivo strategico dell intervento è stato quello della ricerca della massima efficienza energetica dell intero sistema data center e non solo dei suoi apparati informatici, individuando soluzioni innovative per raggiungere tale scopo. Progettato da Starching, il nuovo eni Green Data Center ha strutture ideate da Redesco Progetti ed è realizzato da Cmb con la formula del subappaltato la realizzazione degli impianti elettrici e meccanici all ati tra Siemens, Nce Impianti, Socotec e Lp Servizi. L edificio si sviluppa all interno di un area di circa 100mila mq, per una superficie lorda di quasi 45mila mq. La struttura è costituita da due corpi (detti trifogli) perfettamente simmetrici, distanti 20 m tra loro, completamente indipendenti al fine di garantire la continuità d esercizio dal punto di vista strutturale e impiantistico. Ognuno dei due corpi contiene 3 sale per gli apparati It, due con dimensione circa 800 mq e una, quella di testa, da circa 1000 mq, per un totale di mq utili It. Tutto l edificio, tranne la zona centrale che separa i due trifogli, è interrato fino alla quota di copertura per realizzare una collina artificiale piantumata. Questa scelta, insieme allo studio specifico della progettazione architettonica degli eni Green Data Center progetto Zephyr, Ferrera Erbognone (Pavia) Progettazione architettonica: Pop Solid Zoran e Dragana Minic Progettazione strutturale: Starhing srl (arch. Paola Pontarollo, ing. Marcello Cerea) Ingegneria strutturale: Redesco srl (ing. Mauro Eugenio Giuliani) Impianti: Ariatta Ingegneria dei Sistemi srl Project management: Reorder srl Starhing srl GLI OBIETTIVI Compatibilità ambientale: minimo impatto ambientale e paesaggistico sia sul ciclo dell energia che sul ciclo dell acqua e sulla scelta dei materiali Sicurezza: sia da eventi esterni (terrorismo, alluvioni, ecc.) che interni (incendi) Innovazione: di strutture, soluzioni, tecnologie, prodotti Affidabilità: implementazione del livello di ridondanza sistemica Tier IV (Uptime Institute) Efficacia: fino a 30MW di max potenza complessiva utile It; punte di assorbimento di energia sui Rack di oltre 10KW/m 2 medi distribuiti e oltre 50KW/m 2 puntuali Efficienza: target Pue < 1,2 (Power usage effectiveness) Controllabilità: controllo minuzioso e integrato di tutti i parametri funzionali dei sistemi, sia informatici che di facility Flessibilità: libertà nel posizionamento e nella tipologia dei computer Modularità di crescita: attivazione progressiva per step sia di spazi che di potenza PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Lo studio di progettazione Pop Solid, con sede a Milano, ha vocazione professionale multidisciplinare; lavora nell ambito dell architettura, degli interni, del design e nella grafica. È composto principalmente dai due soci fondatori, Dragana e Zoran Minic e si avvale, in base alle varie specificità delle commesse, di professionisti esterni. PROGETTAZIONE IMPIANTISTICA Ariatta Ingegneria dei Sistemi Srl è presente sul panorama italiano da più di 50 anni e, con i suoi circa 50 collaboratori e professionisti, dispone al proprio interno di tutte le competenze specialistiche per garantire un approccio interdisciplinare alle problematiche progettuali e realizzative. Tra i servizi: la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva per appalto, direzione lavori, certificazioni energetiche, collaudi in corso d opera e finali, studi di fattibilità generali, studi di fattibilità mirati al risparmio energetico e alla sostenibilità, modellazioni e simulazioni energetiche, consulenze tecniche, perizie, sono da sempre espressione di qualità e professionalità. Aldo Tognetti amministratore delegato Divisione Lombardia Cmb IMPRESA Cmb opera dal 1977 dalla fusione di due cooperative di Carpi (Mo): la Muratori e la Braccianti, fondate entrambe nei primi anni del Novecento. Oggi la Cooperativa si colloca fra le principali imprese di costruzioni in Italia con un giro d affari che, a fine 2012, si attesta a 550 milioni di euro e un patrimonio netto che supera i 200 milioni. Forte di cento anni di esperienza, Cmb riveste un ruolo di rilievo nella produzione diretta di grandi opere infrastrutturali ed edili; nella progettazione e gestione di iniziative immobiliari complesse, e in project financing in ambito sanitario e ospedaliero, settore nel quale detiene da anni la leadership a livello nazionale. Fra gli interventi di maggior rilievo, negli ultimi anni Cmb è stata impegnata nella realizzazione della Clinica Ostetricia del Careggi a Firenze, nell adeguamento della Strada Statale Paullese nell hinterland milanese e della Tangenziale Tiburtina a Roma. Federico Golla amministratore delegato Siemens FORNITORE Con circa 370mila collaboratori e un fatturato 2011/12 di 78,3 miliardi di euro, Siemens opera nei settori industria, energia, sanità e infrastrutture e città. Con collaboratori e circa 4 miliardi di euro (5,4% del fatturato) investiti nel 2012 in Ricerca e Sviluppo, invenzioni e brevetti attivi, l azienda è una della maggiori realtà industriali orientate all innovazione, pioniere nell ambito dell efficienza energetica, della produttività industriale, della sanità sostenibile e personalizzata e delle soluzioni per infrastrutture intelligenti. Il portafoglio ambientale Siemens, tra i più ampi e significativi al mondo, vale 33 miliardi di euro e comprende prodotti e soluzioni che hanno permesso ai clienti nel 2012 di abbattere circa 332 milioni di tonnellate di CO 2, un dato equivalente al 40% delle emissioni complessive di CO 2 prodotte nel 2010 dalla Germania. 19

4 esterni, ha come obiettivo quello di garantire una miglior protezione di sicurezza (contro eventuali intrusioni/esplosioni), ma ha anche una valenza di sostenibilità ambientale senza rientrare all interno della casistica a parellelepipedo prefabbricato. I due trifogli complessivamente sviluppano una pianta di mq e si distribuiscono su quattro piani cosi ripartiti: interrato con impostata fondazioni a quota c.a m slm dall attuale piano di campagna; terra impostato a 0.00 m; primo impostato a 4.65 m; secondo impostato a quota m. La copertura, caratteristica peculiare dell intervento, è ricoperta con terra fino a quota 8.45 m dell edificio. Si forma così una collina artificiale che nasconde i piani terra e primo dell edificio. 20 LA STRUTTURA è costituita da due corpi simmetrici (i trifogli), completamente indipendenti. IL COMPLESSO, tranne la zona centrale che separa i due trifogli, è interrato fino alla quota di copertura. PER LA PALAZZINA UFFICI è prevista la copertura a verde. Progettazione integrata e software IL SITO La posizione scelta per la nuova costruzione, nei pressi della centrale elettrica Enipower di Ferrera Erbognone (vicino alla raffineria eni di Sannazzaro de Burgondi) in provincia di Pavia, coglie due importanti obiettivi: è un area di proprietà eni di forte interesse strategico, ma soprattutto la rilevante quota di potenza elettrica richiesta è lì disponibile. L immediata prossimità con la centrale consente anche di ottenere un importante risultato in termini di efficienza energetica, in quanto elimina la quota di dispersioni derivanti dal trasporto su rete elettrica geografica (pari al 5-6%, fonte Autorità per l energia). Inoltre, con i suoi 3 generatori da circa 300 MW e il doppio collegamento a 380 kv alla rete nazionale Terna, rappresenta la fonte di alimentazione energetica (ridondata) del Data Center; è inoltre garantito un controllo integrale e completamente interno eni della trasformazione elettrica dalla produzione al consumo finale nel Data Center. Il terreno su cui sono sorti i fabbricati precedentemente era un terreno agricolo, adibito alla coltivazione del riso, che presentava uno strato superficiale di terra vegetale e un sottostante strato limoso di circa 0.60/0.80 m. L intervento ha previsto lo scotico di gran parte dell area e la rimozione dello strato limoso nell ambito dello scavo generale di sbancamento. Il terreno di coltivo è stato successivamente reimpiegato, come pure il terreno limoso, ove per il terreno limoso si prevede la stesa con un trattamento a calce. FONDAZIONI Le fondazioni sono a platea continua in calcestruzzo, senza giunti strutturali per ognuno dei due trifogli e costituite da un getto di spessore costante pari a 45 cm che viene integrato al di sotto dei muri principali e dei pilastri tramite cordoli e plinti estradossati per una altezza totale pari a 85 cm.

5 ACQUA CAPTAZIONE E IMPERMEABILIZZAZIONE POZZI TRIVELLATI All interno del complesso sono stati praticati dall Impresa Falciola tre pozzi per la captazione dell acqua da immettere nel circuito delle pompe di calore poste a servizio dei due trifogli, realizzati con sistema a circolazione inversa di fluidi contenuti in vasca metallica, fuori terra. Il sistema a circolazione inversa di fluidi che si avvale della tecnologia più avanzata e specifica per la realizzazione di pozzi a uso geotermico consiste nella perforazione del terreno mediante uno scalpello a rulli rotanti mutuato dalla perforazione petrolifera e modificato per la perforazione per ricerca idrica connesso all estremità inferiore della batteria di perforazione (aste di perforazione, aste pesanti, stabilizzatori). Lo scalpello frantuma il terreno per effetto della rotazione e della spinta dovuta al carico delle aste pesanti dando luogo alla formazione di detriti che vengono portati alla superficie frammisti al fluido di perforazione (acqua e/o acqua e bentonite) all interno delle aste stesse. I pozzi, realizzati con tale tecnica sono stati completati mediante il posizionamento, all interno del perforo, di tubazione permanente, parte cieca e parte con filtri sbalzati a ponte in acciaio al carbonio trattato contro l ossidazione. La stessa è stata protetta da manto drenante artificiale in ghiaietto siliceo lavato arrotondato con granulometria rapportata in funzione dei litotipi attraversati e isolata sommitalmente mediante setti in argilla sferoidale preidratata rigonfiante. Ne è seguito lo sviluppo della falda mediante pistonaggio e air-lift. Al successivo pompaggio con elettropompa sommersa per la perfetta chiarificazione delle acque, si sono svolte accurate prove idrauliche con collaudo favorevole delle opere. VASCA BIANCA Per rendere le strutture di fondazione e tutta la parte di elevazione interrata resistente all azione dell acqua di falda si è utilizzato l engineering e la tecnologia Rascor con l impermeabilizzazione generale sia esternamente che internamente. Si è intervenuti a partire dalle scelte del calcestruzzo da impiegare: congiuntamente con Holcim si è studiato un 32,5 pozzolanico, classe di resistenza C28/35, XC2, S4 con rapporto A/C < 0,50 andando altresì a studiare eventuali punti deboli causa delle possibili infiltrazioni, le riprese di getto (platea/parete, parete/parete verticali), il controllo delle fessurazioni da ritiro del calcestruzzo (platea/platea, parete/parete verticali), in fase di presa e di maturazione. Alla fine dello studio e verifica si è redatto il progetto vasca bianca Rascor, ove sono state indicate le varie suddivisioni in campiture della platea e delle elevazioni (con elementi di fessurazione programmata Rascotec) e le fasi di avanzamento della costruzione. Tale studio permette di eseguire getti «illimitati» di calcestruzzo con risparmio di tempi dell intero cantiere. Giunti alla fase di cantiere, sono stati posati prima del getto gli elementi di fessurazione programmata, i canali d iniezione e i manicotti. Ultimata la posa di tutti gli elementi è stata gettata la platea (con spessore 45 cm e 85 cm) e le pareti perimetrali, controllando con il laboratorio mobile la miscela impermeabile Rascor. A maturazione del calcestruzzo avvenuta, si è passati all iniezione con la resina acrilica elastica bi-componente Rascoflex. Tali iniezioni consentono di intervenire in qualsiasi momento, per sigillare le eventuali infiltrazioni d acqua anche durante l intera vita della struttura rendendo così sempre possibile la manutenzione. 21

6 Per la realizzazione si è gettato calcestruzzo C28/35 per il quale, al fine di sviluppare un basso calore di idratazione in accordo con le specifiche della tecnologia di vasca bianca, è stato prescritto un cemento di tipo pozzolanico. PIANO INTERRATO Il piano interrato contiene essenzialmente il complesso di macchine adibito alla gestione del raffrescamento. Le strutture sono realizzate in calcestruzzo armato, con platea e plinti estradossati. Tutte la pareti controterra sono in c.a. mentre le partizioni verticali interne sono miste in c.a. e in murature in blocchetti. Risultano in c.a. le murature che perimetrano i locali Uta, la parete di suddivisione del locale pompe e i blocchi scale e ascensori. Sopra l impalcato di fondazione è stato realizzato un vespaio costituito da moduli prefabbricati in polietilene, con sovrapposta cappa di protezione. I locali pompe distribuiscono i fluidi di raffrescamento verso le batterie di scambio poste all interno delle Uta. Questi locali sono a doppia altezza pari a 7.56 m con una parte soppalcata di altezza pari a 3.00 m. I locali Uta sono più articolati e si possono suddividere in due zone distinte, separate da un setto impiantistico. La prima zona è connessa direttamente al sistema di mandata e ripresa aria. Questa parte ospita i sistemi di filtraggio e di regolazione dei flussi. Il setto che suddivide le due aree sopra individuate, ospita il sistema di movimentazione dell aria (ventilatori). La seconda zona è un grande volume con funzione di plenum di aria. Il solaio del plenum (ad altezza intradosso pari a 7.87 m dal piano pavimento finito) è formato da tre orditure di travi principali secondarie e terziarie, che formano un solaio a cassettoni, ove rimangono vuoti i riquadri interni dei cassettoni, per permettere la circolazione dell aria. Sotto il solaio è appeso un controsoffitto portante in grigliato. Gli altri ambienti all interrato sono adibiti a impianti elettrici, bagni, vasche di accumulo acque e distribuzione orizzontale verticale. PIANO TERRA Il piano ospita, oltre ai locali di servizio e alle distribuzioni, essenzialmente infrastrutture elettriche quali trasformatori e quadri elettrici, oltre al soppalco della centrale pompe. Gli altri ambiti sono di distribuzione orizzontale e verticale. Se il piano interrato corrisponde al centro del sistema di raffrescamento e distribuzione fluidi, i locali trasformatori e quadri costituiscono, assieme ai locali Ups posti direttamente sopra, il nucleo elettrico del sistema. Le altezze dei locali rispetto al piano pavimento finito delle pavimentazioni si differiscono in relazione alla funzione e alle necessità dei percorsi impiantistici. PIANO PRIMO Il primo piano è la parte principale dell intervento. A questo piano sono collocate le sale Rack, ove vengono installati i computer e trovano posto le funzioni specifiche per la sala controllo e i locali telecomunicazione. STRUTTURE GETTO IN OPERA CALSTRUZZI Nel cantiere di Ferrera Erbognone sono stati impiegati 3 tipi di cementi diversi: un 32,5 pozzolanico per le fondazioni, un 42,5 per i solai e un 32,5 per le pareti faccia a vista. Per le fondazioni ci si è avvalsi di un calcestruzzo cosiddetto a vasca bianca impermeabile, perché la parte più bassa della struttura è sotto falda e si prevede che in futuro possa trovarsi a contatto con l acqua. I solai sono stati realizzati con un Rck45 in quanto il punto nodale della tecnologia era rappresentato nel velocizzare i tempi di scassero. Per le pareti faccia a vista si è cercato di confezionare il calcestruzzo più omogeneo possibile, studiando anche delle soluzioni ad hoc. Per esempio per i pilastri all interno: essendo alti 12 metri (con base 50 x 50) il calcestruzzo non poteva essere gettato per caduta, perché questo avrebbe comportato un inizio di segregazione. Si è studiata la soluzione per aiutare il calcestruzzo nella caduta, con un tubo che andava fino alla base dei pilastri per farlo affluire in maniera uniforme e garantire il buon risultato estetico finale. Il calcestruzzo faccia a vista delle pareti esterne è stato realizzato di colore rosso e questo ha costituito un altra criticità, poiché non di semplice reperibilità in Italia. Quindi è stato richiesto in Germania e fatto confezionare presso laboratori spagnoli da Holcim. Il pigmento colorato è idrosolubile e l aggiunta è avvenuta manualmente.

7 Dietro le sale Rack si trovano i volumi cavi delle prese d aria con la parete di separazione tra la sala Rack e il volume edilizio adibito a mandata e ripresa aria è parzialmente aperta per permettere il flusso d aria in uscita. Su entrambi i lati delle sale si trovano invece i locali Ups che alimentano i computer. A questo piano si trova anche l accesso principale all edificio, situato a ridosso del montacarichi, mentre i due trifogli sono collegati da un ponte di collegamento. Anche per questo piano le altezze dei locali sono diversificate per funzione. PIANO SECONDO Il secondo piano ospita gli uffici veri e propri. Gli altri volumi presenti sono riferiti a locali ai piani sottostanti, che per altezza interna fuoriescono dalla quota di riferimento del 2 piano, quali i volumi delle mandate e ripresa aria e i volumi delle sale Rack. Gli aspetti strutturali non differiscono dai piani sottostanti, se non per le prese d aria e la palazzina uffici. La palazzina ha partizioni strutturali verticali in pilastri in c.a. e copertura in c.a. a piastra, mentre la struttura vuota che ospita mandata e ripresa aria dalla quota è stata realizzata con struttura metallica e solaio alveolare autoportante prefabbricato. Sempre in riferimento alla corpo di fabbrica di mandata e aspirazione aria, alla quota si formano dei grandi riquadri vuoti (con paramento in grigliato) che permettono l aspirazione e a quota c.a m s impostano le griglie di espulsione. PARETI IN CA E COLONNE Ad eccezione della parte fuori terra dei muri del canyon (la zona non interata che separa i due trifogli), le pareti esterne sono realizzate a sezione rastremata con spessore massimo in fondazione pari a 60 cm e minimo in sommità di 30 cm. Data la volontà di reinterrare l edificio, tali pareti supportano una spinta della terra per una altezza fino a 14 m. In corrispondenza delle sale tecniche adiacenti le sale Rack, le pareti vengono contrastate rispetto ai solai intermedi di quota +0.00, +3.65, tramite puntoni metallici che attraversano l intercapedine di aerazione e si collegano agli impalcati, mentre in corrispondenza dei volumi vuoti dei camini il contrasto alla spinta viene fornito dai contrafforti in calcestruzzo. Tali contrafforti hanno sezione costante lungo tutto lo sviluppo e sono collegati in sommità da una trave reticolare giacente nel piano di quota 8.55 m. Ogni singolo trifoglio presenta tre giunti strutturali. Le pareti del canyon e i muri controterra che si diramano dai trifogli con forma irregolare per contornare la strada di accesso sono realizzati con calcestruzzo colorato (Holcim) ottenuto mediante pigmentazione della miscela. Le colonne all interno dell edificio hanno sezione sia rettangolare che quadrata e sono realizzate con calcestruzzo C32/40. Si tratta in molti casi di elementi con grande snellezza e una lunghezza fino a 11 m e garantiscono una resistenza al fuoco di R120. CASSEFORME Per realizzare tutte le pareti in c.a. sono stati utilizzati mq di casseforme a telaio Trio di Peri, sistema caratterizzato dalla grande versatilità e da un unico elemento di congiunzione, la morsa Bfd, che accosta, allinea e serra ermeticamente i pannelli. Il sistema Trio ha consentito l ottimizzazione del lavoro in cantiere, permettendo anche una buona finitura superficiale dei getti in c.a.. Per tutti i solai è stata scelta la cassaforma Peri Skydeck, sistema modulare con componenti principali (pannelli e travi longitudinali) in alluminio. Inoltre la cassaforma è stata impiegata con puntelli in alluminio Multiprop leggeri e movimentabili manualmente. La messa in opera della cassaforma è avvenuta attraverso fasi di montaggio razionali, semplici e ripetitive; il dispositivo meccanico di testa a caduta ha consentito il disarmo parziale anticipato della cassaforma che, abbassandosi di 6 cm, è stata immediatamente utilizzata nella fase di getto successiva. Sono state impiegati grandi quantitativi di Cb 240 (circa 300), sistemi di cassaforma a ripresa costituiti da mensole a telaio che, collegate tramite ancoraggi al getto precedente, hanno avuto la funzione di sostenere le casseforme per pareti in quota. Il sistema Cb 240 ha consentito di arretrare la cassaforma dal getto di circa 75 cm, tramite un predisposto carrello con rulli, creando uno spazio di lavoro adatto all attività di pulizia dei pannelli e la messa in opera dei ferri di armatura. L impalcato di calpestio, largo 2.40 m, è stato posizionato sopra le mensole e allo stesso livello del carrello, formando così un piano calpestabile privo di fattori di rischio. Per la realizzazione dei solai in opera con elevate altezze di puntellamento è stata utilizzata l impalcatura di sostegno Peri Up Rosett, realizzando torri di notevole altezza ed evitando le interferenze con gli elementi strutturali prefabbricati già in opera. In particolare, nelle sale dati sono state realizzate torri Peri Up alte circa 17 m, con passo dei montanti tale da non interferire con le travi prefabbricate già presenti a circa a 9 m di altezza. 23

8 GRIGLIATO PERMEABILE ALL ARIA Le travi prefabbricate dell impalcato Rack sono state ideate ad hoc in e progettate dettaglio da Redesco Progetti. La richiesta progettuale, nell ottica di edificio sostenibile, era di avere elementi strutturali che contribuissero al risparmio energetico ottimizzando il flusso di aria per il raffreddamento degli elaboratori del centro dati. La tecnologia di Csp Prefabbricati ha permesso la realizzazione di speciali travi prefabbricate aerodinamiche opportunamente sagomate, disposte secondo l orditura prestabilita sulla quale disporre uno speciale grigliato metallico quale pavimentazione, consentendo così la gestione del clima all interno delle sale di elaborazione dati. Le 6 sale, per un totale di circa 4500 mq, sono state realizzate senza l utilizzo di solai con tipologia tradizionale, predisponendo una sorta di grigliato permeabile all aria che fosse architettonicamente bello e funzionale allo scopo tecnico. La soluzione ha comportato dapprima la costruzione delle murature perimetrali, dei pilastri interni e delle travi principali in c.a. con getto in opera e, successivamente, il posizionamento degli elementi prefabbricati: travi sagomate secondarie e travi terziarie, solidarizzate tra loro con speciali connessioni metalliche. Le travi di secondo livello presentano tre specifiche particolarità: la forma aerodinamica, la presenza di una testata in carpenteria metallica e la presenza di speciali boccole all estradosso. La singolare forma, allungata ed ellittica nella parte bassa e piana nella parte superiore, coniuga due specifiche esigenze di tipo architettonico- SOLAI I solai sono realizzati con piastre piene in calcestruzzo C28/35. Lo spessore di 35 cm è impiegato a livello 8.55 m dei trifogli mentre lo spessore di 30 cm in tutti gli altri casi. Il ricorso al calcestruzzo gettato in opera soddisfa un esplicita richiesta architettonica di finitura e dal punto di vista statico porta notevoli vantaggi per l elevata qualità intrinseca della struttura, flessibilità nel disporre le forometrie per gli impianti e garantisce un ottimo requisito di resistenza al fuoco mantenendo stretti i tempi di realizzazione. Data la maglia dei pilastri di circa 8.0 x 8.0 m e i carichi elevati, si è resa necessaria l introduzione di una specifica armatura di punzonamento in corrispondenza dei pilastri. IMPALCATO SALE RACK Per l impalcato delle sale Rack sono state utilizzate travi prefabbricate precompresse a trefoli aderenti, parzialmente inguainati alle estremità, con sezione rastremata e terminante all intradosso con forma semicircolare. La particolare sezione delle travi secondarie e dei travetti è stata studiata per la massima efficienza aerodinamica. COPERTURA DEI CAMINI STRUTTURE PREFABBRICATE La copertura dei camini di ventilazione è stata realizzata con l utilizzo di lastre alveolari autoportanti precompresse fornite da Grupppo Centro Nord Spa. La fornitura ha riguardato i solai alle quote e dei 6 camini. Per il solaio a quota inferiore sono stati impiegati elementi di altezza 42 cm e getto di completamento di 5 cm con appoggio su strutture in c.a., mentre per il solaio a quota superiore sono stati impiegati elementi di altezza 50 cm e getto di completamento di 6 cm con in appoggio su strutture metalliche. Le luci per entrambe le quote sono di circa 15 m con sovraccarichi oltre p.p. e getti pari a 2,0 kn/m 2 / 5,8 kn/m 2. L utilizzo delle lastre ha consentito vantaggi quali economicità, velocità e semplicità nella posa in opera, minimizzazione delle lavorazioni di cantiere, autoportanza in fase di getto senza richiesta di rompitratta e/o puntellazioni, elevata rigidezza tale da minimizzare le deformazioni a breve e lungo termine e ottima finitura dell intradosso. Inoltre le richieste di progetto relative ai dettagli di collegamento con la struttura portante sono state garantite mediante lo studio e la realizzazione di aperture di testata (fresature) per l alloggiamento delle armature di collegamento trave-solaio e di ribassi locali per le connessioni di nodi trave-pilastro e scale.

9 strutturale: la forma ellittica inferiore permette di essere esteticamente bella e aerodinamica, mentre la parte superiore realizzar un efficace appoggio alle travi terziarie. La testata è predisposta per l accoppiamento alle travi principali senza interrompere, o alterare, la sagoma delle travature stesse e mantenendo il medesimo spessore senza dentelli d appoggio. In ultimo, a intervalli regolari di 60 cm, sono state predisposte boccole di innesto per solidarizzare fra loro l orditura di travi. La lunghezza delle travi secondarie è di 695 cm e sono disposte a passo 300 cm. Per la realizzazione è stato impiegato uno speciale cassero metallico per garantire, unitamente alla miscela di calcestruzzo adottata, una superficie particolarmente liscia e uniforme. Le travi terziarie, anch esse appositamente sagomate in sezione più ridotta, presentano invece degli speciali attraversamenti, intervallati per tutta la lunghezza, che hanno permesso la connessione alle travi secondarie tramite specifici inserti metallici. La lunghezza delle travi di terzo ordito varia da 600 a 900 cm e sono posizionate con passo 60 cm su più appoggi. Per realizzarle è stato impiegato un cassero «in batteria», ossia un cassero in grado di garantire una maggiore resa produttiva e tempi di realizzazione ridotti. Il risultato ottenuto ha soddisfatto completamente le esigenze del progetto: una orditura di elementi prefabbricati molto snella, esteticamente bella e in grado di permettere il massimo flusso di aria necessaria al condizionamento dei locali. Le travi secondarie rimangono nello spessore della trave principale gettata in opera, hanno una luce netta di circa 740 cm e sono calcolate in semplice appoggio. All intradosso sono stati predisposti, con un passo definito a disegno, gli inserti per il successivo posizionamento in sospensione del grigliato pendinato sottostante, mentre all estradosso sono stati annegati tubi per il fissaggio delle terziarie. Alle estremità è stato previsto un inserto metallico per l aggancio in corrispondenza della trave principale o del muro perimetrale e per riprendere le azioni taglianti. Le travi terziarie sono poggiate al di sopra delle secondarie e fissate a esse tramite barra passante. Per tutti questi elementi si è utilizzato calcestruzzo Scc di classe C50/60. CAMINI La struttura del camino al di sopra di quota m è realizzata in acciaio, per consentire il fissaggio dei pannelli di policarbonato e garantire così l effetto architettonico di finitura semi-trasparente. I telai metallici sono considerati pendolari e stabilizzati verticalmente mediante controventi a croce mentre nel piano di copertura il getto di completamento dei prefabbricati alveolari garantisce il diaframma di piano. È prevista una orditura secondaria di travi per il fissaggio dei pannelli e una passerella interna di ispezione che consente la manutenzione lungo il perimetro del camino, sia a quota m che a un livello intermedio tra le coperture del camino di ripresa e di espulsione. EDIFICIO A USO RECEPTION GUARDIANIA A completamento dell intervento, all ingresso della viabilità del lotto, è stata realizzata una piccola costruzione a un solo piano fuori terra, con strutture in c.a. sia in elevazione che negli orizzontamenti, solaio di copertura piano e pavimento controterra protetto da un vespaio aerato. Il piccolo fabbricato accentra le funzioni di reception e guardiania e smista sia l accesso all edificio che alla centrale Enipower. A SEGUIRE IMMAGINI DEL CANTIERE APPROFONDIMENTO IMPIANTI IL VALORE DELLE COMPETENZE 25

10 ENI GREEN DATA CENTER AVANZAMENTO LAVORI IL COMPLESSO DELL ENI GREEN DATA CENTER è costruito nell area limitrofa alla centrale Enipower per la produzione dell energia elettrica. 26 I CAMINI DEI TRIFOGLI sono realizzati quasi interamente in tecnologia prefabbricata, con rapido montaggio e leggerezza strutturale finale.

11 PER LE PARETI realizzate in calcestruzzo a vista è stata introdotta una particolare pigmentazione rossa. COMPLETATO IL POSIZIONAMENTO di terra lungo le pareti, fuoriescono solo i camini per la ventilazione.

12 EFFICIENZA ENERGETICA ECCELLENZA MONDIALE Adeguarsi ai principi dello sviluppo sostenibile è entrato ormai tra le mission principali dell Ict. Il 2% della CO 2 emessa nel mondo proviene infatti dai consumi dell industria informatica e delle telecomunicazioni: una quantità paragonabile a quella prodotta dall intera industria dei trasporti aerei. Solo nel 2007, sono stati spesi in energia elettrica 7 miliardi di dollari per far funzionare e raffreddare i server nei data center di tutto il mondo. Nei prossimi dieci anni l alimentazione e la climatizzazione delle infrastrutture informatiche diventerà uno dei fattori critici dello sviluppo economico. La diffusione della cultura del Green ha posto l attenzione sulle ricadute dell information technology sui consumi energetici non solo per l aspetto dei risparmi che le soluzioni possono aiutare a monitorare e governare, ma anche sui consumi specifici correlati al funzionamento dei sistemi, sia nell ambito distribuito (dai pc e loro periferiche fino ai sistemi di videoconferenza) che soprattutto dei sistemi centrali di elaborazione. Un altro fronte che offre notevoli margini di miglioramento delle performance energetiche è quello dei sistemi di facility a supporto dei data center (raffreddamento, ventilazione, distribuzione elettrica, illuminazione) che in data center standard arrivano ad assorbire anche il doppio dell energia destinata ai sistemi installati. La cantierizzazione degli impianti dell eni Green Data Center ha previsto la riprogettazione ex novo ogni singolo componente del sistema data center con un approccio olistico: considerare ogni singolo componente come parte organica di una più ampia e complessa macchina, un sistema industriale da progettare come un tutt uno, con un fortissimo orientamento al risparmio energetico. EFFICIENZA IL PUE L obiettivo era ottenere un risultato di efficienza energetica di assoluta eccellenza mondiale, raggiungendo un livello di Pue inferiore a 1,2. Il parametro Pue (Power usage effectiveness, secondo la definizione standard dell ente internazionale The GreenGrid) indica il rapporto tra il consumo elettrico complessivo di un data center (apparati Information technology, condizionatori, ventilatori, Ups, ecc.) e il consumo dei soli apparati It. I data center standard non efficientati hanno in genere un Pue superiore al valore 3,0; un valore di Pue di 2,0 è un risultato già considerato buono; un valore inferiore al 1,5 è molto aggressivo. Considerando anche che l energia fornita al Green data center proviene da una Centrale a metano e quindi da una combustione a basso contenuto di CO 2, questo risparmio di energia si traduce, a regime, in una riduzione di emissioni di CO 2 di quasi 335mila tonnellate di CO 2 annue, dato che spiega da solo l attributo Green associato al nuovo Data Center. Le principali voci di consumo di energia, oltre ovviamente agli apparati informatici, sono riconducibili alle 3 seguenti categorie: sistemi di raffreddamento; sistemi di ventilazione e distribuzione elettrica. Nell intervento, per ciascuna categoria di consumo, si è proceduto cercando di individuare le soluzioni più ottimizzanti e innovative, per limitare l impatto sui consumi al fine di migliorare il Pue complessivo: l ambizione di scendere al di sotto del valore limite di 1,2, lavorando su miglioramenti dell ordine dei decimali, ha rappresentato la sfida principale. SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO Il sistema di trattamento aria rientra all interno delle innovazioni globali pensate con l intero edificio, diventandone parte integrante e funzionale. Si è scelto di adottare la tecnica del Free-Cooling diretto, un sistema naturale che utilizza direttamente l aria esterna per raffreddare gli apparati informatici, mantenendo il più possibile spenti i sistemi di condizionamento forzato. Una componente assolutamente innovativa della soluzione implementata ad hoc per eni è l utilizzo, per la movimentazione dell aria, di un camino per ciascuna sala, diviso in due larghe sezioni di aspirazione ed espulsione, con un grande locale posizionato sotto ciascuna sala server per la miscelazione, filtrazione e trattamento aria. Tale sistema consente di cogliere due importanti obiettivi: minimizzazione dei consumi e delle perdite, grazie anche alla presenza di una solo sistema di ventilazione (di spinta); possibilità, in base alle condizioni climatiche esterne oppure alla situazione delle polveri, di attivare un sistema di ricircolo aria a costo quasi nullo, in termini energetici e di manutenzione. Il cuore dell impianto meccanico è rappresentato da questi camini di aspirazione/espulsione dell aria esterna, le cui dimensioni rilevanti (circa 15x20x30 mq) garantiscono il flusso dell adeguata quantità d aria richiesta. L idea di utilizzare l aria esterna nasce dallo studio approfondito dei parametri caratteristici di funzionamento degli apparati It e quindi dall assunzione di poter far funzionare i sistemi It anche a temperature più elevate (ma sempre controllate e stabili) rispetto a quelle dei Data Center tradizionali (25-26 C vs C), condizioni operative ampiamente sopportate dalle nuove generazioni di dispositivi. A fronte di ciò, anche la scelta dell ubicazione dei fabbricati alla latitudine del 45 parallelo, in mezzo alla Pianura Padana, si rivela una scelta efficace e non particolarmente penalizzante. Infatti, supportati da un analisi storica dei dati ambientali di temperatura/umidità della zona, si determina che per gran parte delle ore dell anno un opportuna quantità di aria esterna ha le caratteristiche adeguate per raffrescare per oltre il 75% del tempo un carico termico fino a 30 MW. Per il raffreddamento, si è reso necessario installare anche un sistema ridondato di chiller ad altissima efficienza con torri evaporative, per garantire le corrette condizioni d esercizio di temperatura e umidità anche nelle giornate estive molto calde o in particolari situazioni ambientali in cui sarà richiesto il funzionamento a chiuso, in ricircolo totale d aria. La posizione geografica al 45 parallelo ha costituito un ulteriore fattore di sfida per il raggiungimento di un Pue record rispetto a Data Center ubicati più a Nord (Irlanda, Scozia, Montagne Rocciose in Us) e pertanto in aree con situazioni climatiche più vantaggiose. Il controllo puntuale dei parametri di funzionamento e la distribuzione dei sistemi in 6 sale indipendenti consen-

13 tiranno poi di gestire anche esigenze molto diverse con la massima flessibilità. Il sistema è disegnato per funzionare in condizioni operative che garantiscono il rispetto dei parametri operativi per i Data Center stabiliti dalle normative internazionali (Ashrae, Itic). SISTEMA DI VENTILAZIONE L architettura con i camini, supportati da un approfondito studio fluidodinamico di verifica, ha permesso di realizzare un solo sistema di ventilazione, che interviene sulla spinta dell aria in ingresso, a valle dei sistemi di filtraggio delle polveri, eliminando il secondo sistema di espulsione dell aria calda in uscita, utilizzato negli altri Data Center in Free-Cooling già realizzati, dimezzando così una rilevante voce nella quota dei consumi. La scelta di camini alti consente di prendere l aria fresca di ingresso a una quota di +20 m rispetto al terreno, mantenendo bassi i costi di filtrazione per la minor presenza di polveri con Pm > 2,5. Questa scelta di ventilazione assolutamente naturale tramite i camini, utilizza sistemi di spinta a bassissima prevalenza (20 PA), che muovono grandi masse d aria (fino a 1,4 ml di m 3 /h per ciascuna sala, cioè oltre 8 ml di m 3 /h totali) ma con velocità dell aria sempre molto basse (dell ordine di 1-1,5 m/s), in grado di garantire elevatissime efficienze. Il sistema di ventilazione utilizza pale a passo variabile per consentire una modulazione efficiente sia della spinta che dei relativi consumi anche a bassi regimi di carico (dato che in configurazione ridondata il carico operativo è normalmente inferiore al 50%). SISTEMA DI PULIZIA DELL ARIA Per rispettare gli stringenti parametri fissati dall organismo internazionale Ashrae per i Data Center, si è scelto di pulire il flusso d aria in ingresso adottando un sistema di filtri F7, che consentono, a regime, di eliminare fino a 3mila kg di polveri / anno (di fatto il 100% delle polveri con Pm > 0,5 e l 80% delle polveri con Pm < 0,5), quantità che corrisponde alle polveri contenute in una superficie di oltre 25 kmq (per un altezza da terra di 30m). Gli studi di simulazioni hanno consentito di non prevedere l installazione di un ulteriore sistema di filtraggio sul flusso d aria di ricircolo, eliminando inutili perdite di carico e quindi sprechi di energia. SEPARAZIONE DEI FLUSSI DI ARIA CALDA / FREDDA Per meglio controllare la separazione tra i flussi di aria calda e fredda la scelta progettuale è stata quella di implementare nelle sale It un sistema di compartimentazione rigorosa dell aria mediante strutture rigide di cage, che mantengono chiuso e separato il corridoio dell aria fredda (su cui si affacciano le prese di aspirazione d aria dei server), mentre di fatto il resto della sala costituisce il corridoio caldo, dove l aria calda espulsa dai server viene veicolata per spinta, dai ventilatori e per effetto camino, verso la presa di espulsione sul percorso di uscita del camino. Il corridoio freddo della gabbia, sempre opportunamente monitorato, consente anche di miscelare e omogeneizzare meglio il flusso d aria fredda di alimentazione e quindi di ridurre il rischio di eventuali aree di sovraccarico termico su Rack ad alta densità. ANTINCENDIO E SICUREZZA Un idea innovativa è stata applicata anche per limitare i rischi di incendio che, statisticamente, nei Data Center si verificano nelle aree Power, dove si trovano grandi quantità e grandi densità di energia (locali dei Generatori diesel di emergenza, ma ancor di più nei locali batterie degli Ups, stoccate in genere in grandi quantità negli stessi locali con gli Ups). Nell eni Green Data Center, questi impianti, sempre disposti in configurazione di ridondanza, sono sempre installati in locali distinti e le batterie, che costituiscono la fonte di maggior pericolo, sono ulteriormente frazionate in locali più piccoli, totalmente isolati tra loro per eventuali casi di incendio e/o di fuoriuscita di sostanze acide. Nelle stanze destinate alle batterie non è stato previsto il free-cooling ma un raffreddamento tradizionale, specificatamente controllato e con appositi camini a ventilazione naturale che possono servire, alla bisogna, anche allo sfogo di eventuali fumi di surriscaldamento/combustione. Ogni locale critico dell impianto prevede una compartimentazione Rei non inferiore a 120, con sistemi di rilevazione fumi ad alta sensibilità e di tipo early detection (con 2 ordini di grandezza di sensibilità in più rispetto ai sistemi convenzionali) e sistema antincendio ad acqua di tipo sprinkler (non a gas): la scelta dell acqua si impone proprio data la tipologia del raffreddamento scelta, che prevede flussi di ricambio aria continuo e con enormi quantità di aria, mai saturabile con un gas. Resta il fatto che nelle sale server, pur se attrezzate con i sistemi di rilevazione fumi e di sprinkler, la misura principe e più efficace di prevenzione antincendio rimane sempre quella di mantenerle libere da ingombri a rischio (manuali cartacei e imballaggi). DISTRIBUZIONE ELETTRICA Nella progettazione architettonica si è optato sull ottimizzazione dei percorsi elettrici, principale fonte di dispersione e dispersione di energia: i Power Center di distribuzione sono stati progettati per lavorare in media tensione ( V) fino a pochissimi metri dal sistema distributivo finale verso i server It, posizionandoli in locali in corrispondenza verticale rispetto a quelli dei sistemi di distribuzione finale (Ups); il sistema distributivo a bassa tensione in uscita dagli Ups è collocato poi lungo le due pareti di ciascuna delle 6 sale macchine: ogni metro di percorso risparmiato si traduce infatti in sensibili riduzioni di dispersioni e di quantità di cavi di rame. Questo posizionamento degli apparati fa sì che ciascun server in sala It si trovi a essere alimentato sempre da 2 linee distinte, che provengono da 2 lati contrapposti della sala, e quindi da 2 diversi Ups (ciascuno con le proprie specifiche batterie di emergenza), a loro volta collegati a due linee di alimentazione generale diverse. Ogni flusso elettrico è sempre ridondato a livello di quadri elettrici per garantire l alimentazione di ciascun sottoramo dell impianto anche in caso di fault di una delle linee principali di distribuzione. Un guasto su un lato di una sala può quindi mettere in fault sempre e solo un sottoinsieme di apparati, al 29

14 massimo metà dell alimentazione: l altra metà deve essere sempre in grado di reggere l intero carico dei sistemi accesi. Tutti i sistemi di illuminazione e tutti i consumi accessori sono stati analizzati per ottimizzarne i consumi: l illuminazione interna è prevista con lampade fluorescenti e sensori di accensione mediante rilevatori del movimento di persone; per esempio l illuminazione esterna di sicurezza è realizzata con lampade Led; e anche i colori degli ambienti e delle pareti sono stati considerati, selezionando tinte ad alta luminosità. A differenza di moltissime installazioni che prevedono impianti Ups di grande taglia, collegati tra loro in parallelo in configurazione ridondata (n+1), sempre in funzione almeno come raddrizzatori di tensione, per il Green Data Center si è scelto di adottare una soluzione assolutamente innovativa. Si è pensato di utilizzare Ups di taglia media (200 kw), che operano però in tecnologia off-line cioè sono sempre spenti, in stato di stand-by, e intervengono solo quando avviene una effettiva discontinuità di alimentazione elettrica rilevante. Sono stati selezionati due differenti fornitori anche per ridurre il guasto sistemico, i cui apparati sviluppati su specifica del progetto hanno sperato i severi collaudi del Tuv con il supporto metodologico e di analisi del Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell Università di Bologna. È stato certificato il superamento del target di efficienza di rendimento, raggiungendo i valori record di 99,46% al 50% del carico e 99.43% al 100%. La dimensione e la rilevanza del progetto eni ha convinto i principali produttori di apparati Ups ad avviare lo sviluppo e quindi la commercializzazione di questa tipologia di prodotti, prima non disponibili. RIDONDANZE DEGLI IMPIANTI La ridondanza degli impianti risponde a due obiettivi apparentemente semplici: resistere al primo guasto o incidente, qualunque esso sia, senza intervento umano (in questa fattispecie rientrano tutti gli eventi ipotizzabili interni al sistema che possano coinvolgere singoli componenti: guasti, errori umani, sottodimensionamenti, incendi, ecc) e consentire qualsiasi operazione di manutenzione a singoli apparati in continuità di servizio. IL VALORE DELLE COMPETENZE Ing. Michele Mazzarelli project manager eni «Un lavoro sfidante e con obbiettivi ambiziosi, che ha riunito un team motivato e di altissima competenza, allo scopo di sviluppare un progetto innovativo, robusto e ben dettagliato, per non lasciare nulla di scontato o di non rielaborato. Il fattore critico di successo è stata la disponibilità a rimettere in discussione le proprie esperienze e competenze con spirito critico, alla ricerca di modi nuovi di realizzare le cose, scardinando l approccio si fa così perché si è sempre fatto così!» Ing. Paolo Strada responsabile engineering Eniservizi - Svirep (sviluppo immobiliare & realizzazione progetti) «Eniservizi ha rafforzato la struttura di project management del committente nella supervisione e coordinamento delle attività operative di sviluppo di progettazione e di direzione lavori, in particolare nelle aree di field engineering, hse & quality control, project management operativo, nello sviluppo di verifiche specialistiche e nello sviluppo e realizzazione del sistema integrato di sicurezza, un sistema sofisticato idoneo a un caso di tale rilevanza». Arch. Claude Van Steenwinkel project manager Starching 30 «Il nostro progetto esprime con coerenza estetica la vocazione industriale ma sostenibile dell edificio: casseri standard a grande formato disegnano il pattern del c.a, un getto strutturale unico finito al quarzo risolve in un unica lavorazione le pavimentazioni, e i cementi sono pigmentati con essenze naturali anziché tinteggiati: scelte orientate al controllo economico e delle tempistiche di cantiere, che conferiscono cura e dettaglio architettonici a un intervento industriale a larga scala».

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