La creazione del mito di Gilles Villeneuve. attraverso la stampa sportiva

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1 Università Cattolica del Sacro Cuore Facoltà di Lettere Esame di teoria e tecniche dell informazione sportiva La creazione del mito di Gilles Villeneuve attraverso la stampa sportiva Désirée Citro Mat ANNO ACCADEMICO 2002/2003

2 Si ringraziano per la collaborazione: Pino Allievi e Giorgio Specchia per La Gazzetta dello sport e Gerald Donaldson giornalista di F1 magazine. 1

3 INDICE Introduzione Premessa Capitolo I Le Critiche Capitolo II La Vittoria Capitolo III La Leggenda Capitolo IV Consacrazione di un mito Capitolo V La Stampa internazionale Capitolo VI Il Mito continua Interviste Conclusione Bibliografia 2

4 INTRODUZIONE <<...Gilles Villeneuve was, and remains, one of the greatest Formula One heroes. Only after he was killed in his Ferrari in 1982 did the tremendous outpouring of grief reveal the depth of feeling he inspired. Villeneuve personified the definition of a hero: a person admired for their courage or outstanding achievements; a person of superhuman qualities, the leading character in a drama. But much of Villeneuve s legend was created by magazine columnist Nigel Roebuck who in the 1980s was Formula One s top columnist. Nigel Roebuck helped achieve the opposite effect for Villeneuve s nemesis Didier Pironi. >> <<Gilles Villeneuve era, e rimane, uno dei più grandi eroi della Formula Uno. Solo dopo la sua morte, con la Ferrari nel 1982 fu pubblicamente riconosciuto e dichiarato il profondo sentimento che inspirava. Villeneuve personificava la definizione dell eroe: una persona ammirata per il suo coraggio e per le sue rilevanti imprese, una persona dalle doti sovrumane; il personaggio principale di una tragedia. Ma molto di quello che è la leggenda Villeneuve fu creata da Nigel Roebuck, che negli anni 80 era uno dei più importanti giornalisti di Formula Uno. Nigel Roebuck creò l effetto opposto per il nemico di Villeneuve, Didier Pironi. >> Queste frasi sono state prese da un articolo scritto da Gerald Donaldson sul mensile inglese F1 Magazine. Il pezzo cerca di spiegare le ragioni per le quali alcuni piloti di Formula Uno diventano dei miti e altri scompaiono nell ombra o peggio ancora, assumono un ruolo negativo. Questo servizio mi ha portato a riflettere sul ruolo della stampa nella creazione degli eroi sportivi. Ho deciso di analizzare il fenomeno di Gilles Villeneuve. Un pilota considerato all unanimità un mito dell automobilismo nonostante le poche vittorie, solo sei in cinque stagioni. Per l analisi mi sono avvalsa, quali fonti primarie, di un quotidiano nazionale Corriere della Sera, di un quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport e di un settimanale specialistico Autosprint. Il lavoro è strutturato in quattro parti fondamentali, di lunghezza differente. La premessa è composta da schede. Viene richiamata la storia delle testate scelte e una breve biografia del personaggio di Gilles Villeneuve, corredata da una serie di tavole schematiche che raccontano i campionati di Formula Uno al quale il pilota ha partecipato. I vari capitoli rappresentano l analisi degli articoli riguardanti il campione canadese, apparsi sui quotidiani e sul settimanale scelti. La stesura è stata preceduta da un attenta valutazione del materiale raccolto. Gli articoli sono stati organizzati secondo un criterio cronologico, sottolineando l evoluzione del personaggio in rapporto ai media. 3

5 La terza parte del lavoro è rappresentata dalle interviste, strumento utile per comprendere in modo più approfondito il ruolo dei giornalisti negli anni di attività di Villeneuve. Ho contattato Pino Allievi, de La Gazzetta dello Sport, i cui articoli sono stati spesso oggetto della trattazione; e Gerald Donaldson, giornalista canadese e amico del pilota scomparso. La breve tesi si conclude con considerazioni personali sullo stile giornalistico adottato per descrivere i successi e le sconfitte che hanno portato Villeneuve ad essere una leggenda. 4

6 PREMESSA Schede delle testate analizzate: CORRIERE DELLA SERA Quotidiano fondato a Milano nel 1876 da Eugenio Torelli Viollier, che ne è il primo direttore. Nel 1904 la redazione si stabilisce in Via Solferino 28, dove risiede tuttora. Diviene portavoce della borghesia industriale lombarda, si ispira all inglese The Times nell impostazione grafica e tipografica, mirando ad essere il quotidiano più diffuso ed autorevole d Italia, grazie ad alcuni collaboratori, quali D Annunzio, Pirandello, Einaudi. Dal 1945 al 1948, dopo la liberazione dal fascismo, la testata muta, prima in Corriere d Informazione poi in Il nuovo Corriere della Sera. Il giornale sotto la direzione di: Mario Missiroli, Giovanni Russo e Giovanni Spadolini conserva la sua autorevolezza e l orientamento moderato, che lo aveva sempre contraddistinto negli anni precedenti alla guerra. La direzione di Piero Ottone ( ) ospita voci che spinsero ad abbandonare il giornale sia alcune firme prestigiose, primo fra tutti Indro Montanelli, sia una parte del pubblico. Nel 1974 il quotidiano viene acquistato da Angelo Rizzoli, dell omonimo gruppo. La testata vive un periodo di difficoltà, culminato nell amministrazione controllata tra il 1982 e il Fra il 1984 e il 1986 il controllo del giornale passa a diverse società, fra cui è maggioritaria la Gemina (nella quale la Fiat detiene la maggioranza), nasce la Rizzoli-Corriere della Sera (Rcs Editori). Alla fine degli anni Ottanta il quotidiano contende a La Repubblica il primato delle vendite a livello nazionale e lo conquista negli anni Novanta sotto la direzione di Paolo Mieli. Dal 1997 è diretto da Ferruccio De Bortoli. GAZZETTA DELLO SPORT Quotidiano sportivo italiano nato nell aprile del 1896 dalla fusione del milanese Il ciclista e della torinese La tripletta, fu inizialmente bisettimanale, quindi trisettimanale. Nel 1897 la testata assume il nome attuale e la carta da verde chiaro diventa gialla e poi bianca. Solo nel gennaio del 1899 il giornale cambia nuovamente colore e la carta diventa rosa, com è oggi. 5

7 Nel 1909 La Gazzetta dello Sport si fa promotore ed organizzatore di eventi sportivi, quale il Giro d Italia, principale manifestazione ciclistica italiana. Il giornale diventa un quotidiano solo nel Nel 1976 viene acquistato dal gruppo Rizzoli. AUTOSPRINT Settimanale di automobilismo fondato nel 1960 a Bologna. La casa editrice è Conti Editore. Il direttore attuale è Alberto Sabbatini, figlio di Marcello Sabbatini fondatore del settimanale Rombo. 6

8 Scheda del personaggio: GILLES VILLENEUVE Joseph Gilles Henri Villeneuve nasce a Chambly, Québec, in Canada, il 18 gennaio Nel 1953 nasce il fratello di Gilles, Jacques, e la famiglia Villeneuve si trasferisce a Berthierville ad un ora di auto da Montréal. Nel 1966 Gilles inizia la sua carriera agonistica con una motoslitta costruita dal padre. I quattro anni successivi lo vedono protagonista del campionato con una motoslitta di serie del costruttore canadese Skiroule. Il 17 ottobre del 1970 Joann Barthe diviene la moglie di Gilles. Il 9 aprile 1971, Joann dà alla luce Jacques, primogenito di Gilles e futuro campione del mondo. Nello stesso anno Villeneuve vince il Campionato del Québec e il Titolo mondiale 400cc nello Stato di New York. Nel 1973 abbandona le gare con le motoslitte ed esordisce in Formula Ford. Diventa campione del Québec vincendo 7 delle 10 gare previste. Quell estate nasce Mélanie. Dal 1974 inizia la sua avventura in Formula Atlantic. Il primo anno è costellato da un infinito numero di incidenti e ritiri, si piazza 16 nella classifica finale. L anno successivo riesce ad ottenere una vittoria. Nel 1976 arriva la svolta, vince il titolo in Formula Atlantic con otto successi su nove gare e cosa ancor più rilevante: viene notato da James Hunt, pilota di Formula Uno, durante una gara sul circuito stradale di Trois-Rivières. Hunt tornato in Europa parla a Teddy Mayer, boss del team McLaren. Nel 1977 Gilles si conferma campione di Formula Atlantic e chiamato dal team McLaren, debutta in Formula 1 sul circuito di Silverstone, in occasione del Gran Premio di Gran Bretagna. Si ritrova presto in zona punti fino a quando un problema di pressione del carburante lo fa scivolare in 9 posizione. La stessa estate Gilles Villeneuve firma un contratto con la Ferrari per correre in Formula 1 nella stagione successiva e disputa gli ultimi due Gran Premi della stagione, dopo la decisione di Niki Lauda di lasciare prematuramente il team in seguito alla conquista del titolo mondiale piloti a Watkins Glen. Il primo Gran Premio di Gilles al volante di una monoposto del cavallino avviene a Mosport, in Canada. La sua gara si conclude con un testa coda e la rottura del semiasse. Due settimane dopo, in Giappone, sul circuito del Fuji, Gilles si tocca con Ronnie Peterson, la monoposto impazzita finisce oltre le recinzioni: due morti ed una decina di feriti. La stampa si scatena ed attacca duramente il pilota canadese e la scelta, quanto meno azzardata, di Enzo Ferrari. 7

9 Il 1978 inizia con altri ritiri ed incidenti. A Long Beach, in California, Gilles è al comando del Gran Premio, ma urta la Shadow di Clay Regazzoni e termina la gara contro le barriere. Sul finire della stagione vince davanti al pubblico di casa, nella prima edizione del Gran Premio del Canada sul circuito di Montéal, sull isola di Notre-Dame. Termina 9 nella classifica generale. Il 1979 vede schierate due Ferrari, una con Villeneuve e l altra con Jody Scheckter che sostituisce l argentino Carlos Reutemann. Gilles vince il 3 e il 4 Gran Premio della stagione. A Monza rimane dietro al compagno di squadra, adeguandosi agli ordini di scuderia, pur sapendo che sarebbe bastato superare Jody per conquistare il titolo mondiale. Gilles termina l anno secondo in classifica generale, la Ferrari vince il titolo Costruttori e Scheckter quello Piloti. Il 1980 è una stagione deludente, la causa principale è da attribuire alla Ferrari 312 T5, macchina poco competitiva. Gilles termina decimo in classifica generale. Il miglior piazzamento è stato il 5 posto ottenuto a Monaco ed in Canada. Alla fine dell anno Jody Scheckter decide di ritirarsi per sempre dalle corse automobilistiche, la Ferrari ingaggia Didier Pironi. La stagione 1981 inizia con i migliori auspici, la nuova Ferrari 126 Turbo è molto potente ma con un telaio debole. Gilles riesce a vincere il Gran Premio di Monaco e quello di Spagna soprattutto grazie alle sue doti ed al suo stile di guida. Il 1982 sembra, almeno sulla carta, l anno della ripresa. La Ferrari 126 C2 è in grado di lottare per il campionato del mondo. Gilles non riesce a concludere le prime tre gare della stagione. Il Gran Premio di Imola è la gara decisiva. Alcuni team inglesi boicottano la gara e non si presentano al via, ci sono solo 14 vetture sulla griglia di partenza. Il Gran Premio viene dominato dalle due Ferrari, Gilles è in testa seguito a ruota da Pironi. I box del Cavallino espongono un cartello ambiguo slow. Didier passa Villeneuve nel giro finale e taglia il traguardo per primo. Gilles è furibondo, si sente tradito dal quello che considerava un amico, oltre che un semplice compagno di squadra. I rapporti all interno del team si fanno sempre più difficili e tesi. Due settimane dopo, sul circuito di Zolder, in Belgio, durante le prove di qualificazione Gilles cerca di migliorare il suo tempo, sul tracciato incontra la March di Jochen Mass. I due piloti non si capiscono, la ruota anteriore destra della Ferrari tocca la posteriore sinistra della March. La monoposto del cavallino vola in aria, è l ultimo volo dell aviatore. Gilles Villeneuve muore all ospedale di Lovanio l 8 maggio 1982 alle Il giorno successivo la salma di Gilles Villeneuve viene portata in Canada, nella chiesa di Berthierville viene celebrato il funerale. Il Gran Premio del Belgio viene vinto da John Watson, la Ferrari non partecipa alla gara. Una settimana dopo la morte di Gilles, il consiglio cittadino di Montréal dedica ufficialmente il circuito dell isola di Notre-Dame al campione canadese. A 8

10 Berthierville viene creato il parco Gilles Villeneuve e accanto ad esso viene istituito un museo. A Fiorano, la strada principale che conduce al circuito viene ufficialmente intitolata a Gilles Villeneuve e vicino all entrata della pista viene eretto un monumento dedicato al pilota scomparso. Il circuito di Imola ha una curva che porta il suo nome. In Canada hanno creato dei francobolli e ogni anno sulla linea d arrivo è visibile la scritta: Salut, Gilles!. Per il circo della Formula Uno la stagione 1982 non è ancora finita, durante il Gran Premio del Canada un incidente alla partenza, provocato da Pironi, causa la morte di un pilota italiano al suo esordio nella massima formula: Riccardo Paletti. Durante le prove di qualificazione del Gran Premio di Germania, Didier Pironi perde il controllo della sua monoposto ed ha un terribile incidente. Pironi esce vivo da quell incidente ma le lesioni alle gambe sono troppo gravi, così termina la sua carriera come pilota di Formula Uno. Didier morirà nel 1987 durante una gara di off-shore. Il titolo mondiale di quella tragica stagione viene assegnato a Keke Rosberg. 9

11 I Campionati Mondiali STAGIONE 1977 Gran Premio Circuito Qualificazioni Risultato Canada Mosport Park Giappone Fuji 20 Incidente STAGIONE 1978 Gran Premio Circuito Qualificazioni Risultato Argentina Buenos Aires 7 8 Brasile Jacarepaguà 6 incidente Sud Africa Kylami 8 ritirato Stati Uniti Long Beach 2 incidente Monaco Monaco 8 incidente Belgio Zolder 4 4 Spagna Jarama 5 10 Svezia Anderstorp 7 9 Francia Le Castellet 9 12 Gran Bretagna Brands Hatch 13 ritirato Germania Hockenheim 15 8 Austria Osterreichring 11 3 Olanda Zandvoort 5 6 Italia Monza 2 7 (*) Stati Uniti Watkins Glen 4 ritirato Canada Ile Notre-Dame 3 1 (*) termina la gara secondo ma viene penalizzato di un minuto per partenza anticipata. Classifica Finale: 1 Mario Andretti 64 punti 2 Ronnie Peterson 51 punti 3 Carlos Reutemann 48 punti 9 Gilles Villeneuve 17 punti 10

12 STAGIONE 1979 Gran Premio Circuito Qualificazioni Risultato Argentina Buenos Aires 10 ritirato Brasile Interlagos 5 5 Sud Africa Kylami 3 1 Stati Uniti Long Beach 1 1 Gran Bretagna Brands Hatch 3 1 (*) Spagna Jarama 3 7 Belgio Zolder 6 7 Monaco Monaco 2 ritirato Francia Dijon-Prenois 3 2 Gran Bretagna Silverstone Germania Hockenheim 9 8 Austria Osterreichring 5 2 Olanda Zandvoort 6 ritirato Italia Monza 5 2 Italia Imola 1 7 (*) Canada Ile de Notre-Dame 2 2 Stati Uniti Watkins Glen 3 1 (*) gara non valida per il campionato. Classifica Finale: 1 Jody Scheckter 51 punti 2 Gilles Villeneuve 47 punti 3 Alan Jones 40 punti STAGIONE 1980 Gran Premio Circuito Qualificazioni Risultato Argentina Buenos Aires 8 incidente Brasile Interlagos 3 16 Sud Africa Kylami 10 ritirato Stati Uniti Long Beach 10 ritirato Belgio Zolder 12 6 Monaco Monaco 6 5 Francia Le Castellet 17 8 Gran Bretagna Brands Hatch 19 ritirato Germania Hockenheim 16 6 Austria Ostereichring 15 8 Olanda Zandvoort 7 7 Italia Imola 8 incidente Canada Ile de Notre-Dame 22 5 Stati Uniti Watkins Glen 18 incidente Classifica Finale: 1 Alan Jones 67 punti 2 Nelson Piquet 54 punti 3 Carlos Reutemann 42 punti 10 Gilles Villeneuve 6 punti 11

13 STAGIONE 1981 Gran Premio Circuito Qualificazioni Risultato Stati Uniti Long Beach 5 ritirato Brasile Jacarepaguà 7 ritirato Argentina Buenos Aires 7 ritirato Italia Imola 7 4 Belgio Zolder 4 4 Monaco Monaco 2 1 Spagna Jarama 7 1 Francia Dijon-Prenois 11 ritirato Gran Bretagna Silverstone 8 incidente Germania Hockenheim 8 10 Austria Ostereichring 3 incidente Olanda Zandvoort 16 incidente Italia Monza 9 ritirato Canada Ile de Notre-Dame 11 3 Stati Uniti Las Vegas 3 ritirato Classifica Finale: 1 Nelson Piquet 50 punti 2 Carlos Reutemann 49 punti 3 Alan Jones 46 punti 7 Gilles Villeneuve 25 punti STAGIONE 1982 Gran Premio Circuito Qualificazioni Risultato Sud Africa Kylami 3 ritirato Brasile Jacarepaguà 2 incidente Stati Uniti Long Beach 7 squalificato Italia Imola 3 2 Belgio Zolder - - Classifica Finale: 1 Keke Rosberg 44 punti 2 Didier Pironi 39 punti 3 John Watson 39 punti 12

14 CAPITOLO I Le critiche L esordio di Gilles Villeneuve in Ferrari è stato più difficile del previsto. Le difficoltà erano dovute soprattutto a due fattori: l inesperienza del giovane canadese al volante di una monoposto di Formula 1 e le attese legate al ruolo di pilota del Cavallino nei confronti della stampa italiana e dei tifosi. Lauda, l ex eroe scampato al rogo del Nürburgring nel 76 e tornato a combattere di nuovo per la Ferrari e l Italia, venne fatto a pezzi sui giornali italiani per aver tradito la fiducia della sua scuderia e dei suoi fan. Se il suo successore non si fosse dimostrato all altezza, l opinione pubblica si sarebbe rivoltata contro di lui e la sua permanenza alla Ferrari sarebbe stata molto breve. Le prime due gare di Gilles Villeneuve sono disastrose: in Canada si classifica dodicesimo dopo aver rotto l albero di trasmissione e in Giappone urta Ronnie Peterson, la Ferrari si impenna in aria e ricade di muso, finisce contro un gruppo di spettatori che assistono alla gara in una zona del circuito proibita al pubblico. Muoiono due persone e molte vengono ferite. I due piloti scendono dalle rispettive monoposto illesi. Dopo questo incidente la stampa attacca Gilles duramente: << Gilles Villeneuve usciva fuori strada in curva, cozzando contro il guardrail compiendo anche un testa-coda durante il quale perdeva il musetto e l alettone posteriore. L incidente destava molte perplessità, malgrado Tomaini dicesse che non si doveva calcolare l incidente come punto di riferimento per il rendimento del pilota canadese. [ ] L urto è stato la risultante di un errore di calcolo. L errore ha suscitato ancora commenti negativi.>> (1) <<Il fatto è che Villeneuve è stato un acquisto a scatola chiusa. Non si può dire che i risultati siano stati confortanti, in tutte e due le occasioni, in prova e in gara, il canadese ha commesso degli errori.>> (2) Il titolo del secondo articolo riporta: <<Cosa può costare un pilota acquistato a scatola chiusa>>. Una titolazione molto forte, soprattutto con l utilizzo del termine costare, non riferito alla cifra irrisoria del contratto stipulato fra Ferrari e Villeneuve, ma sottolineando i due morti uccisi dalla monoposto fuori controllo del canadese. (1) Autosprint, 1977, I.M. (2) La Gazzetta dello Sport, A. Evangelisti, 25 ottobre

15 Le polemiche contro lo stile di guida spericolato di Gilles non si affievoliscono, anzi trovano nuova linfa nella prima parte del campionato Durante il secondo Gran Premio della stagione, a Rio de Janeiro, Villeneuve si scontra nuovamente con Ronnie Peterson. La Gazzetta dello Sport titola il suo articolo d apertura: <<Villeneuve ci fa sognare per metà corsa. Piquet esalta i brasiliani e poi sviene.>> (3) La spalla firmata da Athos Evangelisti è molto più critica nei confronti del pilota canadese e si dichiara apertamente un anti-villeneuviano con queste parole: <<C era un altra possibilità: che Villeneuve cedesse il passo all avversario mantenendosi nel gruppo di testa a vedere come si mettevano le cose, tanto più che la sua Ferrari sembrava in perfette condizioni. Può darsi che il canadese sia incapace di queste tattiche, ma c è da chiedersi fino a quando i suoi sostenitori potranno resistere alla crudele doccia scozzese alla quale Villeneuve così spesso li sottopone.>> (4) A Long Beach, in California, il fronte anti-villeneuve tocca il suo apice. Gilles si ritrova in testa alla gara per la prima volta, la vittoria sfuma dopo una collisione con Clay Regazzoni che si appresta ad essere doppiato dalla Ferrari. Un sorpasso impossibile in quel punto della pista, Villeneuve decolla sopra la Shadow di Regazzoni, la sua corsa termina fuori pista fra la polvere. Nestore Morosini diventa con il tempo grande tifoso di Gilles, ma dopo l ennesimo incidente del canadese scrive sulle colonne del Corriere della Sera: <<Gilles Villeneuve in California è stato battezzato il pilota volante. [ ] Troppi incidenti nella carriera ferrarista di Villeneuve. [ ] Adesso Gilles è ancora una volta alle prese con la sua irruenza e la sua grinta.>> (5) In questo periodo nascono i nomignoli quali Air Canada e aviatore. Soprannomi che si riferiscono all attitudine di Gilles nel compiere manovre tanto azzardate da farlo volare, nel vero senso della parola, sopra le piste sulle quali corre. (3) La Gazzetta dello Sport, P. Allievi, 30 gennaio 1978 (4) La Gazzetta dello Sport, A. Evangelisti, 30 gennaio 1978 (5) Corriere della Sera, N. Morosini, 3 aprile

16 CAPITOLO II La vittoria L ultima gara della stagione 1978 viene disputata sul nuovo circuito sull Ile de Notre-Dame a Montréal ed è su questo tracciato cittadino che Gilles Villeneuve ottiene la sua prima vittoria davanti al pubblico canadese. La Gazzetta dello Sport ed il settimanale Autosprint aprono i loro articoli inerenti al Gran Premio del Canada con affermazioni simili: <<E finalmente arrivata la grande affermazione di Gilles Villeneuve, quella che non solo il pubblico canadese attendeva, ma anche tutti gli uomini della Ferrari: dai meccanici, ai tecnici, al commendatore, legati a questo piccolo pilota da un vincolo di simpatia e di stima davvero insolito in un ambiente privo di sentimenti come quello della Formula 1.>> (6) <<Finalmente Gilles Villeneuve è arrivato sul gradino più alto del podio. Se occorreva una conferma delle qualità di questo canadese tranquillo e bravissimo, per convincere i più restii che Ferrari non aveva fatto una cattiva scelta, la corsa sul circuito di Montréal non lascia dubbi.>> (7) In entrambi i servizi si fa uso della parola finalmente come interiezione a proposito dell avverarsi di un fatto lungamente atteso, quello della prima vittoria di Gilles, e desiderato non solo dal team di Maranello, ma anche da alcuni giornalisti, come Franco Lini, che hanno sempre riposto molta fiducia nel pilota canadese. Grazie all articolo de La Gazzetta dello Sport viene scritta la parola fine alle innumerevoli polemiche e perplessità nate nei mesi precedenti in seguito ai numerosi incidenti in cui il giovane Villeneuve si era trovato coinvolto. <<... si era sentito piovere addosso critiche a non finire. Con il trionfo di ieri le polemiche si chiudono: Villeneuve ha dimostrato di essere un pilota che si adatta alla perfezione alla Ferrari e certamente quando riuscirà ad acquisire anche l autorità che è propria delle prime guide potrà aspirare a un titolo mondiale.>> (8) (6) La Gazzetta dello Sport, P. Allievi, 9 ottobre 1978 (7) La Gazzetta dello Sport, Franco Lini, ottobre 1978 (8) La Gazzetta dello Sport, P. Allievi, 9 ottobre

17 Un articolo di spalla di Athos Evangelisti, fino a quel giorno sempre critico nei confronti di Villeneuve, ha dovuto ricredersi e rettificare. Pochi mesi prima aveva paragonato la decisione di prendere Gilles in Ferrari un acquisto a scatola chiusa, ma dopo la vittoria in Canada è stato costretto ad ammettere di essere stato troppo precipitoso nel giudicare le doti del pilota dopo poche corse. <<L autunno scorso quando la Ferrari annunciò di avere ingaggiato Gilles Villeneuve, la notizia ci lasciò perplessi. [ ] E le prime uscite confermarono il timore. Il disastroso Gran Premio del Giappone, l incidente in Argentina, la fortunata corsa di Long Beach sciupata dall arrischiato e inutile sorpasso di Regazzoni, la perdita di una ruota e conseguente volo a Montecarlo. Per le sue fantasiose acrobazie Villeneuve si guadagnò il titolo di canadese volante. [ ] A chi chiedeva un opinione sul suo giovane pilota, Enzo Ferrari rispose: Fatemi questa domanda ad ottobre e vi saprò dar una risposta. Il tono però non era di chi vuole prendere tempo, ma piuttosto di chi preannuncia una sorpresa. E la sorpresa c è stata, ad ottobre, puntualissima. Una sorpresa piacevole per un acquisto a scatola chiusa a meno di voler ammettere che a Maranello sono capaci di costruire non soltanto macchine, ma anche piloti.>> (9) In questo periodo la tifoseria ferrarista, capitanata da Giorgio Giovetti, ribattezza Gilles con il nomignolo di Topolino. Epiteto antonomastico utilizzato spesso negli articoli del Corriere della Sera firmati da Nestore Morosini. Soprannome ripreso anche nella biografia scritta dallo stesso giornalista e pubblicata per la casa editrice For-Vem nel 1983, dopo la morte di Villeneuve. Nel 1979 scoppia la febbre Villeneuve. Il fenomeno nasce come azione di marketing per pubblicizzare il Gran Premio del Canada. Sui muri della città che ospita la gara, vengono appesi cartelli con il volto di Gilles e la scritta la fièvre Gilles Villeneuve. In una sola settimana vengono venduti tre milioni di poster, cinque milioni di autoadesivi e migliaia di pupazzi raffiguranti il pilota. La febbre si espande su tutto il territorio canadese ma non solo, giunge fino all Europa, in Italia. Qui il settimanale Autosprint diretto da Marcello Sabbatini fa propria questa frase, che ben descrive il clima di perenne eccitazione ed affetto che si era creato attorno a Villeneuve. Nell ultima intervista rilasciata da Gilles al giornalista per TV Rombo, dopo il tradimento di Imola 1981, Sabbatini rompe il ghiaccio con: <<E finita la rabbia ed è rimasta la febbre?>>. Villeneuve sorride alla battuta e mormora: <<Ah, la fièvre >>. Pochi giorni lo dividevano dalle prove del Gran Premio del Belgio a Zolder dove il pilota avrebbe trovato la morte. (9) La Gazzetta dello Sport, A. Evangelisti, 9 ottobre

18 CAPITOLO III La leggenda Gilles Villeneuve entra nella leggenda dell automobilismo mondiale molto prima della sua morte. Il 1 luglio 1979 a Dijon viene disputato il Gran Premio di Francia. La Renault turbocompressa di Jabouille è in testa alla gara, alle sue spalle due macchine si disputano il secondo e terzo posto: la seconda Renault guidata da René Arnoux e la Ferrari di Gilles Villeneuve. La monoposto del canadese ha problemi di gomme e di freni. Al penultimo giro la Ferrari è in scia della Renault ed entrambe si apprestano a passare per la curva Villeroy. A un centinaio di metri dalla curva, la monoposto di Maranello esce dalla scia e tenta il sorpasso. Le due monoposto sono una di fianco all altra. Villeneuve la spunta su Arnoux e lo passa. Le posizioni sono invertite: secondo Villeneuve e terzo Arnoux. All ultimo giro, sempre alla curva Villeroy il pilota francese della Renault tenta di ripassare l avversario. Le due monoposto sono ancora appaiate, la telecamera sull elicottero riprende la scena. Le ruote dei due si toccano più volte, nessuno vuole cedere. Gilles sbanda leggermente e perde terreno. La Renault imposta la curva successiva lasciando un piccolo varco alla sua destra, Arnoux è sicuro di aver vinto il duello con Gilles, ma la Ferrari lo affianca e lo supera nuovamente. Sul podio saliranno: Jabouille sul gradino più alto, Villeneuve secondo e Arnoux terzo. Una sfida infernale scrive Pino Allievi su La Gazzetta dello Sport, un duello che entra nell antologia dell automobilismo. << Il Gran Premio di Francia rimarrà a lungo nel cuore degli appassionati di corse automobilistiche per l acceso duello finale fra Villeneuve e Arnoux. Duello è la parola giusta, perché si è trattato di uno scontro a due, con la macchina al posto del fioretto o della spada, che ha scosso ed entusiasmato i centomila di Digione e milioni di telespettatori.>> (10) << Quel che Gilles Villeneuve ha saputo fare nel finale, riprendendo il secondo posto che Arnoux gli aveva soffiato (passandolo proprio davanti alle tribune). E stato grande. La grande frenata alla fine del rettilineo, che tutti hanno potuto vedere in televisione, è stata una delle cose più belle delle corse. Con decisione e con precisione, pur nella concitazione. E valutando tutto (10) La Gazzetta dello Sport, A. Evangelisti, 2 luglio

19 molto bene, perché la curva dopo il rettilineo era l unico posto dove la Ferrari fosse a suo agio, secondo quanto ci ha confidato. Ci vogliono due piedi così, per fare cose del genere, e Villeneuve li ha avuti. Poi il finale con le ruotate tra lui ed Arnoux, è stato emozionante ma senza pericoli, perché entrambi sapevano benissimo quel che facevano, ed a gara finita hanno detto entrambi le stesse cose: Ci siamo divertiti da matti.>> (11) La descrizione degli ultimi giri del Gran Premio viene enfatizzata in una sfida epica, viene utilizzato persino il vocabolo duello, rievocando i cavalieri medievali con spade e fioretti, pronti a difendere valori antichi quali onore e lealtà. I termini tecnici passano in secondo piano: l attenzione è concentrata sui due piloti, sul loro ruolo di eroi, in una confronto che va oltre la semplice gara, oltre il sorpasso, diventando figure che alimentano l immaginario collettivo. Dopo il sorpasso ai danni di René Arnoux viene coniato il termine Nivolaneuve : << Hanno fatto rivivere i veri tempi ruggenti dell automobilismo. Forse ci sono volute le frenatea-fumare di Villeneuve per riscoprire i valori perduti dell automobilismo. [ ] Lo sport dell auto ha ritrovato i Nuvolari, anzi per dirla alla canadese come in copertina i Nivolaneuve! >> (12) << A proposito di Villeneuve e del suo irriducibile opporsi ad Arnoux, degnissimo antagonista, qualcuno ha ricordato Nuvolari, l accostamento più che fra i due piloti forse è fra le corse di oggi e quelle di ieri, quando i testa a testa tra i piloti erano avvenimenti ben più frequenti.>> (13) Epiteto antonomastico nato dalla fusione fra il cognome del mantovano Tazio Nuvolari, pilota degli anni Trenta, e il cognome di Villeneuve. Un paragone forse azzardato per il diverso approccio alle corse, calcolatore il primo ed istintivo il secondo; simile è invece la loro capacità di entusiasmare il pubblico. (11) Autosprint, F. Lini, luglio 1979 (12) Autosprint, M. Sabbatini, luglio 1979 (13) La Gazzetta del Sport, A. Evangelisti, 2 luglio

20 Un ulteriore conferma sulle qualità del pilota canadese è rappresentata dalle vittorie riportate nel corso della stagione 1981 a Monaco e Jarama, nonostante un inferiorità tecnica da imputare alla nuova Ferrari 126C Turbo. La Gazzetta dello Sport scrive in prima pagina e al centro a caratteri cubitali: << Un urlo: Ferrari!>> Sottotitolo: <<Villeneuve infila Jones a Montecarlo>> (14) Una titolazione d impatto che non può lasciare indifferente nessun lettore del quotidiano di via Solferino. Viene utilizzata la parola urlo perché molti spettatori hanno gridato davanti al televisore o a bordo pista, perché la Ferrari mancava la vittoria da due lunghi anni. Un vocabolo che esprime tutta l eccitazione per un trionfo inaspettato. Ai protagonisti del Gran Premio di Monaco: Villeneuve e la sua Ferrari, viene dedicato l editoriale firmato da Candido Cannavò, direttore del quotidiano. <<Quando si capì che la macchina rossa poteva farcela, la rilassata Italia del pomeriggio domenicale, scattò idealmente in piedi. E un momento da fissare nella memoria, al di là del fatto sportivo. La Ferrari tornava a ruggire nel cuore di tutti, dopo quasi due anni di attesa.>> (15) Viene descritta l emozione della rilassata Italia, questo termine vuole includere tutti gli italiani, non solo i tifosi e gli appassionati di automobilismo, perché la Ferrari è considerata un simbolo nazionale, un simbolo italiano. L editoriale si conclude proprio spiegando il valore di questa marca: << la Ferrari, nella sua officina di Maranello e sulle piste di tutto il mondo, resta il simbolo di un italianità vincente. Che esiste ancora. Il suo trionfo, più che esaltazione, dà un senso di gioia.>> (16) (14) La Gazzetta del Sport, P. Allievi, 1 giugno 1981 (15) La Gazzetta del Sport, C. Cannavò, 1 giugno 1981 (16) La Gazzetta del Sport, ibidem 19

21 Anche l editoriale del settimanale Autosprint punta molto sulle emozioni dei tifosi, del pubblico presente a Montecarlo: << Un autentico boato ha salutato alle 18,17 il sorpasso del canadese ai danni di Alain Jones. Villeneuve l implacabile lo ha infilato all ingresso della Saint Devote avviandosi verso la vittoria, la prima della Ferrari turbo. >> (17) Alberto Papuzzi nel suo manuale Professione giornalista scrive: nel giornalismo sportivo l oggetto della notizia non è l avvenimento in sé ma ciò che significa nell immaginario del pubblico. Forse, in questo caso è proprio questo immaginario che diventa il narratore ed il protagonista della notizia. Similitudini e paragoni enfatizzano il sorpasso compiuto da Gilles ai danni della Williams di Jones e sottolineano, ancora una volta, il ruolo della Ferrari come patrimonio storico italiano. << La Ferrari di Villeneuve è sembrata immersa nella scia di un jet. Una nuvola impazzita e sfuggente. Un sorpasso intuito più che visto, da colorire con la fantasia più che da descrive con la pura cronaca. [ ] Una Ferrari nelle retroguardie di una corsa mondiale è come una Roma senza il Colosseo, una Napoli senza il suo golfo, una Milano senza il suo Duomo.>> (18) Quindici giorni dopo la gara di Montecarlo, il Circus della Formula Uno si trasferisce in Spagna, a Jarama per disputare la settima prova del campionato mondiale. Anche in questa occasione la Ferrari non è favorita e i tempi cronometrati delle prove ufficiali del sabato non sono eccellenti, ma sorprendentemente Gilles conquista la testa della corsa e mantiene questa leadership fino alla bandiera a scacchi. Giancarlo Cevenini su Autosprint racconta la gara con un buffo ma efficace paragone: Gilles con l osso in bocca viene inseguito da altri cani inferociti. Questo caso può rappresentare una dei più chiari esempi su quanto possa essere creativo il linguaggio sportivo. (17) Autosprint, G. Cevenini, giugno 1981 (18) La Gazzetta del Sport, C. Cannavò, 1 giugno

22 << Ha vinto la Ferrari dello splendido, ineguagliabile Villeneuve. La rossa vettura di Maranello ha convinto qui più che a Montecarlo; il canadese lo si può solo paragonare ad una belva per classe e grinta eccezionale; non ha lasciato un attimo di respiro per 80 giri ai cani ruggenti alle sue spalle e li ha forse frenati nella loro disperata rincorsa all osso della vittoria. Lui invece l aveva fra i denti l ambito osso e l ha tenuto per 66 giri ben stretto, non c era nessuno in grado di portarglielo via.>> (19) L articolo pubblicato sul Corriere della Sera ha toni più seri e riflessivi. Il giornalista dopo aver brevemente riportato la cronaca della corsa si sofferma a valutare il pilota in rapporto ai tifosi, al paragone con l ex mito ferrarista Niki Lauda e con uno sguardo al futuro, utilizza il vocabolo leggenda. Termine al quale verrà sovente associato il nome di Villeneuve soprattutto dopo la sua morte. << Con la vittoria in Spagna Villeneuve rafforza la propria posizione nel cuore degli italiani, facendo ancor più sbiadire, fino a renderla lattea, l immagine di Niki Lauda. Se un pilota riesce, come accade per Gilles, ad approfittare con raziocinio del proprio incommensurabile coraggio, vincendo le corse che lo vedono chiuso dal pronostico, significa che siamo di fronte ad un grande campione del volante. Ciò ne rafforza l immagine, cominciando a creargli intorno un alone da leggenda. Proprio come Nuvolari.>> (20) (19) Autosprint, G. Cevenini, giugno 1981 (20) Corriere della Sera, N. Morosini, 22 giugno

23 CAPITOLO IV Consacrazione di un mito Gilles Villeneuve è in pista per le prove di qualificazione del sabato, il suo miglior tempo si era fermato sul a 115 centesimi di secondi dal compagno di squadra Pironi. Gilles viene richiamato ai box, ci sono molte monoposto in pista perché sono gli ultimi minuti di prove. Alla curva della Terlamenbocht vede davanti a sé una March guidata da Jochen Mass. Il pilota tedesco procede lentamente, ha già sprecato i suoi giri e non è riuscito a qualificarsi. Mass vedendo negli specchietti la Ferrari si sposta a destra per facilitare il sorpasso, anche Villeneuve fa lo stesso. Le ruote delle due monoposto si toccano e la March fa da trampolino alla Ferrari numero 27 che vola in aria con il suo pilota. L ultimo volo di quello che chiamavano aviatore. La stampa internazionale è scossa, Villeneuve guadagna nuovamente la prima pagina di tutti i quotidiani, non solo quelli sportivi. Alcuni giornalisti credono nell incomprensione fra i due piloti, altri collegano la morte di Gilles al Gran Premio di San Marino. In quell occasione il compagno di squadra Pironi gli aveva rubato la vittoria, così disse Villeneuve, e da quel giorno il rapporto fra il canadese e il team si incrinò irrimediabilmente. Gli aggettivi: spettacolare e agghiacciante si ripetono in continuazione su tutti gli articoli inerenti la tragedia di Zolder. << Gilles Villeneuve è morto senza riprendere conoscenza. E stata una morte spettacolare, con ripresa diretta in Tv, così come spettacolari erano state tutte le sue imprese sportive, nella buona e nella cattiva sorte. Era infatti lo showman di una Formula Uno povera di talenti. Viveva rischiando. Ha perso la vita probabilmente per un rischio mal calcolato o per un malinteso con un altro pilota. Non lo sapremo mai.>> (21) << L agghiacciante racconto del tedesco Mass >> (22) << Ha voluto battersi fino all ultimo e se n è andato con quel volo agghiacciante che non ci uscirà mai dagli occhi. Così come il suo ricordo non potrà mai uscirci dal cuore. >> (23) (21) Gazzetta dello Sport, P. Allievi, 10 maggio 1982 (22) Gazzetta dello Sport, P. Allievi, 10 maggio 1982 (23) Autosprint, G. Cevenini, maggio

24 Per il giornalista di Autosprint Cesare de Agostini, Villeneuve l astronauta diventa Villeneuve l angelo rotto. Il suo ultimo volo viene paragonato ad una cometa impazzita. << Ora è già entrato nel mito. Mentre la sua Ferrari si disintegrava, i suoi sessanta chili di coraggio volavano sotto il cielo plumbeo del Belgio. Erano andati avanti per mesi, per anni, nel chiamarlo aviatore e il destino l ha bloccato con un assurdo volo da cometa impazzita. [ ] Se non fosse stato per la visione netta del corpo che volava come un angelo rotto, il miracolo sarebbe stato ancora possibile: ecco Gilles Villeneuve emergere dai rottami finalmente fermi, saltare abilmente a terra con il casco in testa, simile ad un astronauta invulnerabile. >> (24) La vita di Villeneuve si è spezzata ma il pubblico e la stampa sportiva sono unanimi nel constatare che Gilles era già un mito, una leggenda che la morte ha solo consacrato. << Sognava di conquistare un campionato del mondo con una macchina del Cavallino rampante. Il suo sogno è rimasto a mezz aria, infranto contro un paletto di una pista immersa in una foresta delle Ardenne. Il campione ci ha lasciati, resta ora il suo nitido ricordo, la leggenda delle sue gesta di eroe dei tempi moderni. Quella leggenda, però che era cominciata già da un pezzo. >> (25) (24) Autosprint, C. De Agostini, maggio 1982 (25) Gazzetta dello Sport, P. Allievi, 10 maggio

25 CAPITOLO V La stampa internazionale La categoria più importante fra le corse automobilistiche è la Formula Uno. Questo sport è molto diffuso, grazie alla distribuzione dei Gran Premi nei vari continenti e all affluenza di sponsor di fama mondiale. La stampa internazionale dedica sempre molto spazio a questo sport ed ai suoi protagonisti. E accaduto anche il 9 maggio 1982, dopo il tragico incidente nel quale morì Gilles Villeneuve. Le reazioni di quotidiani e settimanali furono diverse, nazione per nazione. GRAN BRETAGNA Nel Regno Unito la notizia della morte di Villeneuve non ha avuto un forte impatto, come era accaduto in Italia, in quanto la notizia venne inserita tra le decine di morti del conflitto alla isole Falkland. Le immagini dell incidente di Villeneuve a Zolder lasciarono ben presto spazio a quelle del reportage sulla guerra nell Atlantico. La stampa specializzata è stata più colpita dalla tragica morte del pilota canadese e in un intervista Nigel Roebuck, giornalista di Autosport, dice: << Ho pianto. Anche se si pensa che noi non dobbiamo piangere quando i piloti rimangono uccisi. Gilles contava molto per me come amico. Il mio modo di rapportarmi alle corse non sarà più lo stesso. >> Alan Henry, altro giornalista inglese scrive: << La morte di Gilles ha significato la fine di un certo tipo di approccio alle competizioni. E stata l ultima persona a provare una gioia disinibita nel guidare una macchina da corsa. >> Il Daily Main paragona Villeneuve ad un principe, riprendendo il soprannome dalla stampa franco-canadese, che già anni prima gli diede il nomignolo di Petit Prince, Piccolo Principe. << Il canadese era un principe delle piste, che purtroppo, non ha avuto la possibilità di diventarne il re >>. Il Daily Mirror lo definisce superbo guidatore, un fuoriclasse tutti aggettivi utilizzati per esaltare all infinito lo stile di guida di Gilles. << niente potrà ormai ridarci questo superbo guidatore, così dotato e così esperto, incredibilmente veloce su qualsiasi tipo di pista: un vero fuoriclasse della Formula Uno>>. 24

26 FRANCIA La stampa francese da molto spazio, spesso prima pagina, al pilota scomparso. L equipe, quotidiano sportivo, titola così il suo articolo d apertura: << Un pilota eccezionale >>, gli fa eco Le Parisien Liberé : << Un campione generoso ed accattivante >>. France Soir utilizza nuovamente il vocabolo acrobata tanto legato al nome di Villeneuve: <<Un fantastico acrobata dei circuiti>>. Liberation paragona i piloti di Formula Uno a degli eroi e ovviamente uno dei migliori era Gilles Villeneuve. Accanto ad articoli che rievocano le gesta del pilota scomparso compaiono molti pezzi accusatori, verso la Formula Uno e la scarsa sicurezza delle monoposto e dei circuiti. L articolo più severo e dai toni più crudi è un incorniciato dal titolo Assassinio, pubblicato sulla testata Humanité, quotidiano legato al partito comunista francese. Il giornalista Gilles Lorrain ricorda le qualità di Villeneuve, la sua passione per l impossibile e dall altra parte scrive: <<i piloti, che sono dei cadaveri potenziali, da tempo chiedono che il mondo della Formula Uno sia più umano ma i dirigenti della Formula Uno restano insensibili a questo appello.>> GERMANIA La morte di Villeneuve ha avuto molta risonanza sulla stampa tedesca, anche in considerazione al fatto che nell incidente in cui Gilles perse la vita fu coinvolto il pilota tedesco Jochen Mass. Bild Sonntag e Welt am Sonntag dedicano una parte della prima pagina alla morte di Villeneuve, mettendo in risalto che tutti i giornalisti tedeschi, presenti a Zolder avevano scagionato Jochen Mass; sottolineando, anche loro come i colleghi francesi, la pericolosità delle attuali monoposto. Il quotidiano più illustre di Francoforte definisce il pilota canadese con il termine kamikaze. Un vocabolo che appare forse troppo colorito anche nei riguardi di un pilota come Gilles Villeneuve. <<Con Villeneuve sparisce il pilota kamikaze numero uno, l uomo offriva alla folla lo spettacolo in cambio del prezzo del biglietto. La corsa è molto triste e la Formula Uno da tempo non porta altro che propaganda di morte.>> 25

27 SVIZZERA Blick di Zurigo titola così un articolo del proprio inviato a Zolder: <<La Formula Uno ha perso il suo cuore>>. L intera copertina è dedicata a Villeneuve. Tribune di Losanna utilizza nuovamente la parola acrobata e con il vezzeggiativo di cocco apre una riflessione sul ruolo che il pilota di Maranello rappresentava nell immaginario dei tifosi. <<Villeneuve era l acrobata del volante. La sua determinazione, la sua volontà, la sua audacia ne avevano fatto il cocco del pubblico italiano. Agli occhi dei tifosi, Gilles appariva come la combattività personificata>>. A Lugano, il Corriere del Ticino riprende il termine aviatore nel titolo dell articolo in prima pagina: <<L ultimo volo dell aviatore>>. BRASILE I principali giornali del paese hanno dimostrato una posizione un po fredda, seguendo lo stile giornalistico americano. Il quotidiano Folha de S.Paulo è un esempio. L unico servizio riservato alla Formula Uno e a Villeneuve racconta come è avvenuto l incidente, ma non fa nessuna critica, non cerca una spiegazione, il linguaggio è asciutto, privo di qualsiasi enfasi. CANADA Le Journal de Montréal tabloid canadese, dedica l intera copertina al suo campione scomparso: << Ciao Gilles! Non diciamo addio ad un campione >>. Pierre Lecours, giornalista che scoprì per la prima volta Villeneuve quando ancora gareggiava con le motoslitte in Québec, titolò così il suo pezzo: <<Ha passato la sua vita a giocare con la vita>> un gioco di parole che semplifica la filosofia di Gilles. Se Villeneuve avesse potuto scegliere un modo per morire, avrebbe sicuramente scelto quello: in piena velocità, con il piede ben premuto sull acceleratore. Morì facendo il mestiere che più amava. Sul quotidiano pubblicato il 9 maggio era stato inserito un coupon: si chiedeva ai lettori di compilarlo ed inviarlo alle autorità di Montréal per ribattezzare il circuito sull isola di Notre-Dame in onore del pilota scomparso e da quel giorno il tracciato cittadino porta il suo nome. 26

28 CAPITOLO VI Il mito continua Sono passati vent anni da quel sabato in cui Gilles Villeneuve morì. La Formula Uno è cambiata, le monoposto sono più sicure, gli incidenti pochi e sempre calcolati. I piloti che correvano con Villeneuve si sono dedicati ad altro, magari rimanendo nel Circus come: giornalisti, cronisti, team manager, consulenti ma non guidano più le monoposto. Sembrano passati secoli dai tempi di Gilles eppure, allo stesso tempo sembra si accaduto ieri. Villeneuve è stato dimenticato? La risposta è facile: no. Le persone possono venire dimenticate ma i miti no, quelli non muoiono mai, vincono anche contro il tempo. Ogni anno i quotidiani sportivi e persino qualche grande testata come La Repubblica e Corriere della Sera ricordano il campione canadese. La Gazzetta dello Sport nel 1983: <<Villeneuve, la leggenda continua>> e poi nel 1984 <<Villeneuve! Quanta nostalgia>>. Nel 1990 il titolo è: <<Gilles sempre in pista>>. Nel 1992 per ricordare i dieci anni dalla morte del campione: <<Gilles leggenda spericolata>>. Fino all 8 maggio Sono passati venti lunghi anni, ma la passione, la febbre direbbero alcuni, rimane immutata. <<Villeneuve è ricordato per uno che rompeva le macchine e usciva con un sorriso beffardo dai rottami. Era anche questo, ma non solo questo. Gilles in realtà rappresentava un pianeta a parte, che correlava poco col resto della F1. Simpatico quanto basta, ma poi abbastanza riservato, geloso della propria famiglia e dei propri hobby. Si esprimeva solo quando era sicuro di trovarsi tra gente in sintonia. [ ] Un angelo della velocità che dall alto, dopo 20 anni, ha ancora un filo diretto con chi tifava per lui. E, anche, con chi non l ha mai visto correre ma ha scelto una filosofia di vita lontana da compromessi e servilismi. Persone rare. Come un po era anche lui, Gilles>> (26) Un articolo ricco di sentimentalismi, ricordando spettacolari vittorie, senza però mai citare in modo dettagliato l incidente o l incomprensione avuta ad Imola con il compagno di squadra. Un approfondimento sul lato umano di Villeneuve, sulla sua filosofia di vita, sulle sue imprese riuscite. (26) La Gazzetta dello Sport, P. Allievi, 8 maggio

29 Diverso è l articolo apparso sul Corriere della Sera. Qui il giornalista rievoca minuto per minuto i momenti antecedenti e successivi all incidente. Ricordando l odio per il compagno di squadra Pironi e la possibile, quasi certa, fine del matrimonio sportivo fra Villeneuve e Ferrari. Un distacco che non avvenne mai. I toni del secondo articolo sono più cupi, ma nelle frasi finali il lettore scopre un lato molto umano del giornalista, viene rievocato un ricordo personale, dipinto con sfumature malinconiche e dolci, un ricordo che Nestore Morosini ha deciso di condividere con tutti i suoi lettori. <<E morto di sabato, vent anni fa. Se n è andato nel grigiore di una pista belga, alla sua maniera. Alla maniera di un aviatore. Quell 8 maggio 1982 si fermò il cuore di Gilles Villeneuve e, un po, si fermò il cuore della F1. Erano le 13.53, lui era partito con la sua mitica Ferrari numero 27 per l ultimo giro di qualificazione. Lo avevamo sentito mormorare: Adesso gliela faccio vedere io a quello là. Quello là era Didier Pironi, il suo compagno che gli aveva rubato la vittoria a Imola approfittando di un cartello un po equivoco esposto al box: slow, piano. [ ] Gilles scomparve così, autentico cavaliere del rischio. Enzo Ferrari lo aveva paragonato a Nuvolari, anche se Gilles di corse in F1 ne aveva vinte solo sei. Ma fra il Drake e Villeneuve il matrimonio sportivo era ormai concluso, accelerato dallo sgarbo imolese di Pironi. Un distacco che sarebbe stato clamoroso, perché Villeneuve era la grande scommessa di Ferrari. [ ] Ma a me, talvolta, sembra ancora di sentire la sua voce arrivare dalla porta del gigantesco motorhome con il quale si spostava per il mondo: Vieni pure, Nestor, ma prima di entrare per favore togliti le scarpe.>> (27) Il mito continua anche grazie alla presenza in Formula Uno di Jacques Villeneuve, il figlio di Gilles che perse il padre all età di 11 anni. Con i successi di Jacques si riapre un filone di articoli romantici e nostalgici che portano inevitabilmente la memoria alle gesta di Villeneuve padre. L esplosione avviene nell ottobre del 1997, quando Jacques Villeneuve al Gran Premio d Europa a Jerez de la Frontera sorpassa la Ferrari di Michael Schumacher e vince il titolo mondiale. Gli ingredienti per un articolo strappalacrime, ricco di ricordi, ci sono tutti: il figlio di un mito che lotta contro la monoposto che il padre amava e per la quale perse la vita, e poi, il riuscire a realizzare il sogno paterno che si infranse in una curva a Zolder. (27) Corriere della Sera, N. Morosini, 8 maggio

30 Lo stile giornalistico degli ultimi anni è sempre più romanzato, ricco di aggettivi e sfumature, sempre più concentrato sulle emozioni dei protagonisti, rispetto ai veri e propri fatti di cronaca. Alcuni esempi significativi sono questi pezzi: il primo è tratto da un articolo apparso sul settimanale GuerrinSportivo ed il secondo sul Corriere della Sera: <<Gilles si giocò la vita alla roulette del destino spinto da una insensata rivalità con Pironi, alimentata con cinismo in casa ferrarista, mentre Jacques a quel mito non si è offerto e l ha addirittura sconfitto. Gilles era vissuto in una favola irrealizzabile, fatta di exploit spettacolari e di rare vittorie, l ha lasciata incompiuta al figlio e Jacques entrato in pista forse con lo spirito di completare il capolavoro o piuttosto, come tanti sostengono, con l ansia di battere la leggenda paterna che gli pesava in cuore come un macigno - è riuscito nell impresa con tempestività inaudita: campione del mondo al suo secondo anno di F1. Jacques è un vero campione che ha vinto con merito, senza barare: regaliamogli un applauso, un sorriso e auguriamogli di fare pace con papà. Per sempre. Questa è la traccia di una grande storia da raccontare: il romanzo di Gilles e Jacques, l ultima umanissima vicenda della F1.>> (28) << Gilles era solo fuoco, istinto puro, era pubblico nei botti, nei vizi, dall elicottero guidato senza brevetto al motoscafo trattato come una F1. Jacques è chiuso come uno scrigno, è testa, determinazione protetta, salvo eccezioni rare, tra i computer, il teak della sua barca. Ha vinto più di suo padre. Ma a suo padre ha reso omaggio, vendetta, onore. A modo suo, s intende. L ha detto una volta, un giorno soltanto, in uno spiffero di intimità che aveva dentro una commozione contagiosa, un amore fortissimo e privato che lui solo frequenta, che nessun altro deve riguardare.>> (29) (28) GuerrinSportivo, I. Cucci, ottobre 1997 (29) Corriere della Sera, G. Terruzzi, 8 maggio

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