3. Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti

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1 3. Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 3.1. Introduzione La costituzione di un Osservatorio che mirasse a fornire agli operatori del settore, e non solo, una panoramica dei principali aspetti tecnologici e gestionali dei rifugi alpini, non poteva non comprendere una sezione che racchiudesse al suo interno le principali esperienze gestionali adottate nel settore. E chiaro che ogni esperienza assume un significato particolare nel contesto in cui si colloca e non necessariamente è replicabile in altri ambiti; è altrettanto chiaro, però, che ogni esperienza può costituire un precedente importante per lasciar presumere la valenza di uno strumento gestionale o dell applicazione di una tecnologia, evidenziando i limiti eventualmente incontrati nella messa in atto del progetto. L Osservatorio includerà, quindi, una sezione nella quale verranno ricompresi i progetti che hanno in qualche modo riguardato la ricerca di soluzioni gestionali, ecoefficienti ma non solo, e l adozione di tecnologie ecocompatibili. Nel corso della ricerca sono state individuate due tipologie in particolare di iniziative, di interesse per l Osservatorio, a cui ricondurre i diversi casi recensiti. Sono state, infatti, messe in evidenza: 1. iniziative riguardanti l applicazione di marchi e contrassegni di qualità; 2. esperienze relative all applicazione di tecnologie ambientalmente compatibili. Nei paragrafi seguenti verranno illustrate le esperienze finora individuate, catalogate in relazione a queste due principali famiglie di progetti. Successivamente verrà illustrato il formato di scheda ove queste esperienze sono state inserite al fine di renderle consultabili. Per quanto riguarda le linee metodologiche per integrare il database, si segnala che quelle riportate per i centri di ricerca al Paragrafo Ricerca per progetto, relative ai progetti, sono applicabili a questo caso. Le informazioni riportate di seguito sono tratte da Internet, ma per i casi individuati si è cercato di approfondire le esperienze riportate mediante un contatto con alcuni dei soggetti coinvolti Marchi e riconoscimenti di qualità A questa categoria sono riconducibili i progetti che tentano di elaborare nuove strategie gestionali per i rifugi alpini, attraverso l adozione di iniziative che perseguano un Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 125

2 miglioramento delle performance del rifugio sotto diversi punti di vista, non solo qualitativo, ma anche, ad esempio, ambientale. In quest ambito si collocano le iniziative inerenti l ottenimento di contrassegni di qualità, pubblici o privati, di riconoscimenti relativi a sistemi di gestione, prassi gestionali e quanto di assimilabile. Si riportano di seguito le iniziative individuate ECOLABEL L'Ecolabel è un'etichetta che viene esposta direttamente sul prodotto o che caratterizza un servizio attestandone la rispondenza a specifici requisiti ambientali denominati criteri. Questi sono definiti usando un approccio LCA dall estrazione delle materie prime, attraverso i processi di lavorazione, distribuzione (incluso l imballaggio) e utilizzo, fino allo smaltimento. Gli aspetti ambientali considerati sono: qualità dell aria e dell acqua, protezione del suolo, riduzione dei rifiuti, risparmio energetico, gestione delle risorse naturali, prevenzione del riscaldamento globale, protezione dello strato di ozono, sicurezza ambientale, inquinamento acustico e biodiversità [1]. La decisione della Commissione Europea 2003/287/CE del 14 aprile 2003 ha esteso l Ecolabel ai servizi di ricettività turistica, fornendo una definizione di questa categoria tale da ricomprendere i rifugi alpini come potenziali destinatari del marchio. Si ricorda che il principio per l ottenimento dell Ecolabel è il soddisfacimento di un determinato numero di criteri obbligatori e volontari, classificati in relazione ai diversi aspetti ambientali generati. Sono previsti 37 criteri obbligatori e il conseguimento di 16,5 punti (più 1 punto per ciascuno dei seguenti servizi offerti: ristorazione, attività di fitness e spazi verdi) tra i 47 criteri facoltativi proposti dalla decisione. L opera concertata di APAT, ARPA Piemonte, Regione Piemonte (Settore Parchi, Assessorato Ambiente delle Province di Asti e di Torino), Toroc, Parchi Piemontesi (Orsiera-Rocciavrè, Salbertrand e Alpi Marittime), oltre all impegno dei gestori, hanno portato per ora tre rifugi, raccolti nella seguente tabella, ad ottenere il riconoscimento [2]. Tabella 3.1: Rifugi alpini marchiati Ecolabel RIFUGIO PRINCIPALE INTERVENTO Rifugio alpino Daniele ARLAUD Nel Parco di Salbertrand, dotazione di impianto fotovoltaico e riscaldamento a biomassa. L ARBERGH Locanda del Parco Nel Parco delle Alpi Marittime, utilizzo di prodotti biologici e del commercio equo. Rifugio alpino TOESCA Nel Parco Orsiera Rocciavrè, autonomia energetica con centralina idroelettrica. Fonte: Elaborazione dell allegato scaricabile dal sito Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 126

3 I primi due rifugi hanno ottenuto il riconoscimento tra marzo ed aprile del Il terzo rifugio si colloca nella nuova ondata di riconoscimenti (cinque) attribuiti il 23 maggio del 2005 ad altrettante strutture turistiche. Anche nel caso del rifugio Daniele Arlaud il riconoscimento è stato suggellato dalla collaborazione di vari enti, in particolare è stato possibile grazie ai contributi della Provincia di Torino, l'appoggio della Comunità Montana della Valle Susa e al cofinanziamento del Parco del Gran Bosco di Salbertrand [3]. Nella tabella di sopra sono riportati i principali interventi che hanno caratterizzato il conseguimento dell Ecolabel; questo tipo di riconoscimento si distingue per la rilevanza assunta da iniziative volte non solo alla riduzione degli impatti ambientali tramite l impiego di buone pratiche o l applicazione di tecnologie, ma, in un accezione più ampia, anche da tutte le azioni volte alla promozione di acquisti sostenibili (ad esempio per L Arbergh vengono effettuati acquisti prediligendo i prodotti alimentari locali, o per i prodotti necessariamente di importazione, i prodotti provenienti dal circuito del commercio equo e solidale) ALPENLABEL L estensione dell Ecolabel nel 2003 alle strutture ricettive ha fatto sorgere l esigenza di personalizzare le modalità e le condizioni di applicabilità dell etichetta in relazione alle diverse strutture ricettive, che si differenziano anche notevolmente tra loro con riferimento alla tipologia, al target e alla collocazione geografica. L Agenzia Nazionale per la Protezione dell Ambiente ha, quindi, invitato le agenzie regionali e provinciali a valutare l applicabilità dell etichetta ad un particolare tipo di struttura turistica, preferibilmente tipica della regione di appartenenza. L ARPA Friuli Venezia Giulia ha accettato l incarico, scegliendo di indirizzare i propri sforzi ai rifugi alpini, in considerazione del fatto che l area montana della regione risulta essere la più povera dell intero arco alpino e che le zone in cui i rifugi si collocano sono generalmente aree ambientalmente sensibili e dotate di un basso potenziale di auto-depurazione. I rifugi assumono inoltre un importante valenza storica e culturale per la regione; oltre alla rilevanza del contesto naturalistico in cui si collocano, i rifugi sono stati infatti teatri di guerra e sono quindi custodi di un patrimonio di memorie che meritano di essere valorizzate [4]. Queste considerazioni hanno portato all avvio, nel 2004, di un progetto specifico, chiamato ALPENLABEL. Il fine ultimo del progetto è la diffusione dell Ecolabel, attraverso l ottenimento del contrassegno da parte di un buon numero di rifugi e l elaborazione di un manuale-guida che dovrebbe individuare: i criteri più significativi e pertinenti tra quelli previsti dalla Commissione Europea per le strutture ricettive e la loro applicabilità al caso; le tecniche e le modalità per la verifica dei criteri individuati e l individuazione di una documentazione adeguata; Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 127

4 le scelte gestionali, tecniche ed impiantistiche necessarie per raggiungere le conformità, ove mancanti. Il progetto si colloca in un generale intento di iniziare un processo di valorizzazione ambientale degli stessi rifugi e di rendere queste strutture ricettive punto di riferimento dell attività di controllo e tutela dell ambiente montano [4] CARTA DI QUALITÀ DEL PARCO NAZIONALE DELLE DOLOMITI BELLUNESI: L ATTRIBUZIONE DEL MARCHIO AI RIFUGI Al fine di migliorare la performance qualitativa degli attori operanti sul suo territorio, il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ha definito rigorosamente l utilizzo del proprio marchio da parte di terzi, redigendo dei disciplinari contenenti i requisiti che prodotti e servizi devono rispettare per fregiarsi del marchio stesso. La Carta di Qualità nello specifico disciplina i requisiti di: prodotti agroalimentari; strutture turistiche; prodotti tipici e la ristorazione; attività di artigianato tradizionale; attività di educazione ambientale; commercio; manifestazioni pubbliche. Nella categoria strutture turistiche rientrano i rifugi (insieme ad alberghi, agriturismi, bed&breakfast, affittacamere). Il funzionamento per l attribuzione del marchio individua dei requisiti obbligatori per accedere al contrassegno e dei requisiti facoltativi cui è assegnato un punteggio che permette di inserire ogni struttura in una determinata classe di qualità. Le classi individuate sono cinque, identificate con un diverso numero di campanule. I requisiti obbligatori sono rappresentati sostanzialmente dal rispetto delle norme. I requisiti facoltativi sono associati ad un punteggio che va da 1 a 3, in base al grado di applicazione del requisito stesso. Dalla tabella seguente emergono le nove aree tematiche in cui vengono articolati i requisiti [5]. Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 128

5 Tabella 3.2: Requisiti facoltativi, i punteggi massimi conseguibili Fonte: Disciplinare del Settore Attività turistiche nell ambito del progetto Carta di Qualità Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Il soddisfacimento dei soli requisiti obbligatori da parte della struttura consente di ottenere il marchio, collocandosi al primo livello, ma è solo il possesso di un determinato numero di requisiti che consente di collocarsi a livelli superiori e di fregiarsi di un numero di campanule superiore ad uno. Tabella 3.3: Classi di punteggio per le strutture turistiche Fonte: Disciplinare del Settore Attività turistiche nell ambito del progetto Carta di Qualità Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 129

6 Dalla Tabella 3.3 si evince come rispetto ad altre tipologie di strutture ricettive, il numero di requisiti richiesto per i rifugi alpini sia inferiore. Analizzando i requisiti obbligatori, essi sono riconducibili alle sole aree tematiche: - Attività Produttive ; - Strutture ricettive ; - Servizi ricettivi ; - Servizi turistici ; - Ristorazione ; - Comunicazione. In sintesi il rispetto dei requisiti obbligatori prevede innanzitutto il rispetto della normativa vigente di riferimento per la struttura ricettiva, inclusa quella edilizia e ambientale. Il taglio dato alla Carta di qualità, inoltre, fa sì che siano poste come obbligatorie, in particolare, le prescrizioni finalizzate a diminuire l impatto ambientale dell attività svolta. Importante rilievo è anche dato all aspetto di comunicazione della Carta di Qualità e dei suoi contenuti. E inferiore il rilievo dato agli aspetti più strettamente qualitativi del servizio (servizi ricettivi e turistici, ovvero prestazioni legate al servizio e alle possibilità supplementari offerte al cliente, anche con riferimento alla fruizione del territorio circostante). Nell ambito dei requisiti facoltativi si amplia la possibilità di vedere riconosciuto un impegno dal punto di vista qualitativo; contestualmente si amplia la gamma di possibilità di miglioramento dal punto di vista ambientale e della comunicazione. Qualora rispetto alla situazione iniziale vi sia un miglioramento e venga aumentato il numero di prescrizioni soddisfatte, il titolare può richiedere l aggiornamento della classe nella quale il rifugio si colloca. A prescindere da richiesta esplicita, secondo il disciplinare, l aggiornamento delle classi di merito viene effettuato periodicamente [5]. L elenco completo dei requisiti obbligatori e facoltativi è disponibile nel disciplinare, a cui si rinvia per un approfondimento, ove peraltro sono presenti delle indicazioni dettagliate a descrizione degli aspetti sopraelencati Principali problematiche Un approfondimento tramite il contatto con il responsabile del progetto ha permesso di porre in luce alcune criticità relative all applicazione del marchio, che si riportano di seguito: 1. Il marchio di qualità consente alla struttura ricettiva di esporre una bandiera che richiama il circuito di appartenenza, ma non presuppone l esposizione di una vera e propria Carta di Qualità, cioè un documento con il quale il cliente può confrontarsi. La comunicazione dell iniziativa avviene piuttosto ad un livello informale. 2. I requisiti si richiamano a quelli dell Ecolabel e sono principalmente di tipo ambientale; questo genera un problema quando un alta qualità ambientale si scontra Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 130

7 con un basso profilo qualitativo della struttura ricettiva. Tuttavia gli ulteriori sviluppi dell azione di qualificazione sembra prevedessero anche un miglioramento sotto il punto di vista della qualità in senso stretto. Ad esempio, tramite il portale dei parchi italiani ( le strutture ricettive nel Parco hanno potuto impiegare un sistema di prenotazione tramite mail Iniziative tecnologiche DIRETTIVE ACQUA, ENERGIA E PAESAGGIO: CLUB ALPIN SUISSE Il Club Alpino Svizzero riconosce la rilevanza degli aspetti ambientali inerenti al rifugio e suggerisce l adozione di particolari linee guida, da esso formulate, per la gestione degli stessi, cercando di promuovere tali direttive non solo nei rifugi di sua proprietà, ma anche in quelli non di sua pertinenza. Nel documento CAS et Environnement, il CAS espone i principi che ispirano la conduzione dei propri rifugi, facendo riferimento all elaborazione, da parte dello stesso Club Alpino, di tre direttive nelle quali sono fornite indicazioni sulle dotazioni impiantistiche e sulle modalità di indagine sui siti per individuare le soluzioni gestionali più opportune in relazione alla collocazione dei rifugi [6]. Nell ambito della ricerca è stata inoltrata richiesta di questo materiale al responsabile rifugi del CAS. Rispetto alle tre direttive che vengono segnalate, lo stato di attuazione è il seguente: Directives concernant l évacuation des eaux usées : il documento è ultimato e a seguito della richiesta è stato fatto pervenire. Il tema è quello dell evacuazione delle acque reflue: sono fornite le indicazioni degli elementi da considerare nella scelta delle più adeguate tecnologie di smaltimento delle acque usate (in relazione al suolo, alla dimensione del rifugio, alla stagionalità dei flussi, all altitudine a cui il rifugio è collocato ). Directives construction et énergie : questo documento avrebbe dovuto fornire suggerimenti per compiere le migliori scelte per la gestione dell aspetto energetico in rifugio; non è ancora stato elaborato, ma potrebbe esserlo entro l estate Directives cabane et paysage : questa direttiva dovrebbe fornire delle indicazioni per l orientamento dei lavori di ristrutturazione o costruzione compiuti nei rifugi, affinché risulti una struttura compatibile con il paesaggio circostante. Con riferimento alla disponibilità di questa direttiva per il pubblico, valgono le stesse considerazioni fatte per la direttiva Energia. E da segnalare che oltre alle direttive di cui sopra, il CAS ha realizzato una brochure che introduce alla gestione ambientale dei rifugi alpini [7]. Attraverso una grafica accattivante, sensibilizza agli aspetti ambientali generati dalla gestione del rifugio e fornisce dei consigli e dei suggerimenti di buone pratiche per la gestione degli stessi. Vengono riportati, inoltre, alcuni esempi di esperienze di gestori ad esemplificazione dei concetti illustrati. Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 131

8 SWAMP: SUSTAINABLE WATER MANAGEMENT AND WASTEWATER PURIFICATION IN TOURISM FACILITIES Il progetto SWAMP è un progetto che è stato finanziato dall Unione Europea nell ambito del quinto programma quadro. L ottica del progetto era quella di promuovere uno smaltimento di acque appropriato alla tipologia di struttura ricettiva; gli obiettivi erano quelli di una riduzione dei costi di gestione e di trattamento delle acque e di un riutilizzo delle acque reflue. Nell introduzione al progetto si sottolinea come un adeguata separazione tra acque grigie e nere può consentire un trattamento ad hoc per le rispettive frazioni consentendo un reimpiego delle stesse con diverse funzioni. Le acque grigie sono la frazione di gran lunga maggiore, ma presentano bassa concentrazione di carico organico, di nutrienti e di agenti patogeni. Dopo il trattamento di fitodepurazione, l acqua grigia trattata raggiunge facilmente standard di qualità che la rendono utilizzabile per lo scarico dei wc o per altri usi poco esigenti (lavaggi piazzali e cortili, irrigazione, ecc.). Anche le acque nere, separate dalle grigie, sono trattate con maggior efficienza e minor costo e possono essere riutilizzate per l irrigazione di giardini o aree agricole. Nel caso di un ulteriore separazione delle feci dalle urine - attraverso speciali orinatoi a basso consumo - l urina potrà essere utilizzata direttamente come fertilizzante [8] L IMPIANTO DI FITODEPURAZIONE PER IL RIFUGIO SEGHERIA DEL PARCO DEL GIGANTE Nell ambito del progetto SWAMP sono state coinvolte 14 attività turistiche (4 italiane, 4 tedesche, 4 austriache e 2 lettoni). Tra queste compare anche un rifugio italiano: il rifugio Segheria dell Abetina Reale, situato a m s.l.m. nel Parco del Gigante, tra Toscana ed Emilia Romagna. Il rifugio dispone di 44 posti letto (dato 2005) 6 divisi in camerate; l impianto progettato era stato dimensionato stimando una produzione di acque reflue di circa litri per A.E. [9]. Tramite un intervista telefonica con il gestore del rifugio si è cercato di approfondire il funzionamento dell impianto e la sua performance dal punto di vista gestionale, per verificare la capacità dell impianto di rispondere agli afflussi turistici, oltre ad avere informazioni sulla manutenzione richiesta e sui costi ad essa connessi. Di fatto l impianto è entrato in funzione solo nel settembre del 2005: pertanto il gestore non è stato in grado di esprimersi sulle sue prestazioni. A settembre, infatti, il flusso turistico era sicuramente ridotto, dopodiché il rifugio ha chiuso per l inverno, per riaprire a pieno regime solo in giugno Per quanto riguarda l impianto però, è possibile illustrarne il funzionamento. L approvvigionamento di acqua potabile proviene da un torrente adiacente al rifugio. La 6 Il dato si discosta da quello fornito dal sito del progetto SWAMP, ma corrisponde a quello comunicato dal gestore nel corso dell intervista telefonica. Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 132

9 produzione di energia elettrica avviene principalmente attraverso una microcentrale idroelettrica, grazie alla quale è possibile alimentare l impianto di depurazione. Le oscillazioni di portata delle acque reflue prodotte sono equilibrate grazie all installazione di una vasca di equalizzazione dopo il trattamento primario, effettuato con fossa Imhoff. Da questa vasca parte un impianto di sollevamento che alimenta due sistemi a flusso sommerso verticale in parallelo. La pompa è alimentata dall energia prodotta dalla centrale idroelettrica e il suo consumo è stimato in circa 5 kw per un ora di funzionamento. Il gestore ha fatto però notare che questo rappresenta un consumo esclusivamente iniziale, perché una volta a regime il sistema funziona, senza che la pompa continui ad essere azionata. Nella figura seguente [9], un diagramma a blocchi esplica il funzionamento dell impianto. Figura 3.1: Schema dell impianto di fitodepurazione Rifugio Segheria Fonte: Figura tratta dal sito Nelle due vasche (Figura 3.2 [10]) sono state piantate delle cannette di palude e sono presenti dei microirrigatori. Uno dei due sistemi è stato costruito secondo un apposita procedura che permetterà di confrontare i dati derivanti dal monitoraggio delle diverse strutture ricettive coinvolte. L acqua in uscita è scaricata nello stesso torrente dal quale essa viene prelevata e per ora non è contemplato nessun utilizzo delle acque di scarico depurate. Per il gestore non è stato possibile fornire indicazioni con riferimento alla manutenzione necessaria all impianto e ai costi ad essa collegati, poiché, come si è detto, l impianto è in funzione da troppo poco tempo e comunque mai lo è stato a pieno regime. Ha fatto però presente che in un primo momento farà affidamento a dei tecnici competenti qualora ce ne fosse bisogno e che la pompa si blocca autonomamente in caso di malfunzionamento. La crescita di piante indesiderate, invece, è in parte scongiurata dal particolare tipo di terreno che caratterizza le vasche, molto sabbioso e quindi poco adatto allo sviluppo di altre specie di vegetali. Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 133

10 Figura 3.2: Vista delle vasche prima della piantumazione Fonte: Foto tratta dal sito Occorre rilevare che la quota a cui si colloca il rifugio in questione è molto più bassa della quota media dei rifugi valdostani; ciononostante la zona è soggetta, in inverno, a precipitazioni nevose FOSSIL FREE: AREE NATURALI PROTETTE PER UN SISTEMA ENERGETICO SOSTENIBILE Il progetto Area dimostrativa Fossil Free del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi si colloca nell intento di creare un area protetta che diventi un vero e proprio laboratorio di sviluppo sostenibile, attraverso la realizzazione di applicazioni-pilota di tecnologie alternative nell ambito della produzione di energia, nella gestione del ciclo dei rifiuti, nel trattamento delle acque reflue, nella mobilità. Il progetto riguarda sia l area del Parco che le zone antropizzate al suo interno. Di particolare interesse nell ambito di questo progetto risulta il piano di solarizzazione delle infrastrutture in quota, con energia fotovoltaica, micro-idraulica e microcogenerazione a biodiesel, che riguarda i rifugi compresi nel territorio del Parco e le malghe tuttora attive. L iniziativa ha previsto, quindi, anche il coinvolgimento del CAI (si veda anche oltre) e dei proprietari delle malghe [11]. Un altra parte del progetto riguarda in particolare gli ambiti di interfaccia con i flussi turistici e di visita in bassa quota (centri visitatori, foresterie, ostelli, musei ), e mira alla costituzione di applicazioni dimostrative e promozionali di energia solare termica e fotovoltaica e di riscaldamento a biomasse forestali. Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 134

11 Per quanto riguarda i rifugi, quelli giacenti all interno del Parco e quindi coinvolti nel progetto sono il rifugio 7 alpini, Bòz, Furio Bianchèt, Giorgio Dal Piàz, Pian de Fontana, Sommariva al Pramperét [12]. Meritano di essere segnalate inoltre le altre iniziative legate al progetto: il piano di elettrificazione della valle del MIS; il piano di incentivazione della solarizzazione delle abitazioni delle famiglie residenti all interno del perimetro del Parco; il piano di accessibilità e mobilità sostenibile per il territorio del Parco [11] CAI ENERGIA 2000 Il progetto CAI ENERGIA 2000 risale al 1998 e ha interessato 65 rifugi [13]. Questo progetto ha rappresentato la naturale prosecuzione del programma Thermie e si è sviluppato nell ambito del progetto SHERPA (Strategy to promote mountain Huts renewable Energy sources and their Rational use Passing world wide from Alps to alps), progetto europeo che ha visto la partecipazione di CAI, CAF, DAV, Sasso, Transénergie, ISET, Università di Magdeburgo [14]. In generale il progetto SHERPA ha riguardato Francia, Germania, Austria, Italia e Bulgaria. E stata condotta un indagine relativamente alla produzione di energia nei rifugi alpini dei paesi sopraindicati, ai fini dello sviluppo di strategie per diffondere l impiego di energie rinnovabili in ambiente alpino [15]. E stata peraltro effettuata un analisi della principale legislazione a supporto dell installazione di impianti per lo sfruttamento di energie rinnovabili [16]. Per quanto riguarda invece lo specifico del progetto CAI ENERGIA 2000, principale obiettivo del progetto è stata la sperimentazione e l installazione di tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. L obiettivo era di realizzare uno studio esecutivo per ciascun rifugio aderente all iniziativa, relativo alla realizzazione di impianti con l utilizzo di biomasse ligneocellulosiche, generatori eolici e fotovoltaici, sistemi di cogenerazione e centraline idroelettriche Si riportano di seguito alcuni esempi di progetti realizzati nell ambito di questo programma all interno del Parco delle Dolomiti Bellunesi [17]. Il progetto ha peraltro riguardato anche 10 strutture tra rifugi e bivacchi in Valle d Aosta e 10 in Piemonte. In totale è possibile consultare sul sito dello studio tecnico Sasso 37 progetti per rispettivi rifugi [17]. Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 135

12 Tabella 3.4: Alcuni progetti nell ambito di CAI ENERGIA 2000 Rifugio Rifugio VII ALPINI Rifugio DAL PIAZ Intervento PV 2550 W p + Hydro 0.5 kwe + emergency gen-set 60V/600Ah n.1 Sunny Island 4500 Impianto fotovoltaico W p su nuova struttura adibita a ricovero e magazzino. Rifugio BIANCHET Impianto fotovoltaico da W p. Fonte: Il database per i progetti La costruzione di un database nell Osservatorio destinato a raccogliere le esperienze gestionali dei rifugi alpini o comunque di strutture collocate in siti remoti ha l obiettivo di informare i gestori, le aziende ed i centri di ricerca a proposito di esperienze preventivamente realizzate per poterne eventualmente valutare l estensione o l integrazione ad altri contesti. Come per le aziende ed i centri di ricerca, i risultati della recensione delle esperienze gestionali sono inseriti in schede di progetto contenenti una serie di informazioni, come illustrato di seguito. Le schede sintetizzano gli aspetti salienti delle singole esperienze, ossia i partecipanti, gli obiettivi, le attività, i risultati, nonché, quando individuabile, gli aspetti economici relativi all importo delle risorse impiegate. Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 136

13 Scheda N. 1: Database esperienze gestionali INFORMAZIONI GENERALI contenente: - titolo del progetto; - parola chiave di riferimento per l individuazione del tema del progetto; - area territoriale di riferimento; - durata del progetto; - stato di attuazione (in corso, in previsione, ultimato); - principale programma di finanziamento; - importo del progetto; - eventuale sito Internet del Progetto. PARTNERS contenente: - l indicazione del promotore del progetto o partner principale; - i partner scientifici; - i partner economici. DESCRIZIONE DEL PROGETTO, articolata tra: - descrizione generale del progetto e del suo contesto di sviluppo; - indicazione delle attività realizzate nel suo ambito; - risultati ottenuti; - eventuali problematiche o criticità affrontate. RIFERIMENTI PARTNERS, suddivisi tra: - riferimenti del responsabile del progetto; - riferimenti degli altri partner scientifici. RIFERIMENTI RIFUGI, suddivisi tra: - riferimenti dei rifugi e/o dei gestori direttamente coinvolti nel progetto; - specificazione sintetica della tipologia di intervento realizzato; - eventuale dettaglio dell intervento. ALTRE INFORMAZIONI, ovvero: - ulteriori dettagli sul progetto che non trovano collocazione tra le precedenti voci. Si segnalano nella seguente tabella le parole chiave dei temi finora utilizzate. Tabella 3.5: Parole chiave dei temi del database esperienze gestionali Marchi e riconoscimenti di qualità Trattamento e Depurazione Reflui Produzione di energia da fonte rinnovabile Linee guida per dotazioni impiantistiche Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 137

14 BIBLIOGRAFIA [1] R. Beltramo, E. Vesce, S. Duglio, E. Pandolfi, Alpinismo e ambiente. Linee guida per spedizioni ecocompatibili, volume n. 6 edito nella collana Quaderni della Montagna, Istituto Nazionale della Montagna - IMONT, Bononia University Press Editore, Novembre 2005, pag. 21 [2] Ecolabel turistico Il Piemonte fa il pieno dal sito [3] Il marchio Ecolabel sul tetto d'europa dal sito [4] Il progetto ALPENLABEL dal sito [5] Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Disciplinare del Settore Attività turistiche - Progetto Carta di Qualità PNBD, Revisione Settembre 2004, dal sito [6] Dal sito [7] Club Alpin Suisse, Pas à pas pour la nature Conseiller pour une exploitation écologique des cabanes, 2002 [8] Dal sito [9] Dal sito [10] Dal sito [11] Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Progetto area-dimostrativa fossil-free del PNDB Presentazione, dal sito [12] Dal sito [13] Dal sito [14] Ufficio Stampa Club Alpino Italiano, Newsletter MONDO CAI, Luglio 2004 dal sito [15] SHERPA project, A joint European recommendations report on how sustainable mountain energy supply systems could look like, what has to be taken care of and how they would be integrated in rural areas, regional and national energy policies and financing support, Maggio 2004, dal sito [16] SHERPA project, Summary report on different financial scheme as national and local strategies and pointing out strengths and weaknesses of the different national programmes, Maggio 2004, dal sito [17] Dal sito Rapporto finale - Capitolo 3: Progetti per soluzioni gestionali ecoefficienti 138

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