INFORMAZIONI COMUNI A TUTTI GLI APPLICATIVI MODELLI E DOCUMENTI DI STAMPA

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2 BLUMATICA SAFETY RISCHI GRADUATI SMART (EUROTOOLS) By BLUMATICA srl, via Rosa Jemma 2 BATTIPAGLIA (SA) Tel MANUALE OPERATIVO GENERALITA E DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA Il software Blumatica Safety Rischi Graduati Smart è costituito da una serie di applicativi specifici nel settore della sicurezza sul lavoro, per la valutazione di alcuni RISCHI cosiddetti graduati, necessitanti, cioè, di una specifica analisi e non valutabili direttamente in termini di probabilità e magnitudo del danno (con la classica matrice di valutazione). In particolare il software comprende i seguenti applicativi: CALCOLO DELL INDICE MAPO NELLA MOVIMENTAZIONE ED ASSISTENZA PAZIENTI OSPEDALIZZATI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI : NIOSH e UNI ISO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI : SNOOK E CIRIELLO e UNI ISO RISCHIO DA MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI (METODO OCRA) VALUTAZIONE DELL ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI VALUTAZIONE DEL CARICO POSTURALE NEI LAVORI SEDENTARI (ERGONOMIA) VALUTAZIONE DEL RISCHIO RAPINA VALUTAZIONE MICROCLIMA RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA) INCOERENTI RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA) COERENTI LASER ATMOSFERE ESPLOSIVE (Polveri e Gas) VALUTAZIONE RISCHIO BIOLOGICO VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO VALUTAZIONE RISCHIO AMIANTO AVVIO DEL PROGRAMMA Per avviare il programma Blumatica Safety Rischi Graduati Smart è sufficiente cliccare con il mouse sull icona specifica sul desktop o lanciare il programma direttamente dalla cartella di installazione. All avvio comparirà la Maschera indicata a lato. La maschera contiene una serie di PULSANTI necessari per lanciare i rispettivi applicativi (così come indicati nelle etichette dei pulsanti stessi). Nella parte inferiore della maschera è possibile selezionare uno dei diversi linguaggi. Selezionando la lingua, le etichette dei pulsanti saranno automaticamente tradotte nella lingua prescelta. Avvertenza : Prima di lanciare gli applicativi, assicurarsi di avere abilitato le MACRO di Microsoft Excel. Fig. 1 La maschera di Avvio di Blumatica Rischi Graduati Smart 1

3 INFORMAZIONI COMUNI A TUTTI GLI APPLICATIVI MODELLI E DOCUMENTI DI STAMPA Nella cartella di installazione di Blumatica Rischi Graduati Smart sono presenti una serie di cartelle contenenti i Modelli di stampa in formato MS Word necessari per la generazione automatica dei documenti di stampa e personalizzabili da parte dell utente. Le cartelle sono le seguenti: ModelliCampiElettromagnetici ModelliErgonomia ModelliMapo ModelliNiosh ModelliOcra ModelliRischioRapina ModelliSnookCiriello ModelliMicroclima ModelliROA ModelliLASER ModelliAtexGas ModelliAtexPolveri ModelliRischioBiologico ModelliRischioCancerogeno ModelliRischioAmianto ModelliISO ModelliISO Sono presenti, inoltre, una serie di cartelle (una per ogni applicativo) che contengono i documenti in formato MS Word di volta in volta prodotti dall utente. Le cartelle sono le seguenti: DocumentiCampiElettromagnetici DocumentiErgonomia DocumentiMapo DocumentiNiosh DocumentiOcra DocumentiRischioRapina DocumentiSnookCiriello DocumentiMicroclima DocumentiROA DocumentiLASER DocumentiAtexGas DocumentiAtexPolveri DocumentiRischioBiologico DocumentiRischioCancerogeno DocumentiRischioAmianto DocumentiISO DocumentiISO APPLICATIVI E CARTELLE PROGETTI Nella cartella ApplicazioniEuroTools sono presenti gli applicativi disponibili (con estensione. blu). Uno stesso applicativo può essere disponibile in diverse lingue, come ad esempio : NIOSH_IT.blu (Versione in Italiano) NIOSH_EN.blu (Versione in inglese) NIOSH_ES.blu (Versione in spagnolo) Nota: Se dalla maschera di avvio si lancia un applicativo non disponibile nella lingua prescelta, viene visualizzato uno specifico messaggio. 2

4 Sono presenti, infine, una serie di cartelle (una per ogni applicativo) che contengono i lavori corrispondenti in formato.blu di volta in volta memorizzati dall utente. Le cartelle sono le seguenti: ProgettiCampiElettromagnetici ProgettiErgonomia ProgettiMapo ProgettiNiosh ProgettiOcra ProgettiRischioRapina ProgettiSnookCiriello ProgettiMicroclima ProgettiROA ProgettiLASER ProgettiAtexGas ProgettiAtexPolveri ProgettiRischioBiologico ProgettiRischioCancerogeno ProgettiRischioAmianto ProgettiISO ProgettiISO

5 STRUTTURA DI UN MODELLO DI STAMPA Un modello di stampa si compone di testi, immagini e VARIABILI, come riportato nel seguente esempio: COMUNE DI <{H260}> Azienda <{H259}> Datore di Lavoro <{H289}> Elaborato VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI (D.Lgs. n. 81/08) Elaborato con il supporto di Blumatica Safety Rischi Graduati Smart Datore di Lavoro : <{H289_1}> RSPP : <{H290}> Data : <{C109_1}> 4

6 Il Decreto Legislativo 81/08 ha fissato i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i Rischi per la salute e la sicurezza derivante dall esposizione ai Campi Elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz) durante il lavoro. Le disposizioni del D.Lgs. riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti indotte e dall'assorbimento di energia, nonche' da correnti di contatto, ma non disciplinano la protezione da eventuali effetti a lungo termine e non riguardano i rischi risultanti dal contatto con i conduttori in tensione. Agli effetti delle disposizioni del presente titolo si intendono per: CAMPI ELETTROMAGNETICI : Campi magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo di frequenza inferiore o pari a 300 GHz; Corrente di contatto (Ic). La corrente di contatto tra una persona e un oggetto e' espressa in Ampere (A). Un conduttore che si trovi in un campo elettrico puo' essere caricato dal campo. Densita' di corrente (J). E' definita come la corrente che passa attraverso una sezione unitaria perpendicolare alla sua direzione in un volume conduttore quale il corpo umano o una sua parte. E' espressa in Ampere per metro quadro (A/mq). omissis 5

7 A seguito della valutazione dei rischi di cui all'art. 209, come evidenziato dalla seguente tabella riassuntiva, risultano superati alcuni valori di Azione riportati nella precedente tabella 2. F Frequenza E Intensità Campo Elettrico H Intensità Campo Magnetico B Induzione Magnetica Seq Densità Potenza Onda Piana Ic Corrente di Contatto I L Corrente indotta attr. gli arti Hz (V/m) (A/m) (µt) (W/mq) (ma) (ma) Denominazione Sorgente <{D11}> Valori rilevati <{C12}> <{D12}> <{E12}> <{F12}> <{G12}> <{H12}> <{I12}> <{B13}> <{D13}> <{E13}> <{F13}> <{G13}> <{H13}> <{I13}> <{B14}> <{D14}> <{E14}> <{F14}> <{G14}> <{H14}> <{I14}> Denominazione Sorgente <{D16}> Valori rilevati <{C17}> <{D17}> <{E17}> <{F17}> <{G17}> <{H17}> <{I17}> <{B18}> <{D18}> <{E18}> <{F18}> <{G18}> <{H18}> <{I18}> <{B19}> <{D19}> <{E19}> <{F19}> <{G19}> <{H19}> <{I19}> omissis Le variabili si presentano nella forma <{E19}> e non devono, in genere, essere modificate dall utente. Anche i modelli vengono contraddistinti dal suffisso _IT, _EN, _ES, _DE, in quanto se un applicativo è, ad esempio, in lingua tedesca, il modello sarà del tipo NomeModello_DE.doc. 6

8 FUNZIONI COMUNI A TUTTI GLI APPLICATIVI Cliccando su un pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo corrispondente e verrà visualizzata la seguente maschera (Nell esempio Indice MAPO) Fig. 2 La maschera di un applicativo di Blumatica Rischi Graduati Smart Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell esempio Indice MAPO ). Sono presenti uno o più fogli di lavoro (in funzione dell applicativo in esecuzione). Nell esempio di figura sono presenti due fogli di lavoro : Dati Aziendali e Settaggi Indice MAPO I campi editabili sono in genere colorati in celestino chiaro. Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. 7

9 LA BARRA DEI MENU Nella parte alta della maschera è sempre presente il seguente Menù: Il Menù File Cliccando su File vengono visualizzate le seguenti funzioni: Apri Lavoro Salva Lavoro Chiudi La funzione Apri Lavoro Cliccando su tale funzione è possibile visualizzare l elenco dei lavori già memorizzati in precedenza dall utente e contenuti nella corrispondente cartella dei progetti (nell esempio la cartella sarà ProgettiMapo ). Viene visualizzata la seguente maschera ed è possibile aprire uno qualsiasi dei lavori preesenti (nell esempio Clinica SALUS.blu ) Fig. 3 La maschera corrispondente all apertura di un lavoro La funzione Salva Lavoro Cliccando su tale funzione è possibile salvare il lavoro corrente assegnandogli un nome a scelta. Il lavoro viene salvato nella specifica cartella dei Progetti (nell esempio la cartella sarà ProgettiMapo ). Viene visualizzata la stessa maschera del caso precedente. 8

10 La funzione Chiudi Cliccando su tale funzione viene chiusa la maschera dell applicativo e viene visualizzata la maschera di avvio, dalla quale sarà possibile, eventuaalmente, lanciare un altro modulo. Il Menù Documenti Composti Cliccando su Documenti Composti, vengono visualizzate le seguenti due funzioni: Elenco Documenti Apri Cartella La funzione Elenco Documenti Cliccando su tale funzione è possibile visualizzare l elenco dei documenti corrispondenti all applicativo corrente (nell esempio Indice MAPO) già composti dall utente e contenuti nella cartella dei Documenti corrispondenti (nell esempio : DocumentiMapo ). Viene visualizzata la seguente maschera, contenete l elenco dei documenti in formato MS Word (estensione.doc) Fig. 4 La maschera corrispondente alla Lista dei documenti composti Effettuando un doppio click con il mouse su un rigo è possibile visualizzare il documento corrispondente. La funzione Apri Cartella Cliccando su tale funzione è possibile aprire la cartella dove sono contenuti i documenti relativi all applicativo corrente (nell esempio la cartella : DocumentiMapo ). 9

11 Fig. 5 La maschera corrispondente all apertura dela cartella dei documenti Il Menù? Cliccando su?, vengono visualizzate le seguenti funzioni: Informazioni Manuale Operativo La funzione Informazioni consente di visualizzare informazioni specifiche sulla versione del software installato, sull azienda produttrice, ecc. La funzione Manuale Operativo consente di visualizzare il presente manuale in formato PDF. 10

12 GLI APPLICATIVI SPECIFICI INDICE MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati) Cliccando sul primo pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo Indice MAPO e verrà visualizzata la seguente maschera: Fig. 5 La maschera principale del modulo MAPO Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell esempio Indice MAPO ). Sono presenti due fogli di lavoro: Dati Aziendali e Settaggi Indice MAPO I campi editabili sono in genere colorati in celestino chiaro. Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino. 11

13 DATI AZIENDALI E SETTAGGI In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell azienda, che verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in funzione del valore dell indice caratteristico. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 12

14 VALUTAZIONE DELL INDICE MAPO L indice sintetico di esposizione MAPO è definito nel seguente modo: Essendo: Indice MAPO = (PNC/NOP x FS + PPC/NOP x FAM) x FC x FAmb x FF PNC PPC NOP FS FAM FC FAmb FF Il n di Pazienti Non Collaboranti Il n di Pazienti Parzialmente Collaboranti Il n di Operatori addetti Il Fattore Sollevatori Il Fattore Ausili Minori Il Fattore Carrozzine Il Fattore Ambiente Il Fattore Formazione La maschera si divide in diverse sezioni corrispondenti al calcolo dei parametri necessari per il calcolo dell Indice MAPO. Calcolo di PNC, PPC, NOP NOP = somma organico presente nei tre turni di lavoro (nell esempio : = 18) PNC picco = PNC x (Presenza max. giornaliera) / (N medio pazienti /giorno) PPC picco = PPC x (Presenza max. giornaliera) / (N medio pazienti /giorno) Sollevatori Calcolo Fattore FS E sufficiente indicare il numero di sollevatori effettivamente presenti nel reparto oggetto dell analisi ed esprimere un giudizio sull adeguatezza e sulla sufficienza degli stessi. 13

15 Il giudizio va espresso mediante il combo box, che contiene le seguenti scelte: Giudizio Punti Sollevatori assenti o inadeguati e insufficienti 4 Sollevatori insufficienti o inadeguati 2 Sollevatori sufficienti ma non del tutto adeguati 1 Sollevatori adeguati e sufficienti 0,5 Per esprimere il giudizio, si tenga presente che i sollevatori sono tecnicamente considerati INSUFFICIENTI quando inferiori a 1 ogni 8 pazienti non collaboranti; sono considerati INADEGUATI quando non impiegabili sulle patologie presenti nel Reparto. Ausili Minori Calcolo Fattore FAM E sufficiente indicare il numero di ausili minori effettivamente presenti nel reparto oggetto dell analisi ed esprimere un giudizio sull adeguatezza e sulla sufficienza degli stessi. Il giudizio va espresso mediante il combo box, che contiene le seguenti scelte: Giudizio Punti Ausili minori assenti o insufficienti 1 Ausili minori sufficienti ed adeguati 0,5 Nota : Occorre valutare l'adeguatezza degli eventuali ausili minori presenti utilizzati per i trasferimenti lettocarrozzina, letto-barella, per spostamenti nel letto o altre operazioni di movimentazione.il giudizio è positivo se sono presenti almeno 3 diversi tipi di ausili tra quelli elencati. Carrozzine, comode e sedie di trasporto Calcolo Fattore FC Per il calcolo di FC occorre compilare la tabella indicata qui di seguito e compilata a titolo d esempio. Dopo avere indicato il numero di elementi presenti, è possibile indicare eventuali fattori negativi tra i quattro riportati (ognuno dei quali ha un peso pari a 1). 14

16 Nota : Il punteggio PMCarr è stato ottenuto dividendo il Punteggio totale (6) per il numero totale di carrozzine, comode e sedie (13). Per ottenere il valore del fattore FC si fa riferimento alla seguente tabella: Valore di PMCarr 0,5 1,33 1,34 2,66 2,67 4,00 Sufficienza numerica NO SI NO SI NO SI Fattore Carrozzine 1,00 0,75 1,50 1,12 2,00 1,50 Nota: si esprime un giudizio tecnico favorevole sulla idoneità numerica, se il rapporto tra il numero complessivo di carrozzine, comode e sedie ed il numero medio di pazienti giornaliero è pari ad almeno il 50 %. AMBIENTE Fattore FAmb Per il calcolo di Famb occorre compilare tre sezioni distinte, ognuna delle quali contribuisce al calcolo del fattore, come indicato nella seguente figura. 15

17 Per ottenere il valore del fattore FAmb si fa riferimento alla seguente tabella: Valore di PMAmb 0 5,8 5,9 11,6 11,7 17,5 Fattore Ambiente 0,75 1,25 1,50 FORMAZIONE Fattore FF Per il calcolo di FF occorre esprimere un giudizio sul tipo di formazione effettuata dai lavoratori addetti, come illustrato qui di seguito. 16

18 Nota : Va espresso un giudizio sulla FORMAZIONE effettuata. Selezionare quella più opportunatra le scelte possibili. Per ottenere il valore del fattore FF si fa riferimento alla seguente tabella: Tipo di formazione Fattore FF Corso teorico-pratico almeno 6 ore 0,75 Solo parte pratica Attrezzature 1,00 Consegna opuscolo informativo 1,00 Formazione non effettuata 2,00 RISULTATI Completate le diverse sezioni, come sopra illustrato, vengono automaticamente riportati i risultati ottenuti per l indice MAPO (nell esempio 0,45), il corrispondente RISCHIO e le Misure di Prevenzione previste per quella classe di RISCHIO. Nota : La classe di RISCHIO e le misure di prevenzione vengono riportate in funzione della seguente tabella, presente nel foglio di lavoro Dati Generali : 17

19 STAMPA Per effettuare la stampa del documento di valutazione del RISCHIO, occorre, dopo avere indicato il nome del documento da produrre nell opportuno campo colorato in celeste, cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE, come indicato qui di seguito. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa MAPO_IT.doc posto nella cartella ModelliMapo. 18

20 ERGONOMIA (Carico Posturale Lavori Sedentari) Cliccando sul secondo pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ERGONOMIA e verrà visualizzata la seguente maschera: Fig. 6 La maschera del modulo ERGONOMIA Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell esempio Indice MAPO ). Sono presenti uno o più fogli di lavoro (in funzione dell applicativo in esecuzione). Nell esempio di figura sono presenti due fogli di lavoro : Dati Aziendali Valutazione Rischio Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. 19

21 DATI AZIENDALI E SETTAGGI In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell azienda, che verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in funzione del valore dell indice caratteristico. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 20

22 VALUTAZIONE Per la valutazione occorre compilare le diverse sezioni presenti, che riporteranno i rispettivi punteggi. Per l elenco completo dei punteggi assegnati alle diverse risposte, si rimanda al relativo modello di stampa, denominato ERGONOMIA_IT.doc, presente nella cartella ModelliErgonomia. Si valuta la variazione rispetto alla postura corretta, intendendo con ciò la postura assunta da un soggetto con lo sguardo diritto e con la testa leggermente inclinata in avanti. Per la sezione POSIZIONE DELLA TESTA, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una o più opzioni (nell esempio la seconda). Verrà riportato il totale del punteggio (nell esempio 2 ) e, in caso di disattivazione dell ultimo flag (come nel caso riportato) viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti. 21

23 In questo caso si valuta la variazione rispetto alla postura corretta, ossia con il tronco diritto oppure leggermente reclinato. Analogamente, per la sezione POSIZIONE DEL TRONCO, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una o più opzioni. Verrà riportato il totale del punteggio (nell esempio 8 ) Sempre nell esempio, poichè il posto di lavoro consente di assumere una postura migliore, è stato lasciato attivato l ultimo flag. Oggetto di questa valutazione sono le spalle ed ogni alterazione posturale che le riguarda. Si tende a sollevare le spalle quando il piano di lavoro è troppo alto. Le spalle sono protese in avanti soprattutto quando si ha poco spazio per muovere le gambe, quando si è troppo distanti dal piano di lavoro o quando si lavora al videoterminale con dei documenti davanti alla tastiera. Anche per la sezione POSIZIONE DELLE SPALLE, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una o più opzioni (nell esempio solo la prima). Verrà riportato il totale del punteggio (nell esempio 3 ) e, in caso di disattivazione dell ultimo flag viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti. 22

24 In questo caso si valuta qualsiasi variazione rispetto ad una postura corretta, ossia quando le braccia, in posizione rilassata, formano con l'avambraccio almeno un angolo di 90. Le mani si trovano quasi all'altezza dei gomiti o leggermente al di sopra dei gomiti in caso di monitoraggio di piccoli pezzi o se è richiesto un particolare sforzo visivo. Nei lavori di precisione le braccia ed i gomiti devono essere appoggiati su una superficie smussata o imbottita. I bordi acuminati o le superfici fredde come il metallo, la pietra o il vetro non sono indicati. Anche per la sezione POSIZIONE DELLE BRACCIA, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una o più opzioni (nell esempio la seconda e la sesta). Verrà riportato il totale del punteggio (nell esempio 5 ) e, in caso di disattivazione dell ultimo flag viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti. 23

25 Le gambe assumono una postura corretta quando le cosce sono orizzontali oppure leggermente piegate in avanti sotto il piano di lavoro. L'angolo formato dalla coscia e dalla gamba deve essere di 90 circa. Le cosce e le ginocchia devono disporre di spazio sufficiente per muoversi in alto, avanti e di lato. Deve essere possibile, inoltre, distendere le gambe senza alcun problema, il bordo della sedia non deve comprimere i muscoli delle coscia o l'incavo del ginocchio. Anche per la sezione POSIZIONE DELLE GAMBE, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una o più opzioni. Verrà riportato il totale del punteggio (nell esempio 8 ) e,come al solito, in caso di disattivazione dell ultimo flag viene assegnato un punteggio ulteriore di 15 punti. Per i piedi si parla di postura corretta quando questi poggiano perfettamente con tutta la pianta sul pavimento o sul poggiapiedi. I piedi devono potersi muovere liberamente in avanti, di lato e indietro. 24

26 Anche per la sezione POSIZIONE DEI PIEDI, come riportato nella figura, occorre, se necessario, attivare una o più opzioni. Verrà riportato il totale del punteggio (nell esempio 0, non essendo state riscontrate irregolarità nella posizione dei piedi). Per determinare il fattore tempo è fondamentale sapere se la postura si riferisce ad un'attività prevalente senza il passaggio ad altre attività o ad un'attività secondaria intervallata da altre attività. Se si tratta di un'attività prevalente, conta il tempo effettivo di lavoro; se si tratta di un'attività secondaria, conta la somma dei tempi durante i quali è stata assunta la postura presa in esame. Il fattore tempo è uguale per tutte le parti del corpo. Per il fattore TEMPO andrà attivato il flag più idoneo tra quelli disponibili (nell esempio il sesto). In caso di attivazione di più flag verrà visualizzato un messaggio di irregolarità. Nella tabella della valutazione vengono riportati, per le diverse parti del corpo esaminate, i punteggi derivanti dalle precedenti check list. L ultima colonna riporta il Punteggio finale, eventualmente corretto per postura forzata. 25

27 Nella tabella Valutazione delle singole parti del corpo vengono riportati i valori di riferimento dei punteggi con le relative sollecitazioni, utilizzati per la individuazione delle misure correttive. Nella seguente tabella finale, invece, vengono riepilogati i punteggi ottenuti per le diverse parti del corpo esaminate e le corrispondenti misure correttive 26

28 Per la STAMPA della relazione, è sufficiente indicare nel campo Nome File Word il nome da assegnare al documento (obbligatorio) e la eventuale data che sarà riportata in fase di stampa. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa ERGONOMIA_IT.doc posto nella cartella ModelliErgonomia. 27

29 METODO OCRA (Movimenti ripetitivi arti superiori) Cliccando sul terzo pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo OCRA e verrà visualizzata la seguente maschera: Nella parte centrale della maschera viene visualizzato il foglio di lavoro principale (nell esempio Valutazione Rischio ). Sono presenti tre fogli di lavoro: Dati Aziendali e Settaggi Valutazione Rischio Risultati e Stampa Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più opportune mediante degli specifici combo-box. 28

30 DATI AZIENDALI E SETTAGGI In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell azienda, che verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in funzione del valore dell indice caratteristico. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 29

31 VALUTAZIONE DELL INDICE OCRA L' indice di esposizione OCRA viene definito come il rapporto tra il numero di azioni tecniche effettuate nell'ambito dei compiti ripetitivi esaminati Ae ed il numero di azioni tecniche Ar : Indice OCRA = Ae Ar Il valore di Ae è facilmente desumibile dall'analisi del turno di lavoro, mentre il valore di Ar viene ricavato dalla seguente equazione: Nella quale: x è il compito ripetitivo considerato; A r = n x [ CF ( FFx FPx FCx ) DCx ] FR il fattore CF (Costante di frequenza) esprime il numero di azioni tecniche eseguibili in condizioni ideali (quando tutti gli altri fattori assumono valor4e unitario); esso è pari a 30 azioni/minuto; il fattore durata DC è la durata effettiva del compito in cui vengono eseguiti movimenti ciclici. Gli altri parametri rappresentano fattori dipendenti dalle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa (frequenza delle azioni tecniche, aspetti posturali, ecc.) che possono assumere valori compresi tra 1 (condizioni migliori) e 0 (condizioni peggiori): il fattore forza FF è un parametro ricavato, attraverso una tabella di conversione, da un numero adimensionale variabile tra 0 e 10 (scala di Borg) che descrive, in modo soggettivo, lo sforzo muscolare applicato; il fattore postura FP è un valore calcolato in funzione delle posture assunte dai vari distretti degli arti superiori durante lo svolgimento del compito. L'analisi della postura viene effettuata per mezzo della scheda riportata in seguito; l fattore elementi complementari FC è un parametro legato ad una serie di elementi caratteristici del compito; il fattore carenza di periodi di recupero FR è un valore ricavato, tramite apposita tabella, dal numero di ore lavorative caratterizzate da una carenza di adeguati periodi di recupero. La valutazione del rischio può essere effettuata attraverso il metodo di analisi con check-list OCRA messo a punto sempre da Colombini ed Occhipinti, come estensione del più complesso indice OCRA. La check-list OCRA si compone di quattro schede che prevedono l' individuazione di valori numerici preassegnati (crescenti in funzione della crescita del rischio) per ciascuno dei principali fattori di rischio e per i fattori complementari. Il foglio di lavoro principale (Valutazione Rischio), si compone di diverse SCHEDE costituenti la check-list OCRA, che andranno compilate di volta in volta, come illustrato qui di seguito. 30

32 . La scheda 1 concerne il fattore tempi di recupero, per i quali vengono forniti sei scenari di distribuzione di interruzioni di attività e/o pause durante il turno lavorativo: ad ogni scenario corrisponde un numero. Viene scelto lo scenario più simile a quello abitualmente (e realmente) utilizzato dai lavoratori su quel posto di lavoro 31

33 La Scheda 2 si compone di due parti (Parte prima e Parte seconda). La prima parte della scheda 2 prevede sette scenari, ciascuno contrassegnato da un valore numerico crescente da 0 a 10. Ogni voce descrive l'entità dei movimenti delle braccia nel tempo (lenti, abbastanza rapidi, rapidi, rapidissimi) connessi alla possibilità o impossibilità di fare brevi interruzioni (ritmo costante e incostante). Vengono anche indicate delle "frequenze d'azione al minuto" di riferimento che aiutano ad individuare lo scenario più rappresentativo del compito in analisi. Utilizzando un cronometro, viene stimata la frequenza d'azione dell'arto più interessato nel compito osservando il lavoratore in 2-3 minuti e contando direttamente le azioni tecniche. La seconda parte della scheda 2 riguarda la presenza di forza, d interesse per la patologia in analisi degli arti superiori, che viene rilevata quando ricorre periodicamente almeno ogni pochi cicli (5,6,7). Il primo blocco di domande riguarda la presenza del sollevamento di oggetti che pesano più di 3 Kg o di oggetti sollevati in posizione sfavorevole della mano, che pesano oltre il chilo (pinch); oppure si potrà barrare se è necessario usare il peso del corpo per ottenere la forza necessaria a compiere una data operazione o se parti dell arto superiore devono essere usate come attrezzi per dare ad esempio dei colpi. La scelta del valore numerico rappresentativo è legata alla durata delle attività con uso di forza, prima indicata: maggiore la presenza nel ciclo, più alto il valore dell indicatore numerico. 32

34 Il secondo e terzo blocco di domande comprendono la descrizione di alcune delle più comuni attività lavorative che prevedono rispettivamente l uso di forza intensa, quasi massimale (il secondo blocco) e l uso di forza di grado moderato (il terzo blocco). Le attività da descrivere rispetto all uso dei due differenti gradi di forza sono: tirare o spingere leva, schiacciare pulsanti, chiudere o aprire, premere o maneggiare componenti, usare attrezzi. E possibile aggiungere altre voci, a rappresentare altre azioni individuate in cui sia necessario l uso di forza. Per le attività lavorative che richiedono l uso di forza intensa i punteggi variano da 4 a 16 in funzione del tempo di durata nel ciclo; per attività di grado moderato da 2 a 8 sempre in funzione della durata. Il punteggio totale rappresentativo della forza si ricava sommando i punteggi indicati in uno o più dei tre blocchi (nell esempio il punteggio è pari a 7). 33

35 La scheda 3 descrive le posture incongrue:sono previsti 5 blocchi di domande, i primi 4 contrassegnati da una lettera (da A a D), l ultimo dalla lettera E. I primi 4 blocchi di domande descrivono ognuno un segmento articolare; l ultimo blocco descrive la presenza di stereotipia, cioè la presenza di gesti lavorativi (azioni tecniche) identici, ripetuti in almeno 2/3 del tempo. Fra i punteggi ricavati da ognuno dei segmenti articolari (A B C D) viene scelto solo il più alto, da sommare eventualmente a quello della stereotipia (E): il risultato della somma costituirà il punteggio per la postura. Le domande descrittive della postura, in ogni articolazione sono molto semplici. Per le braccia si descrive per quanto tempo sono mantenute circa ad altezza spalle; per il polso se si devono assumere posizioni pressoché estreme; per il gomito se si devono fare movimenti bruschi o dare colpi; per la mano se il tipo di presa è un PINCH (avviene cioè a dita strette), una presa palmare (a mano quasi completamente allargata), o una presa a uncino. 34

36 Nella scheda 4 occorre individuare la eventuale presenza di fattori di rischio complementari, tra quelli proposti nella figura qui sopra. La scheda si compone di due parti ed il punteggio totale è rappresentato dalla somma dei due punteggi. Il punteggio totale, l indice OCRA ed il livello di RISCHIO vengono calcolati automaticamente, in funzione della seguente tabella: 35

37 Anche le Misure di prevenzione vengono riportate automaticamente, in funzione di quanto indicato nel foglio di lavoro Dati Aziendali e Settaggi. Per la Stampa della relazione, occorrerà attivare il foglio di lavoro Risultati e Stampa che consentirà la visualizzazione dei risultati del calcolo, come indicato nella seguente figura: Per la stampa sarà sufficiente indicare il nome del file Word da comporre (obbligatorio) e cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE dopo avere eventualmente indicato la Data che verrà riportata sul documento composto. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa OCRA_IT.doc posto nella cartella ModelliOcra. 36

38 SPINGERE TRAINARE TRASPORTARE (Snook e Ciriello) Cliccando sul quarto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo SNOOK e CIRIELLO e verrà visualizzata la seguente maschera: Sono presenti tre fogli di lavoro: Dati Aziendali e Settaggi SPINGERE TRAINARE TRASPORTARE Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più opportune mediante degli specifici combo-box. In funzione del tipo di calcolo da effettuare, andrà selezionata il foglio di lavoro più opportuno. 37

39 DATI AZIENDALI E SETTAGGI In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell azienda, che verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in funzione del valore dell indice caratteristico. Per l utilizzo della norma UNI ISO sono previste le due possibilità previste dalla norma stessa (Rischio accettabile e Rischio rilevante). Anche in questo caso è possibile modificare le misure di prevenzione per entrambi i casi previsti. 38

40 E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 39

41 SPINGERE Mediante questo foglio di lavoro è possibile calcolare l indice di SPINTA utilizzando le note tavole di Snook e Ciriello. Per la spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento al modello di stampa SPINGERE_IT.doc contenuto nella cartella ModelliSnookCiriello. Forza Iniziale Raccomandata (FIR) E la massima forza iniziale raccomandata dedotta dalle tabelle di Snook e Ciriello in funzione di : o o o o Sesso Distanza delle mani da terra durante la spinta Lunghezza del percorso Frequenza della movimentazione Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente figura. Dopo avere indicato tali valori, vengono calcolati automaticamente i valori massimi raccomandati per la forza iniziale di spinta e per la forza di mantenimento, come indicato qui di seguito: A questo punto occorrerà indicare i valori rilevati nel corso della movimentazione manuale di spinta, sia per la forza iniziale, sia per quella di mantenimento, rilevate con idoneo DINAMOMETRO (vedi prossima figura). Dopo avere indicato i due valori, vengono calcolati i due indici (per la spinta iniziale e per il mantenimento) e viene assunto quale indice caratteristico il maggiore dei due. Viene, inoltre, calcolato il livello di rischio e le conseguenti misure di prevenzione, come definite nei Settaggi, e come indicato nella seguente figura. 40

42 Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa SPINGERE_IT.doc posto nella cartella ModelliSnookCiriello. 41

43 TRAINARE Mediante questo foglio di lavoro è possibile calcolare l indice di TRAINO utilizzando le note tavole di Snook e Ciriello. Per la spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento al modello di stampa TRAINARE_IT.doc contenuto nella cartella ModelliSnookCiriello. Forza Iniziale Raccomandata (FIR) E la massima forza iniziale raccomandata dedotta dalle tabelle di Snook e Ciriello in funzione di : o o o o Sesso Distanza delle mani da terra durante il traino Lunghezza del percorso Frequenza della movimentazione Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente figura. Dopo avere indicato tali valori, vengono calcolati automaticamente i valori massimi raccomandati per la forza iniziale di spinta e per la forza di mantenimento, come indicato qui di seguito: A questo punto occorrerà indicare i valori rilevati nel corso della movimentazione manuale di traino, sia per la forza iniziale, sia per quella di mantenimento, rilevate con idoneo DINAMOMETRO (vedi prossima figura). Dopo avere indicato i due valori, vengono calcolati i due indici (per il traino iniziale e per il mantenimento) e viene assunto quale indice caratteristico il maggiore dei due. Viene, inoltre, calcolato il livello di rischio e le conseguenti misure di prevenzione, come definite nei Settaggi, e come indicato nella seguente figura. 42

44 Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa TRAINARE_IT.doc posto nella cartella ModelliSnookCiriello. 43

45 TRASPORTARE Mediante questo foglio di lavoro è possibile calcolare l indice caratteristico di TRASPORTO in piano, utilizzando le note tavole di Snook e Ciriello. Per la spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento al modello di stampa TRASPORTARE_IT.doc contenuto nella cartella ModelliSnookCiriello. Peso Raccomandata (PR) E il massimo peso raccomandato dedotto dalle tabelle di Snook e Ciriello in funzione di : o o o o Sesso Distanza delle mani da terra durante il trasporto Lunghezza del percorso Frequenza della movimentazione Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente figura. Dopo avere indicato tali valori, viene calcolato automaticamente il valore massimo raccomandato, come indicato qui di seguito: A questo punto occorrerà indicare i valori rilevati nel corso della movimentazione manuale di traino, sia per la forza iniziale, sia per quella di mantenimento, rilevate con idoneo DINAMOMETRO (vedi prossima figura). Dopo avere indicato il valore rilevato, viene calcolatoi l indice caratteristico. Viene, inoltre, calcolato il livello di rischio e le conseguenti misure di prevenzione, come definite nei Settaggi, e come indicato nella seguente figura. 44

46 Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa TRASPORTARE_IT.doc posto nella cartella ModelliSnookCiriello. 45

47 SPINGERE TIRARE (UNI ISO :2009) Cliccando sul quarto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo UNI ISO e verrà visualizzata la seguente maschera: Sono presenti due fogli di lavoro: Dati Aziendali e Settaggi SPINGERE o TIRARE ISO Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più opportune mediante degli specifici combo-box. 46

48 DATI AZIENDALI E SETTAGGI In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell azienda, che verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in particolare, come evidenziato nella figura, le misure di prevenzione in funzione del rischio. Per l utilizzo della norma UNI ISO sono previste le due possibilità indicate dalla norma stessa (Rischio accettabile e Rischio rilevante). E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 47

49 SPINGERE o TIRARE UNI ISO Mediante questo foglio di lavoro è possibile effettuare la valutazione secondo quanto previsto dalla norma UNI ISO :2009, indicata anche dal D.Lgs. 81/08. In questo caso vengono utilizzate le tabelle A.5, A.6, A.7, A.8 della norma UNI ISO già citata.. Per la spiegazione del metodo e maggiori dettagli, fare riferimento ai modelli di stampa SPINGERE_ISO_IT.doc e TRAINARE_ISO_IT.doc contenuto nella cartella ModelliSnookCiriello. Forza Iniziale Raccomandata (FIR) E la massima forza iniziale raccomandata dedotta dalle tabelle allegate alla norma in funzione di : o o o o o Tipo di movimentazione (Spingere o Tirare) Sesso Distanza delle mani da terra durante la spinta Lunghezza del percorso Frequenza della movimentazione Per indicare tali parametri occorrerà agire sugli specifici combo-box presenti, come indicato nella seguente figura. Dopo avere indicato tali valori, occorrerà indicare i valori misurati sia della forza iniziale di spinta (o di traino), sia della forza di mantenimento, come indicato qui di seguito: Dopo avere indicato tali valori, occorrerà, infine, cliccare sul pulsante Effettua Valutazione. Verranno calcolati automaticamente i valori delle Forze massime accettabili (iniziale e di mantenimento), come riportato qui di seguito. 48

50 Sempre in modo automatico verranno confrontati i valori massimi con quelli misurati e verrà, di conseguenza, calcolato il rischio tra i due possibili: RISCHIO ACCETTABILE Se sia la Forza Iniziale, sia la Forza di Mantenimento applicate effettivamente dal lavoratore non superano i valori massimi accettabili dedotti dalle tabelle. RISCHIO RILEVANTE Se o la Forza Iniziale, o la Forza di Mantenimento (o entrambe) applicate effettivamente dal lavoratore superano i valori massimi accettabili dedotti dalle tabelle. Il rischio calcolato e le conseguenti misure di prevenzione vengono riportate negli specifici campi, come indicato qui di seguito. Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Verrà composto e visualizzato il documento corrispondente, che verrà salvato nella cartella DocumentiISO Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento ai Modelli di Stampa SPINGERE_ISO_IT.doc e TIRARE_ISO_IT.doc posti nella cartella Modelli ISO doc. 49

51 SOLLEVAMENTO - ABBASSAMENTO (NIOSH MonoTask e MultiTask) Cliccando sul quinto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo NIOSH visualizzata la seguente maschera: e verrà Sono presenti tre fogli di lavoro: Dati Aziendali e Settaggi SOLLEVAMENTO Mono Task SOLLEVAMENTO Multi Task Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più opportune mediante degli specifici combo-box. In funzione del tipo di calcolo da effettuare, andrà selezionata il foglio di lavoro più opportuno, tenendo presente che il Sollevamento Mono Task rappresenta il classico Sollevamento Semplice, mentre il Sollevamento Multi Task rappresenta il Sollevamento Composto, nel quale cioè le variabili in gioco che influenzano il PLR (peso limite raccomandato) variano in modo significativo. DATI AZIENDALI E SETTAGGI 50

52 In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell azienda, che verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Sempre nella parte di sinistra è possibile definire il Limite Ponderale Generico in funzione dell età e del sesso dei lavoratori. Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in particolare, come evidenziato nella figura, le diciture dei RISCHI e le corrispondenti misure di prevenzione in funzione del valore dell indice caratteristico di sollevamento. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 51

53 SOLLEVAMENTO SEMPLICE (Mono Task) In questo foglio di lavoro occorrerà indicare i diversi campi colorati in celestino chiaro ed effettuare alcune scelte mediante specifici combo-box, come illustrato nella seguente figura. I due campi iniziali in alto (Lavoratore e Mansione) vengono importati, se presenti, dal foglio di lavoro Dati Aziendali e Settaggi. Analogamente per il campo Limite ponderale LPG. In caso di inserimento di dati irregolari o non contemplati dalle tabelle di NIOSH, vengono visualizzati appositi messaggi informativi. 52

54 Nella seconda parte del foglio di lavoro vengono visualizzati in tempo reale i risultati del calcolo ed in particolare il PLR (Peso Limite Raccomandato) e l Indice di Sollevamento IS. In funzione di tale Indice IS ed in funzione di quanto indicato nei Settaggi del primo foglio di lavoro, vengono visualizzate le corrispondenti Misure di Prevenzione, come indicato qui di seguito. Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa NIOSH_IT.doc posto nella cartella ModelliNiosh. 53

55 SOLLEVAMENTO COMPOSTO (Multi Task) In questo foglio di lavoro occorrerà indicare i diversi campi colorati in celestino chiaro ed effettuare alcune scelte mediante specifici combo-box, come illustrato nella seguente figura. Anche in questo caso i due campi iniziali in alto (Lavoratore e Mansione) vengono importati, se presenti, dal foglio di lavoro Dati Aziendali e Settaggi. Analogamente per il campo Limite ponderale LPG. In caso di inserimento di dati irregolari o non contemplati dalle tabelle di NIOSH, vengono visualizzati appositi messaggi informativi. Occorre inserire, per ogni diversa movimentazione (che avviene, cioè, con diversi parametri rispetto alla precedente) tutti i valori necessari. E stato previsto un massimo di 10 diverse movimentazioni (10 righe). Nel caso di esempio sono state inserite n 2 diverse movimentazioni. Man mano che si inseriscono i dati delle movimentazioni (righe) vengono calcolati e visualizzati i diversi coefficienti di calcolo ed i valori dei Pesi Limite Raccomandati FiPLR (valori indip. Dalla Frequenza), come indicato nella seguente tabella: 54

56 Cliccando, infine, sul pulsante Esegui i Calcoli posto al di sotto della successiva griglia di riepilogo, viene compilata la seguente tabella e calcolato l indice di sollevamento composto ICS. Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa NIOSHMULTITASK_IT.doc posto nella cartella ModelliNiosh. 55

57 SOLLEVAMENTO E TRASPORTO (UNI ISO :2009) Cliccando sul quinto pulsante in alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo UNI ISO e verrà visualizzata la seguente maschera: Sono presenti due fogli di lavoro: Dati Aziendali e Settaggi SOLLEVAMENTO e TRASPORTO Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. Nella maschera andranno inseriti i diversi dati, nei campi colorati in celestino o effettuate le scelte più opportune mediante degli specifici combo-box. 56

58 DATI AZIENDALI E SETTAGGI In questo foglio di lavoro è possibile inserire, nella parte di sinistra, i principali dati anagrafici dell azienda, che verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Sempre nella parte di sinistra è possibile definire il Limite Ponderale Generico in funzione dell età e del sesso dei lavoratori. Nella seconda parte del foglio è possibile (ma non obbligatorio) personalizzare alcuni dati di settaggio ed in particolare, come evidenziato nella figura, le misure di prevenzione in funzione del valore del Rischio. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 57

59 SOLLEVAMENTO E TRASPORTO In questo foglio di lavoro occorrerà indicare i diversi campi colorati in celestino chiaro ed effettuare alcune scelte mediante specifici combo-box, come illustrato nelle seguenti figure. In questa prima parte occorrerà indicare: il n di lavoratori (di solito e per default 1) che effettuano la movimentazione contemporaneamente la fascia d età il sesso il peso massimo movimentato il peso medio movimentato (che, in caso di pesi costanti coinciderà con il peso massimo) Nota: Il peso medio sollevato deve risultare di almeno 3 kg, come previsto dalla norma UNI ISO STEP 1 Per la verifica dello Step 1, dopo avere inserito i dati caratteristici della movimentazione, viene automaticamente calcolata la massa di riferimento, che viene confrontata con il peso massimo movimentato. Se la verifica è positiva viene evidenziata in verde la scritta Verificato. In caso contrario viene evidenziata in rosso la frase Non Verificato. STEP 2 Per la verifica dello step 2 occorre indicare la durata complessiva della movimentazione (nell esempio 90 minuti) e la frequenza della movimentazione (espressa in azioni al minuti e nell esempio pari a 0.5, corrispondente ad un azione ogni 2 minuti) 58

60 Inseriti i due dati, vengono effettuate le verifiche previste dalla norma UNI ISO Anche in questo caso, come per tutti gli altri step, viene visualizzato l esito di ogni verifica. STEP 3 59

61 Come indicato nella figura riportata qui sopra, per la verifica dello step 3, occorre indicare una serie di parametri caratteristici della movimentazione del tutto simili a quelli del cosiddetto metodo NIOSH. Cliccando sui pulsanti indicati qui a lato e posti nella maschera di inserimento dei dati, è possibile visualizzare alcune figure illustrative utili per un più agevole inserimento dei valori richiesti. Come evidenziato dalle tabelle in figura e come previsto dalla norma UNI ISO, viene effettuato il calcolo della m ref mod sia all origine della movimentazione, sia alla destinazione della stessa. Il peso limite complessivo è assunto pari al minore dei due valori. La verifica è positiva se m m ref mod. STEP 4 Per la verifica dello Step 4 è sufficiente indicare l eventuale distanza di trasporto mediante l utilizzo dell apposito combo-box. Sono possibili le seguenti scelte, in accordo con la norma UNI ISO: 0 (in caso di assenza di trasporto) 1 m Da 1 a 2 m Da 2 a 4 m Da 4 a 10 m Da 10 a 20 m STEP 5 Per lo Step 5 non occorre inserire alcun dato, in quanto per il calcolo delle masse cumulative vengono utilizzati i dati già inseriti dall utente negli Step precedenti ed i dati della Tabella 1 della norma UNI ISO. 60

62 RIEPILOGO RISULTATI Come evidenziato nella figura qui sopra, i dati delle verifiche vengono riepilogati sinteticamente mediante le solite diciture: Verificato Non verificato Se tutte le verifiche sono positive (come da esempio), ne conseguirà un RISCHIO ACCETTABILE e verranno riportate le misure di prevenzione previste dall utente per il rischio accettabile (vedi sezione Dati Aziendali e Settaggi). Se una o più verifiche sono negative, ne conseguirà un RISCHIO RILEVANTE e verranno riportate le misure di prevenzione previste dall utente per il rischio rilevante (vedi sezione Dati Aziendali e Settaggi). STAMPA Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e l eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Verrà composto e visualizzato il documento corrispondente, che verrà salvato nella cartella DocumentiISO Nota : per il dettaglio delle formule e del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa ISO _IT.doc posto nella cartella Modelli ISO doc. 61

63 ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI Cliccando sul sesto pulsante a partire dall alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo CAMPIELETTROMAGNETICI e verrà visualizzata la seguente maschera: Sono presenti due fogli di lavoro: Dati Aziendali Verifiche Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. 62

64 DATI AZIENDALI In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda e le figure responsabili principali. Tali dati verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 63

65 VERIFICHE Nella prima parte del foglio di lavoro Verifiche occorrerà inserire, per ogni eventuale sorgente di campo elettromagnetico : Ad esempio, dopo avere inserito la descrizione della sorgente (nell esempio di figura : Sorgente Esempio 1) ed avere indicato il valore di frequenza in Hz (nell esempio Hz), verranno calcolati automaticamente i valori di Azione di cui all allegato XXXVI del D.Lgs. 81/08, tabella 2, come illustrato qui di seguito. A questo punto occorrerà indicare, nei campi corrispondenti posti al di sopra dei valori di azione calcolati, i valori effettivi rilevati. Nota : Se le attrezzature utilizzate e/o le situazioni lavorative rientrano tra quelle indicate nella Tabella riportata dalle "Indicazioni operative" del CTIPLL /2010, la natura e l'entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione più dettagliata, è possibile evitare le misurazioni e procedere direttamente alla stampa di una relazione semplificata, come meglio dettagliato nel seguito. 64

66 CASO 1 : VALORI DI AZIONE NON SUPERATI Si supponga di avere inserito 2 diverse sorgenti (Sorgente Esempio 1 con valore di frequenza pari a Hz e Sorgente Esempio 2 con valore di frequenza pari a 50 MHz), come indicato nella figura qui di seguito. Se tutti i valori rilevati non superano i valori di azione (come indicato nell esempio), in pratica è già possibile procedere alla stampa della relazione, in quanto nella seconda tabella, denominata CONTROLLO SUPERAMENTO VALORI LIMITE non verrà riportato alcun valore e nessuna fonte. 65

67 Nota : E evidente che quanto detto deve essere verificato per tutte le fonti inserite (nell esempio due Sorgenti). Automaticamente nella sezione ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE, viene riportata una frase standard corrispondente al non superamento dei valori di azione. 66

68 CASO 2 : VALORI DI AZIONE SUPERATI MA VALORI LIMITE NON SUPERATI Anche in questo caso, si supponga di avere inserito 2 diverse sorgenti (Sorgente Esempio 1 con valore di frequenza pari a Hz e Sorgente Esempio 2 con valore di frequenza pari a 50 MHz), come indicato nella figura qui di seguito. In questo caso, per la Sorgente Esempio 1 risultano superati alcuni valori di azione. Subito al di sotto della griglia comparirà il seguente avviso: Automaticamente, nella seconda griglia, viene riportata la sola fonte di campi elettromagnetici per la quale risultano superati i valori di azione, come illustrato nel seguito. L unico valore da controllare risulta J (densità di corrente per corpo e tronco), che non deve superare il valore di 128,00. Avendo riscontrato ed editato un valore di 119,00, i valori limite non risultano superati. 67

69 Anche in questo automaticamente nella sezione ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE, viene riportata una frase standard corrispondente al superamento dei valori di azione, ma al non superamento dei valori limite di esposizione come illustrato nella seguente figura. 68

70 CASO 3 : SUPERAMENTO DEI VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE Anche in questo caso, si supponga di avere inserito 2 diverse sorgenti (Sorgente Esempio 1 con valore di frequenza pari a Hz e Sorgente Esempio 2 con valore di frequenza pari a 50 MHz), come indicato nella figura qui di seguito. In questo caso, per entrambe le sorgenti risultano superati alcuni valori di azione. Subito al di sotto della griglia comparirà, come già illustrato nel caso precedente, il seguente avviso: Automaticamente, nella seconda griglia, vengono riportate entrambe le fonti di campi elettromagnetici (per i quali risultano superati i valori di azione), come illustrato nel seguito. 69

71 Occorre ora inserire, al di sopra dei valori limite calcolati (di colore verde) i corrispondenti valori rilevati, al fine di controllare l eventuale superamento di tali valori. Dopo avere inserito i dati necessari, si otterrà la seguente situazione<<: Per la Sorgente Esempio 2 risultano superati i valori limite relativi al SAR localizzato (capo e tronco) ed il SAR localizzato per gli arti. Il superamento dei valori limite viene segnalato con messaggi colorati in rosso. Subito al di sotto della seconda griglia viene riportato il seguente messaggio: Vengono, infine, visualizzate le misure di prevenzione e gli adempimenti previsti dalla vigente normativa, come illustrato qui di seguito. 70

72 Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Per stampare la relazione semplificata nel caso in cui non siano state effettuate misurazioni, occorrerà cliccare sul pulsante Stampa Rel. Semplificata. Nota : per il dettaglio del metodo utilizzato, fare riferimento ai Modelli di Stampa posti nella cartella ModelliCampiElettromagnetici. 71

73 RISCHIO RAPINA Cliccando sull ultimo pulsante in basso della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIORAPINA e verrà visualizzata la seguente maschera: Sono presenti due fogli di lavoro: Dati Aziendali Valutazione Rischio Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. 72

74 DATI AZIENDALI In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda, i dati relativi alla sede operativa oggetto della valutazione e le figure responsabili principali. Tali dati verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. 73

75 Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 74

76 VALUTAZIONE RISCHIO In questo foglio di lavoro viene effettuata la valutazione analitica del RISCHIO RAPINA, essenzialmente mediante la valutazione di: RISCHIO ESOGENO (Prima parte del foglio) RISCHIO ENDOGENO (Seconda parte del foglio) Per ognuno dei due fattori do rischio viene calcolato un punteggio ed una entità di rischio. Combinando i due fattori con una opportuna matrice, si ottiene l entità del RISCHIO RAPINA Per maggiori dettagli sul metodo utilizzato, si rimanda al modello di stampa RISCHIORAPINA_IT.doc presente nella cartella ModelliRischioRapina. RISCHIO ESOGENO Per la valutazione del Rischio ESOGENO bisogna rispondere obbligatoriamente ad una serie di domande riguardanti: o o o o o l'indice di criminalità nella zona l'ubicazione dell' agenzia i tempi di intervento delle Forze dell'ordine l'atteggiamento del personale bancario la vicinanza di vie di fuga Ad ogni domanda è associata una serie di risposte con relativo punteggio, per cui, al termine si otterrà un punteggio totale dato dalla somma dei punteggi parziali attribuiti alle singole risposte. Il punteggio totale, opportunamente ponderato, fornirà un valore del rischio esogeno con gradualità: molto basso, basso, medio, alto. Qui di seguito si riportano, a titolo d esempio, le risposte alle 12 domande con il calcolo del punteggio e del rischio ESOGENO. 75

77 76

78 Il punteggio conseguito risulta pari a 30, con un RISCHIO BASSO. 77

79 RISCHIO ENDOGENO Per la valutazione del Rischio ESOGENO occorre, essenzialmente, valutare le misure antirapina (passive, attive e umane) ritenute più valide, che sono state suddivise nelle seguenti classi: A - Misure preventive e/o deterrenti B - Misure di ricostruzione di evento C - Misure limitatrici dei danni economici D - Misure di segnalazione e/o di sorveglianza Per calcolare i punteggi è sufficiente attivare i flag più opportuni (spuntatura dei quadratini) o effettuare eventuali scelte mediante specifici combo-box. Qui di seguito vengono riportate le risposte fornite per ognuno dei 4 gruppi, con il calcolo del punteggio finale e del corrispondente rischio. 78

80 Automaticamente, una volta calcolata la entità dei 2 Rischi (Esogeno ed endogeno), viene calcolato il rischio finale, come indicato qui di seguito. 79

81 M.BASSO BASSO MEDIO ALTO RISCHIO ENDOGENO Per il calcolo del rischio complessivo, è stata utilizzata la seguente matrice di valutazione: MATRICE DI VALUTAZIONE ALTO MEDIO BASSO M.BASSO RISCHIO ESOGENO Dalla combinazione dei due fattori precedenti (Rischio ESOGENO e Rischio ENDOGENO) viene ricavata, come indicato nella Matrice di valutazione sopra riportata, l Entità del RISCHIO, con la seguente gradualità: MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO Per stampare la relazione completa, dopo avere indicato il nome del File Word con il quale salvare la relazione (dato obbligatorio) e la eventuale data (che verrà riportata nel documento di stampa), è sufficiente cliccare sul pulsante STAMPA RELAZIONE. Nota : per il dettaglio del metodo utilizzato, fare riferimento al Modello di Stampa RISCHIORAPINA_IT.doc posto nella cartella RischioRapina. 80

82 MICROCLIMA Cliccando sul settimo pulsante a partire dall alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo MICROCLIMA e verrà visualizzata la seguente maschera: Sono presenti quattro fogli di lavoro: Dati Aziendali Ambienti MODERATI Ambienti SEVERI CALDI Ambienti SEVERI FREDDI Sono presenti due barre di scorrimento (laterale destra ed inferiore) che consentono di visualizzare l intero foglio di lavoro. 81

83 DATI AZIENDALI In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda e le figure responsabili principali. Tali dati verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. 82

84 Ambienti MODERATI Per la valutazione del MICROCLIMA degli ambienti MODERATI occorre inserire i dati nella specifica griglia, come indicata qui di seguito. Dopo avere inserito gli ambienti per i quali si vuole procedere alla verifica ed i relativi dati (settore DATI RILEVATI), cliccando sul pulsante CALCOLA PMV e PPD posto al di sopra della griglia, verranno automaticamente effettuati i calcoli necessari ed i risultati saranno visualizzati nella seconda parte della griglia (settore RISULTATI). Per ogni ambiente vengono calcolati : o o o PMV (Voto Medio Previsto) PPD (Percentuale prevista di insoddisfatti) To (Temperatura operativa) In funzione dei valor di PMV e PPD viene espresso un giudizio termico secondo i criteri illustrati nella tabella 1. Per effettuare la composizione del documento sarà sufficiente indicare il nome del file word da generare, dopo avere eventualmente indicato la data nello specifico campo. Cliccando sul pulsante Stampa Relazione, verrà composto e visualizzato un documento word corrispondente alla relazione di valutazione del rischio. Per la stampa viene utilizzato il modello MICROCLIMA _IT_20.doc presente nella cartella ModelliMicroclima. Al di sotto del pulsante di calcolo sono presenti ulteriori tre pulsanti : Tabella Icl Tabella M Grafico PMV Tabella Icl 83

85 Cliccando sul pulsante Tabella Icl, viene visualizzata la seguente maschera: Nella tabella sono stati riportati, a titolo indicativo, i valori dell isolamento termico dei vestiari più comuni, tratti dalle normative UNI indicate. Tabella M Cliccando sul pulsante Tabella M, viene visualizzata la seguente maschera: Nella tabella sono stati riportati i valori del metabolismo energetico per diverse attività, tratti dalle normative UNI indicate. Grafico PMV 84

86 Cliccando sul pulsante Grafico PMV, viene visualizzato il seguente grafico: La curva rappresenta il Diagramma PPD (Percentuale prevista di insoddisfatti) in funzione del PMV (Voto Medio Previsto). CRITERI DI VALUTAZIONE La seguente Tabella 1 riporta, in funzione dei valori di PMV, i corrispondenti valori di PPD (Percentuale di lavoratori insoddisfatti) ed il corrispondente giudizio termico sull ambiente di lavoro. TABELLA 1 Valori di PMV, PPD e valutazione ambiente termico. PMV PPD (%) VALUTAZIONE AMBIENTE TERMICO MOLTO CALDO CALDO TIEPIDO FRESCO FREDDO BENESSERE TERMICO MOLTO FREDDO Il valore di PMV viene calcolato con una equazione complessa, in funzione dei seguenti parametri: Ta Temperatura dell aria in C Tr Temperatura media radiante in C Va Velocità relativa dell aria in m/s Icl Isolamento termico dell abbigliamento in clo (1 clo = 0,155 m 2 K/W) M Metabolismo energetico, in watt per metro quadrato (W/m 2 ) Pa Pressione parziale del vapor d acqua, in pascal Pa La umidità relativa Ur (%) è legata alla pressione parziale del vapor d acqua dalla seguente relazione : Pa = Ur x 10 x e (16, ,183/(Ta+235)) Per il calcolo del PPD è stata utilizzata la seguente equazione: PPD = exp (0,03353 PMV 4 + 0,2179 PMV 2 ) 85

87 ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE Il programma individua automaticamente gli adempimenti e le misure di prevenzione, che vengono riportati nella relazione di valutazione del rischio. La chiave di lettura con cui interpretare i risultati delle misurazioni e dei calcoli effettuati risultati, nel caso di ambienti moderati-caldi può basarsi sulle seguenti tre aree di riferimento: o o o area di confort con PMV +0,5 (ovvero PPD 10%), nella quale eventuali lamentele dovrebbero risultare oltremodo improbabili, eventualmente associabili ai fattori locali di disconfort (situazione che merita uno specifico approfondimento) o risolvibili con minimi interventi tecnici; area di disconfort con +0,5 < PMV +2 (ovvero 10% < PPD 77%), nella quale si osservano frequenti manifestazioni di disagio degli operatori che, se non occasionali, richiedono interventi correttivi, programmabili ma da prevedere; area di allarme con, in modo ricorrente e per più settimane, PMV > +2 (ovvero PPD > 77%), che indica un ambiente nel quale importanti errori di progettazione, carenze costruttive, assenza di protezioni o problemi gestionali comportano l esigenza di urgenti interventi tecnici. E questa un area nella quale possono anche manifestarsi rischi per la salute e determinarsi situazioni che richiedono interventi immediati, ad esempio sospendendo il proseguimento del lavoro. In modo del tutto analogo, la chiave di lettura con cui andare all interpretazione dei risultati delle misurazioni nel caso di ambienti moderati-freddi può basarsi sulle seguenti tre aree di riferimento: o o o area di confort con PMV -0,5 (ovvero PPD 10%), nella quale eventuali lamentele dovrebbero risultare oltremodo improbabili, eventualmente associabili ai fattori locali di disconfort (situazione che merita uno specifico approfondimento) o risolvibili con minimi interventi tecnici; area di disconfort con -0,5 > PMV -2 (ovvero 10% < PPD 77%), nella quale si osservano frequenti manifestazioni di disagio degli operatori che, se non occasionali, richiedono interventi correttivi, programmabili ma da prevedere; area di allarme con, in modo ricorrente e per più settimane, PMV < -2 (ovvero PPD > 77%), che indica un ambiente nel quale importanti errori di progettazione, carenze costruttive, assenza di protezioni o problemi gestionali comportano l esigenza di urgenti interventi tecnici. E questa un area nella quale possono anche manifestarsi rischi per la salute e determinarsi situazioni che richiedono interventi immediati, ad esempio sospendendo il proseguimento del lavoro. E possibile, intervenendo sui modelli di stampa, apportare modifiche sia alla parte introduttiva, sia alle misure da adottare. Per maggiori dettagli è possibile consultare il corrispondente Modello di stampa nella cartella ModelliMicroclima, denominato MICROCLIMA_IT_20.doc (o gli altri equivalenti per numero di ambienti fino a 45, 70, 95). 86

88 Ambienti SEVERI CALDI Per la valutazione del MICROCLIMA degli ambienti SEVERI CALDI è stato seguito il procedimento riportato nella norma UNI EN Anche in questo caso occorre inserire i dati in una specifica griglia, come indicata qui di seguito. Per ogni ambiente vengono calcolati : o o WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) WBGT max (Valore limite consentito dell indice WBGT) Vengono segnalati gli ambienti per i quali è stato riscontrato il superamento del WBGT max. Anche in questo foglio di lavoro, al di sopra della griglia di calcolo, sono presenti tre pulsanti : Tabella Icl Tabella M Grafico WBGT I primi due sono analoghi a quelli già visti in precedenza. Grafico WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) Cliccando sul pulsante Grafico WBGT viene visualizzato il seguente disegno: 87

89 Nel disegno vengono riportati gli andamenti del WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) in funzione dell attività metabolica e e del rapporto Pausa Lavoro. Per effettuare la composizione del documento sarà sufficiente indicare il nome del file word da generare, dopo avere eventualmente indicato la data nello specifico campo. Cliccando sul pulsante Stampa Relazione, verrà composto e visualizzato un documento word corrispondente alla relazione di valutazione del rischio. Per la stampa viene utilizzato il modello MICROCLIMA_SEVERI_CALDI_IT.doc presente nella cartella ModelliMicroclima. CRITERI DI VALUTAZIONE Per la valutazione viene utilizzato il cosiddetto metodo WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) che viene calcolato mediante la seguente equazione: Nella quale WBGT = 0,7 tnw + 0,3 tg tnw rappresenta la temperatura di bulbo umido a ventilazione naturale tg rappresenta la temperatura di globotermometro ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE Il programma individua automaticamente gli adempimenti e le misure di prevenzione, che vengono riportati nella relazione di valutazione del rischio. Per maggiori dettagli è possibile consultare il corrispondente Modello di stampa nella cartella ModelliMicroclima, denominato MICROCLIMA_SEVERI_CALDI_IT.doc. 88

90 Ambienti SEVERI FREDDI Per la valutazione del MICROCLIMA degli ambienti SEVERI CALDI è stato seguito il procedimento riportato nella norma UNI EN ISO Anche in questo caso occorre inserire i dati in una specifica griglia, come indicata qui di seguito. Prima parte della tabella (DATI RILEVATI) Seconda parte della tabella (RISULTATI) Anche in questo caso, dopo avere inserito tutti gli ambienti per i quali si vuole effettuare la verifica e tutti i dati corrispondenti, cliccando sul pulsante CALCOLA indici IREQ vengono effettuati tutti i calcoli necessari e viene compilata la sezione RISULTATI della griglia sopra riportata. 89

91 Subito al di sotto della griglia ora illustrata, è presente una ulteriore sezione per la verifica dei tempi di recupero, come illustrato nella seguente figura. I dati da inserire si riferiscono, logicamente, agli ambienti nei quali viene effettuata la sosta prima di immettersi nei locali con temperature ambientali adeguate. Dopo avere inserito tutti i dati necessari, cliccando sul pulsante CALCOLA Tempi di Recupero verranno effettuati i calcoli e riempita la colonna RISULTATI della tabella. Per effettuare la composizione del documento sarà sufficiente indicare il nome del file word da generare, dopo avere eventualmente indicato la data nello specifico campo. Cliccando sul pulsante Stampa Relazione, verrà composto e visualizzato un documento word corrispondente alla relazione di valutazione del rischio. Per la stampa viene utilizzato il modello MICROCLIMA_SEVERI_FREDDI_IT.doc presente nella cartella ModelliMicroclima. CRITERI DI VALUTAZIONE Il calcolo dell indice IREQ si basa sull analisi dello scambio termico tra il corpo umano e l ambiente, applicando la seguente equazione di bilancio termico: M - W = Eres + Cres + E + K + R + C + S Nella quale il primo membro rappresenta la produzione di calore interno, equilibrata dal secondo membro, che rappresenta la somma degli scambi di calore nell apparato respiratorio, degli scambi termici sulla pelle e del calore accumulato nel corpo. In particolare: M Metabolismo energetico W/m 2 W Potenza meccanica effettiva W/m 2 Cres flusso termico convettivo di calore della respirazione (perdita) W/m 2 Eres flusso termico evaporativo della respirazione (perdita), W/m 2 E flusso termico evaporativo della pelle, W/m 2 K flusso termico conduttivo (scambio), W/m 2 90

92 R flusso termico radiante (scambio), W/m 2 C flusso termico convettivo (scambio), W/m 2 S calore accumulato dal corpo, W/m 2 La procedura si fonda sulla nozione che le condizioni ottimali coincidono con la condizione di omeotermia, mentre lo stress termico è sempre più intenso quanto più la perdita netta di energia è grande. L'equazione di bilancio di energia del corpo umano in termini di potenza viene in questo caso risolta per l isolamento termico del vestiario IREQ (acronimo di Insulation REQuired, ovvero isolamento richiesto), riconoscendo l importanza centrale di questo parametro, in assenza di efficienti meccanismi fisiologici di minimizzazione della dissipazione del calore, nel mantenere condizioni prossime a quella di omeotermia. La procedura di valutazione degli ambienti termici severi freddi prevede la soluzione della equazione di bilancio di energia sul corpo umano in due diverse ipotesi e pertanto impone il calcolo di due diversi valori di IREQ, indicati come IREQmin e IREQneutral. Tali valori risultano capaci di assicurare rispettivamente condizioni minime accettabili (dunque con presenza di una sensibile, ma tollerabile, sensazione di freddo) e condizioni di neutralità termica. ADEMPIMENTI E MISURE DI PREVENZIONE Il programma individua automaticamente gli adempimenti e le misure di prevenzione, che vengono riportati nella relazione di valutazione del rischio. Per maggiori dettagli è possibile consultare il corrispondente Modello di stampa nella cartella ModelliMicroclima, denominato MICROCLIMA_SEVERI_FREDDI_IT.doc. 91

93 RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI INCOERENTI La radiazione ottica comprende le componenti dello spettro elettromagnetico di lunghezza d onda minore dei campi elettromagnetici (trattati al Capo IV del Titolo VIII del DLgs.81/2008) e maggiore di quelle delle radiazioni ionizzanti (trattate dal DLgs.230/1995 e s.m.). L intervallo delle lunghezze d onda delle ROA è compreso tra 100 nm e 1 mm (con le bande spettrali degli infrarossi IR, del visibile VIS e dell ultravioletto UV, rif figura successiva) mentre l energia (E=hν) è compresa tra 10-3 e 12 ev Le sorgenti di radiazioni ottiche possono inoltre essere classificate in coerenti e non coerenti. Le prime emettono radiazioni in fase fra di loro (i minimi e i massimi delle radiazioni coincidono), mentre le seconde emettono radiazioni sfasate. Cliccando sul decimo pulsante a partire dall alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ROA che appunto permette la valutazione del rischio da esposizione a ROA incoerenti, e verrà visualizzata la seguente maschera: Come è possibile vedere in basso, sono presenti quattro fogli di lavoro: Dati Aziendali Wizard ROA incoerenti ROA incoerenti Metodo 1 ROA Incoerenti Metodo 2 92

94 Si noti che per navigare il foglio di calcolo ci si può servire delle barre di scorrimento, sia quella laterale che quella inferiore. DATI AZIENDALI Nella parte sinistra di questo primo tab del foglio di calcolo, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda, con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione conclusiva. Censimento fonti Spostandosi verso destra all interno di questo stesso foglio, è possibile accedere a delle tabelle in cui è possibile eseguire il censimento dei macchinari fonti di radiazioni ottiche artificiali incoerenti: 93

95 In riferimento al Documento rev.02 del 11/03/2070 Indicazioni Operative, edito a cura dell ISPELS e dell ISS, tale censimento risulta parte integrante della Relazione Tecnica, per cui va compilato con cura, indicato, per le principali caratteriste delle sorgenti di radiazione ottica, in particolare: la descrizione l ubicazione la potenza le dimensioni lo spettro di emissione la categoria ai sensi dell UNI EN 12198/09: tale classificazione è a carico del fabbricate che sulla scorta del livello di emissione assegna un data categoria in rispondenza della seguente tabella: Categoria Restrizioni e Misure di protezione Informazioni e addestramento 0 Nessuna restrizione Nessuna informazione necessaria 1 Restrizioni: possono essere necessarie le limitazione dell accesso al macchinario e misure di protezione Informazioni su pericoli, rischi ed effetti secondari 2 Restrizioni speciali con l obbligo di assumere adeguate misure di protezione Informazioni su pericoli, rischi ed effetti secondari; l addestramento può essere necessario condizioni di utilizzo: inserire qui, qualora necessarie, delle informazioni sulle condizioni operative del macchinario quali ad esempio, temperature operative o particolari tempi di lavoro. Spostandosi ancora verso il basso è possibile accedere ad una tabella del tutto simile alla precedente che però consente il censimento delle lampade responsabili di emissioni di radiazioni ottiche artificiali: Anche qui dovranno essere inseriti tutti i dati caratterizzanti ogni fonte di emissione, inserendo in particolare: la descrizione l ubicazione la potenza lo spettro di emissione il gruppo di appartenenza ai sensi della CEI EN 62474/09: tale classificazione, evidenziata nella tabella seguente, rappresenta attualmente lo stato dell arte in termini di informazioni sulla sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampade (compresi i LED). 94

96 Gruppo Stima del rischio Esente Nessun rischio fotosensibile Gruppo 1 Nessun rischio fotosensibile nelle normali condizioni di impiego Gruppo 2 Non presenta rischio in condizione di riflesso naturale di avversione alla luce o effetti termici Gruppo 3 Pericoloso anche per esposizione momentanee condizioni di utilizzo: inserire qui, qualora necessarie, delle informazioni sulle condizioni operative della lampada. Settaggi e Misure di Prevenzione ROA Incorenti Sempre continuando a spostarsi al di sotto delle tabelle dedicate al censimento, è possibile individuare delle ulteriori tabelle in cui sono definite le misure di prevenzione. Tali misure, qualora l utente lo voglia, possono essere anche modificate od editate. Come si può intuire, è possibile settare quali misure di prevenzione verranno riportate in stampa al variare dell esito della valutazione del rischio, a seconda che i Valori Limite di Esposizioni vengano superati o meno. 95

97 WIZARD ROA incoerenti Terminata la fase dedicata all anagrafica aziendale e al censimento delle fonti di Radiazioni Ottiche Artificiali, si passa al foglio di lavoro successivo, denominato Wizard ROA Incoerenti. Come suggerisce il nome, tale tool del software permette, tramite una check-list opportunamente predisposta, di verificare, ai sensi delle indicazioni operative dell ISPESL-ISS, se ci sono le condizioni per evitare il calcolo o la misura dell esposizione alle ROA. Tale circostanza è consentita dall art.216 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. nel quale si riporta che nell ambito della valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori. Per cui, una volta cliccato sull apposito tab, apparirà la seguente maschera: 96

98 L utente dovrà a questo punto, in relazione all attività lavorativa oggetto della valutazione, cliccare sui pulsantini con il SI se intende rispondere affermativamente alle rispettive domande. Fatto ciò, cliccando su VERIFICA si otterrà un messaggio nell apposito riquadro che indicherà all utente se è nelle condizioni di poter stampare una relazione semplificata, come indicato nella seguente figura. Se, come nell esempio, non fosse necessario procedere ad ulteriori misurazioni, è possibile, cliccando sul pulsante STAMPA RELAZ. SEMPLIFICATA (dopo avere inserito il nome da assegnare al documento word da produrre e la data da riportare sul documento stesso), procedere alla composizione di un documento di valutazione semplificato. 97

99 E appena il caso di far notare che ad successiva modifica delle risposte alla check-list, per ottenere la verifica delle stesse, bisogna cliccare nuovamente sul tasto Verifica Infatti va evidenziato il che se si avesse da parte del software un avviso circa l esigenza di eseguire la misurazione delle ROA, ma si volesse comunque procedere alla stampa della Relazione Semplificato, apparirà il seguente il warning : Tale circostanza potrebbe verificarsi quando, ad esempio, si hanno tutte lampade classificate come Esente e nessun macchinario di Categoria 0 98

100 VALUTAZIONE RISCHIO ROA incoerenti - METODO 1 La valutazione dell esposizione alle ROA incoerenti può essere sostanzialmente eseguita seguendo due approcci: eseguendo la misure del contributo energetico per ogni lunghezza d onda dello spettro da analizzare estrapolando il dato complessivo delle grandezze da verificare da dati provenienti dai manuali d utilizzo forniti dal produttore o più in generale, dalla letteratura tecnica o da rilievi strumentali particolari in grado di fornire i valori già ponderati. Il software in esame permette l esecuzione di entrambi i metodi. Nel foglio di calcolo ROA Incoerenti Metodo1 è implementato un algoritmo che, a partire da un input proveniente da una fonte di misura (tipicamente uno spettrometro) è capace di controllare se i Valori Limite di Esposizione riportati alla tabella 1.1 dell Allegato XXXVII del D.Lgs. 81/08 risultano rispettati. Dati descrittivi della misura Scendendo nel dettaglio, l utente, in riferimento ai campi mostrati di seguito, dovrà inserire i dati descrittivi il punto di misura da analizzare, In particolare: il reparto o il processo di lavoro in cui è eseguita la misurazione; il riferimento al layout aziendale, eventualmente riportato in una piantina allegata alla Relazione Valutativa una descrizione sintetica di come è stata eseguita la misura e dell eventuale metodologia adoperata; le fonti ROA interessate nella misura Si fa notare che l intestazione dei campi della prima colonna a sinistra sono del tutto editabili a discrezione dell utente e l eventuale modifica degli stessi verrà poi automaticamente riportata in fase di stampa. Contestualmente, in questa fase, si dovrà indicare il nome del file su cui stampare la Relazione e la data di riferimento per la stessa. Dati di input Fatto ciò, l utente passerà ad inserire nella seguente maschera, i valori di input della misurazione: In particolare occorrerà indicare: i limiti dello spettro da analizzare, ovvero la lunghezza d onda minima e quella massima espressa in nm il tempo di esposizione, espresso in secondi, che, nel caso di una misurazione, può coincidere con il tempo in cui è avvenuta la stessa o comunque il tempo di rilevazione del dato spettrometrico l angolo sotteso, inteso come angolo sotteso da una sorgente apparente 1, visto in un punto nello spazio, espresso in milliradianti (mrad) 1 La sorgente apparente è l'oggetto reale o virtuale che forma l'immagine retinica più piccola possibile. 99

101 Il software è in grado di gestire, prima di far partire il calcolo, eventuale incongruità dei dati enucleati in precedenza. Dettaglio delle misurazioni Inseriti i dati caratterizzanti la misurazione, il software genera nel Dettaglio delle misurazioni una lista delle singole lunghezze d onda (λ i ) comprese nello spettro da analizzare. Contestualmente, suggerisce i dati da inserire per ogni λ i, ovvero l irradianza (E λi ) ed eventualmente la radianza (L λi ), così come mostrato di seguito. A questo punto, l utente dovrà inserire i valori necessari ai fini della valutazione Anche per questa operazione, nel momento del lancio del calcolo, il software verificherà la consistenza e la congruenza dei dati con appositi warning, facilitando utente. Una volta completato tale inserimento, cliccando sul pulsante Calcola VLE verrà eseguito il calcolo dei valori limite di esposizione, se tutti i dati di input sono stati inseriti correttamente. Anche in questo caso vengono, se necessario, visualizzati opportuni messaggi esplicativi. Nota : Il tasto Reset riportato al di sotto del tasto di calcolo, consente la cancellazione di tutti i dati inseriti, ripristinando anche le formattazioni di origine nel foglio di lavoro, rendendo così più semplice la effettuazione di nuove Valutazioni. 100

102 Tabella Riepilogativa delle Verifiche All avvio del software o comunque dopo l attivazione del comando Reset (di cui si parlerà in seguito), la Tabella Riepilogativa delle Verifiche apparirà come segue: Come chiaramente indicato, l idea di fondo è quella di dare un informazione del tutto aderente ai dettami dell Allegato XXXVII del D. Lgs. 81/08, per cui la tabella presenta gli stessi spettri ivi. Dopo aver cliccato con il mouse sul pulsante Calcola VLE, il software provvederà ad eseguire tutti i calcoli, conformemente ai dettami dell Allegato XXXVII del D. Lgs. 81/08, evidenziando con appositi warning l esito della valutazione. I calcoli dei valori limite di esposizione sono stati effettuati conformemente a quanto indicato dal D.Lgs. 81/08 e considerando, in particolare, le seguenti tabelle della Parte I (Radiazioni Ottiche non coerenti) dell allegato XXXVII: Tabella 1.1 Valori limite di esposizione per radiazioni ottiche non coerenti Tabella 1.2 S (λ) [adimensionale], da 180 nm a 400 nm Tabella 1.3 B (λ), R (λ) [adimensionale], da 380 nm a 1400 nm 101

103 Nella seguente figura viene riportato un esempio di calcolo. Come si vede, il software individua le fasce in cui il Valore Misurato supera il Valore Limite di Esposizione (VLE), colorando in rosso tale messaggio nella colonna degli Esiti. Laddove si verifichi questa condizione, verranno anche riportati i possibili effetti dannosi che l esposizione a quel determinato tipo di radiazioni potrebbe far insorgere nel lavoratore. E bene precisare che il software, mediante appositi messaggi a video, informa repentinamente l utente sull esito della valutazione che sta conducendo, riepilogando poi il tutto nel campo Esito Valutazione, mostrato di seguito e posto immediatamente al di sotto della tabella riepilogativa: In funzione dell esito della valutazione ed in funzione dei settaggi effettuati nel foglio di lavoro Dati Aziendali verranno generati automaticamente gli Adempimenti Previsti e le Misure di Prevenzione e Protezione che ovviamente verranno riportati nella stampa della Relazione. In ultimo, si dà a possibilità all utente di inserire delle Note descrittive ed eventuali DPI previsti per l attività lavorativa oggetto della Valutazione. Fatto questo, si può passare alla stampa cliccando sull apposito tasto 102

104 VALUTAZIONE RISCHIO ROA incoerenti - METODO 2 Una logica diversa è alla base del foglio di calcolo ROA Incoerenti Metodo 2 nel quale l utente può inserire direttamente i dati spettrometrici da controllare e da confrontare con i Valori Limiti di Esposizione. In primis, si dovranno seguire le indicazione viste in precedenza circa i dati anagrafici ed identificati della postazione di lavoro, che vanno indicati con la stessa logica spiegata nel precedente capitolo. Come previsto dalle Indicazioni Operative dell ISPELS-ISS, l utente potrebbe trovarsi nella condizione di avere già a disposizione i dati dello spettro di emissione per la postazione o per l attività da valutare siano essi desumibili dalla letteratura tecnica piuttosto che da manuali operativi o da strumenti specialistici in grado di misurare i valori già ponderati, per cui basterà semplicemente inserire tali valori nei campi opportuni della tabella per avere la valutazione. Se ne riporta un esempio: In giallo, vi sono i dati da inserire, mentre in verde vi sono i dati di confronto e l esito della valutazione. Come si può notare navigando all interno del foglio, sono stati implementati 5 possibili tabelle valutative alfine di dare, qualora l utente lo ritenga necessario, la possibilità di stampare più valutazioni nella stessa Relazione. Anche qui l esito della valutazione automaticamente determinerà gli Adempimenti Previsti e le Misure di Prevenzione e di Protezione, lasciando così come ultima fase prima della stampa l eventuale indicazione di Note descrittive e DPI Previsti Fatto ciò, si può procedere alla stampa tramite il click del solito pulsante, dopo avere indicato il nome da assegnare al documento e la eventuale data da riportare nel documento stesso. MODELLI DI STAMPA Nella cartella ModelliROA sono presenti i seguenti Modelli di Stampa in formato MS Word: ROA_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc ROA_METODO1VLENONSUPERATI_IT.doc ROA_METODO1VLESUPERATI_IT.doc ROA_VALUTAZIONE1_IT.doc ROA_VALUTAZIONE2_IT.doc ROA_VALUTAZIONE3_IT.doc ROA_VALUTAZIONE4_IT.doc ROA_VALUTAZIONE5_IT.doc ROA_VALUTAZIONE6_IT.doc 103

105 Il primo modello ROA_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc viene richiamato automaticamente quando si procede alla stampa nel foglio di Lavoro Wizard ROA incoerenti e rappresenta la relazione di valutazione semplificata in presenza di sorgenti cosiddette non pericolose. I modelli da ROA_VALUTAZIONE1_IT.doc a ROA_VALUTAZIONE6_IT.doc vengono richiamati dal foglio di lavoro ROA incoerenti Metodo 2 in funzione del numero di valutazioni presenti (da 1 a 6, come già detto) e rappresentano le relazioni complete di valutazione del rischio di esposizione a radiazioni ottiche artificiali incoerenti. Il modello ROA_METODO1VLENONSUPERATI_IT.doc viene richiamato dal foglio di lavoro ROA incoerenti Metodo 1 nel caso in cui nessun VLE sia stato superato, mentre il modello ROA_METODO1VLESUPERATI_IT.doc viene richiamato se uno o più VLE sia stato superato. Entrambi i modelli contengono la relazione completa di valutazione. Nota : tutti i modelli sono, logicamente, personalizzabili da parte dell utente, facendo attenzione a non cancellare o modificare le variabili presenti, riconoscibili facilmente, in quanto del seguente formato: <{H360}> 104

106 RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI COERENTI (L.A.S.E.R.) Cliccando sull undicesimo pulsante a partire dall alto della maschera di avvio, verrà avviato il modulo LASER che consente la valutazione del rischio da esposizione a ROA coerenti e viene visualizzata la seguente maschera: Sono presenti tre fogli di lavoro: Dati Aziendali Wizard LASER ROA coerenti LASER 105

107 DATI AZIENDALI In questo foglio di lavoro è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda e le figure responsabili principali. Tali dati verranno riportati automaticamente nella relazione di stampa. Censimento fonti Spostandosi verso destra all interno di questo stesso foglio, è possibile accedere alla tabella in cui è possibile eseguire il censimento delle fonti di radiazioni ottiche artificiali coerenti: Descrizione FONTI RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI COERENTI (L.A.S.E.R.) Lunghezza d onda Potenza [W] Dimensioni [cm] λ [nm] Classe CEI EN 0825/09 Condizioni di utilizzo Ubicazione 106

108 In riferimento al Documento rev.02 del 11/03/2070 Indicazioni Operative, edito a cura dell ISPELS e dell ISS, tale censimento risulta parte integrante della Relazione Tecnica, per cui va compilato con cura, indicato, per le principali caratteriste delle sorgenti di radiazioni LASER. Settaggio Misure di Prevenzione ROA Coerenti (LASER) Subito al di sotto della tabella dedicata al censimento delle fonti LASER, è possibile individuare delle ulteriori tabelle in cui sono definite le misure di prevenzione. Tali misure possono essere modificate sia nel contenuto che nel numero, con un massimo di 3 nel caso di non superamento del Valore Limite di Esposizione (VLE) e di 8 nel caso di superamento dello stesso VLE, come indicato nella seguente figura. Come si può intuire, è possibile settare quali misure di prevenzione verranno riportate in stampa al variare dell esito della valutazione del rischio, a seconda che i Valori Limite di Esposizioni vengano superati o meno. 107

109 WIZARD LASER Terminata la fase dedicata all anagrafica aziendale e al censimento delle fonti di Radiazioni Ottiche Artificiali coerenti, si passa al foglio di lavoro successivo, denominato Wizard LASER. Come suggerisce il nome, tale tool del software permette, tramite una breve check-list opportunamente predisposta, di verificare, ai sensi delle indicazioni operative dell ISPESL-ISS, se ci sono le condizioni per evitare il calcolo o la misura dell esposizione alle ROA coerenti (LASER). Tale circostanza è consentita dall art.216 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. nel quale si riporta che nell ambito della valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori. Per cui, una volta cliccato sull apposito tab, apparirà quanto segue: Le domande proposte tendono ad accertare l eventuale presenza di sorgenti LASER considerate pericolose ed a verificare, mediante l apposito pulsante, la possibilità di non effettuare ulteriori indagini o misurazioni. Ad esempio, si faccia riferimento alle seguenti risposte: Cliccando sul pulsante VERIFICA, nel riquadro posto subito al di sotto dello stesso pulsante, viene riportata una frase indicante la necessità o meno di effettuare ulteriori misurazioni ed approfondimenti. 108

110 Se, come nell esempio, non fosse necessario procedere ad ulteriori misurazioni, è possibile, cliccando sul pulsante STAMPA RELAZ. SEMPLIFICATA (dopo avere inserito il nome da assegnare al documento word da produrre e la data da riportare sul documento stesso), procedere alla composizione di un documento di valutazione semplificato. 109

111 VALUTAZIONE RISCHIO ROA coerenti LASER Il foglio di lavoro ROA coerenti LASER consente, invece, il calcolo analitico dell esposizione alle radiazioni ottiche artificiali coerenti e la verifica del superamento o meno del Valore Limite di Esposizione (VLE) previsto dalla vigente normativa. Dati descrittivi della misura Scendendo nel dettaglio, l utente, in riferimento ai campi mostrati di seguito, dovrà inserire i dati descrittivi il punto di misura da analizzare, come indicato nella seguente figura. In particolare: il reparto o il processo di lavoro in cui è eseguita la misurazione; il riferimento al layout aziendale, eventualmente rispondente ad una piantina allegata alla Relazione Valutativa una descrizione sintetica di come è stata eseguita la misura e dell eventuale metodologia adoperata; la fonte LASER interessate nella misura Occorrerà, inoltre, indicare: la potenza nominale espressa in Watt; la Classe del laser (scelta tra quelle possibili, elencate cliccando sullo specifico combo-box); la tipolgia di laser (continua o a impulsi) anch essa selezionabile mediante uno specifico combo-box; la frequenza degli impulsi in Hertz (da indicare obbligatoriamente nel caso di sorgente impulsiva); Si fa notare che l intestazione dei campi della prima colonna a sinistra sono del tutto editabili a discrezione dell utente e l eventuale modifica degli stessi verrà poi automaticamente riportata in fase di stampa. Dati di input Dopo avere indicato i dati necessari l utente passerà ad inserire nella seguente tabella, i valori di input della misurazione ed in particolare : In particolare, nella parte sinistra della tabella (VALORI RILEVATI) occorrerà indicare i campi colorati in giallo (nelle unità di misura riportate nella tabella) e precisamente: λ (Lunghezza d'onda, espressa in nanometri [nm]) t esp (Tempo, durata dell'esposizione, espressa in secondi [s] α (Angolo sotteso dalla sorgente, espresso in milliradianti [mrad]) Da (Diametro apertura limite espresso in millimetri [mm]) E (Irradianza o densità di potenza misurata, espressa in watt su metro quadrato [W m -2 ]) 110

112 Per quanto concerne i valori di α min ed α max, essi sono stati desunti dalla Tabella 2.5 dell Allegato XXXVII del D.Lgs. 81/08 e risultano pertanto predefiniti rispettivamente nei valori 1.5 e 100, pur essendo modificabili da parte dell utente. Dopo avere inserito i dati necessari, cliccando sul pulsante ESEGUI VERIFICHE, verranno calcolati i campi riportati nella parte destra della tabella (suddivisi in VERIFICHE OCCHIO e VERIFICHE CUTE) ed in particolare: γ (Angolo del cono che limita il campo di vista per la misurazione, espresso in milliradianti [mrad]) Da max (Diametro apertura limite espresso in millimetri [mm]) H Esposizione radiante calcolata espressa in joule su metro quadrato [J m -2 ]) E max (Valore limite calcolato dell Irradianza o densità di potenza, espressa in watt su metro quadrato [W m -2 ]) H max (Valore limite calcolato dell Esposizione radiante espressa in joule su metro quadrato [J m -2 ]) Nella colonna Esito viene riportata una delle seguenti frasi : < VLE nel caso in cui risultano rispettati i Valori Limite di Esposizione (VLE) VLE superato nel caso in cui risultassero superati i Valori Limite di Esposizione (VLE) Nella colonna Possibili Effetti Dannosi vengono rispettivamente per l occhio e/o per la cute. riportati, se risultano superati i VLE, i danni possibili Subito al di sotto della tabella vengono, infine, calcolati e visualizzati i seguenti ulteriori dati: DNRO (Distanza Nominale Rischio Oculare espressa in metri [m]) DO (Densità Ottica) N graduazione DPI occhi Accanto ai dati caratteristici della valutazione compare un numero (da 1 a 4) ed è possibile effettuare fino a 4 valutazioni diverse nell ambito della stessa azienda. In tale caso occorrerà, logicamente, inserire i dati nelle successive tabelle. Come visto per il caso precedente. Nota: i calcoli dei valori limite di esposizione sono stati effettuati conformemente a quanto indicato dal D.Lgs. 81/08 e considerando, in particolare, le seguenti tabelle della Parte II (Radiazioni LASER) dell allegato XXXVII: Tabella 2.1 Rischi delle radiazioni Tabella 2.2 Valori limite dell esposizione dell occhio a radiazioni laser Durata di esposizione < 10 s Tabella 2.3 Valori limite dell esposizione dell occhio a radiazioni laser Durata di esposizione lunga 10 s Tabella 2.4 Valori limite dell esposizione della cute a radiazioni laser Tabella 2.5 Fattori di correzione applicati e altri parametri di calcolo Tabella 2.6 Correzione per esposizioni ripetute Stampa Valutazione Dopo avere effettuato le valutazioni (da 1 a 4) per effettuare la composizione del documento di valutazione, occorrerà cliccare sul pulsante posto in alto a destra, dopo avere indicato il nome da assegnare al documento ed eventualmente la data da riportare nel documento stesso, come indicato nela seguente figura. Nota : Tutte i documenti vengono composti a partire da modelli MS Word (in formato.doc) posti nella cartella ModelliLASER, come riportato nel prossimo capitolo. 111

113 MODELLI DI STAMPA Nella cartella ModelliLASER sono presenti i seguenti Modelli di Stampa in formato MS Word: LASER_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc LASER_VALUTAZIONE1_IT.doc LASER_VALUTAZIONE2_IT.doc LASER_VALUTAZIONE3_IT.doc LASER_VALUTAZIONE4_IT.doc l primo modello LASER_RELAZIONESEMPLIFICATA_IT.doc viene richiamato automaticamente quando si procede alla stampa nel foglio di Lavoro Wizard LASER e rappresenta la relazione di valutazione semplificata in presenza di sorgenti cosiddette non pericolose. Gli altri modelli, da LASER_VALUTAZIONE1_IT.doc a LASER_VALUTAZIONE4_IT.doc vengono richiamati dal foglio di lavoro ROA coerenti LASER in funzione del numero di valutazioni presenti (da 1 a 4, come già detto) e rappresentano le relazioni complete di valutazione del rischio di esposizione a radiazioni ottiche artificiali coerenti. Nota : tutti i modelli sono, logicamente, personalizzabili da parte dell utente, facendo attenzione a non cancellare o modificare le variabili presenti, riconoscibili facilmente, in quanto del seguente formato: <{H360}> 112

114 ATEX POLVERI Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ATEX POLVERI e verrà visualizzata la seguente maschera: 113

115 DATI GENERALI Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda, con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione conclusiva. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. 114

116 Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. Subito al di sotto del campo Reparto oggetto della valutazione, occorre indicare il tipo di ambiente agendo sul combo-box e selezionando una delle seguenti tre possibilità: CHIUSO APERTO APERTO CON OSTACOLI In modo analogo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare la tipologia di presenza dei lavoratori, selezionandola tra le seguenti possibilità: NULLA SALTUARIA CONTINUA 115

117 SORGENTI DI EMISSIONE Subito al di sotto dei precedenti dati anagrafici, è presente una tabella composta da 10 righe, come indicato nella seguente figura. In questa tabella andranno inserite, nelle righe numerate da 1 a 10, le sorgenti di Emissione ed i dati relativi alle sostanze generatrici delle polveri. Occorrerà, innanzitutto, indicare obbligatoriamente la sigla delle sorgenti di emissione presenti (Colonna Sigla SE ) e la loro descrizioni (Colonna Descrizione SE ). Occorrerà, quindi, indicare le sostanze generatrici delle polveri, editando direttamente i campi delle righe corrispondenti, o importandoli dal database a corredo del software. A tale scopo (vedi figura a lato) è stato predisposto, subito al di sotto della tabella, il pulsante di importazione Importa Sostanza da db, che consente di importare, nel rigo visualizzato nel combo-box Importa sul rigo la sostanza visualizzata nel combo-box Selez. La sostanza da importare. Nell esempio, cliccando sul pulsante Importa Sostanza da db, verrebbero importati, sul rigo 1 della tabella, i dati della sostanza Farina di frumento. Prima di importare una sostanza su un rigo della tabella, occorre prima indicare la sigla della SE e la sua descrizione, altrimenti verrebbe visualizzato il seguente messaggio: Dopo avere inserito, ad esempio, due Sorgenti di Emissione SE01 e SE02 (Silos n. 1 e Silos n. 2) ed avere importato due diverse sostanze (Farina di frumento e farina di soia, si avrà la situazione indicata nella seguente tabella. Nota: Cliccando sul pulsante di importazione della sostanza dal database, non sempre vengono inseriti tutti i campi necessari, in quanto essi potrebbero essere mancanti. In tale caso occorrerà completare manualmente i campi mancanti, semplicemente editandoli nella griglia. 116

118 DATI GEOMETRICI AMBIENTE OGGETTO DELLA VALUTAZIONE Al di sotto della tabella delle Sorgenti di Emissione, è presente una ulteriore tabella, nella quale andrà indicata sia la Superficie in pianta del locale, sia la sua altezza media. Il campo relativo al volume (non editabile) viene calcolato automaticamente in funzione dei due valori indicati. Ad esempio, indicando una superficie di 140 mq in pianta ed un altezza di 7 metri, si otterrà la seguente situazione: AMBIENTI CONFINANTI CON IL REPARTO CONSIDERATO Subito al di sotto della tabella relativa ai dati geometrici, è presente un ulteriore tabella necessaria per l inserimento di eventuali ambienti posti a valle del reparto, per i quali, come previsto dalla normativa, occorrerà fornire una classificazione, come per il reparto considerato. Per ogni ambiente andranno indicate il numero e le tipologie di aperture presenti e la pressione dell ambiente stesso rispetto al reparto considerato. Per quanto riguarda la Pressione, andrà effettuata una delle seguenti tre scelte: Pressione uguale a quella del Reparto Pressione minore di quella del Rerparto Pressione maggiore di quella del Rerparto Per le tipologie di aperture occorre riferirsi a quanto riportato nella Guida CEI e precisamente: Tipo A Aperture con caratteristiche che non rientrano tra quelle previste per le aperture dei tipi B, C. Esempi di aperture di tipo A Passaggio aperto per persone, mezzi di trasporto e simili. Finestra o simili, priva di serramento. Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente caratteristiche non conformi ai tipi di aperture B, C, D, oppure che viene aperta frequentemente o per lunghi periodi, oppure la cui apertura è lasciata alla decisione incondizionata del personale. 117

119 Passaggio aperto di servizi (tubazioni, condotti, condutture, ecc.) attraverso una parete, un soffitto, un pavimento e simili Apertura fissa di ventilazione, provvista di griglia fissa di aerazione. Tipo B Aperture normalmente chiuse (es. con dispositivo di autochiusura), aperte poco frequentemente e che hanno un interstizio molto ridotto su tutto il perimetro (senza dispositivi di tenuta, es. una guarnizione). Esempi di aperture di tipo B Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente un efficiente dispositivo di autochiusura, una buona tenuta su tutto il perimetro e normalmente chiusa. Apertura di ventilazione autochiudente, normalmente chiusa e avente una buona tenuta su tutto il perimetro. Apertura di sfiato libero all atmosfera di pozzetto di fogna di tipo invasato (sotto battente e/o con sifone di tenuta), dove vengono scaricate sostanze infiammabili (fogna oleosa o chimica). Tipo C Aperture normalmente chiuse o aperte poco frequentemente, conformi a quelle di tipo B, provviste inoltre di dispositivi di tenuta (es. una guarnizione) su tutto il perimetro; oppure, due aperture di tipo B in serie, dotate di dispositivi indipendenti di autochiusura. Esempi di aperture di tipo C Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento provvisto di un efficiente dispositivo di autochiusura, di dispositivo di tenuta (es. guarnizione) su tutto il perimetro, normalmente chiusa e aperta poco frequentemente. Apertura di ventilazione autochiudente, attraversata normalmente da aria pulita, avente una buona tenuta su tutto il perimetro e soggetta raramente a mancanza del flusso di aria. Combinazione di due porte in serie tra loro (di tipo B + B), per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, ciascuna con serramento avente un efficiente dispositivo di autochiusura, una buona tenuta su tutto il perimetro e normalmente chiusa. Cliccando sul pulsante indicato a lato vengono visualizzate sinteticamente le diverse tipologie di aperture, per una rapida consultazione. Nell esempio seguente è stato inserito un ambiente confinante (Officina riparazioni meccaniche) separato da una apertura di tipo B e da un apertura di tipo C, la cui pressione è uguale a quella del reparto con il quale confina. 118

120 SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura. Le tre tabelle possono essere editate dall utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell entità del Rischio che sarà calcolata. E possibile inserire fino a 3, 7 o 9 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per il Rischio medio e per il Rischio alto. 119

121 CLASSIFICAZIONE Nel secondo foglio di lavoro, denominato CLASSIFICAZIONE, si procede, appunto, alla classificazione delle Sorgenti di Emissione e dei relativi strati di Polvere. Cliccando sulla cartella CLASSIFICAZIONE viene visualizzata la seguente tabella, che riporta automaticamente le Sorgenti di Emissione inserite nella precedente tabella della sezione DATI GENERALI. A questo punto occorrerà, per ogni Sorgente di Emissione, indicare gli altri dati necessari per la classificazione. Grado SE Le Sorgenti di Emissione delle Polveri (SE) sono classificate (Guida CEI 31-52) con i seguenti tre gradi fondamentali di emissione: Emissione di grado CONTINUO Definizione Luoghi nei quali una nube di polvere può essere presente continuamente o per lunghi periodi, oppure per brevi periodi ma ad intervalli frequenti. di PRIMO grado Sorgente di emissione che si prevede possa rilasciare polveri combustibili solo occasionalmente durante il funzionamento ordinario. di SECONDO grado Sorgente di emissione che si prevede non possa rilasciare polveri combustibili durante il funzionamento ordinario, ma, se ciò dovesse accadere, accadrebbe solo poco frequentemente e per brevi periodi. Agendo sullo specifico combo-box occorrerà indicare uno dei tre gradi di emissione. Livello di Pulizia Il grado di emissione (continuo, primo o secondo) di uno strato di polvere dipende dal livello di mantenimento della pulizia (buono, adeguato, scarso), dal disturbo dello strato (frequente o poco frequente) e dal grado di emissione della sorgente di emissione del sistema di contenimento, come causa primaria della formazione dello strato. I livelli di pulizia degli ambienti vengono classificati (Guida CEI 31-56) come indicato nella seguente tabella: Livello di pulizia BUONO Definizione Si ha un livello di pulizia dell ambiente BUONO quando gli strati di polvere sono mantenuti a spessori trascurabili, oppure sono assenti, indipendentemente dal grado di emissione, oppure vengono rimossi rapidamente in caso si formino poco frequentemente, potendosi escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il pericolo d incendio dovuto agli strati stessi. 120

122 ADEGUATO Si ha un livello di pulizia dell ambiente BUONO quando gli strati di polvere non sono trascurabili, ma sono di breve durata, meno di un turno di lavoro (8 ore), e possono essere rimossi prima dell avvio di qualunque incendio. Non si può escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il pericolo d incendio dovuto agli strati stessi. SCARSO Si ha un livello di pulizia dell ambiente SCARSO quando gli strati di polvere non sono trascurabili e perdurano per più di un turno di lavoro.il pericolo d incendio può essere controllato selezionando opportunamente le apparecchiature in funzione dello spessore degli strati di polvere. Non si può escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il pericolo d incendio dovuto agli strati stessi. Agendo sullo specifico combo-box occorrerà indicare uno dei tre livelli di pulizia. Disturbo dello Strato Per quanto riguarda il disturbo dello strato di polvere, è evidente che se esso viene disturbato di frequente, la polvere si solleva con frequenza maggiore e di conseguenza il grado di emissione risulta più elevato. Agendo sullo specifico combo-box occorrerà selezionare una delle due possibili seguenti scelte: FREQUENTE POCO FREQUENTE Provvedimento di bonifica adottato In questo campo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare una tre le seguenti possibilità: ASPIRAZIONE E CAPTAZIONE (delle polveri combustibili) CONTENIMENTO IN DEPRESSIONE (delle polveri combustibili) NESSUN PROVVEDIMENTO Disponibilità In questo campo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare una tre le seguenti possibili disponibilità del sistema di bonifica adottato: SCARSA ADEGUATA BUONA La disponibilità di un sistema di aspirazione viene valutata in uno dei tre modi illustrati nella seguente tabella, tratta dall appendice GG (punto GC 3.2.3) della Guida CEI 31-56: Disponibilità BUONA ADEGUATA SCARSA Definizione Si ha una disponibilità BUONA quando l asportazione è presente in pratica con continuità. Si ha una disponibilità ADEGUATA quando l asportazione è presente durante il funzionamento normale. Sono ammesse delle interruzioni purché siano poco frequenti e per brevi periodi. Si ha una disponibilità SCARSA quando l asportazione non risponde ai requisiti di adeguata o buona, anche se non sono previste interruzioni per lunghi periodi. Nota : Un sistema artificiale di asportazione delle polveri che non risponde neanche ai requisiti previsti dalla scarsa disponibilità non deve essere considerato. 121

123 Grado Efficacia Sistema di Aspirazione Questo campo va indicato solo se è stato scelto il metodo di bonifica per Aspirazione e captazione e va scelto, mediante lo specifico combo-box tra i seguenti tre possibili: BASSO MEDIO ALTO Il grado di efficacia di un sistema di aspirazione viene valutato in uno dei tre modi illustrati nella seguente tabella, tratta dall appendice GG (punto GC 3.2.2) della Guida CEI 31-56: Grado di Efficacia ALTO (EH) MEDIO (EM) BASSO (EL) Definizione Si ha un grado di efficacia ALTO se il sistema di aspirazione è in grado di ridurre la concentrazione di polvere nell aria in modo praticamente istantaneo al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) nell immediato intorno della SE e all interno del sistema di aspirazione stesso. Ne risulta una zona potenzialmente esplosiva di estensione trascurabile nell intorno della SE, nessuna zona pericolosa all interno del sistema di captazione e aspirazione e nessuna zona pericolosa nell immediato intorno del punto di scarico del sistema. Si ha un grado di efficacia MEDIO se il sistema di aspirazione non è in grado di ridurre la concentrazione di polvere nell aria al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) nelle immediate vicinanze della SE e all interno del sistema di aspirazione stesso, ma è in grado di catturare tutta la polvere emessa dalla SE. Si ha un grado di efficacia BASSO se il sistema di aspirazione non è in grado di ridurre la concentrazione di polvere nell aria al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) nelle immediate vicinanze della SE e all interno del sistema di aspirazione stesso e non è in grado di catturare tutta la polvere emessa dalla SE. Tale grado di efficacia equivale all assenza di un impianto di aspirazione. A titolo di esempio, dopo avere completato i dati per le due sorgenti di emissioni, si otterrà la seguente situazione. A questo punto occorrerà cliccare sul pulsante EFFETTUA CLASSIFICAZIONE posto al di sotto della tabella, per ottenere la classificazione delle zone sia per le sorgenti di emissione, sia per i corrispondenti strati di polvere, come indicato nella successiva tabella. 122

124 Pulsanti di AIUTO Al di sopra della prima tabella del foglio di lavoro, sono riportati i seguenti tre pulsanti: Cliccando su tali pulsanti vengono visualizzate specifiche maschere esplicative per un input facilitato. 123

125 124

126 ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE Nel terzo foglio di lavoro, denominato ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE, si procede al calcolo delle estensioni delle zone pericolose all esterno dei sistemi di contenimento delle polveri combustibili. Per la determinazione dell estensione delle zone pericolose si è fatto riferimento all appendice GD della guida CEI 31-56, che definisce: dz = (d0 + dh) kd ku kta kw Cliccando sulla cartella ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE viene visualizzata la seguente tabella, che riporta automaticamente le Sorgenti di Emissione e le corrispondenti polveri inserite nella precedente tabella della sezione DATI GENERALI. Anche in questa tabella occorrerà inserire i dati necessari per il calcolo. Emissione Nella colonna Emissione andrà indicato, agendo sullo specifico combo-box, la velocità di emissione della polvere (necessaria per il calcolo della distanza di riferimento d0) scelta tra le seguenti due possibili: A BASSA VELOCITA (per i sistemi a pressione atmosferica) AD ALTA VELOCITA (per i sistemi in pressione) Densità apparente Nella colonna Densità apparente andrà indicato il valore della densità apparente dei corpi incoerenti, espressa in Kg/mc. La densità apparente dei corpi incoerenti app è la massa dell unità di volume effettivamente occupato dalla sostanza in deposito (strato), considerando la combinazione incoerente delle particelle e lo spazio complessivo occupato dai vacuoli, cavità e quant altro non effettivamente occupato dalla sostanza; essa è espressa in kg/mc. Nota : per la misurà della densità apparente può essere utilizzato un picnometro. Spessore max. strato Nella colonna Spessore max. strato andrà indicato lo spessore in millimetri del massimo valore riscontrato dello strato di polvere. 125

127 Portata emissione polvere Nella colonna Portata emissione polvere andrà indicata la portata di emissione Qd della corrispondente polvere, espressa in Kg/s. Nei casi in cui non sia possibile definire il valore della portata di emissione Qd in modo più approssimato, si può fare riferimento, a discrezione del tecnico preposto alla classificazione dei luoghi, a quanto indicato nella Tabella GD.3.5-A della Guida CEI 31-56, facendo riferimento alla portata totale Pp di processo in corrispondenza della SE. Pos. Valutazione della portata di emissione Qd Valore della portata di emissione Qd da assumere 1 Grande 30% della portata totale Pp 2 Media 5% della portata totale Pp 3 Piccola 1% della portata totale Pp Altezza SE rispetto allo Strato Nella colonna Altezza SE rispetto allo Strato andrà indicata l altezza (espressa in metri) della Sorgente di Emissione SE rispetto alla superficie di deposito della polvere. Il dato è necessario per il calcolo della distanza addizionale dh [m] che dipende dall altezza della SE rispetto alla superficie di deposito della polvere ed è stata ricavata dalla tabella GD.3.2-A (Guida CEI 31-56), nella quale h rappresenta l altezza [m] della SE dalla superficie di deposito (es. suolo, pavimento, o superficie che delimita inferiormente la caduta della polvere). Tabella GD.3.2 A Distanza Velocità aria Nella colonna Velocità dell aria andrà indicata, appunto, la velocità dell aria w, espressa in m/s, necessaria per il calcolo della distanza d0 nel caso di emissione da sistemi in pressione (ad alta velocità, vedi colonna Emissione. Il valore andrà scelto tra i seguenti due possibili: 0,5 = 2.0 In funzione del valore scelto verrà eseguita una interpolazione automatica dei dati riportati nei grafici della Guida CEI (GD e GD.3.1 2). Nota : se è stata scelta la emissione a bassa velocità (Vedi colonna Emissione ), non è necessario indicare la velocità dell aria, in quanto ininfluente nel calcolo di d0. 126

128 Nella seguente tabella viene riportato un esempio di compilazione. A questo punto occorrerà cliccare sul pulsante Calcola Estensioni indicato qui a lato per effettuare il calcolo delle estensioni dz e delle quote a. Tutti i valori calcolati verranno riportati automaticamente nelle sottostanti tabelle, come illustrato nelle seguenti figure. Cliccando sul pulsante di calcolo, in caso di omissione di uno o più dati, viene visualizzato un opportuno messaggio indicante il campo mancante e la corrispondente SE, come indicato nella seguente figura. 127

129 VALUTAZIONE RISCHIO Nel quarto foglio di lavoro, denominato VALUTAZIONE RISCHIO, si procede alla valutazione del RISCHIO dovuto alle atmosfere esplosive generate dalla presenza di polveri combustibili. Cliccando sulla cartella VALUTAZIONE RISCHIO viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la valutazione. Partendo dall alto, viene visualizzata una prima sezione esplicativa del metodo, come indicato nella seguente figura. Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione: MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO 1 DxP 2 2 < DxP 4 4 < DxP 9 9 < DxP

130 CALCOLO DELLA PROBABILITA P La probabilità P è determinata, essenzialmente, mediante due fattori : probabilità e durata della presenza di polveri combustibili (PPP) e probabilità che le fonti di accensione siano presenti e divengano attive ed efficaci (PFA). Viene quindi riportata la seguente tabella, da compilare relativa al calcolo della Probabilità relativa alle Fonti di Accensione (PFA). Per ogni possibile sorgente d innesco eventualmente presente, occorre attivare il check-box della colonna Presenti cliccando con il mouse sul quadratino bianco corrispondente. Una volta attivato tale check-box, occorrerà indicare la probabilità, selezionandola da una delle seguenti possibili: MOLTO PROBABILE PROBABILE POSSIBILE IMPROBABILE Per effettuare la scelta occorre considerare quanto riportato nella tabella riportata alla destra della tabella principale, riportata qui di seguito: Fattore PFA Definizione Punti PFA4 Molto Probabile PFA3 Probabile PFA2 Possibile Le sorgenti di accensione possono manifestarsi continuamente o frequentemente e possono manifestarsi durante il normale funzionamento delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di disfunzioni delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze molto rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di rare disfunzioni delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati

131 PFA1 Improbabile Sorgenti di accensione presenti, ma praticamente non efficaci 1 Per ogni fonte d innesco attivata, in funzione della probabilità indicata, verrà calcolato il relativo punteggio. Una volta completata la indicazione di tutte le fonti d innesco possibili e le relative probabilità, verrà calcolato il valore di PFA, che sarà riportato nella casella corrispondente, come indicato nel seguente esempio: 130

132 Per quanto concerne la probabilità PPP relativa alla presenza di polveri esplosive, essa viene automaticamente calcolata per ogni Sorgente di Emissione, in funzione della classificazione effettuata. Tutti i risultati vengono visualizzati in una specifica tabella, come indicato qui di seguito. 131

133 CALCOLO DEL DANNO D Il valore di D viene determinato in funzione delle Zone di Classificazione già indicate nella tabella precedente, sommando al punteggio relativo alla zona stessa alcuni elementi o indici e ragguagliando poi il valore ad un numero tra 1 e 4. D = Valore Ragguagliato di D' (con D' = FD + IPL + IKST + ISS + ICN) Il calcolo di D viene effettuato automaticamente sia per le sorgenti di emissione, sia per gli strati. Tutti i dati vengono riportati nella seguente tabella. Nota: per default viene assunto che le nubi siano NON CONFINATE, ma è possibile, agendo sugli specifici combo-box della colonna Confinamento Nube modificare il tipo di confinamento, selezionandolo tra i seguenti tre possibili: NON CONFINATA PARZIALMENTE CONFINATA COMPLETAMENTE CONFINATA Modificando il valore del combo-box vengono ricalcolati automaticamente i valori di D. Ad esempio, per il caso precedente, modificando il tipo di confinamento, si otterrà la seguente situazione. 132

134 VALUTAZIONE DEL RISCHIO COMPLESSIVO Sempre in modo automatico, viene compilata la seguente tabella riepilogativa: Nella tabella vengono riportati tutti i valori necessari per il calcolo dei prodotti PxD delle Sorgenti di Emissione SE e per i relativi Strati. I prodotti calcolati vengono automaticamente ragguagliati (colonne RSE Ragg. ed RSTR Ragg.) In funzione dei prodotti PxD e dei valori ragguagliati, viene calcolato il Rischio complessivo relativo ad ogni SE ( assumendo il maggiore tra RSE Ragg. ed RSTR Ragg. In fondo alla tabella, infine, viene calcolato il RISCHIO COMPLESSIVO DEL REPARTO (nell esempio MEDIO ) Sempre in modo automatico ed in funzione dei settaggi effettuati nel foglio di lavoro DATI GENERALI già illustrato, vengono indicate le Misure di Prevenzione e protezione specifiche, come indicato qui di seguito, che andranno ad aggiungersi alle misure di tutela generali obbligatorie indicate dalla vigente normativa. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI SISTEMA ADEGUATO DI ASPIRAZIONE E CAPTAZIONE DELLE POLVERI SISTEMA DI CONTROLLO DELLA PRESSIONE E DELLA PORTATA D'ARIA ADEGUATO LIVELLO DI MANTENIMENTO DELLA PULIZIA APPOSIZIONE DI SPECIFICA SEGNALETICA DI SICUREZZA 133

135 STAMPA Subito al di sotto delle misure di prevenzione indicate in precedenza, è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello : ATEXPOLVERI_IT.doc Il modello è posto nella cartella ModelliAtexPolveri. Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella DocumentiAtexPolveri. Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato, viene visualizzato il seguente messaggio d errore: 134

136 ATEX GAS Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo ATEX GAS e verrà visualizzata la seguente maschera: 135

137 DATI GENERALI Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda, con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione conclusiva. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. 136

138 Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. Subito al di sotto del campo Reparto oggetto della valutazione, occorre indicare il tipo di ambiente agendo sul combo-box e selezionando una delle seguenti tre possibilità: CHIUSO APERTO APERTO CON OSTACOLI In modo analogo, agendo sullo specifico combo-box, occorrerà indicare la tipologia di presenza dei lavoratori, selezionandola tra le seguenti possibilità: NULLA SALTUARIA CONTINUA 137

139 SORGENTI DI EMISSIONE Subito al di sotto dei precedenti dati anagrafici, è presente una tabella composta da 10 righe, come indicato nella seguente figura. In questa tabella andranno inserite, nelle righe numerate da 1 a 10, le sorgenti di Emissione ed i dati relativi alle sostanze generatrici dei gas infiammabili. Occorrerà, innanzitutto, indicare obbligatoriamente la sigla delle sorgenti di emissione presenti (Colonna Sigla SE ) e la loro descrizioni (Colonna Descrizione SE ). Occorrerà, quindi, indicare le sostanze editando direttamente i campi delle righe corrispondenti, o importandoli dal database fornito a corredo del software ed ampliabile da parte dell utente. A tale scopo (vedi figura a lato) è stato predisposto, subito al di sotto della tabella, il pulsante di importazione Importa Sostanza da db, che consente di importare, nel rigo visualizzato nel combo-box Importa sul rigo la sostanza visualizzata nel combo-box Selez. La sostanza da importare. Nell esempio, cliccando sul pulsante Importa Sostanza da db, verrebbero importati, sul rigo 2 della tabella, i dati della sostanza Gas naturale. Prima di importare una sostanza su un rigo della tabella, occorre prima indicare la sigla della SE e la sua descrizione, altrimenti verrebbe visualizzato il seguente messaggio: Nota: Cliccando sul pulsante di importazione della sostanza dal database, non sempre vengono inseriti tutti i campi necessari, in quanto essi potrebbero essere mancanti. In tale caso occorrerà completare manualmente i campi mancanti, semplicemente editandoli nella griglia. 138

140 DATI GEOMETRICI AMBIENTE OGGETTO DELLA VALUTAZIONE Al di sotto della tabella delle Sorgenti di Emissione, è presente una ulteriore tabella, nella quale andrà indicata sia la Superficie in pianta del reparto, sia la sua altezza media. Il campo relativo al volume (non editabile) viene calcolato automaticamente in funzione dei due valori indicati. Ad esempio, indicando una superficie di 300 mq in pianta ed un altezza di 4 metri, si otterrà la seguente situazione: Nel campo Volume libero andrà obbligatoriamente riportato il volume del reparto al netto di apparecchiature o ingombri di qualunque genere. In assenza di tali ingombri, riportare il volume calcolato, come sopra indicato. Nella tabella Altri dati ambientali occorrerà indicare gli altri dati necessari per i successivi calcoli. Dopo avere inserito l altitudine della zona nella quale è ubicata la struttura oggetto della verifica, è possibile, cliccando sul pulsante Calcola P calcolare automaticamente la pressione in Pascal (in alternativa è possibile editarla direttamente nello specifico campo). Per la velocità dell aria viene proposto un valore standard di 0,5 m/s, ma è possibile modificare tale valore. Analogamente per il fattore di efficacia della ventilazione, che andrà selezionato dal combo-box dopo avere cliccato sulla freccetta alla destra dello stesso. Cliccando sul pulsante Efficacia f viene visualizzata una maschera che riporta i diversi valori di f, guidando l utente nella scelta del fattore stesso. Come riportato nella Guida CEI 31-35, il fattore di efficacia della ventilazione f rappresenta l effettiva capacità di diluizione dell atmosfera esplosiva in considerazione degli impedimenti al flusso d aria presenti nell intorno delle singole SE. Esso è dato dal rapporto tra la ventilazione necessaria in presenza di impedimenti e la ventilazione che si avrebbe senza detti impedimenti, per realizzare gli stessi ricambi d aria nell intorno della SE e può variare da 1 = situazione ideale, a 5 = flusso impedito da ostacoli. Fattore di efficacia della ventilazione naturale o artificiale (fse oppure fa) a) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 1 Ventilazione naturale o artificiale con libera circolazione dell aria e pratica assenza di impedimenti che possono ridurne l efficacia di diluizione dell atmosfera esplosiva nell intorno della SE. Per la ventilazione artificiale, è applicabile generalmente solo alla ventilazione artificiale locale VAL o alla ventilazione artificiale generale di piccoli locali (es. in cabine analizzatori, entro cappe di laboratorio o simili). 139

141 b) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 2 Ventilazione naturale o artificiale generale VAG con presenza di qualche impedimento alla libera circolazione dell aria che può ridurre in modo poco significativo la sua effettiva capacità di diluizione dell atmosfera esplosiva nell intorno della SE, ubicata a qualunque altezza dal suolo (es. in ambienti con strutture aperte, in ambienti senza avvallamenti significativi nel terreno, in ambienti con una perfetta conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.). c) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 3 Ventilazione naturale o artificiale generale con la presenza di un medio numero di impedimenti alla libera circolazione dell aria che possono ridurre in modo significativo la sua effettiva capacità di diluizione dell atmosfera esplosiva nell intorno della SE (es. in ambienti con strutture solo parzialmente chiuse, all interno di bacini di contenimento serbatoi di stoccaggio con diga o terrapieno non alto in relazione alla distanza dal serbatoio, in avvallamenti poco profondi del terreno in presenza di gas pesanti, in ambienti con una non perfetta conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.). d) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 4 Ventilazione naturale o artificiale generale con presenza di un grande numero di impedimenti alla libera circolazione dell aria che possono ridurre molto la sua effettiva capacità di diluizione dell atmosfera esplosiva nell intorno della SE, (es. in ambienti con strutture semi-chiuse, all interno di bacini di contenimento serbatoi di stoccaggio con diga o terrapieno mediamente alto in relazione alla distanza dal serbatoio, in avvallamenti profondi nel terreno in presenza di gas pesanti, che, tuttavia, non possono essere assimilati a fosse, in ambienti con una inadeguata conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.). e) Fattore di efficacia della ventilazione: f = 5 Ventilazione naturale o artificiale generale con presenza di un grandissimo numero di impedimenti alla libera circolazione dell aria che possono ridurre molto la sua effettiva capacità di diluizione dell atmosfera esplosiva nell intorno della SE, (es. SE poste immediatamente dietro a grandi ostacoli, oppure in sottotetti alti in presenza di gas leggeri, o in fosse profonde in presenza di gas pesanti, dove esistono vere e proprie restrizioni al ricambio dell aria, quindi da considerare generalmente un ambiente chiuso con grado della ventilazione basso, in ambienti con una non corretta conformazione del sistema di ventilazione e di distribuzione delle aperture di ventilazione, ecc.). Nella tabella relativa alla ventilazione naturale, da compilare solo per gli ambienti chiusi, occorrerà indicare il numero e la tipologia delle aperture, tra quelle previste dalla Guida CEI e qui di seguito riportate. Caso 1 : un unica apertura presente Occorre inserire la superficie dell apertura A (nell esempio 4 mq), la velocità dell aria all esterno (di default viene assunto un valore cautelativo di 0,5 m/s) ed il fattore di efficacia della ventilazione scelto tra quelli proposti (di default viene proposto f=2). Il coefficiente quattro aperture. non va indicato, in quanto necessario solo nel caso di 140

142 Caso 2 : due aperture presenti (sullo stesso lato) Occorre inserire la superficie delle due aperture A1 ed A2, la velocità dell aria all esterno (di default viene assunto un valore cautelativo di 0,5 m/s) ed il fattore di efficacia della ventilazione scelto tra quelli proposti (di default viene proposto f=2). Anche in questo caso il coefficiente non va indicato Estratto dalla Guida CEI 31-35, Appendice GC, GC.3.2 Caso 3 : quattro aperture presenti (su lati opposti) Occorre inserire la superficie delle quattro aperture A1, A2, A3 ed A4, la velocità dell aria all esterno (di default viene assunto un valore cautelativo di 0,5 m/s) ed il fattore di efficacia della ventilazione scelto tra quelli proposti (di default viene proposto f=2). Occorre, inoltre, indicare il coefficiente, secondo i criteri indicati nella seguente tabella (che è possibile visualizzare cliccando sul pulsante Coeff. Dcp) Δ cp = 0,9 Δ cp = 0,4 Δ cp = 0,2 Δ cp = 0,1 quando la direzione prevalente del vento è perpendicolare al piano delle aperture di entrata dell aria e l ambiente non è schermato da altri edifici o strutture quando la direzione prevalente del vento è a 45 rispetto al piano delle aperture di entrata dell aria e l ambiente non è schermato da altri edifici o strutture; oppure, quando la direzione prevalente del vento è perpendicolare al piano delle aperture di entrata dell aria ma l ambiente è parzialmente schermato da altri edifici o strutture quando la direzione prevalente del vento è minore di 45 rispetto al piano delle aperture di entrata dell aria, e l ambiente non è schermato o è solo parzialmente schermato quando l ambiente è schermato da altri edifici o strutture. 141

143 Per le definizioni di schermatura vedere la Guida CEI 31-35, Appendice GC NOTA - Quando si avessero aperture di ventilazione nelle posizioni A1 + A3, oppure A2 + A4, oppure A1 + A4, oppure A2 + A3, con riferimento alle figure sopra riportate, si potrebbe attribuire alle due aperture non esistenti un valore molto piccolo (es. 0,0001 mq). AMBIENTI CONFINANTI CON IL REPARTO CONSIDERATO Subito al di sotto delle tabelle relative ai dati geometrici ed alla ventilazione naturale, è presente un ulteriore tabella necessaria per l inserimento di eventuali ambienti posti a valle del reparto, per i quali, come previsto dalla normativa, occorrerà fornire una classificazione, come per il reparto considerato. Per ogni ambiente andranno indicate il numero e le tipologie di aperture presenti e la pressione dell ambiente stesso rispetto al reparto considerato. Per quanto riguarda la Pressione, andrà effettuata una delle seguenti due scelte: Pressione maggiore o uguale a quella del Reparto Pressione minore di quella del Rerparto Occorrerà, infine, indicare se l ambiente considerato è aperto o chiuso. Per le tipologie di aperture occorre riferirsi a quanto riportato nella Guida CEI e precisamente: Tipo A Aperture con caratteristiche che non rientrano tra quelle previste per le aperture dei tipi B, C. Esempi di aperture di tipo A Passaggio aperto per persone, mezzi di trasporto e simili. Finestra o simili, priva di serramento. Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente caratteristiche non conformi ai tipi di aperture B, C, D, oppure che viene aperta frequentemente o per lunghi periodi, oppure la cui apertura è lasciata alla decisione incondizionata del personale. Passaggio aperto di servizi (tubazioni, condotti, condutture, ecc.) attraverso una parete, un soffitto, un pavimento e simili Apertura fissa di ventilazione, provvista di griglia fissa di aerazione. Tipo B Aperture normalmente chiuse (es. con dispositivo di autochiusura), aperte poco frequentemente e che hanno un interstizio molto ridotto su tutto il perimetro (senza dispositivi di tenuta, es. una guarnizione). Esempi di aperture di tipo B Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento avente un efficiente dispositivo di autochiusura, una buona tenuta su tutto il perimetro e normalmente chiusa. Apertura di ventilazione autochiudente, normalmente chiusa e avente una buona tenuta su tutto il perimetro. Apertura di sfiato libero all atmosfera di pozzetto di fogna di tipo invasato (sotto battente e/o con sifone di tenuta), dove vengono scaricate sostanze infiammabili (fogna oleosa o chimica). 142

144 Tipo C Aperture normalmente chiuse o aperte poco frequentemente, conformi a quelle di tipo B, provviste inoltre di dispositivi di tenuta (es. una guarnizione) su tutto il perimetro; oppure, due aperture di tipo B in serie, dotate di dispositivi indipendenti di autochiusura. Esempi di aperture di tipo C Porta per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, con serramento provvisto di un efficiente dispositivo di autochiusura, di dispositivo di tenuta (es. guarnizione) su tutto il perimetro, normalmente chiusa e aperta poco frequentemente. Apertura di ventilazione autochiudente, attraversata normalmente da aria pulita, avente una buona tenuta su tutto il perimetro e soggetta raramente a mancanza del flusso di aria. Combinazione di due porte in serie tra loro (di tipo B + B), per il passaggio di persone, mezzi di trasporto e simili, ciascuna con serramento avente un efficiente dispositivo di autochiusura, una buona tenuta su tutto il perimetro e normalmente chiusa. Cliccando sul pulsante indicato a lato vengono visualizzate sinteticamente le diverse tipologie di aperture, per una rapida consultazione. Nell esempio seguente è stato inserito un ambiente confinante (Officina meccanica manutenzione macchine utensili) separato da una apertura di tipo C e da un apertura di tipo D, la cui pressione è uguale a quella del reparto con il quale confina; l ambiente è chiuso. 143

145 SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura. Le tre tabelle possono essere editate dall utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell entità del Rischio che sarà calcolata. E possibile inserire fino a 3, 7 o 9 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per il Rischio medio e per il Rischio alto. 144

146 CLASSIFICAZIONE Nel secondo foglio di lavoro, denominato CLASSIFICAZIONE, si procede, appunto, alla classificazione delle Sorgenti di Emissione. Cliccando sulla cartella CLASSIFICAZIONE viene visualizzata, nella parte in alto a sinistra della maschera, la seguente tabella, che riporta automaticamente le Sorgenti di Emissione inserite nella precedente tabella della sezione DATI GENERALI (nell esempio SE01 e SE02). A questo punto occorrerà, per ogni Sorgente di Emissione, indicare innanzitutto il Tipo di emissione agendo sullo specifico combo box del rigo corrispondente. E possibile scegliere uno dei seguenti tipi: 1. GAS in singola fase 2. LIQUIDO che evapora nell emissione 3. EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido refrigerato (criogenico) 4. EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido non refrigerato e non in ebollizione, lambita dall aria di ventilazione 5. EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido non refrigerato e non in ebollizione, non lambita dall aria di ventilazione. 6. EVAPORAZIONE dalla superficie di un liquido in ebollizione perché riscaldato Dopo avere indicato la tipologia dell emissione, occorrerà cliccare sul corrispondente pulsante Calcola Qg In funzione della scelta effettuata per la tipologia, verrà aperta una maschera diversa che consentirà il calcolo della portata Qg. 145

147 Ad esempio, selezionando la tipologia n 1 (Gas in singola fase), verrà visualizzata la seguente maschera: Dopo avere inserito i dati richiesti e visualizzati nella figura, cliccando sul pulsante Calcola Qg, verranno calcolati e visualizzati sia il valore di Qg, sia il tipo di flusso che il corrispondente rapporto critico. Cliccando, infine su Esporta e chiudi, il valore di Qg ed corrispondenti colonne, come indicato nella seguente figura: il valore di DSE verranno riportati nelle A questo punto occorrerà completare i dati della SE01, indicando il Grado di Emissione, l efficacia fse della Grado di Emissione della SE Il grado di emissione della SE andrà scelto tra uno dei tre possibili mediante lo specifico combo-box: Emissione di grado CONTINUO Definizione Emissione continua o che può avvenire frequentemente o per lunghi periodi. di PRIMO grado Emissione che può avvenire periodicamente od occasionalmente durante il funzionamento normale. di SECONDO grado Emissione che non è prevista durante il funzionamento normale e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi periodi. Cliccando sul pulsante indicato qui a lato e posto al di sopra della tabella già illustrata, viene visualizzata una tabella riportante le possibili scelte, al fine di agevolare l utente. 146

148 Efficacia della ventilazione fse Come già indicato nella sezione Dati geometrici ed ambientali, occorrerà selezionare uno dei cinque possibili valori agendo sullo specifico combo-box La procedura andrà ripetuta per ogni diversa sorgente di emissione SE. A titolo d esempio, nella seguente figura viene riportata la situazione dopo avere completato entrambe le sorgenti di emissione (SE01 e SE02). A questo punto è possibile effettuare la classificazione semplicemente cliccando sul pulsante EFFETTUA CLASSIFICAZIONE Verranno automaticamente calcolati tutti i dati necessari, tra cui il grado di ventilazione e la disponibiltà della ventilazione e verrà compilata la seguente tabella: La tabella riporta per ogni Sorgente di Emissione SE sia il Primo tipo di Zona Pericolosa, sia il Secondo Tipo di Zona Pericolosa (se presente). Cliccando sul pulsante NOTE vengono visualizzate le note esplicative a corredo della Tabella B.1 della Guida CEI

149 La classificazione viene effettuata con i criteri riportati nella Guida CEI ed in particolare della tabella B.1 che si riporta qui di seguito. Tabella B.1 Influenza della ventilazione sui tipi di zone Grado della ventilazione Grado della Emissione ALTO MEDIO BASSO (6) Disponibilità della ventilazione Buona (5) Adeguata Scarsa Buona (5) Adeguata Scarsa Buona, Adeguata o Scarsa CONTINUO Zona 0 NE (1) Zona 0 NE (1) + Zona 2 (3) Zona 0 NE (1) + Zona 1 (3) Zona 0 Zona 0 + Zona 2 (3) Zona 0 + Zona 1 (3) Zona 0 (6) PRIMO Zona 1 NE (1) Zona 1 NE (1) + Zona 2 (3) Zona 1 NE (1) + Zona 2 (3) Zona 1 Zona 1 + Zona 2 (3) Zona 1 + Zona 2 (3) Zona 1 o Zona 0 (2) e (6) SECONDO Zona 2 NE (1) Zona 2 NE (1) (4) Zona 2 NE (1) + Zona 2 (4) Zona 2 Zona 2 (4) Zona 2 (4) Zona 1 e anche Zona 0 (2) e (6) Note "+" significa "circondata da". (1) Zona 0 NE, 1 NE o 2 NE indicano una zona teorica dove, nelle condizioni stabilite, l'estensione è trascurabile (zona non pericolosa ai fini della classificazione dei luoghi). (2) E' zona 0 se la ventilazione è così debole e l'emissione è tale che un'atmosfera esplosiva esiste praticamente in continuazione (cioè si è vicini ad una situazione di assenza di ventilazione). (3) L estensione della zona è determinata con la ventilazione residua presente nei periodi di tempo in cui viene a mancare la ventilazione assunta; (quando il grado della ventilazione è "Alto" la zona potrebbe essere di estensione trascurabile). (4) Quando siano prevedibili emissioni di secondo grado nei periodi di tempo in cui viene a mancare la ventilazione assunta, oltre alla zona 2 determinata con la ventilazione assunta, deve esserne prevista un'altra determinata considerando la ventilazione residua. (5) Quando la disponibilità della ventilazione scelta è BUONA esiste un solo tipo di zona. (6) Quando il grado della ventilazione BASSO (VL) deriva solo dal non rispetto della condizione [f ] (la condizione del tempo t è rispettata), il tipo di zona pericolosa può aggravarsi o meno e la zona si estende comunque a tutto l ambiente. Quando il grado della ventilazione BASSO (VL) deriva solo dal non rispetto del tempo t (la condizione [f ] è rispettata),il tipo di zona pericolosa si aggrava e la zona si estende solo nell intorno della SE (campo vicino). Quando il grado della ventilazione BASSO (VL) deriva, sia dal non rispetto della condizione [f ], sia dal non rispetto del tempo t, il tipo di zona pericolosa si aggrava e la zona si estende a tutto l ambiente. 148

150 Oltre alla tabella riepilogativa relativa alla Classificazione delle Zone, viene compilata automaticamente una ulteriore tabella posta alla destra della precedente e qui di seguito riportata: La tabella riporta tutti i valori calcolati, tra cui: Qa = portata effettiva di aria di ventilazione che interessa il volume Va considerato, nella Norma definito (dva /dt) dz = distanza pericolosa calcolata, distanza dalla SE a partire dalla quale, sulla base di calcoli, la concentrazione dei gas o vapori infiammabili nell aria è inferiore al valore kdz x LEL, [m]; C0 = numero di ricambi di aria nell unità di tempo, riferito al volume totale da ventilare V0, [s -1 ]; Vz = volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva comprensiva del coefficiente di sicurezza k, [mc]; quota a = estensione effettiva della zona pericolosa nella direzione di emissione e di più probabile dispersione dell atmosfera esplosiva, [m]; Grado della ventilazione Il grado di ventilazione rappresenta la quantità di aria di ventilazione che investe la Sorgente di Emissione in rapporto alla quantità di sostanze infiammabili emesse nell ambiente. Il rapporto può essere tale da limitare in varia misura la presenza di atmosfera esplosiva e di ridurre o meno il tempo di persistenza della stessa al cessare della emissione. Il grado di ventilazione viene valutato in uno dei seguenti modi illustrati nelle seguenti tabelle, tratte dalla Norma CEI Grado di Ventilazione ALTO (VH) MEDIO (VM) BASSO (VL) Definizione Ambienti APERTI Si ha un grado di ventilazione ALTO (VH) quando il volume ipotetico di atmosfera esplosiva Vz è trascurabile Ambienti CHIUSI Si ha un grado di ventilazione ALTO (VH) quando il volume ipotetico di atmosfera esplosiva Vz è trascurabile Ambienti APERTI Si ha un grado di ventilazione MEDIO quando il volume ipotetico di atmosfera esplosiva Vz non è trascurabile e il tempo di persistenza al cessare dell emissione t è compatibile con la definizione del tipo di zona Ambienti CHIUSI Il grado di ventilazione è MEDIO quando non è né ALTO (VH) né BASSO (VL), è rispettata la condizione [f ] e il tempo di persistenza al cessare dell emissione t è compatibile con la definizione del tipo di zona Ambienti CHIUSI Si ha un grado di ventilazione BASSO quando la concentrazione media di sostanze infiammabili Xm % non rispetta la condizione [f ] della Guida CEI e/o il tempo di persistenza al cessare dell emissione t non è compatibile con la definizione del tipo di zona 149

151 Nota: la condizione [f ] della Guida CEI è la seguente: Disponibilità della ventilazione La disponibilità della ventilazione ha, ovviamente, influenza sulla presenza o formazione di un atmosfera esplosiva.la Guida CEI considera i seguenti tre livelli di disponibilità: Disponibilità Definizione Si ha una disponibilità BUONA quando la ventilazione considerata (portata e relativo fattore di efficacia) è presente in pratica con continuità quando la SE è attiva; possono essere ammesse, a volte, brevissime interruzioni. Note: BUONA Con ventilazione naturale all aperto, la disponibilità è generalmente buona se si assume una velocità dell aria wa pari a 0,5 m/s o, in particolari casi, specialmente in prossimità del suolo, un valore più basso, condizione convenzionalmente rappresentativa della «calma di vento», presente in pratica sempre. Con ventilazione artificiale la disponibilità è buona quando la ventilazione è presente in pratica con continuità, sono ammesse brevissime interruzioni quale quella necessaria per l avviamento automatico di ventilatori di riserva. Tuttavia, se vengono presi dei provvedimenti per prevenire l emissione della sostanza infiammabile quando viene meno la ventilazione (per esempio mediante arresto automatico del processo con disattivazione delle SE), non è necessario modificare la classificazione determinata con la ventilazione in funzione, cioè la disponibilità può essere assunta come buona. ADEGUATA SCARSA Si ha una disponibilità ADEGUATA quando la ventilazione considerata (portata e relativo fattore di efficacia) è presente in funzionamento normale quando la SE è attiva; sono ammesse delle interruzioni purché siano brevi e poco frequenti. Si ha una disponibilità SCARSA, quando la ventilazione considerata (portata e relativo fattore di efficacia) non risponde ai requisiti di buona o adeguata; tuttavia non sono previste interruzioni per lunghi periodi quando la SE è attiva, nel qual caso occorre assumere un altro grado di ventilazione (più basso) con una migliore disponibilità.. 150

152 VALUTAZIONE RISCHIO Nel quarto foglio di lavoro, denominato VALUTAZIONE RISCHIO, si procede alla valutazione del RISCHIO dovuto alle atmosfere esplosive generate dalla presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili. Cliccando sulla cartella VALUTAZIONE RISCHIO viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la valutazione. Partendo dall alto, viene visualizzata una prima sezione esplicativa del metodo, come indicato nella seguente figura. Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione: MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO 1 DxP 2 2 < DxP 4 4 < DxP 9 9 < DxP

153 CALCOLO DELLA PROBABILITA P La probabilità P è determinata, essenzialmente, mediante due fattori : probabilità e durata della presenza di gas (PPP) e probabilità che le fonti di accensione siano presenti e divengano attive ed efficaci (PFA). Viene quindi riportata la seguente tabella, da compilare relativa al calcolo della Probabilità relativa alle Fonti di Accensione (PFA). Per ogni possibile sorgente d innesco eventualmente presente, occorre attivare il check-box della colonna Presenti cliccando con il mouse sul quadratino bianco corrispondente. Una volta attivato tale check-box, occorrerà indicare la probabilità, selezionandola da una delle seguenti possibili: MOLTO PROBABILE PROBABILE POSSIBILE IMPROBABILE Per effettuare la scelta occorre considerare quanto riportato nella tabella riportata alla destra della tabella principale, riportata qui di seguito: Fattore PFA Definizione Punti PFA4 Molto Probabile PFA3 Probabile Le sorgenti di accensione possono manifestarsi continuamente o frequentemente e possono manifestarsi durante il normale funzionamento delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di disfunzioni delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati 4 3 PFA2 Possibile Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze molto rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di rare disfunzioni delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati 2 152

154 PFA1 Improbabile Sorgenti di accensione assenti, o, se presenti, praticamente non efficaci 1 Per ogni fonte d innesco attivata, in funzione della probabilità indicata, verrà calcolato automaticamente il relativo punteggio. Una volta completata la indicazione di tutte le fonti d innesco possibili e le relative probabilità, verrà calcolato il valore di PFA, che sarà riportato nella casella corrispondente, come indicato nel seguente esempio: 153

155 Per quanto concerne la probabilità PPG relativa alla presenza di gas, vapori o nebbie, essa viene automaticamente calcolata per ogni Sorgente di Emissione, in funzione della classificazione effettuata. Tutti i risultati vengono visualizzati in una specifica tabella, come indicato qui di seguito. La tabella riporta, per ogni Sorgente di Emissione SE il riepilogo della classificazione ed i punteggi assegnati in funzione delle Zone. 154

156 CALCOLO DEL DANNO D Il valore di D viene determinato in funzione delle Zone di Classificazione già indicate nella tabella precedente, sommando al punteggio relativo alla zona stessa alcuni elementi o indici e ragguagliando poi il valore ad un numero tra 1 e 4. D = Valore Ragguagliato di D' (con D' = FD + IPL + IKG + IVZ + ICN) Il calcolo di D viene effettuato automaticamente per entrambe le zone (se presenti). Tutti i dati vengono riportati nella seguente tabella. Nota: per default viene assunto che le emissioni di gas siano NON CONFINATE, ma è possibile, agendo sugli specifici combo-box della colonna Confinamento Gas modificare il tipo di confinamento, selezionandolo tra i seguenti tre possibili: NON CONFINATA PARZIALMENTE CONFINATA COMPLETAMENTE CONFINATA Modificando il valore del combo-box vengono, logicamente, ricalcolati automaticamente i valori di D. 155

157 VALUTAZIONE DEL RISCHIO COMPLESSIVO Sempre in modo automatico, viene compilata la seguente tabella riepilogativa: Nella tabella vengono riportati tutti i valori necessari per il calcolo dei prodotti P x D delle Sorgenti di Emissione SE (sempre per entrambe le zone, se presenti). I prodotti calcolati vengono automaticamente ragguagliati (colonne RZ1 Ragg. ed RZ2 Ragg.) In funzione dei prodotti P x D e dei valori ragguagliati, viene calcolato il Rischio complessivo relativo ad ogni SE (assumendo il maggiore tra RZ1 Ragg. ed RZ2 Ragg. In fondo alla tabella, infine, viene calcolato il RISCHIO COMPLESSIVO DEL REPARTO (nell esempio MEDIO ). Sempre in modo automatico ed in funzione dei settaggi effettuati nel foglio di lavoro DATI GENERALI già illustrato, vengono indicate le Misure di Prevenzione e Protezione specifiche, che andranno ad aggiungersi alle misure di tutela generali obbligatorie indicate dalla vigente normativa. 156

158 STAMPA Subito al di sotto delle misure di prevenzione indicate in precedenza, è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello : ATEXGAS_IT.doc Il modello è posto nella cartella ModelliAtexGas. Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella DocumentiAtexGas. Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato, viene visualizzato il seguente messaggio d errore: 157

159 RISCHIO BIOLOGICO Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIO BIOLOGICO e verrà visualizzata la seguente maschera: 158

160 DATI GENERALI Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda, con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione conclusiva. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. 159

161 Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. quello tradizionale. Subito al di sotto della maschera dei dati generali è possibile attivare, cliccando sul quadratino bianco riportato nella immagine qui a lato, l Help audio in sostituzione di Ciò comporterà l emissione di una voce elettronica per la segnalazione di eventuali errori o omissioni. 160

162 SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura. Le tre tabelle possono essere editate dall utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell entità del Rischio che sarà calcolata. E possibile inserire fino a 6 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per il Rischio medio e per il Rischio alto. Nota: le misure riportate si intendono aggiuntive rispetto a quelle riportate in automatico in fase di stampa in funzione della classificazione degli agenti biologici. 161

163 VALUTAZIONE RISCHIO BIOLOGICO Nel secondo foglio di lavoro, denominato Valutazione Rischio Biologico, si procede alla valutazione del RISCHIO conseguente alla esposizione ad Agenti Biologici. Cliccando sulla cartella Valutazione Rischio Biologico, viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la valutazione. Partendo dall alto, viene visualizzata una prima sezione nella quale andranno inseriti i dati relativi al reparto e alla lavorazione oggetto della valutazione ed una serie di notizie necessarie per stabilire le misure di contenimento obbligatorie. Sempre nella stessa sezione è collocato un pulsante per effettuare, al termine della valutazione, la stampa del documento di valutazione del rischio specifico. Nella sezione relativa ai dati del reparto e della lavorazione, qui di seguito riportata, sono presenti tre opzioni che possono essere attivate cliccando con il mouse sul quadratino bianco posto alla destra di ogni opzione. Se ad esempio fossero presenti animali possibili fonti di agenti biologici, si avrebbe la seguente situazione: LA GRIGLIA DEGLI AGENTI BIOLOGICI Subito al di sotto della sezione ora illustrata, è presente una griglia necessaria per l inserimento degli Agenti Biologici presenti (o ipotizzabili) nello svolgimento della specifica attività. E possibile editare direttamente i campi della tabella ed è possibile inserire un qualsiasi agente biologico, anche non facente parte dell elenco ufficiale riportato nel D.Lgs. 81/08. Per agevolare l utente nell inserimento degli agenti biologici, è stato memorizzato l elenco completo riportato nell allegato XLVI del D.Lgs. 81/08, suddiviso in: BATTERI e organismi simili VIRUS PARASSITI FUNGHI 162

164 IMPORTAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI Per importare un Agente Biologico dal database, occorre cliccare sul pulsante Importa Agente Biologici da Database, posto in alto a sinistra nell area di intestazione della griglia ed illustrato qui a lato. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzata la seguente maschera: E possibile, attivando i filtri posti nella parte inferiore della maschera, effettuare ricerche per tipologie e per classificazione. Per importare un agente biologico nella griglia sottostante, occorrerà innanzitutto selezionare il rigo corrispondente all agente prescelto nella lista. Occorrerà quindi selezionare il rigo della griglia sul quale importare l agente biologico, in modo tale da visualizzare il codice corrispondente nel campo COD AB selezionato. Occorrerà, infine, cliccare sul pulsante Importa in COD AB selezionato. E possibile procedere ad inserimenti ripetuti selezionando un nuovo agente ed un nuovo rigo nella griglia di destinazione. 163

165 A titolo di esempio, supponendo di voler importare il Batterio Actinomadura madurae nel Rigo corrispondente al codice AB1, si procederà nel seguente modo. Cliccare sul pulsante Importa Agente Biologici da Database. Viene visualizzata in primo piano la maschera degli agenti biologici Selezionare il rigo corrispondente al Batterio Actinomadura madurae e quindi con il mouse selezionare, nella griglia sottostante, il rigo corrispondente ad AB1 (un qualsiasi campo del rigo). Si otterrà la seguente situazione: Nel campo COD AB selezionato comparirà il codice AB1 e cliccando sul pulsante Importa in COD AB selezionato, l agente Biologico verrà riportato nella griglia. 164

166 Dopo avere chiuso la maschera con l archivio degli Agenti Biologici, si otterrà la seguente situazione: Note sul formato dei Campi Nella colonna Classificaz. va riportata una delle seguenti diciture: Gruppo 1, Gruppo 2, Gruppo 3 o Gruppo 4 Nella colonna BLS (Livello di BioSicurezza) va riportato un numero da 1 a 4 (corrispondente a quello del Gruppo) Nelle colonne A, T, V, D vanno riportati eventuali rilievi indicando SI o NO, con i significati riportati nel D.Lgs. 81/08 ed in particolare: A: possibili effetti allergici D: l'elenco dei lavoratori che hanno operato con detti agenti dove essere conservato per almeno dieci anni dalla cessazione dell'ultima attività comportante rischio di esposizione T: produzione di tossine V: vaccino efficace disponibile Anche nelle colonne relative alle modalità di trasmissione va indicato SI se è possibile la specifica modalità di trasmissione. INSERIMENTO DI UN NUOVO AGENTE BIOLOGICO rischio. Se si desidera inserire un nuovo agente biologico, occorre cliccare sul pulsante indicato qui a lato e posto in alto a sinistra nella maschera di valutazione del Cliccando su tale pulsante, si aprirà la seguente maschera: Dopo avere inserito i dati necessari, cliccando su Salva, l agente biologico verrà salvato nel database 165

167 METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Per la valutazione del Rischio viene utilizzata la seguente formula: R = D x P Essendo D = Entità del Danno derivante dalla esposizione P = Probabilità di infezione Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione: MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO 1 DxP 2 2 < DxP 4 4 < DxP 9 9 < DxP

168 DETERMINAZIONE DEL DANNO D Per la stima del Danno D, viene assunto il numero corrispondente al Gruppo di classificazione più alto tra gli agenti biologici presenti o ipotizzabili, ed in particolare: Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 4 D = 4 Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 3 D = 3 Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 2 D = 2 Se il Gruppo più pericoloso è il Gruppo 1 D = 1 Nota : inserendo più agenti biologici nella griglia all uopo predisposta, in fondo alla griglia (nella colonna relativa alla Classificazione) viene calcolato automaticamente il Danno D in funzione dei diversi Gruppi eventualmente presenti (assumento, come già detto, il maggiore tra i gruppi presenti). 167

169 CALCOLO DELLA PROBABILITA P Per il calcolo della Probabilità P viene utilizzata la seguente formula, proposta da ARPA e INAIL : P = C x [ (F1 F6) + 1] / 7 Nella quale C rappresenta la contaminazione presuntiva degli agenti utilizzati (rischio intrinseco), con valore numerico pari al Danno D. Per il calcolo della Probabilità P I fattori F sono, invece, rappresentativi delle caratteristiche ambientali, quantità e frequenza delle manipolazioni degli agenti biologici, procedure adottate, utilizzo di DPI, formazione e informazione. In particolare: F1 Quantità di campione o sostanza potenzialmente infetta manipolata per turno lavorativo o anche in una singola manipolazione di elevate quantità. F1 Quantità di campione manipolata Punteggio Bassa (piccoli quantitativi) 0 Media (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml) 0,5 Alta (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml) 1 Non Attinente 0 F2 Frequenza di manipolazione di sostanze potenzialmente infette. F2 Frequenza di manipolazione sostanze Punteggio Frequenza Bassa (1 o poche volte al mese) 0 Frequenza Media (1 o poche volte a settimana) 0,5 Frequenza Alta (almeno giornaliera) 1 Non Attinente 0 F3 Caratteristiche strutturali / DPC F3 Caratteristiche strutturali / DPC 1. Pavimenti e pareti lisce e lavabili 2. Superfici di lavoro lavabili e impermeabili 3. Presenza di lavandini in ogni stanza 4. Presenza di lavaocchi ove necessari 5. Adeguato ricambio d'aria (naturale o artificiale) 6. Illuminazione adeguata 7. Cappe biohazard funzionanti e correttamente manutenute 8. Armadietti con compartimenti separati 9. Tutte le attrezzature necessarie sono all'interno della stanza di lavoro In funzione delle risposte alla check-list sopra riportata, viene calcolato il valore di F3 nel seguente modo: 168

170 Le caratteristiche sono considerate adeguate se sono rispettate dal 66 al 100 % delle voci indicate (con conseguente punteggio pari a 0). Le caratteristiche sono considerate parzialmente adeguate se sono rispettate dal 50 al 65 % delle voci indicate (con conseguente punteggio pari a 0,5). Le caratteristiche sono considerate non adeguate se sono rispettate meno del 50 % delle voci indicate (con conseguente punteggio pari a 1). F4 Buone pratiche e norme igieniche F4 Buone pratiche e norme igieniche Adeguate : Buone pratiche esistenti e diffuse a tutto il personale esposto Parzialmente adeguate: Buone pratiche esistenti ma formazione non effettuata Punteggio Non adeguate: Buone pratiche non esistenti 1 0 0,5 F5 Frequenza e utilizzo DPI idonei per rischio biologico. Una volta individuati i DPI necessari viene assegnato il punteggio secondo la seguente tabella: F5 Frequenza e utilizzo DPI Adeguato : Tutto il personale è dotato di tutti i DPI necessari (100 %) Parzialmente adeguato: Non tutto il personale ne è dotato o non è stato fornito anche un solo DPI (< 100 %) Non adeguato: Il personale dotato di DPI idonei è < 50 % oppure alcuni DPI non sono stati forniti. Punteggio 0 0,5 1 F6 Formazione e informazione F5 Formazione e informazione Adeguata : Tutto il personale esposto a rischio biologico ha ricevuto la formazione e informazione specifica Parzialmente adeguato: Solo parte del personale esposto a rischio biologico ha ricevuto la formazione e informazione specifica (> 50 % degli esposti) Non adeguato: Nessuno o pochi lavoratori esposti a rischio biologico ha ricevuto la formazione e informazione specifica. Punteggio 0 0,

171 Per l inserimento dei dati necessari alla individuazione dei parametri F1, F2, F4, F5 e F6, è sufficiente effettuare la scelta agendo sui corrispondenti combo-box, come illustrato nella seguente figura. Per la valutazione del parametro F3, occorre ripondere alle 9 domande della specifica lista, come illustrato qui di seguito: In modo automatico, dopo avere calcolato il Danno D e la probabilità P, viene compilata la seguente tabella riepilogativa: Sempre in modo automatico vengono riportate le eventuali ulteriori misure di prevenzione in funzione dei settaggi della sezione DATI GENERALI e dell entità del Rischio calcolata. 170

172 STAMPA Subito al di sopra della griglia degli agenti biologici, in alto a destra, è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. Nota : per la stampa vengono utilizzati i seguenti modelli personalizzabili da parte dell utente : RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo4_PI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 4 (massimo valore) e con presenza di Processi Industriali. RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo4_NOPI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 4 (massimo valore) e senza presenza di Processi Industriali RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo3_PI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 3 (massimo valore) e con presenza di Processi Industriali. RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo3_NOPI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 3 (massimo valore) e senza presenza di Processi Industriali RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo2_PI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 2 (massimo valore) e con presenza di Processi Industriali. RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo2_NOPI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 2 (massimo valore) e senza presenza di Processi Industriali RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo1_PI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 1 (massimo valore) e con presenza di Processi Industriali. RISCHIOBIOLOGICO_Gruppo1_NOPI_IT.doc Utilizzato nel caso di presenza di agenti biologici del Gruppo 1 (massimo valore) e senza presenza di Processi Industriali Tutti i modelli sono posti nella cartella ModelliRischioBiologico. Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella DocumentiRischioBiologico. Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato, viene visualizzato il messaggio d errore riportato qui a lato. 171

173 RISCHIO CANCEROGENO Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIO CANCEROGENO e verrà visualizzata la seguente maschera: 172

174 DATI GENERALI Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda, con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione conclusiva. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. 173

175 Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. quello tradizionale. Subito al di sotto della maschera dei dati generali è possibile attivare, cliccando sul quadratino bianco riportato nella immagine qui a lato, l Help audio in sostituzione di Ciò comporterà l emissione di una voce elettronica per la segnalazione di eventuali errori o omissioni. 174

176 SETTAGGIO MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Alla destra della sezione anagrafica già illustrata, sono presenti tre tabelle per il settaggio delle misure di prevenzione e protezione, come indicato nella seguente figura. Le tre tabelle possono essere editate dall utente e modificate parzialmente o totalmente. Nelle tabelle andranno riportate le misure di prevenzione e protezione che si desidera agganciare in automatico in funzione dell entità del Rischio che sarà calcolata. E possibile inserire fino a 6 misure di prevenzione rispettivamente per il Rischio molto basso e basso, per il Rischio medio e per il Rischio alto. Nota: le misure riportate si intendono aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie riportate nel D.Lgs. 81/

177 VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO Nel secondo foglio di lavoro, denominato Valutazione Rischio Cancerogeno, si procede alla valutazione del RISCHIO conseguente alla esposizione ad Agenti Cancerogeni. Cliccando sulla cartella Valutazione Rischio Cancerogeno, viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la valutazione. Partendo dall alto, viene visualizzata una prima sezione nella quale andranno inseriti i dati relativi al reparto e alla lavorazione oggetto della valutazione. Nella parte superiore, a destra della descrizione del reparto, è presente un check-box che andrà attivato (selezionandolo con il mouse) solo se la utilizzazione degli agenti cancerogeni avviene in un sistema completamente chiuso (art. 235). LA GRIGLIA DEGLI AGENTI CANCEROGENI Subito al di sotto della sezione precedente, è riportata una griglia nella quale andranno inseriti gli agenti cancerogeni. E possibile editare direttamente i campi della tabella ed è possibile inserire un qualsiasi agente cancerogeno. Per agevolare l utente nell inserimento degli agenti cancerogeni, è stato memorizzato l elenco completo degli agenti cancerogeni, estratto dal REGOLAMENTO (CE) N. 1272/

178 IMPORTAZIONE DEGLI AGENTI CANCEROGENI Per importare un Agente Cancerogeno dal database, occorre cliccare sul pulsante Importa Agente Cancerogeno da Database, posto in alto a sinistra nell area di intestazione della griglia ed illustrato qui a lato. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzata la seguente maschera: E possibile, attivando i filtri posti nella parte inferiore della maschera, effettuare ricerche per classi cancerogene e/o mutagene. Se i due filtri relativi alle classi sono posti a Tutte, è possibile effettuare, mediante il campo Ricerca per CAS, la ricerca di un agente cancerogeno conoscendo il suo numero CAS. Per importare un agente cancerogeno nella griglia sottostante, occorrerà innanzitutto selezionare il rigo corrispondente all agente prescelto nella lista. Occorrerà quindi selezionare il rigo della griglia sul quale importare l agente cancerogeno, in modo tale da visualizzare il codice corrispondente nel campo COD AC selezionato. Occorrerà, infine, cliccare sul pulsante Importa in COD AC selezionato. E possibile procedere ad inserimenti ripetuti selezionando un nuovo agente ed un nuovo rigo nella griglia di destinazione. 177

179 A titolo di esempio, supponendo di voler importare il Batterio 1,2-dimetilidrazina nel Rigo corrispondente al codice AB1, si procederà nel seguente modo. Cliccare sul pulsante Importa Agente Cancerogeno da Database. Viene visualizzata in primo piano la maschera degli agenti cancerogeni Selezionare il rigo corrispondente al Batterio 1,2-dimetilidrazina e quindi con il mouse selezionare, nella griglia sottostante, il rigo corrispondente ad AC1 (un qualsiasi campo del rigo). Si otterrà la seguente situazione: Nel campo COD AC selezionato comparirà il codice AC1 e cliccando sul pulsante Importa in COD AC selezionato, l agente Cancerogeno verrà riportato nella griglia. 178

180 Dopo avere chiuso la maschera con l archivio degli Agenti Cancerogeni, si otterrà la seguente situazione: Note sul formato dei Campi Nella colonna Classe Cancerogena va riportato un numero intero :1, 2 o 3. Nella colonna Classe Mutagena va riportato un numero intero :1 o 2. Nella colonna Quantitativo utilizzato o prodotto va riportato, come previsto dall art. 236 del D.Lgs. 81/08, il quantitativo di sostanza ovvero preparato cancerogeno o mutageno prodotti ovvero utilizzato, ovvero presente come impurità o sottoprodottio. E possibile indicare una qualsiasi unità di misura, in quanto il campo è di tipo testuale. Nelle colonne VLE (mg/mc) e VLE (ppm) andranno riportati eventuali valori limite di esposizione (tali valori vengono importati automaticamente dal database, se presenti). Nella colonna F1 Quantità giornaliera utilizzata, agendo sullo specifico combo box, occorrerà indicare una delle tre seguenti opzioni: Trascurabile (piccoli quantitativi) Moderata (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml) Considerevole (quantitativi intorno ai 500 gr / 500 ml e più) Nella colonna F2 Frequenza di esposizione, sempre agendo sullo specifico combo box, occorrerà indicare una delle tre seguenti opzioni: Occasionale (1 o poche volte al mese) Frequente (1 o poche volte a settimana) Continua (almeno giornaliera) Nella colonna F3 Stato di Aggregazione, sempre agendo sullo specifico combo box, occorrerà indicare una delle seguenti 17 opzioni: Solido compatto Solido polveroso o cristallino > 25 μm Solido polveroso o cristallino tra 10 e 25 μm Solido polveroso o cristallino < 10 μm Solido pastoso Solido grasso Solido corrosivo Liquido Soluzione a base acquosa Liquido corrosivo Liquido o emulsione oleosa Solvente o liquido con azione sgrassante sulla cute Vapore Liquido nebulizzato (aerosol) Fumo Gas (non compresso) Contenuto in matrice solida che ne riduce la fuoriuscita 179

181 Nota: come illustrato nella tabella riportata qui sopra, ogni volta che si effettua una scelta mediante i combobox, viene automaticamente calcolato un punteggio, che viene riportato nella tabella posta alla destra della griglia degli agenti cancerogeni, che servirà per la valutazione del rischio, come meglio specificato nel seguito. Nell esempio di figura, nella tabella Dati calcolati è stato riportato il valore numerico rappresentativo del Danno D (relativo all agente cancerogeno del corrispondente rigo), il valore di ogni fattore (F1, F2 e F3) ed il valore corrispondente alla loro somma (F1+F2+F3). INSERIMENTO DI UN NUOVO AGENTE CANCEROGENO valutazione del rischio. Se si desidera inserire un nuovo agente cancerogeno, occorre cliccare sul pulsante indicato qui a lato e posto in alto a sinistra nella maschera di Cliccando su tale pulsante, si aprirà la seguente maschera: Per inserire una nuova sostanza nel database occorre semplicemente compilare i campi indicati nella maschera e cliccare sul pulsante Salva, tenendo presente che non è obbligatorio inserire tutti i dati. Ai fini della valutazione è necessario indicare, oltre alla denominazione, la classe cangerogena e/o la classe mutagena, tenendo presente che almeno una delle due categorie deve contenere o il numero 1 o il numero 2. Se nel database esiste già una sostanza con lo stesso nome viene visualizzato un messaggio di avviso. 180

182 METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Per la valutazione del Rischio viene utilizzata la seguente formula: R = D x P Essendo D = Entità del Danno derivante dalla esposizione P = Probabilità che il Danno si verifichi Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione: MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO 1 DxP 2 2 < DxP 4 4 < DxP 9 9 < DxP

183 DETERMINAZIONE DEL DANNO D Per la stima del Danno D vengono analizzate le categorie cancerogene e le categorie mutagene di ogni sostanza presente. Si ottiene il massimo valore (D=4) se la sostanza è cancerogena di tipo 1, indipendentemente dall altra. Si ottiene il valore D = 3 se la categoria mutagena è pari a 1 e la categoria cancerogena è > 1 o se entrambe le categorie sono pari a 2. Si ottiene il valore 2 se la categoria mutagena è pari a 2 ma la sostanza non è cancerogena (o se possiede una categoria di cangerogeneità > 2) Si ottiene il valore 1 se la sostanza non è classificata come cancerogena, ma è classificata come mutagena di categoria 2. CALCOLO DELLA PROBABILITA P Per il calcolo della Probabilità P viene utilizzata la seguente formula: P = C x [ (F1 F6) + 1] / 7 Essendo C = Contaminazione presuntiva dipendente dagli agenti cancerogeni presenti (rischio intrinseco) e con valore numerico pari a quello del danno D Per l inserimento dei dati necessari alla individuazione dei parametri F4, F5 e F6, è sufficiente effettuare la scelta agendo sui corrispondenti combo-box, come illustrato nella seguente figura. Ad ogni scelta corrisponde un diverso punteggio (variabile da 0 e 1). F4 Buone pratiche e norme igieniche Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte: Adeguate : Esistenti e diffuse a tutto il personale esposto (punteggio 0) Parzialmente adeguate: Esistenti ma non diffuse adeguatamente (punteggio 0,5) Non adeguate: Non esistenti (punteggio 1) F5 Presenza ed utilizzo DPI (idonei per rischio cancerogeno) Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte: Adeguato : Tutto il personale è dotato di tutti i DPI necessari (100 %) (punteggio 0) Parzialmente adeguato: Non tutto il personale ne è dotato o non è stato fornito anche un solo DPI (<100 %) (punteggio 0,5) Non adeguato: Il personale dotato di DPI idonei è < 50 % oppure alcuni DPI non sono stati forniti (punteggio 1) 182

184 F6 Formazione e informazione Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte: Adeguata : Formazione effettuata a tutto il personale (punteggio 0) Parzialmente adeguata: Formazione effettuata ad almeno il 50 % del personale (punteggio 0,5) Non adeguata: Effettuata a meno del 50 % del personale (punteggio 1) Una volta effettuate le scelte per i tre fattori F4, F5 ed F6, viene compilata la tabella riepilogativa e calcolato il Rischio finale, come illustrato nella seguente figura: In pratica, per ogni sostanza viene calcolato il Danno D e la probabilità P (ottenuta con la formula già illustrata) e viene calcolato il prodotto PxD. Nella parte finale della tabella viene riportatato il massimo valore del prodotto PxD e, di conseguenza, il valore finale dell entità del Rischio (nell esempio : MEDIO), ottenuto con i criteri illustrati sinteticamente nella figura riportata qui sopra. 183

185 Sempre in modo automatico vengono riportate le eventuali ulteriori misure di prevenzione in funzione dei settaggi della sezione DATI GENERALI e dell entità del Rischio calcolata. E possibile, infine, indicare eventuali DPI agendo sugli appositi check posti al fianco di ogni descrizione. Sono previsti due campi in bianco per la indicazione di DPI diversi da quelli preimpostati. 184

186 STAMPA Subito al di sotto della griglia con i DPI è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell utente : RISCHIOCANCEROGENO_IT.doc Il modello è posto nella cartella ModelliRischioCancerogeno. Tutti i documenti composti vengono di default archiviati nella cartella DocumentiRischioCancerogeno. Se nella cartella esiste già un documento con lo stesso nome di quello indicato, viene visualizzato il messaggio d errore riportato qui a lato. 185

187 RISCHIO AMIANTO Cliccando sullo specifico pulsante della maschera di avvio, verrà avviato il modulo RISCHIO AMIANTO e verrà visualizzata la seguente maschera: 186

188 DATI GENERALI Nella parte sinistra di questo primo foglio di lavoro, è possibile inserire i principali dati anagrafici dell azienda, con le relative figure responsabili. Tali dati verranno automaticamente riportati stampa della relazione conclusiva. E possibile procedere alla scrittura diretta dei dati (campi colorati in celestino) o alla loro importazione da Blumatica Safety, mediante il puldsante Importa da Blumatica Safety. Cliccando su tale pulsante verrà visualizzato l elenco delle aziende presenti in Blumatica Safety, come indicato nella seguente figura. 187

189 Occorrerà ora selezionare una delle aziende presenti e cliccare sul pulsante Importa Dati. quello tradizionale. Subito al di sotto della maschera dei dati generali è possibile attivare, cliccando sul quadratino bianco riportato nella immagine qui a lato, l Help audio in sostituzione di Ciò comporterà l emissione di una voce elettronica per la segnalazione di eventuali errori o omissioni. VALUTAZIONE RISCHIO AMIANTO Nel secondo foglio di lavoro, denominato Valutazione Rischio Amianto, si procede alla valutazione del RISCHIO per le attività lavorative che possono comportare, per i lavoratori, un esposizione ad amianto, quali manutenzione, rimozione dell amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonché bonifica delle aree interessate, come indicato dall art. 246 del D.Lgs. 81/08. Cliccando sulla cartella Valutazione Rischio Amianto, viene visualizzata una pagina contenente tutte le informazioni necessarie per la valutazione. Partendo dall alto, viene visualizzata (vedi fig. 1) una prima sezione nella quale andranno inseriti alcuni dati caratteristici dell attività esercitata. Tali dati consentono, innanzitutto, di stabilire se l attività è una attività cosiddetta ESEDI (Esposizioni Sporadiche E di Debole Intensità), come definita dall art. 249 del D.Lgs. 81/08 e dalla Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 25/01/2011. Fig. 1 Valutazione attività ESEDI Come visualizzato nella figura 1, dopo avere indicato i dati necessari, viene valutato se trattasi di attività ESEDI (nell esempio l attività non rientra tra quelle definite ESEDI dalla circolare già indicata) e vengono calcolati alcuni punteggi necessari per la valutazione del Rischio. In particolare viene calcolato il Danno D ed i primo quattro parametri per la valutazione della Probabilità P. 188

190 Nella seconda parte (vedi figura 2), vengono valutati gli altri parametri necessari per la valutazione e, mediante la formula indicata, viene determinata la Probabilità P. Fig. 2 Valutazione Rischio 189

191 DESCRIZIONE DEL METODO UTILIZZATO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Per la valutazione del Rischio viene utilizzata la seguente formula: R = D x P Essendo D = Entità del Danno derivante dalla esposizione ad AMIANTO P = Probabilità che il Danno si verifichi Per la stima del Rischio si fa riferimento alla seguente MATRICE di Valutazione: MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO 1 DxP 2 2 < DxP 4 4 < DxP 9 9 < DxP

192 DETERMINAZIONE DEL DANNO D Per la stima del Danno D vengono analizzate le attività esercitate Si ottiene il valore D = 1 se l attività rientra tra le attività ESEDI Si ottiene il valore 2 se l azienda effettua attività diverse da quelle ESEDI, ma che comunque non comportano demolizioni di elementi contenenti amianto. Si ottiene il valore 3 se l azienda effettua attività diverse da quelle ESEDI, ma che comportano demolizioni di elementi contenenti amianto. Si ottiene il massimo valore (D=4) se l azienda tratta anche materiali friabili contenenti amianto. CALCOLO DELLA PROBABILITA P Per il calcolo della Probabilità P viene utilizzata la seguente formula: P = C x [ (F1 F7) + 1] / 8 Essendo C = Contaminazione presuntiva dipendente dalle attività esercitate (rischio intrinseco) e con valore numerico pari a quello del danno D. Per l inserimento dei dati necessari alla individuazione dei parametri F5, F6 e F7, è sufficiente effettuare la scelta agendo sui corrispondenti combo-box, come illustrato nella seguente figura. Ad ogni scelta corrisponde un diverso punteggio (variabile da 0 e 1). F5 Buone pratiche e norme igieniche Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte: Adeguate : Esistenti e diffuse a tutto il personale esposto (punteggio 0) Parzialmente adeguate: Esistenti ma non diffuse adeguatamente (punteggio 0,5) Non adeguate: Non esistenti (punteggio 1) F6 Presenza ed utilizzo DPI idonei Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte: Adeguato : Tutto il personale è dotato di tutti i DPI necessari (100 %) (punteggio 0) Parzialmente adeguato: Non tutto il personale ne è dotato o non è stato fornito anche un solo DPI (<100 %) (punteggio 0,5) Non adeguato: Il personale dotato di DPI idonei è < 50 % oppure alcuni DPI non sono stati forniti (punteggio 1) F7 Formazione e informazione Agendo sullo specifico combo-box, occorrerà effettuare una delle seguenti scelte: Adeguata : Formazione effettuata a tutto il personale (punteggio 0) Parzialmente adeguata: Formazione effettuata ad almeno il 50 % del personale (punteggio 0,5) Non adeguata: Effettuata a meno del 50 % del personale (punteggio 1) 191

193 Una volta effettuate le scelte per i tre fattori F5, F6 ed F7, viene compilata la tabella riepilogativa e calcolato il Rischio finale, come illustrato nella seguente figura: Nella successiva tabella è possibile procedere alla verifica del non superamento del valore limite di esposizione indicato dall art. 254, corrispondente a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore. Nella tabella vanno inseriti i valori rilevati nelle diverse lavorazioni effettuate (vanno riportati i valori corrispondenti alla peggiore valutazione riscontrata per una giornata lavorativa). Nell esempio il lavoratore è stato esposto per 200 minuti ad una concentrazione di fibre di amianto pari a 0,03 fibre/cmc di aria, per 200 minuti ad una concentrazione di 0,06 fibre/cmc e per ulteriori 200 minuti ad una concentrazione di 0,12 fibre/cmc. Per i restanti 280 minuti della giornata lavorativa il valore viene automaticamente assunto pari a 0, anche se non indicato. Nell esempio di figura il valore calcolato quale media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore è pari a 0,0875, inferiore al limite di legge (0,1). 192

194 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Come indicato nella prossima figura, nella parte finale del foglio di valutazione è possibile indicare ulteriori misure di prevenzione, da intendersi aggiuntive rispetto a quelle indicate dal D.Lgs. 81/08 e già riportate automaticamente nel documento di valutazione, nonché i Dispositivi di Protezione Individuale in dotazione, che saranno poi precisati nei diversi lavori da svolgere. STAMPA Nella parte finale della valutazione, è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. Nota : per la stampa della valutazione del Rischio vengono utilizzati i seguenti modelli personalizzabili da parte dell utente : RISCHIOAMIANTO_ESEDI_IT.doc Utilizzato nel caso di attività ESEDI, come già precisato nello specifico capitolo, per le quali non si applicano gli articoli 250, 251, comma 1, 259 e 260 del D.Lgs. 81/08. RISCHIOAMIANTO_NONESEDI_IT.doc Utilizzato nel caso di attività NON ESEDI, come già precisato nello specifico capitolo, per le quali è obbligatoria anche l applicazione degli articoli 250, 251, comma 1, 259 e 260 del D.Lgs. 81/

195 NOTIFICA INTERVENTO Nel terzo foglio di lavoro, denominato Notifica Intervento, si procede, appunto, alla redazione della Notifica prevista dall art. 250 D.Lgs. 81/08 per lavori comportanti un esposizione ad amianto, nei casi previsti. Nella foglio di lavoro, come indicato nella seguente figura, occorrerà indicare quanto previsto dall art. 250 del D.Lgs. 81/08, per la compilazione del documento corrispondente alla notifica da inviare all organo di vigilanza competente per territorio. 194

196 STAMPA Nella parte finale del foglio di lavoro è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. 195

197 Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell utente : NOTIFICA_IT.doc Il modello è posto nella cartella ModelliRischioAmianto. 196

198 PIANO DI LAVORO Nel quarto foglio di lavoro, denominato Piano di Lavoro, si procede, appunto, alla redazione del Piano di Lavoro previsto dall art. 256 D.Lgs. 81/08 per attività di demolizione o rimozione dell amianto, nei casi previsti. Nella foglio di lavoro, come indicato nelle seguenti figure, occorrerà indicare quanto previsto dall art. 256 del D.Lgs. 81/08, per la compilazione del documento corrispondente al Piano di Lavoro da inviare all organo di vigilanza competente per territorio almeno 30 giorni prima dell inizio dei lavori corrispondenti. NATURA DEI LAVORI ED ALTRI DATI CARATTERISTICI 197

199 DESCRIZIONE ATTIVITA E PROCEDIMENTI APPLICATI 198

200 CONFEZIONAMENTO, RACCOLTA E SMALTIMENTO MATERIALI 199

201 FORNITURA DI DPI In tale sezione viene effettuata la verifica della idoneità dei DPI di protezione delle vie respiratorie, in accordo con quanto prescritto dall art. 251 del D.Lgs. 81/08, che prescrive che: La protezione deve essere tale da garantire all utilizzatore in ogni caso che la stima della concentrazione di amianto nell aria filtrata, ottenuta dividendo la concentrazione misurata nell aria ambiente per il fattore di protezione operativo, sia non superiore ad un decimo del valore limite indicato all articolo 254 Dopo avere indicato la concentrazione di amianto nell aria filtrata ed il tipo di maschera, viene calcolato il rapporto tra la concentrazione di amianto ed il fattore di protezione operativo (CA / FPO) che viene confrontato con il valore limite previsto dall art. 251 (0,01 fibre/cmc). Nel campo posto alla destra del rapporto calcolato CA / FPO (nell esempio 0,0012) viene riportata la frase DPI IDONEO (nell esempio) o DPI NON IDONEO. 200

202 MISURE DI PROTEZIONE E DECONTAMINAZIONE DEL PERSONALE 201

203 MISURE PER LA PROTEZIONE DI TERZI VERIFICHE ASSENZA RISCHIO AL TERMINE DEI LAVORO 202

204 STAMPA Nella parte finale del foglio di lavoro è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell utente : PIANOLAVORO_IT.doc Il modello è posto nella cartella ModelliRischioAmianto. 203

205 AMIANTO NELL AMBIENTE DI LAVORO Nel quinto ed ultimo foglio di lavoro, denominato Amianto Ambiente Lavoro, si procede a definire gli interventi necessari per garantire la sicurezza dei lavoratori nell ambiente di lavoro che presenta elementi contenenti amianto. In effetti non si tratta delle lavorazioni specifiche previste dall art. 246 del D.Lgs. 81/08 (per le quali occorre effettuare le valutazioni già descritte), ma della possibile presenza di elementi contenenti amianto nell ambiente in cui vengono svolte attività diverse. Per la valutazione viene utilizzato il metodo VERSAR (adottato anche dall EPA) applicabile a vari tipi di materiali contenenti amianto, sia friabili, sia compatti, presenti all interno di ambienti confinati. Gli indicatori considerati fanno capo a due distinte tipologie di parametri: fattori di danno e fattori di esposizione. A ciascun parametro viene attribuito un punteggio stabilito in modo da limitare la variabilità dovuta alla soggettività del rilevatore. La valutazione deve essere condotta distintamente per ciascun locale o area con caratteristiche omogenee dell edificio esaminato. FATTORI DI DANNO I fattori di Danno vengono rappresentati mediante i seguenti 6 parametri A1 DANNO FISICO - Indica il grado di danneggiamento del materiale contenente amianto Elevato (5) - A questa condizione viene attribuito il punteggio più elevato per l alto potenziale di rilascio di fibre da parte di un materiale danneggiato. Moderato (4) Moderato potenziale di rilascio di fibre a causa di un evidente danneggiamento. Basso (2) - Il materiale risulta danneggiato in modo lieve e potrebbe rilasciare fibre nell ambiente in quantità molto ridotta. Nullo (0) - Il materiale non presenza alcun danno visibile e non si ritiene possibile un rilascio di fibre nell ambiente. A2 DANNO DA ACQUA - Indica eventuali danneggiamenti da parte dell acqua SI (3) Il materiale ha subìto danneggiamenti da acqua NO (0) Il materiale non ha subìto danneggiamenti da acqua A3 VICINANZA AD ELEMENTI SOGGETTI A MANUTENZIONE - La stima della probabilità che il materiale sia danneggiato durante le attività di manutenzione è basata sulla distanza tra il materiale stesso e qualsiasi elemento soggetto a manutenzione D 30 cm (3) Per distanze fino a 30 cm 30 < D 150 cm (2) Per distanze oltre 30 e fino a 150 cm D > 150 cm (0) Per distanze superiori a 150 cm A4 TIPO DI MATERIALE Occorre classificare il tipo di materiale contenente amianto Tubazioni (0) Le tubazioni coibentate hanno generalmente un alto contenuto di legante, sono poco soggette a vibrazioni, hanno una superficie poco estesa. Caldaie, serbatoi di riscaldamento (1) La superficie del rivestimento coibente è maggiore che nelle tubazioni e generalmente più facilmente soggetta a danneggiamenti. Come le tubazioni hanno un alto contenuto di legante e sono poco soggette a vibrazioni. Sistemi di ventilazione di condizionamento (3) I rivestimenti isolanti di impianti di ventilazione, riscaldamento e condizionamento dell aria sono molto soggetti a vibrazioni, il contenuto di legante è variabile, la collocazione è tale che frequentemente sono disturbati durante gli interventi manutentivi. Raramente il materiale è rivestito. Soffitti e pareti (4) I rivestimenti di soffitti e pareti a scopo antiacustico o antincendio sono frequentemente costituiti da amianto spruzzato. Il materiale non è quasi mai rivestito, è generalmente molto friabile, copre superfici molto estese e può rilasciare continuativamente piccole quantità di amianto nell area. A5 POTENZIALITA DI CONTATTO - Questo parametro ha due aspetti. In primo luogo deve essere valutata l accessibilità del materiale in funzione della distanza dal pavimento (maggiore o minore di 3 metri). In secondo luogo deve essere stimata la probabilità che gli occupanti dell aria danneggino accidentalmente o intenzionalmente, per vandalismo, il materiale. Distanza 3 m - alto potenziale di danno (8) Distanza 3 m - moderato potenziale di danno (5) Distanza 3 m - basso potenziale di danno (2) Distanza > 3 m - alto potenziale di danno (5) Distanza > 3 m - moderato potenziale di danno (3) Distanza > 3 m - basso potenziale di danno (0) 204

206 A6 CONTENUTO DI AMIANTO - Questo parametro valuta il contenuto di amianto nei materiali che lo contengono. Fino al 30 % (1) Oltre il 30 % e fino al 50 % (3) Oltre il 50 % (5) FATTORI DI ESPOSIZIONE I fattori di Esposizione vengono rappresentati mediante i seguenti 9 parametri B1 FRIABILITA Occorre l entità della friabilità del materiale contenente amianto, tra le seguenti. Elevata (6) - Il materiale può essere facilmente sbriciolato con la mano e rilasciare un elevata quantità di fibre. di un materiale danneggiato. Moderata (3) Il materiale può essere frantumato solo con una forte pressione manuale e rilascia fibre con difficolà. Bassa (1) - È difficile frantumare il materiale con le mani e causare un rilascio di fibre.. Non friabile (0) - Non è possibile frantumare il materiale con le mani. B2 ESTENSIONE DELLA SUPERFICIE Occorre indicare la superficie complessiva con contenuti di amianto, tra le seguenti. S 1 mq (0) 1 < S 10 mq (2) 10 < S 100 mq (2) S > 100 mq (3) B3 PARETI Il parametro si riferisce alla potenzialità delle pareti di trattenere fibre di amianto in relazione alle caratteristiche della superficie. Indicare una delle seguenti possibilità. Ruvide (4) - Pareti a stucco, a bocciarda, a spacco, pietre naturali ruvide. Porose (3) Calcestruzzo non verniciato, muri grezzi in pietra o mattoni, parati, tessiture a maglia larga. Moderatamente porose (2) - È difficile frantumare il materiale con le mani e causare un rilascio di fibre.. Lisce (1) - Intonaco dipinto, pannelli rifiniti, vetri, specchi, piastrelle, pannelli laminati. B4.1 VENTILAZIONE Occorre indicare se il materiale contenente amianto si trova nelle vicinanze di bocchette di ventilazione SI (1) Se Il materiale si trova in prossimità di bocchette di ventilazione NO (0) Se Il materiale non si trova in prossimità di bocchette di ventilazione B4.2 VENTILAZIONE Occorre iverificare la presenza di flussi d aria in immissione e/o in emissione Immissione (aspirazione) (1) Il materiale è investito da un flusso di aria provocato da una bocchetta di aspirazione, le fibre di amianto possono essere trascinate all interno del sistema di ventilazione e diffuse in altre aree dell edificio. Emissione (2) Il materiale è investito da un flusso di aria provocato da una bocchetta di emissione, le fibre di amianto possono essere diffuse nelle immediate vicinanze. B5 MOVIMENTO DELL ARIA Questo parametro prende in esame il movimento dell aria provocato da porte, finestre, ventilatori, sistema di ventilazione, uso dell area, che contribuisce a mantenere in sospensione le fibre di amianto. Elevato (5) Notevole movimentazione dell aria Moderato (2) Movimentazione dell aria moderata o sporadica Basso (0) Movimentazione praticamente assente B6 ATTIVITA Tipo di attività che si svolge nell area, in relazione al potenziale danneggiamento dei materiali e all assorbimento individuale di fibre di amianto attraverso la respirazione, da parte degli occupanti. Elevata (5) Moderata (2) Bassa (0) B7 PAVIMENTI Il parametro si riferisce alla potenzialità del pavimento di trattenere fibre di amianto e in seguito liberarle, in relazione alle caratteristiche strutturali (caratteristiche della superficie, presenza di fenditure più o meno larghe, ecc.) Alta (4) Notevole potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse (tappeti, moquette e simili) Media (3) Apprezzabile potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse 205

207 Bassa (2) Bassa potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse (mattonelle, piastrelle e simili) Molto bassa (1) Potenzialità di intercettazione di fibre e di successiva liberazione delle stesse molto bassa (Massetti, calcestruzzi, ecc.) B8 BARRIERE Presenza di barriere che limitano l accessibilità del materiale ma non impediscono la dispersione di fibre. Controsoffittature (1) Trattamenti incapsulanti (2) Griglie o grate (3) Nessuna barriera (4) B9 PERSONE ESPOSTE (PE) Questo parametro si riferisce alla popolazione esposta per almeno 40 ore alla settimana. PE 9 (1) 10 < PE 200 (2) 200 < PE 500 (3) 500 < PE 1000 (4) PE > 1000 (5) 206

208 DANNO PROCEDURA DI CALCOLO Dopo avere calcolato i fattori A, occorrerà sommare i punteggi attribuiti ai parametri che costituiscono i fattori di danno e riportare il totale ottenuto sull asse delle ordinate del grafico del pericolo (vedi fig. 1). Analogamente, occorrerà sommare i punteggi attribuiti ai parametri che costituiscono i fattori di esposizione B e riportare il totale sull asse delle ascisse dello stesso grafico. La coppia di valori così ottenuta individua un punto sul piano del grafico che cade in una delle sei zone in cui è diviso il grafico stesso, corrispondenti ad altrettanti classi di urgenza per l intervento correttivo. GRADO DI URGENZA DELLA BONIFICA ESPOSIZIONE Figura 1 Grafico del pericolo VERSAR INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI Zona 1 = Rimozione immediata Zona 2 = Rimozione quanto prima possibile. La rimozione può essere rimandata alla prima occasione utile (es. vacanze estive in una scuola), ma senza aspettare l occasione di un intervento di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria dello stabile. Zona 3 = Rimozione programmata. La rimozione può essere affrontata nell ambito dei programmi di manutenzione e ristrutturazione dell edificio. Zona 4 = Riparazione. Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventi limitati di confinamento o incapsulamento. Zona 5 = Monitoraggio e controllo periodico. Controllo periodico delle aree al fine di assicurare che non si verifichino danni ulteriori. Zona 6 = Nessuna azione immediata. Rilascio di fibre improbabile. Non occorre attuare alcun intervento. 207

209 LE GRIGLIE DI VALUTAZIONE Nelle due tabelle riportate qui di seguito, occorrerà individuare i fattori di Danno A ed i fattori di esposizione B, semplicemente rispondendo (colonna RISPOSTA) alle diverse domande mediante specifici combo-box, che ripropongono quanto già illustrato nella spiegazione del metodo. Dopo avere individuato tutti i fattori, viene automaticamente ricavato il grado di urgenza della bonifica (nell esempio: Zona 3) e riportato sinteticamente l intervento previsto (nell esempio: RIMOZIONE PROGRAMMATA). Nota. All inizio di ogni tabella (in alto a sinistra) sono presenti due pulsanti (Help A ed Help B) che consentono di visualizzate le spiegazioni sui fattori di Danno A (vedi figura qui di seguito) e sui fattori di Esposizione B. 208

210 STAMPA Nella parte finale del foglio di lavoro è presente un pulsante di stampa, come indicato nella seguente figura. Prima di avviare la composizione del documento, occorrerà indicare il nome da assegnare al documento Word nello specifico campo Nome documento, dopo avere eventualmente indicato la data da riportare sul documento stesso. Nota : per la stampa viene utilizzato il seguente modello personalizzabile da parte dell utente : AMIANTOAMBIENTELAVORO_IT.doc Il modello è posto nella cartella ModelliRischioAmianto. 209

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