3. ANALISI DI COERENZA ESTERNA

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1 3. ANALISI DI COERENZA ESTERNA L analisi della coerenza esterna riguarda la verifica della congruenza tra le previsioni di piano rispetto alla programmazione territoriale in cui lo stesso si inserisce, sia a livello locale che in ambito internazionale. Le normative europee hanno infatti da tempo ampliato il contesto di riferimento per la programmazione territoriale e per la protezione della biodiversità. La finalità dell analisi è quindi quella della verifica della coerenza tra obiettivi e strategie del piano faunistico rispetto agli obiettivi di sostenibilità e protezione ambientale previsti a tutti i livelli di pianificazione e programmazione del territorio. Questa analisi prende di conseguenza in considerazione i piani e la programmazione territoriale esistente sul territorio, verificando le possibili interferenze e sinergie al fine della protezione della biodiversità. 3.1 Rete Natura 2000 La rete Natura 2000 è l ambizioso programma comunitario che si propone di tutelare gli habitat e la biodiversità europea; in questo contesto sono state individuate e classificate aree idonee alla conservazione degli habitat e delle specie a livello globale, in base a principi di priorità ambientale classificati nelle direttive. La rete è divisa in due sistemi diversi ed integrati di aree: Le Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva 2009/147/CE Uccelli, finalizzate alla preservazione, al mantenimento e al ripristino dei biotopi e degli habitat importati per la nidificazione, la migrazione e lo svernamento degli uccelli selvatici; I Siti di Importanza Comunitaria (SIC), previsti dalla Direttiva 92/42/CEE Habitat, finalizzati prioritariamente alla conservazione di habitat naturali e di specie di animali e piante di importanza per la loro rarità o il loro stato di conservazione critico o in pericolo. Questi due diversi insiemi di aree sono integrati in un unico sistema organico, prendendo il nome di Zone Speciali di Conservazione (ZSC), una volta che viene terminato tutto il processo procedurale di selezione e designazione: per i SIC questo avviene solo dopo il riconoscimento da parte della Comunità europea, mentre per le ZPS questo avviene al riconoscimento da parte del ministero dell Ambiente. Una volta classificate, per queste aree scattano gli obblighi derivanti dagli art. 4 e 5 del D.P.R. 357/97, che ha recepito le direttive comunitarie sopra indicate. Nel territorio della provincia di Lecco sono istituite 6 ZPS e 9 SIC (vedi figura e tabella sotto, in cui sono elencate anche i SIC e le ZPS delle province confinanti): 21

2 VAS del P.F.V. Rapporto Ambientale Aree della Rete Natura 2000 comprese in provincia o confinanti. ZPS: 1. Lago di Mezzola e Pian di Spagna (SO) 2. Grigne 3. Costa del Pallio 4. Monte Resegone 5. Triangolo Lariano 6. Monte Barro 7. Toffo 8. Orobie Valtellinesi (SO) 9. Orobie Bergamasche (BG) SIC: A. B. C. D. E. F. G. H. I. L. M. N. O. P. Q. R. Pian di Spagna e lago di Mezzola (SO) Grigna settentrionale Grigna meridionale Sasso Malascarpa Monte Barro Lago di Pusiano Lago di Olginate Lago di Alserio (CO) Palude di Brivio Valle S. Croce e Valle del Curone Lago di Sartirana Valle del Bitto di Gerola (SO) Val Lesina (SO) Lago del Segrino (CO) Valle del Rio Pegorino (MB) Valle del Rio Cantalupo (MB) 22

3 SIC e ZPS presenti in provincia di Lecco (Fonte dati: sito Ministero dell Ambiente. Tipo Codice Nome Ente gestore Piano di Gestione Area (ha) SIC IT Grigna Settentrionale C.M. Valsassina Valvarrone Val d'esino e Riviera SIC IT Grigna Meridionale ZPS IT Grigne No 7161 SIC IT Monte Barro Parco Reg. Monte No 649 Barro ZPS IT Monte Barro Parco Reg. Monte No 411 Barro SIC IT Sasso Malascarpa ERSAF DGR 19609/ ZPS IT Triangolo Lariano ERSAF ZPS IT Monte Resegone ERSAF ZPS IT Costa del Pallio ERSAF SIC IT Lago di Pusiano Parco Reg. Valle del Lambro SIC IT Lago di Olginate Parco Reg. Adda Nord SIC IT Palude di Brivio Parco Reg. Adda Nord SIC IT Valle S. Croce e Parco Reg. Valle del Curone Montevecchia e Valle del Curone SIC IT Lago di Sartirana Riserva Nat. di Sartirana ZPS IT Il Toffo Parco Reg. Adda Nord No 78 No No Piani dei piani di gestione della Rete Natura 2000 Di seguito viene riportata un analisi dei piani di gestione approvati, con particolare riferimento alle azione e alle previsioni che possono aver rilevanza sulla programmazione faunistica. Si rimanda comunque allo Studio di Incidenza del Piano Faunistico Venatorio per la valutazione degli impatti delle previsioni di piano sui Siti della Rete Natura SIC IT Grigna Settentrionale Ente gestore C.M. Valsassina, Val Varrone, Val d Esino e Rivera. La seguente tabella riporta un estrapolazione delle azioni previste dal piano di gestione, suddivise secondo la classificazione del Ministero dell ambiente: regolamentazioni (RE), interventi attivi (IA) incentivazioni (IN), programmi di monitoraggio e/o ricerca (MR) e programmi didattici (PD). Sono riportate solo quelle che possono avere interferenze o sinergie con il piano faunistico: 1 IA Mantenimento del pascolo mediante brucatura controllata 2 IA Mantenimento radure e pascoli presso strutture rurali sparse mediante decespugliamento e sfalcio 3 IA Conversione ad alto fusto 4 IA Manutenzione delle selve castanili 5 IA Mantenimento di radure nelle aree boscate 6 IA Creazione di pozze e raccolte d acqua 10 IA Mantenimento dei flussi idrici in corrispondenza di habitat puntiformi 1 RE Mantenimento di alberi senescenti e/o deperienti 3 RE Immissioni di fauna soggetta a gestione venatoria 6 RE Regolamentazione per la ristrutturazione di edifici ospitanti colonie di Chirotteri 1 IN Incentivi al pascolo e alla monticazione 2 IN Incentivi per lo sfalcio 23

4 3 IN Incentivi alla gestione forestale naturalistica 9 MR Carta delle potenzialità faunistiche 10 MR Quantificazione e monitoraggio del disturbo arrampicata 11 MR Quantificazione e monitoraggio del disturbo speleologia 12 MR Monitoraggio delle attività sportive e di raccolta dei frutti del bosco e del sottobosco Viene inoltre prevista la regolamentazione delle immissioni di fauna all interno del SIC. Tale regolamentazione, in cui è previsto anche il monitoraggio sanitario di tutte le lepri immesse, non è stata ancora approvata. La regolamentazione prevista dalla L.R. 17 del 2008 prevede, per le Zone speciali di Conservazione (SIC definitivamente approvati e ZPS) l effettuazione di ripopolamenti faunistici a scopo venatorio con soggetti appartenenti a sole specie e popolazioni autoctone. Tale norma regionale può quindi essere applicata in prima battuta, definendo in seguito modalità di gestione più consone al prelievo conservativo delle specie. Nel piano faunistico è prevista, al momento, una riduzione dei ripopolamenti, almeno per quanto riguarda la lepre comune. Andranno quindi previste azioni più stringenti su questi aspetti. Le restanti azioni sono in genere a favore della fauna selvatica e, di conseguenza, non creano impatti o divergenze rispetto le previsioni del piano faunistico. SIC IT Grigna Meridionale Ente gestore. Nelle schede delle minacce e della vulnerabilità sono riportate le seguenti problematiche, di rilevanza per il piano faunistico: Aquila reale: problematiche per il disturbo da arrampicata e bracconaggio; Pellegrino: problematiche per il disturbo da arrampicata. Segnalato il bracconaggio, per lo meno nel passato, di uova e pulcini per la falconeria; Fagiano di monte: riduzione dell habitat disponibile e di prelievo venatorio non sostenibile; Coturnice: riduzione dell habitat disponibile e di prelievo venatorio non sostenibile; Gufo reale: disturbo ai siti di nidificazione; Beccaccia: riduzione dell habitat disponibile e di prelievo venatorio non sostenibile; Chirotteri: disturbo ai siti ipogei di rifugio; Tra le azioni da perseguire viene indicata la valutazione dell impatto dell attività venatoria sulla beccaccia, tramite consegna delle ali e delle schede di abbattimento. Nel Piano faunistico viene prevista solo l introduzione della consegna della scheda di abbattimento per tutta la provincia, non solo per il SIC, ma non si prevede quella delle ali. Quest ultima attività può essere comunque introdotta gradualmente e sperimentalmente, in accordo con i Comprensori alpini. Tra le azioni previste, molto simili a quelle della Grigna settentrionale, vengono riportate quelle che possono interferire o avere sinergie con la programmazione faunistica: 1 IA Mantenimento del pascolo mediante brucatura controllata 2 IA Mantenimento radure e pascoli presso strutture rurali sparse mediante decespugliamento e sfalcio 3 IA Diradamento della fascia arbustiva in quota 4 IA Conversione ad alto fusto 6 IA Manutenzione delle selve castanili 7 IA Mantenimento di buche e radure nelle aree boscate 9 IA Creazione di pozze e raccolte d acqua 10 IA Reintroduzione della marmotta 11 IA Gestione aree incendiate 1 RE Mantenimento di alberi senescenti e/o deperienti 4 RE Immissioni di lepre, fagiano e starna 6 RE Regolamentazione dell accesso alle cavità 7 RE Regolamentazione per la ristrutturazione di edifici ospitanti colonie di Chirotteri 1 IN Incentivi al pascolo e alla monticazione 2 IN Incentivi per lo sfalcio 3 IN Incentivi alla gestione forestale naturalistica 8 MR Carta delle potenzialità faunistiche 9 MR Quantificazione e monitoraggio del disturbo arrampicata 10 MR Monitoraggio delle attività sportive e di raccolta dei frutti del bosco e del sottobosco 24

5 Molte delle azioni previste non contrastano con la programmazione prevista dal piano faunistico; la reintroduzione della Marmotta è in realtà superata, in quanto individui di questa specie sono già presenti nel SIC; si tratterebbe, dunque, di favorire ulteriormente l espansione della specie mediante re-stocking. Queste attività gestionali speciali non sono previste nel dettaglio nel piano faunistico, mentre viene previsto l iter procedurale e decisionale generale a cui sottoporre queste azioni. Non c è quindi incompatibilità tra le due previsioni. Per l immissione di fauna valgono le stesse considerazioni previste per il SIC Grigna settentrionale. SIC IT Sasso Malascarpa, ZPS IT Triangolo Lariano, ZPS IT Monte Resegone, ZPS IT Costa del Pallio Ente gestore ERSAF I SIC e ZPS in gestione all ERSAF (IT Sasso Malascarpa, IT Triangolo Lariano, IT Monte Resegone, IT Costa del Pallio ) hanno un piano di gestione unico. Per questi siti vengono proposte indicazioni generiche di gestione che possono riguardare la pianificazione venatoria, suddividendole per habitat: Siti a dominanza di vegetazione forestale alpina (presenti solo nella ZPS IT Monte Resegone ): o regolamentazione dei flussi turistici e delle attività di fruizione (viabilità e sentieristica, manifestazioni sportive ); o monitoraggio comunità/specie animali sensibili; o monitoraggio evoluzione popolamenti di ungulati selvatici (verifica densità agroforestali sostenibili); o conservazione di boschi disetanei a composizione naturalmente mista; o mantenimento radure, abbondante strato sottobosco e alberi vetusti pro nidificazione di Strigiformi e Piciformi; o interventi selvicolturali pro specie animali di interesse comunitario (Picchio tridattilo: conservazione fasi matura/stramatura peccete, piante marcescenti di elevato Ø Gallo cedrone e fagiano di monte: arene di canto: mantenimento/creazione radure di limitata estensione <500 mq) Siti a dominanza di faggete e boschi misti mesofili: o Misure per regolamentare la fruizione da parte dei visitatori. o Conservazione di boschi disetanei con alberi vetusti per la salvaguardia delle zoocenosi. o Mantenimento del reticolo idrico naturale per la fauna. o Mantenimento di radure e di lembi di bosco aperto per facilitare la ricerca trofica di rapaci diurni e notturni e il pascolo di ungulati, dove presenti. Siti a dominanza di castagneti: o Miglioramento della qualità faunistica dell habitat; ad esempio, possono essere presenti specie di uccelli d interesse comunitario (falco pecchiaiolo, biancone, averla piccola, colombaccio, succiacapre ) la cui sopravvivenza è generalmente legata alla creazione e al mantenimento di habitat a mosaico, alla diversificazione strutturale del bosco e all incremento delle fasce ecotonali. Particolare attenzione deve essere riposta inoltre nel mantenimento del reticolo di acque superficiali per la conservazione delle specie acquatiche o legate troficamente o riproduttivamente a tali ambienti; o Diversificazione strutturale dell habitat dei castagneti, col mantenimento di particelle a ceduo giustapposte a particelle ad alto fusto (possibilmente in varie fasi di sviluppo), con la creazione di radure e con la risagomatura delle fasce marginali Siti a dominanza di praterie montane: o Adozione di criteri di pascolo controllato, preferibilmente razionato. o Tutela o ripristino di adeguate popolazioni di mesomammiferi e di Galliformi, a favore anche delle componenti più minacciate del gruppo degli Accipitridi e Falconidi. 25

6 o Conservazione delle faune entomologiche legate a distretti ad elevata diversità floristica, spessore della lettiera e del cotico erboso, a favore del mantenimento delle comunità di mesomammiferi e di Galliformi. o Gestione attenta delle presenze turistiche nei periodi precedenti alla cova (= formazione territori) dei Galliformi nonché coincidenti con essa. Siti a dominanza di praterie collinari: o Nelle zone soggette a rischio di compattazione del suolo, regolare opportunamente il traffico veicolare, pedonale e di animali al pascolo (se necessario mediante pascolamento a rotazione). o Gestione attenta delle presenze turistiche nei periodi precedenti alla cova (= formazione territori) dei Galliformi nonché coincidenti con essa. Siti a dominanza di ambienti rupestri: o Regolamentazione delle attività alpinistiche (scalate, arrampicate) per effetti sull avifauna (nidificazione Falconiformi, Accipitriformi e Passeriformi) o In area alpina rispetto della tranquillità nel periodo di giugno-luglio (nascite di stambecchi e camosci) Vengono inoltre previsti i divieti, sempre suddivisi per ambienti. Tra quelli che possono essere rilevanti per la programmazione faunistico-venatoria, ci sono: Ambienti aperti alpini: o le pareti con nidi di Aquila reale, Gipeto, Gufo reale e Pellegrino sono vietate ai rocciatori, ai free-climber, agli escursionisti e all attività di volo libero; o i siti di nidificazione e le arene di canto sono vietate ai fotografi naturalisti; o presso i rifugi alpini, è vietata l alimentazione artificiale dei Corvidi e di tutti gli altri animali selvatici. Ambienti forestali alpini: o è vietata la distruzione dei formicai (come già previsto dalla regolamentazione forestale); o le pareti con nidi di Aquila reale, Gipeto, Gufo reale e Pellegrino sono vietate ai rocciatori, ai free-climber, agli escursionisti e all attività di volo libero; Valichi alpini: o è vietato l esercizio dell attività venatoria in data antecedente al 1º ottobre, con l eccezione della caccia agli ungulati. Nelle successive schede sulle minacce e le indicazioni gestionali, per le specie di uccelli e mammiferi presenti nei SIC interessati, si possono trovare i seguenti aspetti, che possono aver rilevanza per la pianificazione faunistica, escludendo le azioni già previste per gli habitat, già delineate sopra: o Minaccia: prelievo eccessivo, uccisioni illegali per quanto riguarda il fagiano di monte e la coturnice. Solo per la coturnice viene però indicata una maggior regolamentazione del prelievo venatorio; o Minaccia: uccisioni illegali per quanto riguarda il Francolino di monte. Nessuna indicazione gestionale; o Minaccia: disturbo al nido da parte di ornitologi e fotografi naturalisti, per quanto riguarda il Piviere tortolino (indicato come potenziale nidificante nel SIC Resegone ). Prevedere la regolamentazione di acceso ai siti di nidificazione; o Minaccia: uccisioni illegali di Civetta nana e Civetta capogrosso. Nessuna indicazione gestionale; o Minacce: disturbo antropico nel periodo riproduttivo dovuto ad attività turistico-ricreative e pastorali (distruzione di covate da parte di greggi al pascolo). Indicazioni gestionali: ridurre il disturbo antropico. In genere, viene sottolineato l impatto della caccia sui galliformi alpini e del bracconaggio sui rapaci. Non vengono però proposte limitazioni dei piani di abbattimento, ma solo generiche 26

7 considerazioni sulla regolamentazione degli abbattimenti. Non risultano quindi interferenze con il piano faunistico. SIC IT Lago di Pusiano Ente gestore Parco Regionale della Valle del Lambro Vengono segnalate alcune criticità relative alla attività venatorie: Infine, i boschi nelle vicinanze del SIC, come il bosco di Casletto a ridosso della Punta del Corno (Rogeno) e i boschi del territorio di Bosisio Parini, presentano alcuni elementi invasivi alloctoni pericolosi come Prunus serotina, che costituiscono elemento di rischio. Tale specie si ritrova solo in quest area a seguito della presenza di numerosi roccoli e capanni di caccia dove sono stati da anni piantati e diffusi come specie attrattive per l avifauna. Nelle azione per specie: Moretta tabaccata: tra le minacce vengono comprese le uccisioni illegali e il disturbo antropico in genere. Indicazioni gestionali: Tutela dei siti di nidificazione, eliminazione delle fonti di disturbo antropico. Essendo il sito vocazionale per la specie, è necessario intraprendere interventi di conservazione e creazione degli habitat idonei, in modo da mantenere integra la funzionalità dell area per la specie. Nibbio bruno: Minacce: disturbo antropico durante il periodo di nidificazione, avvelenamento da pesticidi, uccisioni da parte di cacciatori. Non vengono previste azioni per questi aspetti. Falco di palude: Minacce: La principale minaccia è rappresentata dal disturbo antropico (caccia, pesca, cani vaganti, ecc,) e dalla frammentazione e distruzione degli habitat ottimali, unita alla riduzione degli habitat sub-ottimali presenti nella campagna irrigua (filari e bordure dei canali e delle rogge). Costituisce inoltre una minaccia l utilizzo di pesticidi clororganici. Falco pescatore: Minacce: Il Falco pescatore è minacciato delle uccisioni illegali, dell urbanizzazione costiera, dall inquinamento e dell eventuale contaminazione da mercurio e da organoclorurati. Tra le azioni da intraprendere: Tutela degli specchi d acqua e della vegetazione arborea del sito, limitazione del disturbo. Pellegrino: Minacce: Trasformazioni ambientali, bracconaggio, disturbo antropico nel periodo della nidificazione, inquinamento da pesticidi. Tra le azioni proposte: È fondamentale mantenere un elevata diversità ambientale, con presenza di boschi, aree umide e incolti, che funga da attrattore per l avifauna svernante nell area, che costituisce la dieta del Pellegrino. Voltolino: Minacce: Trasformazioni ambientali e distruzione degli ambienti favorevoli, bracconaggio, presenza della nutria nei siti riproduttivi. Tra le azioni proposte: Occorre predisporre azioni di miglioramento ambientale, rivolte soprattutto alle zone spondali dei bacini (diminuzione della pendenza, inerbimento e impianto di vegetazione igrofila) e limitare il disturbo antropico (pesca, cani vaganti). Gabbianello: Minacce: Tra le altre causa di mortalità, è stato segnalato l urto con cavi elettrici e l occasionale abbattimento durante l attività venatoria. Tra le azioni è prevista una generica limitazione al disturbo. Azioni previste per avifauna in generale: L accesso al canneto da parte di persone nei mesi dell occupazione del nido può costituire una grave minaccia. Il rischio di disturbo diretto o indiretto deve essere scongiurato, almeno durante il periodo riproduttivo, con divieti di accesso ad alcune zone di canneto indicate come aree sensibili. La presenza ai limiti del SIC di una piattaforma per l'atterraggio di elicotteri e altri velivoli costituisce un elemento di possibile disturbo per l'avifauna: su questo aspetto sarà necessario intervenire con azioni mirate al fine di limitare gli effetti di tale disturbo. Tra le azione gestionali proposte di attinenza con la programmazione faunistica (la classificazione delle azioni segue le regole del ministero dell ambiente): 27

8 1 RE Tutela della quantità e della qualità delle acque del lago e del reticolo idrografico annesso, emissario compreso 5 IA Interventi temporanei di gestione della castagna d acqua (Trapa natans) 6 IA Diversificazione ambientale delle sponde del lago 7 IA Contenimento delle specie esotiche erbacee 8 IA/IN Contenimento delle specie esotiche arbustive ed arboree 9 IA/IN Salvaguardia e gestione sostenibile degli habitat forestali 10 RE Regolamentazione della fascia di rispetto 12 IN Gestione dei prati a sfalcio Habitat IN/IA Gestione del canneto 16 IA/RE Tutela delle specie ittiche d interesse conservazionistico 17 IA/PD Conservazione e incremento aree di riproduzione per gli anfibi 18 IA Creazione di piattaforme galleggianti per avifauna migratrice e nidificante 19 IA/PD Individuazione delle aree vocazionali per la riproduzione e il rifugio di chirotteri e apposizione di bat box 20 MR Monitoraggio degli anfibi con particolare attenzione alle specie prioritarie, Rana di Lataste e Tritone crestato italiano 21 MR Monitoraggio dei chirotteri 22 MR Monitoraggio dei micro- e meso-mammiferi 23 MR Monitoraggio dei rettili presenti nel territorio del SIC per individuare eventuali interventi per la loro salvaguardia 25 MR Monitoraggio dell avifauna frequentante il SIC 26 IA/PD Percorsi ciclopedonali fruitivi 28 RE/IA/PD Gestione dell attività di pesca sportiva da riva In genere viene sottolineato l impatto del disturbo antropico e, per alcune specie, degli abbattimenti illegali. Dal punto di vista venatorio non ci sono indicazioni in quanto tutto il SIC è compreso all interno del parco naturale della Valle del Lambro, dove vige il divieto di caccia. Le azioni proposte sono, in ogni caso, favorevoli alla fauna e, di conseguenza, non sono in contrasto con quanto previsto dal piano faunistico. SIC IT Valle Sante Croce e Valle del Curone Ente gestore Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone Le azioni gestionali previste per questo SIC sono totalmente compatibili con la pianificazione faunistica. Essendo totalmente incluso in un area protetta, non ci sono impatti derivanti dall attività venatoria. Tra le azioni proposte, risultano in particolare compatibili con quanto previsto dal piano faunistico: IA Interventi di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua: eliminazione barriere ecologiche - Traversa sul torrente Curone in località Bestek IA Interventi di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua: rinaturalizzazione fascia ripariale IA / IN Interventi di riqualificazione in senso naturalistico delle superfici forestali non comprese negli habitat IA Rimozione delle strutture artificiali nel reticolo minore IA / IN Selvicoltura naturalistica degli habitat forestali: IA / IN Gestione agricola con attenzione per le specie animali di interesse conservazionistico IA / IN Interventi di contenimento delle specie esotiche IA / IN Manutenzione muretti a secco per erpetofauna, micromammiferi e passeriformi IA / IN Ricostituzione dell'habitat 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine IN Sostegno alle attività colturali negli habitat seminaturali RE Salvaguardia degli alberi interessati da cavità scavate da Picidi RE Salvaguardia della fauna saproxilica con rilascio di legno morto a terra ed in piedi IA Predisposizione del progetto di reintroduzione di Testuggine palustre (Emys orbicularis) IA Predisposizione del progetto di reintroduzione dell'ululone ventre giallo (Bombina variegata) SIC IT Lago di Sartirana Riserva Naturale del Lago di Sartirana - Comune di Merate Il SIC del Lago di Sartirana e all interno della Riserva Naturale, dove vige il divieto di caccia. Non ci sono pertanto interferenze tra la pianificazione faunistica e il piano del SIC. 28

9 Le azioni previste e i miglioramenti ambientali (in particolare lo sfalcio del canneto, la realizzazione di pozze e la Creazione di alberi habitat per l'insediamento e il foraggiamento di specie forestali di insetti, uccelli e chirotteri) favoriscono la presenza della fauna selvatica e, di conseguenza, risultano compatibili con la programmazione faunistica Misure di conservazione per le ZPS Il DM 187 del 17 ottobre 2007 ha introdotto alcune misure di conservazione per le ZPS che la Regione Lombardia ha ripreso, con le DGR 8/9275 dell 8 aprile 2009 e DGR 8/7884 del 30 luglio Le misure sono suddivise in divieti, obblighi e incentivi, suddivisi per tipologie ambientali. Dal punto di vista delle prescrizioni faunistiche, per tutte le ZPS, sono previsti: Divieti: o Effettuazione della preapertura dell attività venatoria, con l eccezione della caccia di selezione agli ungulati; o Esercizio dell attività venatoria in deroga ai sensi dell art. 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva 79/409/CEE; o Utilizzo di munizionamento a pallini di piombo all interno delle zone umide, quali laghi, stagni, paludi, acquitrini, lanche e lagune d acqua dolce, salata, salmastra, nonché nel raggio di 150 metri dalla rive più esterne; o Attuazione della pratica dello sparo al nido nello svolgimento dell attività di controllo demografico delle popolazioni di corvidi. Il controllo demografico delle popolazioni di corvidi è comunque vietato nella aree di presenza del lanario (Falco biarmicus); o Effettuazione dei ripopolamenti faunistici a scopo venatorio, ad eccezione di quelli con soggetti appartenenti a sole specie e popolazioni autoctone provenienti da allevamenti nazionali, o da zone di ripopolamento e cattura, o dai centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale insistenti sul medesimo territorio; o Abbattimenti di esemplari appartenenti alle specie pernice bianca (Lagopus mutus), combattente (Philomacus pugnax), moretta (Aythya fuligula); o Svolgimento dell attività di addestramento di cani da caccia prima del 1 settembre e dopo la chiusura della stagione venatoria. Sono fatte salve le zone di cui all art. 10, comma 8, lettera e) della legge 157/1992 sottoposte a procedura di valutazione positiva ai sensi dell art. 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 e successive modificazioni; o Costituzione di nuove zone per l allenamento e l addestramento dei cani e per le gare cinofile, nonché l ampliamento di quelle esistenti fatte salve quelle sottoposte a procedura di valutazione positiva ai sensi dell art. 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 e successive modificazioni; o Distruzione o danneggiamento intenzionale di nidi e ricoveri di uccelli; Obblighi: o Messa in sicurezza, rispetto al rischio di elettrocuzione e impatto degli uccelli, di elettrodotti e linee aeree ad alta e media tensione; o Mantenimento in buone condizioni ambientali dei set-aside; o Monitoraggio delle popolazioni di specie ornitiche protette dalla Direttiva 79/409/CEE e in particolare quelle dell allegato 1. Attività da promuovere e incentivare: o Repressione del bracconaggio; o Rimozione di cavi sospesi; o Agricoltura biologica e integrata, allevamento ed agricoltura estensiva tradizionale; o Ripristino di habitat naturali; o Mantenimento di stoppie e paglie, nonché della vegetazione presente al termine dei cicli produttivi dei terreni seminati, nel periodo invernale almeno fino alla fine di febbraio; Per le ZPS con tipologia AMBIENTI APERTI ALPINI (Triangolo Lariano, Monte Barro, Grigne, Monte Resegone, Costa del Pallio) Divieti: o Presso i valichi alpini più importanti per la migrazione è vietata l edificazione, la realizzazione di infrastrutture e la costruzione di elettrodotti; o Le pareti con nidi di Aquila reale, Gipeto, Gufo reale e Pellegrino sono vietate ai rocciatori, ai free-climber, agli escursionisti e all attività di volo libero; o In prossimità di siti ospitanti nidi di Aquila reale, Gufo reale e Gipeto è vietata la realizzazione di nuovi piloni, linee elettriche e il passaggio di cavi sospesi; o I siti di nidificazione e le arene di canto sono vietate ai fotografi naturalisti; 29

10 o Presso i rifugi alpini è vietata l alimentazione artificiale dei Corvidi e di tutti gli altri animali selvatici; o È vietata l attività di rimboschimento su pascoli, versanti erbosi e nelle aree con prati stabili, arbusteti e brughiere; Obblighi: o Messa in sicurezza, rispetto al rischio di elettrocuzione e impatto degli uccelli, di elettrodotti e linee aeree ad alta e media tensione; o Gli impianti di risalita dismessi devono essere rimossi e le attività di ripristino devono essere fatte al di fuori dei periodi di nidificazione delle specie; Ulteriori disposizioni: o I piani di gestione devono perseguire la conservazione delle aree aperte, anche incolte, regolamentare l attività di escursionismo e sportive, la manutenzione delle aree ad arbusteto; o Perseguire, a fini faunistici, l incremento di essenze da frutto selvatiche, conservazione del sottobosco e strato arbustivo, conservazione in generale delle essenze autoctone; o Disporre il controllo, nei siti di sosta migratoria, della presenza di randagi e animali domestici liberi; o Favorire le attività agro-silvopastorali estensive (evitare il sovrapascolo) e il recupero e la gestione delle aree aperte e di quelle con vegetazione erbacea (aree a prato pascolo); o Favorire la manutenzione, senza rifacimento totale, dei muretti a secco e dei manufatti in pietra esistenti; Per le ZPS con tipologia AMBIENTI FORESTALI ALPINI (Triangolo Lariano, Monte Barro, Grigne, Monte Resegone, Costa del Pallio) Divieti: o Presso i valichi alpini più importanti per la migrazione è vietata l edificazione, la realizzazione di infrastrutture e la costruzione di elettrodotti; o Le pareti con nidi di Aquila reale, Gipeto, Gufo reale e Pellegrino sono vietate ai rocciatori, ai free-climber, agli escursionisti e all attività di volo libero; o In prossimità di siti ospitanti nidi di Aquila reale, Gufo reale e Gipeto è vietata la realizzazione di nuovi piloni, linee elettriche e il passaggio di cavi sospesi; o È vietata la distruzione dei formicai; o È vietata l attività di rimboschimento su pascoli, versanti erbosi e nelle aree con prati stabili, arbusteti e brughiere; Ulteriori disposizioni: o Gli strumenti di gestione forestale devono garantire il mantenimento di una presenza adeguata di piante morte, annose o deperienti, utili alla nidificazione ovvero all alimentazione dell avifauna; o Perseguire, a fini faunistici, l incremento di essenze da frutto selvatiche, conservazione del sottobosco e strato arbustivo, conservazione in generale delle essenze autoctone; o Favorire la conservazione del sottobosco, delle specie autoctone, non solo baccifere, le attività agrosilvopastorali in grado di mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la presenza di radure e chiarie, la conservazione all interno del bosco di prati anche di medio/piccola estensione, di pascoli ed aree agricole; o misure di conservazione attiva di prati, con una particolare attenzione ai prati umidi; il periodo di sfalcio va posticipato oltre il periodo di nidificazione delle specie prative; o Favorire la manutenzione, senza rifacimento totale, dei muretti a secco e dei manufatti in pietra esistenti; Per le ZPS con tipologia VALICHI MONTANI (Monte Barro) Divieti: o È vietato l esercizio dell attività venatoria in data antecedente al 1 ottobre, con l eccezione della caccia agli ungulati. Per le ZPS con tipologia ZONE UMIDE (Il Toffo) Divieti: o È vietato l abbattimento, in data antecedente al 1 ottobre, di esemplari appartenenti alle specie Codone (Anas acuta), Marzaiola (Anas querquedula), Mestolone (Anas clypeata), Alzavola (Anas crecca), Canapiglia (Anas strepera), Fischione (Anas penelope), Moriglione (Aythya ferina), Folaga (Fulica atra), Beccaccia (Scolopax rusticola), Frullino (Lymnocryptes minimus), Pavoncella (Vanellus vanellus). [nella DGR viene protetta anche la Gallinella d acqua, indicata erroneamente con il nome scientifico del Beccaccino (Gallinago gallinago)]. 30

11 o Nelle aree umide e nei canneti sono vietati le attività di taglio e i lavori di ordinaria gestione nel periodo dal 1 marzo al 10 agosto; o È vietata l immissione o il ripopolamento con specie alloctone; o È vietato il taglio di pioppeti occupati da garzaie nel periodo di nidificazione; Obblighi: o Il taglio della vegetazione spondale della rete irrigua deve essere effettuato solo su una delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine di garantire la permanenza di habitat idonei a specie animali e vegetali; Ulteriori disposizioni: o Disporre il controllo, nei siti di sosta migratoria, della presenza di randagi e di animali domestici liberi; o Prevedere interventi di sostituzione delle formazioni a prevalenza di essenze non autoctone, come Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima e Prunus serotina con specie autoctone, anche baccifere; o Escludere l attività di rimboschimento nella aree con prati stabili, arbusteti, brughiere; o Prevedere attività di sensibilizzazione sugli agricoltori per la salvaguaredia dei nidi, con particolare attenzione a quelli di Tarabuso, Cicogna bianca e Albanella minore; o Favorire la creazione di zone a diversa profondità d acqua con argini e rive a ridotta pendenza; o Favorire il mantenimento o il ripristino della vegetazione sommersa, natante ed emersa e dei terreni circostanti l area umida; o Favorire la gestione periodica degli ambiti di canneto, da realizzarsi esclusivamente al di fuori del periodo di riproduzione dell avifauna, con sfalci finalizzati alla diversificazione strutturale, al ringiovanimento, al mantenimento degli specchi d acqua liberi, favorendo i tagli a rotazione per parcelle ed evitando il taglio raso; 3.2 Piani delle aree protette Nell elenco qui di seguito riportato, vengono indicati i parchi presenti in provincia di Lecco, con i principali provvedimenti di istituzione e approvazione dei piani territoriali di coordinamento. Parco Adda Nord - DGR 22 dicembre 2000 n. 7/2869 Approvazione del piano territoriale di coordinamento del Parco regionale Adda Nord (art. 19, comma 2, l.r. 86/83 e successive modificazioni). - L.R. 16 luglio 2007 n. 16 Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi Parco del Monte Barro - L.R. 16 marzo 1991 Piano territoriale di coordinamento del parco del Monte Barro - L.R. 29 novembre 2002 Istituzione del Parco Naturale del Monte Barro - D.C.R. 6 aprile 2004 n.7/992 - Approvazione del PTC del Parco Naturale del M. Barro - L.R. 16 luglio 2007 n. 16 Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi Parco di Montevecchia e della Valle del Curone - L.R. 29 aprile 1995 n. 39 Piano territoriale di coordinamento del parco naturale di Montevecchia e della Valle del Curone - Delibera C.d.P n. 21 del "Revoca delle delibere di A.C. n. 18 del ad oggetto "Adozione della variante al PTC del Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone " e n. 19 del ad oggetto "Adozione del PTC del Parco Naturale di Montevecchia e Valle del Curone" e contestuale Adozione della variante generale al PTC del Parco di Montevecchia e Valle del Curone - L.R. 16 luglio 2007 n. 16 Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi Parco della Grigna settentrionale - L.R. 16 luglio 2007 n. 16 Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi Parco della Valle del Lambro - L.R. 16 luglio 2007 n. 16 Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi - D.G.R. 28 luglio 2000 n. 7/601 Approvazione del PTC del Parco Regionale della Valle del Lambro 31

12 VAS del P.F.V. Rapporto Ambientale All interno dei parchi regionali della regione Lombardia è possibile l attività venatoria, che viene esclusa nei parchi naturali, ai sensi della legislazione nazionale (L. 394/91) Parchi naturali e parchi regionali All interno della provincia: Parco del Monte Barro; Parco Adda Nord; Parco di Montevecchia e della Valle del Curone; Parco della Valle del Lambro; Parco della Grigna settentrionale Parchi che terminano sul confine provinciale: Parco delle Orobie valtellinesi; Parco delle Orobie bergamasche 32

13 Come si vede dalla mappa sopra riportata, tutte le aree a parco naturale sono state identificate anche come oasi di protezione. Di conseguenza, per quanto riguarda il parco naturale dove, ai sensi dell art. 22 comma 6 della L. 394/91 l'attività venatoria è vietata, salvo eventuali prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici non ci sono contraddizioni con le previsioni del Piano faunistico. Al di fuori del parco naturale, le normative sopra citate prevedono comunque una gestione finalizzata a pratiche eco-compatibili e di conseguenza non sono in contrasto con le finalità faunistiche. Va sottolineato, peraltro, che queste porzioni sono abbastanza contenute, come territorio, ad eccezione del Parco Regionale della Grigna settentrionale, che non ha però ancora attivato il PTC e le Norme di Salvaguardia. 3.3 Piano faunistico venatorio regionale Il Piano Faunistico Venatorio Regionale, elaborato da un gruppo di lavoro a cui appartengono l Università degli Studi dell Insubria, il Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale dell Università degli Studi di Milano Bicocca e il Dipartimento di Biologia Animale dell Università di Pavia ed incaricato con Deliberazione 23950/1996, non è mai stato approvato definitivamente. Nel 2001 è stato fornito dalla Regione Lombardia alle province, ma l iter procedurale non è stato concluso. In ogni caso, pur non essendo in vigore, si è tenuto conto delle analisi e delle previsioni tecniche indicate. Le differenze riguardano principalmente l identificazione dei valichi alpini per la protezione delle rotte migratorie, anche per modifiche legislative intervenute nella legge regionale, relative alla loro delimitazione nell area di minor tutela. Altra difformità riguarda l identificazione del valico alpino dei Roccoli Lorla. 3.4 Rete ecologica regionale La rete ecologica, approvata per DGR 8/8515 del 26 novembre 2008 e con DGR 8/10962 del 30 dicembre 2009, è riconosciuta come infrastruttura del Piano Territoriale Regionale ed è considerato uno strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. 33

14 VAS del P.F.V. Rapporto Ambientale Nella mappa vengono posizionate le oasi di protezione rispetto agli elementi e ai varchi della Rete Ecologica Regionale. Quasi tutto il territorio provinciale, in particolare quello collinare ed alpino, ricade negli Elementi di primo o di secondo livello. Sono individuati inoltre 2 corridoi primari ad altra antropizzazione, corrispondenti ai corsi del fiume Adda e del fiume Lambro. La maggior parte delle aree protette ricade negli elementi di primo livello, quindi nelle aree di pregio. La procedura di approvazione della Rete Ecologica Regionale è stata articolata in due passaggi: nel primo sono stati approvati i criteri e la rete ecologica della parte planiziale, nel secondo la rete ecologica delle Alpi e Prealpi. 34

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