SENATO DELLA REPUBBLICA

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1 SENATO DELLA REPUBBLICA IX LEGISLATURA n. 108 RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI (Pervenute dal 17 al 21 luglio 1986) INDICE CONSOLI: Per il potenziamento delle attrezzature e dell'organico degli uffici postali di Grottaglie (Taranto) (2566) (risp., ministro delle poste e delle telecomunicazioni) Pag DI NICOLA ed altri: Sui motivi per i quali la RAI-TV non ha effettuato alcuna ripresa televisiva della recente manifestazione di sindaci e cittadini meridionali di protesta contro gli oneri previsti dalle norme sul condono edilizio (2614) (risp., ministro delle poste e delle telecomunicazioni) 2147 FLAMIGNI: Per un intervento presso la SIP volto a ripristinare i collegamenti di teleallarme con il 113 e tutti gli strumenti di prevenzione e sicurezza recentemente sospesi anche in relazione alla ripresa degli attentati terroristici (2623) (risp., ministro delle poste e delle telecomunicazioni) Pag MERIGGI: Per un intervento volto ad eliminare disfunzioni nel servizio postale della città di Milano relative ai pacchi postali non consegnati a domicilio (2465) (risp., ministro delle poste e delle telecomunicazioni) 2150 MEZZAPESA: Per una sollecita riapertura dell'ufficio postale di San Marco di Locorotondo (Bari) (2601) (risp., ministro delle poste e delle telecomunicazioni) 2151 TIPOGRAFIA DEL SENATO (1300)

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3 Senato della Repubblica 2147 IX Legislatura CONSOLI. Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. Per sollecitare un potenziamento in attrezzature e personale degli uffici postali del comune di Grottaglie (Taranto) per ovviare al grave disagio nel quale si trovano, a causa delle attuali carenze del servizio postale, i cittadini di quell'importante e popoloso centro. ( ) (4 febbraio 1986) RISPOSTA. Al riguardo è opportuno precisare che nel comune di Grottaglie sono ubicati due uffici locali denominati rispettivamente «Grottaglie» e «Grottaglie Succ.le 1». Il primo, di rilevante entità, prevede come assegno un direttore, un dirigente principale di esercizio, tre dirigenti di esercizio, quindici operatori specializzati di esercizio ULA, di cui quattro destinati al centro scorta, un vigilante, nonché 17 operatori di esercizio. L'ufficio locale di Grottaglie Succ.le 1, di media entità, ha un organico formato da un direttore, un dirigente di esercizio e quattro operatori specializzati di esercizio ULA, di cui uno destinato al centro scorta. La situazione del personale dei due uffici è da ritenersi pertanto soddisfacente, in quanto i rispettivi assegni risultano interamente coperti. Per quanto concerne, poi, l'aspetto funzionale dell'ufficio p.t. di Grottaglie, si fa presente che sono previsti alcuni lavori di ristrutturazione riguardanti l'ampliamento della sala portalettere e degli arrivi e partenze, che potrà realizzarsi mediante la utilizzazione di parte del cortile interno; la tinteggiatura dei prospetti esterni dell'edificio; il potenziamento delle difese antirapina; la sistemazione del piano interrato allo scopo di utilizzarlo nella sua interezza; l'aumento dell'altezza del muro di cinta nella parte a confine con l'attiguo edificio scolastico. Detti lavori la cui perìzia di spesa è in fase di elaborazione da parte dei competenti organi compartimentali comporteranno presumibilmente un costo di lire 60 milioni, oltre a circa 15 milioni per le opere di sicurezza. L'ufficio in questione sarà anche dotato, entro breve tempo, dì nuovi arredi per la cui fornitura è già stato approvato il relativo contratto. Per quanto concerne, infine, l'ufficio p.t. di Grottaglie Succ.le 1, si comunica che vi è prevista l'installazione dell'attrezzatura per il condizionamento d'aria, la cui spesa è preventivata in lire 4 milioni. (8 luglio 1986) 77 Ministro delle poste e delle telecomunicazioni DI NICOLA, SEGRETO, CIMINO. Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. Atteso: che in data odierna si è svolta a Roma una manifestazione di rilevanti dimensioni effettuata da cittadini meridionali in presenza di un fenomeno,

4 Senato della Repubblica 2148 IX Legislatura quello dell'abusivismo edilizio, che colpisce in maniera particolarmente pesante la Sicilia e l'intero Sud del paese; che da stime sommarie (e comunque rilevate per difetto) hanno partecipato alla manifestazione più di sessantamila cittadini, alla testa dei quali erano oltre cinquecento sindaci di città del Sud; che il corteo, imponente e composto, è sfilato per le vie della città volendo testimoniare in maniera civile e democratica la sensibilità, l'impegno, la grande forza morale e di volontà del «Sud legale» relativamente ad un tema di grande rilevanza politica e sociale; che la televisione di Stato non ha effettuato alcuna ripresa televisiva in ciò mancando al suo dovere istituzionale e mostrando oltretutto grande insensibilità non solo rispetto a un problema specifico ma anche nei confronti della popolazione meridionale, gli interroganti chiedono come intenda agire e quale sia la sua opinione in merito ad un fatto che, prestandosi a diverse interpretazioni, costituisce comunque una inammissibile violazione dei doveri di informazione della televisione di Stato e un'ulteriore umiliazione per i cittadini del Sud. ( ) (17 febbraio 1986) RISPOSTA. Al riguardo si ritiene opportuno premettere che non rientra fra i poteri di questo Ministero quello di sindacare l'operato della RAI per la parte riguardante il contenuto programmatico delle trasmissioni. E noto, infatti, che la legge 14 aprile 1975, n. 103, recante nuove norme sulla diffusione radiofonica e televisiva, ha sottratto la materia dei controlli sulla programmazione alla sfera di competenza dell'autorità governativa, conferendola alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, la quale formula gli indirizzi dei vari programmi e ne controlla il rispetto adottando tempestivamente, se del caso, le deliberazioni necessarie per la loro osservanza. Ciò risulta testualmente dall'articolo 4 della predetta legge, il quale richiama il precedente articolo 1, ove sono enunciati i princìpi di indipendenza, di obiettività e di apertura alle diverse tendenze politiche, sociali e culturali, cui deve essere fondamentalmente ispirato il servizio pubblico radiotelevisivo. Trattasi quindi di una innovazione acquisita al nostro ordinamento e il Governo non può non essere rispettoso della riserva di competenza attribuita alla Commissione parlamentare anzidetta. Nondimeno, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione su quanto ha formato oggetto dell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la concessionaria RAI la quale ha comunicato che i propri servizi giornalistici televisivi si sono occupati ampiamente della notizia riguardante la manifestazione sull'abusivismo edilizio tenutasi a Roma il giorno 17 febbraio Infatti, lo stesso giorno, il telegiornale della terza rete ha mandato in onda, nella edizione nazionale delle ore 19, un servizio sulla manifestazione, ripetuto poi nelle edizioni regionali siciliane. Inoltre, il TG1 si è occupato della vicenda nella rubrica riguardante notizie parlamentari, riferendo sulla manifestazione dei sindaci siciliani e sui commenti formulati dalle varie forze politiche.

5 Senato della Repubblica 2149 IX Legislatura Nel successivo mese di marzo i telegiornali delle tre reti nazionali hanno continuato a seguire costantemente gli sviluppi della vicenda con ulteriori ampi servizi. (10 luglio 1986) FLAMIGNI. Ai Ministri dell'interno, delle partecipazioni statali e delle poste e delle telecomunicazioni. Premesso: che gli episodi di terrorismo di matrice nazionale e internazionale verificatisi nel nostro paese durante gli ultimi mesi fanno constatare una preoccupante ripresa degli attentati tanto da fare ritenere che la vigilanza e le misure di prevenzione non possano essere certamente diminuite; che le centrali telefoniche, oltre a costituire un bene della SIP, rappresentano anche uno strumento essenziale e indispensabile per tutta la collettività, l'interrogante chiede di conoscere: 1) quali sono i motivi che hanno indotto la SIP a togliere, durante le ore notturne, i collegamenti di teleallarme con il 113, l'illuminazione perimetrale degli immobili ed eventuali servizi di vigilanza privata a molte sedi delle centrali telefoniche non presidiate dalle ore 17 alle ore 8 del giorno successivo; 2) se si rendono conto che ad ognuna di queste centrali sono collegati migliaia di utenti appartenenti alle forze di polizia, alle forze armate, alle strutture pubbliche e a tutte le categorie sociali, rappresentando pertanto un obiettivo di estrema importanza e delicatezza; 3) quali provvedimenti intendono adottare al fine di fare ripristinare tutti quegli strumenti di prevenzione che erano in atto fino a pochi mesi or sono. ( ) (18 febbraio 1986) RISPOSTA. Al riguardo si comunica che le preoccupazioni manifestate dall'onorevole interrogante circa una diminuzione delle misure di vigilanza e di prevenzione attuate nei confronti delle centrali telefoniche non trovano riscontro nella realtà. Al contrario, la concessionaria SIP, interpellata in proposito, ha assicurato di aver migliorato i sistemi di difesa con la introduzione di strumenti sempre più sofisticati. In merito poi al collegamento tramite teleallarme con il 113, questi è garantito dalla introduzione di una rete della concessionaria che resta collegata alle ' centrali di polizia 24 ore su 24. Per quanto concerne, inoltre, l'illuminazione degli immobili dove sono ubicate le suddette centrali, in osservanza ai più moderni orientamenti in tema di misure di sicurezza, si fa presente che è stata migliorata, rendendola onomegea con quella esistente nelle zone limitrofe. Si soggiunge, infine, che, oltre alla vigilanza che le pattuglie mobili della polizia di Stato svolgono quotidianamente, la concessionaria SIP si avvale anche di un corpo di agenti privati che concentra maggiormente

6 Senato della Repubblica 2150 IX Legislatura dove l'esperienza acquisita ha evidenziato gli obiettivi aziendali a più alto grado di rischio. (16 luglio 1986) MERIGGI. Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. Premesso che il servizio postale della città di Milano, per i pacchi postali non consegnati a domicilio, costringe gli utenti a recarsi nell'ufficio postale di piazza Lugano per ritirarli direttamente; considerati i disagi a cui sono costretti gli utenti perchè tale ufficiodeposito è unico e ai margini della città, il posteggio è inadeguato alle esigenze, vi è il pericolo che dopo tanti disagi l'utente' abbia la sorpresa che il pacco sia già stato restituito al mittente essendo trascorsi 15 giorni dal suo arrivo, l'interrogante chiede di sapere: perchè vi è un unico ufficio-deposito per tale servizio per tutta la città di Milano e non vi sono invece uffici decentrati nelle varie zone; se non è possibile aumentare l'area di parcheggio chiaramente inadeguata al traffico esistente; quali iniziative intende assumere per rimediare a questi evidenti disservizi. ( ) (19 dicembre 1985) RISPOSTA. Al riguardo si comunica che l'eliminazione degli inconvenienti provocati all'utenza milanese dalla concentrazione in un solo ufficio del servizio per la consegna dei pacchi inesitati era da tempo alla attenzione dei competenti organi periferici di questa amministrazione. In una riunione svoltasi presso la sede della direzione compartimentale della Lombardia il 16 gennaio 1986, è stato elaborato un programma, da realizzare in due fasi, che risolve il problema in questione. Nella prima fase, che si dovrebbe completare entro il prossimo mese di giugno, il servizio di consegna dei pacchi inesitati sarà dislocato per la zona del centro storico presso gli uffici del centro corrispondenze e pacchi, Milano Isola e Stazione centrale; per la zona Est, nell'ufficio Est di Lambrate; per la zona Sud presso l'ufficio p.t. di via Bonghi e infine per le zone Ovest e Nord presso l'ufficio di Pacchi Farini. La seconda fase, che dovrebbe trovare attuazione entro il prossimo anno, permetterà di strutturare ulteriormente le stesse zone con la istituzione di nuovi uffici o con la opportuna sistemazione di alcuni già esìstenti. Pertanto con tale nuova dislocazione si ridimensionerà anche il problema del parcheggio di piazzale Lugano, che finora non si era potuto risolvere a causa delle obiettive difficoltà che la viabilità della zona presenta. (10 luglio 1986)

7 Senato della Repubblica 2151 IX Legislatura MEZZAPESA. Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. Per conoscere i motivi per i quali è stato recentemente chiuso l'ufficio postale di San Marco, frazione del comune di Locorotondo, in provincia di Bari. Essendo tale chiusura intervenuta in seguito ad una rapina, si pensa che essa sia stata «consigliata» dalla mancanza di sufficienti misure di sicurezza. Ma è inimmaginabile che si risolvano i problemi in tale maniera rinunciataria, quando esistono concrete possibilità di risolvere gli stessi in modo positivo, senza privare la popolazione degli strumenti di vita sociale e organizzativa indispensabili e pregiudiziali per la sua crescita. San Marco è una popolosa frazione distante oltre 5 chilometri dal capoluogo, su cui insiste una popolazione assai laboriosa dedita all'agricoltura e al commercio, con un gran numero di anziani pensionati i quali, più di altri, risentono delle conseguenze negative della chiusura dell'ufficio postale. L'interrogante, nel sottoporre la questione all'attenzione sensibile del Ministro, ne chiede il tempestivo intervento per l'immediata riapertura dell'ufficio in questione. ( ) (13 febbraio 1986) RISPOSTA. Al riguardo si informa che i competenti organi di questa amministrazione erano da tempo fattivamente impegnati al fine di dotare l'ufficio p.t. di San Marco di Locorotondo di strutture ad alto livello di sicurezza. La ristrettezza dei locali, però, non ha permesso la installazione di tali strutture per cui si è deciso di risolvere il problema con il trasferimento dell'ufficio in locali più idonei che nel frattempo erano stati reperiti. Mentre venivano effettuati i necessari lavori di ristrutturazione, il vecchio ufficio subiva una rapina a seguito della quale il personale si rifiutava di prestare servizio in un ufficio così esposto ad atti criminosi. La direzione provinciale p.t. di Bari disponeva, a partire dal 29 gennaio 1986, la temporanea chiusura dell'ufficio i cui servizi venivano svolti dall'ufficio p.t. di Locorotondo, del cui comune la località di San Marco è frazione. Tale stato di cose ha avuto, comunque, breve durata in quanto, in data 24 febbraio 1986, la nuova e più idonea sede è stata aperta al pubblico. (10 luglio 1986)

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