LINGUAGGIO IN ETA PRE-SCOLARE

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1 LINGUAGGIO IN ETA PRE-SCOLARE Corso di formazione Dott.ssa Lonardi Francesca Psicologa

2 Per parlare un bambino deve: avere intenzione comunicativa essere stato esposto a stimoli adeguati essere in grado di passare dal reale al simbolico saper ordinare gli oggetti in categorie accettare regole implicite condivise aver sviluppato competenze motorie oro faringee adeguate e saper programmare una sequenza motoria complessa aver discriminazione uditiva sviluppata saper organizzare i suoni in un ordine temporale lineare

3 Lo sviluppo del bambino È determinato dall integrazione di funzioni motorie, sensoriali, percettive, cognitive, comunicative, relazionali l integrazione di queste funzioni sin dalla nascita permette al bambino di fornire, attraverso strategie proprie, le necessarie risposte adattive Sviluppo del linguaggio come segnale del benessere del bambino

4 Che cos è il LINGUAGGIO? E la capacità umana di usare un codice convenzionale per esprimere e rappresentare la realtà interna ed esterna. E un codice costituito da pochi elementi con molte combinazioni. E uno strumento di comunicazione Costituisce la prima simbolizzazione della realtà

5 COME SI SVILUPPA IL LINGUAGGIO 9-10 MESI > Comincia la comunicazione intenzionale. 12 MESI > Prime parole; il bambino capisce più parole di quante ne usa. 18 MESI > Esplosione del vocabolario 24 MESI > Il bambino combina le parole per formare le prime frasi MESI > Il bambino aumenta tumultuosamente il lessico. 2 4 ANNI > Ampliamento della grammatica. 4 ANNI > Il linguaggio è strutturato. Il bambino capisce ciò che gli viene detto ed esprime correttamente ciò che pensa. 5-6 ANNI > Il bambino ha un linguaggio simile a quello dell adulto 7-8 ANNI > La capacità di pianificare un racconto diventa più completa.

6 Periodo della stabilizzazione 4 anni 6 anni Completamento dello sviluppo fonemico (suoni) 6-8 anni si sviluppa la competenza Metafonologica e c è apprendimento della lingua scritta Il sistema fonologico del bambino deve scoprire una consistente quantità di regole peculiari della lingua al quale è esposto

7 LESSICO: Linguaggio è il sottocampo della e linguistica suoi che aspetti studia il vocabolario e il suo arricchimento. FONOLOGIA: è il sottocampo della linguistica che studia i suoni e la loro distribuzione nelle parole in una determinata lingua. MORFOLOGIA: è il sottocampo della linguistica che studia la struttura interna delle parole ed i rapporti che intercorrono tra esse. SINTASSI: è il sottocampo della linguistica che studia la struttura interna delle frasi ed i rapporti che intercorrono tra le loro parti SEMANTICA: è il sottocampo della linguistica che studia la natura del significato delle parole singole e quello della parole raggruppate in sintagmi e frasi. PRAGMATICA: è il sottocampo della linguistica che studia l uso delle parole (dei sintagmi e delle frasi) nel contesto della conversazione.

8 Componenti del linguaggio 1. fonetica e fonologia hanno a che fare con lo studio dei suoni. La fonetica da un punto di vista fisico, la fonologia da un punto di vista più astratto, in quanto si occupa dei fonemi.

9 2. Semantica, si occupa dei significati. Il significato Nomi, verbi, avverbi, aggettivi sono termini dotati di contenuto, che hanno almeno due tipi di significato. Si distingue tra un significato denotativo e connotativo.

10 Il significato denotativo di una parola si riferisce al concetto che la parola esprime, ed è ben rappresentato dalla definizione che ne viene data nel vocabolario. Significato connotativo di una parola dipende dal contesto in cui vengono usate le parole stesse e dagli aspetti emotivi relativi ad essa

11 3. La grammatica è costituita da Morfologia: studio delle regole che consentono di modificare la forma e il significato delle parole. Sintassi: insieme dei principi o regole di combinazione che governano la formazione e trasformazione delle frasi.

12 4. Pragmatica, studia: i meccanismi che consentono di interpretare il linguaggio nel contesto verbale e non verbale (mimica faccialegesti) in cui è inserito. il contesto in cui avviene una comunicazione linguistica, le norme sociali che regolano la conversazione.

13 DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO Disturbo specifico dell articolazione dell eloquio (ICD-10, F80.0-disordine fonologico specifico) Disturbo del linguaggio espressivo (ICD-10, F80.1- disordine lessicale, morfosintattico, sintattico) Disturbo della comprensione del linguaggio (ICD-10, F80.2)

14 Disturbo linguaggio e relazione materna Correlazione tra disordine del linguaggio e attaccamento anomalo con madre Madri poco in sintonia con aspetti emotivi-affettivi del figlio Madri scarsamente responsive sul piano contenitivo, rispecchiamento, sensibilità e sintonizzazione affettiva Scarsa risposta alle richieste comunicative del bambino Risposte distorte alle richieste comunicative del bambino Povertà comunicativa all interno nucleo familiare: difficoltà scambi comunicativi tra genitori e figli

15 Disturbo/Ritardo dipende dalla gravità del quadro clinico Il ritardo di LINGUAGGIO è piu accentuato nelle prime fasi dello sviluppo, maggior possibilità di remissione Il disturbo specifico di LINGUAGGIO descrive delle problematiche più gravi e specifiche, con profilo che tende a mantenersi costante nelle diverse fasce d età, alto rischio per disturbi dell apprendimento

16 i bambini parlatori tardivi 1.PRODUZIONE vocabolario ridotto rispetto all età crescita lenta del vocabolario espressivo: meno di 40 parole nuove al mese non esplosione del vocabolario espressivo verso i 24 mesi enunciati comprensibili composti prevalentemente da parole singole

17 2. FONOLOGIA Una dimensione dell inventario consonantico ridotto rispetto all età Una intelligibilità dell eloquio inferiore al 50% rispetto agli enunciati prodotti 3. COMPRENSIONE VERBALE Un ritardo di sei mesi rispetto all età

18 4. ALTRE CARATTERISTICHE Assenza di deficit uditivi importanti Assenza di problematiche di tipo clinico, relazionale Sviluppo cognitivo non verbale nella norma Contesto culturale, comunicativo e linguistico adeguato

19 5. Punti deboli che persistono nel parlatore tardivo a 36 mesi crescita del vocabolario espressivo in modo lineare ma lento vocabolario espressivo che si mantiene inferiore rispetto ai limiti per l età produzione caratterizzata da parole in successione, scarsa organizzazione morfosintattica lunghezza media dell enunciato inferiore rispetto all età

20 5. Punti deboli che persistono nel parlatore tardivo a 36 mesi Mantenimento di un inventario di suoni limitato Inventario di strutture sillabiche ridotto Una pronuncia immatura simile a quella di bambini più piccoli con errori fonologici Intelligibilità delle produzioni inferiori al 70%

21 CLASSIFICAZIONE disturbi del linguaggio: Disturbi specifici del linguaggio Disturbi aspecifici del linguaggio

22 SPECIFICO disordine in uno o piu ambiti dello sviluppo linguistico assenza di deficit cognitivi generali, sensoriali, motori e affettivi

23 ASPECIFICO in soggetti con: con disabilità neurologica (es. paralisi cerebrali infantili) con disabilità sensoriale (es. deficit visivi o uditivi) con problematiche psicologiche (depressione, ansia, problemi relazionali) con condizioni ambientali sfavorevoli (deprivazione culturale) con ritardo mentale

24 Mutismo Selettivo Mutismo selettivo: in bambino si rifiuta di parlare in determinate circostanze e o con determinate persone Eloquio e comprensione normali Presenza sintomo da almeno un mese Ansia di parlare

25 Balbuzie Disturbo dell eloquio, parlato non fluente Sintomi: interruzioni, ripetizioni, prolungamenti dei suoni e delle sillabe, paure e blocchi all interno del discorso Fenomeni normali nelle prime fasi di acquisizione del linguaggio Diagnosi precoce per evitare cronicizzazione sintomo Cause multifattoriali (genetiche, ambientali) può essere manifestazione di imbarazzo, ansia, paura di essere giudicati

26 CAUSE disturbo specifico linguaggio Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale, determinata biologicamente e non dovuta a problemi psicologici o a disagio socio-culturale

27 CAUSE Familiarità: i DSL hanno una base eredo-genetica del tutto assimilabile ad altri elementi somatici che vengono trasmessi (ad es. il colore degli occhi).

28 DISTURBI SPECIFICI DELL ELOQUIO E DEL LINGUAGGIO (ICD-10, F80) Si tratta di disturbi nei quali la normale acquisizione del linguaggio è alterata fin dalle prime tappe dello sviluppo. I deficit del linguaggio non sono attribuibili ad anomalie neurologiche o dei meccanismi della produzione della parola, né a disturbi sensoriali, ritardo mentale o a fattori ambientali (socio - culturali ed economici). I disturbi specifici dell acquisizione dell eloquio e del linguaggio presentano come sequele dei disturbi associati, quali ad esempio la difficoltà nella lettura e scrittura, problemi nelle relazioni interpersonali e disturbi comportamentali ed emozionali.

29 DISTURBO SPECIFICO DELL ARTICOLAZIONE DELL ELOQUIO (ICD-10, F80.0-DISORDINE FONOLOGICO SPECIFICO) E un disturbo nell acquisizione del linguaggio nel quale il bambino utilizza dei suoni per l espressione delle parole che sono al di sotto del livello appropriato per la sua età mentale, mentre è nella norma lo sviluppo delle abilità lessicali e grammaticali.

30 DISTURBO SPECIFICO DELL ARTICOLAZIONE DELL ELOQUIO (DISORDINE FONOLOGICO SPECIFICO) o Parola spontanea quasi completamente inintellegibile o Età >2-3anni; o Nessuna anomalia anatomica o fisiologica dei meccanismi di produzione della parola o Nessun defict neurologico, sistema uditivo normale o Intelligenza nella norma o Normale comprensione linguaggio

31 DISTURBO SPECIFICO DELL ARTICOLAZIONE DELL ELOQUIO (DISORDINE FONOLOGICO SPECIFICO) o Limitato repertorio di suoni o Strutture verbali sillabiche limitate manca vocale o sillaba alla fine, consonante detta errata o Persistenza di strutture errate presenti a 4 anni o Notevole variabilità senza progresso

32 DISTURBO DEL LINGUAGGIO ESPRESSIVO (ICD-10, F80.1) Si tratta di un disturbo dell acquisizione del linguaggio in cui la capacità di usare il linguaggio espressivo (compromissione significativa di ognuna delle componenti espressive: fonologia, lessico e morfosintassi) è marcatamente al di sotto dell appropriato livello per l età mentale del soggetto.

33 F80.1 DISTURBO DEL LINGUAGGIO ESPRESSIVO COMPONENTI DEFICITARIE: DEFICIT DI PROGRAMMAZIONE FONOLOGICA: espressione verbale scarsamente comprensibile per errori nella pronuncia dei suoni DEFICIT FONOLOGICO-SINTATTICO: espressione verbale caratterizzata da errori di tipo fonologico (suoni) e morfosintattico (parole-frasi) DEFICIT LESSICALE-SINTATTICO: espressione verbale caratterizzata da errata formulazione sintattica e problemi di accesso lessicale (anomie)

34 DISTURBO DELLA COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO (ICD-10, F80.2) Si tratta di un disturbo specifico dell acquisizione del linguaggio in cui la comprensione del linguaggio è sotto il livello appropriato per l età mentale del bambino. Virtualmente in tutti i casi vi è anche una marcata alterazione del linguaggio espressivo e dell articolazione dell eloquio.

35 AFASIA ACQUISITA CON EPILESSIA (ICD-10, F80.3-SINDROME DI LANDAU KLEFFNER) E un disturbo del linguaggio in bambini che avevano avuto una normale acquisizione del linguaggio. Interessa sia le componenti ricettive che espressive del linguaggio, mentre l intelligenza è conservata. L esordio dei disturbi del linguaggio è associato alla comparsa di alterazioni parossistiche EEG e nella maggior parte dei casi a crisi epilettiche. In genere l esordio di questo tipo di afasia si ha fra i 3 e i 7 anni; La perdita del linguaggio può instaurarsi in qualche giorno o in qualche settimana.

36 Disturbi specifici del linguaggio: elementi prognostici Complessità del disturbo Livello intellettivo Ritmo evolutivo :a parità di disturbo iniziale, i bambini che avranno avuto un accelerazione dello sviluppo tra i 5 e 6 anni, avranno un recupero più rapido e completo rispetto ai bambini il cui ritmo è regolare ma lento Fase di sviluppo e trattamento bambini trattati in età prescolare sembrano ottenere maggiori cambiamenti rispetto a bambini trattati in età successive

37 COSA FARE o A SCUOLA: INDIVIDUAZIONE SEGNI PRECOCI DIDATTICA E RECUPERO INVIO A SERVIZI DI COMPETENZA

38 La Scuola dell Infanzia svolge un ruolo di assoluta importanza sia a livello preventivo, sia nella promozione e nell avvio di un corretto e armonioso sviluppo del bambino in tutto il percorso scolare, e non solo. (dalle Linee Guida, 12 luglio 2011)

39 SCUOLA INFANZIA rafforza l identità personale, l autonomia e le competenze dei bambini consolida le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche e intellettive del bambino individua casi a rischio o con sintomo per diagnosi precoce non cronicizzazione ma recupero

40 SEGNI PRECOCI indicatori di rischio DSA in età prescolare Confusione di suoni, frasi incomplete, sintassi inadeguata Inadeguata padronanza fonologica Difficoltà nella copia da modello e disordine nello spazio del foglio Difficoltà di memoria e a imparare filastrocche Difficoltà di attenzione e concentrazione

41 SEGNI PRECOCI indicatori di rischio DSA in età prescolare Manualità fine difficoltosa Goffaggine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare Difficoltà a ripetere sequenze ritmiche difficoltà nell accesso lessicale (disnomia); difficoltà nelle competenze comunicativo-linguistiche, motorioprassiche, uditive e visuospaziali in età prescolare anamnesi familiare positiva Fatica nel conteggio fino a 5, principio cardinalità e capacità di comparazione

42 DIDATTICA E RECUPERO: Prerequisiti all apprendimento 1. Prerequisiti costruttivi 2. Prerequisiti esecutivi

43 1. Prerequisiti costruttivi Sono intesi come la capacità del bambino di smontare le parole, di individuare i suoni e le sillabe LINGUAGGIO Rappresentano le operazioni cognitive e linguistiche necessarie per tradurre le rappresentazioni mentali e le forme linguistiche orali nel sistema simbolico proprio della lingua scritta

44 IL BAMBINO PER PARLARE NON HA BISOGNO DI CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA, NE HA BISOGNO PER LEGGERE E SCRIVERE IN UN SISTEMA ALFABETICO PERCHE L ORTOGRAFIA ALFABETICA E BASATA SU STRUTTURE FONEMICHE E la componente fonologica del linguaggio ad essere deficitaria nei bambini con dislessia evolutiva o disturbo specifico di apprendimento CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA

45 CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA Il passaggio principale dell apprendimento della lingua scritta è quello in cui il bambino comprende che i grafemi rappresentano i suoni delle parole e poi che le lettere e le sillabe uguali sono pronunciate in modo uguale in parole diverse.

46 INFATTI studi sulle prime fasi dell apprendimento della lettura e della scrittura hanno evidenziato che 1. la consapevolezza fonologica precede e accompagna tale apprendimento 2. un allenamento sulle competenze fonologiche facilita l acquisizione della abilità iniziali di lettoscrittura

47 QUINDI: Esiste una correlazione altamente significativa tra la capacità di riconoscere correttamente i suoni e la capacità di scrittura e lettura nel primo anno della scuola primaria I bambini, più abili fonologicamente, imparano più facilmente la corrispondenza grafema fonema e a stabilizzarne la corrispondenza. I bambini con difficoltà fonologiche non sono in grado di smontare la parola nei pezzi che la costituiscono che sono prima le sillabe e poi i fonemi.

48 LAVORO SULLA CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA Troppo spesso i prerequisiti fonologici sono stati trascurati a vantaggio degli aspetti grafo-motori. Infatti, nella scuola dell infanzia, numerose sono le attività rivolte a sviluppare le competenze percettive e manipolative (visive, uditive, tattili), le abilità motorie e l organizzazione temporale e spaziale. La scrittura non è semplice operazione grafica, ma capacità di saper analizzare la parola come sequenza di suoni

49 4 concetti fondamentali: 1. Quanti elementi ci sono in una parola 2. Quali sono gli elementi della parola 3. Come questi elementi sono disposti 4. Come questi elementi sono rappresentati Es. MELA

50 ESERCIZI PER SVILUPPO DELLE ABILITA METAFONOLOGICHE Prova n 1 (Suono Iniziale): Chiedere la bambino di riferire il primo "suono" (o della parola ascoltata) Prova n 2 (Suono Finale): Chiedere al bambino di riferire l ultimo "suono Prova n 3 (Segmentazione Fonemica): Chiedere al bambino di riferire tutti i "suoni" (tutte le parti) delle parole ascoltate Prova n 4 (Fusione Fonemica): Chiedere al bambino di identificare (indovinare) la parola che l esaminatore presentarerà un pezzo alla volta

51 ESERCIZI PER SVILUPPO DELLE ABILITA METAFONOLOGICHE riconoscimento di parole lunghe e corte completamento uditivo parole che iniziano con lo stesso suono (sillaba) fusione di suoni in parole coppie di parole da identificare come uguali o diverse (pane-cane)

52 Importante. Nominare sempre le lettere in modo corretto: L e non elle, V e non vi, F e Z e non zeta.. Da raccomandare anche ai familiari

53 ALLENAMENTO DELLA PERCEZIONE UDITIVA L apprendimento della lettura e della scrittura dipendono da buone abitudini di ascolto; se il bambino non prende dimestichezza con diversi modelli sonori e non distingue parole simili per suono, non riuscirà a leggere e scrivere correttamente. La percezione uditiva non è la capacità di sentire suoni o rumori, bensì la capacità di selezionarli ed interpretarli.

54 ALLENAMENTO PERCEZIONE UDITIVA: attività con le mani e con il corpo riproduzione di ritmi con le mani discriminare suono/silenzio facendovi corrispondere movimento/inattività discriminare suono veloce/suono lento/silenzio facendovi corrispondere corsa/camminata/pausa dare una risposta motoria ad un ritmo precedentemente ascoltato (es.: due battiti/silenzio/un battito = due passi/pausa/un passo);

55 ALLENAMENTO PERCEZIONE UDITIVA: attività con le mani e con il corpo Associare una diversa risposta motoria ad un diverso stimolo sonoro (es.: suono di tamburo = alzo le braccia; triangolo = batto le mani) Gioco della localizzazione della sorgente sonora: bendare il bambino, suonare uno strumento in un punto della stanza e chiedere al bambino di individuare la provenienza del suono.

56 ALLENAMENTO PERCEZIONE UDITIVA: attività con le mani e con il corpo Gioco della discriminazione della sorgente sonora: bendare il bambino, suonare uno strumento scelto fra tre o quattro presentati e chiedere al bambino di indicare lo strumento suonato. Gioco della sequenza sonora: bendare il bambino, suonare due o tre strumenti in successione e chiedere al bambino di nominare gli strumenti in ordine dal primo all ultimo.

57 ALLENAMENTO PERCEZIONE UDITIVA L uso di rime e filastrocche facilita il bambino nel suo processo di percezione, classificazione, produzione e combinazione dei diversi fonemi. Le canzoncine consentono di lavorare sulla percezione in modo divertente, utili per la discriminazione di alcuni suoni. La lettura di libri-narrazione è cruciale, perché il libro, costituendo con le sue immagini una mediazione tra il mondo degli oggetti realmente esistenti e la pura rappresentazione attraverso le parole, non solo arricchisce le conoscenze dei bambini e favorisce l esercizio di un linguaggio/pensiero decontestualizzati ma, anche, comporta una peculiare forma di interazione verbale dove i ruoli sono ben distinti.

58 Lettura di libri Prima di leggere un libro : mostrarlo, leggere il titolo e incoraggiare i bambini a prevedere di che cosa parlerà il racconto, anticipando e creando uno scopo per la lettura del libro. Mentre si legge : dare un feedbacck incoraggiante aiutando il bambino a comprendere la storia, in modo da aumentare la fiducia e l autostima con un atteggiamento di conferma; utilizzare il rispecchiamento costruttivo, il che significa ripetere il contenuto espresso dal bambino con le sue stesse parole o con una minima parafrasi. Dopo aver letto : incoraggiare i commenti spontanei dei bambini, aiutarli a mettere in relazione il libro con altri libri, a drammatizzare o a compiere attività connesse alla storia letta costruendo qualcosa con carta, didò, pasta pane, disegni.

59 ALLENAMENTO DELLA PERCEZIONE VISIVA Per iniziare a leggere e a scrivere è necessario aver raggiunto un adeguato sviluppo percettivo-visivo che consenta: l identificazione e il riconoscimento delle lettere.

60 ALLENAMENTO DELLA PERCEZIONE VISIVA classificare: per forma, per colore, per uso mettere in ordine dal più piccolo al più grande e viceversa esprimere giudizi sulle quantità: di più, di meno contare oggetti concetti topologici riferiti a sé: mi metto sotto il tavolo, salgo sulla sedia, entro nel cerchio concetti topologici riferiti agli oggetti: metto le matita rossa nella scatola, la bambola sotto il cuscino.

61 Strategie centrate sul bambino Comunicare faccia a faccia (modalità verbale, prosodica, gestuale, facciale, corporea) Centrarsi sul bambino Seguire l interesse del bambino Commentare in diretta

62 Strategie che promuovono l interazione Parlare con un ritmo lento Fare frequenti pause per favorire la presa di turno conversazionale Usare turni bilanciati nella conversazione Cogliere e confermare il successo comunicativo Fare domande aperte

63 Strategie che modellano il linguaggio Semplificare il linguaggio Ripetere frequentemente le frasi Denominare in modo contingente Descrivere Stimolare l apprendimento di una parola-target Ristrutturare

64 Strategie che promuovono l emergere del discorso Dare spiegazioni e suggerimenti Esprimere in modo organizzato i contenuti, i sentimenti, i desideri impliciti Fare riferimento all esperienza passata e futura Aiutare a raccontare eventi Aiutare ad esplicitare i punti di vista

65 2. Prerequisiti esecutivi non determinano una reale competenza della lettura si attengono alla realizzazione del sistema scritto: - segno grafico, - coordinazione occhio-mano, - orientamento spaziale, - adeguatezza del segno grafico - direzionalità

66 SVILUPPO DELLE CAPACITÀ GRAFICHE Intorno ai 20 mesi il bambino è in grado di tracciare le prime forme chiuse si sviluppa il disegno a 5 anni il bambino entra spontaneamente nella fase precalligrafica; dai 7 ai anni si ha lo sviluppo della fase calligrafica

67 Esercizi grafici sul piano orizzontale: su fogli A3 il bambino esegue tracce grafiche attraverso movimenti manuali fini (con la matita, o con le matite colorate o con i pennarelli )

68 Da osservare: come il bambino impugna la matita come sta seduto controllo della postura; controllo della pressione sul foglio (più marcato/più sfumato) controllo del gesto (non esco dai contorni) controllo del tratto (più spesso o più sottile)

69 Esercizi grafici

70 Esercizi di prescrittura

71 INSEGNARE LA SEQUENZIALITÀ DEL GESTO GRAFICO

72 Esercizi di riconoscimento di forme, colori proporre ai bambini attività sotto forma di gioco chiedendogli di cercare tutti gli oggetti con un determinato colore o con una determinata forma (es.: con i blocchi logici); chiedere ai bambini di trovare, tra tanti oggetti quello uguale ad un modello proposto allenare anche la memoria visiva proponendo ai bambini di osservare un gruppo di oggetti e di individuare dopo quello mancante;

73 Esercizi grafia composizioni con i blocchi logici su imitazione di un modello; riproduzione di ritmi forme/colore (prima con gli oggetti, dopo con il disegno);

74 Copie da modelli

75 Esercizi per la costanza della forma Le costanze sono fenomeni innati del nostro apparato percettivo. Quest ultimo valuta le caratteristiche reali di forma, colore, grandezza, luminosità La costanza di forma è quella che ci permette di riconoscere tanti triangoli in mezzo a quadrati, cerchi, rombi, anche se variano le dimensioni o l inclinazione.

76 Un bambino che impara a leggere deve vincere l attrazione della costanza di forma, poi distinguere e selezionare. b p q d

77 SVILUPPO PSICOMOTORIO La motricità è propriamente la capacità di compiere tutti i movimenti possibili con il proprio corpo. Tale facoltà rappresenta, inoltre, in senso prettamente evolutivo, un accesso primario e insostituibile verso l interazione con gli altri e con l ambiente.

78 Lo schema corporeo consapevolezza del proprio corpo consapevolezza delle diverse parti che compongono il corpo riconoscimento delle diverse parti del corpo (a cosa servono, quante sono) rappresentazione grafica della figura umana.

79

80 La lateralità Non è detto che sia stabilizzata Osservare se il bambino usa sempre la stessa mano per prendere gli oggetti o per disegnare, se usa lo stesso piede per calciare e lo stesso occhio per guardare (ad esempio attraverso un rotolo di cartone) Fare attenzione se il bambino copia in modo speculare

81 Autonomia mangiare, usare le posate, masticare vestirsi, svestirsi, mettere e togliere le scarpe igiene personale utilizzo e gestione del materiale piccoli incarichi

82 Il gioco simbolico. apre la strada alla creazione di un pensiero astratto, all immaginazione e alla creatività fornisce inoltre al bambino l uso del linguaggio contestualizzato, stimolando lo sviluppo delle abilità comunicative e linguistiche. permette azioni abitualmente messe in atto da altri rappresenta idea che bambino si è fatto di particolare realtà

83 INVIO A SERVIZI DI COMPETENZA In caso di persistenza di difficoltà è indicata la segnalazione ai genitori per il successivo invio ai servizi sanitari per l età evolutiva

84 INDISPENSABILE LA CONDIVISIONE E LA COLLABORAZIONE CON LA FAMIGLIA Parlare ai genitori delle difficoltà del figlio in modo sereno Essere propositivi sulla strada da intrapprendere per aiutarli Chiedere insieme aiuto ai tecnici

85 Autismo Ritardo mentale CASI CLINICI, caratteristiche peculiari Disturbi alimentazione Disturbi ansia Disturbi somatoformi Disturbo del comportamento

86 CASI CLINICI sintomo LINGUAGGIO non funzionale all espressione del disagio

87 Autismo Ritardo o assenza del canale verbale e non verbale Mancata risposta alla comunicazione altrui Incapacità a iniziare e sostenere dialogo Uso stereotipato e ripetitivo del linguaggio (ecolalia) Uso del tu al posto dell io (inversione pronominale) Uso idiosincrasico (creativo-fantastico) delle parole (uso di espressioni strane e bizzarre) Anomalia nella prosodia Movimenti stereotipati, gesti ripetitivi senza finalità, rituali Assenza o povertà nel gioco con interessi ristretti e stereotipati

88 Ritardo mentale Funzionamento intellettivo al di sotto dell età cronologica (QI< 70) Deficit del funzionamento adattivo: incapacità di adegaursi agli standard della sua età e del suo ambiente culturale in comunicazione, cura di sé, capacità sociali e interpersonali.. Linguaggio: ritardo acquisizione, povertà lessicale, difficoltà di comprensione

89 Disturbi alimentazione in età evolutiva Non è anoressia fisiologica: tra 18 mesi e 3 anni, diminuzione normale appetito Condotte alimentari deviate 1. rifiuto prolungato di mangiare 2. estrema selettività nel cibo (tipo e consistenza) 3. comportamenti di iperalimentazione (di solito associati a stati di infelicità e ansia) 4. ruminazione e rimasticazione del cibo 5. tendenza a mangiare sostanze non commestibili (carta, plastica) Pica

90 Disturbi D ansia Reazione emotiva inadeguata e persistente alla separazione dalla figura di riferimento(madre) Scarsa consolabilità Scarso controllo emotività e pensieri relativi a paure irrealistiche di separazione Ansia sociale: sintomi somatici di espressione paure di essere valutato Fobie specifiche: eccessive remissioni che interferiscono con normale iter quotidiano

91 Disturbi somatoformi Corpo come teatro di un disagio emotivo Sintomi transitori e intensità variabile ma persistenti Disturbi gastrointestinali: coliti, vomito, dolori addominali Disturbi respiratori: asma Disturbi cutanei: eczema, alopecia

92 Disturbo del comportamento ADHD: disturbo da deficit di attenzione e iperattività: difficoltà di attenzione e concentrazione, incapacità di controllare impulsività e livelli di attività motoria DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO: atteggiamento persistente di sfida, disubbidienza e ostilità verso autorità. Perdita del controllo, litigiosità verso pari, irritabilità e essere dispettosi

93 Grazie per l ascolto!

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