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1 Associazione Nazionale Industriali Privati Gas e Servizi Energetici Piazza Luigi di Savoia Milano Telefono: ; Telefax: info@assogas.it Codice Fiscale All. Prot. 91/13 AUTORITA PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS Documento per la consultazione n. 58/2013/R/gas Mercato del gas naturale - Riforma delle condizioni economiche nel servizio di tutela Orientamenti finali Osservazioni e proposte ASSOGAS Milano, 14 Marzo 2013 Ufficio Distaccato: Viale L. Pasteur, Roma

2 Osservazioni di carattere generale Tra gli obiettivi virtuosi che si propone la riforma prospettata nel presente documento, tutti pienamente condivisibili, quello che riteniamo sia davvero fondamentale è la promozione di un assetto concorrenziale stabile in quanto da esso dipendono necessariamente anche tutti gli altri, in primis la possibilità di poter trasferire dei benefici ai clienti finali. Siamo certi che anche l AEEG ne abbia piena consapevolezza. Tuttavia riscontriamo, ancora una volta, nella proposta regolatoria illustrata degli elementi che, contrariamente agli scopi preposti, a nostro avviso, finiranno per essere di ostacolo al dispiegarsi di corrette dinamiche concorrenziali andando ad alterare e compromettere gli equilibri di un mercato ancora in fase di sviluppo. Quali operatori che non vogliono sottrarsi alle sfide che presenta questa particolare fase di evoluzione del mercato del gas, nazionale ed europeo, siamo disponibili a confrontarci con obiettivi anche sfidanti ma non impossibili. Un obiettivo, sia pur sfidante ma potenzialmente raggiungibile, può incentivare comportamenti efficienti. Al contrario un obiettivo irraggiungibile non determina alcun beneficio per il sistema ma, anzi, si traduce in una mera penalizzazione per le imprese, andando a comprometterne il loro equilibrio economicofinanziario. Alla luce di tali presupposti, ASSOGAS non può che ribadire forte contrarietà relativamente all impostazione del DCO in oggetto che, confermando in sostanza, a nostro avviso, quanto anticipato nel precedente DCO 471/2012/R/GAS, non fornisce elementi significativamente risolutivi alle criticità da noi evidenziate nella precedente fase di consultazione, nonostante introduca alcune revisioni rispetto all impianto inizialmente proposto. Si tratta, tuttavia, di interventi transitori e parziali che non risolvono strutturalmente le problematiche da noi già sollevate. In generale, infatti, l intervento prospettato, inserendosi nel processo, già da tempo avviato dall AEEG, di imposizione e consolidamento di una iper regolazione del settore della vendita al dettaglio, ne inasprisce l efficacia, spingendosi a definire puntualmente costi e margini degli operatori. Tale impostazione, condizionando fortemente le politiche di approvvigionamento degli operatori, ostacola pesantemente lo svilupparsi di dinamiche concorrenziali che dovrebbero, al contrario, essere caratteristiche di un attività libera, come quella della vendita, in cui costi e rischi vengono gestiti e valorizzati nell ambito della discrezionalità imprenditoriale e delle opportunità offerte dai mercati cosiddetti maturi. Prima di entrare nel merito delle proposte illustrate nel DCO, dobbiamo, purtroppo, esprimere il nostro disappunto per la scelta dell AEEG di presentare questa riforma così significativa in maniera incompleta, non essendo ancora note le proposte, in fase di studio, relative alla revisione della QVD. Tale situazione non consente agli operatori di valutare compiutamente la portata, in termini economici, dei provvedimenti presentati, essendo, come noto, la valorizzazione della QVD un elemento estremamente rilevante. Per questo, lascia fortemente perplessi la scelta dell AEEG di affrettare la fase di consultazione della proposta relativa alla riforma della CCI, nonostante la sua complessità e la molteplicità di variabili che necessariamente devono essere valutate, volendo sostituire le componenti di costo attualmente previste con nuove voci relative a fattori di compensazione (CCR grad) e di rischio (CCR), senza contestualmente riuscire a proporre il DCO di revisione della QVD (i cui elementi valutativi, oltre che essere noti, dovrebbero essere estremamente più semplici). La tempestiva pubblicazione di questo documento, se pur data per imminente, non avrà ormai efficacia in tal senso in quanto la relativa fase di consultazione si svolgerà soltanto a chiusura della presente: ancora una volta si è persa un occasione per costruire con gli operatori un confronto costruttivo, aperto e trasparente, non mettendoli nelle condizioni di poter conoscere pienamente le reali intenzioni dell AEEG e l intero disegno regolatorio ipotizzato Tuttavia, in attesa di valutare quelle che saranno le proposte specifiche dell AEEG relativamente alla revisione della QVD, con l occasione giova ricordare che tale componente non è più da tempo coerente con i costi funzionali allo svolgimento dell attività 2

3 di vendita al dettaglio: gli operatori, infatti, devono far fronte a voci di costo sempre più rilevanti, alcune delle quali mai valorizzate come, per esempio, le perdite sul credito al mercato tutelato, in considerazione del crescente fenomeno morosità, e gli oneri finanziari legati alle tempistiche di fatturazione al cliente finale. Entrando nel merito, crediamo che già i presupposti su cui tale riforma intende basarsi non siano, purtroppo, fondati. In primis, la constatazione che il mercato all ingrosso si sia evoluto nel corso degli ultimi anni, più in Italia che in Europa, allineando i propri prezzi a quelli degli altri riferimenti europei soprattutto per effetto di una forte contrazione della domanda interna non ci autorizza a supporre che tale situazione possa dirsi strutturale. L auspicata uscita dalla crisi economica del Paese potrebbe sicuramente avere qualche effetto in tal senso. Inoltre, è bene ricordare che il prezzo considerato come riferimento al mercato all ingrosso (PSV) non è tuttavia completamente rappresentativo delle condizioni di approvvigionamento per le società retail che forniscono il mercato tutelato in quanto i prodotti scambiati al PSV non presentano generalmente i requisiti funzionali alla fornitura del mercato tutelato, quali, per esempio, le caratteristiche di programmabilità e flessibilità dei volumi. È quindi, a nostro avviso, opportuno riflettere ancora su quale sia correttamente il segnale di prezzo del gas all ingrosso da trasferire ai clienti finali serviti in tutela. In quest ottica intravediamo elementi di ragionevolezza nell ipotesi di utilizzare il riferimento al nascente mercato a termine, se non fosse che la tempistica prospettata appare decisamente irrealizzabile. Non crediamo si possa, infatti, attuare una riforma così importante solo sulle previsioni di funzionamento di un mercato che verrà, di cui tutti gli operatori non possono che ignorare dinamiche, logiche e relativi rischi e, allo stesso tempo, non riteniamo che, in tal senso, possa essere d aiuto mutuare esperienze maturate su mercati solo parzialmente analoghi, come quelli dell energia elettrica. E quando anche fosse stato avviato questo nuovo mercato, crediamo che non si possa prescindere da un tempo congruo di sperimentazione (almeno mesi) per avere certezza che esso possa garantire le necessarie caratteristiche di liquidità e stabilità dei prezzi e per consentire agli operatori di comprenderne i relativi meccanismi nonché testare l efficacia dei regolamenti in caso di comportamenti imprevisti o strumentali da parte degli operatori per individuarne gli opportuni aggiustamenti. Inoltre, essendo il progetto fortemente invasivo sugli attuali equilibri di mercato, auspichiamo che l AEEG ravveda la necessità di avviare una fase di confronto con gli operatori, magari istituzionalizzando un GdL dedicato, per monitorare proprio l andamento del mercato a termine e condividere le logiche di implementazione della riforma ad esso correlata, con particolare riferimento agli aspetti legati alla valorizzazione dei costi e rischi economici connessi. A tal proposito, le componenti a copertura dei rischi proposte nel DCO appaiono inadeguate sia per la metodologia con la quale sono state determinate (ragionamenti di natura statistica/probabilistica non aderenti alla realtà), sia per i livelli economici prospettati fortemente sottostimati e, pertanto, non corrispondenti ai reali rischi economici in gioco (quindi non cost reflective ). I metodi di calcolo ipotizzati risultano inappropriati in quanto fondati su elementi caratteristici dell attuale situazione contingente di mercato, assumendo, irrealisticamente, che essi non vadano più a mutare. Pertanto, in attesa che si arrivi alla maturità del mercato a termine, accogliendo la necessità dell AEEG di incentivare gli operatori della vendita ad approvvigionarsi in maniera maggiormente efficiente, si potrebbe mantenere la struttura del prezzo di riferimento al mercato tutelato attualmente vigente incrementando gradualmente la percentuale rappresentativa del mercato spot e, contestualmente, rivedere la componente QVD in modo da renderla coerente con gli attuali livelli degli oneri economici funzionali allo svolgimento dell attività di vendita retail. 3

4 A nostro avviso è pienamente condivisibile prevedere, in ottica incentivante per la rinegoziazione dei contratti Take or Pay, una crescita graduale del peso del riferimento al mercato spot ma questo non deve comunque eccessivamente discostarsi dalla rappresentazione delle attuali condizioni di mix di approvvigionamento del sistema Italia, che poi si riflettono sulle condizioni economiche a cui le società di vendita riescono ad approvvigionarsi, altrimenti si tornerebbe all imposizione di un obiettivo irraggiungibile. È per questo indispensabile mantenere una coerenza con il peso che lo spot andrà via via ad acquisire rispetto al mix di approvvigionamento nazionale che sarà ragionevolmente crescente anche per effetto della progressiva estinzione (naturale scadenza o risoluzione anticipata a fronte di rinegoziazioni) degli esistenti contratti di lungo termine. Inoltre sarà ovviamente importante garantire proprio quella gradualità prevista dalla normativa (cfr. DL 1/12,art.13) nell attuare tale evoluzione, gradualità temporale che non può essere sostituita dalla previsione di componenti economiche compensative in quanto indispensabile a consentire alle società di vendita di rivedere i propri sistemi di approvvigionamento in ottica più moderna ed efficiente, rendendole così capaci di operare nel mutato contesto di mercato. Venendo meno questa gradualità, sarebbe inevitabile una forte sofferenza economica da parte degli operatori che finirebbe per mettere a rischio non solo le loro prospettive di crescita ma anche la loro stessa esistenza, vanificando gli investimenti sostenuti per sviluppare un libero mercato, anche in relazione al fatto che l improvvisa ed estremamente rilevante contrazione dei prezzi al mercato tutelato potrebbe di fatto bloccare il passaggio dei clienti al mercato libero. A tal proposito, l ipotizzata adozione già ad Ottobre 2013 di un peso spot (riferimento TTF) pari al 100% avrebbe effetti dirompenti per tutti gli operatori ma, soprattutto, temiamo per gli operatori di dimensioni medio-piccole. Se poi ad essa si aggiunge l introduzione di elementi discriminatori degli equilibri concorrenziali, come quelli che continuiamo a ravvedere nei meccanismi incentivanti le rinegoziazioni ivi proposti, temiamo che il rischio di ridurre la numerosità degli operatori sul mercato per tornare ad un sistema di oligopolio, gestito da pochi grandi operatori, sia, purtroppo, fortemente concreto. Si avrebbe così una sorta di regressione del nostro mercato che andrebbe a vanificare gli sforzi fatti durante questo già lungo processo di liberalizzazione con ripercussioni negative per il sistema ma, soprattutto, per gli stessi clienti finali. Certi che tale prospettiva possa essere anche per l AEEG fonte di preoccupazione, ci auguriamo che le nostre istanze possano trovare una forma di accoglimento e che questa riforma, così rilevante, possa trasformarsi in una importante occasione per condividere insieme a tutti i soggetti coinvolti un percorso di crescita del nostro mercato organico, moderno e sostenibile. A tal proposito crediamo, inoltre, non si possa accettare che, pur avendo avviato un processo di liberalizzazione del mercato da più di dieci anni, ancora si applichino condizioni di tutela ad un mercato che riguarda la quasi totalità della clientela domestica. Riteniamo che non sia più rimandabile un intervento in tal senso, accogliendo peraltro anche gli inviti fatti da diversi organismi europei, non ultimo quello dello scorso Febbraio da parte del Comitato Economico UE che, commentando la comunicazione della Commissione UE sul mercato interno dell energia, con estrema chiarezza, stigmatizza il perdurare delle tariffe regolate, dovute essenzialmente a considerazioni politiche nazionali e improntate ad un approccio protezionistico contrario agli interessi dell Unione perché disincentiva i consumatori dal tener conto del costo reale dell energia nei loro comportamenti. Inoltre invita a distinguere le politiche di lotta alla povertà energetica, necessarie ed urgenti, dalle pratiche tariffarie protezionistiche contrarie allo spirito del mercato interno. Infine, se vogliamo guardare, correttamente, agli altri Paesi Europei come riferimento per lo sviluppo del nostro mercato, dovremmo anche riconoscere, con onestà intellettuale, 4

5 l estrema rilevanza del peso fiscale proprio sui prezzi ai clienti finali, un anomalia solo italiana nel panorama europeo, e soprattutto tener conto dei relativi impatti anche sui costi e sui rischi economici dei venditori, chiamati in qualche modo a svolgere l attività di esattori per conto dello Stato. (In molti altri Paesi europei, per esempio, ci risulta sia prevista l applicazione dell IVA con aliquote molto più basse (5%) e, soprattutto, non sia prevista l applicazione delle accise e, quindi, neppure della relativa IVA sulle accise). Osservazioni specifiche Il contesto di mercato L AEEG sostiene che a partire dai primi mesi del 2009 si è avviato un processo che ha determinato condizioni europee favorevoli alla creazione di un nuovo contesto di mercato caratterizzato da prezzi più bassi. I fattori principali, congiunturalmente concomitanti, che hanno determinato tale situazione risiedono sia lato offerta (maggior disponibilità di prodotto) che lato domanda (minor richiesta). Ebbene, come anticipato in precedenza, non riteniamo si possa definire tale fenomeno strutturale, né tantomeno riconoscere questa situazione come stabilmente favorevole. A nostro avviso, se ne ha evidenza dagli stessi grafici proposti dall AEEG, pag. 7 e 8, che confrontano tra loro i prezzi all hub olandese [TTF], quelli indicizzati ai prodotti petroliferi [QE] ed i prezzi spot [rispettivamente TTF, BAUM e PSV] a partire proprio dal Innanzitutto, almeno relativamente alla finestra temporale scelta dall AEEG per l analisi, i prezzi TTF hanno sempre avuto un differenziale importante nei confronti dei prezzi indicizzati ai prodotti petroliferi (eccezion fatta per Nov. 10 Gen. 11), che non si è dunque generato strutturalmente nell ultimo periodo, mentre il confronto relativo tra i vari prezzi spot riferiti a hub diversi dimostra molto chiaramente un parallelismo storico tra TTF e BAUM ed un differenziale altrettanto storico tra loro due ed il PSV. Nei fatti, solo nell ultimo trimestre del 2012 le tre curve hanno subito una forte convergenza. Per questo non riusciamo a comprendere come, sulla base di tali evidenze, si possa definire strutturale questo allineamento e, soprattutto, come si possano fondare, proprio su questo assunto, tutte le ipotesi di valorizzazione delle componenti relative alla gradualità funzionali all attuazione della riforma proposta. Questa considerazione deve essere necessariamente correlata alle modalità con cui l Italia riesce ad approvvigionarsi rispetto agli altri Paesi Europei: come riconosciuto dalla stessa AEEG, in tal senso rilevano la maggiore lontananza geografica dagli influssi del mercato inglese, la minore disponibilità di infrastrutture capaci di ricevere carichi spot GNL a buon mercato, le limitate, seppur crescenti, capacità di interconnessione utilizzabili per gli scambi con gli altri Paesi europei. Infatti, se è vero che le iniziative promosse dall AEEG presso il punto di ingresso di Tarvisio per risolvere il problema degli sbottigliamenti (accesso alle capacità non utilizzate su base dayahead) facilitano gli scambi con l hub austriaco di Baumgarten, parimenti non si può negare che i volumi di gas che possono essere trasportati attraverso le infrastrutture che collegano l Italia al nord Europa non riescono a soddisfare completamente la domanda interna ma che, invece, una quota parte di approvvigionamento, ancora rilevante, sconta contratti di approvvigionamento di lungo termine indicizzati ai prodotti petroliferi. Tale situazione non è destinata a mutare radicalmente a breve, come dimostrato peraltro dalla figura a pag.11 del DCO che rappresenta la durata residua dei contratti di importazione. I dati della tabella a pag. 9 mostrano, in effetti, una crescita del peso percentuale dei volumi riconducibili a contratti di durata inferiore o uguale all anno rispetto al totale importato in Italia, ma stiamo comunque parlando del 15% del 2010 e del 17% del Siamo ben lontani da quel 100% ipotizzato nel DCO come peso dell indice spot da utilizzare già da Ottobre 2013 nella determinazione dei costi della materia prima. A tal proposito, la stessa AEEG (pag. 5

6 15 punto 3.18) indica che le contrattazioni spot (mediate nell anno sui volumi) rappresentano attualmente il 10% circa del mercato, tenendo conto, oltre che delle importazioni derivanti da contrattazioni spot, anche del mercato del bilanciamento. Alla luce di tali considerazioni, ci sembra si possa convenire che la situazione italiana appare decisamente ben diversa, per esempio, da quella del Belgio, Paese limitrofo al mercato inglese e ad esso direttamente collegato, che peraltro ha solo recentemente adottato una completa indicizzazione al mercato spot. Parimenti giova evidenziare che in altri Paesi, con strutture di approvvigionamento più simili a quella italiana, la struttura tariffaria dei prezzi di riferimento è stata, è vero, rivista incrementando il peso percentuale dello spot ma sempre riconoscendo e riflettendo in tariffa la coesistenza di un mix di formule di indicizzazioni diverse, comprese quelle riferite ai prodotti petroliferi (come noto, per esempio, la Francia ha recentemente innalzato il peso percentuale dello spot al 36%). La riforma delle condizioni economiche di tutela proposta dall AEEG. Anche alla luce degli elementi sopra evidenziati relativamente al contesto di mercato in cui va ad inserirsi la riforma in oggetto, potremmo condividere l intento dell AEEG di innescare con essa un circolo virtuoso volto a sviluppare ulteriormente la liquidità e la concorrenzialità del mercato spot del gas. Tuttavia non possiamo che esprimere forti perplessità sulla volontà dell AEEG di andare fortemente a condizionare le strategie di approvvigionamento degli operatori, obbligandoli a riforme strutturali delle loro politiche di acquisto, inseguendo, peraltro, segnali di prezzo determinati da particolari situazioni contingenti. Intravediamo in questa forzatura un rischio per il Sistema: qualora dovessero mutare alcuni elementi di contorno determinando un inversione delle convenienze tra prezzi Italia e prezzi Europa, gli operatori, proprio in virtù delle scelte fatte seguendo i dettami dell AEEG, si troverebbero a dover sopportare notevoli oneri economici e, probabilmente, avrebbero a quel punto anche il diritto di chiederne una socializzazione essendo, di fatto, il frutto di scelte obbligate. Non possiamo che esprimere contrarietà nei confronti di questa impostazione, contrarietà accentuata con riferimento anche ai previsti meccanismi per la rinegoziazione dei contratti di lungo termine, proposti come soluzione delle criticità sopra esposte. Rispetto al precedente DCO apprezziamo la maggiore trasparenza con cui finalmente si presentano tali meccanismi, assimilabili, in sostanza, ad una sorta di capacity payment, ma che, proprio per questo, continuano a rappresentare, a nostro avviso, elementi fortemente discriminatori e, quindi, distorsivi degli equilibri competitivi tra operatori. Peraltro, la loro apparente legittimità deriva proprio dalla discutibile ingerenza dell AEEG nelle politiche di approvvigionamento degli operatori che non tiene conto delle posizioni di rischio già da essi assunte sostenendo ingenti investimenti (oltre il 75% dei contratti di importazione ha durata residua superiore ai 5 anni). In sostanza la riforma proposta dall AEEG, volendo stravolgere gli attuali meccanismi di approvvigionamento del Sistema, rischia di comprometterne anche la sicurezza poiché gli operatori, legittimamente, potrebbero non volersi assumere rischi non remunerati e, quindi, potrebbero adottare comportamenti non più funzionali alla garanzia di sicurezza del sistema (es. politiche di riempimento dello stoccaggio nel caso di non convenienza economica). Come sopra anticipato, l intervento dell AEEG, benché il mercato su cui incide sia non regolato, vuole definire, in modo invasivo, come gli operatori dovrebbero approvvigionarsi per poter fornire il mercato tutelato (che, data l entità, rappresenta poi la totalità del mercato domestico) ma anche come gestire i rischi connessi secondo una metodologia che tende ad uniformare i comportamenti e le organizzazioni di tutti gli operatori, peraltro adottando criteri di valorizzazione, a nostro avviso, non cost reflective. 6

7 Per esempio, assumere che i livelli di prezzo che si formeranno sul mercato a termine siano rappresentativi delle condizioni economiche a cui si approvvigionano le società di vendita retail appare troppo semplicistico e non allineato alla prassi operativa. Si pensi alla gestione (obbligatoria, per motivi fisici) dello stoccaggio che, come noto, prevede l acquisto di volumi in estate, la relativa immissione ed infine l erogazione degli stessi durante il successivo periodo invernale: in quello stesso periodo i prezzi di riferimento che si formeranno sul mercato a termine siamo sicuri riusciranno a riflettere correttamente i costi associati a tale movimentazione che invece è avvenuta almeno 6 mesi prima? Si pensi, inoltre, alla impossibilità per società di vendita retail e operatori all ingrosso di negoziare un pricing adeguato e corredato di adeguate coperture rispetto ad un prezzo di riferimento che viene fissato di trimestre in trimestre sulla base di quotazioni forward determinate in un periodo temporale ristretto. Anche alla luce di quanto sopra esposto, rimandare ad un secondo momento l introduzione del riferimento al mercato a termine nella definizione dei prezzi al mercato tutelato appare, come anche ipotizzato dalla stessa AEEG, una scelta di fatto obbligata. Tuttavia anche l ipotesi di mantenere il riferimento al solo indice PMKT, prevedendo già da Ottobre 2013 un indicizzazione pari al 100%, appare, per tutto quanto sopra esposto, illegittima ed infondata. Proprio con riferimento alla legittimità dell intervento, non bisogna dimenticare che il compito dell AEEG di definire un prezzo di riferimento per il mercato di tutela, ai sensi del decreto legislativo 93/2011, deve necessariamente intendersi come transitorio, come peraltro ribadito dalla Corte di Giustizia Europea, e, soprattutto, deve garantire la copertura dei costi effettivi sostenuti dagli operatori. In questa ottica si rafforza ulteriormente l esigenza di una gradualità temporale che non può esaurirsi in soli 2 trimestri (Aprile - Settembre). Peraltro continuiamo a far presente che, in ogni caso, nei due trimestri considerati si va ad incidere, riducendole, sulle marginalità degli operatori in quanto è evidente che il prodotto da vendere in questo periodo è stato già approvvigionato e che quindi non è possibile per gli operatori stessi rivedere, in coerenza con il nuovo provvedimento, le proprie politiche di approvvigionamento. La proposta ASSOGAS In sintesi, come sopra anticipato, riteniamo che, dato il contesto e le tempistiche ipotizzate dall AEEG per la riforma, estremamente stringenti, in alternativa a quanto proposto nel DCO, sia ragionevole attuare un graduale percorso di riforma che preveda di : I. posticipare l introduzione di riferimenti al mercato a termine nella valorizzazione del costo materia prima ad una fase successiva dopo aver verificato la maturità di questo mercato in termini di disponibilità volumi e stabilità dei prezzi; II. III. istituire un Gruppo di lavoro con gli operatori dedicato a monitorare proprio le fasi di avviamento e sviluppo del mercato a termine al fine di individuarne il grado di maturità raggiunto; nell ambito dello stesso GdL discutere e condividere con gli operatori, data la complessità, le modalità attuative della riforma stessa individuando i riferimenti più opportuni (es. definizione del prezzo Pform da utilizzare nel calcolo della componente CMEM, l utilizzo del profilo medio nazionale, individuazione e valorizzazione corretta dei rischi nel calcolo della CCR, etc..); mantenere, nel frattempo, la struttura tariffaria vigente confermando l attuale articolazione delle componenti a copertura delle singole voci di costo, incrementando gradualmente il peso percentuale della quota spot (PMKT) indicizzata al TTF, in modo che sia incentivante alla rinegoziazione dei contratti Take or Pay ma che, comunque, rimanga coerente con il peso percentuale via via rappresentato dallo spot rispetto al mix di approvvigionamento nazionale; 7

8 IV. rivedere, contestualmente, la componente QVD in modo che sia realmente rappresentativa degli oneri economici connessi all attività di commercializzazione al dettaglio; V. avviare, contemporaneamente, un processo di riduzione del perimetro di tutela per arrivare, a regime, alla protezione delle sole fasce disagiate, accogliendo le istanze promosse dai principali organismi europei. *** Auspicando che le osservazioni qui formulate possano rappresentare per l Autorità un contributo interessante ed utile e dichiarandoci come sempre a completa disposizione per fornire ogni eventuale ulteriore chiarimento, porgiamo cordiali saluti. ASSOGAS Associazione Nazionale Industriali Privati Gas e Servizi Collaterali 8

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