Banking Monitor. Tendenze del settore bancario italiano. Focus. 17 dicembre Nota mensile. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

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1 Tendenze del settore bancario italiano Tassi d interesse. L evoluzione dei tassi bancari prosegue secondo le linee tracciate nei mesi precedenti, con la graduale discesa del costo della raccolta, grazie al calo dei tassi sui depositi, e la resistenza dei tassi sui prestiti. Di conseguenza, si rafforza il recupero della forbice tra tassi attivi e passivi. Prestiti. A ottobre la contrazione dei prestiti alle società non finanziarie è stata pari a -,9% a/a, in peggioramento rispetto al mese precedente. All interno dell aggregato, i prestiti a breve termine sono tornati in forte calo, mentre la componente a medio/lungo ha confermato il notevole tasso di contrazione segnato il mese precedente. Per i prestiti alle famiglie, il calo è rimasto contenuto, al -1,3% a/a. Box La valutazione delle imprese sulle condizioni creditizie Raccolta. La raccolta complessiva delle banche italiane è tornata leggermente in aumento a ottobre, grazie alla dinamica dei depositi. A loro volta, i depositi hanno beneficiato dell accelerazione dei conti correnti, cresciuti del 7,1% a/a, una variazione che non si vedeva da metà 21. Cenni di miglioramento sono giunti anche dalle obbligazioni che, pur restando in forte calo su base annua, hanno mostrato un incremento rispetto a settembre, per la prima volta da inizio anno. 17 dicembre 213 Nota mensile Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche Industry and Banking Elisa Coletti Economista Tiziano Lucchina Economista Daniela Piccinini Database management Risparmio gestito. Il mercato italiano dei fondi comuni aperti dopo la battuta di arresto di settembre è tornato a ottobre a registrare un flusso di raccolta netta positivo, riprendendo il trend avviatosi sin da fine 212. Il risultato è attribuibile principalmente ai fondi flessibili e agli azionari, mentre i fondi obbligazionari hanno ottenuto un saldo negativo di raccolta per il secondo mese consecutivo. Per le assicurazioni dei rami vita, le statistiche ANIA confermano la crescita della raccolta premi nel 3 trimestre dell anno e nel mese di ottobre. Focus L accesso al credito delle PMI italiane a confronto con le valutazioni espresse dalle PMI dell area euro. Nell indagine Survey on Access to Finance of SMEs in the euro area le PMI italiane rispetto alle PMI europee hanno evidenziato maggiori costi di produzione e del lavoro e difficoltà di accesso al credito, indicando una contrazione dei fatturati più marcata. Le PMI italiane hanno fatto ancora ricorso soprattutto alle linee di credito e al credito commerciale per fronteggiare i fabbisogni finanziari (a causa anche dell insufficienza dei fondi interni). La quota di PMI che hanno registrato un aumento del rapporto tra debiti e totale attivo è rimasta elevata, superiore alla media europea. La disponibilità di credito è stata giudicata in calo, principalmente per le difficoltà della situazione economica generale e l attenzione delle banche a fornire credito. Ciò nonostante le PMI italiane si attendono un aumento della disponibilità di credito da parte delle banche.

2 17 dicembre 213 Tendenze del settore bancario italiano Continua la discesa dei tassi sui depositi L evoluzione dei tassi bancari prosegue secondo le linee tracciate nei mesi precedenti, con la graduale discesa del costo della raccolta, grazie al calo dei tassi sui depositi, e la resistenza dei tassi sui prestiti. Di conseguenza, si rafforza il recupero della forbice tra tassi attivi e passivi. Elisa Coletti Continua la riduzione del costo della raccolta, grazie al calo dei tassi sui depositi che, a sua volta, risente della significativa discesa dei tassi offerti alle società non finanziarie. A ottobre, in particolare, si è osservata una notevole riduzione del tasso sui nuovi depositi con durata prestabilita delle società non finanziarie, sceso a 1,2% da una media di 1,7% nel 3 trimestre. Questo andamento ha consentito al tasso medio complessivo sui nuovi depositi con durata prestabilita di restare ai minimi da marzo 211 (a 1,81%, 2pb in meno su settembre), nonostante il rimbalzo del tasso sui nuovi depositi a tempo delle famiglie. Quest ultimo è risalito di 12pb m/m a 1,9% soprattutto per effetto dell aumento dei tassi sui nuovi depositi con vincolo oltre 1 anno, tornati sopra il 2% (+2pb m/m a 2,7%). Per i vincoli fino a 1 anno la variazione mensile è stata più contenuta, sebbene anch essa in aumento (+7pb m/m a 1,89%). I rimbalzi in alcune componenti di costo marginale non compromettono la tendenza riflessiva del tasso complessivo sulla consistenza dei depositi con durata prestabilita, sceso a ottobre di pb m/m a 2,1%, confermandosi ai minimi da due anni. Tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita delle famiglie e delle società non finanziarie (%) Depositi con durata prestabilita delle società non finanziarie delle famiglie ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: Banca d Italia Tassi medi sui depositi con durata prestabilita: nuove operazioni e consistenze in essere (%) Nuove operazioni Consistenze ott ott6 ott7 ott8 ott9 ott1 ott11 ott12 ott13 Fonte: Banca d Italia Anche i tassi sui conti correnti si sono confermati in calo a ottobre, in media a,2%, dallo,% di settembre. Il calo è stato trainato dal tasso sui conti correnti delle società non finanziarie, sceso di pb m/m a,78%, ai minimi dalla primavera 211, dopo la notevole contrazione del mese precedente (-11pb m/m). Anche il tasso sui conti correnti delle famiglie si è ridotto, di 2pb m/m a,29%, dopo essere rimasto fermo a,31% nei tre mesi precedenti. E quindi proseguito il calo del tasso medio sullo stock di depositi, sceso a ottobre sotto l 1%, per la prima volta da due anni, a,99%, -3pb su settembre. In particolare, si è consolidato l annullamento del differenziale di tasso favorevole alle società non finanziarie rispetto alle famiglie, già osservato il mese precedente. Ad ottobre, infatti, il tasso sullo stock di depositi delle società non finanziarie è sceso a,96% (-6pb m/m), sotto il livello del tasso sui depositi delle famiglie (1%, -2pb m/m). Non accadeva da tre anni. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 2

3 17 dicembre 213 Tassi sui depositi in conto corrente di famiglie e società non finanziarie (%) Tasso c/c famiglie 1, Tasso c/c società non finanziarie 1,2 1,,8,6,,2, ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: Banca d Italia Tassi medi sulle consistenze dei depositi complessivi di famiglie e società non finanziarie, esclusi i pronti contro termine (%) Famiglie Società non finanziarie 1, 1,2 1,,8,6,,2, ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: Banca d Italia Diversamente, il tasso sullo stock di obbligazioni si conferma resistente, con cenni di aumento a ottobre a 3,6%, dopo due mesi a 3,3% (3,2% la media nei primi nove mesi del 213). Le statistiche Banca d Italia sulle nuove emissioni a tasso fisso riportano un assestamento del tasso medio sul livello di settembre, a 3,%, relativamente elevato rispetto ai mesi precedenti e presumibilmente legato al ritorno delle banche italiane sul mercato internazionale all ingrosso. L effetto combinato della discesa dei tassi sui depositi e della riduzione dell incidenza delle obbligazioni è il continuo calo del costo complessivo della raccolta in essere, pur rallentato nei mesi più recenti, con un altro -1pb m/m a ottobre all 1,73% 1, ai minimi da metà 211. Tassi sulla raccolta bancaria consistenze (%) Tassi su obbligazioni bancarie in essere e nuove emissioni (%) 6 Medio raccolta Depositi inclusi pct Obbligazioni ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Intesa Sanpaolo 3 2 medio sulle consistenze 1 medio emissioni a tasso fisso (periodo di determinazione iniziale del tasso > 1 anno) ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: Banca d Italia A fronte della discesa del costo della raccolta, i tassi sui prestiti confermano la resistenza, conseguente alle azioni di repricing attuate dalle banche. Dopo il calo registrato nella prima metà del 212, da diversi mesi il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese continua a mostrare oscillazioni nella fascia tra 3, e 3,6% con una media di 3,2% da gennaio 213. A ottobre è tornato a ridursi, mediando andamenti contrapposti tra il tasso sulle operazioni di minore importo, nuovamente in aumento, e quello sui prestiti sopra 1 milione, in calo. In dettaglio, il dato medio è sceso di pb m/m a 3,1%, proseguendo nelle oscillazioni già segnate nei mesi precedenti (tassi riferiti ai finanziamenti diversi dai conti correnti e prestiti rotativi). Ancora una volta l andamento è stato determinato dal tasso sui nuovi prestiti superiori a 1 milione, sceso di 12pb m/m per tornare al 2,86% di agosto, avendo annullato l aumento di settembre. 1 Costo medio della raccolta calcolato ponderando con i volumi al netto delle obbligazioni detenute da IFM italiane, dei depositi di controparti centrali e di quelli in contropartita di prestiti ceduti e non cancellati. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 3

4 17 dicembre 213 Diversamente, il tasso sui nuovi prestiti fino a 1 milione ha riassorbito quasi interamente il calo segnato nel mese precedente, con un aumento di 16pb m/m che lo porta a,9%, sopra la media dei primi nove mesi (,38%). Tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie in Italia (%) 6 Totale nuovi prestiti prestiti sopra 1milione prestiti fino a 1milione ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: Banca d Italia Tassi sui prestiti fino a 1M a società non finanziarie, variabili e con periodo di determinazione iniziale fino a 1 anno (%) Germania 6 Spagna Francia Italia ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: BCE Nel confronto europeo, la dispersione dei tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie rimane elevata. A ottobre, il tasso medio dell area euro si è mosso ancora in aumento, di 11pb m/m, determinato sia dal tasso sui prestiti fino a 1 milione, sia da quello sui prestiti oltre 1 milione. Tuttavia, i differenziali tra i tassi italiani sui nuovi prestiti alle imprese e quelli medi dell area euro sono rimasti elevati, soprattutto nel caso dei prestiti fino a 1 milione, per i quali si è osservato un aumento a 6pb dal livello di 9pb registrato a settembre. Al contempo, il gap di tasso sulle operazioni oltre 1 milione è sceso a pb, significativamente più basso rispetto ai tre mesi precedenti (media di 7pb). Tasso medio sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione alle società non finanziarie, confronto Italia Area euro (%) 6,, 2, 1, Tasso medio sui nuovi prestiti di importo superiore a 1 milione alle società non finanziarie, confronto Italia Area euro (%) 6,, Italia - Area euro (scala dx) Italia Area euro 2, 1, 3, 1, 3, 1, 1,, Italia - Area euro (scala dx) Italia Area euro,, 1,,,, -1, -, ott8 ott9 ott1 ott11 ott12 ott13 Fonte: Banca d Italia, BCE ed elaborazioni Intesa Sanpaolo -1, -, ott8 ott9 ott1 ott11 ott12 ott13 Fonte: Banca d Italia, BCE ed elaborazioni Intesa Sanpaolo Anche nel caso delle condizioni sui nuovi prestiti alle famiglie, gli andamenti si confermano altalenanti. Il tasso complessivo sui nuovi prestiti per acquisto di abitazioni è tornato a scendere a ottobre, di 9pb m/m a 3,9%, dopo il rimbalzo di settembre. A ottobre, come nel mese precedente, i tassi sulle consistenze sono risultati in risalita dal lato dei prestiti alle società non finanziarie mentre quelli sullo stock di prestiti alle famiglie si sono confermati stabili. In dettaglio, il tasso medio sui prestiti alle famiglie e, tra le componenti, quello sullo stock di prestiti per acquisto abitazioni, sono rimasti ai minimi della serie dal 23, il primo a,1%, il secondo fermo a 3,1%, come nei tre mesi precedenti. Diversamente, il tasso medio sui prestiti in essere alle imprese è aumentato di 2pb m/m a 3,69%, in recupero rispetto ai mesi Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

5 17 dicembre 213 precedenti (3,9% nel 1 semestre, 3,6% nel 3 trimestre). Pertanto, il tasso complessivo sui prestiti a famiglie e imprese ha visto un ritocco verso l alto di 1pb m/m a 3,82%. Tassi sui nuovi prestiti a famiglie per acquisto abitazioni (%) 6 Tassi sui prestiti in essere a famiglie e a società non finanziarie (%) 3 a famiglie per acquisto 2 abitazioni 2 a società non finanziarie A tasso variabile 1 1 A tasso fisso (*) Tasso medio nuovi mutui per acquisto abitazioni ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Nota: (*) Periodo di determinazione iniziale del tasso oltre 1 anni Fonte: Banca d Italia Fonte: Banca d Italia 3 Grazie al calo del costo complessivo della raccolta in essere e al ritocco verso l alto del tasso medio sullo stock di prestiti, si è ulteriormente rafforzato il recupero della forbice tra tassi attivi e passivi, a 2,9% a ottobre dal 2,6% di settembre. Si è confermato anche il miglioramento della contribuzione dei depositi a vista: il mark-down 2 sull Euribor a 1 mese, negativo da marzo 212, è risultato pari a -,29%, da -,31% di settembre e una media di -,36% nei primi nove mesi del 213. Il mark-up 3 sull Euribor a 1 mese è rimasto elevato e in leggero aumento (,7% a ottobre, +1pb m/m). Contribuzione a breve termine (%) Spread a breve termine e spread complessivo (%),, mark-down mark-up,, 3, 3, 2, 2, 1, 1,,, -, -1, ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott spread complessivo spread a breve ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Fonte: Banca d Italia, BCE ed elaborazioni Intesa Sanpaolo Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Intesa Sanpaolo 2 Differenza tra Euribor a 1 mese e tasso sui conti correnti di famiglie e imprese. 3 Differenza tra tasso sui prestiti a famiglie e imprese con durata fino a un anno ed Euribor a 1 mese. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

6 17 dicembre 213 Nuovo minimo per la variazione dei prestiti al settore privato A ottobre la contrazione dei prestiti alle società non finanziarie è stata pari a -,9% a/a, in peggioramento rispetto al mese precedente. All interno dell aggregato, i prestiti a breve termine sono tornati in forte calo, mentre la componente a medio/lungo ha confermato il notevole tasso di contrazione segnato il mese precedente. Per i prestiti alle famiglie, il calo è rimasto contenuto, al -1,3% a/a. Elisa Coletti A ottobre il quadro dei prestiti al settore privato nel complesso è leggermente peggiorato. In particolare, il calo dei prestiti alle società non finanziarie si è accentuato a -,9% a/a, un nuovo minimo della serie storica disponibile da metà 21, rispetto al -,2% di settembre (dati corretti per le cartolarizzazioni e per altre variazioni non connesse con transazioni; -,% a/a su dati grezzi). Il peggioramento è dovuto all andamento dei prestiti a breve termine, tornati a registrare un calo particolarmente marcato sia nel confronto mensile (-,3 miliardi su settembre), sia su base annua, col -6,% a/a, dopo una temporanea attenuazione a settembre a -,%. Al contempo, i prestiti a medio/lungo termine hanno confermato il notevole tasso di contrazione segnato il mese precedente (-,9% a/a) mentre il calo mensile si è attenuato rispetto alla forte riduzione di settembre (-,8 miliardi m/m dopo i -,7 miliardi del mese precedente). I prestiti alle famiglie produttrici continuano a registrare un calo più contenuto rispetto a quello dei prestiti alle società non finanziarie. Ad ottobre, la variazione annua è leggermente peggiorata rispetto al mese precedente, a -2,6% m/m da -2,2% di settembre, miglior dato da metà 212, pur confermando un calo più contenuto rispetto ai dodici mesi precedenti (-3,2% a/a in media da settembre 212 ad agosto 213). Prestiti alle società non finanziarie per durata (var. % a/a) Prestiti a famiglie produttrici e a società non finanziarie (*) (var. % a/a) totale società non finanziarie (*) 8 Famiglie produttrici Società non finanziarie 12 a medio / lungo termine (*) 9 a breve termine ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Nota: (*) da giugno 21 a maggio 211, dati corretti per tener conto della discontinuità nelle statistiche bancarie, dovuta alla re-iscrizione in bilancio di attività cedute o cartolarizzate. Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo Come osservato lungo tutto il 213, i prestiti alle famiglie confermano un calo molto limitato. Tuttavia, secondo i dati corretti per l effetto delle cartolarizzazioni, a ottobre la variazione annua è leggermente peggiorata a -1,3% a/a da -1,1% di settembre. Guardando alle componenti dell aggregato, si evidenzia una stabilità del tasso di variazione dei mutui residenziali e del credito al consumo, mentre si annulla il miglioramento emerso a settembre del trend degli altri prestiti, in gran parte riferibili a famiglie produttrici. In dettaglio, il calo dello stock di mutui per acquisto di abitazioni continua a essere contenuto, stabile al -1,1% a/a di settembre. Anche la riduzione del credito al consumo si conferma al -1,7% a/a del mese precedente. Per gli altri prestiti il calo si riallinea a quello registrato in media nei mesi centrali dell anno (-1,2% a/a, lo stesso osservato da maggio ad agosto, dopo il temporaneo miglioramento al -,6% di settembre). In termini di variazioni mensili, ad ottobre gli altri prestiti sono tornati a segnare una -6 ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche Nota: (*) da giugno 21 a maggio 211, dati corretti per tener conto della discontinuità nelle statistiche bancarie, dovuta alla re-iscrizione in bilancio di attività cedute o cartolarizzate. Nostra stima per la correzione relativa alle imprese individuali. Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

7 17 dicembre 213 moderata contrazione (-2 milioni circa m/m) dopo il significativo incremento del mese precedente (per oltre 9 milioni, il miglior dato dopo nove mesi di cali consecutivi). Flussi mensili di prestiti alle famiglie, dati riferiti ai residenti nell area euro (*) (milioni di euro, medie mobili a termini) Prestiti per acquisto abitazioni Credito al consumo Altri prestiti -7 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Nota: (*) flussi definiti come differenze tra stock aggiustati per l effetto di variazioni nei cambi, riclassificazioni, altre rivalutazioni e variazioni non originate da transazioni Fonte: BCE ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo Prestiti al settore privato residente in Italia, dati corretti per le cartolarizzazioni e al netto controparti centrali (var. % a/a) Famiglie Società non finanziarie Settore privato -6 ott7 ott8 ott9 ott1 ott11 ott12 ott13 Fonte: Banca d Italia Complessivamente, a ottobre i prestiti al settore privato sono risultati in calo del 3,7% a/a, dopo il -3,% a/a dei due mesi precedenti (dati al netto delle operazioni con controparti centrali e corretti per le cartolarizzazioni). Anche per il complesso dei prestiti a imprese e famiglie la riduzione si è leggermente accentuata, al minimo del decennio (-3,7% a/a a ottobre dal -3,2% di settembre). Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 7

8 17 dicembre 213 Box La valutazione delle imprese sulle condizioni creditizie L indagine mensile Istat sulla fiducia delle imprese manifatturiere e di costruzioni ha mostrato per il mese di novembre un rientro sui valori di settembre delle valutazioni sull accesso al credito da parte degli imprenditori, in recupero rispetto ai risultati meno positivi del mese precedente. La percentuale di imprese che hanno valutato le condizioni creditizie come stabili o più favorevoli è risalita a novembre al 6,%, in aumento rispetto al 6,8% di ottobre. La percentuale più elevata di giudizi neutri o positivi è stata registrata tra le imprese con oltre 2 addetti, pari al 77,3% a novembre, rispetto al 7,8% delle imprese con meno di addetti e al 71% delle medie imprese. Quanto al dettaglio territoriale, le imprese del Nord-ovest, Nord-est e Centro Italia hanno espresso una valutazione allineata tra loro e con la media nazionale mentre le imprese del Mezzogiorno mostrano ancora maggior prudenza con una percentuale di valutazioni neutre e positive al,% a novembre. Tiziano Lucchina Percentuale delle imprese manifatturiere che giudicano stabili o più favorevoli le condizioni di accesso al credito rispetto a 3 mesi precedenti scomposizione dimensionale Piccole Medie Grandi Totale nov9 mar1 lug1 nov1 mar11 lug11 nov11 mar12 lug12 nov12 mar13 lug13 nov13 Fonte: Istat La percentuale di imprese che nei tre mesi precedenti all indagine hanno avuto contatti diretti con le banche per richiedere o aumentare il credito della loro azienda (per brevità, richieste di credito) è risultata pari al 39,6% a novembre, tornando vicino ai massimi toccati a giugno (senza differenze rilevanti tra le diverse dimensioni di imprese e le aree territoriali). Le richieste di credito sono risultate percentualmente più contenute tra le imprese di minori dimensioni, al 38,7% nell ultima rilevazione, benché in aumento rispetto ai due mesi precedenti. A novembre la percentuale di imprese che hanno ottenuto il credito, calcolata su quante l hanno effettivamente richiesto, si è attestata all 8% (all 8,3% tra le imprese di minor dimensione), in aumento rispetto al 79,2% del mese precedente. La percentuale delle imprese che ha ottenuto il credito a condizioni invariate si è attestata al 71%, vicino ai massimi raggiunti a settembre (62% la media del 1 semestre dell anno). Percentuale delle imprese che hanno richiesto credito Piccole Medie Grandi Totale Percentuale delle imprese che hanno ottenuto il credito (% calcolata tra quelle che hanno richiesto credito) Piccole Grandi Medie Totale 1 nov9 mag1 nov1 mag11 nov11 mag12 nov12 mag13 nov13 Fonte: Istat ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo 6 nov9mag1nov1mag11nov11mag12nov12mag13nov13 Fonte: Istat ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 8

9 17 dicembre 213 Si ravviva la crescita dei depositi, grazie ai conti correnti La raccolta complessiva delle banche italiane è tornata leggermente in aumento a ottobre, grazie alla dinamica dei depositi. A loro volta, i depositi hanno beneficiato dell accelerazione dei conti correnti, cresciuti del 7,1% a/a, una variazione che non si vedeva da metà 21. Cenni di miglioramento sono giunti anche dalle obbligazioni che, pur restando in forte calo su base annua, hanno mostrato un incremento rispetto a settembre, per la prima volta da inizio anno. Elisa Coletti La dinamica dei depositi delle banche italiane ha segnato un recupero a ottobre, tornando sopra il %, dopo il rallentamento del mese precedente (+,% a/a, dal 3,6% di settembre). Il miglioramento risulta determinato dal notevole rimbalzo dei conti correnti delle società non finanziarie, in crescita a ottobre di 6,7 miliardi m/m e del 1,% a/a, il doppio rispetto al +,2% del mese precedente. Anche i conti correnti delle famiglie hanno mostrato un accelerazione a +6,6% a/a, il massimo da tre anni, dal,3% di settembre. Nel complesso, i conti correnti sono cresciuti del 7,1% a/a, una variazione che non si vedeva da metà 21. Al contempo, i depositi con durata prestabilita si sono confermati resilienti, sopra i 169 miliardi, pari al 1% del totale dei depositi. A ottobre lo stock si è leggermente ridotto rispetto al mese precedente, ancorché per meno di 2 milioni, mentre la variazione su base annua è scesa a +8,6% a/a, in ulteriore rallentamento rispetto alla dinamica eccezionale registrata lungo la fase di forte sviluppo. Depositi dei residenti al netto delle controparti centrali a confronto con i depositi di famiglie e imprese (var. % a/a) (*) 16 Depositi escluse CCP di cui: Società non finanziarie di cui: Famiglie consumatrici -8 ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Nota: (*) per i depositi totali, escluse controparti centrali e depositi connessi con cartolarizzazioni. Inoltre, variazioni corrette per fluttuazioni del cambio, aggiustamenti di valore e riclassificazioni statistiche. Per i depositi delle famiglie, da set-8 a ott-9, dati corretti per tener conto dell inclusione della Cassa Depositi e Prestiti tra le IFM. Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Depositi con durata prestabilita (*) EUR milioni Var. % a/a 18% 16% 1% 12% 1% 8% 6% % 2% % ott 9 ott 1 ott 11 ott 12 ott 13 Nota: (*) escluse le passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Per quanto riguarda le obbligazioni bancarie, le statistiche Banca d Italia hanno confermato le anticipazioni di recupero su base mensile, per la prima volta da inizio anno, con un incremento di 3,6 miliardi rispetto a settembre. Il trend su base annua è rimasto in forte calo, in linea con i mesi precedenti, pur in lieve miglioramento (-9,6% a/a rispetto al -1,1% medio dei tre mesi precedenti, dati depurati dalle emissioni detenute in portafoglio da IFM italiane). L andamento dello stock, che risente della sostituzione tra obbligazioni collocate presso la clientela retail e depositi a tempo, potrebbe quindi aver beneficiato del recente ritorno delle banche italiane alle emissioni sul mercato internazionale all ingrosso. A ottobre, l aumento dei depositi ha più che compensato il calo delle obbligazioni, tanto che la raccolta complessiva è tornata in aumento, pur marginale (+,2% a/a, dati riferiti all aggregato costituito dai depositi e dalle obbligazioni detenute da soggetti diversi da IFM italiane) dopo l interruzione della crescita subita il mese precedente (-1,1% a/a a settembre). Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 9

10 17 dicembre 213 Conti correnti (*) (var. % annua) Raccolta da clientela delle banche italiane (var. % a/a) (*) 18 Totale c/c 9 1 di cui: Società non finanziarie di cui: Famiglie ott9 apr1 ott1 apr11 ott11 apr12 ott12 apr13 ott13 Nota: (*) dati riferiti alle passività delle IFM italiane verso residenti nell area euro. Fonte: BCE Raccolta da clientela (*) Al contempo, è proseguita la contrazione dei titoli di debito in custodia presso le banche, che però sembra aver toccato un pavimento. A ottobre il calo dell aggregato complessivo è rallentato ulteriormente a -,2% a/a da -,9% di settembre (dati al valore nominale, comprensivi delle obbligazioni bancarie). In particolare, la caduta dei titoli di debito in custodia per conto delle famiglie consumatrici si è assestata a -11,% a/a, come a settembre. In valore assoluto, l ammontare dei titoli in deposito per conto delle famiglie ha perso altri 2, miliardi su base mensile che, cumulati alle contrazioni precedenti, portano a quasi 16 miliardi il calo rispetto al massimo dello stock di inizio Depositi (al netto depositi di controparti centrali) -1 Obbligazioni (al netto titoli acquistati da IFM italiane) ott9 ott1 ott11 ott12 ott13 Nota: (*) al netto di depositi con controparti centrali e obbligazioni acquistate da IFM italiane. Il totale dei depositi e la raccolta escludono le passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Depositi (*) e titoli in custodia presso le banche (var. % a/a) Totale Titoli di debito a custodia Depositi (*) -6 ott ott ott ott ott ott ott ott ott ott ott Nota: (*) esclusi depositi di controparti centrali e passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Titoli di debito di famiglie e imprese in custodia (var. % a/a) 12 Famiglie consumatrici Imprese ott 9 ott 1 ott 11 ott 12 ott 13 Fonte: Banca d Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 1

11 17 dicembre 213 Risparmio gestito: riprende la raccolta dei fondi aperti Il mercato italiano dei fondi comuni aperti dopo la battuta di arresto di settembre è tornato a ottobre a registrare un flusso di raccolta netta positivo, riprendendo il trend avviatosi sin da fine 212. Il 3 trimestre del 213 si è concluso, secondo i dati definitivi della Mappa trimestrale del Risparmio Gestito, con una raccolta netta di quasi 7 miliardi di euro, un dato ancora fortemente positivo seppur inferiore ai flussi della prima metà dell anno. Secondo le anticipazioni contenute nella Mappa Mensile del Risparmio Gestito di Assogestioni, nel mese di ottobre le sottoscrizioni di quote di fondi comuni hanno sopravanzato i riscatti per 1,6 miliardi di euro, grazie agli 1,8 miliardi raccolti dai fondi flessibili e ai 98 milioni dagli azionari. Diversamente, i fondi obbligazionari, che nella prima metà dell anno hanno sostenuto fortemente il mercato (insieme ai flessibili), hanno ottenuto a ottobre un saldo negativo di raccolta per il secondo mese consecutivo, pari a 62 milioni di euro. Le fuoriuscite hanno riguardato anche i fondi di liquidità, per 912 milioni nel mese. A ottobre è rientrata in territorio positivo la raccolta netta dei fondi di diritto estero (roundtrip e crossborder), per 1, miliardi e, seppur per un importo più contenuto, anche dei fondi di diritto italiano, per 21 milioni. Tiziano Lucchina Fondi comuni aperti: scomposizione della raccolta netta per categoria (miliardi di euro) 1 Azionari Bilanciati Obbligazionari Flessibili Hedge Monetari g Fonte: Assogestioni 1 trim trim trim. 13 ott 13 Nei primi dieci mesi dell anno, l industria dei fondi comuni aperti ha quindi ottenuto una raccolta netta cumulata pari a 1,7 miliardi di euro, grazie ai 23,7 miliardi raccolti dai fondi flessibili e ai 12, miliardi dagli obbligazionari. Oltre ai fondi hedge solo i fondi monetari hanno registrato deflussi netti di raccolta (per 1,6 e 1, miliardi rispettivamente). Il patrimonio gestito dall industria dei fondi comuni aperti a fine ottobre risulta pari a, miliardi di euro, in aumento, grazie anche ad un effetto performances, di 17 miliardi di euro dal mese precedente e di 67,8 miliardi da fine 212. Per le assicurazioni dei rami vita, le statistiche ANIA confermano la crescita della raccolta premi nel 3 trimestre dell anno e nel mese di ottobre. Nel 3 trimestre il saldo netto tra i premi e le uscite (riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato vita Italiano è stato stimato pari a 6,2 miliardi di euro, portando a 12, miliardi il flusso netto cumulato da inizio anno. Nel mese di ottobre, sempre secondo le stime ANIA, la nuova produzione vita delle imprese italiane ed extra- Il documento mette a disposizione del mercato una fotografia dell andamento del settore e viene divulgato nel corso della ^/^ settimana del mese successivo a quello a cui fanno riferimento i dati. I dati della Mappa mensile hanno natura preliminare e costituiscono un anticipazione dei dati più completi pubblicati nella corrispondente Mappa trimestrale. Stima effettuata da ANIA per l intero settore vita e basata su un campione ampiamente rappresentativo di imprese (8% del totale premi). Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 11

12 17 dicembre 213 UE 6 (al lordo delle uscite) si è attestata a, miliardi di euro, in aumento del 28,3% rispetto allo stesso mese dell anno precedente. Anche a ottobre la crescita della raccolta premi è stata sostenuta principalmente dalle sottoscrizioni di polizze vita tradizionali di ramo I che, con, miliardi di euro, hanno registrato un incremento del 38,1% a/a. Le polizze a più elevato contenuto finanziario quali gli strumenti di ramo III linked hanno ottenuto una produzione pressoché invariata rispetto all ottobre 212, con un +,% a/a, dopo tre mensilità caratterizzate dal segno negativo. Nei primi dieci mesi del 213 la raccolta premi cumulata risulta pari a 2,2 miliardi, segnando una crescita del 31,1% rispetto al corrispondente periodo del 212. Premi assicurazioni vita: flussi di entrate, uscite e flusso netto (miliardi di euro) Fonte: ANIA Premi Uscite Flusso netto 1 trim trim trim. 12 trim trim trim trim. 13 ott 13 6 I premi afferenti al campione di imprese UE non forniscono dettagli sulla ripartizione per tipologia di premi, per canale distributivo e per ramo/prodotto. I commenti sull andamento per tipologia di prodotto e per canale distributivo si riferiscono quindi al solo campione italiano ed extra-ue. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 12

13 17 dicembre 213 Focus L accesso al credito delle PMI italiane a confronto con le valutazioni espresse dalle PMI dell area euro Nell indagine Survey on Access to Finance of SMEs in the euro area le PMI italiane rispetto alle PMI europee hanno evidenziato maggiori costi di produzione e del lavoro e difficoltà di accesso al credito, indicando una contrazione dei fatturati più marcata. Le PMI italiane hanno fatto ancora ricorso soprattutto alle linee di credito e al credito commerciale per fronteggiare i fabbisogni finanziari (a causa anche dell insufficienza dei fondi interni). La quota di PMI che hanno registrato un aumento del rapporto tra debiti e totale attivo è rimasta elevata, superiore alla media europea. La disponibilità di credito è stata giudicata in calo, principalmente per le difficoltà della situazione economica generale e l attenzione delle banche a fornire credito. Ciò nonostante le PMI italiane si attendono un aumento della disponibilità di credito da parte delle banche. Tiziano Lucchina Nel mese di novembre la BCE ha pubblicato i risultati dell ultima edizione dell indagine semestrale Survey on Access to Finance of SMEs in the euro area (SAFE). L indagine, condotta tra il 28 agosto e il ottobre, offre numerose indicazioni sul tema dell accesso al credito da parte delle PMI nell area euro 7, con la possibilità di confronto tra i principali paesi. Le domande hanno riguardato la situazione finanziaria delle imprese, il loro fabbisogno e l accesso ai finanziamenti nel periodo tra aprile e settembre e una valutazione prospettica sulla disponibilità di fonti di finanziamento per i sei mesi successivi. La ricerca dei clienti si è confermata il problema indicato con maggior frequenza dalle PMI dell area euro, seppur con una percentuale in calo al 2% dal 27% delle tre edizioni precedenti. L accesso al credito è stato ancora segnalato dal 16% delle PMI europee; tale percentuale risulta più rilevante tra le PMI che tra le grandi imprese europee dove l accesso al credito è indicato come principale problema solo da un impresa su 1. I principali problemi fronteggiati dalle PMI (% dei rispondenti) nei precedenti 6 mesi H9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H13 Italia Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro 2H9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H13 Area Euro Ricerca Clienti Concorrenza Accesso al credito Costi di produzione o del lavoro Altri fattori/non so I costi di produzione o del lavoro e la concorrenza sono rimasti stabili al 1% e 12% rispettivamente, mentre tra gli altri fattori hanno lievemente guadagnato attenzione tra le 7 Le 8.3 imprese intervistate, di cui 7.67, il 93%, PMI (con meno di 2 addetti), operano nell industria (28%), nelle costruzioni (1%) e nei servizi (commercio 27% e altri servizi 3%). Sono state intervistate circa 1. imprese in Germania, Francia, Italia e Spagna e.32 negli altri paesi dell area euro. 8 Il periodo di riferimento è indicato come 1H213. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 13

14 17 dicembre 213 segnalazioni delle PMI europee la disponibilità di personale qualificato, al 1%, e la regolamentazione, al 13%. Le PMI italiane offrono delle indicazioni differenti rispetto alla media dell area euro: il principale problema non è più dal lato della domanda, dove la ricerca clienti scende al 18% dal 23% delle due indagini precedenti, ma nei costi di produzione e del lavoro, indicati dal 23% delle imprese (dal 21% precedente) e nell accesso al credito, risalito dal 18 al 2%. Le PMI italiane hanno segnalato con peso crescente la (eccessiva) regolamentazione come ostacolo al loro business: in aumento già nelle precedenti due edizioni dell indagine, da una media precedente del 6% ha ora raggiunto il 17%. Rispetto alle PMI, le grandi imprese italiane registrano ancora una preoccupazione maggiore per la debolezza della domanda, al 3%, e indicano con minor frequenza il tema dell accesso al credito e dei costi di produzione e del lavoro, al 16% e 2% rispettivamente. Le PMI italiane indicano una riduzione del fatturato con una percentuale netta del -29%, più marcata rispetto alla media dell area euro, pari al -3%. Le PMI italiane hanno segnalato un incremento del costo del lavoro e della spesa per interessi (con percentuali nette pari al 1% e 39% rispettivamente) con maggior intensità rispetto alle imprese dell area euro (3% e 16%). Le PMI francesi e spagnole indicano un aumento della spesa per interessi con minor frequenza rispetto alle imprese di pari dimensione italiane mentre le PMI tedesche, come nelle precedenti rilevazioni, ne indicano un calo (-7% netto). PMI: spese per interessi nei principali paesi % netta: aumento (+) o calo (-) rispetto ai 6 mesi precedenti 1H9 2H9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H DE ES FR IT Area Euro Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro I profitti delle PMI italiane sono stati indicati in calo dal -9% netto di imprese, in attenuazione rispetto alle tre precedenti indagini (-6% medio) ed inferiore al -2% medio dell area euro. Rispetto alle PMI, le grandi imprese italiane hanno registrato una variazione positiva del fatturato (secondo il 12% netto di imprese) e un aumento più limitato delle spese per interessi (+13% netto). Il 3% delle PMI italiane ha registrato un aumento del rapporto tra i debiti e il loro attivo, percentuale in lieve calo rispetto al 37% della rilevazione precedente ma superiore al 21% delle PMI dell area euro e al 28% delle imprese italiane di grandi dimensioni. Il 39% delle PMI italiane ha mantenuto invariato il rapporto tra debiti e attivo mentre il 2% ne ha indicato una riduzione, percentuale in aumento rispetto al 16% medio dei precedenti tre semestri rilevati. Il risultato delle PMI italiane, seppur in miglioramento, conferma le debolezze rispetto alla media europea, dove la percentuale di imprese che hanno indicato una riduzione del debt-to-asset, pari al 27%, ha superato quella delle imprese che ne hanno registrato un aumento, pari al 21%, con un differenziale quindi di 7pp, positivo in Germania (16pp), Francia (7pp) e Spagna (6pp). Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 1

15 17 dicembre 213 Rapporto tra i debiti e il totale dell attivo delle PMI: giudizio sulla variazione rispetto ai 6 mesi precedenti (% di rispondenti) Aumento H9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H H9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H13 Stabile Diminuzione Non applicabile / Non sa / non risponde Italia Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro Area euro Le PMI italiane hanno indicato di aver continuato a far ampiamente ricorso alle linee di credito (fidi bancari), utilizzati dal 3% del campione, in lieve calo dal % dell edizione precedente, e al credito commerciale, utilizzato dal 8% delle PMI intervistate, pp in più rispetto al semestre precedente. La percentuale di imprese che hanno dichiarato l utilizzo dei prestiti bancari si è attestata al 39%, in risalita dal minimo del 31% toccato nella precedente indagine. Le imprese di grandi dimensioni italiane rispetto alle PMI fanno maggior uso dei prestiti bancari, al 3%, del credito commerciale, al 73% e di leasing e factoring, al %. Le PMI dell area euro in media fanno minor ricorso alle forme di finanziamento bancario e al credito commerciale, mentre utilizzano più diffusamente strumenti quali il leasing e il factoring e fanno ricorso ai fondi interni. Utilizzo delle fonti di finanziamento da parte delle PMI (% di rispondenti) ITA 39 Area Euro Fondi interni Linee di credito Prestiti bancari Credito commerciale Leasing, factoring etc. Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro Le PMI italiane continuano ad esprimere un aumento del fabbisogno di linee di credito, di prestiti bancari e di credito commerciale. Il fabbisogno di linee di credito è stato indicato in aumento dal 21% netto di imprese, in lieve calo dal 2% precedente, mentre per i prestiti bancari tale percentuale è rimasta invariata al 12%. Le PMI europee hanno registrato un aumento del fabbisogno più contenuto di tali forme di finanziamento, al 9% e % rispettivamente. L aumento del fabbisogno di credito bancario delle PMI italiane risulta più elevato anche nel confronto con le imprese italiane di grandi dimensioni, che hanno espresso una percentuale netta del 1% per le linee di credito e un calo del fabbisogno di prestiti bancari pari al -2% netto. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 1

16 17 dicembre 213 Fabbisogno di prestiti bancari delle PMI: % netta (+) aumento, (-) diminuzione sui 6 mesi precedenti 2 2 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H DE ES FR IT Area euro Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro Il fabbisogno di strumenti esterni di finanziamento da parte delle PMI italiane è stato trainato ancora dalla gestione delle scorte e del capitale circolante, dalle spese per investimenti fissi e dalla (esigua) disponibilità di fondi interni. La disponibilità di fondi interni assume una rilevanza superiore alla media dell area euro (9% netto le PMI italiane vs. 3% quelle europee) ma risulta in miglioramento rispetto al semestre precedente (in cui si attestava al 18%). I fondi interni sono valutati ancora insufficienti dalle PMI italiane e da quelle spagnole mentre per le imprese francesi e tedesche consentirebbero di limitare il fabbisogno di finanziamenti esterni. Le PMI italiane per il secondo semestre consecutivo hanno attribuito un impatto positivo agli investimenti fissi, al 1% netto nell ultima rilevazione, allineandosi con la media dell area euro, seppur su livelli inferiori rispetto alle imprese di maggiori dimensioni (2% netto). PMI: valutazione dell impatto sul fabbisogno di finanziamenti esterni % netta (+) aumento, (-) calo sui 6 mesi precedenti GER ESP FRA ITA 1 9 Area Euro Investimenti Fissi Scorte e capitale circolante Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro -8 Disponibilità di fondi interni M&A e ristrutturazioni Le PMI italiane hanno dichiarato di aver fatto domanda di credito bancario (prestiti e linee di credito) e di credito commerciale con percentuali superiori rispetto alla media dell area euro. La domanda di prestiti bancari da parte delle PMI italiane è risalita al 28,7% dal 2,2% del semestre precedente, pur risultando ancora inferiore rispetto ai valori toccati nelle prime edizioni dell indagine (3% la media di richieste nel 29). Nell area euro le richieste di prestiti bancari hanno riguardato il 2,% delle PMI e, osservando i principali paesi, solo in Spagna si è registrata una percentuale lievemente superiore, al 27,2% (nella precedente indagine le richieste di prestiti bancari risultavano inferiori alla media dell area euro). Si sono confermate elevate le richieste per l apertura di nuove linee di credito da parte delle PMI italiane, al 3% nell ultima Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 16

17 17 dicembre 213 rilevazione, dal 3% del semestre precedente e sensibilmente superiore al 23% dell area euro. Le PMI italiane, similmente a quelle spagnole, hanno indicato di aver fatto ampiamente richiesta di crediti commerciali, con una percentuale pari al 3%, rispetto al 16,6% medio dell area euro. PMI: inoltro di domanda negli ultimi sei mesi rispetto alla data di rilevazione (percentuale di rispondenti) GER ESP FRA ITA Area euro Prestiti bancari Scoperti/linee di credito Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro Credito commerciale Altri finanziamenti Nel semestre centrale del 213 le PMI italiane hanno registrato nuovamente alcune difficoltà ad ottenere completamente il credito richiesto e senza aggravi di condizioni. Fatto 1 il totale delle imprese che hanno avanzato domanda di prestiti bancari, la percentuale di quelle che hanno ottenuto totalmente il credito richiesto è scesa al 2% dal 7% del precedente semestre, pur rimanendo superiore al 8% toccato tra 211 e 212. E aumentata la percentuale di PMI italiane che hanno ottenuto il credito solo parzialmente, dal 2 al 27% (il 1% per la quasi totalità ) ma anche la percentuale di quante hanno ottenuto un rifiuto, dal 13% al 16% nella recente indagine. La media delle PMI dell area euro ha registrato una percentuale di ottenimento dei crediti stabile al 6%, vicino ai massimi registrati dall indagine; il 12% delle PMI europee hanno ottenuto un rifiuto dell erogazione del credito. Diversamente, le imprese italiane hanno ottenuto l apertura di linee di credito con minor difficoltà: il 62% di quante ne hanno fatto richiesta le ha ottenute totalmente, percentuale in aumento di 8pp dall edizione precedente (ai massimi da fine 21) e lievemente superiore alla media dell area euro, pari al 61%. PMI: esito della domanda di prestiti bancari negli ultimi sei mesi rispetto alla data di rilevazione. Percentuale di rispondenti che hanno fatto domanda di prestiti H1 2H1 1H11 2H11 Italia 1H12 2H12 1H13 1H1 2H1 Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro 1H11 2H11 1H12 Area euro 2H12 1H13 Ottenuto totalmente Ottenuto per la quasi totalità Ottenuto solo in piccola parte Rifiutato per i costi troppo elevati Negato Non sa / non risponde Coerentemente con il calo delle percentuali di ottenimento dei prestiti, le PMI italiane hanno valutato la disponibilità di credito bancario più negativamente di quanto fatto nella precedente Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 17

18 17 dicembre 213 edizione tornando vicino alla valutazione dello scorso anno. La percentuale netta delle valutazioni, data dalla differenza tra la quota di imprese che hanno indicato un aumento della disponibilità di prestiti e quelle che ne hanno rilevato una diminuzione, è scesa per le PMI italiane al -22% dal -7% del semestre precedente. Anche la valutazione media delle PMI dell area euro è lievemente peggiorata pur rimanendo sensibilmente meno negativa di quella italiana, con una percentuale netta pari al -11%. Tra le imprese dei principali paesi, la valutazione delle PMI italiane sulla disponibilità di prestiti risulta quella più negativa: -13% in Francia, -7% in Spagna (entrambe in miglioramento dalla precedente edizione) e per il secondo semestre consecutivo in territorio positivo in Germania. Le PMI italiane confermano anche la valutazione negativa sulla disponibilità di linee di credito, al -19% nell ultima edizione, in ulteriore peggioramento dal -1% del semestre precedente. Giudizio delle PMI sulla disponibilità di prestiti bancari: % netta (+) miglioramento, (-) peggioramento sui 6 mesi precedenti 1 1H9 2h9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H DE ES FR IT Area euro Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro Le PMI italiane, tra i termini e le condizioni dei finanziamenti bancari, hanno ancora segnalato un aumento degli interessi netti e degli altri costi di finanziamento, pur con minor intensità rispetto ai mesi passati, ed una lieve restrizione anche sugli ammontari e sulle scadenze concesse. Le PMI italiane hanno indicato un aumento dei tassi d interesse con una percentuale netta del 6% (dal 62% del semestre precedente), superiore alla media delle PMI dell area euro, pari al 19% nel semestre d indagine (in lieve aumento dal 17% del 2H12). Indicazioni simili hanno riguardato gli altri costi, in aumento secondo il 6% netto delle PMI italiane e il 3% della media dell area euro. Nel confronto tra le PMI dei principali paesi, le italiane segnalano un aggravio dei costi allineato con l indicazione delle imprese spagnole, che hanno registrato ancora un aumento dei tassi di interesse con una percentuale netta del 8%. Diversamente, le PMI francesi e tedesche hanno indicato di aver beneficiato di un allentamento dei tassi di interesse loro richiesti con percentuali nette pari al -12% e -21% rispettivamente. L aggravio dei tassi richiesti indicato dalle PMI italiane risulta più pronunciato rispetto a quanto segnalato dalle imprese di maggiori dimensioni, le quali hanno indicato un aumento dei tassi di interesse con una percentuale netta più contenuta, pari al 3% nell ultima rilevazione, in calo del 9% della precedente edizione dell indagine. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 18

19 17 dicembre 213 Valutazione delle PMI del livello dei tassi di interesse richiesti per finanziamenti bancari: % netta (+) aumento, (-) calo sui 6 mesi precedenti 1 1H9 2H9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H DE ES FR IT Area euro Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro La minor disponibilità di credito segnalata dalle imprese italiane è attribuibile principalmente ad un contesto economico generale più difficile e ad una minor volontà delle banche di fornire credito. La situazione macroeconomica è valutata come negativa per la disponibilità di credito con una percentuale netta del -37% per le PMI italiane, in miglioramento rispetto al -6% dell indagine precedente ma più marcata rispetto al -2% dell area euro. La volontà/possibilità delle banche di fornire credito è stata ancora valutata come fattore determinante (in negativo) dalle PMI italiane con maggior peso rispetto alle imprese europee, secondo un -3% netto di risposte (la media dell area euro è pari al -17%). Al contrario, i fattori specifici delle singole imprese risultano avere un effetto negativo più contenuto, al -11% netto per le PMI italiane (dal -27%) e al -% la media dell area euro. Fattori di influenza della disponibilità di finanziamenti secondo le PMI italiane e dell area euro: % netta (+) miglioramento, (-) deterioramento sui 6 mesi precedenti 1 Italia Area Euro contesto economico generale supporto pubblico/garanzie Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro fattori specifici dell'impresa volontà delle banche di fornire credito Nonostante le difficoltà indicate nel periodo di riferimento dell ultima indagine, per i mesi a cavallo tra il 213 e il 21 le PMI italiane hanno indicato di aspettarsi un aumento della disponibilità di prestiti bancari, per la prima volta da inizio 211. Tale valutazione risulta allineata con le indicazioni espresse dalle banche nella recente edizione della Bank Lending Survey che hanno confermato un attenuazione della restrizione nell erogazione dei prestiti e una previsione di allentamento dei criteri per il trimestre conclusivo del 213. Le PMI italiane si attendono, infatti, un miglioramento della disponibilità di prestiti, con il % netto delle risposte, in risalita dal -7% del semestre precedente. Anche per le linee di credito le PMI si aspettano un miglioramento della disponibilità, al % netto. Le attese sulla disponibilità di credito sono Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 19

20 17 dicembre 213 rientrate in territorio positivo in quasi tutti i paesi considerati nell indagine, con una media lievemente sopra lo zero per le PMI dell area euro (,% netto). Tra i principali paesi un eccezione è l indicazione delle PMI francesi che confermano una valutazione ancora negativa della disponibilità attesa di prestiti bancari. Aspettative delle PMI sulla disponibilità di prestiti bancari nei sei mesi successivi: % netta (+) miglioramento, (-) peggioramento H9 2H9 1H1 2H1 1H11 2H11 1H12 2H12 1H13 DE ES FR IT Area euro Fonte: BCE, Indagine sull accesso al credito da parte delle PMI nell area euro -11 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 2

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