SISTEMA SALUTE LA RIVISTA ITALIANA DI EDUCAZIONE SANITARIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE

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1 SISTEMA SALUTE LA RIVISTA ITALIANA DI EDUCAZIONE SANITARIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE già Educazione Sanitaria e Promozione della Salute vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015 Sistema Salute. La Rivista Italiana di Educazione Sanitaria e Promozione della Salute è Organo del Centro sperimentale per l educazione sanitaria dell Università degli studi di Perugia. Già diretta da Alessandro Seppilli Direzione e Redazione: Centro sperimentale per l educazione sanitaria, Università degli studi di Perugia, via del Giochetto 6, Perugia / tel.: fax: / paola.beatini@unipg.it / Direttore responsabile: Filippo Antonio Bauleo Presidente del Comitato scientifico: Maria Antonia Modolo Redattore capo: Lamberto Briziarelli Segretario di redazione: Paola Beatini Editing: Maria Margherita Tinarelli, Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute Autorizzazione del Tribunale di Perugia n. 4 del 17 febbraio 2012 Comitato scientifico: Bruno Benigni, Centro di promozione per la salute Franco Basaglia (Arezzo) / Francesco Bottaccioli, Società italiana di psiconeuroimmunologia (Roma) / Eric Breton, Titulaire Chaire INPES Promotion de la santé Département Sciences humaines, sociales et des comportements de santé SHSC École des Hautes Études en Santé Publique (EHESP) /Lamberto Briziarelli, Università di Perugia / Antonio Cappelli, Centro italiano ricerca sui servizi sanitari e sociali (Roma) / Carla Collicelli, Fondazione CENSIS (Roma), professore di sociologia della salute, Sapienza Università di Roma / Paolo Contu, professore di igiene, Università di Cagliari / Michele Conversano, Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, Dipartimento di prevenzione ASL Taranto / Claudio Cricelli, Società italiana di medicina generale / Barbara D Avanzo, Dipartimento di neuroscienze, Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri (Milano) / Enrico Desideri, Azienda AUSL 8 Arezzo / Paola Di Nicola, professore di sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università di Verona / Floriana Falcinelli, professore di didattica generale e tecnologie dell istruzione, Università di Perugia / Carlo Favaretti, Società Italiana di Health Technology Assessment / Luigi Ferrannini, Società italiana di psichiatria, / Irene Figà Talamanca, già professore di igiene, Sapienza Università di Roma / Fabrizio Fornari, Università Gabriele D Annunzio, Chieti-Pescara / Salvatore Geraci, Area sanitaria della Caritas Diocesana Roma / Gilberto Gentili, Confederazione Associazioni Regionali di Distretto / Mariano Giacchi, CREPS, Università di Siena / Guido Giarelli, European society for health and medical sociology, professore di sociologia generale, Università Magna Graecia (Catanzaro) / Margherita Giannoni, professore di economia sanitaria, Università di Perugia / Marco Ingrosso, professore di sociologia generale, Università di Ferrara / Domenico Lagravinese, Dipartimento di prevenzione ASL Bari / Gavino Maciocco, Osservatorio italiano sulla salute globale, professore di politica sanitaria internazionale, Università di Firenze / Maurice B Mittelmark, Professor Faculty of Psychology, Department of Health Promotion and Development, University of Bergen (Norvegia) / Maurizio Mori, già professore di medicina di comunità, Università di Perugia / Aldo Morrone, Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, Roma / Pio Enrico Ricci Bitti, Società italiana di psicologia della salute, professore di psicologia generale, Università di Bologna / Walter Ricciardi, European public health association, professore di igiene generale e applicata, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma) / Roberto Romizi, Associazione Internazionale dei medici per l ambiente / Tullio Seppilli, Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute (Perugia) / Paolo Siani, Associazione culturale pediatri, Ospedale Cardarelli (Napoli) / Gianfranco Tarsitani, professore di igiene, Sapienza Università di Roma / Maria Teresa Tenconi, professore di igiene, metodologia epidemiologica e medicina di comunità, Università di Pavia / Maria Triassi, professore di igiene generale e applicata, Università Federico II di Napoli / Enrico Tempesta, Osservatorio permanente giovani e alcol, Roma / Maria Giovanna Vicarelli, professore di sociologia dei processi economici e del lavoro, Università Politecnica delle Marche (Ancona) / Lenneke Vaandrager, Wageningen University, Group Health & Society (HSO) Department of Social Sciences The Netherlands / Mauro Volpi, professore di diritto costituzionale, Università di Perugia Comitato di redazione: Sandro Bianchi, Associazione culturale pediatri (sezione Umbria) / Riccardo Casadei, Università di Perugia / Paolo Da Col, Confederazione Associazioni Regionali di Distretto / Giuseppe Fattori, AUSL Modena / Sabrina Flamini, Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute (Perugia) / Fausto Francia, Dipartimento di sanità pubblica, AUSL Bologna / Patrizia Garista, Università di Perugia / Edvige Mancinelli, Università di Perugia / Giuseppe Masanotti, Università di Perugia / Liliana Minelli, Università di Perugia / Damiano Parretti, Società italiana di medicina generale (sezione Umbria) / Rossana Pasquini, Università di Perugia / Enrico Petrangeli, Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute (Perugia) / Giancarlo Pocetta, Università di Perugia / Carlo Romagnoli, USL Umbria1 (Perugia) / Marzia Sandroni, Azienda AUSL 8 Arezzo / Tiziano Scarponi, Società italiana di medicina generale (sezione Umbria) / Francesco Scotti, Gruppo tecnico interregionale per la salute mentale, Regione Umbria

2 Indice vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015 Editoriali Monografia In questo numero Immobilismo Giuseppe Masanotti Omaggio a Giovanni Berlinguer Irene Figà Talamanca Giovanni Berlinguer Lamberto Briziarelli I contesti della promozione della salute: il lavoro Monitoring work and health in Europe Julia Kreis, Wolfgang Bödeker, Davide Pianori Una nuova Sicurezza del lavoro nell Europa allargata. Riformare la sicurezza sociale sostenere lo sviluppo economico Lamberto Briziarelli, Giuseppe Masanotti The changing age structure of the workforce: the challenge for workplace health promotion. Austria example M. Cristina De Lio, Helmut Hirtenlehner, Oskar Meggeneder, Giuseppe Masanotti Il programma Workplace Health Promotion nella Provincia di Bergamo: ricerca sulle motivazioni e i determinanti di partecipazione degli operatori sanitari Pierangelo Spada, Mario Canali, Manuela Capitanio, Michela Capitanio, Paola Facchinetti, Graziella Mologni, Rosella Rubaga, Sonia Tiraboschi, Antonella

3 vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015 Sommario Sperimentazione di un sistema di gestione della sicurezza in un azienda manifatturiera Guglielmo Nicola Bauleo, Giacomo Camaiti, Giuseppe Masanotti I servizi territoriali di prevenzione nei luoghi di lavoro tra azioni efficaci e spinte centralistiche Claudio Calabresi, Giorgio Di Leone Altri contributi I Servizi Sanitari nel contesto EU: l importanza della committenza Silvio Brusaferro, Pietro Del Giudice, Lucia Lesa, Giulio Menegazzi, Alessandro Moro Empowerment e servizi di salute mentale Deanna Armellini, Errico Landi, Maria Patrizia Lorenzetti La Rete Iberoamericana delle Università Promotrici di Salute (RIUPS) Pamela Raspa Recensioni 128 Schede 130 Documenti 133 Healthy workplaces: a model for action. For employers, workers and practitioners Notiziario 143

4 Sistema Salute, 59, 1, 2015: pp. 5-6 IN QUESTO NUMERO La Redazione della Rivista dedica le Monografie dell anno 2015 al tema I Contesti della promozione della salute: lavoro, città, scuola e servizi sanitari. In questo numero, con il coordinamento di Giuseppe Masanotti, è analizzato il contesto dei luoghi di lavoro. Il primo contributo di Kreis, Bödeker e Pianori riporta un modello di monitoraggio, costruito a livello europeo, per la valutazione dell impatto delle politiche sulla salute dei lavoratori; è presentata una serie di indicatori agili e applicabili per l analisi dei dati e la realizzazione degli interventi. A seguire un contributo di Briziarelli e Masanotti, già da noi pubblicato nel 2005, nel quale si evidenziano i problemi da affrontare e i pericoli incombenti sul mondo del lavoro, rispetto alla tutela della salute e alla sua promozione nel quadro economico di un Europa allargata e sempre più globalizzata. Le considerazioni contenute sono ancora oggi del tutto valide e indicano le strategie da adottare per una ripresa delle attività imprenditoriali in una ambiente di lavoro sano. La specifica problematica dell incremento della forza lavoro anziana è oggetto dell articolo di C. De Lio et al. E descritta l esperienza dell Austria, nazione che, attraverso diverse strategie e strumenti, ha lavorato per adeguare il contesto produttivo a tale fenomeno. All applicazione del programma Woorkplace Health Promotion nella provincia di Bergamo è dedicato il contributo del gruppo di lavoro di Spada: viene descritta una ricerca che ha valutato la percezione e il vissuto del gruppo di lavoro selezionato all interno dei diversi servizi territoriali di una ASL con l obiettivo di identificare i determinanti motivazionali di partecipazione. Si evidenzia l importanza di un organizzazione motivata, flessibile e coesa rispetto al fine perseguito. Bauleo et al riaffermano il rilievo del fattore umano per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli Autori, utilizzando il protocollo BBS e Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

5 6 attraverso la sperimentazione attuata in un azienda manifatturiera, producono una checklist di osservazione per incentivare comportamenti sicuri. Calabresi e Di Leone affrontano la problematica sul ruolo effettivo dei servizi pubblici di prevenzione. Dalla L.833/78 al Dlgs 626 e al Dlgs 81, il cosiddetto Testo Unico, i ruoli e le responsabilità sono stati modificati in modo consistente: le argomentazioni degli Autori spingono sulla necessità di intervenire per risolvere le incongruenze e ricomporre un quadro organico, nella duplicità dei ruoli di prevenzione e di vigilanza-controllo-sanzione, facendo intravedere uno sbocco verso il più complessivo quadro della promozione della salute. Per la Sezione Altri Contributi Brusaferro et al analizzano il ruolo e l importanza della committenza - descritta quale processo ciclico di analisi/monitoraggio/valutazione - nei Servizi sanitari europei. E altresì affrontata la tematica dell Health Literacy, elemento centrale per cittadini, professionisti e organizzazioni sanitarie. Il riconoscimento del coinvolgimento dei cittadini nella promozione della salute mentale è centrale nei documenti OMS. Su questo presupposto Armellini et al, dopo un attenta analisi della letteratura, riportano esperienze praticate nei servizi di salute mentale e con la comunità. Raspa riferisce, infine, sul progetto Rete Iberoamericana delle Università Promotrici di salute; il contributo sviluppa la storia e le caratteristiche di questo network, concentrando l attenzione sui concetti di interdisciplinarietà e intersettorialità. Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

6 Sistema Salute, 59, 1, 2015: pp Editoriali Immobilismo Immobility Giuseppe Masanotti Il titolo di questo mio primo editoriale per questa rivista, dopo ponderate riflessioni, è l unico termine che meglio può rappresentare la situazione verificatasi in Italia dai primi anni 90 ad oggi rispetto all argomento cui è dedicata la parte monografica di questo numero. In un Paese che non ha capito per tempo o non ha voluto capire i cambiamenti già in atto e quelli che sarebbero emersi nel futuro. Un Paese nel quale, nonostante non si sia mai investito molto nella ricerca, solo grazie alle intuizioni di pochi, si era prodotto il miracolo Italiano sul quale si era creato un mito e un idea diffusa che noi non avessimo bisogno di programmare per essere più bravi ad improvvisare. Di conseguenza ci siamo fermati, gli altri Paesi ci hanno studiato, copiato o semplicemente comprato. Questo stato di fatto si può riscontrare nella nostra società a tutti i livelli e nella gestione di ogni cosa. Per decenni niente è stato fatto, riforme enunciate, mai solo parzialmente realizzate o soltanto in alcune aree geografiche. Nei primi anni 90 inizia un fenomeno opposto: cambiamento a tutti i costi. Un imperativo categorico, cambiare: nuove leggi, nuova organizzazione, modifiche parziali, totali, piani, strategie tutti slegati tra di loro ed anche in contraddizione. Spesso, semplicemente copiando leggi o modelli presenti in Paesi con cultura e tradizioni completamente diverse dal nostro. L importante è non essere accusati di immobilismo! Ma tutto ciò ha creato per lo più stagnazione, la società non ha il tempo di modificare le proprie abitudini o crearsi un organizzazione che improvvisamente deve far fronte ad una congerie di direttive, leggi o decreti. Il mondo produttivo è il più sensibile a tale stagnazione: anche perché da trent anni non abbiamo una politica economica, non è stato nemmeno abbozzato un piano industriale. I singoli devono provvedere da soli, senza un minimo di sostegno dal sistema Pae- Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

7 8 Immobilismo se. Tutte le persone non dotate di particolare ingegno hanno ben presente che una qualsiasi innovazione richiede programmazione. Ogni impresa inizia con una fase di studio, cui segue la sperimentazione, successivamente produzione, vendita, ritorno sull investito e guadagno. Con parole e modi diversi questo schema è applicabile in tutti i campi. Ogni fase richiede il tempo necessario, che in nessun caso può essere accorciato senza correre il rischio di aumentare le probabilità di un fallimento. Anche la salute oggi non può essere lasciata al caso o a soluzioni dettate dall emergenza o da puri interessi economici o corporativi. La salute pubblica in particolare deve essere governata, programmata, implementata e valutata. Senza barriere o settorializzazioni, nel rispetto delle singole professionalità, lavorando all interno di un quadro generale e di obiettivi comuni. La gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, al contrario, rappresenta proprio un esempio di non governo. Ancorati ai successi degli anni 70, i gruppi di professionisti che in quegli anni venivano visti come eccellenze mondiali, oggi non lottano per migliorare/tutelare la salute della società. Come se la salute di un individuo o di gruppi di popolazione possa essere divisa in pacchetti distinti, gestiti separatamente gli uni dagli altri. Il comparto sanitario con i suoi operatori, tranne pochissime iniziative individuali, è rimasto principalmente ancorato alla pura vigilanza, ai controlli burocratici ed alla prevenzione secondaria. Considerando il luogo di lavoro / di produzione un area riservata come se le persone che ci lavorano siano diverse da quelle che vivono in quelle comunità o che l ambiente (sociale, fisico, chimico, biologico,...) interno all aziende non si riversi nell ambiente circostante. Si è ingenerato così un non voler cambiare, non voler partecipare, non voler riconoscere le professionalità delle altre figure necessarie a dare il loro contributo nella gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Paradossalmente e forse nemmeno tanto, i quadri dirigenziali delle aziende sono molto più avanti. In particolare le aziende di comparti dove creatività ed innovazione sono principi base per restare vincenti, hanno capito che il capitale di know-how aziendale è il loro patrimonio più importante. Uno delle strategie per preservarlo è creare un ambiente salutare, inteso nella sua espressione più ampia. Non basta preservare la stato fisico e biologico dei singoli ma anche quello psichico. Il benessere di un impresa deve essere misurato avendo anche presente parametri di salute oltre che economici. Esperienze reali ci dicono che le aziende che oggi sopravvivono sono quelle che, in tempi non sospetti, avevano instaurato un rapporto di fiducia e partecipazione attiva con i propri dipendenti. Sono questi principi base per una qualsiasi politica di qualità e innovazione. A partire dalla Comunità Europea ma anche dall altra parte dell Oceano, questo era ben evidente già da tempo. Infatti, vari enti hanno finanziato diversi gruppi di ricercatori che nel corso degli anni hanno prodotto e successivamente messo a disposizione sia dei legislatori che della comunità, evidenze, linee guida e modelli, sistemi di monitoraggio e indicatori, modalità di formazione e di aggiornamento. A partire da queste indicazioni erano state diramate le prime direttive comunitarie, recepite in modo esaustivo in Italia molto tardi e solo con il Testo Unico D.Lgs 81/2008. In Italia in realtà quelle direttive non erano nemmeno tanto Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

8 Giuseppe Masanotti 9 necessarie. Le leggi e l organizzazione del nostro sistema sanitario, se fossero state applicate correttamente su tutto il territorio Nazionale, sarebbero state più che sufficienti. Ma c era la necessità di armonizzare i sistemi a livello Europeo e di accendere i riflettori sulla questione salute e lavoro, ottimo. L arrivo del Dlgs 626/94 venne accolto con entusiasmo da chi si occupava di prevenzione ma molto meno dalle aziende, in particolare medio-piccole. Queste ultime avevano intuito che questa non sarebbe stata un opportunità per eliminare i contrasti, migliorare la partecipazione dei lavoratori e la collaborazione con gli enti esterni ma avrebbe comportato costi aggiuntivi soprattutto dal punto di vista burocratico. E infatti, in generale niente cambia, le malattie professionali sono sempre lì (cambiano le tipologie), gli infortuni anche, anzi inizia a crescere nelle comunità un senso di intolleranza verso le aziende produttive. Sentimento cavalcato da molti politici, in particolare locali, per puro opportunismo, senza ricercarne le cause, spesso l infondatezza, non fornendo semplicemente gli strumenti necessari a chi era deputato ai controlli. Situazione nella quale i professionisti sono chiamati ad indagare, trovare soluzioni, mediare; molti invece si sono chiusi nei propri laboratori o uffici, altri semplicemente si sono trasferiti in altri Paesi. Anche i dirigenti cominciano a studiare all estero, collaborano con i colleghi oltre confine, confrontano i costi, i livelli d istruzione, il clima sociale, non solo per motivi di esportazione del prodotto, come avveniva fino a quei giorni ma per far emigrare la produzione. Nel 2005 questa rivista ha ospitato un lavoro Salute e sicurezza del lavoro nell Europa allargata. Riformare la sicurezza sociale, sostenere lo sviluppo economico nel quale veniva posta una grande attenzione in proposito ed anche ipotizzate soluzioni che riteniamo ancora oggi attuabili, direi anzi, oggi non più procrastinabili. Lo riproponiamo quindi alla lettura proprio in considerazione di ciò. Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

9 10 Omaggio a Giovanni Berlinguer Omaggio a Giovanni Berlinguer Irene Figà Talamanca Difficile trovare le parole giuste per esprimere i miei sentimenti per Giovanni Berlinguer. Alle volte io mi sono permessa di definirlo mio maestro ma lui controbatteva: ho imparato io più cose dai miei allievi diceva. Giovanni Berlinguer è prima di tutto la persona più gentile che ho conosciuto. Gentile nel vero senso della parola. Gentile nei modi di comportarsi, gentile nella sua sincera e costante preoccupazione per gli altri, gentile nell animo, e gentile nel viso. E stato l unico direttore di dipartimento che conosco che alla fine dell anno portava i fiori alle segretarie del dipartimento per ringraziarle per il lavoro svolto. E stato l unico professore che ascoltava gli studenti con simpatia e empatia, ispirando coraggio e fiducia in quei spesso sgradevoli incontri che erano gli esami orali. E stato l unico maestro dei giovani che conosco che non esitava a chiederci di spiegargli le cose che lui non conosceva, segno di umiltà che contraddistingue i veri ricercatori. Giovanni Berlinguer è stato un vero studioso originale dei problemi della salute. Già nella sua tesi di laurea ha affrontato per la prima volta in Italia uno dei problemi più drammatici del periodo post-guerra: la mortalità infantile, chi colpiva (come continua oggi a colpire nei paesi poveri mondo), gli strati della popolazione più svantaggiata. Così è nato un suo primo libro denuncia La strage degli Innocenti. Sono seguiti gli studi delle parassitosi e delle malattie dei lavoratori più umili (gli spazzini), gli operai delle fabbriche malsane allora colpiti da malattie professionali oggi scomparse. Con la presa di coscienza del diritto alla salute in fabbrica da parte del sindacato negli anni 60 e 70, Giovanni Berlinguer ha spostato la sua attenzione a chi era ancora a rischio: gli artigiani. Il suo gruppo di ricerca, (eravamo in verità 4 gatti), ha condotto i primi studi italiani sugli artigiani, una categoria che allora era priva di tutela e di attenzione ai problemi della Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

10 Irene Figà Talamanca 11 prevenzione. Sono così stati pubblicati, sotto la sua guida ma in collaborazione degli artigiani stessi, i manuali di prevenzione per il settore tessile, per le lavanderie, per gli acconciatori, per gli autisti e camionisti e molti altri. Lui aveva il dono della leadership, la capacita di trasmettere il suo entusiasmo e ottenere da noi il nostro meglio. Le sue scelte di argomenti di studio e ricerca non erano mai motivate dalle mode. E stato lui a iniziare nuovi campi di indagine allora pionieristiche nel campo della sanità pubblica, anche a livello internazionale. I suoi scritti sulla salute al lavoro, sulla salute delle donne, sulle disuguaglianze tra paesi e tra classi sociali, sull ambiente, sulla bioetica hanno stimolato ricerche ma anche azione sociale in molti paesi specialmente dell America Latina. E il mondo accademico di quel continente ha riconosciuto questi suoi contributi scientifici conferendogli diverse Lauree Onoris Causa. Lui era timido a darci notizia di queste onoreficenze: lo scoprivamo ogni volta per caso. Non gli interessavano le pubblicazioni per il solo (spesso miope), scopo di pubblicare e aumentare i propri crediti accademici. Lui scriveva e pubblicava con obbiettivi sociali di lungo termine: scriveva per chi doveva conoscere per agire e non solo per i colleghi come spesso succede nel mondo dell Università. Eppure i suoi libri sulla salute in fabbrica, sui problemi dell ambiente, sulla riforma sanitaria sul diritto alla salute, sulla bioetica, tradotti in tante lingue, sono stati diffusi in tutto il mondo. In parallelo al lavoro di docenza e di ricerca Giovanni Berlinguer lavorava per le riforme nella sanità e nella protezione dei lavoratori al livello nazionale ed internazionale. Nel dicembre del 2008 sono stati celebrati in un convegno, i trenta anni di tre riforme che hanno cambiato la sanità (e la società) italiana La riforma psichiatrica, la legge sulla interruzione volontaria di gravidanza e la riforma sanitaria. Tutte tre le riforme sono state precedute da un lungo dibattito nella società civile e nel parlamento. La competenza e gli studi di Giovanni Berlinguer nel settore sanitario hanno avuto un importante ruolo in questo dibattito. Con i dati in mano, lui ha fornito la base razionale e non solo ideologica per queste riforme. Cosi ha documentato il perché l ospedale psichiatrico peggiorava la malattia mentale, perché il sistema delle mutue peggiorava la salute e costava di più del SSN, perché l aborto illegale creava morti e danni irreparabili alle salute delle donne. Le sue previsioni si sono avverate: in questi quaranta anni gli indicatori sanitari italiani sono oggi tra i migliori del mondo ad un costo inferiore, le interruzioni volontarie delle gravidanze sono più che dimezzate e la mortalità materna azzerata, lo scempio degli ospedali psichiatrici-lager eliminato. La storia era un altra passione per Giovanni Berlinguer. Nell occasione del convegno per il trentennio delle riforme, lui ha rievocato il contesto storico e politico dell Italia di mezzo secolo, senza trionfalismi, ma nemmeno con pessimismo. Infatti Giovanni Berlinguer non si è lasciato scoraggiare dai recenti sfavorevoli avvenimenti politici ed economici in Italia e nel resto del mondo. Aveva sempre fiducia e ottimismo e trovava i lati positivi anche nelle sconfitte. Quando Giovanni Berlinguer è andato in pensione dall Università doveva decidere cosa fare da grande come diceva lui scherzosamente, con il suo spiccato senso di umorismo. Allora è cominciata la sua nuova carriera a livello internazionale. Nella commis- Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

11 12 Omaggio a Giovanni Berlinguer sione sanità della EU ha contribuito con tutta la sua capacità ed esperienza nella politica dell ambiente e della sanità e la prevenzione. Il suo contributo nelle norme EU (poi rettificate in ltalia), sulla salute negli ambienti di lavoro, sulla tutela della popolazione da esposizioni a sostanze pericolose (normativa REACH), e sul degrado ambientale e i cambiamenti climatici è stato importante ed incisivo. In tutte le sue attività, sia scientifiche che politiche, Giovanni Berlinguer ha sempre messo al centro l uomo e la salute umana, supremo e universale valore sia individuale che collettivo. Questo è stato il filo conduttore della sua vita. Per questo Giovanni Berlinguer ha dedicato gli ultimi anni all approfondimento degli aspetti etici della salute e della vita. Ha istituito un corso di studi in Bioetica un Master in Bioetica, e ha fatto parte della commissione dell OMS sull equità in salute nel mondo. Ma anche qui, lo scopo non era di studiare astrattamente la bioetica solo dal punto di vista filosofico. Nel suo libro La bioetica quotidiana, analizza i concetti dell etica non solo nei temi di frontiera, ma negli aspetti della vita di ogni giorno, nel nascere, crescere, lavorare, relazionarsi con gli altri e morire. Da vero umanista, la sua preoccupazione principale era il rischio di subordinare ogni valore morale alle leggi del mercato e considerare come merce gli stessi individui umani. Ci mancherà il suo gentile sorriso, la sua ferma guida, la sua moderazione, il suo coraggio ad intraprendere strade nuove, correndo sempre in avanti, (e sempre in bicicletta) nella sua costante ricerca di nuovi modi per migliorare il mondo e sollevare la sofferenza umana. Purtroppo il mondo non sempre va nella direzione tracciata da lui. Ai suoi allievi e alle nuove generazioni di accogliere la sua eredità scienziato e umanista compito difficile ma d obbligo per tutti noi. Da tutti noi colleghi, collaboratori e allievi vorrei salutare Giovanni affettuosamente dicendo GRAZIE GIOVANNI. Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

12 Lamberto Briziarelli 13 Giovanni Berlinguer Lamberto Briziarelli Giovanni ci ha lasciato, silenziosamente, senza suscitare molto fracasso, come era vissuto; della sua morte si è detto poco, più piombo è stato sprecato per gli annunci funebri che in articoli in suo onore o semplice ricordo. Al contrario di come avviene invece per personaggi spesso molto meno importanti di Lui ma ricchi di glamour (per dirla con un termine dell attuale linguaggio), di comparsate televisive o dichiarazioni reboanti, spesso sopra le righe ma attraenti perché stupefacenti e sorprendenti, per lo più assai poco vicine alla realtà. Giovanni ha sempre tenuto un profilo basso, come i veri scienziati alla cui categoria appartiene a pieno diritto, pur essendo probabilmente considerato piuttosto un politico. Egli infatti è stato partecipe ed artefice di fatti fondamentali per gli importanti cambiamenti che il nostro Paese ha subito a partire dagli anni sessanta del secolo scorso. Avendo seduto negli scranni parlamentari italiani ed europei con efficace presenza, non mero esecutore di idee altrui. Non starò qui ad elencare i suoi meriti e la sua storia, eccellentemente presentati da Irene Figà Talamanca, sua allieva e continuatrice del suo lavoro accademico, in occasione delle onoranze funebri a Roma. Voglio solo, a nome personale, del Centro Sperimentale per la Promozione della Salute e l Educazione Sanitaria e della Fondazione Celli ricordarlo in questa nostra rivista, per sottolineare alcuni elementi salienti della sua persona, che arricchiscono la sua figura. Anzitutto va ricordato come uomo di scienza, politico, maestro doti che lo fanno avvicinare molto ad Alessandro Seppilli, (mio maestro e fondatore della Scuola perugina di Igiene e del Centro sperimentale per l educazione sanitaria,), con il quale ebbe una frequentazione scientifica e culturale fino alla conclusione del secolo breve. Essendo stato membro attivissimo del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Angelo Celli per una cultura della salu- Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

13 14 Giovanni Berlinguer te, voluta sempre da Seppilli, che aveva riversato in essa molta parte delle sue sostanze, in onore dello scienziato-politico di Cagli, che entrambi, Alessandro e Giovanni, consideravano loro guida ed antesignano nella loro lunga attività di vita e di lavoro. E del grande uomo di Cagli entrambi ripercorsero le gesta, con scritti significativi ed opere di grande valore scientifico e culturale, importanti attività politiche, rettitudine nel seguire le proprie idee e la loro concreta applicazione. Sempre fiduciosi negli uomini e nelle loro capacità, lottatori estremi ma silenziosi, poco amanti dello spettacolo e delle folle. Aveva un rapporto intenso, amichevole con alcuni di noi, in Umbria, (oltre i Seppilli, Alessandro e Tullio), più vicini a Lui politicamente, io stesso, Maurizio Mori, Gianni Barro, Paolo Menichetti con i quali condivideva molte cose e ci rimproverava sempre di essere stitici nella comunicazione, molte idee, ottimo lavoro, impegno sociale, ma dovete scrivere di più. E con Lui, a parte gli impegni sui temi che ricorda bene Irene nell altro editoriale, condividevamo altre esperienze, che ci hanno fatto conoscere un Giovanni allegro, scherzoso e ironico. Diverso, forse, dall immagine che si era creata in generale, di persona seriosa, burbera, un po chiusa in se stessa, molto parca e morigerata; sempre chiuso nel suo studio, a leggere e scrivere. E lo farò ricordando solo due, delle molte cose fatte assieme, una di ambito limitato ed una di grande valore sopranazionale. Per diversi anni, a Frattocchie in prossimità di Frascati, presso la scuola di partito del PCI l Istituto Gramsci ha organizzato le giornate estive dei medici comunisti, su vari temi di politica sanitaria e di filosofia della scienza. Discorsi seri e fortemente impegnati, animati da Giovanni assieme ad altri importanti studiosi di diverse discipline. Ma dismessa la toga, assieme, la discussione seguitava nelle passeggiate serali, nelle bettole locali a giocare a carte e a bere il buon bianco del castelli romani, dove Giovanni mostrava la parte migliore del suo carattere, amicale, spensierato, allegro, arguto e motteggiatore. Ugualmente, in una importante organizzazione internazionale, l Associazione per lo studio delle condizioni di vita delle popolazioni, fondata da Josué De Castro, l indimenticato autore di Geografia della fame (pubblicato negli anni 50) uno dei primi libri di denuncia delle disparità e delle sofferenze dei popoli diseredati e sottoposti al colonialismo delle potenze capitalistiche. Ma l associazione, in quegli anni di guerra fredda, rappresentava anche un fondamentale punto di incontro tra gli esperti e scienziati dei due blocchi, separati dal muro di Berlino, a sostegno della diffusione della scienza per la pace e il benessere dei popoli. Partecipavo alle riunioni spesso, in rappresentanza di Alessandro Seppilli, uno dei membri del Consiglio, dove Giovanni aveva un ruolo importante di collegamento fra l Est e l Ovest, anche per il ruolo di Segretario generale della Gioventù comunista, avendo vissuto a lungo a Praga, sede del segretariato. Una volta partecipammo, Giovanni, Maurizio Mori ed io, a Lussemburgo ad un importante Convegno internazionale sui rapporti tra ambiente e salute, con la solita partecipazione di studiosi di entrambi i blocchi. Per dare maggior forza al suo status, l Associazione si trasformò in Accademia e noi tre, in rappresentanza dell Italia, fummo così nominati accademici. Presentai una relazione in cui criticai fortemente i Paesi socialisti per avere dato poca con- Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

14 Lamberto Briziarelli 15 siderazione, nei loro progressi nello sviluppo industriale e tecnologico, alla salvaguardia dell ambiente, almeno al disotto di quanto noi di sinistra nei paesi occidentali ci saremmo aspettati da loro. Il presidente della sessione, uno jugoslavo minacciò di togliermi la parola e ci fu un acceso dibattito. Con l autorevolezza che gli era riconosciuta, dai rappresentanti dell Est e dell Ovest, Giovanni intervenne a sostegno delle mie tesi, dimostrando la sua assoluta onestà a fiducia nella verità, libero da ogni preclusione ideologica. La sera, al ricevimento presso il Granducato, festeggiammo assieme ad un quarto sodale, Victor Krizan, un praghese poco allineato al regime. E gustammo in particolare un eccellente vino delle Mosella, prodotto in un cru particolare a Bernkastel. Le bottiglie erano disposte a formare triangoli, di sei ciascuno. Noi esaurimmo quello posto al centro del nostro tavolo. Ed il giorno seguente ci concedemmo una pausa, andando a Treviri a visitare la casa di Karl Marx e poi risalire il corso della Mosella, attraverso le stupende cornici totalmente rivestite di vigneti, fino appunto a Bernkastel Kues. E qui trovammo nelle bettole il decantato vino, con il quale innaffiammo lietamente un pasto a base di anguille affumicate. Giovanni era anche questo, un uomo a tutto tondo. Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

15 Monografia I contesti della promozione della salute: il lavoro Monitoring work and health in Europe Monitorare lavoro e salute in Europa Julia Kreis, Wolfgang Bödeker, Davide Pianori Julia Kreis, Wolfgang Bödeker Federal Association of Company Health Insurance Funds, Germany Davide Pianori medico specializzando in Igiene e medicina preventiva, Università degli studi di Perugia Key words: monitoring, health, workplace, Europe SUMMARY Introduction: the world of work and public health are tightly interconnected. With respect to loss of life years, WHO and the World Bank attribute 3% to the work factor. Estimates from Denmark suggest that working conditions cause 20% of total morbidity, 33% of musculoskeletal disorders and 45% of skin diseases. Objectives: describe a practical, quick and easy to handle European monitoring system in order to assess the policies impact on health. Methods: the model of political cycle includes process and result indicators. All possible data sources and indicators used have been collected at European and national level and analyzed by a group of experts. Results: the list of indicators includes: accidents at work; occupational diseases; work-related health risks; sickness absence; disability; disease occurrence; job quality; health promotion activities at the workplace; rehabilitation/reintegration; compliance with OSH regulations, and expenditures on occupational health & safety measures. Conclusions: the indicators suggested are now included in the Commission s list and will be used in the near future. However, there are still challenges to be addressed in the field of work-related health monitoring in Europe, particularly enhancing the data available at European level. Parole chiave: monitoraggio, salute, luoghi di lavoro, Europa RIASSUNTO Introduzione: il mondo del lavoro e della salute pubblica sono strettamente interconnessi. Per quanto riguarda la perdita di anni di vita, l OMS e la Banca Mondiale attribuiscono il 3% al fattore lavoro. Le stime provenienti dalla Danimarca suggeriscono che le condizioni di lavoro causano il 20% di morbosità totale, il 33% di disturbi muscolo-scheletrici e il 45% di malattie della pelle. Obiettivi: descrivere un sistema di monitoraggio della salute di livello europeo pratico, veloce e facile da gestire al fine di valutare l impatto sulla salute delle politiche. Metodi: il modello di ciclo politico comprende indicatori di processo e di risultato. Tutte le possibili fonti di

16 dati e gli indicatori utilizzati sono stati raccolti a livello europeo e nazionale e analizzati da un gruppo di esperti. Risultati: l elenco degli indicatori comprende: infortuni sul lavoro; malattie professionali; rischi per la salute legati al lavoro; assenze per malattia; disabilità; insorgenza della malattia; qualità del lavoro; attività di promozione della salute nel luogo di lavoro; riabilitazione/reinserimento; rispetto delle norme di SSL; spese per la salute sul lavoro e misure di sicurezza. Conclusioni: gli indicatori proposti sono ora inclusi nella lista della Commissione e saranno utilizzati nel prossimo futuro. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare nel campo del monitoraggio sanitario legato all attività lavorativa in Europa, specificamente la necessità di migliorare i dati disponibili a livello europeo. Una nuova Sicurezza del lavoro nell Europa allargata. Riformare la sicurezza sociale sostenere lo sviluppo economico 1 A new workplace health in the enlarged Europe. Reform the welfare, sustain the economic development Lamberto Briziarelli, Giuseppe Masanotti Lamberto Briziarelli professore ordinario di igiene, Centro sperimentale per la promozione della salute e l educazione sanitaria, Dipartimento di medicina sperimentale, Università degli studi di Perugia Giuseppe Masanotti Centro sperimentale per la promozione della salute e l educazione sanitaria, Dipartimento di medicina sperimentale, Università degli studi di Perugia In questa fase di (quasi) completa assenza di attenzione ai problemi del lavoro in rapporto alla salute degli addetti, delle condizioni ambientali in cui operano, dell organizzazione e quant altro connesso, con i sindacati in tuttaltre faccende affaccendati, con i lavoratori di nuovo sotto scacco tra il lavoro e la miseria, costretti ad accettare qualsiasi offerta e retribuzione non c era bisogno di inventare qualcosa di nuovo, anche perché c è effettivamente assai poco da dire, sulla parte monografica cui è dedicato questo fascicolo di Sistema salute. Abbiamo dunque ripreso un nostro scritto, di qualche anno fa, in cui si metteva bene in evidenza quale fossero i problemi da affrontare ed i pericoli incombenti sul mondo del lavoro, rispetto sempre alla tutela della salute ed alla sua promozione nel quadro economico di un Europa allargata e sempre più globalizzata. Che aveva fatto seguito, allora, ad un analisi sui riflessi delle politiche neoliberiste. 1 La presente nota ha fatto oggetto della relazione conclusiva alla 4 a Conferenza Europea sulla Promozione della salute nei luoghi di lavoro Networking Workplace Health in Europe Dublino, 14 giugno 2004

17 Lo riproponiamo, ritenendo che le considerazioni in esso contenute e quanto in esso descritto siano ancora oggi del tutto validi e indichino cosa vada aggiunto nel processo di ripresa delle attività imprenditoriali da parte delle imprese e degli altri soggetti interessati, i lavoratori e le loro organizzazioni, il mondo della finanza, i pubblici poteri. La soluzione dei problemi delle imprese non è legata non alla sola stretta finanziaria ed al credit grunch. I tempi di crisi, soprattutto, la rinascita deve avvenire grazie a rapidi processi di rinnovamento e ripensamento della politica d impresa, a nuovi modelli dell organizzazione, ad una modifica dei rapporti di produzione, a nuove e diverse relazioni con il mondo delle finanza e dei poteri pubblici. Gli avvenimenti dell ultimo anno nel mondo sindacale e nei rapporti di produzione con il padronato e all interno delle stesse organizzazioni di categoria hanno indicato chiaramente l insufficienza e l obsolescenza di vecchi modelli e la necessità della ricerca di nuove strade. Lo spettro della concertazione all interno delle imprese da un lato e la diatriba fra accordi nazionali e contrattazione articolata da una parte e il bisogno di una accordo tripartito fra imprese, organizzazioni dei lavoratori, pubblici poteri per gestire globalmente i diversi aspetti della ripresa compreso quello della disponibilità finanziaria dall altra mostrano chiaramente quanto previdenti ed importanti fossero e tuttora siano gli orientamenti ed indirizzi contenuti nel vari documenti del Network Europeo per la Promozione della Salute nei Luoghi di Lavoro (ENWPH), in particolare la dichiarazione di Edimburgo e il memorandum di Cardiff, a livello dell Europa intera e il Decalogo della Sicilia, per i Paesi del sud del continente. Sarebbe bene una rilettura anche di questi scritti. Parole chiave: sicurezza, welfare, promozione della salute, lavoro RIASSUNTO È opinione condivisa che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro non siano più garantibili con i tradizionali servizi di medicina occupazionale (OHS) e che occorra pensare a nuovi modelli di intervento, come quello da qualche anno introdotto in Europa, anche con un forte sostegno della Commissio-ne Europea. In questo ambito, tuttavia, rimangono alti gli indicatori negativi, in particolare in certi Paesi ed in certi settori lavorativi. E evidente dunque che, oltre ai modelli che si applicano allo specifico, bisogna allargare il discorso al lavoro nel suo complesso, al sistema delle imprese, al contesto in-ternazionale globalizzato e quindi ridiscutere i problemi del welfare state e della sicurezza sociale. Il contesto europeo (relativo alla salute dei lavoratori ma non solo) è attraversato da profonde trasformazioni: un senso di perdita di controllo da parte di strati della società occidentale si accompagna a forti aspettative dei nuovi partner dell Est Europa disegnando un quadro di riferimento per la sanità pubblica frastagliato e complesso. Vengono quindi analizzati i fattoti di crisi che caratterizzano il mondo del lavoro, le modificazioni connesse ai nuovi indirizzi dell economia mondiale ed alle sue ripercussioni sui sistemi sanitari (riduzione della spesa pubblica, detassazione, flessibilità del lavoro...). Sono presentate alcune possibili risposte sul piano tecnico, dove gli esperti sono chiamati a dare informazioni sempre più puntuali a chi deve decidere (politici, lavoratori, imprenditori) e su quello più strettamente politico per riformare il welfare. Il piano di investimenti, riprendendo quanto suggerito da Gosta Esping-Andersen dovrebbe essere basato su cinque pilastri: una politica della famiglia orientata ai figli, una politica sanitaria basata sulla prevenzione, politiche che favoriscano le donne, qualità nella vita lavorativa e contratto generazionale. Gli autori concludono illustrando il contributo che il Network Europeo per la Promozione della Salute

18 può dare nel raggiungere gli obiettivi fissati a Lisbona dalla Comunità Europea: creazione di un Europa competitiva e socialmente coesa. Contribuire alla creazione di un Europa in salute sviluppando una base di conoscenze sulla promozione della salute comune, che funga anche come sostegno agli investimenti in questo campo. Questa base comune grazie alla condivisione dei modelli di buona pratica sosterrà e faciliterà il lavoro dei network nazionali garantendo un punto di unione tra le politiche del lavoro e le politiche di salute. Key words: safety, welfare, health promotion, workplace SUMMARY It is common opinion of most experts that the traditional Services of Occupational Medicine (OHS) can not guarantee health in the workplaces anymore and that it is necessary to think of new models of intervention as that in the last years has been introduced in Europe, with the strong support of the European Commission. Nevertheless, they are still negative indicators, particularly in some population groups in some Countries and in certain working sectors. Therefore it is evident that, besides the specific models that are applied, it is necessary to widen the area of discussion, to the system of the enterprises, to the international context and therefore rethink the welfare and social security system. Deep transformations in the society are influencing the working world and one of the major consequences is on the health status of the European population: parts of the western society feel to have lost control over the events and in the same time the new partners from eastern Europe present strong expectations, drawing a picture of public health jagged and complex. The article analyzes the factors of crisis that characterize the economic world, modifications partly connected to the new trends of the world economy and its repercussions on the health systems throw out the European region (reduction of public investments, regressive taxation, flexibility, ). The answers to be given are set on two different levels, the experts, to furnish more and more precise and usable information to the politics and to the social parts, without leaving spaces for doubts and inaccuracy, and the other the general plan of interventions. Following the excellent analysis of Gosta Esping-Andersen it is necessary to establish a social investment strategy framework within the current welfare reform debate in Europe. A social investment strategy framework should be built on five pillars: child-oriented family policy; prevention-based health policy; women-friendly policies; quality in working life, and generational contract. The authors conclude outlining the contribution the European Network for Workplace Health Promotion can give to the EU Lisbon goal of developing a competitive and social cohesive knowledge economy and the vision of a Europe of Health by developing a European WHP knowledge base which combines the toolbox with efforts to support the various cases for WHP investments. This knowledge base will support the work of the national forums and be improved as a result of sharing good practice across our countries. The knowledge base also combines analysis and intervention and links labour and social policy with health policy.

19 The changing age structure of the workforce: the challenge for workplace health promotion. Austria example Cambia la struttura per età della forza lavoro: una sfida per la promozione della salute nei luoghi di lavoro. L esempio dell Austria M. Cristina De Lio, Helmut Hirtenlehner, Oskar Meggeneder, Giuseppe Masanotti M. Cristina De Lio MD, Department of Experimental Medicine, School of Hygiene and Public Health, University of Perugia Helmut Hirtenlehner FH-Prof. PD Mag. Dr., Johannes Kepler Universität Linz, Soziologie Oskar Meggeneder Mag.rer.soc.oec. Dr., Dr.phil., Selbsthilfe OÖ, Dachverband der Selbsthilfegruppen Giuseppe Masanotti MD, PhD, Department of Experimental Medicine, University of Perugia Keywords: health, work, aging SUMMARY Background: over the next decades, the EU will record an increase in the percentage of older workers. This demographic maturity leads to reconsider the position of older workers in the labor market. Raise employment rates of older workers requires action also on the level of work organization. Objectives: the objective of this paper is to describe and analyze the models and tools tested in Austria, one of the first EU countries that started working on this issue. Methods: we analyzed the patterns according to the strengths, needs and skills of workers, well-being and productivity of workers, but also the actions in terms of the policies of workplace safety. The initiatives analyzed are: organization of working hours, type of task being performed and adaptation of the work environment. The health circles instrument used to collect the necessary information. Was collected information on: problems and risks, communication in the organization, increase job satisfaction and working atmosphere. Results: the cases showed that it is necessary to adapt the workplace to prevent the risk of early retirement and work incapacity. Although the health and physical capacity worsen with age many functions in fact improve the mental growth is the positive aspect of aging. The single workers work more efficiently and have more work experience.

20 Sistema Salute, 59, 1, 2015: pp Conclusions: in this context, the promotion of health and safety in the workplace plays a crucial role in promoting the active participation of older workers by providing them a better and longer working lives. In summary aging makes older workers better and stronger than before. Therefore active participation in the world of work is also an important factor that promotes active aging. The strengths of older workers should be identified and used so that these workers will become a valuable resource in the workplace. Parole chiave: salute, lavoro, invecchiamento RIASSUNTO Introduzione: nel corso dei prossimi decenni l UE registrerà un aumento della percentuale di lavoratori anziani. Questo maturità demografica porta a riconsiderare la posizione del lavoratore anziano all interno del mercato del lavoro. Elevare i tassi di occupazione dei lavoratori maturi richiede interventi sul piano dell organizzazione del lavoro. Obiettivi: l obiettivo del nostro articolo è quello di descrivere ed analizzare i modelli e strumenti sperimentati in Austria, uno dei primi Paesi dell UE che ha iniziato a lavorare su questa tematica. Metodi: sono stati analizzati i modelli in funzione dei punti di forza, delle esigenze e delle capacità dei lavoratori, il benessere e la produttività dei lavoratori, ma anche gli interventi sul piano delle politiche della sicurezza sul lavoro. Le iniziative analizzate sono: organizzazione dell orario di lavoro, tipologia di mansione svolta e adeguamento dell ambiente di lavoro. Gli strumenti utilizzato sono stati i circoli della salute. Sono state raccolte informazioni sui problemi e rischi, comunicazione all interno dell organizzazione, la soddisfazione lavorativa e il clima di lavoro. Risultati: é emersa la necessità di adeguare il posto di lavoro allo scopo di prevenire il rischio di pensionamento anticipato e di inabilità al lavoro. Sebbene la salute e la capacità fisica peggiorano con l età molte funzioni migliorano infatti la crescita mentale è l aspetto positivo dell invecchiamento. Sono inoltre dediti al lavoro e possiedono una maggiore esperienza lavorativa. Conclusioni: in questo quadro la promozione della salute e la sicurezza sul luogo di lavoro svolge un ruolo cruciale nel favorire una partecipazione attiva dei lavoratori anziani garantendo loro una vita lavorativa migliore e più lunga. In sintesi l invecchiamento rende i lavoratori anziani migliori e più forti di prima. Pertanto la partecipazione attiva al mondo del lavoro è un importante fattore positivo che favorisce l invecchiamento attivo. I punti di forza dei lavoratori anziani dovrebbero essere individuati e utilizzati affinchè questi lavoratori diventino una preziosa risorsa sui luoghi di lavoro. Sistema Salute. La Rivista italiana di educazione sanitaria e promozione della salute, vol. 59, n. 1, gennaio-marzo 2015

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