INCENTIVI DALL'EUROPA

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1 Il Divulgatore N.5/ 2003 Vendita diretta e commercio elettronico INCENTIVI DALL'EUROPA Punti vendita, nuove forme di commercializzazione diretta, percorsi enogastronomici e agrituristici sono le principali azioni incentivate con le risorse economiche del Piano Regionale di Sviluppo Rurale per favorire l incontro tra produttore agricolo e consumatore. I primi risultati in Emilia Romagna e le prospettive per i prossimi anni. Maura Guerrini PROVINCIA DI BOLOGNA ASSESSORATO AGRICOLTURA EEC ECONOMIC INCENTIVES Retail shops, new forms of direct marketing, gastronomic as well as enological routes and country farms are some of the actions promoted with the funds of the Emilia-Romagna Rural Development Plan; all these actions aim at favouring the meeting of farmers and consumers. The goals achieved by now in Emilia-Romagna and the future perspectives are described in the present issue. In USA direct marketing has Recently become very popular thanks to the farmers markets, that is markets occurring periodically in some places, usually close to the most important cities. Here, farmers sell their foodstuffs directly to consumers. By now, there are already 3000 direct markets; this phenomenon started in the seventies and became stronger in the middle of the nineties. L'agricoltura del futuro guarda al passato: in Italia come negli altri Paesi europei, così come è già avvenuto in anni recenti negli Stati Uniti d America. Non si tratta di rinunciare alle innovazioni tecnologiche e alla praticità dei supermercati o agli scambi internazionali, ma nella vendita di determinati prodotti di elevata qualità si scopre la voglia di recuperare un rapporto diretto con il consumatore, presso la propria azienda o nei mercatini della piazza del comune, magari in occasione di sagre e fiere tradizionali dedicate proprio a quella particolare produzione locale. Un modo per sottrarsi alla standardizzazione dei prodotti alimentari e una risposta a una fascia sempre più ampia di consumatori alla ricerca di sapori inimitabili, oltre che di assolute garanzie di salubrità. Un modo anche per valorizzare il territorio rurale e per incrementare il reddito dei produttori agricoli, con indubbi vantaggi per l intera economia di aree ad alta vocazionalità agricola e turistica. Un evoluzione che la politica europea ha voluto pertanto incentivare prevedendo, nel documento di programmazione per gli anni (Agenda 2000) e nel relativo regolamento del Consiglio d Europa, il 1257 del 1999, la possibilità di adottare misure specifiche per favorire l allestimento di punti vendita e la realizzazione di nuove forme di scambio diretto tra chi produce e chi acquista. Gli interventi finanziabili La Regione Emilia-Romagna ha raccolto nell Asse prioritario 3 del proprio Piano di Sviluppo Rurale le più significative indicazioni dell articolo 33 del Reg. Ce 1257/99, tra cui la Misura 3m che si propone di favorire la Commercializzazione di prodotti di qualità. Obiettivi dichiarati della misura sono la salvaguardia del paesaggio rurale, la riduzione dell impatto ambientale, l incremento del valore aggiunto dei prodotti e quindi del reddito agricolo. Gli incentivi, nella misura del 40% della spesa ammissibile, sono riservati esclusivamente alle produzioni agricole già riconosciute con un marchio di origine europeo (Dop, Igp, Sgt, oppure vini Doc o Docg) o prodotti ottenuti secondo precisi disciplinari tra cui quelli biologici. Gli interventi consentiti riguardano la realizzazione o l allestimento di spazi per la vendita diretta ovvero la creazione di nuovi canali di commercializzazione, tra cui l e-commerce, la predisposizione di indagini e studi di mercato, la messa a punto di nuovi disciplinari di produzione o di programmi di certificazione e controllo.

2 (*) Con un unico modulo di domanda si poteva presentare richiesta di contributo per entrambe le sottoazioni dell azione 3. Per questo motivo la somma delle domande relativ e alle sottoazioni 3.1 e 3.2 risulta superiore al totale delle domande dell azione 3. Fonte: Relazione sullo stato di attuazione del Piano Regionale di Sviluppo Rurale in Emilia Romagna, Direzione Generale Agricoltura Regione Emilia-Romagna Beneficiari potenziali le cooperative, i consorzi, le associazioni di produttori agricoli e altre forme associative con scopi di commercializzazione. Le azioni di sostegno all offerta di prodotti di qualità si integrano con le altre misure volte a favorire la cosiddetta diversificazione dell attività agricola (agriturismi, fattorie didattiche e itinerari enogastronomici) e con gli aiuti destinati alla tutela del patrimonio rurale e al miglioramento delle infrastrutture (viabilità minore, acquedotti e fonti energetiche rinnovabili). Il tutto in una logica di sviluppo locale integrato e con una speciale preferenzialità per le aree economicamente più svantaggiate. Adesioni inferiori al previsto Qual è stata la risposta delle imprese agricole e delle istituzioni pubbliche, in Emilia Romagna, a queste nuove opportunità del Piano Regionale di Sviluppo Rurale? Con i primi bandi, pubblicati dalle Province nel 2001, sono state ammesse a finanziamento sull Asse 3, nel complesso della regione, 580 domande per investimenti di oltre 66 milioni di euro e un contributo pubblico di 39,5 milioni (di cui 17 a carico del Feoga Garanzia). La misura 3m, in particolare, ha visto premiati - sempre in ambito regionale - 40 progetti, per un valore di investimento pari a 4,86 milioni di euro e un contributo pubblico di quasi 2 milioni di euro. Rispetto alle risorse economiche decise nei Piani provinciali per questa misura, le domande ammesse sono state inferiori alle previsioni: appena il 24,7% la percentuale di utilizzo delle somme disponibili. Una delusione in quasi tutte le realtà territoriali, spiegabile con alcune difficoltà di applicazione della norma europea rispetto ad una situazione regionale ancora estremamente variegata.

3 Solo le forme associative possono infatti accedere ai benefici di questa misura, mentre la vendita diretta viene praticata in gran parte da aziende singole a carattere familiare. La stessa riserva ai prodotti già blasonati con marchi riconosciuti da regolamenti europei ha di fatto escluso una vasta gamma di altre produzioni tipiche e tradizionali. Difficoltà dovute forse anche al carattere ancora innovativo della proposta, che si prevede tuttavia potrà essere meglio accolta con i secondi bandi pubblicati nella primavera del 2003 per assegnare le risorse economiche degli anni 2005 e Solo a conclusione delle istruttorie sui nuovi progetti e solo dopo il monitoraggio sul secondo periodo di attuazione del Piano Regionale di Sviluppo Rurale, si potrà pertanto esprimere una valutazione definitiva e completa sui risultati delle azioni decise in sede europea. I circuiti della qualità Lo stesso ragionamento vale per le altre misure dell Asse 3 che, seppure in maniera più indiretta, si propongono di favorire l incontro del cittadinoconsumatore con chi produce e vende prodotti di qualità. Ci si riferisce in particolare alle azioni della misura 3p, tra cui ricordiamo la promozione di Itinerari enogastronomici, agrituristici e didattici. Lo scopo è quello di creare nel territorio rurale veri e propri circuiti della qualità : percorsi segnalati da una efficace cartellonistica per informare i visitatori sulle emergenze storiche e architettoniche (anche quelle meno appariscenti e più tipicamente collegate alle specificità dei luoghi) e sui prodotti agricoli tipici che le aziende agricole possono offrire e far degustare nei piatti tradizionali, spiegandone l origine e le peculiarità, insieme ad altri servizi di ristoro, alloggio, culturali e ricreativi. La proposta è stata accolta da diverse Amministrazioni locali che, in accordo con le imprese del proprio territorio, hanno tratteggiato percorsi tra frutteti, vigneti, campi di grano e boschi, tra allevamenti e pascoli, segnalando lungo la via le aziende che praticano la vendita diretta e la gamma delle loro produzioni e dei loro servizi. Sono 51 gli itinerari creati in Emilia Romagna con i primi bandi provinciali, assorbendo quasi 1,4 milioni di euro. Investimenti modesti per ogni progetto ma alquanto significativi per il numero dei soggetti coinvolti e per l impatto che gli stessi potranno avere sulla cittadinanza. Oltre alle Strade dei Vini e dei Sapori formalmente costituite, queste misure hanno incoraggiato la fantasia e l impegno degli Enti locali nei confronti di un territorio e di un settore economico che rischia di restare sempre più ai margini. Già in questi primi anni di applicazione gli esempi sono rilevanti e sintomatici di un interesse che tende ad andare ben oltre le stesse regole imposte dalla normativa europea. In provincia di Bologna sei comuni della pianura hanno adottato un progetto complessivo di promozione della vendita diretta dal nome significativo Il mercato fuori porta : un vero e proprio invito ai cittadini del capoluogo a fare la spesa di prodotti genuini uscendo, anche di pochi chilometri, dalla città, infilandosi nelle strade meno frequentate, percorribili a una velocità più a misura d uomo, magari in bicicletta con piacevoli momenti di sosta per ritrovare il gusto delle cose antiche, anche se proposte in chiave moderna. Altre amministrazioni locali si sono impegnate nell organizzazione di veri e propri spazi di incontro per la vendita delle migliori produzioni locali, momenti anche di informazione e di discussione su temi di interesse per la comunità e sulle principali curiosità dei consumatori rispetto ai metodi di produzione. Significativo a questo proposito il Mercato delle Cose Buone promosso dalla Comunità Montana Valle del Samoggia e inaugurato nel maggio 2002 dal Comune di Savigno (Bologna). Altre iniziative esemplari potrebbero essere richiamate e altre stanno maturando proprio sulla base di questa nuova vitalità delle imprese. La felice combinazione tra finanziamenti comunitari e specifici progetti promossi dalle autorità locali non mancherà quindi di favorire la riscoperta del territorio rurale, con tutta la ricchezza che questo è in grado di offrire.

4 Strutture e attrezzature per commercio su aree pubbliche L Unione Europea e lo Stato Italiano impongono, tramite i Decreti Legislativi 155/95 e 114/98, norme igienico-sanitarie per la vendita diretta di prodotti alimentari su area pubblica. L Ordinanza applicativa del 3 aprile 2002 del Ministero della Salute prescrive in sintesi i seguenti requisiti necessari per strutture e attrezzature destinate al commercio. Giorgio Scaramucci Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Bologna Le aree pubbliche devono essere dotate di: - recinzioni o delimitazioni; - pavimentazione idonea per il deflusso dell'acqua; - allacciamento all'acqua potabile e all'energia elettrica; - contenitori di rifiuti in numero sufficiente; - servizi igienici. Tali aree inoltre devono essere mantenute costantemente pulite. Le costruzioni stabili devono: - essere permanenti, coperte, ampie, ventilate; - essere dotate di protezioni per gli alimenti nei confronti delle contaminazioni esterne; - prevedere criteri igienico-sanitari per la conservazione; - eventualmente avere un impianto frigorifero e un lavello. I negozi mobili devono presentare: - una struttura igienicamente adeguata per la conservazione; - un impianto idraulico ed elettrico nel quale è obbligatorio un generatore autonomo. I banchi temporanei devono essere: - stabili; - alti da terra almeno 1 metro; - facili da pulire; - adibiti alla vendita di prodotti agroalimentari ad esclusione di carne e pesce. Prescrizioni particolari Per le carni fresche: - obbligo di frigoriferi; - vendita di carne surgelata solo in costruzioni stabili; - attività di preparazione solo in costruzioni stabili. Per i prodotti cotti di gastronomia: - disponibilità di un sistema scaldavivande per l'esposizione dei prodotti, alla temperatura di C; - in negozi mobili è consentita solo la cottura degli alimenti precotti ma non la loro preparazione, che deve avvenire unicamente in costruzioni stabili. I prodotti della pesca: - devono essere mantenuti sempre a temperatura bassa e il ghiaccio necessario per la conservazione deve esser ottenuto con acqua potabile; - possono essere fritti solo in costruzioni stabili o in negozi mobili con cappa aspirante; - non possono essere lavorati su suolo pubblico. É vietata la vendita dei funghi freschi allo stato sfuso. L'esposizione e la vendita dei prodotti non deperibili e dei prodotti ortofrutticoli freschi sono consentite anche senza collegamenti per l'energia elettrica e per l acqua potabile ma il loro lavaggio deve essere effettuato con acqua potabile.

5 IL FENOMENO FARMERS MARKET Il formidabile sviluppo dei "mercati dei contadini" negli Stati Uniti conferma la validità di questa forma di commercializzazione, in grado di soddisfare al contempo produttori e consumatori. Riccardo Deserti NOMISMA Mentre in Italia il dibattito degli operatori del settore agricolo e dei decisori politici si sofferma sempre più spesso sulle opportunità legate alle forme di vendita diretta da parte delle imprese agricole, in giro per il mondo vi sono diversi paesi che dalle parole sono già passati ai fatti. Ed è quasi paradossale che l esperienza più evoluta in questo senso provenga proprio dagli Stati Uniti, cioè la realtà con l agricoltura più industrializzata e orientata alle commodity. In questo paese, infatti, la vendita diretta di prodotti agricoli e alimentari (tabelle in basso) ha conosciuto negli ultimi anni una fase di forte espansione attraverso lo strumento innovativo dei farmers market. I farmers market sono dei mercati che hanno luogo periodicamente in determinate località, generalmente nei pressi dei centri urbani maggiori, dove gli agricoltori vendono direttamente ai consumatori i propri prodotti. Ciò che qualifica questa forma di commercializzazione è il fatto che la vendita dei prodotti viene gestita direttamente dagli agricoltori. I farmers market sono presenti sul territorio degli Stati Uniti dal 1943, quando il San Francisco Water Authority officer and farmer organizzò sei mercati per la vendita diretta di prodotti agricoli nell area della baia.attualmente se ne contano quasi 3.000, con un trend di crescita continuo dagli anni Settanta e ripreso con forza dalla metà degli anni Novanta. Tra il 1994 e il 2000 il numero dei mercati è cresciuto dell 80% circa. Per i consumatori a rischio nutrizionale Lo sviluppo di tali mercati ed il successo riscosso tra i consumatori, ha indotto le autorità competenti, e in particolare il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, a utilizzare tale strumento anche per l attuazione di iniziative riguardanti la sicurezza e la qualità dei generi alimentari, rivolte a categorie di consumatori particolarmente vulnerabili. In particolare, lo USDA s Women, Infants and Children (WIC) Farmers Market Nutrition Program (FMNP) è stato varato nel 1992 con il duplice obbiettivo di offrire alle donne e ai bambini a rischio nutrizionale che partecipano al programma, frutta e ortaggi

6 provenienti dai farmers market e di promuovere la conoscenza e l utilità sociale di questi ultimi. Il finanziamento del programma è stato nel 2001 di 20 milioni di dollari. Nel marzo 2002 il Dipartimento di Agricoltura ha inoltre concesso, attraverso il Seniors Farmers Market Nutrition Pilot Program (SFMNPP), 10 milioni di dollari a 26 Stati e una comunità indiana per offrire a persone anziane con basso reddito buoni spendibili per determinati cibi presso i farmers market. Il 58% dei farmers market attualmente presenti sul territorio degli Stati Uniti partecipano a programmi federali (WICFMNP e SFMNPP) e statali di sostegno e informazione indirizzati verso categorie di consumatori particolarmente vulnerabili e il 25% di essi partecipa attivamente a programmi di aiuto di organizzazioni non governative, finalizzati alla distribuzione di prodotti agricoli e alimentari alle famiglie più bisognose. Un vantaggio non solo economico Ma i farmers market devono essere considerati, prima di tutto, nella prospettiva economica delle imprese agricole, che trovano in questa maniera un importante fonte di reddito alternativa rispetto a quella derivante dai circuiti tradizionali. Infatti, i principali beneficiari dei farmers market sono le aziende agricole di piccole e medie dimensioni che, grazie a questa modalità di accesso al mercato, possono integrare efficacemente il proprio reddito. Va inoltre sottolineato che il prezzo così percepito dagli agricoltori, in assenza di intermediari, risulta sensibilmente più alto rispetto a quello percepito tramite la commercializzazione indiretta. Grazie alla partecipazione diretta al mercato, gli agricoltori possono poi accrescere la propria capacità imprenditoriale e spesso risulta stimolata la nascita di esperienze associative e consortili. Nel 2000, secondo una statistica del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, agricoltori hanno venduto i propri prodotti esclusivamente attraverso i farmers market. L 82% di tali mercati sono autosufficienti: le entrate del mercato sono sufficienti a sostenere tutti i costi associativi e di gestione del mercato. Ma i farmers market sono una novità di particolare interesse anche dal punto di vista dei consumatori, che in questa maniera hanno facile accesso a un mercato di prodotti locali e hanno la possibilità di interagire personalmente con l agricoltore che coltiva tali prodotti. In questo senso, inoltre, bisognerebbe includere tra i benefici economici dei farmers market anche quelli sociali, in quanto tali mercati favoriscono i contatti fra la popolazione urbana e quella rurale e costituiscono un importante veicolo di promozione complessiva per gli agricoltori e i loro prodotti. Un esperienza da incentivare L esperienza dei farmers market non deve tuttavia essere considerata un esclusiva statunitense. In pochi anni, ad esempio, tali mercati si sono affermati anche nel Regno Unito e oggi se ne contano oltre 400 unità, disciplinati da una specifica normativa, che prevede per le imprese

7 partecipanti il rispetto di alcuni parametri sulla compatibiltà ambientale e il benessere animale, oltre a uno specifico schema di controllo e certificazione dei prodotti. Il successo economico e la popolarità ottenuti dei farmers market in queste significative realtà, seppur distinte da quella italiana, rendono opportuna un attenta valutazione delle possibilità d implementazione di iniziative di questo tipo anche nel nostro paese. La varietà di prodotti agricoli e alimentari presenti sul territorio italiano e la loro particolare distribuzione geografica sembrerebbero rendere molto appetibile questa forma di vendita diretta per le nostre imprese agricole, anche in considerazione dell elevata incidenza delle aziende piccole e medie sul totale delle imprese operanti nel settore primario. Lo sviluppo di questa forma di mercato in ambito europeo, inoltre, potrebbe essere inquadrato fra le iniziative di sviluppo rurale nella programmazione di Regioni ed Enti locali - vista la sempre maggiore attenzione di cui gode il secondo pilastro nell indirizzo di riforma della Politica Agricola Comunitaria - e beneficiare, in una prospettiva di medio e lungo periodo, di iniziative di sostegno normativo e finanziario da parte dell Unione Europea.

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