GRUPPO ECONOMIA 5 STELLE - WORKING PAPER N 3. Guglielmo Soccorsi ECONOMIA CINQVE STELLE SCENARI FUTURI. In bilico tra permanenza e fuga dall Euro.
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- Giulia Ceccarelli
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1 GRUPPO ECONOMIA 5 STELLE - WORKING PAPER N 3 R Guglielmo Soccorsi ECONOMIA CINQVE STELLE PAPER 03 + CINQUE UNO Luglio 2013 SCENARI FUTURI In bilico tra permanenza e fuga dall Euro. L unica BANCA vera PUBBLICA proposta di di programmazione economica in in 70 quasi anni 70 di anni Repubblica di Repubblica arriva dai arriva E FINANZIAMENTO cittadini dai cittadini italiani italiani DEL DEBITO CONTIENE REJECTED ELEVATO TASSO DI SOVRANITA -
2 k Banca Pubblica e Finanziamento del Debito k Il pensiero main stream economico vuole far credere, che il più grande problema che abbiamo in Italia sia il nostro elevato debito pubblico, invece il debito è soltanto un numero e pertanto è la sua composizione o sostenibilità che può essere un problema ma non certo il suo ammontare. Facciamo un esempio tramite un paragone facilmente comprensibile. Se il Debito Pubblico fosse una torta di certo il problema non sarà se pesa 2,5 o 10 kg ma sarà se avremo miscelato bene i vari ingredienti, se l avremo cotta al punto giusto, se avremo usato uova e farina fresche e non avariate nel senso che una torta piccola se poi la facciamo stare troppo nel forno verrà fuori bruciata anche se è piccola o se ci mettiamo troppo burro verrà pesante o se invece che lo zucchero ci mettiamo il sale (tipo l austerità) verrà proprio uno schifo. Quello che è il vero problema sono gli interessi che si pagano sul debito per rifinanziarlo, circa 100 miliardi l anno, se non dovessimo pagare un ammontare così alto di interessi sul debito il nostro bilancio statale sarebbe in attivo (l Italia è in avanzo primario), saremmo in grado perfettamente di rispettare il fiscal compact (nonostante sia un aberrazione!) e probabilmente il nostro rating migliorerebbe con tutte le conseguenze del caso circa lo spread. Inoltre il ritornello ricorrente di tutti i governi che si sono susseguiti fino ad ora, sia di destra che di sinistra, è sempre stato che i soldi non c erano, che bisognava tagliare, che le riforme e la ripresa dovevano aspettare perché prima bisognava rimettere in ordine i conti pubblici. Ora la domanda di tutte le domande è esattamente questa, ma non ci sarebbe un modo per calmierare lo spread, abbassare drasticamente gli interessi sul debito e trovare anche i soldi per finanziare la ripresa dell economia senza aumentare il debito pubblico e senza ricorrere ad altre manovre lacrime e sangue? Un metodo ci sarebbe ed è quello che succedeva in Italia prima dell ingresso nell euro e ancora meglio prima dell 81 quando ci fu il cosiddetto divorzio tra Tesoro e Banca d Italia. Ossia la la Banca d Italia potrebbe approvvigionarsi di liquidità presso la BCE ad un tasso privilegiato ( come TUTTI gli istituti bancari europei) dello 0,15% e così comprare i TITOLI DI STATO ITALIANI immessi sul mercato ma rimasti invenduti, così si spengerebbe immediatamente la febbre da spread (basterebbe poter comprare qualche percentuale ad ogni asta, forse basterebbe un 10-15% che presumibilmente rimarrebbero invenduti se il tasso d interesse fosse solo del 2% sul decennale).
3 All atto pratico, gli interessi sui bot, btp ecc., lo Stato li pagherebbe a se stesso ( sarebbe debitore di una banca di cui è il proprietario) quindi tornerebbero allo Stato. In pratica si recupererebbe in qualche misura la famosa sovranità monetaria, che permetteva alla Banca d Italia di stampare, ove necessario, lire per acquistare i titoli di Stato rimasti invenduti e così tenere bassi i tassi. Ma purtroppo a tal riguardo l articolo 123 del Trattato di Lisbona (ex art.101 del TCE) al paragrafo 1 parla chiaro e vieta espressamente l acquisto diretto di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali e quindi anche da parte di Bankitalia. Per intero l articolo dice: 1. Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate «banche centrali nazionali»), a istituzioni, organi od organismi dell Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali. 2. Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati. Ma ATTENZIONE, se leggiamo bene invece il paragrafo 2 dice espressamente che le disposizioni, quindi i divieti, del paragrafo 1 NON si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica! E quale sarebbe un ente creditizio di proprietà pubblica? Per esempio lo sarebbe il Monte dei Paschi di Siena in seguito ad una nazionalizzazione o cmq ad una ristrutturazione in cui lo Stato diventi l azionista di maggioranza o lo potrebbe diventare la Cassa Depositi e Prestiti. A questo punto, PROPRIO per quello che dice l articolo 123 del Trattato di Lisbona, QUESTO istituto, può accedere ai prestiti agevolati della BCE (allo 0.25%) COME TUTTI GLI ALTRI ENTI CREDITIZI PRIVATI. E quindi cosa accaderebbe? Accaderebbe che questo ente creditizio di proprietà pubblica, chiamiamolo Banca Pubblica BP da ora in poi per comodità, potrebbe fare da compratore di ultima istanza dei titoli eventualmente rimasti invenduti perché con un tasso considerato troppo basso dai mercati rispetto al rischio Paese-Italia, e quindi ridurrebbe drasticamente lo spread, perché appunto non ci sarebbe più il rischio di invenduti e quindi non ci sarebbe bisogno di alzare eccessivamente (oltre il 2%) il tasso d interesse nelle aste
4 primarie di Titoli di Stato, per il timore che sennò, ad un tasso del 2%, l offerta di Titoli non venga venduta tutta! Perché il vero problema delle aste dei titoli è che il prezzo dei titoli viene fissato attraverso il meccanismo dell asta marginale, ovvero in base al valore dell ultima richiesta utile al completamento dell offerta di titoli da parte dello Stato. Ora senza entrare eccessivamente nei meccanismi tecnici, praticamente significa che se si devono vendere 100 titoli e il primo offerente propone di comprarne 70 al prezzo di 99 (con rimborso 100) il secondo ne compra 25 al prezzo di 97 ed un terzo ne compra 5 al prezzo di 95 alla fine tutti e 100 i titoli vengono venduti a 95 (e sarranno rimborsati a 100!), il che comporta intessi molto + alti da pagare, perché appunto quello che andrà a pagare lo Stato, oltre agli interessi prefissati per es. del 3% annuo, elargiti attraverso cedole periodiche, sarà anche la differenza tra il prezzo d acquisto (in questo caso 95) e quello di rimborso (100) alla scadenza del titolo, ossia un altro 5%. Ed è proprio su questo che speculano i mercati, ora però se ci fosse la famosa Banca Pubblica ad assicurare l acquisto dell ultima tranche di titoli dell asta probabilmente il prezzo rimarrebbe molto vicino a 100 e gli interessi offerti probabilmente non supererebbero il 2%, come erano prima del 2010 quando scoppiò l artefatta crisi del debito pubblico! Inoltre praticamente lo stato pagherebbe gli interessi a se stesso visto che sarebbe debitore della Banca Pubblica di cui è anche proprietario. Ora in Italia nelle aste di titoli la domanda è quasi sempre maggiore dell offerta, quindi vengono quasi sempre venduti tutti i titoli all asta, questo però perché il tasso d interesse a cui vengono offerti è considerevolmente più alto di quello corrispondente al rischio-paese, però appunto se ci fosse una BP a fare da compratrice di ultima istanza (sempre solo per quel 15% di titoli marginali che rischierebbero di rimanere invenduti) il Tesoro potrebbe anche arrischiarsi a emettere Titoli ad un tasso + basso (2%) perché potrebbe contare sul supporto della BP per scongiurare eventuali rischi di invenduto e quindi prezzi marginali troppo bassi, che poi è quello che succedeva più o meno prima del divorzio tra Banca d Italia e Tesoro dell 81, anno dopo il quale il Debito Pubblico inizio a crescere costantemente anno dopo anno, mentre prima si era attestato più o meno stabilmente intorno al 50% del PIL, come mostra il grafico n.1 Comunque le Aste di Titoli di stato sono un meccanismo ben più complesso di quello descritto sopra, con delle varianti che fanno più gli interessi delle banche che quelli del Tesoro che li emette (vedi il costo marginale), e quindi anche il meccanismo dell asta andrebbe modificato, ma ai fini di questo paper era opportuno
5 solo spiegare come una BP potrebbe intervenire per tenere bassi i tassi d interesse sui Titoli. Ora l obiezione che si potrebbe fare è che è IMPOSSIBILE che una SOLA banca possa avere tutto il credito necessario (ad esempio miliardi di euro all anno) per acquistare i titoli di stato emessi in un dato anno per rifinanziare il Debito Pubblico. A parte il fatto che di Banca Pubblica ce ne potrebbe essere tranquillamente più di una (come in Germania) ma questo potrebbe anche essere un potenziale problema ma, come abbiamo già detto, la BP dovrebbe fare solo da compratore di ultima istanza dei potenziali titoli invenduti (quindi di quel 10-15% cioè massimo di 40 miliardi). Perché anche nei casi peggiori, le aste di titoli che hanno visto lo spread decollare verticalmente, hanno avuto un invenduto di pochi punti percentuali rispetto al totale dei titoli offerti. In pratica, anche solo la certezza che i titoli sarebbero comunque acquistati da uno (o più!!) istituti privati, (ma a capitale di maggioranza pubblico) farebbe crollare il moloch interessi ai livelli più o meno uguali a quelli da cui è partito, nel 2010, cioè meno del 2% sul decennale. Inoltre questa BP oltre che potrebbe servire, oltre a tenere i tassi d interesse bassi, anche per finanziare la ripresa facendo credito per esempio alla PMI a tassi molto più ragionevoli di quelli attuali, o potrebbe finanziare benissimo la riqualificazione ambientale, la ricerca tecnologica, le energie rinnovabili, l industria naziona-
6 le, la riqualificazione del patrimonio immobiliare in disuso, ed il tutto SENZA AUMENTARE MINIMAMENTE IL DEBITO PUBBLICO, come previsto dall ESA95 che è il regolamento contabile che detta le regole per il calcolo dei debiti pubblici dei paesi CEE. Ora qualcuno potrebbe dire, ma perché allora nessuno lo fa? Ed è qui che sta il problema dell Italia, l incapacità o la malafede della sua classe politica, perché nel nord Europa lo fanno quasi tutti gli stati, in particolar modo la Germania che finanzia circa il 25% della sua spesa pubblica tramite banche pubbliche di cui è proprietaria, senza inserire contabilmente questo finanziamento all interno del suo debito pubblico. In particolar modo lo Stato tedesco è proprietario della KFW Bankengruppe, che è un istituto nato nel dopoguerra per gestire i fondi del Piano Marshall. E un analogo tedesco della nostra Cassa depositi e prestiti, che è posseduta all 80% dalla Repubblica Federale e al 20% dai Lander. In Pratica: è al 100% PUBBLICA, come altre CENTINAIA di banche tedesche, con la scusa del project financing, finanzia molteplici enti, iniziative e attività varie, pubbliche e private, al posto dello Stato tenendo su a forza l economia del paese.
7 Si tratta di Istituti di diritto PRIVATO e PERTANTO questi finanziamenti NON vanno ad aumentare il debito pubblico tedesco. Come si approvvigionano di euro? Comprando decine di miliardi di euro di Bund con gli euro presi in prestito dalla BCE allo 0,15% e, ovviamente con gli interessi sui prestiti a privati. Per approvvigionarsi sul mercato per finanziare queste attività per esempio la KFW ha emesso nel tempo una quantità ENORME di obbligazioni. Insomma: ha fatto debiti PER CENTINAIA DI MILIARDI DI EURO. Però le passività del KFW, CHE AMMONTANO A CIRCA IL 20% DEL PIL TEDESCO, NON sono state contabilizzate nel bilancio statale e NON vanno ad aumentare il debito pubblico tedesco. Il saldo primario italiano dimostra che senza il gravame degli interessi sul debito l Italia potrebbe ridurre notevolmente la pressione fiscale oppure investire il surplus in favore dei cittadini Il tutto come detto prima permesso dall Esa95, se pur tramite parametri di calcolo a dir poco azzardati che sarebbero troppo complicati da esplicitare qui, ma comunque legali. In poche parole, con un escamotage contabile, la Germania ha occultato oltre il 20% del suo debito pubblico nella KFW, ma se lo fa la Germania perché non lo possiamo fare pure noi, visto che è assolutamente legale e previsto dai Trattati? Qui verrebbe da pensare male e molto nei confronti dell attuale classe politica e della sua connivenza con le banche come dimostra esplicitamente lo scandalo MPS, perché ovviamente una o più banche pubbliche darebbero molto fastidio
8 alle altre banche private, o quantomeno le costringerebbero ad accontentarsi di profitti molto piùbassi di quelli attuali. Perché una Banca Pubblica sarebbe percepita come molto più affidabile da parte delle persone e quindi gli risulterebbe più facile fare raccolta di denaro, inoltre la BP, avendo un ottica di lungo termine e non dovendo rispondere all avidità dei banchieri che guardano solo al profitto dell anno in corso e che magari vogliono pure che sia del 20% (motivo per cui investono sui mercati finanziari invece che investire sull economia reale che richiede tempi più lunghi), potrebbe concedere crediti alle piccole imprese a tassi più umani (diciamo un 4%) rispetto magari all 8-10% se non di più, come fanno le grandi banche private, quando lo fanno! Inoltre una Banca Pubblica potrebbe avere ottiche temporali più lungimiranti e quindi potrebbe fare investimenti più solidi magari in tecnologie innovative, energie rinnovabili, ecologia, tutti settori magari meno redditizi nell immediato, ma a lungo andare molto più solidi e reali e quindi diventerebbe una banca molto affidabile (come lo è la KFW tedesca) le cui obbligazioni in seguito diventerebbero molto più appetibili. Sul perché l Italia non abbia ancora adottato il sistema della Banca Pubblica poco importa, l importante è che se c è la volontà politica di farlo, si può fare, è legale, è permesso dal Trattato di Lisbona e soprattutto lo fanno già stati come la Germania che poi si permettono pure di darci lezioni di come si tengono in ordine i conti pubblici, quando se le passività delle banche di cui è proprietaria venissero conteggiate nel debito pubblico, probabilmente sarebbe di gran lunga superiore al nostro. Anche in Francia, Hollande ha appena istituito un ente simile alla KFW tedesca, la BPI (Banca Pubblica d Investimento), con compiti simili e una quarantina di miliardi di dote, quindi sarebbe proprio il caso che lo facessimo pure noi, visto che se ne presenta pure una lampante necessità per MPS. Ora ovviamente i passaggi tecnici per fare una BP ed i parametri richiesti dall E- SA95 sono questioni piuttosto tecniche che esulano da questa trattazione e che vanno affrontati nel minimo dettaglio per impostare la struttura della BP in maniera tale da consentirle di tenere il suo bilancio totalmente al di fuori del perimetro del Debito Pubblico, ma quello che si vuole evidenziare qui è che la possibilità c è, che è legale farlo, che è previsto dai Trattati, che recuperare un po di sovranità monetaria si può fare immediatamente, l unica cosa che serve è la volontà politica di farlo.
9 Per avere una conferma ufficiale delle possibilità di operare in questi termini da parte della Banca Pubblica riportiamo carteggio con la BCE: [...] E chiaro che la BCE non può acquistare direttamente Titoli di Stato e quindi quello che è mia intenzione approfondire ora, e in ultimo, sono le seguenti domande: 1) comma 2 art. 123 TFUE: è possibile per un Ente creditizio di proprietà pubblica accedere all offerta di liquidità, oggi al tasso dello 0,25%, della BCE? 2) Se sì come penso, questo Ente creditizio di proprietà pubblica può prestare denaro al Governo affinchè lo stesso possa pagare i suoi debiti ai mercati finanziari? Ovviamente attraverso la cessione a garanzia dei Titolo di Stato acquistati dall Ente creditizio pubblico stesso? 3) E l Ente creditizio pubblico può decidere liberamente il tasso di interesse? Grazie ancora per la vostra cortese risposta Da: Europe Direct Date: 13 gennaio :50 Oggetto: [Case_ID: / ] art Delucidazioni Gentile Signor , La ringraziamo per il suo messaggio. Desideriamo scusarci per il ritardo. Le inoltriamo le risposte alle sue domande, fornite dalla Banca centrale europea: 1) comma 2 art. 123 TFUE: è possibile per un Ente creditizio di proprietà pubblica accedere all offerta di liquidità, oggi al tasso dello 0,25%, della BCE? 1. Gli enti pubblici creditizi dell area dell euro sono un elemento importante del sistema bancario e pertanto hanno un ruolo essenziale nel fornire prestiti all economia reale. Pertanto è importante per l Eurosistema che essi siano trattati alla pari degli istituti creditizi privati nel contesto delle operazioni di rifinanziamento per assicurare un efficiente trasmissione delle decisioni riguardanti la politica monetaria all economia. Pertanto la risposta alla sua prima domanda è si ed e per questo che l articolo menzionato è presente nel Trattato sul funzionamento dell Unione europea (TFUE)*. L articolo stabilisce che il divieto di scoperto bancario e altre forme di facilitazione creditizia in favore dei governi non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati. 2) Se sì come penso, questo Ente creditizio di proprietà pubblica può prestare denaro al Governo affinchè lo stesso possa pagare i suoi debiti ai mercati finanziari? Ovviamente attraverso la cessione a garanzia dei Titolo di Stato acquistati dall Ente creditizio pubblico stesso? 2. Non è il ruolo della banca centrale di decidere per gli istituti di credito come utilizzare i soldi. In pratica, gli istituti di credito possono liberamente prestare i soldi ai governi o comprare i loro titoli di stato, nonché prestare soldi a qualsiasi cliente. Questo è possibile nel caso in cui esista una decisione commerciale indipendente da parte dell ente pubblico creditizio di entrare in tale rapporto con lo Stato. In questo contesto è necessario ricordare la clausola stabilita dall articolo 124 del TFUE, che stabilisce quanto segue: È vietata qualsiasi misura, non basata su considerazioni prudenziali, che offra alle istituzioni, agli organi o agli organismi dell Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri un accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie. Lo Stato, nel caso in cui adot-
10 tasse una legge, regolamento o qualsiasi altro strumento giuridicamente vincolante, che obbligherebbe un istituto finanziario a comprare i titoli di stato governativi, violerebbe l articolo ) E l Ente creditizio pubblico può decidere liberamente il tasso di interesse? 3. La domanda non è chiara. Tuttavia, nel contesto della decisione indipendente presa dall istituto creditizio di prestare soldi ai clienti, il prezzo dell operazione deve essere basata su considerazione finanziarie e economiche (per esempio, il profilo di rischio del cliente). Per quanto riguarda la decisione di comprare titoli di stato pubblici, si aspetta che il tasso di interesse nominale per i titoli governativi (come per gli altri) venga determinato dalle caratteristiche del titolo stesso (incluso il profilo di rischio dell emittente, la liquidità e commerciabilità del titolo, etc.). Il rendimento effettivo del titolo (emesso da un pubblico o provato) negoziato sul mercato riflette l evoluzione di queste caratteristiche nel tempo. Ci auguriamo che queste informazioni possano esserle di aiuto. La preghiamo di contattarci nuovamente in caso avesse ulteriori domande.
11 GRUPPO ECONOMIA 5 STELLE - WORKING PAPER N 3 R Guglielmo Soccorsi Risorse disponibili sul web: Facebook Economia 5 Stelle Youtube L economia spiegata facile -
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