FONDI&SICAV. Wall Street su nuovi record

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1 FONDI&SICAV CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 6 - Numero 52 - Aprile 2013 Wall Street su nuovi record Un mercato che torna fortissimo Le minacce sul rialzo I titoli e i settori che cresceranno I fondi comuni per prendere il toro

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3 Editoriale Sapere scegliere Mercati sempre più complicati e volatili: il nuovo imperativo negli investimenti diventa sapere scegliere. Non solo sapere scegliere i mercati (investire in Europa o negli Stati uniti o nei paesi emergenti non è la stessa cosa), ma sapere scegliere all interno delle singole piazze le aziende giuste. Dall analisi del mercato Usa condotta tra decine di gestori emerge sempre più il bisogno di scoprire quelle imprese che meglio sapranno affrontare i diversi scenari, che hanno un idea vincente o una situazione di monopolio o un trend ancora favorevole. In ogni caso si tratta di studiare i bilanci, le prospettive, il business plan, i manager, i prodotti. In sostanza un lavoro difficile, lungo e complesso. Lo stesso fenomeno avviene ormai anche per le obbligazioni: gli ultimi anni di storia ci hanno insegnato, spesso a nostre spese, che non sono tutte uguali, che non possiamo fermarci a vedere il tasso di interesse nominale, che lo spread non è solo un termine del linguaggio finanziario, che i bond governativi non sono sempre così sicuri, che le valute incidono in modo rilevante sul rendimento finale. Scegliere un buon gestore permette agli investitori di delegare questi processi di analisi, resta però la difficoltà di selezionare il gestore giusto. Andando ancora avanti nel processo ci può aiutare nella scelta un buon consulente (sia esso promotore, addetto titoli della propria banca, private banker, consulente puro o qualsiasi altra etichetta possa avere) che sicuramente per sostenerci nelle decisioni ha a disposizione strumenti e informazioni non sempre accessibili al cliente finale. Questa è la scelta fondamentale che nessun investitore può più permettersi di sbagliare e che sicuramente può condizionare tutto il processo. Scegliete bene! GIUSEPPE RICCARDI Il paese reale nelle borse ALESSANDRO SECCIANI Wall Street, come i nostri lettori possono leggere in questo numero quasi monografico di Fondi&Sicav, è ai massimi di sempre, ma anche altri mercati sembrano in netta ripresa. Persino la Francia, che si sta avviando a diventare il vero ammalato d Europa, ha oggi una borsa che sta dando notevoli segni di vitalità. Non va male neppure l Italia! Inoltre si sta muovendo, dopo molti anni, il grande pubblico: il rally attuale, infatti, è stato determinato soprattutto dai grandi investitori istituzionali, con volumi non eccelsi. A mancare è stata la massa dei piccoli risparmiatori, che solitamente determina un ulteriore scatto in avanti del mercato. E, se si guardano i dati di raccolta dei fondi in tutto il mondo, si può vedere che sono tornati positivi, con l uscita di molti dalle asset class meno rischiose e l entrata nell azionario. Ma sono stati davvero risolti tutti i problemi in America? Possiamo dire che finalmente si è fuori dalla peggiore crisi degli ultimi 70 anni? Certamente no e bastano pochi numeri per riscontrarlo. Quasi ovunque gli stati sono indebitatissimi e non sanno come uscire dalle difficoltà. In molti casi il rally borsistico è stato il frutto diretto o indiretto della grande immissione di capitali realizzata dalle maggiori banche centrali del mondo (Europa compresa, nonostante un certo pudore ad ammetterlo) e di un costo del denaro che nel mondo sviluppato è quasi sempre inferiore al tasso di inflazione. I consumi interni dei paesi sviluppati, come conseguenza della disoccupazione che resta alta, non danno particolari segni di risveglio e per il momento la ripresa del mercato immobiliare c è solo negli Usa, mentre in Europa i numeri sono da brividi. Allora si può dire che il rally delle borse trainato da Wall Street è fragilissimo e può finire in qualsiasi momento? Si può affermare che al primo cambiamento di vento crollerà tutto come un castello di carte? Indubbiamente il pericolo c è, ma c è anche un altra realtà. Le imprese più dinamiche, le società che sanno vendere e trovare nicchie di profitto in tutto il mondo rappresentano attualmente una base concreta di ricchezza per tutti. È l ennesima differenza tra il paese reale, costituito da gente che continua a lavorare e ad accettare le sfide del mercato e che magari, dopo avere perso il lavoro, si è inventata un altro mestiere ed è ripartita da zero, e un paese immaginario fatto di persone che di fronte ai problemi chiacchierano solamente e appaiono paralizzate di fronte a qualsiasi decisione da prendere. Questo quadro è evidente nell attuale situazione italiana, ma negli altri paesi non è certo molto diverso. Per fortuna i mercati sembrano guardare a tutti coloro che, pur nelle difficoltà, costruiscono. FONDI&SICAV/Aprile

4 Sommario Aprile I trend del futuro Collegare l Europa e il mondo Gli investimenti nelle infrastrutture saranno fondamentali per sostenere nei decenni futuri i processi di crescita, oggi un po in difficoltà, del Vecchio continente e dei paesi emergenti. E possono rappresentare un ottimo tema per creare alpha nel portafoglio 16 Wall Street All inferno e ritorno Fino a pochi mesi fa l economia Usa era considerata in una crisi quasi irreversibile e la classe dirigente statunitense sembrava non avere alcuna idea di come riuscire a rendere competitivo il paese. Oggi appare in buona misura tutto cambiato: l edilizia si è ripresa,la disoccupazione è scesa in maniera significativa e per determinati lavori gli imprenditori fanno fatica a trovare manodopera, mentre l abbondanza di gas a basso costo ha reso le industrie molto più forti. Certo, i problemi non sono finiti, ma i nuovi record dell S&P500 e del Dow Jones non sono solo frutto della politica monetaria della Fed 34 Wall Street - I fondi comuni Non è toro per tutti Alcuni gestori hanno saputo cogliere in maniera molto efficace il momento favorevole della borsa Usa e hanno messo a segno nell'ultimo anno e nello scorso semestre guadagni intorno al 15-20%, concentrati soprattutto all'inizio del Ma non tutte le azioni sono andate bene e diversi money manager hanno compiuto le scelte sbagliate e hanno approfittato solo in misura minima del rally 4 FONDI&SICAV/Aprile 2013

5 Fondi&Sicav n PROMOTORI&CONSULENTI Parla Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Mps Puntiamo sempre più sulla rete Una categoria in assestamento Pochi arrivi, tante partenze Recruiting Ritorna il calciomercato? Retail distribution review Ci sono anche i favorevoli PROMOTORI&CONSULENTI PROMOTORI & FONDI&SICAV Aprile 2013 Professione Continua a calare il numero dei Pf Recruiting Tornano i mega-bonus Intervista a Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Mps Consulenza C è anche chi difende il modello inglese «Guardiamo avanti per crescere» 62 Consensus - L'Europa Finché resta solo Cipro... La paura è che la crisi che si è manifestata nella piccola isola sia solo l'inizio di un processo di peggioramento per tutta la parte periferica del continente. Ciò accade per di più in una fase in cui anche la zona core non è certo allegra e la crescita è mediocre per tutti. Sui mercati finanziari, però, le quotazioni forse sono più depresse del dovuto e non mancano alcune interessanti occasioni 72 I dottori commercialisti Più professionisti, meno pensione Questa categoria, pur essendo stata tra le prime a intraprendere un percorso di adeguamento previdenziale, sconta una penalizzazione sui tassi di sostituzione attesi. Questi che già non sono elevati per gli anziani, diventano ancora più bassi per le giovani generazioni, pur a scapito dei maggiori contributi versati. Per di più sta calando il reddito Le rubriche 3 Editoriale 6 Radar finanziario 12 Notizie in breve 76 My life, My style FONDI&SICAV/Aprile

6 Radar finanziario Francia, Lyxor lancia l Etf efficiency indicator Durante il 2012, il mercato degli Etf ha visto crescere l offerta. Lyxor ha quindi creato un nuovo indicatore utile per valutare la bontà dei singoli strumenti. In teoria, tutti gli Etf che seguono lo stesso indice dovrebbero fornire rendimenti molto simili, aspetto che però si discosta molto dalla realtà. Il nuovo Etf efficiency indicator combina i tre più diffusi metodi di valutazione degli Etf: performance rispetto al benchmark, tracking error di volatility e liquidità. Usa, risk appetite in aumento sul retail Dal mercato statunitense dei fondi d investimento arrivano chiari segnali di una ripresa della propensione al rischio da parte degli investitori. Dopo il record di flussi positivi di gennaio, i dati di febbraio mostrano un grande interesse per i mercati emergenti, mentre deflussi si sono registrati nelle categorie ritenute più sicure, cioè metalli preziosi, money market e governativi globali. Data la composizione della clientela del mercato statunitense, sembra trattarsi di un fenomeno riconducibile all universo retail. Italia, raccolta positiva e record in gennaio A gennaio l industria italiana dei fondi d investimento ha registrato flussi positivi per 6,5 miliardi di euro, secondo i dati Assogestioni. È un nuovo record per il settore, che si attesta a miliardi di euro totali di Aum. I flussi sono stati positivi sia per le forme di risparmio collettivo (+3,2 miliardi di euro), sia per le gestioni patrimoniali (+3,3 miliardi). Perù, aumenta l esposizione estera nei fondi pensione A fine gennaio, i fondi pensione peruviani mantengono il 30% dei loro investimenti totali in strumenti finanziari stranieri, pari a 11,8 miliardi di dollari. Più della metà, risultano investiti in Etf e fondi internazionali. I principali player beneficiari di questo trend sono stati ishares e State Street per la parte passiva, Investec, Aberdeen, Fidelity, Jb e Robeco per la parte di fondi a gestione attiva. 6 FONDI&SICAV/Aprile 2013

7 Svezia, nuovi flussi netti positivi in febbraio Secondo i dati della Swedish Investment Fund Association, febbraio è stato il mese con i più alti flussi netti positivi dall ottobre Viene rilevato, inoltre, che è in corso una rotazione dei portafogli degli investitori dal fixed income all equity. Storicamente, i flussi dell industria svedese del risparmio gestito sono fortemente correlati con l andamento del mercato azionario, che in febbraio ha guadagnato il 3,6%. Asia, le potenzialità dei nuovi emergenti Secondo un report di Fitch Ratings, la crescita degli asset gestiti nei paesi emergenti asiatici sorpasserà quella che si sta osservando nei mercati asiatici più maturi, grazie al trend demografico che vede la netta crescita della classe media in Thailandia, Indonesia, Malaysia e Cina. Negli ultimi anni, questi paesi hanno avuto variazioni maggiori rispetto a Singapore, Hong Kong, Taiwan e Korea. I beneficiari di questi movimenti saranno i fondi multi asset ed esposti globalmente. Il mercato istituzionale sembra pronto per questi cambiamenti, mentre la rete delle grandi banche commerciali pone ancora forti problemi contrattuali. Medio Oriente, aspettative positive con riserva su primavera araba ed Europa Secondo i dati raccolti da Invesco durante il settimo Invesco Dubai Investment Meeting, il 56% degli operatori basati in Medio Oriente è positivo rispetto alle prospettive di crescita globale, contro il 38% rilevato lo scorso anno. Particolarmente incoraggianti le attese sull equity. D altro canto, un terzo degli intervistati si rivela incerto sul posizionamento del proprio portafoglio nelle attuali condizioni di mercato. Un altro terzo, invece, ha evitato di prendere rischi, mantenendo inalterata l asset allocation. Le questioni più critiche a livello internazionale sono la primavera araba e la crisi europea.

8 I trend del futuro Collegare l Europa e il mondo Gli investimenti nelle infrastrutture saranno fondamentali per sostenere nei decenni futuri i processi di crescita, oggi un po in difficoltà, del Vecchio continente e dei paesi emergenti. E possono rappresentare per Tendercapital un ottimo tema per creare alpha della crisi ad alcuni paesi core ha svelato ancora una volta le difficoltà in cui L allargarsi si trova l Europa nel concepire una politica economica maggiormente orientata allo sviluppo. Non a caso, negli ultimi mesi è giunto da più voci l invito a spezzare il circolo vizioso composto da crisi, austerità e nuove tasse, che sta affondando il Vecchio continente nella recessione, per puntare con più decisione sugli investimenti mirati alla crescita. E lungo questa linea si ritagliano uno spazio decisivo gli investimenti nelle infrastrutture. Non sarà la sola Europa, tuttavia, ad avviare importanti progetti su questo fronte. Il trend demografico e la rapida urbanizzazione nei paesi emergenti richiedono infatti ulteriori investimenti negli impianti e nelle installazioni. A fronte di un andamento ancora debole delle principali economie, le infrastrutture sono destinate a diventare, dunque, una vigorosa locomotiva in grado di trainare la crescita a livello globale, rappresentando un tema d investimento forte per gli asset manager che vogliono avere un esposizione sui temi e i trend secolari. È questo il caso di Tendercapital, che guarda con particolare interesse a questo settore e fonda principalmente le sue analisi sul progetto Connecting Europe Facility e sul report Strategic Transport Infrastructure Needs to All interno del piano pluriennale per il periodo , la Commissione europea ha infatti creato un nuovo strumento integrato per gli investimenti destinati alle infrastrutture prioritarie dell Unione nei settori dei trasporti, dell energia e delle telecomunicazioni: il «Meccanismo per collegare l Europa». PROJECT BOND TARGATI UE Con un bilancio previsto di 50 miliardi di euro, raggiungibile tra il 2014 e il 2020, gli investimenti che confluiranno nel Connecting Europe Facility dovrebbero creare, nelle intenzioni delle istituzioni europee, una sorta di effetto moltiplicatore, attraendo ulteriori finanziamenti sia pubblici sia privati attraverso l utilizzo di strumenti finanziari innovativi, in particolare i project bond targati Ue. La disponibilità delle reti energetiche, digitali e di trasporto intelligenti, sostenibili e pienamente interconnesse rappresenta, infatti, una condi- 8 FONDI&SICAV/Aprile 2013

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10 I trend del futuro zione necessaria per il completamento del mercato unico europeo. L interconnessione transfrontaliera, invece, sembra procedere a rilento e i collegamenti mancanti che si rilevano soprattutto nei nuovi stati membri creano divisioni fra il centro e le periferie dell Unione Europea, ostacolando l ulteriore sviluppo degli scambi o la crescita dei nuovi settori economici quali l e-commerce. Gli investimenti destinati alle infrastrutture potrebbero invece rafforzare la competitività dell Europa in un clima economico difficile, caratterizzato da una crescita lenta e dalle restrizioni dei bilanci pubblici. Considerato allo stesso tempo un mezzo per sostenere la domanda e assicurare un rendimento di lungo termine per il denaro speso, il piano per facilitare i collegamenti europei rappresenta uno step cruciale per il conseguimento degli obiettivi di crescita sostenibile dell Ue delineati nella strategia Europa 2020, nonché per la realizzazione degli ambiziosi obiettivi « » nel settore della politica energetica e climatica. Per promuovere la trasformazione del continente da vecchio a innovativo, infatti, sono richieste un adeguata base energetica, valide reti di trasporto e buone conoscenze digitali, oltre che, va da sé, infrastrutture ad hoc. Al via, quindi, investimenti sì mirati, ma che contribuiranno in modo decisivo alla creazione di posti di lavoro e a dare slancio alla crescita e alla competitività di tutta la regione. Il costo dello sviluppo dell infrastruttura Ue necessaria per soddisfare la domanda di trasporti è stato stimato in oltre 1,5 trilioni di euro nel periodo per l intera rete dei trasporti degli stati membri dell Unione. Il completamento delle reti trans-europee richiederà circa 500 miliardi entro il 2020, di cui 250 serviranno per completare i collegamenti mancanti ed eliminare le strozzature nella rete centrale. Solo per la creazione delle strutture necessarie alla trasmissione di energia si stima, inoltre, che entro il 2020 si creeranno 410 mila nuovi posti di lavoro, mentre nel settore dei trasporti, dovrebbero essere generati, sempre tra sette anni, 650 mila impieghi. Il miglioramento delle infrastrutture sul fronte energetico, inoltre, si tradurrà in aumento del Pil dell Ue di almeno 42 punti base al più tardi nel INFRASTRUTTURE ANCHE NEGLI EMERGING Se il Vecchio continente sembra pronto, dopo alcuni anni di latitanza, a rimettere in moto la macchina degli investimenti nelle infrastrutture, questo tema continuerà a costituire nei paesi emergenti uno dei business più ricchi dei prossimi anni. L Organisation for Economic Co-operation and Development ha, infatti, pubblicato nel 2012 il report Strategic Transport Infrastructure Needs to 2030 che esplora le opportunità di lungo termine e le sfide più importanti per uno sviluppo globale. Infrastrutture nei trasporti, hub e porti, aeroporti e corridoi ferroviari principali saranno fondamentali per sostenere i processi di crescita dei paesi emergenti. Il rapporto utilizza proiezioni e scenari per valutare le prospettive economiche e di finanziamento per le infrastrutture future sullo sfondo della recessione economica e della crisi finanziaria che ha modificato in modo significativo i rischi e i benefici potenziali connessi con i grandi progetti infrastrutturali. Sulla base di numerosi studi provenienti da Europa, nord America e Asia, il rapporto offre approfondimenti sulle prospettive economiche di queste opere chiave. La crescita economica e del commercio internazionale, della popolazione e dei processi di urbanizzazione è uno dei maggiori trigger dell aumento dei flussi degli scambi commerciali. L outlook per il 2030 prevede aumenti dei traffici aerei, marittimi e ferroviari in media del 5% all anno con tassi ovviamente maggiori di sviluppo nei paesi emergenti quali Asia, Africa e sud America. Il commercio marittimo da qui al 2030 dovrebbe quadruplicare: 53 trilioni di dollari saranno investiti in infrastrutture globali e in un network che permetta di ridurre le tempistiche e aumentare l integrazione tra mercati nazionali e internazionali. Il sempre maggiore processo di crescita dei paesi emergenti ha recentemente introdotto nuove rotte commerciali, quali quelle nell emisfero meridionale. 10 FONDI&SICAV/Aprile 2013

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12 News Francia effetti descrivono un quadro in peggioramento. C'è stata, infatti, una contrazione del Pil nel spetto a dicembre (-3,1%) sia in rapporto alle su gennaio, rileva un peggioramento sia ri- quarto trimestre del 2012, dopo un anno di attese (-3,3%). Inevitabilmente si assiste a una crescita pressoché prossima allo zero. Per riduzione della domanda interna in concomitanza con un calo dei consumi privati, nonché quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione ha descritto una tendenza delle importazioni che nell ultimo anno si sono pressoché appiattite, arrivando in prossi- al rialzo nell ultimo anno: nel quarto trimestre del 2012 i senza lavoro sono il 10,2%, in deciso aumento rispetto al 9,9% del terzo trime- bilancia commerciale si conferma mità dello zero. Nonostante ciò, il saldo della negativo, Nella stampa sono state riportate le stre e superiore anche alle attese (10,1%). dichiarazioni dell ex-presidente della Stessa tendenza negativa nel settore manifatturiero. La produzione industriale, ormai Banca mondiale, Robert Zoellick, il quale sostiene che i maggiori rischi per l Eurozona potrebbero arrivare in futuro proprio gennaio (-3,5%), ultima rilevazione disponibi- in rosso dal maggio 2012, lo è stata anche a dalla Francia e non dalle ormai famigerate le, contro un dato precedente pari a -1,9% e Cipro, Grecia, Spagna e Italia. Le ragioni sarebbero infatti riconducibili alla perdita di com- per la produzione manifatturiera, negativa da peggiore delle attese (-2,7%). Lo stesso vale petitività. I più recenti dati macroeconomici in inizio L ultimo dato disponibile (-4,5%), Il vero rischio per l Eurozona non supportato dalle esportazioni. Inoltre il Pmi manifatturiero, attualmente a 43,9, è al di sotto di 50 punti ormai da 12 mesi consecutivi, mentre il Pmi dei servizi, che attualmente è a 41,9, è negativo da agosto. In conclusione si riscontra per l ennesima volta il crescente divario tra economia reale e finanza: l entusiasmo deducibile dagli indici azionari, infatti, non trova assolutamente conferma nei dati macroeconomici. L abbondante liquidità iniettata sul mercato dalla Bce sta continuando a sostenere una maggiore finanziarizzazione del sistema, con un aumento della propensione al rischio, allontanando sempre più l obiettivo di sostenere la ripresa economica. Banche italiane Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato una nota di sintesi sul test condotto in Italia per verificare la stabilità finanziaria del paese. Il comunicato esprime un giudizio «sostanzialmente positivo» sul sistema finanziario e bancario italiano, che «ha mostrato una notevole resistenza» ed è riuscito a superare le crisi e anzi ad aumentare i depositi e a reperire capitali. Inoltre, sottolineano i tecnici del Fmi, «a differenza di quanto è avvenuto in altri paesi, questo risultato è stato raggiunto con un sostegno statale modesto». Le banche italiane, conferma lo stress test dell Fmi, «sarebbero in grado di resistere a eventuali shock mirati, grazie al loro buon livello di capitalizzazione e al sostegno dato dalla liquidità della Bce». Il test ha inoltre evidenziato che, anche nell eventualità di uno scenario macroeconomico avverso a lungo termine, gli istituti di credito riuscirebbero a compensarne gli effetti negativi. Pilastro fondamentale della loro solidità è la forte supervisione del sistema bancario, unita alla conformità dei controlli agli standard internazionali che, in alcuni casi, si avvicina alle best practice. Tuttavia, avverte l Fmi, l Italia non è immune dai rischi, quali la debolezza dell economia reale e l eccessiva esposizio- ne di alcune banche e compagnie assicurative al debito sovrano del paese. Per quanto riguarda le fondazioni bancarie, l Fmi evidenzia che «la peculiare struttura di governance di questi istituti richiede una supervisione più severa». Per l Fmi è tutto ok I tecnici dell Fmi hanno infine evidenziato che l Italia può tornare alla crescita economica attraverso «una maggiore stabilità macroeconomica, finanze pubbliche prudenti e riforme strutturali mirate a sostenere la crescita», elementi che rimangono «la precondizione più importante per la stabilità finanziaria» di un paese. Dal punto di vista del settore bancario, i tecnici di Washington hanno evidenziato la necessità di azioni specifiche come «l aumento delle riserve, il miglioramento dell efficienza e della redditività delle banche, la creazione di un mercato dove liquidare gli asset deteriorati e il rafforzamento del capitale». Alcune di queste misure, ricorda il rapporto del Fondo, sono già state avviate dalla Banca d Italia. 12 FONDI&SICAV/Aprile 2013

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14 News vwd group Vwd Group, società attiva nella fornitura di dati e servizi per il mondo della finanza e delle imprese euro- value all analisi e alla classificazione del rischio, dal rating e aree di attività di Edg spaziano, inoltre, dal calcolo del fair pee, ha annunciato l introduzione anche in Italia dei dal ranking dei prodotti finanziari alla costruzione e manutenzione degli indici di mercato, dall elaborazione di dati e servizi di European derivatives group. Nata dal mondo accademico, con cui mantiene ancora oggi forti legami, Edg ha curve complesse (volatilità implicita, greche, yield curve) alla consulenza per l'elaborazione dei modelli quantitativi in- un focus nell ambito dell analisi e della valutazione degli strumenti finanziari, con una particolare expertise sui prodotti strutturati e i titoli illiquidi. La società, che conta tra i Specie sul tema della trasparenza, Edg è da molti anni terni e sui temi di compliance e alla formazione. propri clienti i più importanti intermediari ed emittenti in- attiva in Europa, sia a livello istituzionale, sia presso gli in- In Italia con European derivatives group ternazionali, borse, mercati, associazioni di settore (come Ddv, l'associazione nazionale tedesca dei derivati), media e info-provider, vanta all interno della propria gamma d offerta il rating proprietario sui certificati, considerato in Europa come uno standard di mercato, e gli indici di mercato ideati ed elaborati per il primo mercato europeo dei derivati, lo Scoach (Deutsche Borse e Six Swiss Exchange). Le principali termediari, nel promuovere un modello di comunicazione verso la clientela il più possibile standardizzato, trasparente e di immediata comprensione e interpretazione: è proprio su questi binari che è stata elaborata dalla società del gruppo vwd, la classificazione di tutti gli strumenti finanziari che vengono proposti dalle banche alla clientela retail, un progetto che ha riscosso un grande successo in Germania. Slovenia Il nuovo governo sloveno, guidato da Alenka Bratusek, ha annunciato l introduzione di misure urgenti per tentare di lasciarsi alle spalle la recessione e supportare il sistema finanziario domestico. Nonostante ciò, sono in molti a ritenere che la vicenda slovena sia sempre più simile a quelle già viste in Grecia e Irlanda nel 2010, in Portogallo nel 2012, nel settore bancario spagnolo nel 2012 e nel recente salvataggio in extremis di Cipro. La Slovenia non cresce, anzi decresce. Nel 2012, il suo Pil ha registrato una contrazione del 2,3% e per l anno in corso le previsioni contemplano una decrescita addizionale del 2%. L economia slovena è approssimativamente il doppio di quella cipriota, con un Pil prossimo a 35 miliardi di euro. Il tasso di disoccupazione è del 13,6%, il più alto dal 1998, leggermente inferiore al 14,7% di Cipro. La prossima Cipro? Ai problemi della recessione e della conseguente disoccupazione si sommano le ombre sul sistema bancario. Il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato le debolezze del settore in un report elaborato il 18 marzo. Il Fmi ha posto l accento sul tasso di morosità, cresciuto nel 2012 dall 11,2% al 14,4%. Tuttavia, il focus sulle tre principali banche ha evidenziato un tasso di sofferenza compreso nel range 15,6%-20,5%. Anche se le aziende di credito sono riuscite a ripagare la maggior parte dei rispettivi debiti con le banche straniere, hanno contemporaneamente incrementato la loro dipendenza dalla Bce (un altro fattore riscontrabile negli altri casi di salvataggio). Il Fondo Monetario calcola che le tre maggiori banche del paese necessitano di milioni di euro per ricapitalizzarsi. Il deterioramento delle condizioni economiche potrebbe elevare la necessità di capitale nei prossimi anni. Come variabile distintiva, il Fondo sottolinea l elevato debito accumulato dalle imprese slovene. Quanto alle finanze pubbliche, la Slovenia non sembra correre pericoli sul versante del debito dello stato (53% del Pil). Tuttavia, la fotografia cambia, se si tiene conto dell evoluzione seguita negli ultimi anni (nel 2008 era al 22%). Il debito potrebbe lievitare nei prossimi mesi in funzione sia delle necessità finanziarie per il 2013 (stimate in 3 miliardi di euro) sia per fare fronte ai titoli in scadenza per 1,1 miliardi di euro. Nonostante ciò, la Slovenia può ancora fare affidamento su una valutazione investment grade da parte delle tre maggiori agenzie di rating: Baa2 per Moody s, A- per Standard and Poor s e Fitch. 14 FONDI&SICAV/Aprile 2013

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16 Wall Street ai massimi La situazione macroeconomica All inferno e ritorno Fino a pochi mesi fa l economia Usa era considerata in una crisi quasi irreversibile e la classe dirigente statunitense sembrava non avere alcuna idea di come riuscire a rendere competitivo il paese. Oggi appare in buona misura tutto cambiato: l edilizia si è ripresa, la disoccupazione è scesa in maniera significativa e per determinati lavori gli imprenditori fanno fatica a trovare manodopera, mentre l abbondanza di gas a basso costo ha reso le industrie molto più forti. Certo, i problemi non sono finiti, ma i nuovi record dell S&P500 e del Dow Jones non sono solo frutto della politica monetaria della Fed Il 2012 e l inizio di questo 2013 hanno marcato uno spartiacque verso una nuova epoca. Infatti si è chiuso quel mondo post-crisi finanziaria, che vedeva gli asset rischiosi, eccetto quelli della periferia europea a partire dal 2010, crescere in misura proporzionale alla liquidità iniettata, con una forte correlazione fra attività. L ennesimo round di crisi dell Eurozona, seguito da un nuovo periodo di calma, ha spinto molto al rialzo i mercati dei capitali continentali, senza però alleviare più di tanto una recessione di cui non si vede la fine e che sta anzi ingolfando sempre più anche i paesi core. Nel frattempo un epoca sembra essersi chiusa anche per gli emergenti, le cui performance, a parte qualche situazione come la Turchia, sono state deludenti nel 2012 e, in molti casi, anche in questo primo trimestre dell anno. Infatti solo la Cina sembra in grado di continuare con i propri tassi di crescita al limite del sovrumano, mentre i produttori di materie prime, come il Brasile e la Russia, di Boris Secciani e David Tonello si trovano ad affrontare una realtà fatta di scarsa diversificazione economica e un percorso di crescita per i prossimi anni non più così chiaro. Ciò si unisce alle complessità di paesi in via di sviluppo quali India e altri, alle prese con forti problemi di squilibrio finanziario e difficoltà a costruire un economia davvero moderna e competitiva. In questo contesto, a emergere come vincitori, quanto meno a livello di mercato azionario, sono stati soprattutto Usa e Giappone, il che rappresenta un risultato un po paradossale, visto il non elevato grado di ottimismo che ha caratterizzato entrambi negli ultimi anni e a testimonianza di quanto i mercati possano avere un andamento sorprendente. In quest ottica rientra il ragionamento di Valentijn van Nieuwenhuijzen, head of strategy di Ing Investment Management: «La ripresa in atto presenta un altro aspetto particolarmente interessante: a trainarla sembra che siano quei paesi che in un determinato momento dello scorso decennio sono stati dati per morti e sepolti. 16 FONDI&SICAV/Aprile 2013

17 «Il punto più basso si è toccato probabilmente con il downgrading del debito e con il quasi default di quell epoca» Nei primi anni successivi all introduzione dell euro, la Germania era considerata il malato d Europa, afflitta dal problema del cambio non competitivo e apparentemente incapace di affrontare una disoccupazione costantemente elevata. Dopo il crack Lehman, si è diffusa la convinzione che gli Stati Uniti avessero adottato un modello sbagliato di crescita, basato sull eccessiva creazione di credito, mentre la recente rivitalizzazione dell economia nipponica fa seguito a due decenni di stagnazione dovuti al collasso del settore immobiliare e alla bolla azionaria». La ripresa giapponese, però, per il momento sembra di natura più psicologica che reale: il paese ha infatti deciso di affrontare di petto il problema della propria base di costi, non competitiva con quella dei propri vicini, tramite una robusta sva- lutazione dello yen. Si tratta di un fenomeno ancora troppo recente per trarre sicure conclusioni, seppure parziali, sulla sua consistenza. UNA RIPRESA CHE VIENE DA LONTANO Per quanto riguarda gli Usa, invece, la ripresa viene da lontano. In particolare fino alla seconda metà del 2011 l economia statunitense veniva considerata intrinsecamente debolissima, sostenuta solo da una politica fiscale ritenuta da molti dissennata e da enormi iniezioni di liquidità da parte della Federal Reserve. Il punto più basso si è probabilmente toccato con il downgrading del debito e con il quasi default di quell epoca, causato in gran parte da una classe politica considerata dai più (americani stessi) non FONDI&SICAV/Aprile

18 Wall Street ai massimi La situazione macroeconomica particolarmente degna di una grande nazione civilizzata. Uno degli indicatori, che veniva considerato un evidente segnale dell incapacità Usa a reagire a questa crisi come in passato, era incarnato da un mercato del lavoro, che, seppure in lieve ripresa, riusciva a malapena a creare i posti (spesso part-time e malpagati) sufficienti a compensare la crescita demografica. UN TANGIBILE MIGLIORAMENTO Questi problemi non sono certo spariti del tutto e siamo ben lungi da un quadro di boom paragonabile agli anni novanta, ma è innegabile che negli ultimi mesi vi sia stato un tangibile miglioramento, diventato evidente nella seconda metà del 2012 con l annuncio del Qe 3. Giusto per avere un idea del processo di guarigione, basti ricordare qualche dato: nella seconda metà di marzo la media mobile delle nuove richieste settimanali di sussidio di disoccupazione era stabile sui minimi degli ultimi cinque anni, mentre la disoccupazione si trovava al 7,7%, un valore che in Eurozona farebbe gridare al mezzo miracolo economico. Nel frattempo il Pil per l ultimo trimestre del 2012 è stato rivisto, cambiando il dato di prima lettura da una contrazione congiunturale annualizzata dello 0,1% a una crescita dello 0,4%. Il forte calo delle scorte fa discretamente sperare per i prossimi dati. Vendite al dettaglio, andamento dei servizi e dell industria sono anch essi tutti in territorio positivo. A cambiare davvero il paradigma americano, però, oltre al boom energetico, sono stati i sempre più incoraggianti segnali provenienti dall immobiliare, su cui si è inserita l azione della Fed, con i suoi 40 miliardi al mese di acquisti di mortgage-backed security. Indicativo appare l ottimismo del Team di gestione del Petercam Equity North America Dividend Fund: «Il mercato del lavoro sta riprendendo vigore, mentre l immobiliare residenziale si sta risollevando. Ad esempio per quanto riguarda la costruzione di nuove abitazioni monofamiliari, vi è stata una crescita del 25% annuo. Inoltre, grazie all abbondanza di gas naturale a basso costo, il comparto manifatturiero sta rimbalzando. Tutte queste attività creano nuova domanda di lavoro e portano pressione sui salari. Quest anno è stato rilevato il 12% in più di posti di lavoro nell edilizia rispetto all anno scorso. Nell industria siamo a +15% di nuova occupazione. La domanda di posti di lavoro manuale sta creando difficoltà alle imprese, che faticano ad attrarre persone con le giuste qualifiche. Secondo una recente ricerca di Towers Watson, il 40% delle aziende ha problemi a trovare i lavoratori con le competenze giuste. Si tratta di un valore che è cresciuto, rispetto al 36% dell anno passato, per non parlare del 16% del 2009». UN MIX DI VECCHIO E DI NUOVO Ciò che è interessante nei recenti sviluppi americani è che vi è un mix di vecchio e nuovo: una ripresa immobiliare residenziale, unita a un boom It, seppure meno generalizzato rispetto a quello degli anni novanta, accompagnato da un processo di rinascita industriale, che, per quanto fragile, sta comunque creando una rinnovata offerta di lavoro. Questa variegata ripresa americana si è manifestata nell andamento del listino di Wall Street, che ha visto negli ultimi due anni discrete rotazioni e, a parte pochi settori e alcune rilevanti eccezioni a livello di alcune mega-cap, una salita più o meno generalizzata. Nel frattempo è arrivata la fine del primo trimestre del 2013: da queste trimestrali cominceranno a emergere i dati su vincitori e vinti del variegato mondo corporate statunitense nel prossimo futuro. Infatti, anche perché si arriva da anni di colossale ripresa finanziaria che come una marea ha alzato un po tutte le barche, non è irragionevole pensare a una futura maggiore selettività. Anche gli Usa non possono vivere per sempre di politiche monetarie eccezionali, a fronte di valutazioni azionarie che possono sì crescere ancora un po, ma che comunque hanno un disperato bisogno di mettere a segno forti incrementi dei profitti per tenere lontana la tentazione di entrare in zona bolla. 18 FONDI&SICAV/Aprile 2013

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20 Wall Street ai massimi I conti dello stato Una minaccia sul toro Il debito pubblico in questi anni ha avuto una crescita vorticosa ed è tuttora un gravissimo problema per l intero sistema degli States e per i suoi mercati. Non sono certo sufficienti i lievi miglioramenti registrati negli ultimi mesi con il passaggio del saldo sul Pil dall 8,7% al 7%. Inoltre c è chi teme la fine della politica accomodante della Fed, anche se alcuni la considererebbero una buona notizia, poiché dimostrerebbe un ritorno alla normalità Inflazione, tassi di interesse, debito pubblico e politiche della Fed sono tutti aspetti tra loro intersecati e fondamentali per cogliere le opportunità di un investimento americano, anche se questi elementi non sono necessariamente destinati a essere correlati come negli anni passati. Purtroppo per gli investitori non si tratta di tecnicismi per addetti ai lavori, ma della ricerca di una possibile soluzione per gli squilibri finanziari che ancora gravano sugli Usa. Problemi il cui percorso di risoluzione avrà effetti di notevole importanza sui corsi dei titoli di stato e, con essi, su gran parte dei mercati dei capitali statunitensi. Partiamo da un dato molto semplice: la situazione dei conti pubblici Usa è pesante. È vero che vi è stato un miglioramento: nel corso dell anno fiscale 2012 (terminato lo scorso 30 settembre) il disavanzo federale è sceso da 1,3 trilioni dell anno precedente a 1,1. Si è passati da un saldo sul Pil dell 8,7% al 7%. Ci sono stati cali di spesa, soprattutto nel campo della difesa e in certi impegni sociali, quali l assicurazione sanitaria per i poveri e i sussidi di disoccupazione, resi possibili dal miglioramento economico. Sul fronte politico si è riusciti a raggiungere un accordo sul fiscal cliff che, per quanto tolga circa l 1% di cre- scita al Pil, ha comunque per il momento evitato lo scenario peggiore. Il primo marzo è scattato il cosiddetto sequester, tagli automatici stabiliti in precedenza per 85 miliardi, cui faranno seguito altri round nei prossimi sette anni, se non verrà modificata la legislazione. Nel frattempo la Camera repubblicana e il Senato democratico sono riusciti a varare la propria variante di una legge finanziaria, che ovviamente ha poche possibilità di trovare un terreno comune. Anche questo per certi versi è un miglioramento, in quanto negli scorsi quattro anni la maggioranza senatoriale dei democratici non era riuscita a mettersi d accordo neppure al proprio interno. Molte voci del bilancio federale hanno bisogno di essere rifinanziate ogni anno per legge e, mancando un provvedimento complessivo, si è dovuto procedere nelle passate stagioni con interventi specifici. Per il 15 aprile si dovrebbe in teoria fare passare una norma di compromesso, che di fatto ha zero possibilità di vedere la luce. Per ovviare alla situazione sono state varate, al pari del recente passato, misure per impedire che interi segmenti del governo federale si ritrovino privi di fondi. Il problema è che lo scontro ideologico nasce da profonde differenze 20 FONDI&SICAV/Aprile 2013

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