2010, 2012 e oltre: le nuove sfide dello sviluppo
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- Romina Berardi
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1 IN QUESTO NUMERO Speciale Copenhagen 2010, 2012 e oltre: le nuove sfide dello sviluppo Sei punti per la competitività del settore siderurgico Assegnazione del 100% di quote gratuite ai settori carbon leakage : cosa significa? Joint letter: Confindustria e BDI a Berlusconi e Merkel ACCIAIO: PER IL CLIMA 2010, 2012 e oltre: le nuove sfide dello sviluppo Nicola Riva Vice Presidente Federacciai Le grandi difficoltà che han - no investito l economia rea - le, e conseguenti alla pro fon da crisi finanziaria globale registrata nell ultimo anno, non sembrano placarsi, in Italia così come in molti Paesi sviluppati. Se anche non si può parlare di crollo totale, certo è che si sono sfiorati livelli di guardia, e seppure la parabola discendente sembra essersi arrestata, è certo che si è arrestata su livelli estremamente bassi. Nonostante sia stato evitato il peggio sul lato della finanza, gli effetti si fanno ancora sentire ampiamente su molti comparti produttivi che, per di più, risentono fortemente della stretta creditizia e dei problemi assicurativi. Davanti a una crisi così generalizzata, le aziende siderurgiche non hanno potuto fare altro che adeguarsi alla domanda, riducendo la produzione attraverso fermate o rallentamenti, arrivando - nel periodo gennaio-settembre - a un taglio produttivo superiore al 42%. Che tradotto in tonnellate significa 10 Milioni di tonnellate in meno rispetto ai 24 milioni di tonnellate prodotte nello stesso periodo del Tutto questo, è bene rimarcarlo, senza comunque arrivare a ridimensionamenti della forza lavoro, utilizzando al meglio tutte le leve di flessibilità sociale disponibili, dai contratti di solidarietà alla formazione ad altri strumenti ancora. È dunque questa la posizione di partenza da cui il settore siderurgico italiano muove per affrontare il nuovo anno. Un nuovo anno che si propone certamente come periodo ancora complesso, e anche denso di novità. Due le sfide prioritarie che si dovranno affrontare con consapevolezza: quella della ri- 1
2 presa produttiva e quella della riduzione delle emissioni di anidride carbonica. La ripresa produttiva dipenderà moltissimo, innanzitutto, da una serie di fattori e condizioni esterne, tra cui la tanto auspicata - quanto attesa - partenza dei cantieri delle grandi opere, come pure la ripresa degli investimenti anche in ambito locale, e del consumo. Il tutto in un contesto competitivo internazionale particolarmente aggressivo, che vede Paesi come la Cina e l India con produzioni in crescita (la Cina da sola sfiora il 50% della produzione mondiale di acciaio), peraltro spesso protette, quando non anche direttamente incentivate, a fronte di un mercato europeo completamente (e realmente) libero e con meccanismi di difesa dalla concorrenza sleale certamente limitati. Tra pochi giorni poi, come noto, si terrà a Copenaghen la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, che dovrà ridisegnare le politiche mondiali (da attivare dal 2012 in avanti) e gli strumenti per una lotta più efficace all effetto serra. L Unione Europea anche questa volta vuole giocare un ruolo trainante rispetto agli altri Paesi industrializzati attraverso l imposizione di obiettivi molto stringenti di riduzione delle emissioni, forte sviluppo delle energie rinnovabili e importanti investimenti nella ricerca di soluzioni e tecnologie innovative. La grande sfida politica per il nostro Paese e per l Europa sarà quella di giocare questo ruolo mantenendo la competitività dell industria manifatturiera, senza aggiungere sovra costi insostenibili che potrebbero far migrare le produzioni verso Paesi più permissivi, con evidente danno economico e occupazionale per il nostro Paese, ma anche ambientale per l intero pianeta. Le due sfide sono inesorabilmente legate, ed è per questo che il tema delle importazioni in dumping è stato il focus dello scorso numero della nostra newsletter e quello delle riduzioni di emissione costituisce il di tema centrale di questo numero. Sei punti per la competitività del settore siderurgico Dal 7 al 18 dicembre di quest anno, la città di Copenhagen ospiterà la quindicesima Conferenza delle Parti (COP 15) sui cambiamenti climatici. Le attese per i risultati di questo evento sono decisamente importanti, perché da qui dovrebbe partire il disegno delle future politiche di salvaguardia ambientale del pianeta, con particolare riguardo alla lotta alle emissioni di gas a effetto serra. L industria europea è già stata chiamata dalle diverse Direttive Europee recentemente approvate - il cosiddetto pacchetto a importanti e stringenti obiettivi di riduzione dell anidride carbonica emessa (pari al 21% tra il 2005 ed il 2020). E questi obiettivi si sommano a quelli già stabiliti precedentemente in conseguenza del Protocollo di Kyoto e del sistema europeo ETS di riduzione e commercio delle emissioni. Per quanto riguarda l industria siderurgica italiana, se si guarda all andamento dei dati relativi alle emissioni dal 1990, anno di riferimento del Protocollo di Kyoto, al 2005, si vede che la riduzione delle emissioni ha raggiunto, in valore assoluto, ben un 29%, a fronte di un obiettivo nazionale complessivo stabilito dallo stesso Protocollo - per il pari al 6,5%. E ciò con una produzione non diminuita ma, al contrario, in leggera crescita. 2
3 EMISSIONI CO 2 DAL 1990 AL 2005 Produzione Emissioni Andamento delle emissioni di CO 2 dell industria siderurgica italiana dal 1990 al 2005 (1990=100) Fonte: UNFCCC Nonostante questi risultati, ottenuti con importanti investimenti in ricerca e in tecnologia, che già consentirebbero alla siderurgia nazionale un pieno allineamento con gli obiettivi della nuova Direttiva, il settore non ha rinunciato a perseguire una continua tensione di miglioramento. E il risultato è un ulteriore diminuzione delle emissioni ottenuta anche nel primo periodo dell emission trading attualmente in vigore, tra il 2005 ed il Produzione Emissioni CO 2 Mt CO2 14,0 13,8 13,6 13,4 13,2 13,0 12,8 12,6 12,4 12,2 12, Emissioni verificate di CO 2 del settore siderurgico italiano nel periodo di attuazione ETS Fonte: registro europeo delle emissioni (CITL- Community Independent Transaction log) 40,0 38,0 36,0 34,0 32,0 30,0 28,0 26,0 24,0 22,0 20,0 Mt acciaio 3
4 Il tema delle normative ambientali, tuttavia, determina sempre più un impatto diretto anche sulla competitività del settore siderurgico, nella misura in cui un mercato fortemente internazionalizzato richiede condizioni di concorrenza pienamente paritarie tra tutte le aziende del mondo. In Europa le aziende sono oggi soggette a normative ambientali più restrittive che altrove; in Italia, inoltre, i settori come quello siderurgico - caratterizzati da un elevata intensità energetica - devono affrontare anche costi dell energia più alti rispetto a tutti gli altri concorrenti. In tali condizioni, è pertanto di fondamentale importanza che qualunque accordo internazionale o settoriale contenga dei criteri minimi di salvaguardia della competitività che si possono riassumere in sei punti essenziali: 1) Garanzia di un trattamento paritario dell industria europea e dei concorrenti extraeuropei attraverso misure che producano effetti equivalenti, in modo da favorire una competizione commerciale omogenea (level playing field); 2) Definizione di obiettivi quantitativi di riduzione comuni per tutti i produttori, espressi come quantità di emissione per tonnellata di prodotto e stabiliti attraverso metodologie di assesment armonizzate (ad esempio come standard ISO o CEN); 3) Partecipazione agli accordi dei Paesi che realizzano almeno il 90% della produzione mondiale (la Cina, da sola, produce oltre il 50% delle emissioni di CO 2 imputabili alla produzione mondiale di acciaio); 4) Realizzazione di un efficace sistema internazionale di monitoraggio e controllo; 5) Definizione di un chiaro sistema sanzionatorio; 6) Creazione di un meccanismo di incentivi per il trasferimento tecnologico, vigilando perché non si trasformi in un metodo di aiuto mascherato alla produzione. 4
5 Assegnazione del 100% di quote gratuite ai settori carbon leakage : cosa significa? Il settore siderurgico è stato inserito dalla Commissione Europea tra quelli cosiddetti a rischio carbon leakage. Questo dovrebbe significare che le aziende del settore potranno avere l assegnazione gratuita fino al 100% delle quote spettanti. Ma non è così. di questa newsletter livello già limite, difficile da ridurre ulteriormente in modo significativo, è chiaro (v. figura sotto riportata) che, rispetto a tale livello, le aziende dovranno comunque procedere all acquisto oneroso di quote per poter anche solo mantenere il livello produttivo raggiunto. A differenza di quanto si possa pensare, ciò non risolve il problema di fondo della parità di concorrenza, e le aziende dovranno, al contrario, sopportare comunque oneri aggiuntivi legati all ETS. Questo per due motivi: innanzitutto le assegnazioni gratuite per i settori ETS saranno effettuate sulla base di parametri di performance (i cosiddetti benchmark) che si preannunciano particolarmente ambiziosi, e dovranno in ogni caso essere limitate a un livello tale da garantire l obiettivo di riduzione complessiva del 21% rispetto al Se consideriamo l assegnazione media come una assegnazione corrispondente a un livello emissivo che tiene conto delle riduzioni già realizzate negli anni precedenti, nonché di quelle in corso, e quindi - come sottolineato in altra parte } quote periodo (3 anni) 2006 Obiettivo di riduzione -21% Livello medio assegnazione Quote gratuite per settori CL 2 periodo (5 anni) 3 periodo (8 anni) Il secondo motivo è che i produttori di energia elettrica dovranno acquistare a titolo oneroso il 100% delle quote loro assegnate. E questo costo aggiuntivo (alcuni contratti di fornitura hanno esplicitamente previsto un meccanismo di questo tipo già da tempo) sarà ovviamente trasferito sul prezzo dell energia pagato dai clienti finali, con evidente forte impatto per le aziende che, come quelle siderurgiche, realizzano processi produttivi ad alta intensità energetica. L essere inseriti nella lista dei settori a rischio carbon leakage e poter parlare di quote gratuite al 100% non deve quindi indurre ad abbassare la guardia e a trascurare le azioni di salvaguardia della competitività delle aziende appartenenti ai settori energivori ; salvaguardia che passa necessariamente dall attivazione di una com pensazione degli extra costi risultanti sul prezzo a pagamento dell energia elettrica. Strumento peraltro previsto dalla stessa Direttiva europea, ma affidato all attuazione dei singoli Stati membri
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