Piano di Zona Distretto Sociosanitario RM H1

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1 Piano di Zona 2011 Distretto Sociosanitario RM H1 Comuni di Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca priora Comune capofila Monte Porzio Catone

2 Piano di Zona 2011 Distretto: RM H1 Comune capofila: Monte Porzio Catone 1. Introduzione L aggiornamento La predisposizione del Piano Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) Descrizione del territorio dal punto di vista demografico Delineare il quadro territoriale dei bisogni Quadro territoriale dei bisogni Quadro generale dell offerta dei servizi socio-assistenziali e integrazione tra i Comuni e la Asl Livello di offerta dei servizi per macroarea Obiettivi strategici del Piano di Zona Misure adottate per realizzare l integrazione socio-sanitaria dei servizi Modalità adottate per realizzare il coordinamento con gli altri organi dello Stato e con la pluralità dei soggetti locali Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti Innovazioni organizzative, operative, gestionali e di sistema del Distretto Riepilogo progetti Allegato A Schede progetti.42 Allegato B Sintesi contabili precedenti annualità del Piano di Zona 101 Allegato C Piano distrettuale per interventi finalizzati a contrastare le dipendenze da droghe, alcool e farmaci

3 1. Introduzione Il Piano di Zona è stato redatto secondo le indicazioni riportate nelle D.G.R. 202 e 307 del 2011 e secondo quanto previsto nell Accordo di Programma di questo Distretto, sottoscritto il 18 marzo 2010 da tutti i rappresentanti degli Enti di questo Distretto (Comuni, Azienda USL, Provincia di Roma e XI Comunità Montana del Lazio). Alcune difficoltà sono emerse in quanto è venuto meno uno strumento di programmazione di primario rilievo quale il piano per la non autosufficienza. A fronte della mancanza dei fondi relativi alla non autosufficienza, di cui tra l altro si è avuto certezza solo nelle ultime settimane, si è dovuto rivedere lo schema degli interventi già in fase di delineazione nel corso degli incontri preparatori alla stesura finale del piano di zona La consapevolezza della validità ed efficacia di alcuni progetti, precedentemente inseriti nel piano per la non autosufficienza, ha messo il Distretto nella condizione di dovere trovare nei fondi concretamente disponibili le risorse per portare avanti due dei tre servizi previsti nell ambito della non autosufficienza. Tutto questo si è tradotto nella necessità di dover rinunciare ad altri progetti tradizionalmente inseriti nel piano di zona, che pure avevano dimostrato efficacia; tuttavia, a fronte di poche risorse disponibili, si è dovuto scegliere non solo ciò che è valido ed efficace, ma anche ciò che tra i bisogni appare essere più pressante. Nel percorso fatto si devono rilevare, oltre agli aspetti più critici, anche dei lati positivi. Questo Distretto ha portato avanti una serie di iniziative volte a migliorare nel complesso il sistema e la rete dei servizi socio-integrati. Un notevole impegno è stato dedicato alla stesura dei regolamenti di funzionamento dei servizi, elemento che ha permesso di aumentare il livello di informazione e la facilità di accesso ai servizi, formalizzando pratiche che comunque già garantivano la parità di trattamento degli utenti. Accanto ai regolamenti, sono state definite le linee guida di due progetti, strumenti che permetteranno un miglior funzionamento del servizio poiché sono state chiarite e precisate le procedure per la presa in carico dell utenza, le funzioni degli operatori coinvolti (non solo quelli del progetto ma anche gli operatori dei Comuni e della ASL), la modalità di collaborazione in rete. Altro elemento di rilievo è la costituzione di un elenco distrettuale delle cooperative sociali costituite ai sensi della L. n. 381 dell 8/11/1991, art. 1 comma 1, lett. b. Tale elenco ha la finalità di dare pubblicità alle cooperative sociali di tipo B per promuoverne lo sviluppo e la diffusione sul territorio al fine di favorire l inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, con la consapevolezza che la cooperazione sociale facilita l inclusione e l auto impiego, contribuendo in questo modo ad uscire dall ottica dell assistenzialismo in favore della piena autosufficienza degli esclusi. Come ultimo argomento da evidenziare in premessa, si ricorda che questo Distretto ha rinnovato, in data 18/03/2010, l Accordo di Programma per il sistema integrato dei servizi sociosanitari. L Accordo ha durata triennale con scadenza il 17 marzo 2013 e indica quale capofila il Comune di Monte Porzio Catone. L Accordo di programma prevede che l Ufficio di Piano sia composto da un Responsabile dell Ufficio, da un Coordinatore, da un Amministrativo, due Assistenti Sociali e dai responsabili dei Servizi Sociali dei Comuni, ruoli e figure che risultano coperti. Per quanto concerne il Punto Unico di Accesso si rinvia al paragrafo 12 "Innovazioni organizzative, operative e gestionali". È stato sottoscritto il protocollo di intesa per il funzionamento del PUA, approvato con Delibera del Comitato Istituzionale n. 12/2011 e sono state altresì approvate le procedure operative per il suo funzionamento con la Delibera n. 16. Sono state portate a termine inoltre le procedure di selezione per l individuazione del personale del Distretto che opererà presso il PUA, che si ritiene possa entrare concretamente in funzione nelle prossime settimane. 2

4 Il Piano contiene anche il progetto Casa famiglia per disabili adulti di Rocca Priora, finanziato ai sensi della Determinazione della Direzione regionale Politiche Sociali e Famiglia n. B6600/11 con la quale sono stati assegnati a questo Distretto ,45 per la continuità di gestione delle Case Famiglia per soggetti con handicap grave avviate ai sensi del D.M. 470/2001 per l anno Nel Piano è anche inserito il progetto Mediazione nelle scuole, finanziato ai sensi della Determinazione della Direzione regionale Politiche Sociali e Famiglia n. B6040/11 con la quale sono stati assegnati a questo Distretto ,92 per l attuazione degli interventi in favore dell integrazione scolastica, sociale e culturale degli immigrati. Viene allegato poi il Piano per interventi finalizzati a contrastare le dipendenze da droghe, alcool e farmaci - anno La predisposizione del Piano Il Piano di Zona è stato predisposto, come già indicato nell introduzione, seguendo le linee guida della D.G.R. 202 e della D.G.R Si è rispettato anche il vincolo imposto dalla D.G.R. 965/2010 relativamente alla spesa complessiva dell Ufficio di Pian (inferiore all 8% del budget di Distretto e con una compartecipazione da parte dei Comuni e della ASL alle spese superiore al 30% del costo totale). Relativamente ai vincoli di utilizzo delle risorse messe a disposizione, si evidenzia che quelle impiegate per progetti in favore degli anziani non autosufficienti sono superiori al 15% dell intero budget, mentre quelle destinate ai minori e famiglia sono superiori al 9% e quelle utilizzate per i disabili gravi sono superiori al 5%. Ad inizio anno sono stati effettuati incontri di monitoraggio e verifica relativamente ai progetti attualmente in atto ed è stata riavviata, come tutti gli anni, l analisi dei bisogni attraverso la raccolta dei dati e attraverso i Tavoli Tematici, nei quali i vari attori coinvolti nel processo (cooperative, associazioni, rappresentanze dei sindacati e delle scuole, cittadini) hanno potuto dare indicazioni secondo le loro conoscenze ed esperienze. A questo lavoro, nel complesso definibile come preparatorio, è seguito quello della predisposizione vera e propria con la definizione della priorità dei bisogni espressi dal territorio, degli obiettivi e la conseguente individuazione degli interventi più idonei per raggiungere gli obiettivi. Come sempre l Ufficio di Piano, i Tavoli Tematici, il Comitato Tecnico hanno lavorato, pur nel rispetto dei propri compiti, in sinergia e ciascuno tenendo in considerazione il lavoro svolto sugli altri tavoli. L Ufficio di Piano si è posto poi come interfaccia tra il Comitato Istituzionale e i tavoli tecnici agevolando così il lavoro. Nella scelta finale degli interventi si è tenuto conto dei servizi già offerti a livello distrettuale con altri strumenti e dei servizi offerti dai singoli Comuni al fine di evitare una duplicazione nell offerta. Tutti gli organi distrettuali hanno continuato la loro attività senza interruzione, riprendendo ad inizio anno i lavori già avviati nel passato. Tabella 2.1 Elenco riunioni Ufficio di Piano Data Argomenti trattati di maggiore rilievo 04/02/ Avvio lavori per l anno Definizioni priorità - Potenziamento nel Distretto della figura Amministratore di Sostegno attraverso iniziative di pubblicizzazione e corsi di formazione 24/03/ Approvazione progetto Mediazione nelle scuole DGR 513/ Approvazione regolamento di funzionamento del Centro diurno Insieme Uguali 04/04/ Approvazione regolamento di funzionamento del Centro diurno per 3

5 disabili adulti ex CDHA - Approvazione bando di gara e capitolato di appalto per l affidamento del Centro diurno per disabili adulti ex CDHA - Approvazione regolamento di funzionamento del Centro diurno per le demenze 21/04/ Approvazione linee guida del progetto Centro famiglia - Approvazione linee guida del progetto Spazio neutro 20/05/ Individuazione modalità operative per l attivazione del progetto Futuri possibili - Approvazione schema di avviso pubblico per il partenariato relativo al progetto Autonomia e libertà 05/0/ Approvazione linee guida per la costituzione di un elenco distrettuale delle cooperative sociali di tipo b - Indicazioni operative per il progetto RMI 15/07/ Approvazione bando di gara e capitolato di appalto per il progetto Futuri possibili - Approvazione bando di gara per l affidamento del servizio Supporto informativo del PUA 30/09/2011 Modifiche al progetto Centro diurno per le demenze 06/10/ Approvazione Piano distrettuale degli interventi distrettuali finalizzati a contrastare le dipendenze da droghe, alcool e farmaci - Approvazione Piano di Zona - Approvazione Piano distrettuale di intervento per l affidamento familiare I Tavoli Tematici hanno lavorato per tutto l anno contribuendo all analisi dei bisogni e al monitoraggio e alla valutazione dei progetti. Significativo è stato l apporto del lavoro svolto in questo ambito per la predisposizione dei regolamenti di funzionamento, per la predisposizione delle linee guida e per la scelta di costituire un elenco distrettuale delle cooperative sociali di tipo B. Si deve tuttavia evidenziare una minore partecipazione rispetto agli anni precedenti, dovuta forse in parte all imminente riforma legislativa regionale del sistema integrato dei servizi sociali, che crea dei dubbi sul mantenimento di questa articolazione del Distretto e quindi sul ruolo del terzo settore nel futuro. Comunque, a fronte di una minore partecipazione a livello generale, si rileva una presenza molto numerosa, a differenza del passato, dei rappresentanti delle scuole, elemento che ha portato ad individuare con maggior precisione i bisogni dei minori, che rappresentano una delle fasce più delicate della popolazione. Tabella 2.2 Calendario incontri Tavoli Tematici Area tematica Data Immigrazione 27/01/2011 Tossicodipendenze 22/02/2011 Minori e Responsabilità Familiari 11/03/2011 Anziani e Disabilità 25/03/2011 Esclusione Sociale 14/04/2011 Disagio Psichico 05/05/2011 Disagio Psichico 12/05/2011 Disagio psichico 07/09/2011 Esclusione Sociale 09/09/2011 Anziani e Disabilità 12/09/2011 Minori e Responsabilità Familiari 13/09/2011 Tossicodipendenze 15/09/2011 4

6 Costante è stato anche il lavoro del Comitato Istituzionale che si è periodicamente riunito per valutare lo stato di avanzamento delle progettualità e in tutti i casi in cui è stato chiamato in causa per necessità varie. Il Comitato Istituzionale è stato altresì supportato dall Ufficio di Piano in termini di continui aggiornamenti sulle attività svolte e sulle problematiche di volta in volta riscontrate. Altrettanto regolare e proficuo è stato l apporto di lavoro da parte degli operatori sociosanitari dell Azienda USL. Hanno seguito sistematicamente, insieme agli operatori del sociale dei Comuni e all Ufficio di Piano, l attività del Distretto ed hanno contribuito in base alle loro competenze e funzioni a pianificare e definire gli interventi e a monitorare e valutare i progetti in essere. La capacità degli operatori dei Comuni e della ASL di lavorare a stretto contatto e sfruttare tutte le sinergie nonché potenziare il sistema integrato dei servizi è stata aumentata grazie anche all individuazione da parte dell Azienda e dei Comuni dei referenti per ciascuna area e per ciascun progetto, facilitando così l assegnazione dei compiti ed evitando duplicazioni di figure professionali o loro completa assenza. Tabella 2.3 Riepilogo referenze delle Aree Tematiche Area Tematica Comune referente Servizi AUSL di riferimento Responsabilità familiari e diritti dei Colonna e Monte Porzio Catone UONPI e Consultori minori Disabilità Grottaferrata e Monte Compatri UONPI (per la disabilità psicofisica dei minori), CAD (per la disabilità degli adulti) Anziani Rocca Priora CAD Tossicodipendenze Rocca di Papa Ser.T e Consultori Disagio psichico Frascati CSM Immigrazione Colonna e Rocca di Papa Servizio sociale distrettuale Esclusione sociale Monte Porzio Catone Servizio sociale distrettuale Per quanto riguarda la collaborazione con gli altri Enti pubblici del territorio, si evidenzia la continua e rinnovata collaborazione con la Provincia di Roma e con gli appositi Uffici, oltre, ovviamente ai rapporti con gli Uffici regionali. Procede come di consueto la relazione con le principali organizzazioni sindacali del territorio con le quali lo scorso anno è stato rinnovato anche il protocollo di intesa. La predisposizione del Piano di zona e del Piano distrettuale per l affidamento familiare è stato concertato con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che sono stati coinvolti durante tutto l anno nel processo di stesura, sia nell ambito dei Tavoli Tematici sia nell ambito del Tavolo di Concertazione del Sociale. Alcuni punti di criticità nella predisposizione del Piano sono emersi a causa delle ridotte risorse finanziarie disponibili. Elemento che ha costretto ad operare una scrematura dei progetti oggi attivi. 5

7 3. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) Il Distretto H1, territorio dei Castelli Romani, comprende 7 Comuni: Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora è si estende su una superficie complessiva di Km. 146,22 così distribuita: Tabella 3.1 Superficie territoriale Comuni Distretto RMH1 Comuni Superficie (in km2.) Colonna 3,50 Frascati 22,41 Grottaferrata 18,36 Monte Compatri 24,38 Monte Porzio Catone 9,32 Rocca di Papa 40,18 Rocca Priora 28,07 TOTALE 146,22 Il territorio pur nella sua ampiezza presenta notevoli aspetti in comune: l economia, le usanze e tradizioni, l incidenza della popolazione immigrata, l utilizzo degli spazi e via dicendo. Prevale il territorio collinare su quasi tutto il Distretto, elemento determinante per la modalità in cui è avvenuto lo sviluppo urbanistico di quasi tutti i Comuni. Si è assistito nel corso degli anni ad una progressiva riduzione delle superfici dedicate all agricoltura, in particolar modo delle aree destinate alla viticoltura, trasformate con i vari piani regolatori in aree destinate all edilizia, soprattutto quella di tipo residenziale. Questo cambiamento, del resto, è stato motivato da un lato con la forte domanda di alloggi e dall altro con la minore redditività delle attività agricole. Certamente il consumo di territorio non è privo di inconvenienti, è sufficiente pensare ai problemi idrici che si rilevano in molti Comuni durante il periodo estivo. Questi problemi sono dovuti alla non sempre adeguata disponibilità di risorse idriche rispetto al fabbisogno: da un lato le disponibilità idriche non sono aumentate e dall altro lato l aumento della popolazione, causato principalmente dall espansione edilizia, ha provocato un forte aumento della domanda di acqua potabile. Altro grande problema è quello legato alla viabilità, infatti all espansione edilizia non sempre è corrisposto un adeguato sviluppo delle vie di comunicazione, in molti casi le strade di primaria importanza sono quelle pianificate nel dopo guerra quando il numero di macchine e di persone che si spostavano da una città all altra era piuttosto limitato. Altra problematica, strettamente collegata al fenomeno, è quella delle strutture pubbliche che non sono state adeguate alla crescita della popolazione. Ad esempio le scuole presentano una cronica carenza di aule e di spazi per le varie attività. In molti casi gli istituti scolastici sono costituiti da più plessi sparsi a macchia di leopardo su tutto il paese in quanto manca una sede unica dove concentrare l intera offerta didattica. La progressiva sottrazione di terre destinate all agricoltura ha avuto effetti anche sull economia del territorio. L importanza del settore agricolo è andato via via riducendosi fino a diventare una quota minima che fornisce lavoro a poche persone, molte delle quali immigrate. A fronte di questa riduzione si è fortemente sviluppato il settore dei servizi (attività commerciali in primo luogo) e dell artigianato. Un ruolo di piano è ricoperto anche dalle attività legate al turismo e alla ristorazione e all intrattenimento. La vicinanza a Roma rende questi Paesi una valida alternativa al pernottamento nella Capitale con la possibilità di raggiungere i luoghi turistici con estrema facilità. Del resto la stessa vicinanza a Roma facilita le cosiddette gite fuori porta da parte dei Romani con continua affluenza nei ristoranti della zona. Sempre sotto il profilo economico, è in forte aumento il numero di persone che vivono qui ma lavorano a Roma, fenomeno facilmente giustificabile con la vicinanza di molti luoghi di lavoro 6

8 (centro di Roma) e zone ad alta concentrazione industriale (periferia Sud Est e Sud-Ovest di Roma). Il sistema dei trasporti non ha visto invece sostanziali modifiche. La rete viaria è ancora quella costruita nel dopo guerra. Il trasporto su ferrovia non è stato potenziato e nemmeno quello su gomma, a fronte di un maggior numero di persone che si sposta tra un Comune l altro del Distretto (ad esempio gli studenti che vanno alle scuole superiori presenti solo a Frascati e Grottaferrata) e di persone che dal Distretto vanno a lavorare a Roma. Pertanto i cittadini sono sempre più spesso obbligati a spostarsi con mezzi privati, aumentando così il traffico cittadino e l inquinamento. Si registra tuttavia negli ultimi anni la costruzione di alcune arterie stradali a ridosso dei centri abitati per agevolare ili collegamento con Roma, fatto che dovrebbe, una volta portati a termine i lavori, alleggerire il traffico nelle strade del centro città. Il Distretto, in ambito di mobilità, ha anche avviato uno studio di una serie di iniziative per organizzare un sistema di trasporto distrettuale, rivolto in via principale all utenza dei servizi sociali. Allo stato attuale la stima dei costi presunti per organizzare questo trasporto ha parzialmente bloccato l iniziativa e rinviato la soluzione del problema a nuove soluzioni meno costose. 4. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico Sotto il profilo demografico 1 il dato più significativo è l aumento della popolazione nel corso degli ultimi anni: si è passati dai del 2011 ai del 2011, circa unità in più in un decennio. Il fenomeno, strettamente collegato con quanto diceva in precedenza, ovvero con la notevole espansione edilizia destinata ad abitazioni residenziali, non è privo di ripercussioni su tutto il territorio. L aumento in termini qualitativi è dovuto sia allo sviluppo della popolazione locale sia all arrivo di molti cittadini di Roma che per comodità hanno preferito spostarsi nella zona dei Castelli dove c è la percezione di una qualità di vita migliore. L aumento è altresì causato dal arrivo di molti immigrati. Il repentino incremento ha portato ad una crescita della domanda di servizi (da quelli sociali a quelli sanitari) a cui non è corrisposto, sia per mancanza di risorse sia per i tempi molto ristretti, un adeguato aumento dell offerta. Questa discrepanza tra domanda e offerta ha avuto una serie di ripercussioni notevoli sul benessere della cittadinanza; si è già accennato al problema della viabilità, della mancanza di scuole e di spazi scolastici, ma si deve anche sottolineare che altre carenze hanno determinato altri problemi: il numero di posti disponili negli asili nido, ad esempio. L aumento della popolazione ha segnato anche una riduzione del territorio disponibile per abitante: la densità media nel Distretto è pari a 647 abitanti per KM quadro, un dato che in alcuni Comuni raggiunge addirittura il valore di Non si è registrato un cambiamento di rilievo nella composizione delle fasce della popolazione, minori, popolazione adulta e anziani hanno mantenuto le stesse percentuali sul totale della popolazione. Si deve però sottolineare che negli anni passati c è stato prima un trend di forte crescita della popolazione ultra sessantacinquenne a cui è seguita una sua parziale riduzione; ad oggi si ha comunque un dato pari al 16,4% a fronte del 13,99 del In termini pratici ciò significa aumento della fascia di popolazione che più di altra chiede prestazioni sociosanitarie, i cui effetti sono facilmente intuibili. In questo quadro si delinea in contemporanea una riduzione delle prestazioni sanitarie offerte. Per quanto riguarda la popolazione immigrata, c è una cospicua presenza di cittadini rumeni, ma anche altre comunità presenti in modo numeroso, ad esempio quella albanese, polacca, ecc. In generale gli immigrati sono incentivati a venire per due fattori principali: case con affitti contenuti (soprattutto nei Comuni di Colonna, Monte Compatri e Rocca di Papa) e posti di lavoro disponibili 1 I dati che si riportano sono elaborati su fonti ufficiali ISTAT. 7

9 nel settore dell aiuto domestico e dell agricoltura, due settori verso i quali gli italiani non dimostrano grosso interesse. Tabella 4.1a Popolazione per fasce di età - anno 2011 Comune e oltre Totale Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale % su popolazione 4,0% 2,0% 7,7% 4,1% 66,4% 9,2% 7,2% Tabella 4.1b Popolazione per fasce di età - anno 2011 Comune e oltre Totale Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale % su popolazione 14,8% 67,1% 18,1% Tabella 4.2 Popolazione per fasce di età - anno 2000 Comune oltre 75 Totale Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale % su popolazione 3,83 1,86 8,03 4,45 67,85 8,67 5,32 8

10 Tabella 4.3 Densità della popolazione (abitanti per KM quadro) anno 2011 Comune Densità Colonna 1146 Frascati 959 Grottaferrata 1156 Monte Compatri 440 Monte Porzio Catone 964 Rocca di Papa 401 Rocca Priora 427 Totale 647 Tabella 4.4 Numero medio di componenti per famiglia anno 2011 Comune Numero famiglie Numero medio Colonna ,88 Frascati ,49 Grottaferrata ,50 Monte Compatri ,16 Monte Porzio Catone ,68 Rocca di Papa ,62 Rocca Priora ,57 Totale ,51 Tabella 4.5 Numero residenti stranieri - anno 2011 Comuni Età Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale Totale minori Adulti Totale stranieri Tabella 4.6 Incidenza degli stranieri in % nel Età Comuni Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale ,4 6,9 7,9 12,3 5,7 14,7 9,1 9, ,0 6,0 5,6 12,8 4,2 9,2 8,9 7, ,1 4,4 6,3 11,1 4,5 10,9 7,2 7,3 Totale minori 10,8 5,9 6,5 12,3 4,8 11,5 8,6 8,3 Adulti 9,9 4,9 8,4 11,4 5,0 9,9 8,3 7,9 Totale stranieri 10,1 5,1 8,0 11,6 5,0 10,2 8,3 8,0 9

11 5. Quadro territoriale dei bisogni Il Distretto ha visto aumentare in modo piuttosto repentino negli ultimi anni la domanda di servizi sociosanitari a causa dell aumento della popolazione. Come si è detto a fronte di questo aumento non c è stata la possibilità, sia per mancanza di risorse che di tempo necessario, un corrispondente dell offerta. Molti bisogni hanno comunque trovato una risposta grazie ai servizi offerti con il Piano di Zona e con gli altri strumenti di pianificazione distrettuale. Sotto un aspetto di taglio più qualitativo, si può affermare che non ci sono punte estreme di bisogno in nessuna area. L assenza di disagi particolarmente acuti non deve comunque indurre a pensare che non ci siano problemi. Le necessità di ogni tipo sono purtroppo ampiamente diffuse, dalla disoccupazione, al disagio della popolazione giovanile, all emarginazione degli anziani e dei disabili. Nel complesso i bisogni e l offerta di servizi sono piuttosto omogenei sul territorio. Si può affermare che i Comuni, che hanno avuto un afflusso di immigrati superiore alla media distrettuale, si trovano in alcuni casi a dover gestire situazioni complesse, che tuttavia non sembrano essere mai sfociate in conflitti sociali di rilievo. Un altro aspetto che forse merita una riflessione a parte è quello del disagio socioeconomico. La crisi economica del Paese ha ridotto le possibilità di spesa un po' per tutti, certamente alcune fasce di popolazione che già si trovavano al limite delle condizioni di vita accettabili, oggi presentano seri problemi per arrivare alla fine del mese. In questo ambito si registrano negli ultimi anni richieste sempre maggiori di sussidi economici e di aiuto nell inserimento lavorativo. Alcune parole per evidenziare il problema devono essere spese anche per i problemi legati alla necessità da parte delle persone di conciliare i tempi di lavoro con le esigenze della famiglia soprattutto quando sono presenti nel nucleo familiare figli piccoli, disabili o anziani più o meno autosufficienti. Per quanto riguarda l offerta si deve evidenziare che i Comuni hanno sempre mostrato una certa sensibilità verso i problemi sociali, si rileva una certa omogeneità, sia sotto la tipologia di servizi offerti (presenti ovunque i centri anziani, gli asili nido, il servizio di assistenza domiciliare, il servizio di assistenza educativa scolastica, borse lavoro, sussidi economici, ecc.), sia sotto l aspetto qualitativo (modalità con cui viene erogato il servizio) e quantitativo (ore o posti a disposizione). La base di partenza piuttosto similare e l operare congiuntamente a livello distrettuale hanno contribuito a rendere ancora più omogenei i servizi. 5.1 Area minori e famiglia La rete familiare è nel complesso ancora presente e riesce nonostante tutto ad essere ancora il punto di riferimento per la soluzione di molti problemi individuali. Certamente sono presenti ed in crescita casi di famiglie con problemi di un certo rilievo (da separazioni conflittuali, a figli contesi, a problemi legati alle condizioni economiche). Molto tempo viene preso dal lavoro, elemento che, riducendo la possibilità di un confronto sereno, aggrava in alcuni casi le tensioni familiari. Inoltre il fenomeno del pendolarismo diffuso rende questo aspetto ancora più problematico. Si registrano sempre maggiori richieste di aiuto ai servizi sociali per la soluzione di conflitti familiari e per l aiuto nella soluzione di problemi tra e genitori e figli, soprattutto dove esiste a monte una situazione di separazione o divorzio. Sempre più presenti sono le famiglie allargate e quelle monoparentali con conseguenti problemi, in alcuni casi di conflitti. Si evidenzia che le richieste di accesso al servizio distrettuale Spazio neutro sono passate dalle due iniziali a circa dieci. Poiché il servizio non è strutturato, per questi numeri si deve ricorrere all invio al privato sociale. Lo stesso discorso vale per la mediazione familiare: il servizio attivo da pochi mesi presso il Centro famiglia ha già la richiesta di dodici utenti. 10

12 Su questo versante ci si deve confrontare anche con famiglie in cui sono presenti genitori con problemi personali quali l alcoolismo, la tossicodipendenza, il disagio psichico. Sono queste le famiglie più a rischio e nelle quali i figli presentano il maggior grado di disagio sociale. In un contesto purtroppo non sempre sereno. Si aggiunge la crisi economica che ha aggravato le condizioni di molte famiglie, creando serie difficoltà a fronteggiare anche le spese di prima necessità quali quelle relative alle utenze domestiche o al pagamento del canone di locazione e la rata del mutuo. Sotto l aspetto del disagio giovanile non sembrano emergere casi di bullismo o di devianza di particolare rilievo anche se episodi, per il momento piuttosto isolati, di disagio sono comunque registrati. Più sentito è il problema delle relazioni con i genitori con i quali si stenta ad instaurare un sereno dialogo. In più si aggiunge la difficoltà stessa dei genitori che sembrano non saper svolgere sempre in maniera adeguata la loro funzione. In alcuni casi non sono riusciti ad adattarsi al cambiamento della società, che richiede un abbandono della figura del genitore autoritario, messo in discussione dall evoluzione dei costumi, dal crescente numero di separazioni coniugali, di famiglie allargate e di famiglie monoparentali, in luogo di un modello di mediazione. Quest ultimo richiede, infatti, un cambiamento di mentalità non facile da compiere. Il risultato è che gli adulti non sempre sanno cosa fare, scambiano autorità per autoritarismo. Tra l altro si riducono sempre di più le occasioni di scambio di opinioni e consigli e di confronto tra genitori, la famiglia così isolata perde uno strumento di apprendimento dai genitori anziani o con maggiore esperienza. Ne deriva la perdita di rapporti tra genitori e figli, l impossibilità da parte degli adulti di educare i figli e di sostenerli nel percorso di autonomia. Le condizioni di disagio sociale ed economico in cui vivono alcune famiglie e una diffusa carenza di adeguate competenze da parte dei genitori porta sempre più spesso i figli ad avere problemi comportamentali come del resto emerge dalle numerose segnalazioni da parte della scuola. Questo ha sicuramente dei riflessi sull apprendimento scolastico e può portare a casi di abbandono scolastico. Risulta utile in questo quadro attivare iniziative volte al sostegno della genitorialità e iniziative volte a contenere laddove presenti gli episodi di devianza dei minori. 5.2 Area Anziani La popolazione anziana è cresciuta in modo significativo negli ultimi anni, sia in valore assoluto che relativo; si ricorda a riguardo che l incidenza degli ultra sessantacinquenni è pari al 16,4%. Questo aumento degli ultimi anni ha portato anche all aumento di servizi sociosanitari legati a patologie e invalidità tipiche dell età. Per citare qualche numero c è una lista di attesa di circa trenta persone per il servizio di assistenza domiciliare integrata a fronte di circa 350 utenti già inseriti. Stesso discorso per le residenze sanitarie assistite nelle quali risultano inseriti 53 utenti (con una spesa complessiva di ,00) a fronte di 5 utenti in lista di attesa. In generale i problemi di questa fascia di popolazione sono legati alla perdita parziale o completa dell autosufficienza, elemento che in molti casi rende problematica la permanenza nel domicilio. Lo stato di non autosufficienza implica la necessità di un aiuto domestico: le famiglie in primo luogo e aiuti esterni. Per i familiari è sempre più difficile occuparsi degli anziani, devono infatti conciliare i tempi del lavoro e le necessità della propria famiglia con le richieste delle persone da accudire. Per quanto riguarda l aiuto esterno, ad esempio la badante, c è un problema di ordine economico, molti anziani hanno solo la pensione e ciò rende difficile questa soluzione, considerando anche che gli assegni di accompagnamento sono dati con una frequenza sempre minore. La situazione si aggrava quando la non autosufficienza è legata ad una grave invalidità o a forme di demenza. Per quanto riguarda questa patologia si riscontrano più di 130 casi nel distretto, la risposta del centro diurno per le demenze, recentemente attivato, può offrire una risposta a solo dodici pazienti, poca cosa rispetto al reale fabbisogno. Certamente, sotto questo aspetto, è molto utile il servizio di assistenza domiciliare integrata, che soprattutto nei casi di parziale 11

13 autosufficienza, riesce a porsi come strumento utile per ridurre l istituzionalizzazione e il ricovero ospedaliero. Oltre ai problemi sopra indicati, c è anche quello dell emarginazione dovuto a volte alla stessa non autosufficienza, che rende difficile vivere la vita sociale, e in altri casi al domicilio ubicato lontano dal centro e da punti di ritrovo/aggregazione. In molti Comuni è presente un servizio di trasporto pubblico locale che in parte risolve il problema, soprattutto per gli spostamenti da e verso gli ospedali o i laboratori clinici. Tuttavia il ridotto numero di corse, la non completa copertura del territorio e la difficoltà degli anziani più gravi a spostarsi con i mezzi pubblici lasciano il problema per gran parte non risolto. Sotto questo aspetto risultano di grande sollievo i centri sociali anziani, presenti in tutti i Comuni e in quelli più grande anche con sedi nelle principali periferie. L utilità è dimostrata dall alto numero di iscritti, più di 5800, quasi un terzo dell intera fascia di popolazione interessata. Ovviamente per molti rimane sempre il problema di come raggiungerli. 5.3 Area disabili In questo Distretto, per tradizione, l area della disabilità è separata da quella del disagio psichico in quanto si è ritenuto e si ritiene che necessitino a fronte di problematiche differenti di tavoli di lavoro specifici. Certamente sotto determinati punti di vista i bisogni sono comuni: quello dell emarginazione, quello dell aiuto nelle faccende domestiche, l inserimento lavorativo e il sollievo alle famiglie. Tuttavia sono richieste risposte specifiche con la consapevolezza che nell ambito della stessa disabilità e dello stesso disagio psichico ogni utente esprime una propria necessità e richiede uno specifico aiuto. Si rileva comunque per tutte e due le aree la presenza della famiglia che ancora si fa carico dell aiuto e del sostegno al disabile in prima persona; anche in questo caso valgono le considerazioni già fatte per gli anziani: necessità di dover occuparsi del disabile, della famiglia con l esigenza di dover lavorare. Si rilevano come bisogni principali quello dell assistenza domestica, il recupero di autonomia, l inserimento lavorativo, nei casi in cui la disabilità/il disagio lo permette, e il sollievo alle famiglie. Molto sentito è poi il problema dell inserimento scolastico dei minori disabili: nel distretto ci sono circa 150 studenti delle scuole elementari e medie inferiori che hanno necessità dell assistenza educativa scolastica. Sotto questo aspetto dare una risposta esauriente è difficile poiché le ore di assistenza sono contingentate dalle carenze di bilancio a fronte di una spesa pari a ,00 Euro (circa ore annue). Le ore necessarie invece sono circa , il 22% in più. La metodologia di lavoro porta comunque a non escludere nessun bambino dal servizio, di riflesso, però, si associa una minore disponibilità per i singoli. Per quanto riguarda l inserimento lavorativo, le richieste sono aumentate nel corso degli anni, certamente questo crea un aggravio di problemi per i servizi ma anche un motivo di soddisfazione in quanto dimostra che i disabili hanno la volontà di attivare o riattivare a seconda dei casi un percorso di inserimento sociale. Certamente la notevole richiesta, circa 60 persone, ha trovato solo una parziale risposta nelle trenta borse lavoro rivolte all inserimento lavorativo dei disabili. Anche il privato sociale è molto attivo su questo versante soprattutto con corsi di formazione specifici. Anche se più circoscritto nei numeri, circa dieci casi in tutto l anno, è presente inoltre il problema della gestione delle emergenze nella cura dei disabili per periodi di tempo lunghi quando i familiari che li assistono sono impossibilitati a farlo, ad esempio come nella maggior parte dei casi registrati per malattia. Non ci sono nel territorio centri residenziali per questo tipo di problema e la soluzione, soprattutto perché il bisogno nasce all improvviso, non è semplice da individuare se non con alti costi per l inserimento in strutture di volta in volta individuate. Rimane poi il problema dell esclusione sociale, avvertito in modo più forte soprattutto per i disagiati psichici, fenomeno che finisce tra l altro per aggravare la stessa patologia. 12

14 5.4 Area del disagio e dell esclusione sociale In merito all esclusione sociale derivante dalla condizione di anziano, di quella di disabile si è già detto nelle specifiche aree; più avanti si parlerà di quella che riguarda gli immigrati. Il problema è quindi trasversale a tutte le aree. Ci si vuole soffermare in questa sezione soprattutto sull esclusione sociale causata dal disagio economico e dall emarginazione. Il Distretto si trova ad affrontare, così come del resto tutto il Paese, la crisi economica che anche in questo territorio non ha mancato di avere conseguenze. Questa ha aggravato la condizione di povertà di alcune fasce di popolazione, immigrati, tossicodipendenti e disoccupati e neodisoccupati ovviamente. Sicuramente l incertezza economica crea un malessere sociale più ampio che in molti casi sfocia in un vero e proprio disagio. Come già rilevato negli ultimi anni, alle tradizionali categorie di poveri si è aggiunta tutta la fascia di popolazione impiegata in lavori precari, molte volte persone non solo diplomate ma anche laureate. I maggiori problemi economici non hanno mancato di avere i loro effetti anche sulle famiglie monoreddito e monoparentali, famiglie alle prese con le rate del mutuo e sulle famiglie che si trovano a gestire le problematiche inerenti al divorzio o alla separazione, tutte categorie già fortemente provate. D altro canto le tensioni economiche spesso finiscono con il creare o acuire le tensioni familiari. Certamente, di un qualche aiuto sono gli interventi basati sul sostegno economico, soprattutto per le famiglie in difficoltà con le spese di prima necessità quindi con problemi prettamente di reddito. La carenza di fondi non permette di aiutare tutte le persone che ne fanno richiesta: sono erogati contributi a sole 333 famiglie contro le quasi 500 che ne hanno fatto richiesta per una spesa complessiva per lo scorso anno di circa ,00 Euro. I contributi economici non aiutano però a risolvere quelle situazioni di esclusione sociale e di disagio dovute all emarginazione. Questo problema è sicuramente più difficile da risolvere perché non è sufficiente solo l aiuto economico, ma va pensato un intervento più complesso che permetta alla persona, a prescindere dalle cause che lo hanno portato all esclusione, di iniziare e completare un percorso di inserimento sociale. Per questo in molti casi si cerca di attivare un percorso di inserimento lavorativo con l idea che tramite il lavoro si possa riconquistare anche l inserimento sociale. Per facilitare l inserimento lavorativo si ricorre spesso al reddito minimo di inserimento o a corsi di formazione, ma anche in questo caso le risorse non aiutano: sono state attivate circa 90 borse lavoro a fronte di una domanda complessiva di 150. Per quanto riguarda i corsi, questo Distretto grazie al contributo regionale ha attivato corsi per la formazione di assistenti familiari, mentre la domanda l ammissione al corso è stata fatta da quasi 60 persone. 5.5 Area immigrati L analisi dei dati testimonia una forte presenza di cittadini immigrati in questo territorio, presenza tra l altro in forte crescita. L incidenza degli stranieri è pari all 8% con punte che raggiungono quasi il 12% nel Comune di Monte Compatri. Questo crea sicuramente la necessità di dover favorire l integrazione lavorando sugli immigrati, ma anche sugli italiani per creare le condizioni di accoglienza e rispetto verso lo straniero, alfine di evitare situazioni di contrasto e tensioni sociali come purtroppo è accaduto in altre aree del Paese. In questo ambito la popolazione di riferimento è assai eterogenea, a fronte di cittadini provenienti dai paesi dall Unione Europea, che presentano alti gradi di integrazione; si contrappongono persone, soprattutto con provenienza da paesi non appartenenti all Unione Europea o dalla Romania, nazionalità questa con maggior numero di presenze, che manifestano in alcune situazioni gravi problemi di isolamento e di emarginazione. Per questa fascia di persone, se da un lato si riscontrano alcuni casi di buona integrazione dovuta ad un lavoro ormai stabile, ad una situazione legale in regola con le norme, alla costituzione di una famiglia a volte mista, al ricongiungimento con i propri familiari, ad una permanenza ormai pluriennale, o ai rapporti stabili, 13

15 grazie a figli che frequentano le scuole, con famiglie italiane, dall altro permane tutta un altra categoria di persone completamente isolata dalla comunità locale. Questo problema è aggravato anche dal numero cospicuo di stranieri e dalla loro crescita piuttosto veloce in un arco temporale limitato, elemento che rende ancora più difficile il processo di integrazione, notoriamente complesso già quando riferito ad un ristretto numero di persone. A questo si aggiunge inoltre una non sempre diffusa cultura dell accoglienza da parte degli italiani, sia per diffidenza, che per paura e per intolleranza. Per quanto riguarda i bambini stranieri, che oggi rappresentano ben il 7,7% della popolazione scolastica minorile, hanno problemi di inserimento scolastico con profitto e di integrazione con i compagni. Infatti i problemi di lingua e di cultura a volte impediscono un buon apprendimento delle materie scolastiche, e non è raro che per qualcuno di questi minori si incorra nell errore di attribuire i problemi a disturbi patologici di apprendimento e di comportamento. È necessario pertanto mettere in atto iniziative volte in primo luogo a favorire l integrazione, soprattutto dei soggetti più emarginati, e contemporaneamente lavorare per rendere la comunità locale maggiormente predisposta ad accettare il diverso e a capire che si può imparare dagli altri. È quindi importante informare formare sia gli stranieri, su quali sono i loro diritti e doveri e a chi possono rivolgersi per ricevere aiuto, ma la stessa opera di informazione/ formazione deve essere fatta anche sugli italiani per far capire loro che gli immigrati possono essere una risorsa per la comunità. 6. Quadro generale dell offerta dei servizi socio-assistenziali e integrazione tra i Comuni e la Asl Questo Distretto da anni ha attivato una serie di servizi socio assistenziali in molti dei quali è presente una forte integrazione con gli operatori della ASL. L integrazione avviene sia con riunioni di équipe, analizzando insieme i bisogni del territorio, attuando uno scambio di relazioni e documenti, attivando la pianificazione congiunta del piano personalizzato di intervento. Il lavorare in integrazione è anche alla base della progettazione del piano di zona e degli altri interventi distrettuali. A livello di offerta dei servizi, si può pensare all assistenza domiciliare integrata, che prevede una stretta collaborazione tra operatori dei Comune e della ASL. Questa collaborazione va dalla valutazione congiunta dell utente alla successiva predisposizione del piano personalizzato. Stesso discorso vale per il servizio di assistenza educativa scolastica. In questi ambiti, così come per gli inserimenti nelle residenze sanitarie assistite, si è sviluppato un lavoro di équipe che ha permesso di prendere in carico l utenza in modo completo e di rispondere ai bisogni sia sociali che sanitari. 14

16 Tabella 6.1 Assistenza Domiciliare Integrata - Numero utenti anno 2010 Monte Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale Anziani Minori domiciliare Minori educativa domiciliare Disagio psichico Disabilità adulti Totale Tabella 6.2 Assistenza Domiciliare Integrata - Ore di servizio anno 2010 Monte Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale Anziani Minori domiciliare Minori educativa domiciliare Disagio psichico Disabilità adulti , Totale Tabella 6.3 Andamento temporale del servizio ADI Anno Ore erogate Spesa totale ADI

17 Tabella 6.4 Numero utenti in RSA anno 2011 Comune Numero utenti Spesa per RSA Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale ,00 Tabella 6.4 Minori nei centri estivi anno 2011 Comune Numero minori Minori disabili inseriti in centri estivi Spesa per Centri estivi (totale) Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale ,00 Tabella 6.5 Assistenza scolastica per minori anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza Spesa scolastica Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale Il lavoro in integrazione tra Comuni e Asl ha raggiunto il punto più alto sicuramente nella presa in carico dei minori in condizioni di difficoltà, che necessitano di un assistenza domiciliare ed educativa domiciliare, che si trovano in nuclei familiari ad alto rischio, o che sono in affidamento se non addirittura in casa famiglia. In questo ambito il lavoro degli operatori dei due Enti procede all unisono con frequenti riunioni di monitoraggio; del resto la complessità di questi casi può essere risolta solo con l utilizzo di tutte le risorse disponibili e con l intervento di tutte le figure professionali disponibili. 16

18 Tabella 6.6 Minori inseriti in casa famiglia anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza Spesa scolastica Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale Tabella 6.7 Minori in affidamento familiare anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza scolastica Colonna 0 Frascati 4 Grottaferrata 1 Monte Compatri 0 Monte Porzio Catone 2 Rocca di Papa 6 Rocca Priora 5 Totale 18 Una minore integrazione si registra invece per altri interventi più legati all attività dei singoli Comuni, come asilo nido, ludoteche, centri sociali per gli anziani, borse lavoro e contributi. In questi ambiti la presenza di operatori della ASL è prevista sono quando a livello di singolo utente emerge anche un aspetto sanitario. Tabella 6.8 Asilo nido anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza Spesa scolastica Colonna 0 0 Frascati Grottaferrata 59 0 Monte Compatri 0 0 Monte Porzio Catone Rocca di Papa 0 0 Rocca Priora 0 0 Totale

19 Tabella 6.9 Ludoteche anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza Spesa scolastica Colonna Frascati 0 0 Grottaferrata 28 0 Monte Compatri 0 0 Monte Porzio Catone Rocca di Papa 0 0 Rocca Priora 0 0 Totale Tabella 6.10 Centri sociali anziani anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza Spesa scolastica Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale Tabella 6.11 Borse lavoro anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza Spesa scolastica Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale Tabella 6.12 Contributi economici anno 2011 Comune Numero minori in Assistenza Spesa scolastica Colonna Frascati Grottaferrata Monte Compatri Monte Porzio Catone Rocca di Papa Rocca Priora Totale

20 7. Livello di offerta dei servizi per macroarea Segretariato Sociale Nel Distretto è presente il Servizio? Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C) 2. Colonna C Frascati C Grottaferrata C Monte Compatri C Monte Porzio Catone C Rocca di Papa C Rocca Priora C Prestazioni offerte: Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità Consulenza sui problemi familiari e sociali Accoglienza della domanda individuale, collettiva lettura del bisogno, accompagnamento nell attivazione nei successivi percorsi di assistenza Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi specifici Mediazione interculturale - Sì - No X 2 Ad esempio: se il servizio è presente a Roma ed ha un bacino di utenza comunale scrivere: Roma (C). 19

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