SICUREZZA BIOLOGICA RISCHIO BIOLOGICO
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- Giuditta Mari
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1 SICUREZZA BIOLOGICA Il Decreto Legislativo n. 626/94 ha posto le basi per una adeguata azione di tutela della salute nei luoghi di lavoro e per quanto riguarda la protezione da agenti biologici chiarisce tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio biologico. D. Lgs.626 sancisce l obbligo di: valutazione del rischio (art. 78) adempimento ad un sistema di notifiche ed autorizzazioni (artt. 76,77) applicazione di procedure di buona prassi microbiologica (artt. 78,79) applicazioni di norme igieniche (art.80) applicazioni di misure del contenimento del rischio (artt ) applicazione di misure di emergenza (art. 84) informazione e formazione dei lavoratori (art. 85) sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti (artt ) RISCHIO BIOLOGICO Rischio professionale cui possono andare incontro alcune categorie professionali particolarmente esposte e che, in via continuativa, sono addette a quelle attività lavorative per le quali si può ipotizzare un rischio di esposizione ad agenti biologici. RISCHIO: probabilità matematica che un evento si verifichi, ovvero che sia raggiunto il livello potenziale di danno. PERICOLO: qualità o proprietà intrinseca di una determinata entità (materiali o attrezzature da lavoro, metodi e pratiche di lavoro) potenzialmente capace di causare danni. Si distinguono: a) pericolo per la sicurezza: condizioni che possono determinare incidenti con danni all individuo; b) pericolo per la salute: circostanze o agenti che possono colpire la salute dell operatore o della sua prole, sia nell immediato che nel futuro
2 CATEGORIA DI LAVORATORI ESPOSTE AL RISCHIO BIOLOGICO Tutti i lavoratori: - a contatto con animali e loro prodotti - addetti all industria di trasformazione delle carni, pelli, ecc. - addetti ai servizi sanitari ambulatoriali, ospedalieri e veterinari - addetti allo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi - addetti agli tabulari - addetti alle biotecnologie Il D.Lgs 626 nell'articolo 74 riporta la seguente definizione di agente biologico: "qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie, o intossicazioni". Più precisamente, gli organismi viventi o le sostanze di origine biologica alle quali si può essere esposti durante l'attività lavorativa e che presentano un potenziale rischio per la salute umana, possono essere classificati nei seguenti gruppi: 1) agenti biologici: microrganismi (batteri, virus, miceti) e parassiti (protozoi ed elminti); 2) colture di cellule animali, per i possibili agenti infettanti che le cellule in coltura possono ospitare (importanti soprattutto le cellule umane e dei primati) 3) liquidi biologici (sangue) ed altri campioni clinici potenzialmente infetti (feci, espettorato, biopsie, campioni autoptici); 4) tessuti provenienti da animali, sia da esperimento che da allevamento; 5) animali, sia da laboratorio che da allevamento, per possibili allergie (peli, piume) e/o aggressioni (morsi, graffi); 6) allergeni, cioè sostanze che provocano manifestazioni allergiche in soggetti sensibilizzati (polvere, pollini, miceti); 7) tossine di batteri, animali e piante.
3 REGOLE FONDAMENTALI tutto il personale afferente ad un laboratorio (anche tirocinanti, studenti) deve conoscere i rischi biologici, chimici, fisici a cui può essere esposto il responsabile del laboratorio deve accertarsi di ciò misura fondamentale di contenimento: buona pratica di laboratorio le attrezzature e i dispositivi di sicurezza sono complementari e non possono sostituire le misure di buona prassi VALUTAZIONE DEL RISCHIO Premesse: effettuata preventivamente basata fortemente sulla formazione ed informazione del personale Obiettivi: stima del rischio impostazione delle misura di tutela Situazioni di rischio biologico: 1) rischio biologico noto: microrganismi volutamente introdotti nel ciclo lavorativo, trattati e manipolati 2) rischio sporadico e/o imprevedibile (art. 78): esposizione per manipolazione e trattamento di materiali potenzialmente contaminati o per presenza di microrganismi nell ambiente di lavoro
4 AGENTI BIOLOGICI ( CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA PERICOLOSITA ) GRUPPO 1: presentano poche o nulle probabilità di causare malattia in soggetti umani GRUPPO 2: possono causare malattie in soggetti umani e conseguentemente costituire un rischio per i lavoratori; scarsa probabilità che si propaghino nelle comunità; sono disponibili efficaci misure terapeutiche e profilattiche; (es. HAV, B. pertussis, C. albicans, C. tetani, S. aureus) GRUPPO 3 : possono provocare malattie gravi in soggetti umani, rappresentando così un serio rischio per i lavoratori ; gli agenti biologici in questione possono propagarsi nelle comunità, ma sono disponibili misure profilattiche e terapeutiche; ( Brucelle, M. tuberculosis, HBV, HCV, HIV) GRUPPO 4: possono provocare malattie gravi in soggetti umani e, oltre a costituire un serio rischio per i lavoratori, possono presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; nei loro confronti non sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche; ( virus Ebola, virus Lassa, virus della febbre emorragica di Crimea/Congo)
5 Vie di trasmissione degli agenti biologici. Le vie di trasmissione degli agenti biologici in ambito lavorativo: possono essere diverse da quelle normalmente seguite all esterno sono condizionate dalle grandi quantità di microrganismi che vengono manipolate Quindi: RISCHIO PIU ELEVATO CHE IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE O NELLA VITA COMUNE Le più frequenti vie di trasmissione durante l'attività di laboratorio sono: ingestione inalazione inoculazione contaminazione di cute e mucose 1) Ingestione (via orale) : - il pipettamento a bocca di un liquido contenete agenti infettanti - il trasporto di microrganismi alla bocca con le mani - il consumo di alimenti e bevande contaminatesi in laboratorio - il fumo - gli spruzzi e gli schizzi in bocca in seguito ad incidenti N.B è assolutamente vietato in qualsiasi laboratorio e per qualsiasi livello di contenimento conservare alimenti e bevande, mangiare, bere, fumare o pipettare con la bocca.
6 2) Inalazione (via aerea) : - formazione di aerosol biologici - l uso di anse da batteriologia,di pipette, di siringhe - apertura di provette e di flaconi contenenti liquidi - centrifugazione - colture liofilizzate - colture batteriche essiccate - materiale biologico su tamponi secchi e su tappi di provette e di flaconi - spore fungine. 3) Inoculazione: - per punture accidentali - per ferite con oggetti taglienti - per morsicature e graffi di animali NB. è necessario una corretta e sicura eliminazione di oggetti appuntiti e taglienti da qualsiasi laboratorio per qualsiasi livello di biosicurezza. 4) Contaminazione di cute e mucose : - spruzzi o spargimenti sugli occhi o in faccia o sulla cute - contatto con superfici, strumenti ed altri oggetti contaminati - trasferimento diretto di microrganismi dalle dita agli occhi NB. poco pericolosa quella della cute integra molto più quella della cute con ferite o lesioni di continuo e quella delle mucose (congiuntive)
7 In base alla sicurezza con cui gli agenti biologici devono essere utilizzati, manipolati e conservati in laboratorio la legge individua 4 livelli di contenimento: 1) Laboratorio di base - livello di biosicurezza 1: agenti che non comportano rischio per il personale e la comunità garantito solo dalle misure di buona pratica di laboratorio applicabile ai laboratori didattici in cui si manipolano microrganismi appartenenti al gruppo 1 per i laboratori di ricerca è sempre opportuno seguire le misure del livello 2 2) Laboratorio di base - livello di biosicurezza 2: agenti a moderato rischio per il personale e la comunità prevede tutte le precauzioni del livello 1 più altre specifiche applicabile ai laboratori clinici, diagnostici ed anche a quelli didattici e di ricerca in cui si manipolano microrganismi appartenenti al gruppo 2 (i laboratori clinici o ospedalieri possono essere occasionalmente esposti a microrganismi appartenenti a gruppi di rischio superiori) 3) Laboratorio di sicurezza - livello di biosicurezza 3: agenti ad elevato rischio per il personale e a basso rischio per la comunità prevede tutte le precauzioni dei livelli 1 e 2 più altre specifiche applicabile ai laboratori in cui si manipolano microrganismi appartenenti al gruppo 3 4) Laboratorio di massima sicurezza - livello di biosicurezza 4: applicabile ai laboratori in cui si manipolano microrganismi appartenenti al gruppo 4
8 PROCEDURE DI EMERGENZA Si possono verificare i seguenti incidenti: 1) esposizione a bioaerosol; 2) spargimenti; 3) punture e ferite; 4) schizzi sulla faccia. In caso di esposizione a un aerosol biologico bisogna: - trattenere il respiro e abbandonare immediatamente il laboratorio, chiudere la porta ed avvisare le altre persone - rimuovere attentamente il camice e riporlo in un sacco biohazard - lavarsi le mani e la cute esposta con acqua e sapone disinfettante - affiggere un apposito segnale di contaminazione biologica ed evacuare il laboratorio per almeno 30 min. - segnalare l incidente al responsabile del laboratorio - chiedere l assistenza medica per i soggetti esposti La caduta di un matraccio, provette, flaconi con conseguente rottura e fuoriuscita di liquido richiede la bonifica immediata in relazione al livello di biosicurezza presente nel laboratorio. In caso di puntura o ferita è necessario lavare l area interessata con sapone disinfettante e acqua tiepida per 15 min., favorire l uscita di sangue dalla ferita, segnalare l incidente al responsabile, chiedere l assistenza medica. Anche per quanto riguarda gli schizzi sulla faccia, se l incidente ha generato un aerosol (al di fuori della cappa di sicurezza) bisogna immediatamente uscire dal laboratorio e seguire le procedure in un area sicura.
9 PROCEDURE DI BONIFICA IN CASO DI SPARGIMENTO DI MATERIALE INFETTO Livello di biosicurezza 1: *occorre segnalare immediatamente l incidente alle altre persone presenti nel laboratorio al fine di impedire un ulteriore diffusione al personale e all ambiente è necessario togliersi gli indumenti eventualmente contaminati e lavare la cute esposta con sapone disinfettante dopo aver indossato guanti, indumenti protettivi e protetto opportunamente la faccia occorre: a) coprire l area contaminata con carta assorbente; b) versarvi sopra una soluzione disinfettante concentrata (iodofori, ipoclorito di sodio) e lasciare agire per un tempo sufficiente (15 min.). Gli eventuali frammenti di vetro devono essere prelevati con pinza o paletta (monouso) e devono essere riposti in un idoneo contenitore resistente alla puntura. Tutto il materiale utilizzato per la disinfezione nei rifiuti biologici deve essere eliminato Il materiale riutilizzabile (pinze metalliche) deve essere decontaminato. Le mani vanno lavate con sapone disinfettante (iodofori) Livello di biosicurezza 2: occorre seguire tutte le misure precedenti il respiro deve essere trattenuto ed il laboratorio abbandonato immediatamente avendo cura di chiudere la porta e di avvisare le altre persone presenti nel laboratorio è necessario affiggere un apposito cartello di contaminazione biologica l incidente deve essere notificato al responsabile del laboratorio occorrono almeno 30 min. prima di poter rientrare in laboratorio (per metter fine ad un eventuale aerosol che si è formato) prima di effettuare la disinfezione è necessario indossare guanti, indumenti protettivi (camice, calzari monouso) e proteggere la faccia ( occhiali o mascherina chirurgica) il periodo di contatto del disinfettante deve essere protratto per almeno 20 min. è necessario disinfettare le aree circostanti con soluzione disinfettante ed asciugare tutta l area contaminata. L area deve essere spruzzata con una soluzione di ipoclorito di sodio e lasciata asciugare tutto il materiale utilizzato per la disinfezione deve essere riposto in un sacco biohazard autoclavabile per la sterilizzazione in autoclave.
10 Livello di biosicurezza 3: occorre seguire tutte le procedure precedenti il camice protettivo deve essere rimosso nella zona filtro e riposto in un sacco biohazard autoclavabile; dopo essersi tilto il camice è necessario togliersi i guanti e lavare le zone cutanee esposte con acqua tiepida e sapone antisettica in caso di puntura o ferita l area interessata deve essere lavata con sapone disinfettante ed acqua tiepida per 15 min.; è utile fuoriuscita di sangue dalla ferita in caso di esposizione oculare occorre lavarsi gli occhi con apposito lavaocchi per 15 min. è opportuno decontaminare le aree circostanti (pavimenti, superfici di lavoro) mediante carta assorbente imbevuta di varechina lasciando agire il disinfettante per min. la procedura di decontaminazione deve essere ripetuta due volte tutti gli strumenti monouso utilizzati devono essere decontaminati il camice protettivo utilizzato durante le procedure di disinfezione deve essere rimosso accuratamente e riposto in un sacco biohazard, dopo essersi tolti i guanti e gli occhiali protettivi è necessario lavarsi le mani con acqua tiepida e sapone antisettico per almeno sec. tutti i rifiuti prodotti durante la decontaminazione devono essere sterilizzati in autoclave PREPARARE UN KIT DI DECONTAMINAZIONE può essere costituito da un secchio in materiale resistente con applicato all esterno il simbolo biohazard il secchio deve contenere: a) varechina concentrata, b) pinze per prelevare il materiale, c) carta assorbente, d) guanti monouso, e) dispositivi di protezione per il viso
11 MISURE ELEMENTARI DI PROTEZIONE Una volta individuati i rischi presenti sul posto di lavoro, è necessario imparare come si può prevenire l esposizione. COSA BISOGNA FARE PER PREVENIRE L ESPOSIZIONE AD UN AGENTE INFETTIVO? Utilizzare le attrezzature più idonee ad adottare norme di comportamento sicure. LE MIGLIORI DIFESE SONO DUE: 1. tenere le mani pulite 2. utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI), vale a dire indumenti da indossare (camici, grembiuli, impermeabili, copricapo, calzari) e strumenti specifici da adoperare (guanti, mascherine, occhiali, visiere) per la protezione delle persone dagli agenti infettivi.
12 IL LAVAGGIO DELLE MANI E molto importante lavarsi sempre le mani prima e dopo il contatto con un paziente o con qualsiasi cosa il paziente abbia toccato. Inoltre: lavare le mani subito dopo aver tolto i guanti e prima di mangiare, bere, fumare, truccarsi o maneggiare lenti a contatto. Sviluppare un abbondante schiuma con sapone non abrasivo ed acqua corrente, strofinando accuratamente tra le dita ed intorno le unghie. Risciacquare bene e a lungo. Lavare le mani al termine del lavoro Se le mani o altre parti del corpo sono venute a contatto con sangue ed altri liquidi corporei, lavare accuratamente e completamente la pelle esposta. Se sono state contaminate le mucose (es. schizzo di sangue nell occhio o in bocca) lavare con acqua corrente senza strofinare con le dita.
13 FARE USO DEL DPI I dispositivi di protezione individuale proteggono, aiutando la pelle, gli occhi, la bocca e gli abiti dall esposizione agli agenti infettivi. Essi, pertanto vanno sempre impiegati prima di eseguire procedure che possono provocare schizzi o spandimento di liquidi biologici: I responsabili dell azienda presso la quale si lavora devono mettere a disposizione i diversi tipi di DPI I responsabili delle strutture devono individuare ed indicare i DPI più efficaci, a seconda della mansione che si svolge. Inoltre, è loro compito assicurarsi che i lavoratori ne facciano uso. E importante non indossare mai DPI danneggiati o sporchi o a seconda dei casi non sanificati. Dopo l uso togliere i DPI DECONTAMINAZIONE ED ELIMINAZIONE DEI DPI Gli indumenti protettivi personali ed i DPI devono essere tolti prima di allontanarsi dall ambiente di lavoro o quando si contaminano; essi vanno introdotti in appositi contenitori per la decontaminazione, la conservazione o la eliminazione, a seconda dei casi. Se un indumento si perfora, deve essere sostituito immediatamente o al più presto possibile. USO DELLE ATTREZZATURE Non usare frigoriferi destinati all attività lavorativa per conservare alimenti; il consumo di cibi e di bevande è vietato nei luoghi destinati all attività lavorativa. Infine, non conservare in un frigorifero normale prodotti infiammabili o esplosivi.
14 E BUONA NORMA: adottare una attitudine positiva verso la sicurezza, impiegando sistematicamente i DPI idonei allo scopo imparare a distinguere il codice di identificazione: - le etichette ed i segnali di rischio biologico sono contraddistinti da un simbolo particolare - i contenitori ed i sacchetti di colore rosso o arancione indicano che esiste la possibilità di presenza di materiale biologico a rischio
15 RISCHIO FISICO Gli agenti fisici che costituiscono un rischio per la salute sono: * elettrico * radiazioni ionizzanti * rumore * vibrazioni * ambiente termico (agenti caldo/freddo) * ambiente luminoso * radiazioni non ionizzanti
16 Il rischio elettrico consiste in : elettricità statica contatto con parti in tensione: carcasse di strumenti, tavoli metallici in tensione, condensatori elettrostatici formazione di archi I DPI contro i rischi elettrici sono: guanti elettricamente isolanti o antistatici tute elettricamente isolanti calzature di protezione: antistatiche o isolanti, scarpe, stivali o sovrastimali di protezione, resistenza elettrica e antistaticità I rischi elettrici nell Università sono presenti praticamente in quasi tutti i luoghi di lavoro: uffici in genere laboratori chimici e biologici (anche in presenza di liquidi) laboratori fisico/ingegneristici (uso di alta tensione o correnti elevate) officine e laboratori prove materiali
17 Le radiazioni ionizzanti: radiazioni corpuscolari (a,b, neutroni e altre particelle) raggi x e g materiali radioattivi (naturali:rocce, radon, raggi cosmici; artificiali: prodotti di attivazione neutronica, kit radioimmunologici) Gli effetti dell esposizione e quindi i danni sull uomo si distinguono in due categorie: Limiti di dose individuale i danni deterministici: frequenza e gravità variano con la dose, per essi è individuabile una dose soglia. danni stocastici: soltanto la probabilità di accadimento è funzione della dose e non la gravità; inoltre non esiste una dose soglia; sono distribuiti casualmente tra la popolazione e si manifestano dopo anni dall esposizione:comprendono le leucemie, tumori e malattie ereditarie della progenie. I limiti sono fissati dalla legge per tutti i lavoratori, compresi gli studenti, e per le persone del pubblico; essi non tengono conto delle dosi provenienti dal fondo naturale di radiazione e dell esposizione ricevuta dai pazienti durante gli esami e trattamenti medici. I limiti di dose si applicano alla somma delle dosi ricevute per esposizione esterna ed interna e a tutte le sedi ove l interessato lavora.
18 Misure di prevenzione e protezione ridurre il numero degli esposti formazione ed informazione del personale classificare il personale esposto e segnalare le aree a rischio utilizzare la minima attività/potenza possibile minimo tempo di esposizione distanza maggiore possibile dalla sorgente posizionarsi sempre dietro le barriere o schermi protettivi (plexiglass), o le pareti di protezione indumenti protettivi schermati minima area del campo radiante corrette procedure di lavoro idoneo uso delle apparecchiature controlli costanti da parte dell esperto qualificato Le radiazioni ionizzanti nell Università: impianti nucleari laboratori di radiochimica laboratori di radiobiologia e radioimmunologia diffrattometri a RX reparti radiodiagnostica laboratori di fisica laboratori prove materiali e controlli non distruttivi microscopi elettronici e a fluorescenza gascromatografi
19 IL SUONO E IL RUMORE Gli effetti del rumore: fatica uditiva: innalzamento temporaneo e reversibile della soglia uditiva (di solito entro gg) ipoacusia da rumore: spostamento permanente della soglia uditiva, che avviene in modo lento e graduale sordità professionale: deficit uditivo manifesto effetti extrauditivi: di solito legati ad un evento traumatico acustico acuto D. Lgs 277/91: i livelli di riferimento * Leq di riferimento giornalieri: Leq< 80dB (A): sicuro? Ottimizzare sempre 80<Leq<85dB(A): informazione sui danni, DPI, segnaletica, visita sanitaria a richiesta del lavoratore 85<Leq<90dB(A): informazione, DPI, segnaletica, controlli sanitari biennali, uso corretto macchinari Leq>90dB(A): informazioni, DPI, segnaletica, controlli sanitari annuali, delimitazione delle zone, uso corretto dei macchinari, ridurre l esposizione, registro degli esposti, nota a ISPL e ASL * Livello istantaneo (peak) massimo: 140dB: valore da non superare mai, procedere come > 90
20 DPI per il rumore: - cuffie antirumore - cuffie antirumore montate direttamente sull elmetto - cuscinetti auricolari (palline o tappi) - caschi avvolgenti IL rumore in Università: officine meccaniche ed in presenza di macchine utensili in genere laboratori prove materiali laboratori trattamento rocce giardino botanico e aziende agrarie eccezionalmente vicino a stampanti veloci meccaniche, non adeguatamente isolate centro calcolo laboratorio biochimico microscopio elettronico
21 AGENTI DI PERICOLO TERMICI I DPI contro i rischi termici: I rischi termici in Università: proiezione di materiale incandescente calore per contatto calore radiante fuoco, fiamme freddo, liquidi criogenici intemperie, raggi solari ambiente termico in genere occhiali o maschere per la protezione degli occhi e del viso guanti contro il caldo e il freddo indumenti per il caldo o il freddo calzature di protezione laboratori chimici e biologici laboratori fisico/ingegneristici officine per saldature camere fredde conservazione di cellule risonanze magnetiche giardini botanici nei lavori all aperto
22 La luminosità Rischi e rimedi I rischi: affaticamento visivo affaticamento generale infortunio per scarsa illuminazione abbagliamento solare o da lampade I rimedi: corrette condizioni illuminotecniche schermature idonee a finestre e elementi illuminanti
23 Le radiazioni non ionizzanti Rnl o NIR in Università: ultrasuoni: biologia, chimica, fisica, ospedali radiofrequenze: ingegneria, fisica risonanze magnetiche e campi magnetici: fisica, chimica, farmacologia, ospedali ultravioletto: chimica, biologia, strutture sanitarie laser: ingegneria, fisica, biologia, chimica, ospedali, trasmissione dati NIR: rischi collaterali rischio elettrico manipolazione di agenti chimici, gas compressi, gas/liquidi criogeni presenza di fumi e vapori movimentazione manuale dei carichi rumore produzione di ozono
24 RADIAZIONI NON IONIZZANTI: ultrasuoni Gli ultrasuoni sono una radiazione acustica di frequenza superiore a quella udibile dall uomo, generalmente 20kHz. Misure di prevenzione: barriere idonee cuffie acustiche non immergere le mani nei bagni sonici non toccare il trasduttore o l applicatore in funzione
25 CAMPI ELETTROMAGNETICI Misure di prevenzione: mappatura delle aree occupate da persone e identificazione delle zone critiche segnalare la presenza del rischio schermatura delle sorgenti usare i DPI formazione ed informazione uso selettivo dello spazio e del tempo (limitare l accesso ad aree con campi elevati, disporre le postazioni di lavoro/studio lontano dalle sorgenti, non stare inutilmente vicino alle sorgenti) Campi normalmente presenti in ambienti di vita e di lavoro: Esempi di sorgenti: campi statici campi a frequenza di rete campi ad alta frequenza spettrometri di massa (NMR) magneti permanenti elettrodomestici, forni a microonde elettrodotti antenne sui condomini telefoni cellulari
26 UV: sorgenti in Università DPI per le radiazioni non ionizzanti: lampade germicide a bassa pressione di mercurio per disinfezione dell aria degli ambienti confinati o di liquidi e nella sterilizzazione dei materiali lampade fluorescenti a bassa, media e alta pressione impiegate in applicazioni di fotochimica, polimerizzazione di molecole ed induzione di fluorescenza nei materiali transilluminatori (312nm) per la visualizzazione di strutture molecolari (DNA) diagnostica e terapia medica occhiali laser e UV indumenti/camici per UV guanti per ridurre le correnti di contatto maschere per saldatura protezione vie respiratorie
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