La conferenza di oggi sulle reti energetiche, si inquadra nel percorso di approfondimento e di proposta che abbiamo iniziato dopo la presentazione
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- Giuliano Riccio
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2 La conferenza di oggi sulle reti energetiche, si inquadra nel percorso di approfondimento e di proposta che abbiamo iniziato dopo la presentazione del nuovo Piano per il Lavoro, che la Cgil vuole far crescere con il confronto con le imprese, le forze politiche, le istituzioni, le università, i centri di ricerca, le associazioni del volontariato. Uno sforzo progettuale che prova a far fare un salto di qualità ad un dibattito spesso asfittico incapace di pensare oltre l attualità, con lo scopo di progettare un futuro diverso per risolvere i problemi di oggi. In questi ultimi anni abbiamo perso centinaia di migliaia di posti di lavoro in Italia, sono milioni i disoccupati in tutta Europa, un vero disastro. Dobbiamo cambiare la politica economica fin qui imposta in tutti gli Stati membri dell Unione Europea, con la quale si è prodotto recessione e distruzione di posti di lavoro, condannando un intera generazione di giovani a conoscere un lavoro fatto solo di precarietà, senza diritti, senza stabilità. L Italia ha bisogno di politiche di innovazione, ricerca e qualificazione del proprio apparato produttivo, abbiamo perso competitività di sistema per troppi anni, è urgente un cambiamento strutturale, non possiamo permetterci di rimanere esclusi dal nuovo ciclo produttivo, che comunque prima o poi ripartirà. Con la consapevolezza che è necessario ora, riprogettare, rimodellare, il nuovo paradigma della c.d. Terza Rivoluzione Industriale. Uno dei progetti prioritari per lo sviluppo, che deve essere alla base, secondo noi, del rilancio economico e produttivo, è il sistema delle reti energetiche del nostro Paese e dell Europa. Sarà l energia, la sua produzione, la sua distribuzione, la sua certezza nel tempo, il suo costo, che darà la giusta spinta propulsiva per la crescita economica ed occupazionale per il futuro. È bene ricordare che il fattore Costo dell energia è l aspetto centrale per ogni attività produttiva, di servizio, per ogni singola famiglia, per lo Stato Italiano, come le vicende drammatiche di questi mesi hanno messo in evidenza. L energia deve essere inquadrata obbligatoriamente nel contesto Geopolitico e macro-economico mondiale. Nel corso degli ultimi anni una serie di avvenimenti hanno profondamente modificato lo scenario energetico italiano, europeo, mondiale. La crisi politica del Nord Africa e del Medio Oriente ha portato
3 all immediato blocco di alcune forniture di gas e petrolio; ricordiamoci quanto è successo in importanti aree petrolifere come la Libia, la Tunisia, l Egitto. Poi, lo spaventoso incidente nucleare di Fukushima, che ha fatto prendere coscienza a tutti della pericolosità dell energia nucleare e di conseguenza molti paesi hanno messo in stand by le loro centrali. Altri, come la Germania o il Belgio, hanno deciso di chiudere con questo tipo di energia. In Italia, fortunatamente, gli elettori con il referendum del 2011, hanno deciso di non utilizzare l atomo per produrre energia elettrica. L Italia, però, dopo l uscita dal nucleare, deve indicare quali strade intraprendere e dare una valida strategia energetica che sia in grado di dare le risposte ai problemi di approvvigionamento, di sicurezza, di costo del kwh, e nello stesso tempo rispettare le direttive europee in merito all energia. Va dato atto al Governo di aver presentato finalmente una proposta di Strategia Energetica Nazionale (SEN) uno strumento indispensabile, visti i radicali cambiamenti avvenuti nel mondo dell energia, rispetto agli scenari elaborati nell ultimo mezzo secolo. Condividiamo l indicazione che le rinnovabili dovranno soddisfare alla fine del decennio il 20% dei consumi finali totali, superando di fatto l obbiettivo del 17% concordato con l Europa precedentemente. La produzione elettrica da rinnovabile dovrebbe arrivare al 38% superando, anche se di poco, il gas. Dobbiamo riconoscere che è un cambiamento di prospettiva non marginale, rispetto al precedente governo, che ipotizzava una quota di rinnovabili elettriche del 25% al (Ricordate cosa ci dicevano... un quarto di nucleare, un quarto di rinnovabili e il resto idrocarburi.) Un altro elemento che sottolinea il cambio di prospettiva è dato dagli investimenti da attuare entro la fine del decennio; il 72% dei 180 Miliardi di euro previsti sono legati agli interventi sull efficienza energetica e sulle rinnovabili, per noi questo va nella direzione giusta, in linea con la direttiva europea sull'efficienza energetica che a settembre con il voto dell'europarlamento è diventata legge. Ora, entro aprile del 2013, tutti gli Stati membri dell'ue dovranno fissare gli obbiettivi nazionali di risparmio energetico. Sono previsti stanziamenti per 50 miliardi all'anno che saranno coperti con fondi strutturali, con prestiti della Banca Europea per gli Investimenti. Una
4 vera boccata di ossigeno per l'intera economia europea. Riteniamo che la proposta di prevedere un raddoppio dell estrazione nazionale degli idrocarburi, (dal 8% al 16%) pensando così, di ridurre una parte delle importazioni, è contraddittoria rispetto alle indicazione contenute nella SEN in favore delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Anche se farà registrare un minimo vantaggio economico-finanziario immediato, il costo finale per il bilancio dello Stato sarà invece maggiore, sia sotto il profilo ambientale, di sicurezza e di tenuta sociale. È facile prevedere che si apriranno contrasti con gli Enti Locali e le popolazioni dei territori interessati, contro molti progetti di trivellazione e ricerca degli idrocarburi. Domando: come si può pensare di fare ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti, senza andare incontro a proteste, con tutto quello che ne consegue? O chiedere un ulteriore vincolo di territorio nella Basilicata già fortemente compromesso, senza mettere nel conto reazioni durissime, tipo Scanzano? Il greggio che si conta di estrarre in più verrà venduto sul mercato internazionale e se l Italia lo vorrà utilizzare lo pagherà (al netto di royalty e tasse incassate) alle quotazioni di mercato, alla Shell o alla Total. È sicuramente vero che si darebbe una risposta sul piano occupazionale (si prevedono qualche migliaio di occupati), ci permettiamo di far notare però, che lo studio di Confindustria sul piano decennale per l efficienza energetica, che è stato la base per la firma di un Avviso Comune tra Cgil Cisl Uil e Confindustria, prevede alla fine del decennio, un aumento di 1,6 milioni di nuovi occupati, 238 mld di euro di investimenti e un vantaggio economico per il sistema paese di 15 mld di euro e in termini di benessere sociale, il risparmio cumulato fino al 2020 per la bolletta energetica italiana, sarà di oltre 25 miliardi di euro. Noi preferiremmo seguire questa strada. Riteniamo su questo punto che sia utile un ulteriore riflessione di merito, ricordando a tutti che le indicazioni dell Unione Europea sono per un energia de-carbonizzata entro il Rileviamo inoltre, che tutta la tematica delle reti è stata enunciata sinteticamente, invece è un elemento centrale per la ripresa economica del nostro paese. Comunque, avremo altre occasioni per analizzare nel dettaglio la proposta di SEN. Per noi, il futuro energetico si dovrà essenzialmente
5 centrare sul risparmio, l efficienza energetica e le energie rinnovabili. La fase di transizione dal carbonio dovrà essere gestita utilizzando maggiormente il gas naturale. Diversificare l approvvigionamento, consentire un maggiore stoccaggio, in modo di aiutare la rete nazionale di metanodotti a fronteggiare le punte stagionali e le eventuali tensioni Geo-Politiche dei paesi fornitori, è strategico. Se vogliamo una diminuzione del prezzo del gas, oltre alla necessarie infrastrutture, è indispensabile utilizzare anche il mercato spot a prezzi più contenuti rispetto a quelli di lunga durata. Per questo sono necessari altri due o tre rigassificatori nel nostro Paese, poi è urgente separare effettivamente e rapidamente la dinamica del costo del metano da quella del petrolio, in considerazione del ruolo determinante del gas nella produzione elettrica in Italia. L opzione Gas inoltre dovrebbe essere considerata anche alla luce di una eventuale realizzazione di un Hub del gas in Italia, per la riesportazione verso l Europa centrale, dove la cancellazione di molti programmi nucleari, farà crescere una maggiore richiesta di gas per uso termoelettrico e darebbe all Italia un ruolo rilevante nel panorama energetico europeo e mondiale. Ora, con la separazione da Eni, la Snam può candidarsi ad essere protagonista del processo di costruzione dell Hub e della rete europea al servizio del mercato unico del gas. Auspichiamo che vengano realmente spesi i 6,7 miliardi di investimenti previsti dal piano strategico della Snam , perché sono buone prospettive di lavoro e di sviluppo per l'intera economia. Anche il terzo Pacchetto Energia promosso dal Consiglio Europeo, è teso a rendere il mercato del gas e dell elettricità più aperto ed integrato, nonché più sicuro nei confronti dagli approvvigionamenti esterni. La necessità di una maggiore coesione e solidità del mercato energetico interno europeo è indispensabile, basti pensare alle conseguenze che il freddo dello scorso inverno ha avuto sui rifornimenti, con tagli del 25% del gas Russo all Italia e ad altri paesi europei. Non è più rinviabile una vera politica energetica europea, e secondo noi, l anello centrale di questa politica sono le interconnessioni delle reti energetiche di trasporto e distribuzione in tutto il continente europeo. La faticosa costruzione degli Stati Uniti d Europa, passa anche attraverso il capitolo delle reti energetiche. Nella prospettiva di conseguire questo ambizioso e non più rinviabile
6 obiettivo, emerge anche l esigenza di dare priorità al potenziamento sia della rete nazionale di trasmissione sia delle rete di distribuzione dell energia elettrica. È pertanto indispensabile che Terna e le imprese di distribuzione siano messe nelle condizioni di realizzare i piani di sviluppo predisposti, che immetterebbero una spinta positiva anche sotto il profilo economico ed occupazionale oltre che dell efficienza del sistema elettrico italiano e di riflesso dell efficienza dell intero sistema paese, come abbiamo rilevato questa estate con investimenti pari a 3 mld di euro, 150 cantieri aperti, più di 4 mila occupati, con l inizio dei lavori ad esempio sull'importante elettrodotto Foggia-Benevento, utile non solo per il Sud-Italia. Parallelamente agli interventi sulla rete di trasmissione e distribuzione e nell ottica di promuovere ricerca e innovazione, riteniamo utili l'iniziative in tema di ricerca, sviluppo e dimostrazione per la cattura e il confinamento dell anidride carbonica (Carbon capture and Storage) per tutti i combustibili fossili e comunque vincolante per i progetti attualmente autorizzati di centrali elettriche alimentate a carbone. Altrettanta attenzione e adeguate risorse andranno inoltre dedicate allo sviluppo di nuove tecnologie nel settore delle fonti rinnovabili e nell ambito delle cosiddette reti intelligenti, le Smart Grid anche allo scopo di promuovere la crescita di un industria capace di produrre e di esportare in questo comparto innovazione e qualità. Le Smart Grid e Smart City sono segmenti importanti della Green Economy, sono infrastrutture che portano innovazione, buona occupazione, cultura, capacità d impresa e cambiamento del vivere le nostre città. In Italia si stima che il solo mercato della tecnologia intelligente per il sistema di distribuzione elettrica possa essere compreso tra i miliardi di euro entro il La Politica, le forze sociali, le istituzioni, l industria, sono chiamati ora, ad una sfida decisiva per coniugare sviluppo, sostenibilità ambientale e costo dell'energia, come il caso Ilva, Alcoa, ed altri, ci hanno drammaticamente insegnato. Il piano decennale dell associazione degli operatori europei dei sistemi di trasporto elettrico <sottoposto all approvazione dell Agenzia per la cooperazione dei regolatori energetici europei Acer > prevede che dovranno essere investiti 104 miliardi di euro nella realizzazione e ammodernamento di km di rete ad alta tensione, individua un centinaio di grandi progetti prioritari necessari per eliminare i c.d. colli
7 di bottiglia del sistema di trasporto europeo, di questi, circa 80 colli di bottiglia, derivano dal trasporto su grandi distanze di energia prodotta con fonti rinnovabili. La Commissione Europea ha previsto con il programma CEF Connecting Europe Facility per le infrastrutture di trasporto, uno stanziamento di 50 mld di euro, di cui 9 mld per le infrastrutture energetiche, in linea con la strategia Europa Per le infrastrutture energetiche la Commissione stima che nei prossimi 10 anni occorrono investimenti per oltre 200 Mld, di cui 140 per elettrodotti, impianti di stoccaggio, terminal Gnl. Saranno concessi finanziamenti comunitari fino al 50% dell infrastruttura che potranno salire al 80% per i progetti che assicurano un alto grado di sicurezza degli approvvigionamenti a livello di Unione e che ne rafforzino la solidarietà interna, con lo Status di Interesse Comune il programma entrerà in vigore nel In Germania, il governo, ha concordato con gli operatori delle reti di velocizzare 10 mld di investimenti per espandere la rete entro il 2025 con circa 2100 km di linee in corrente continua, 1700 km di linee di corrente alternata e almeno 4000 km di linee esistenti dovranno essere rinnovate in conseguenza dell uscita dal nucleare, sicuramente investimenti che produrranno lavoro, sviluppo e competitività di sistema. Noi crediamo che anche l Italia abbia tutte le potenzialità tecniche -scientifiche ed imprenditoriali per garantire un futuro energetico di livello europeo. Chiediamo a che si candida a governare il nostro paese di avere coraggio e lungimiranza per le scelte energetiche del futuro, per non rimanere imbrigliati nelle politiche del passato. Abbiamo il vantaggio di non dover recuperare il ritorno dal nucleare, abbiamo il vantaggio di avere un ottima dislocazione geografica nel Mediterraneo, abbiamo un irraggiamento solare di oltre 1900 ore all anno, specie nel centro sud. Abbiamo il vantaggio di aver istallato oltre 30 milioni di contatori elettrici digitali, che posso essere la base per le future Smart-Grid. Abbiamo una produzione da fonte rinnovabile che già ora, ha portato il costo marginale a zero nelle ore centrali diurne nel centro-sud, non è esagerato dire che siamo una vera miniera a cielo aperto, ma non utilizzata per tutte le sue potenzialità. La transizione verso il sistema smart-grid è oramai inevitabile. Si passerà in breve tempo dal sistema caratterizzato da un flusso di energia elettrica
8 monodirezionale, che si muove dal punto in cui essa viene generata a quelli in cui è consumata, ad un sistema in cui si realizza un flusso bidirezionale di energia elettrica e di informazioni gestito in ottica intelligente e capace per questo di abilitare nuove funzionalità nelle fasi di generazione, trasmissione, distribuzione ed utilizzo dell energia: con benefici in termini di efficienza, efficacia, sicurezza e indipendenza del sistema elettrico stesso. Dobbiamo dire però con chiarezza che un'architettura complessa come le Smart-Grid richiede un coordinamento a livello europeo, la creazione di un vero mercato unico europeo; non possiamo continuare ad avere 27 modelli di mercato, dobbiamo lavorare in direzione di una maggiore omologazione. In un recente studio del Politecnico di Milano si è stimato che il potenziale di mercato per le soluzioni destinate alla fase di distribuzione dell energia elettrica, possono far registrare cifre tra Mld di euro entro il Questo, in quanto la fase di distribuzione è quella maggiormente interessata dalla diffusione delle fonti rinnovabili non programmabili in forte crescita nel nostro paese. Ultimo argomento che vogliamo affrontare e che sicuramente ci vedrà impegnati nei prossimi mesi, è la questione della mobilità elettrica e mobilità sostenibile. Quali ricadute ci saranno sul sistema elettrico italiano derivante dalla diffusione delle vetture elettriche su larga scala? Si stima che al 2020 il consumo elettrico addizionale imputabile ai veicoli elettrici sarà pari a circa 8 TWh, determinando un incremento del fabbisogno di circa il 2.5% rispetto al 2010, ma la cosa più interessante è che sarà necessaria una rete di circa 3 milioni di colonnine di ricarica con un investimento complessivo di oltre 3 Mld di euro. Una recente indagine del più autorevole istituto di ricerca internazionale (Pike Reserarch) sulle Clean Technologies prevede che in Europa le vendite delle auto elettriche voleranno dalle unità del 2012 fino al milione nel 2020, con una crescita annua del 44%, mentre cala a picco il mercato dell auto tradizionale, quest anno meno 34,89% per le alimentate a benzina, meno 28,70% per il diesel. Viceversa si registra una crescita esponenziale di Gpl (+137%) il metano ( +33%) Ibride (+87%) ed elettriche (+450%). I volumi, naturalmente sono ancora a favore dei veicoli ad alimentazione tradizionale, ma il trend è verso la Green Car.
9 Ancora non siamo alla svolta dell introduzione di auto elettrica di massa, ma si passerà rapidamente dai progetti pilota che abbiamo visto in questi anni, al vero mercato. Entro il 2013 ci saranno l introduzione di veicoli elettrici completi come ReaultZ0E e la Volkswagen metterà nel mercato la Golf elettrica, sicuramente daranno forte impulso all offerta di mobilità ecologica, occuperanno uno spazio di mercato considerevole, cosa che invece mancherà al produttore nazionale Fiat, per effetto di scelte miopi compiute sul piano industriale, con le prevedibili ricadute negative per l Italia sui livelli occupazionale e di sviluppo economico. Suggeriamo a questo punto che sarebbe auspicabile, visto che abbiamo perso il treno per le auto elettriche, almeno cercare di occupare lo spazio per candidarci ad essere tra i principali operatori della rete di ricarica per l Italia e l Europa, tenuto conto che ci sono importanti aziende di settore che hanno operato investimenti e ricerca in questo comparto strategico per il futuro. In conclusione possiamo dire che anche la giornata di oggi, che vede il confronto tra la Cgil e le maggiori imprese del settore delle reti, la confindustria, il governo, può rappresentare un primo mattone di dialogo condiviso, da utilizzare per ricostruire le basi della nostra economia per la crescita e l occupazione che sono il vero Collante per la tenuta e la credibilità del sistema democratico in Italia e in Europa. Antonio Filippi Responsabile Energia Cgil Nazionale
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