Orientamento e Topografia nel Turismo Equestre accenni allo sport TREC

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1 3. Le carte topografiche un pezzetto di mondo in tasca La parte chiave e strumento principale che userete per risolvere i compiti che dovrete affrontare sono una rappresentazione simbolica, rimpicciolita del territorio che dovrete visitare: le carte topografiche Anche se per il loro corretto uso sono indispensabili una serie di conoscenze, si è deciso di incominciare ugualmente dalle carte in quanto è il primo strumento che viene usato, o almeno preso in mano, da chi vuole muoversi nella natura almeno con un minimo di cognizione di causa per quel che riguarda l aspetto orientamento. Esse sono indispensabili per: annotare, misurare, valutare e pianificare a tavolino e passare le informazioni ad altri. Le carte sono una rappresentazione astratta, schematizzata e stilizzata di una parte di territorio che possiamo portarci appresso in tasca e consultare all occorrenza come se ci librassimo a una certa altezza avendo così visione con un solo sguardo su una parte più ampia del territorio e non solo quella fino all orizzonte o alla prossima fila di alberi o case come avviene solitamente stando con i piedi per terra. Bisogna dire che una carta topografica ci da una serie di informazioni aggiuntive ben al di sopra di quelle che potremmo vedere da un aereo o mongolfiera (fig. 1 A). Dall alto non si vede il nome delle città, i sentieri nascosti da una folta vegetazione, l ingresso di una caverna importante, o l altezza delle montagne e colline. Tutto questo e ancora di più, ci viene mostrato dalla carta topografica (fig. 1 B estratto carta tabacco 1:25.000). Nella fig. 1 A vediamo una parte di territorio così come la vedremmo volando e in fig. 1 B vediamo la stessa porzione di territorio come viene rappresentata sulla nostra carta escursionistica della prov. Di Trieste edita da Tabacco. E chiaro che la carta topografica ci da un numero maggiore di informazioni Bisogna dire però che alcuni software ci regalano funzionalità che solo pochi anni fa erano fantascienza e nemmeno immaginabili: vedi Google Maps o ancora meglio Google Earth il quale oltre a osservare la terra A fig. 1 B. Pag.9

2 dall alto, ci permette di sovrapporre una serie di informazioni quali strade e vie e un ampio numero di dati quali i toponimi, numeri delle strade e nomi delle vie e tante e tante cose ancora. E il tutto anche in prospettiva, in 3D, simulando il volo dentro una valle o lungo una traccia scaricata da GPS o tracciata direttamente nel programma. Una carta topografica è il tentativo di raffigurare la superficie del globo terrestre (vedremo più avanti che non è proprio un globo) su una superficie piana, sulla carta e questo in un dato rapporto di grandezza rimpicciolito un dato numero di volte, ossia usando il termine esatto, in una determinata scala. Le caratteristiche naturali e non della superficie terrestre vengono raffigurate in vari modi, colori, forme stilizzate, una ben definita simbologia. In questa sede sorvoleremo sulla quadratura della superficie del globo su un piano (solamente sfioreremo l argomento nel paragrafo sulle Coordinate chilometriche. Gli effetti di questo spalmare una sfera su un piano (deformazione) si inizia a sentire su carte che raffigurano aree più grandi della superficie (carte con scale > 1:50.000) che nel escursionismo equestre raramente useremo a parte i grandi viaggi. Qui useremo carte 1: : dove la deformazione è insignificante. Vi vengono raffigurate le più svariate caratteristiche naturali e non, si raffigurano in vari modi, con diversi colori, forme stilizzate, con una ben definita simbologia e con dati testuali e numerici. fig. 2 A B fig. 3 parte della natura raffigurata in forma semplificata A su una cartina B Pag.10

3 3.1 Composizione di una carta topografica Per la spiegazione delle singole parti di una carta topografica abbiamo scelto di usare una tavola 1: edita dal Istituto Geografico Militare Italiano in quanto le carte IGM sono molto complete in fatto di informazioni aggiuntive e usabili efficacemente come esempio in quanto le troveremo un po su tutte le carte topografiche del mondo. Negli esempi più avanti invece useremo la cartografia Tabacco e la cartografia della Slovenia per due motivi: primo in quanto sono le uniche cartografie aggiornate per quanto riguardano le zona ove ha avuto origine questa dispensa e i corsi pratici che la usavano, secondo per abituare gli allievi da subito a muoversi con un certo agio tra diverse cartografie. Ricordiamo da subito che per un uso sul campo durante le vostre escursioni o conviene usare piuttosto delle fotocopie al posto delle preziose carte originali in modo da minimizzare l ingombro e la deperibilità degli originali stessi. La carta topografica d Italia I.G.M. L IGM, nel vecchio taglio cartografico (serie 100V e 25V), organizza la copertura del territorio italiano in (fig. 4) in 278 fogli in scala 1: (fig. 4) suddivisi ognuno in 4 quadranti da 1: denominati I, II, III, e IV in senso orario, ogni quadrante è suddiviso a sua volta in 4 tavolette (totale 3545)in scala 1: ( fig. 5) denominate NE, NO,SE,SO+il tilolo. La tavoletta 1: verrà denominata (esempio F25 III SO SEDEGLIANO). Di queste tavolette ci sono 3 versioni: a un colore, una a 3 colori e una a 5 colori, con solo una versione delle tre per 20 la stessa zona coperta. 30 fig. 4 parte del quadro d'unione (indice) IGM fig. 5. Pag.11

4 Attualmente i vecchi fogli 1: non sono più stampati/venduti ma è stato creato un nuovo taglio non più a 1: ma a 1:50.000, 636 fogli nella serie 50 e 50L, di 20 x 12 e quest ultimo diviso in 4 sezioni a 1: in modo da formare la serie 25 e 25DB con un totale di 2298 sezioni. Questo taglio che è come abbiamo detto un sottomultiplo della serie 50 (un quarto per la precisione) copre 150 kmq contro i 100kmq delle vecchie tavolette serie 25V. La serie 25DB, originata dalle cartografie numeriche regionali, andrà progressivamente e sostituire la serie 25 fig. 6 Nuovo taglio cartografico IGM Ogni cartografia mette a disposizione un Indice nel quale si ha una visione d insieme delle tavolette/fogli. Questo Indice viene tecnicamente chiamato quadro d unione (vedi fig. 6 sopra) Pag.12

5 fig. 7 le parti componenti una tavoletta IGM serie 25V. Pag.13

6 Identificazione del foglio (e della cartografia) A seconda della serie cartografica, in una qualche maniera viene indicata l identificazione del foglio o della tavoletta (nell esempio foglio 53, quadrante I, orientamento N.O.) Per scegliere la tavoletta che ci serve, si può consultare il quadro d unione (vedi fig. 4 e 6) su uno dei cataloghi del editore cartografico (IGM in questo caso). Nel nostro esempio abbiamo scelto la tavoletta denominata TRIESTE, foglio 53, quadrante I, tavoletta N.O. In altre cartografie possiamo trovare solo un numero sequenziale come p.es. la cartografia Tabacco o la Cartografia Statale Slovena. Oppure solo un nome descrittivo (p.es. Carta Escursionistica della Provincia di Trieste). Perimetro della zona raffigurata Su ognuno degli angoli della carta troviamo un insieme di informazioni che permettono di individuare il perimetro raffigurato sulla carta. Il perimetro è descritto sotto forma di coordinate in uno o più sistemi internazionali come vedremo nel prossimo capitolo ma in breve:sulle IGM troviamo 3 sistemi: in nero (e riportate con i tratti bianchi-neri sul bordo) in gradi minuti e secondi le coordinate geografiche riferite però all oramai obsoleto sistema con origine il meridiano che passa sul Monte Mario a Roma. I gradi, min e sec. in viola invece fanno riferimento al meridiano di Greenwich. I numeri viola corrispondenti alle linee viola (reticolo chilometrico) si riferiscono invece al sistema di coordinate chilometriche riferite sempre a Greenwich. Bordo carta reticolo di coordinate chilometriche A B C fig. 8 su bordo carta (A) reticolo geografico (B) e quello chilometrico (C) Sui 4 bordi del foglio, troviamo dei numeri e altri segni e sull intera area anche una serie di linee che compongo i reticoli. I reticoli servono per identificare un dato punto sulla carta in forma di coordinate (vedremo in seguito cosa sono e come si usano). Giusto in breve, diciamo che ce ne sono di due tipi di reticoli: geografici e chilometrici. I geografici in genere (p.es. nelle IGM, ma solo riferiti sui bordi con una alternanza di chiaroscuro) indicano la latitudine e longitudine e se disegnati li riconosciamo in quanto Pag.14

7 hanno caselle rettangolari e su scale grandi, gli angoli interni possono presentarsi non ad angolo retto (essendo parti di fusi) al contrario di quelle chilometriche che sono invece quadrate e con gli angoli retti. Ogni casella del reticolo geografico ha delle dimensioni in multipli/sottomultipli di gradi in longitudine/latitudine e le linee verticali sono sempre allineate con il sud-nord geografico e con il bordo carta (almeno nelle carte a scala medio piccola <~ ). Le coordinate chilometriche invece sono riconoscibili in quanto le caselle sono quadrati perfetti con 1 km di lato (su maggior parte delle carte ma si possono trovare anche 2 x 2 km o 4 x 4 km), sono a volte leggermente ruotate rispetto i bordi carta e sui bordi avranno una numerazione riferita alle coordinate chilometriche usate su quella carta (vedremo nel prossimo capitolo i dettagli). Nome/numero del foglio vicino (est-ovest-nord-sud) Legenda/Leggende Ci da l informazione, senza consultare il quadro d unione-indice, quale tavoletta dovremmo consultare per avere la zona posta su quel lato della carta correntemente consultata. Sulle IGM troviamo solo il nome (p.es. Trieste, S.Dorligo ecc.) e su altre (nel esempio una carta slovena) troviamo il nome e anche il numero della tavoletta vicina. Per raffigurare sulla carta degli oggetti che troviamo in natura viene usata una serie finita di simboli e convenzioni. Tutte le carte più serie danno anche una descrizione dei simboli usati in una o più zone della carta chiamate legenda dove accanto al riporto di un esempio del simbolo viene riportato testualmente il suo significato (p.es. chiesa, strada, fiume ecc.). Esiste una certa standardizzazione internazionale che prescrive quali simbolo stilizzati usare per rappresentare determinati oggetti in natura o aree più estese (boschi, paludi, mari). Perciò non dovremmo avere troppe difficoltà a consultare una carta di edizione inglese, francese o tedesca.. Diamo un occhiata alle numerose e complete leggende di una tavoletta IGM: fig. 9 Costruzioni, idrografia, vegetazione, opere ecc.. Pag.15

8 fig. 10 legenda (viabilità, confini ecc.) Dati di edizione, fotogrammetria e attualità della carta E molto importante sapere quando una carta topografica è stata creata affinché possiamo valutare l attendibilità dei dati riportati. Specialmente quel che riguarda le opere dell uomo quali strade, ferrovie e centri abitati. In particolar modo la data di effettuazione delle fotogrammetrie (foto aeree dalle quali vengono poi ricalcate le mappe). Vi troverete in situazioni dove sulle carte mancano del tutto o sono presenti strade oramai abbandonate o modificate e una delle difficoltà sarà proprio cercare di interpretare queste informazioni incomplete o datate. fig. 11 Pag.16

9 Informazioni sui reticoli e sulla proiezione carta topografica Qui troviamo le informazioni sul reticolo e in certe carte anche sulla che è stata usata per creare la carta. Sulle IGM recenti è riportato il reticolo UTM E.D Su altre carte (p.es. carte slovene) potremmo trovare altri reticoli e proiezioni e anche istruzioni sul come convertire le coordinate da/a sistemi generici (U.T.M. WGS-84). Declinazione magnetica In un apposito riquadro troviamo la declinazione magnetica e la variazione annuale della stessa all epoca di creazione della carta. La d.m. è il di scostamento del nord magnetico (Nm) rispetto al nord geografico (N o nord vero).la variazione nel tempo ovviamente non è lineare e sui lunghi periodi non è possibile calcolare la variazione (p.es. sapere qual è ora nel 2009 in base alla variazione data nel Riportate sono anche le eventuali anomalie magneti presenti nella zona. Per semplicità e praticità assumete quella la declinazione magnetica riportata sulla carta anche se, come vedremo nel capitolo successivo, il discostamento del nord magnetico rispetto a quello geografico influirà poco sulle misure almeno per le nostre applicazioni nell escursionismo. Nella figura accanto vediamo anche indicata la rotazione del reticolo chilometrico (Nr) sempre rispetto al nord geografico. Abbreviazioni Nella carta IGM vengono massicciamente usate le abbreviazioni per denominare vari oggetti raffigurati come p.es. Rif.o per rifugio, F.te per fonte ecc.. Pag.17

10 3.2 Misura delle distanze il concetto di SCALA Si è detto che una carta geografica/topografica è la rappresentazione rimpicciolita della natura. Il di quanto è rimpicciolita, si chiama fattore di scala o semplicemente scala e viene annotato nella forma 1:numero>di 1 dove 1 sta a una unità di misura sulla carta mentre numero>di 1 a quante unità di misura corrisponde in natura. Ecco un po di esempi e casi nei quali vengono usati: 1: un mappamondo di medie dimensioni dove 1cm = cm= 400km < planisferi 1: carta geografica dell Europa (come quelle appese a scuola) 1cm = 50km <corografie 1: carta stradale del nord Italia 1cm = 5km 1: una delle carte topografiche IGM 1cm = 1km 1: carta escursionistica 1cm = 500m 1: carta topografica, tavoletta 53 1 N.O. - TRIESTE 1cm = 250m }Topografiche 1: mappa catastale regionale 1cm = 100m 1:2880 vecchia mappa catastale 1 cm 28,8m 1: 500 mappe Müller (acquedotti, cavi elettrici ecc.) 1cm = 5m }Piante o mappe 1:100 planimetria di un appartamento 1cm = 1m 1:25 modellino di un automobile, soldatino di piombo 7 cm = 1m75cm 1:1 grandezza naturale, La Pietà di Michelangelo - 1cm=1cm (.una carta topografica in scala 1:1 sarebbe alquanto ingombrante da portare in giro) km 30cmm Un mappamondo 1 : ~ Ø 30 cm 1 cm=400km 1000 km=2,5 cm 1cm= cm Pag.18

11 5.000 km 1 m Carte geografiche: 1 : ~ 1 m x 1 m 1 cm=50km 1000 km=25 cm 1cm= cm 1300 km 1 m km 80cm 1 : ~ 1 m x 80 cm 1 cm=13 km 1 km=0,77 mm 1cm= cm. Pag.19

12 Carte topografiche: 1 : cm x 40cm (sulle vecchie 25V IGM) 1 cm=250 m 1 km=4 cm 1cm= : (vecchie mappe catastali),1 cm=28,8 m 100 m=34,7 mm Pag.20

13 165m 16,5 m m 165 mm 9,5m 95mm fig. 12 Planimetrie: 1 : 100 (es. appartamento 16,5m x 9,5m in questa pagina occupa 165mmX95mm) 1 cm=100cm La prima cosa in assoluto da fare, quando si prende una carta in mano, è assicurarsi in che scala è stata stampata. Attenzione alle fotocopie, quando vi create degli estratti dalle carte originali, le fotocopiatrici, specialmente se anzianotte e anche se fatte impostando 1:1 fanno copie leggermente deformate a volte.. Pag.21

14 Generalizzazione della carta topografica Strettamente legato alla scala di una carta topografica è la questione della generalizzazione dei dettagli. A tutti sarà chiaro che sulla carta dell Europa non possiamo raffigurare ogni via, sentiero, costruzione o ogni ruscello. Visto che non possiamo disegnare tutti gli oggetti nelle corrette proporzioni, questi vengono uniti e si rappresenta il fenomeno con un dato simbolo convenzionale (centri abitati, vegetazione, paludi ecc.). nella figura sotto si può notare come una città ingrandita al 1: ci mostra anche le vie laterali e man mano che si sale con la scala i vari particolari minori spariscono (singoli edifici, isolati) finché p.es. su una carta stradale 1: invece di un agglomerato stilizzato di case troveremo un semplice cerchietto o una serie di cerchietti concentrici. fig. 13 All aumentare della scala vediamo sempre meno particolari. Pag.22

15 Come misurare le distanze fig. 14 un scalimetro (da tavoletta I.G.M.) Per una più veloce misurazione, troviamo su tutte le carte topografiche uno scalimetro (vedi fig. 14 sopra) a fianco del quale basta riportare una misura della carta e si ha subito la distanza in metri-chilometri (nella fig. sopra anche le miglia terrestri e marine). P.es. (fig. 15 sinistra) da una carta 1: (cartografia slovena), la grande dolina misurata è larga 400m (16mm sulla carta = 16x25.000= mm=400m in natura). In maniera piuttosto grezza, in figura si vede che viene ripiegata la parte del foglio che contiene lo scalimetro. Ma possiamo usare anche un pezzetto di carta e una matita o un righello sui quali segniamo (fig.16) l ampiezza (della dolina in questo caso) e quindi affianchiamo il righello accanto allo scalimetro (fig.17) sul quale leggiamo fig. 15 misura diretta con lo scalimetro la misura della grande dolina dietro Kozina lunga 400m (16mm sulla carta). fig. 16 misura con un righello fig. 17 e riporto sullo scalimetro. Pag.23

16 Con i metodi sopra descritti, possiamo misurare solo distanze lineari, cioè da punto a punto in linea d aria. Ci riuscirà difficile misurare la lunghezza di una strada di montagna piena di strette curve. Un metodo sempre empirico è usare una cordicella sottile o del filo il quale dovrà essere adagiato il più accuratamente possibile sopra il percorso da misurare e quindi raddrizzato e riportato accanto allo scalimetro per leggere la misura. fig. 18 misura con una cordicella fig. 19 e riporto sullo scalimetro Lo strumento che useremo di più e che conviene acquistare è il curvimetro con il quale guidiamo su un percorso sulla carta come con una carriola. Il curvimetro possiede un quadrante con varie scale sul quale possiamo leggere direttamente la distanza percorsa. Sui curvimetri elettronici, una volta impostata la scala, leggiamo su un display direttamente la distanza misurata. Il curvimetro digitale in figura si presta più per un uso da tavolo a casa o in uno studio (essendo delicatino). In campagna è preferibile usare un robusto curvimetro analogico il quale ha un ago indice e una serie concentrica di diverse scale. Alcuni curvimetri digitali misurano solo in avanti e quando si va in retro ri-tolgono la distanza, altri invece misurano sia in avanti che indietro sempre sommando la distanza e questi sono particolarmente utili per misurare strette serpentine di sentieri montani su alcuni addirittura si può scegliere la modalità. fig. 20 curvimetro digitale fig. 21 curvimetro meccanico Esiste anche apposito software (OziExplorer il quale è fornito nel CD allegato, GPSMapper ecc.), nei quali riportiamo una volta le carte digitalizzate (scansite) e poi sulle quali possiamo disegnare tracce di percorso leggendo direttamente la lunghezza o ancora possiamo importare le tracce registrate con un GPS o, viceversa, disegnare una traccia e poi spedirla al GPS per un uso sul terreno. (su le istruzioni su come usare il programma). Pag.24

17 Nella fig.22 sotto vediamo come si presenta uno di questi programmi (Ozi explorer). Abbiamo tracciato su una carta IGM scansita, 5 percorsi diversi, ognuno con un colore e spessore diverso e di ognuno possiamo leggere la lunghezza su una apposita finestrella. Questi strumenti sono utilissimi per la pianificazione/progettazione di trekking oppure anche gare di TREC e endurance in modo da poter così creare archivi documentati di itinerari. fig. 22 il programma Ozi Explorer Non scordiamoci però la valutazione a occhio delle distanze sulla carta. Cerchiamo (es. per la scala 1:25.000) di metabolizzare i 4mm=100m, larghezza di un pollice (2cm)= 500m. E il reticolo km, 4cm=1km. Molte volte è più utile una veloce valutazione approssimativa che non inutili perdite di tempo per spaccare il metro senza senso.. Pag.25

18 3.3 Confronto tra le grafiche di diverse edizioni di carte topografichesimbologia e convenzioni Ogni editore produttore di carte topografiche usa una sua grafica per la stesura delle carte. Per grafica intendiamo: il numero dei colori le tonalità associazione coloresignificato simboli per raffigurare le varie parti posizionamento delle varie parti della carta presenza-assenza di certi elementi densità delle curve di livello presenza-assenza di vari reticoli e sistemi di coordinate e altre informazioni tecniche e turistiche. fig. 23 confronto tra diverse grafiche, scale e anni di stesura di carte topografiche Vediamo solo alcune differenze. Nella fig. 23 a lato possiamo vedere 4 esempi della stessa area (Comune di San Dorligo - Trieste) e nella fig. 24 sotto le rispettive leggende della viabilità: A Carta escursionistica di Trieste 1: edita Tabacco anno 2003, B I.G.M. anno 1958, C Carta Topografica della Repubblica di Slovenia 1: anno 1997 e in D Atlante della Slovenia 1: anno 1997 Cerchiamo di vedere in modo analitico almeno qualche differenza: dettaglio 1 le curve di livello in C sono più fitte rispetto a ABD, 2 - la vegetazione in B comprende anche il tipo di colture, 3 i serbatoi dell oleodotto nella datata IGM (B) non sono ancora segnati, 4 - il centro abitato in C è rappresentato solo nel contorno con una ombreggiatura grigia mentre nelle altre si distinguono le singole costruzioni o grippi di tali e da notare anche a seconda dell età della carta, lo sviluppo dei centri abitati. 5 - la rappresentazione della viabilità in B usa colori e tratteggi differenti è riportata anche la nomenclatura delle strade (vedi fig. 24). In A sono riportai anche i sentieri escursionistici marcati (CAI o altri enti). 6 i torrenti e canali d acqua usano differenti simbologie e in alcune parti (D) sono riportati solo i più significativi Pag.26

19 fig. 24 confronto tra le diverse legende Almeno una legenda con un certo numero di simboli sarà è presente su tutte le carte topografiche/geografiche più serie. Possiamo vederle come un vero»alfabeto«per la lettura dei dettagli sulla nostra carta. Più o meno la simbologia usata segue degli standard internazionali. Con la pratica e il tempo la codifica dei dettagli diventerò la chiave nella determinazione e verifica della nostra posizione. Qualche altro esempio nella interpretazione della grafica: fig. 25 es. sovrapposizione di simboli (quota trig. sopra la chiesta) fig. 26 estratti dalla legenda Dobbiamo fare attenzione perché a volte avviene la sovrapposizione di simboli. Nel esempio a lato, il simbolo di quota trigonometrica rappresentato da un triangolino, copre il simbolo di chiesa della quale si intravede solo la croce mentre il cerchietto bianco è nascosto. Oppure nel disegnare una strada accanto a un fiume o un confine (vedi esempio in fig. 27 a lato) dove la distanza è minore dello spessore del tratto della penna usata e si vuole ugualmente mostrare entrambe gli oggetti, ogni disegnatore di carte topografiche risolve il problema a modo suo. Le strade di campagna, sterrati, hanno uno spessore di circa 1mm che rapportato alla scala 1: risulterebbe avere uno sterrato largo 25m il che non è come possiamo immaginare. fig. 27 errore di posizionamento. Pag.27

20 Realisticamente una strada di campagna sarà al max 5 metri e un ruscello al suo lato, in questo caso in alcune carte il ruscello è ricoperto dalla traccia della strada, su altri viene scelto di riportare il ruscello a fianco della traccia della strada anche se non rispecchia la reale posizione in natura ma riporta solo un a rappresentazione simbolica per dare l informazione(ma solo quella relativa alla strada) Nella fig. 27 la ferrovia (ex) della Rosandra a un certo punto passa in realtà a solo 1m dal confine di stato ma sulla carta 1: slovena (quella a sinistra) tra ferrovia e confine c è quasi 1mm di distanza (25m) mentre nella Tabacco a destra i disegnatori hanno fatto appoggiare la sede dell ex ferrovia al confine cercando di essere più realistici possibile. La conclusione è che sulle carte bisogna accettare certi compromessi (vedi sopra generalizzazione delle carte ) tra la corretta rappresentazione e la carenza di certe informazioni. Perciò non insistete troppo sull esattezza delle informazioni (distanze/rapporti/posizioni) su entità che misurano meno di 1-2 mm.. Ancora un esempio su come vengono rappresentate certe entità su cartografie diverse: l argine del torrente Rosandra nelle due carte Slovena e Tabacco. Poi notare la strada provinciale. Sulla tabacco viene riportato anche il suo numero stradale ed è in giallo per indicare che è asfaltata. Osservare il torrente Racmanec, nella carta a sinistra passa a sinistra della strada mentre nella carta tabacco a destra viene fatto passare come è realmente ma a un ceto punto è visibile a stento. Nella carta di sinistra, sotto la quota 57 (incrocio) vediamo un area verde punteggiata che indica un uliveto e un area verde uniforme che sta per bosco generico. Nella carta Tabacco di destra viene semplificata l indicazione fig. 28 diversa rappresentazione di un canale argine di un fiume delle colture con un semplice bosco e basta ma bisogna osservare che viene curata molto più la viabilità (vedi la carrareccia a fianco del Racmanec, la più reale rappresentazione della strada bianca che parte dal incrocio a quota 37 (carta Tabacco) 3.4 I colori della carta topografica Come per la simbologia, così anche per la scelta e dei colori (numero/tinte), ogni produttore usa un qualcosa di diverso. Alcune scelte sono ovvie come l azzurro-celeste per il mare, blu-azzurro per i fiumi e laghi ma il ventaglio di scelte si allarga subito. Per le pianure e prati qualcuno usa un verdolino chiarissimo altri il bianco. Alcuni raffigurano tutta la vegetazione e medio alto fusto come bosco generico altri distinguono il bosco di frutteti o addirittura da diversi tipi di piante (es. IGM usa anche dei simboli per indicare il tipo di vegetazione). Qualcuno raffigura strade diverse da quelle asfaltate come righe nere continue o in vari modi tratteggiate altri invece cambiano solo il colore rispetto alle asfaltate e usano un tratto sottile solo per i sentieri. In IGM, lo spessore per le strade indica l importanza di queste. Le curve di livello sono quasi dappertutto in marrone o arancione. I dirupi sono o indicati con curve di livello molto ravvicinate oppure le curve di livello sono in quel tratto sostituite con una stilizzazione del dirupo in grigio (sulle carte Tabacco p.es.). Varia molto il colore delle informazioni testuali anche se prevale il nero. Le strade vanno dal rosso (vecchie IGM) al giallo (Tabacco) o anche altri colori (autostrade). I centri abitati sono tipicamente in nero Pag.28

21 o grigio, a parte sono segnati con particolari colori i sentieri alpini ed escursionistici (tipicamente in rosso), ippovie, ciclovie, vie naturalistiche e altri casi particolari. 3.5 L attualità delle carte topografiche B fig. 29 date di aggiornamento della carta topografica Come scritto sopra nella descrizione analitica della carta topografica, l attendibilità delle informazioni riportate dipendono molto da quanto è datata la carta stessa ovvero, quanto datate sono le informazioni dalle quali la carta ha origine che sono tipicamente rilievi aerofotogrammetrici o topografici in loco, informazioni su altre carte sopra le quali la carta in esame viene diciamo ricalcata editata stampata e emessa in commercio. Come possiamo osservare nella nostra quotidianità, siamo circondati da lavori stradali, nuovi cantieri edilizi che a noi cavalieri riguarda di più quando toccano modifiche alle strade forestali in quanto cambiano le zone di taglio della legna, carrarecce e sentieri che seguono la configurazione p.es. dei vigneti e campi arati. Oppure abbiamo una nuova autostrada che taglia il nostro vecchio sentiero e ci obbliga a nuovi percorsi o spesso al sempre di più insidioso asfalto e traffico. Ci capita spesso p.es. che una strada forestale su una carta vecchia 40 anni, difficilmente la troveremo sul posto, oramai abbandonata piena di rovi o al contrario troveremo una nuova strada non segnata nemmeno sulle carte più recenti. La maggior parte di differenze che ci capita oggi è che quello che p.es. sulla legenda era segnato come strada bianca o sterrato al momento di stesura della carta, oggi è diventata una strada asfaltata e magari anche densamente trafficata il che pregiudica a volte il suo uso equestre. Diciamo tutto questo per far capire che se a volte ci pare di esserci persi non trovando le corrispondenze attese, forse i dubbi cesseranno dando una semplice occhiata alla data della nostra carta perché potrebbe essere questa la causa. Nella fig. 29 sopra vediamo prima di tutto la data di edizione (n.6 del 1990) ma se analizziamo le altre informazioni, la nuova edizione comprende solo le modifiche al confine mentre tutto il resto è come da aerofotogrammetrie del In ogni caso non diamo troppo facilmente colpa a questo, visto che molte vote ci siamo persi per davvero e ci ostiniamo a cercare un alibi dove possiamo (datazione. Pag.29

22 delle carte compresa). Quindi nel dubbio, verifichiamo per bene di non aver fatto errori usando correttamente (come vedremo) la bussola, dei punti di riferimento noti e i punti certi sui quali siamo già passati. 3.6 Rappresentazione delle alture curve di livello fig. 31 crinale segnato con tratteggio/ombreggiatura fig. 30 crinale segnato con linea spessa Tra I vari modi di codificare le informazioni, molto importante è la parte dedicata per raffigurare I dislivelli, monti e valli, creste e gole e dirupi. Anche per questo esistono più modi più o meno usati dalle varie case cartografiche. Su alcune carte turistiche (meno tecniche) le alture sono rappresentate con una ombreggiatura (tipicamente illuminati da N.O.) e le increspature terresti sono più una sensazione visiva in misura dipendente dall abilità artistica del disegnatore, cioè più una forma artistica che una grandezza tangibile e misurabile sulla carta. Su alcune carte, dei monti vengono rappresentate solo le creste (dorsali) con tratto/spessore/ombreggiatura più o meno ampi a seconda della quota (quota=quota altimetrica= altitudine) della cresta( fig ) e con le cime indicate da puntini o triangolino a volte con a fianco la quota in metri. Anche questo modi di rappresentazione non è che sia molto efficace dal punto di vista dell informazione tecnica (quota in metri). Il metodo/tecnica migliore è l uso delle curve di livello o isoipse (fig. 33). Il principio è di tracciare una linea curva che unisca tutti i punti sulla stessa quota per certi intervalli di quota. Una tecnica complementare a questa è di colorare diversamente (fig. 32)tutte le aree comprese tra due isoipse. P.es. tipicamente azzurro è il mare, verde chiaro la terra al livello del mare o giù di lì, verde un po più scuro le prime alture e poi verde sempre più scuro man mano che si sale poi per i monti più alti si passa a un marrone chiaro che a sua fig. 33 "esplosione" del concetto delle isoipse o curve di livello fig. 32 raffigurazione ibrida: isoipse+colorazione volta si scurisce con la quota e infine diventa bianco per simboleggiare le quote al di sopra delle nevi perenni (più o meno). Nella legenda sarà sempre presente la scala dei colori con a fianco riportata la quota rispettiva. Ma la più Pag.30

23 fig. 34 un esempio più realistico ma semplificato tecnica e esauriente metodologia è quella delle isoipse pure (fig. 33), dove una volta scelte le quote da raffigurare (quote intere ogni 10 o 25 o 50 m) tutti i punti sulla stessa quota vengono collegati insieme da una linea colorata (marrone sulle IGM). Si usa un tratto più grosso per le quote tonde cioè 100,200, ecc o 50,150,200 ecc. che sono chiamate direttrici e un tratto più fine per le quote intermedie (ogni 10 o 25 m) e un tratteggio fine per le curve ausiliarie che vengono usate su lievi pendenze ove si vuole ugualmente rappresentare l altitudine. Accanto alle direttrici, ogni tanto viene scritta la quota alla quale la direttrice si riferisce. Le cime sono segnate o con un punto oppure con un triangolo con dentro un punto. Queste ultime per indicare un punto trigonometrico di riferimento e tipicamente sul posto troveremo una borchia o una placchetta metallica cementata sul terreno. Le cime maggiori avranno accanto riportata l altitudine. Il fondo delle depressioni è indicato con una lineetta orizzontale (-) e a volte anche in questo caso può essere riportata anche la quota numerica. Per sapere a quale quota si riferisce una data isoipsa, dovremo usare la deduzione trovando le più vicine direttrici (quella più alta e una più bassa) con riportate le quote numeriche o al loro posto una cima con riportata la quota. Quindi contiamo quante curve stanno tra quella cercata e quella quotata (a salire o scendere) e facendo gli opportuni semplici conti troveremo la quota. E facile dedurre che più ripida sarà una pendenza tanto più ravvicinate saranno le curve di livello (vedi il promontorio in fig. 34). Per raffigurare i tratti molto ripidi quali burroni o pareti di montagna spesso viene adoperata una stilizzazione della parete come in fig. 35 dove troviamo tutti i termini. Le direttrici sono ogni 100m, le intermedie o fondamentali ogni 15 m, le ausiliarie tratteggiate ogni 5 m. E molto importante allenare lo sguardo e la mente finché non avverrà istintiva la visione 3D e il nostro cervello identificherà rapidamente selle, cime, gole,pianure e una valutazione delle salite che dovremo affrontare. Una delle prime difficoltà che il neofita riscontra con le curve di livello è distinguere i crinali dagli avvallamenti o gole. Ricordarsi sempre questo: le 1700 fig. 35 un altro esempio completo. Pag.31

24 punte delle curve di livello per un crinale sono orientate verso la discesa (verso valle) mentre per i canaloni e avvallamenti, sono orientate verso monte. Le selle-passi stanno sempre tra due punte di due crinali Assieme agli altri elementi della carta topografica, l altitudine è un altro validissimo riferimento di qui tenere conto. Specialmente quando la visibilità e scarsa e riferimenti visibili non ce ne sono in modo da usarli attraverso l uso della bussola (come vedremo nel cap. 4.) consultando un buon altimetro possiamo stabilire p.es. se lo sterrato che abbiamo incontrando uscendo dal bosco è quello che cercavamo o invece quello che la carta riporta parallelo ma di quota più alta. fig. 36 altri esempi di rappresentazione delle alture, gole e crinali fig. 37 Un altimetro analogico da escursionismo L altimetro L altimetro non è nient altro che un barometro che misura la pressione atmosferica (la quale dipende anche dall altitudine) la quale verrà fatta vedere sul quadrante (o display) sotto forma di metri sopra il livello del mare essendo la pressione inversamente proporzionale all altitudine. Al livello del mare la pressione media è di 1013mBar alla temperatura di 15 e diminuisce di circa 11,5 mbar ogni 100m di altitudine e questo fino a 2500m circa poi questa proporzione cambia (non è più lineare). Influendo il tempo e la temperatura sulla pressione, l altimetro va tarato il più frequentemente possibile lungo il percorso ovunque ci si trovi a una quota nota e sicura specialmente in condizioni meteo variabili. Ogni taratura va effettuata dopo qualche minuti che si è fermi per dare modo all altimetro di stabilizzarsi. Anche i strumenti GPS fungono da altimetri e hanno integrati all interno anche un altimetro barometrico il quale è molto più preciso di quello satellitare e anche qui per essere attendibile questo altimetro va calibrato il più spesso possibile. Distanze e dislivelli : pendenza e le sue implicazioni Si è detto che più dense sono le isoipse più ripido (maggiore è la pendenza o inclinazione) è il percorso, al contrario, più rare sono le isoipse, più piano è il terreno dove al quale si riferiscono, le distanza lineari (orizzontali) sono sempre quelle e dipendono dalla scala e questo ci porta a riconoscere una implicazione: le distanze misurate sulla carta in corrispondenza di dislivelli di varie misure (più ripida è una discesa/salita, più la misura fatta sulla carta si discosta dal percorso che dovremo effettuare in natura su quel tratto) La pendenza in sé invece influisce nel fatto che: sia a piedi che nell equitazione incide molto sulla nostra velocità media di movimento o addirittura è decisiva se la via è praticabile a cavallo o no. La pendenza può essere espressa in due forme: o come angolo in gradi di altezza sopra l orizzonte Pag.32

25 oppure in percentuali (%) cioè metri di elevazione per ogni 100 m di distanza orizzontale. Tutto ciò si può comprendere interpretando la fig. 38 dove l esempio su una carta in scala 1: pone che in 500m (20mm misurati sulla carta) ci spostiamo dalla direttrice dei 800m fino alla prossima a 900m di altezza, abbiamo quindi in 500m di distanza orizzontale, 100m di elevazione, cioè ci alziamo di 500m/100m=20m ogni 100m di distanza orizzontale. Questo si esprime in % cioè la salita (o discesa) dell esempio ha una pendenza del 20% oppure se trasformato in angolo di altezza o inclinazione e diventa 11 che corrisponde al Arcoseno di (100m/500m). Un angolo di 45 corrisponde a 100% di pendenza. Nel completare questa salita però avremo percorso in realtà più di 500m e cioè 502m. Questo numero lo troviamo con una semplice formuletta di Pitagora: radice quadrata di 500mx500m+100mx100m. Come potete notare, questi 20% di pendenza influiscono molto poco sulla effettiva distanza percorsa, ben altra influenza hanno però sulla fatica che dovremo affrontare rispetto 500m percorsi in piano (0% di pendenza). La fatica influisce proporzionalmente (più o meno) sulla nostra velocità di spostamento in salita mentre in discesa più che altro è l impaccio del cavallo in discesa a influire sulla velocità. Da misure sperimentali abbiamo tentato di fare un regolo (fig. 39) per riuscire almeno all incirca stabilire quali velocità potremo tenere alle varie pendenza p.es. quando dovremo progettare un trekking e calcolare i tempi di percorrenza. Ribadiamo che il grafico è completamente indicativo e dipende molto dal nostro cavallo e si riferisce solo a un movimento al passo. Da notare solo una cosa: in discesa, da una certa pendenza in giù, ci si muove più veloce a piedi che non in sella e da qui vige la regola nel turismo equestre: in su portami tu che in giù ti porto io!. E tenete anche conto del fatto che in salita il cavallo si muove più veloce di noi a piedi ese vogliamo risparmiare il cavallo invece di annaspare a piedi e intralciare il cavallo in salita, restiamo in sella e facciamo piuttosto frequenti soste (anche se su una lunga colonna di cavalli questo implica impacci) Profilo altimetrico di un percorso fig. 38 come calcolare la pendenza fig. 39 influenza della pendenza sulla velocità a piedi e in pendenza <0=discesa, >0=salita Progettando un percorso, proprio per tenere conto su quanto le pendenze influiranno sui nostri tempi nella tabella di marcia, sarebbe utile costruire anche un profilo altimetrico cioè un grafico (fig.40-a), anche molto semplificato, dove orizzontalmente poniamo la distanza (suddividiamo in tante tacche quanti sono i km da percorrere) e in verticale l altitudine massima che dovremo raggiungere. Poi sulla carta seguiamo il nostro percorso e a ogni km e/o a ogni variazione significativa di altitudine segniamo un puntino sul grafico in corrispondenza della distanza/altitudine corrispondenti.. Pag.33

26 Alla fine colleghiamo tra loro i puntini e otterremo un grafico simile a quello sopra. In fig. 40 A sopra vediamo A un profilo altimetrico di un ipotetico percorso di 2,9 km di fig. 40 B (è ipotetico, con pendenze un po esasperate ma sono solo per scopo didattico per rendere l idea). Nella pianificazione di un viaggio, è utile tracciarsi un simile grafico. Non occorre che sia preciso come quello sopra cioè con un punto ogni m di dislivello ma almeno per le quote più importanti quali selle, passi vette, fondi valle e/o incroci o altri riferimenti significativi. B Su questo grafico potremo poi ragionare su stime di fig. 40 un percorso e il suo profilo altimetrico tempi e sulle fatiche che dovranno affrontare i nostri cavalli. Come si vede nell esempio di fig. 40, il viaggio prevede la salita su un monte Parte da una quota/altitudine di praticamente 0 m sul livello del mare (m.s.l.m.). Dopo 200m circa si sale in quota di 20m con una pendenza di 10% (10m di quota ogni 100m di distanza lineare),poi la pendenza cresce e dalla quota 20m alla quota 180m, in 400m di strada e quindi con (180-20)/(400/100)=40% di pendenza (il che è una bella arrampicata e ovviamente non realizzabile a cavallo) si segue la curva dei 180m (200m in piano cioè 0% di pendenza) fino al 2 ruscello che seguiremo verso monte fino a quota 250m circa in altri 200m con una pendenza risultante di 35. In 100m lineari si arriva da quota 250 alla vetta a quota 267 con appunto 17% di pendenza. Si scende dalla cima fino a quota 140m (dislivello 127m) in 450m con una pendenza di -28% circa, qui con una curva a sinistra ci si porta sulla cengia (gradino a metà parete) con una ripida discesa da 140m a 70m di quota in 100m lineari e quindi con -70% di discesa. Proseguiamo per la cengia in quota 70 m e poi con un altro ripidissimo gradino scendiamo fino a quota 10m circa (-60) in altri 100m e quindi 60% di pendenza e da lì dopo 200 metri siamo sulla costa e altri 350 al punto di partenza. fig. 41 Pendenza-distanza : esempi pratici reali vediamo in fig. 41 un pezzo di percorso reale. Si riferisce al tratto più ripido del sentiero che da Dolina porta a San Servolo (Socerb). Abbiamo scelto una carta slovena con le isoipse fondamentali ogni 10m e le direttrici ogni 50m su una delle quali scorgiamo il n. 300 il che ci indica che quella si riferisce a quota 300m. Pag.34

27 Orientamento e Topografia nel Turismo Equestre Dove c è Grad Socerb c è una quota 437 quindi cosi abbiamo individuato dove sta la salita e dove la discesa (questo è il primo paso che dobbiamo effettuare nella consultazione della carta in zone montane ). La traccia rossa parte da 3 fondamentali sotto quota 300m e quindi da quota 270m e si ferma 2 direttici sopra la quota 350m quindi a 370 il che ci dice che ci alzeremo di esattamente 100m. Sulla carta misuriamo la lunghezza del tratto rosso che è circa 400m. Quindi la pendenza è 100m/(400m/100)=25% quindi una bella salita. Se vogliamo anche calcolare la distanza reale percorsa invece: radice quadrata di (100*100)+(400*400) = 412m, e anche qui, nonostante una bella pendenza l influenza di questa sulla distanza effettiva percorsa è minima. Provate per esercizio analizzare in fig. 42 i tratti indicati (inizio-fine indicati dalle frecce) e calcolare a spanne pendenze e tempi di percorrenza al passo. fig. 42 Pag.35.

28 Pag.36

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